I risultati dello studio
Qual era la vista di un barcaiolo a quei tempi? Con estrema probabilità di 1,30 metri inferiore. «Ciò che era importante in questo studio era andare il più possibile indietro nel tempo per comprendere la curva reale della crescita del mare nei secoli», spiega Camuffo. Perché le tele del famoso pittore veneziano? Perché sono le testimonianze arrivateci da un passato remoto. Ma, soprattutto, perché i dipinti di Giovanni Antonio Canal (meglio conosciuto come Canaletto) e del nipote Bernardo Bellotto, venivano realizzati utilizzando una camera oscura ottica, un’antesignana della macchina fotografica, capace dunque di raffigurare la Venezia del ‘700 con estrema precisione. «Canaletto aveva la capacità di raffigurare esattamente i particolari di un basamento, o di una sporgenza, di un rivolo d’acqua che incrostava la pietra», dice Camuffo. «Anche scomponendo un palazzo e sovrapponendolo alle misure reali, ne abbiamo appurato la perfetta coincidenza, il che dimostra che ogni volta erano dipinti ripresi sul posto. Abbiamo quindi preso tutti i quadri disponibili con degli elementi facilmente riconoscibili e misurabili, arrivando così fino a metà del ‘700».
Non solo Canaletto
Con i quadri del Veronese si è riusciti a giungere al periodo rinascimentale, ma l’intento era quello di andare più in là nel tempo. «Venezia è piena di angoli nascosti, così come lo sono gli scalini dei palazzi», sommersi ormai dall’acqua. Ma quegli scalini furono costruiti per consentire di accedere ai canali in maniera sicura, quindi dovevano essere al livello del mare un tempo. «Insieme al nucleo sommozzatori della polizia di Stato abbiamo fatto il censimento dello scalino più basso di tutti i palazzi che danno sul Canal Grande», spiega Camuffo. «Abbiamo così esaminato 78 palazzi, tornando indietro fino al XIV secolo, dove la differenza registrata tra il livello del mare di allora e quello di oggi è di circa 1,30 metri».
Ma i quadri del Canaletto danno un’ulteriore conferma di dove arrivava il pelo dell’acqua tre secoli or sono: a un occhio meno attento può forse sfuggire il dettaglio, ma i barcaioli in piedi sul parapetto della propria barca, arrivano all’altezza della banchina con le loro spalle. Fatto che trova conferma con le attività quotidiane di carico e scarico delle merci, che dovevano essere il meno faticose possibile. Non solo, ma pure l’altezza del fronte delle alghe nei palazzi sono riportati con estrema precisione, così da poterne calcolare la differenza con i livelli attuali, come appurato da Camuffo (47 cm tra alta e bassa marea).
I risultati mostrano un’accelerazione costante dell’innalzamento del livello del mare relativo – quello che tutti noi percepiamo quando passeggiamo per le calli e i ponti -, con una media registrata dalla seconda metà dell’800 in poi di circa 2,5 mm l’anno, con un contributo di pari portata sia dalla subsidenza che dall’aumento medio del livello dei mari. A riprova del fatto che Venezia sia affondata di circa 60 centimetri dal XVIII secolo a oggi. E che continuerà ad affondare, con o senza dighe mobili, a causa anche dell’attuale crisi climatica.
Fonte: La Stampa