Ma che ci faceva un nobile tra gli artisti squattrinati di Montmartre? A differenza della maggioranza dei suoi colleghi pittori, Henri de Toulouse-Lautrec proveniva da origini aristocratiche: i suoi genitori erano cugini di primo grado, figli a loro volta di due cugini di primo grado. Se finanziariamente questa unione consanguinea permetteva di mantenere il patrimonio in famiglia, geneticamente rappresentava un azzardo. Quando il piccolo Henri nacque nel castello di famiglia vicino ad Albi, sembrava in salute, ma presto iniziò ad ammalarsi frequentemente, soprattutto le sue gambe non crescevano proporzionalmente al resto del corpo.
Per cercare di allungarle, i genitori tentarono ogni sorta di rimedio sperimentale, incluso l’elettroshock, e persino fecero indossare a Henri pesi alle gambe per stirargliele. Fu evidente fin da subito che Henri, chiamato Henry in inglese dalla madre appassionata di cultura britannica, non
Fu proprio per coltivare questo talento che Henri si trasferì a Parigi e si stabilì ai piedi della collina degli artisti, Montmartre, all’epoca nota per i suoi teatri,
bordelli e cabaret frequentati da bohémien, soubrette e prostitute. Il suo studio era frequentato da modelle, artisti squattrinati e amici di bevute, e le feste che organizzava erano celebri, specialmente quelle del venerdì sera, durante le quali il padrone di casa metteva a disposizione un bar ben fornito e inventava cocktail che costringevano gli ospiti a tracannarli in un colpo solo.
Lautrec, affetto dalla picnodisostosi, una malattia che colpisce la crescita delle ossa, indossava speciali ginocchiere con scarpe attaccate per camminare sulle ginocchia, mimetizzando la sua statura ridotta. Spesso vestito in tenuta da guardacaccia nera e sciarpa rossa, si aggirava alla ricerca di ingaggi nei locali della collina dei vizi.
Quando il celebre cantante Bruant aprì il suo locale, il Mirliton, Toulouse-Lautrec si occupò di dipingere tutte le locandine. Ma fu al Moulin Rouge che il suo talento brillò maggiormente, soprattutto nei poster che pubblicizzavano la celebre ballerina Louise Weber, soprannominata La Goulue per la sua abitudine di “rubare” i bicchieri ai clienti e berli mentre danzava. La Goulue aveva i capelli rossi, una caratteristica che affascinava particolarmente Toulouse-Lautrec, tanto che si dice cacciasse dal suo studio le ballerine che non avevano capelli naturalmente rossi.
Toulouse-Lautrec visse una vita di eccessi, circondandosi di donne, bevendo senza alcun controllo e frequentando i locali più vivaci di Montmartre. Conobbe gli intellettuali dell’epoca, si circondò di artisti e divenne parte integrante della vibrante comunità bohemien della Parigi del XIX secolo.