Categoria: Castelli & Palazzi

  •  “Una notte a Palazzo Reale”

    SAVE THE DATE!  mercoledì 24 maggio si arriva al terzo incontro organizzato da Club Silencio, in collaborazione con i Musei e gli edifici storici di Torino: «Il fil rouge che lega tutte le serate del progetto», fanno sapere gli organizzatori dell’evento, «offrire una nuova esperienza socio-culturale ai cittadini, dando loro la possibilità di riscoprire le grandi realtà culturali torinesi in un contesto meno istituzionale».

    Il programma dell’evento
    Palazzo Reale  apre le sue porte alle 19,30 per un aperitivo con Dj Set nello splendido cortile di quella che è la più antica residenza Sabauda in Piemonte.

    Dal cortile interno partirà poi il percorso di visita del museo: dalle stanze del piano nobile dei Principi di Piemonte alla sontuosa Armeria Reale.

    Gli spazi dei Musei saranno aperti, in via eccezionale per l’evento, fino alle 23.30 e sarà possibile compiere una visitata guidata del palazzo.

    Costi e biglietto

    Euro 18,00 aperitivo e visita museale con inizio ore 19,30

    Euro 10,00 ingresso e visita museale con ingresso ore 21,45

    In entrambi i casi è inclusa una consumazione nel costo del biglietto.

    La tessera Abbonamenti Musei non è utilizzabile in questa occasione.

    E’ necessario accreditarsi all’evento per poter vivere questa esperienza indimenticabile, all’interno di uno dei tesori del patrimonio culturale italiano.

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    Inaugurata a Mantova la mostra clou di Palazzo Ducale per il 2017.

    Dedicata allo spettacolo e alle arti del banchetto rinascimentale nell’anno in cui Mantova – dopo i fasti di Capitale Italiana della Cultura – è stata scelta insieme con Bergamo, Brescia e Cremona quale Capitale Enogastronomica Europea.

    Con straordinari e suggestivi contributi, la mostra ricostruisce lo scenario sfarzoso della convivialità dei prìncipi nel corso di due secoli, dal Cinquecento al Settecento: i segreti del convito, la tavola imbandita, la teatralità degli arredi, le tovaglierie, i vasellami, i riti del sedersi e del conversare, le vesti e, le luci, la musica, la poesia e i colori. In un percorso di oltre cento preziose opere provenienti da mezza Europa, nell’atmosfera splendida e scenografica del banchetto emerge quanto fosse importante per i grandi del tempo affidare alla tavola, nelle sue molteplici interpretazioni, il messaggio della propria grandezza e magnificenza, della propria superiorità culturale.

    Oltre ai servizi di posate che accompagnavano l’imperatore Massimiliano I nelle battute di caccia e alle posate da viaggio di Maria Teresa d’Austria, fa ritorno a Mantova il piatto che adornava la credenza di Isabella d’Este (in bella mostra il suo motto “nec spe nec metu”), accanto ad altri magnifici piatti e saliere con lo stemma dei Gonzaga, scampati allo spettacolo fragoroso dell’opulenza di banchetti in cui “si levavano, si gettavano,  si rompevano e di certo grande era certo il numero, poiché gli sig. Scalchi, imbandirono a ventiquattro piatti”, cambiando “quattro volte la tovaglia… per quella splendida virtù, che si chiama magnificenza”.

    I resoconti dell’epoca così descrivono, ad esempio, il convivio del 22 settembre 1587, offerto in Palazzo Ducale per l’incoronazione del duca Vincenzo l.

    I trattati di alta cucina: il volume a stampa (1549) di Cristoforo Messisbugo, cuoco di Carlo V (così raffinato che l’Imperatore volle nominarlo conte palatino), quelli di Bartolomeo Scappi, cuoco segreto di Papa Pio V (Venezia, 1570) e del nostro di Bartolomeo Stefani (1662).

    I pezzi arrivano dall’Italia (Milano, Verona, Firenze, Parma, lo stesso Ducale e la Teresiana) oltre che da musei e abbazie di mezza Europa: Salisburgo, Vienna, Reichersberg, Bratislava, Kremsmünster, Graz oltre a un cospicuo prestito della magnifica collezione Esterhazy da Eisenstadt.

    La mostra è a cura di Johannes Ramharter e Peter Assmann. Il comitato scientifico è composto da Peter Assmann, Johannes Ramharter, Paola Venturelli, Renata Casarin, Hannes Etzlstorfer, Gianfranco Ferlisi e Francesca Ferrari. Il progetto espositivo è stato curato dagli architetti David Palterer e Norberto Medardi (P&M Architecture di Firenze) e dall’architetto Antonio Mazzeri del Museo di Palazzo Ducale. La progettazione dell’attività didattica è curata da Renata Casarin, vice direttore del complesso museale di Palazzo Ducale, con Lara Zanetti. Il catalogo della mostra, edito da Tre Lune Editori, pubblica testi di Peter Assmann, Johannes Ramharter, Nina Knieling, Paola Venturelli, Alain Tapié, Hannes Etzlstorfer, Auretta Monesi, con un’appendice di Lara Zanetti sul percorso educativo appositamente creato. La postazione video è a cura di Daniela Sogliani e Francesca Ferrari.

    Castello di San Giorgio – Mantova 

    CURATORI: Johannes Ramharter, Peter Assmann

    ENTI PROMOTORI:

    • MiBACT
    • Complesso Museale Palazzo Ducale di Mantova

    COSTO DEL BIGLIETTO: Ingresso con biglietto Castello di San Giorgio € 12

    SITO UFFICIALE

    Dal 21 Aprile 2017 al 17 Settembre 2017

  • dal 31/03/2017 al 02/07/2017

    Una nuova imperdibile mostra composta da 60 opere, tra olii, acquerelli e grafiche ripercorrono oltre un secolo di arte internazionale, attraverso i suoi maggiori interpreti, da Claude Monet a Edgar Degas, da Dante Gabriel Rossetti a John Everet Millais, da Pablo Picasso a Francis Bacon, da Roy Lichtenstein a Andy Warhol e molti altri.

    La mostra, Da Monet a Bacon, capolavori della Johannesburg Art Gallery, prodotta da Nuova Villa Reale, Cultura Domani e ViDi, con la collaborazione di ArtGlass e il patrocinio del Comune di Monza e del Consolato Generale del Sud Africa, è curata da Simona Bartolena.

    L’esposizione consente al pubblico di scoprire l’affascinante storia della Johannesburg Art Gallery, aperta al pubblico nel 1910, che vanta un patrimonio di grande valore artistico.

    In contemporanea, alla Villa Reale si tiene La storia dell’arte raccontata ai bambini, un progetto didattico pensato per introdurre i più giovani al grande mondo dell’arte. Il percorso, suddiviso in stanze multisensoriali, si pone come obiettivo quello di educare i più piccoli alla Bellezza che l’uomo ha saputo creare in millenni di storia, mettendoli al centro di un racconto nel quale diventare protagonisti attraverso esperienze e riflessioni.

    Aperture e costi

    Biglietti:

    Mostra DA MONET A BACON. Capolavori della Johannesburg Art Gallery:
    intero € 12;
    ridotto € 10 per gruppi di almeno 15 persone e apposite convenzioni;
    ridotto speciale € 5 per scolaresche e minori di 18 anni.

    Progetto didattico “Storia dell’Arte raccontata ai bambini”:
    intero € 8
    ridotto € 6 per gruppi di almeno 15 persone e apposite convenzioni
    ridotto speciale € 5 per scolaresche e minori di 18 anni.

    Cumulativi:

    Cumulativo Appartamenti Reali + Corpo Centrale Villa:  Il biglietto consente la visita agli Appartamenti Reali e alle mostre DA MONET A BACON. Capolavori della Johannesburg Art Gallery, Storia dell’arte raccontata ai bambini e al Museum Design Triennale di Milano: intero € 19; ridotto € 16 per gruppi di almeno 15 persone e apposite convenzioni; ridotto speciale € 6 per scolaresche e minori di 18 anni.

    Acquista il tuo biglietto on line

    Cumulativo Corpo Centrale Villa e progetto didattico: il biglietto consente la visita alle mostre DA MONET A BACON. Capolavori della Johannesburg Art Gallery, Storia dell’arte raccontata ai bambini e al Museum Design Triennale di Milano: intero € 16; ridotto € 14 per gruppi di almeno 15 persone e apposite convenzioni; ridotto speciale € 6 per scolaresche e minori di 18 anni.

    Orari:
    Da martedì a domenica: 10.00-19.00
    Venerdì 10.00-22.00
    Lunedì chiuso

    Contatti

    Telefono: 039.5783427
    E-mail: info@villarealedimonza.it

  • Caravaggio Experience propone l’opera del celebre artista Michelangelo Merisi utilizzando un approccio contemporaneo.

    L’utilizzo di un sofisticato sistema di multi-proiezione a grandissime dimensioni, combinato con musiche suggestive e fragranze olfattive, porta il visitatore a vivere un’esperienza unica anche sul piano sensoriale, attraverso una vera e propria “immersione” personale nell’arte del maestro del Seicento.

    Nei grandiosi spazi architettonici della Citroniera Juvarriana della Reggia di Venaria, il visitatore resta “coinvolto” in uno spettacolo di proiezioni e musiche  della  durata  complessiva  di  50  minuti circa, in funzione contemporaneamente lungo tutto il percorso, senza interruzioni e a ciclo continuo, in cui sono evocate 57 opere del grande pittore.

    L’installazione ripercorre i temi dell’intera produzione caravaggesca: la luce, il naturalismo, la teatralità, la violenza; e termina con un “viaggio” ideale attraverso i luoghi di Caravaggio, seguendo cronologicamente le fasi principali della sua incredibile esperienza di vita.

    La mostra viene interrotta dal 19 giugno al 13 luglio, per il concomitante evento espositivo di

    Michael Nyman, in collaborazione con La Milanesiana – Consulenza scientifica di Claudio Strinati
    Mostra  prodotta  dal   Consorzio   La   Venaria   Reale   con   Medialart   srls,   in   collaborazione   con RomandRoma

    Dal 18 marzo 2017  al 1 ottobre 2017  –   Per info e costi sulla mostra

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    da Giovedì, 23 Marzo 2017 a Giovedì, 16 Novembre 2017

    LE REGINE DELLA PALAZZINA DI CACCIA

    Un ciclo di approfondimenti sulle donne, mogli e amanti di casa Savoia.

    23 marzo 2017            Anne Marie Borbone-Orleans
    20 apile 2017              Maria Adelaide d’Asburgo Lorena
    18 maggio 2017          Maria Vittoria dal pozzo della Cisterna
    21 settembre 2017     Maria Paola Buonaparte detta Paolina Bonaparte
    19 ottobre 2017          Marie Josèphe Rose de Tascher de la Pagerie meglio nota come Giuseppina di Beauhamais
    16 novembre 2017    Margherita Maria Teresa Giovanna di Savoia – Genova

    A cura di MAURA AIMAR Centro Studi Principe Oddone e ALESSIA M.S. GIORDA Valorizzazione del Patrimonio Artistico e Storico della Residenza Sabauda Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea.

    Ore 18.00 presso le cucine reali  della Palazzina di Caccia
    Informazioni e prenotazioni  allo 011-6200634

    PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA FINO AD ESAURIMENTO POSTI
    L’ingresso alla sala sarà consentito dalle 17.15 alle 17.45

    Costo 8.00 € + ingresso speciale alla Palazzina 5.00 €
    Possessori abbonamento musei 8.00 € + ingresso alla Palazzina gratuito

     

  • DA QUI NASCE LA FONTANA DEL MELOGRANO.

    Nel corso del tempo gli edifici esistenti furono ampliati ed uniti, fino alla trasformazione radicale avvenuta tra il 1490 circa e il 1510 ad opera di Giorgio di Challant, priore di Sant’Orso, che ne fece una sontuosa dimora per la cugina Margherita de La Chambre ed il figlio Filiberto. Fu allora che il castello assunse l’aspetto attuale, diventando un unico palazzo a ferro di cavallo, affacciato su un ampio cortile e un giardino all’italiana, sul cui alto muro di cinta furono dipinti personaggi importanti ed eroi; il porticato al piano terreno fu ornato da una serie di lunette affrescate con scene di vita quotidiana e rappresentazioni di botteghe, mentre al centro del cortile sorse la celebre fontana in ferro battuto detta del Melograno, simbolo di prosperità.

    Sempre in quel periodo molti ambienti interni furono decorati con affreschi, sia nelle zone di rappresentanza, quali la Sala di Giustizia o la Cappella, sia nelle stanze più private, tra cui gli oratori di Margherita de La Chambre o di Giorgio di Challant.

    Dopo i fasti del Cinquecento, la residenza si avviò verso un progressivo declino e nel 1872 fu venduta all’asta pubblica: acquistata dal pittore torinese Vittorio Avondo, divenne oggetto di un’attenta campagna di restauro che le restituì l’antico splendore.

    Donato allo Stato nel 1907, oggi il castello appartiene alla Regione Autonoma Valle d’Aosta e si presenta con alcuni elementi dell’originale mobilia ed altri arredi rifatti alla fine dell’Ottocento, che insieme a numerosi oggetti d’uso domestico ripropongono l’ambientazione tardo quattrocentesca voluta da Avondo.

    Entrando nel palazzo ci si trova nel cortile, attorniato da edifici sulle cui pareti sono ritratti gli stemmi del casato Challant e delle famiglie con esso imparentate; oltrepassata la fontana del melograno si prosegue verso l’androne decorato dalle pregevoli lunette, raffiguranti il corpo di guardia, la bottega del beccaio e del fornaio, il mercato di frutta e verdura, il sarto, lo speziale e il pizzicagnolo.

    Era abitudine e soprattutto permesso lasciare scritte e segni  sulle pareti del castello.

    Si posso leggere frasi scherzose, che ci fanno sorridere, ma se pensiamo alle mani che hanno tracciato quei segni e ascoltiamo attentamente, dentro di noi sentiremo senz’altro una parola che rimbomba: ‘ANANKE.

    La prima cosa che salta all’occhio per una Torinese, è la Fontana del Melograno posta al centro del cortile: identica a quella nel cuore del Borgo Medievale del Valentino! Trattasi di riproduzione. Realizzata, dopo gli accurati studi che ne fece Alfredo d’Andrade all’inizio del XX secolo, per il padiglione piemontese dell’Esposizione Internazionale di Roma del 1911.

    Cosi chiamata perché costituita da una vasca in pietra di forma ottagonale sormontata da un albero in ferro battuto.

    Ad Issogne è stata collocata in una posizione privilegiata all’interno del castello, non sembra essere la volontà di riprodurre in maniera fedele la natura, ma piuttosto dalla volontà di realizzare un’opera dalle forti valenze simboliche.

    Infatti, osservando da vicino l’albero,  si nota che le foglie riproducono quelle della quercia, mentre i frutti sono indubbiamente frutti del melograno.

    Simbolicamente, il melograno rimanda a temi quali la castità e l’unità della famiglia, mentre la quercia assume significati di forza e antichità.
    Tutti questi precisi richiami alle virtù della casata Challant sembrano confermare l’ipotesi che la fontana sia stata realizzata da Giorgio di Challant in occasione del matrimonio del nipote, Filiberto di Challant, con Louise d’Aarberg, nel corso del 1502.

     

  • Il castello di Fénis fu prestigiosa sede di rappresentanza dei maggiori esponenti della famiglia Challant, che lo dotarono dell’imponente apparato difensivo, nonché di eleganti decorazioni pittoriche, simboli di potenza e di prestigio.

    L’architettura è il risultato di varie campagne costruttive succedutesi negli anni.

    Appartenne ai signori di Challant del ramo di Fénis fino al 1716, quando fu ceduto al conte Baldassarre Castellar di Saluzzo Paesana.

    Le vicende che segnarono la storia di quella famiglia condussero il maniero a un lento degrado, preludio dell’abbandono che lo vide trasformato in abitazione rurale: le sale del pianterreno furono adibite a stalle, mentre il primo piano fu usato come fienile.

    Il recupero del monumento si deve ad Alfredo d’Andrade, che acquistò il castello di Fénis nel 1895 e, dopo averne restaurato le parti più rovinate, lo dono’ allo Stato Italiano.

    Oggi l’edificio è di proprietà della Regione autonoma Valle d’Aosta, e lo ha destinato a sede del museo del mobile valdostano.

    Si accede passando attraverso una torre quadrata che aveva una saracinesca per sbarrare l’androne in caso di pericolo.
    Il percorso si conclude nel cortile interno, con lo scalone semicircolare sovrastato dal pregevole affresco raffigurante San Giorgio che uccide il drago.

    Alzando lo sguardo al piano superiore si possono ammirare le balconate in legno decorate da un gruppo di saggi e di profeti recanti dei cartigli sui quali si leggono proverbi e sentenze morali in  francese antico.

    Per info e costi

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