Categoria: Castelli & Palazzi

  • Gallery Mostra

    Palazzo Madama ha annunciato  la proroga, fino al 10 settembre 2018, dell’esposizione dell’inedito dipinto del primo Cinquecento, proveniente dalla Fabbrica di San Pietro in Vaticano, raffigurante la Madonna con il Bambino Gesù.

    L’opera, un olio su tavola, era stata commissionata nel 1519 a un ignoto “Dipintore” ed era stata esposta fino al 1937 nella chiesa di San Giacomo Scossacavalli a Roma.

    Il recentissimo restauro del dipinto, eseguito da Lorenza D’Alessandro e Giorgio Capriotti, è stato promosso dalla Fabbrica di San Pietro col sostegno di Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking, e ha restituito l’opera non solo agli appassionati d’arte, ma anche a tutti i devoti, che a Torino hanno l’opportunità di conoscere la storia di questa enigmatica icona.

    Nell’allestimento ideato dall’architetto Roberto Pulitani, del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, oltre al dipinto vengono presentate riproduzioni di fotografie e documenti, che descrivono non solo il complesso intervento di restauro in tutte le sue fasi, ma anche la storia della chiesa andata distrutta.

    Visitata da oltre 20.000 persone, è stata decisa la proroga  per la  concomitanza con la presenza a Torino dei tanti giovani che verranno in pellegrinaggio alla Santa Sindone, esposta in Duomo, nei giorni 9 e 10 agosto, in occasione del Sinodo mondiale dei Giovani. Torino sarà, infatti, la prima tappa delle comunità giovanili provenienti dalle 17 diocesi del Piemonte e della Valle d’Aosta, alla volta di Roma.

    Venerdì 10 agosto dalle ore 10.00 alle ore 17.00 Palazzo Madama offre l’ingresso gratuito a tutti i pellegrini che verranno a contemplare questa straordinaria icona mariana.

  • Dal 23 giugno al 23 agosto 2018, la Rete delle Residenze Reali Europee organizza un concorso fotografico su Instagram!

    Per la prima volta, nell’ambito dell‘Anno europeo dei beni culturali e del progetto “Un posto al tavolo reale“, un concorso fotografico simultaneo su Instagram nei Royal Palaces of Europe sarà l’occasione per condividere un’esperienza unica.

    Questa estate, viaggia nelle più belle residenze reali europee, esplora le stanze dei Palazzi, perditi nei giardini, nei parchi … dettagli, prospettive, guanti, ecc.

    Condividi con noi e con 10 residenze europee, le tue più belle foto!

    Elenco dei partecipanti:

    Palazzo di Versailles (Francia) @ Chateauversailles
    Château de Chambord (Francia) @chateaudechambord
    Palazzo reale di Gödöllö (Ungheria)
    Consorzio delle Residenze Reali Sabaude (Italia) @lavenariareale
    Reggia di Caserta (Italia) @reggiadicaserta
    Musei Reali di Torino (Italia) @museirealitorino #museirealitorino
    Reggia di Monza (Italia) @reggiadimonza
    Museo del re Palazzo di Jan III a Wilanów (Polonia) @wilanowpalac
    Castello reale di Varsavia (Polonia) @zamekkrolewskiwarszawa
    Palazzo reale di Łazienki (Polonia) @lazienkimuzeum
    Historic Royal Palaces (Regno Unito) @historicroyalpalaces
    Musei del Cremlino di Mosca (Russia) @kremlinmuseums

    Per partecipare:

    1 – Pubblica le tue foto usando #europeanroyalpalaces

    2 – Identifica l’account delle residence in ogni foto.

    Alla fine di questo concorso, ogni palazzo selezionerà un vincitore e pubblicherà l’immagine sul suo account! L’immagine del vincitore sarà quindi pubblicata sui social media di tutti i palazzi. Inoltre, il vincitore potrebbe essere invitato a partecipare ad una visita eccezionale!

    Pubblica le tue foto più belle dei palazzi tra i partecipanti all’evento!

    Per maggiori informazioni

  • Le culture si incontrano a Palazzo Madama: oriente e occidente nelle figure velate di Güler Ates.

    Güler Ates  artista londinese, di origine turche, crea  con la sua modella Gemma dei veri e propri  backstage d’opere d’arte contemporanea, i suoi shooting fotografici attraversano i luoghi contaminando gli spazi, crea vere e proprie performance, tra danza e teatro.

    Le manifestazioni del suo lavoro sono realizzate attraverso attività “adattive” (site-responsive) in aree che fondono sensibilità orientali ed occidentali.

    Le donne invisibili sotto i veli colorati attraversano con  leggerezza silenziosa  luoghi fortemente evocativi, i siti architettonici in cui lavora appartengono solitamente ad epoche specifiche.  Normalmente effettua delle ricerche sulla storia dei  siti ,  sopraluoghi che le forniscono  informazioni,  per poi scegliere il  tessuto che diventerà poi  il velo o il costume da far indossare a Gemma.

    Essendo parte della performance, il soggetto narra una vicenda disegnata dalla storia del sito, esplorando il suo sentimento di dualismo culturale. Usa il paragone storico per evidenziare questioni riguardanti il significato del velo nelle diverse politiche e culture, che per l’artista ha un significato spirituale più che religioso.

    L’artista, per la prima volta in Piemonte,  ha lavorato  con la sua modella Gemma presso la Reggia di Venaria, la Palazzina di Caccia di Stupinigi e il Castello di Govone, per concludere proprio con Palazzo Madama. 

    Le foto saranno  in mostra in autunno ad Art Site Fest  dal 19 settembre al 25 novembre, tema  della nuova edizione il “senso del luogo”, in un percorso all’interno di alcune delle più belle Residenze Reali.

     

     

  • Reggia di Venaria, Castello di Racconigi, Palazzina di Caccia di Stupinigi,

    Castello di Govone, Palazzo Madama, Catello Cavour di Santena,
    Palazzo Chiablese, Palazzo Biandrate, Museo Egizio.

    Dal 19 settembre al 25 novembre 2018

    Art Site Fest è un percorso, tra arti visive, teatro, letteratura e musica, attraverso alcune delle più belle residenze storiche del Piemonte.
    La Reggia di Venaria, il Castello di Racconigi, la Palazzina di Caccia di Stupinigi, il Castello di Govone, Palazzo Madama, Castello Cavour di Santena, Palazzo Chiablese, Palazzo Biandrate e il Museo Egizio sono i luoghi che ospiteranno fotografia, pittura, scultura, video, reading, musica e letteratura in dialogo con gli spazi e le architetture del patrimonio culturale.
    Negli ultimi anni, il rapporto tra opera d’arte e contesto si è fatto più profondo spingendo alla produzione di opere non solo pensate per un luogo, ma intimamente sensibili ad esso. Artisti provenienti da tutto il mondo, per lo più di giovane generazione ma già di solido curriculum, presentano le loro ricerche recenti con opere realizzate appositamente per le sedi individuate, oppure scelte e ambientate per gli spazi espositivi e i percorsi museali.

    Le loro opere rappresentano le chiavi per leggere in modo nuovo e conoscere meglio il patrimonio storico e artistico della regione.
    38 gli artisti scelti con oltre 140 opere distribuite nelle diverse sedi esplorano i linguaggi della contemporaneità, confrontandosi con l’arte e la storia del Piemonte.
    Tra gli artisti invitati, Güler Ates, artista turca residente a Londra, ha avviato già da maggio una residenza che si concluderà a settembre, con l’inaugurazione di Art Site Fest.  Il lavoro di Güler Ates propone una riflessione sul confronto tra culture distanti e la possibile eredità di un comune patrimonio.

    Un progetto speciale è destinato al Museo Egizio: Joseph Eid, fotografo libanese che al lavoro da fotoreporter di guerra, attraverso la fotografa, alterna una raffinata indagine sociale e umana, propone alcuni scatti da Palmira e dagli altri siti storici devastati dall’Isis, a testimonianza della fragilità del patrimonio archeologico e della necessità della sua salvaguardia.

    La Cappella di Sant’Uberto anche quest’anno ospita per la serata inaugurale un evento teatrale: Peppe Servillo, che nella scorsa edizione di Art Site ha visitato Racconigi lasciandoci una sua testimonianza, quest’anno terrà un reading con Elena Serra e Lamberto Curtoni al viloncello, su un aspetto poco noto della biografa di Édouard Manet.

    Lamberto Curtoni curerà un programma di interventi musicali all’interno delle sedi, suggerendo attraverso la musica inedite letture degli spazi.
    Art Site Fest è realizzato in collaborazione con “Parole d’Artista”, rassegna teatrale curata dal Teatro di Dioniso, quest’anno concepita e condotta da Elena Serra con quattro spettacoli all’interno di alcune delle residenze storiche.
    Fra questi, nella Chiesa di Sant’Uberto, alla Reggia di Venaria, quello di Carlotta Natoli, voce recitante e Mario Stefano Tonda al clavicembalo, nella restituzionedi estratti dello spettacolo “Tante facce nella memoria”: i due artisti saranno le “voci” tratte dalle registrazioni di Alessandro Portelli relative alla rappresaglia nazista per l’attentato di via Rasella.

    Ogni edizione di ART SITE FEST avrà un paese ospite che per quest’anno è l’Armenia: cinque giovani autori ci restituiscono un panorama tra pittura, fotografa, poesia, letteratura dell’attuale e vivace ricerca artistica nel paese caucasico.
    A conclusione della programmazione di Art Site Fest, a celebrare l’anno europeo del Patrimonio Culturale, è prevista una giornata di incontro tra storici dell’arte, flosofi, sociologi ed esperti sul tema del patrimonio culturale come eredità comune e sull’arte come veicolo di dialogo tra i popoli.

    È stato richiesto il Patrocinio della Regione Piemonte e della Città di Torino.
    Art Site Fest è un progetto dell’Associazione Phanes ed è realizzato in collaborazione con il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude e con il sostegno di Fondazione CRT, di Reale Mutua, di Museumstudio.

    La prossima edizione Art Site è realizzata in collaborazione con Teatro i Dioniso e con Distretto Cinema.

  • Un dono regale, un ritorno straordinario.

    Si ricompone per la prima volta dopo lungo tempo, presso la Galleria Sabauda dei Musei Reali di Torino, la preziosa garniture da camino in porcellana bianca realizzata nel 1715 dalla Manifattura di Meissen presso Dresda.

    Come noto, la scoperta del segreto della porcellana a pasta dura, avvenuta nel 1708 da parte del chimico Johann Friedrich Böttger, e di una cava di argilla bianca (caolino) fu all’origine della nascita della celebre Manifattura tedesca, inaugurata nel 1710 con l’intento di imitare la costosissima ceramica orientale.

    La garniture costituisce, dunque, un insieme di eccezionale interesse anche per la sua antichità, trattandosi di una delle prime realizzazioni di Meissen. Le montature in argento dorato impreziosiscono ulteriormente l’insieme che, nel vaso ad anse esposto al centro della vetrina, reca ancora tracce della decorazione pittorica in oro applicata a fuoco, con motivi à la Bérain.

    Alcune piccole fenditure, visibili nel corpo dei vasi, indicano la difficoltà tecnica di questi primi saggi di esecuzione in cui, tuttavia, si impone già la ricchezza delle decorazioni, con volute, teste d’angelo, foglie, conchiglie.

    Oltre alla straordinaria qualità artistica e tecnica, i cinque vasi che compongono la garniture, oggi divisi fra il Palazzo Reale di Torino e il Museo Poldi Pezzoli di Milano, sono protagonisti di un dono regale.

    Composto in origine da sette pezzi, l’insieme viene esposto nel 1715 nel Palazzo Giapponese di Dresda, finché nel 1725 il re di Polonia Augusto II, detto il Forte (1670-1733), lo invia a Vittorio Amedeo II di Savoia re di Sardegna (1666-1732), in segno di ringraziamento per averlo ospitato durante un viaggio tra le Corti europee.

    Da allora, la garniture rimane nel Palazzo Reale di Torino, in particolare nella Camera dell’Alcova. Da documenti del 1823 due vasi risultano, però, mancanti e, col tempo, anche gli altri cinque vengono separati. I due esemplari grandi, senza manici, rimangono nel Palazzo, dove tuttora sono conservati (Appartamento di Rappresentanza, Sala del Caffè). Il vaso maggiore ad anse e i due più piccoli, di straordinaria eleganza con rami e roselline, sono trasferiti, invece, al Museo Civico di Torino (1877), poi esibiti alla IV Esposizione Nazionale di Belle Arti di Torino (1880) e, infine, per volere di Umberto di Savoia principe di Piemonte (1929), ricollocati nel Palazzo. Da qui, tuttavia, escono prima del 1966, quando sono venduti a un’asta. Al termine della loro storia collezionistica, i tre vasi entrano a far parte della collezione Zerilli-Marimò, donata nel 2017 al Museo Poldi Pezzoli di Milano.

    Dopo essere stata riunita per la prima volta a Milano in una recente esposizione, la garniture ritorna così visibile anche a Torino.

    Le opere esposte:

    –       Due vasi con coperchio – garniture da camino

    Manifattura di Meissen – Modello di Johann Jacob Irminger, disegno di Raymond Leplat

    Porcellana bianca verniciata; montatura in argento dorato – 1715

    Musei Reali di Torino – Palazzo Reale

    –       Due vasi con coperchio; un vaso ad anse con coperchio – garniture da camino

    Manifattura di Meissen – Modello di Johann Jacob Irminger, disegno di Raymond Leplat

    Porcellana bianca verniciata e dorata; montatura in argento dorato – 1715

    Museo Poldi Pezzoli di Milano, donazione Zerilli-Marimò

  • Giovedì 25 giugno al Circolo dei Lettori è stato presentato alla stampa Art Site Fest che si terrà dal 20 settembre al 18 novembre, tema:  “la Contaminazione” delle dimore storiche Piemontesi, con l’arte contemporanea in tutte le sue forme.

    Sono intervenuti alla presentazione Luca Angelantoni Fondazione CRT, Maurizio Cibrario Fondazione Torino Musei, Cristiana Maccagno Palazzina di Caccia di Stupinigi, Luca Malvicino, Associazione Govone Residenza Sabaude, Domenico Maria Papa curatore di Art Site.

    Gli anni scorsi nel Festival venivano interessate tre dimore: il Castello di Racconigi, il Castello di Govone e Reggia di Venaria.

    Quest’anno grazie all’interesse di pubblico delle scorse edizione,  al lavoro del curatore Domenico Maria Papa e della sua squadra, con 38 artisti presenti e 140 opere, le dimore interessate al festival aumento fino ad arrivare a 9: Reggia di Venaria, Palazzo Chiablese, Palazzina di Caccia di Stupinigi, il Castello di Govone, il Castello di Racconigi, Palazzo Biandrate, Museo Egizio, Palazzo Bricherasio e Palazzo Madama.

    Tra gli  artisti presenti al Festival, Guler Ates, artista turca le cui opere sono realizzate attraverso performance e attività “adattive”,  fantasmi di donna ideati dall’artista turca. Al centro del suo percorso artistico l’indagine della figura umana in particolar modo la donna.

    Le tappezzerie cinesi prendono a vivere nel video di Yong Yongllong, al Castello di Govone.

    Joseph Fàd, fotoreporter di guerra libanese, famoso per i vuoi scatti da Palmira e dai siti devastati dall’Isis, che verranno messi a confronto da cartoline degli stessi luoghi prima della guerra e saranno presenti al Museo Egizio, permettendo cosi una riflessione su quanta fragilità si crei intorno all’arte.

    Tornerà Beppe Servìllo, degli AvionTravel, in un reading con Fattrice Eiena Sena e Lamberto Curtoni al violoncello.

    Contatti:

  • Il labirinto è un simbolo potente della cultura euro mediterranea, che affonda le sue origini nel mito cretese di Teseo e Arianna e del mostruoso Minotauro rinchiuso al suo centro dal re Minosse, che ne affidò la costruzione a Dedalo e a suo figlio Icaro.

    La sua rappresentazione sui pavimenti delle chiese paleocristiane – il più antico risale al VI secolo e si trova nella basilica di San Vitale a Ravenna – e delle cattedrali romaniche e gotiche ne ricorda il carattere sacro e iniziatico, un significato oggi perduto.

    Sopravvissuto come divertissement delle corti rinascimentali o barocche, come il labirinto di siepi a Villa Pisani a Stra, oggi è possibile riscoprirne le tracce in molte opere d’arte presenti nelle collezioni dei nostri musei e parchi archeologici, essi stessi luoghi che possono essere vissuti come un percorso di ricerca.
    E ai Labirinti nell’arte il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo dedica la campagna di comunicazione del mese di giugno: qui le oltre 50 locandine digitali che il MiBACT e i Musei Italiani condivideranno su tutti i propri account social con l’hashtag #labirintidarte.

  • Gallery Mostra

    La mostra La fragilità della bellezza. Tiziano, Van Dyck, Twombly e altri 200 capolavori restaurati, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, organizzata in collaborazione con il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, resterà aperta al pubblico fino al 16 settembre 2018.

    L’esposizione presenta 80 nuclei di opere, per un totale di 212 manufatti restaurati grazie a Intesa Sanpaolo nel biennio 2016-2017.

    Le opere appartengono a 17 regioni italiane: oltre a Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Liguria, Toscana, Abruzzo, Lazio, Campania, Calabria e Puglia, già In collaborazione con interessate nelle precedenti edizioni, per la prima volta sono state coinvolte Friuli Venezia Giulia, Umbria, Basilicata, Molise, Sardegna e si conta anche una presenza estera, proveniente da Dresda.

    In questa edizione Intesa Sanpaolo ha collaborato con 44 enti di tutela (Soprintendenze, Poli Museali e Musei autonomi) e sono 63 gli enti proprietari. Un imponente lavoro di recupero, che ha coinvolto 205 professionisti del restauro in tutta Italia, incluso il Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” con cui Intesa Sanpaolo ha stabilito da tempo una collaborazione continuativa.

    La mostra copre un arco cronologico di quasi 40 secoli, spaziando dall’antichità al contemporaneo fornendo così un ampio panorama del patrimonio artistico italiano.

    Tra le opere esposte, gli affreschi della Tomba di Henib, dal Museo Egizio di Torino; la preziosa Testa di Basilea, dal Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria; il Ritratto di Caterina Balbi Durazzo di Anton Van Dyck, da Palazzo Reale di Genova; San Girolamo penitente di Tiziano, dalla Pinacoteca di Brera; San Daniele nella fossa dei leoni di Pietro da Cortona, dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia, fino a opere di Morandi, Burri e Twombly.

    Nella grande varietà non mancano oggetti particolari come il Mantello Tupinambà, realizzato con penne e fibre di cotone, giunto tra XVI e XVII secolo in Italia dal Brasile, oggi conservato alla Pinacoteca Ambrosiana, o il seicentesco Clavicembalo dipinto, dal Museo Nazionale degli Strumenti Musicali di Roma.

    Il percorso espositivo è organizzato secondo una logica cronologico/tematica che ha come focus la fragilità del nostro patrimonio.

    Si conclude significativamente con una sala dedicata alle opere danneggiate dal terremoto. In occasione della mostra sono previsti un ciclo di incontri divulgativi sul restauro e una serie di laboratori didattici a cura dei Servizi Educativi de La Venaria Reale e del Centro Conservazione e Restauro.

    Sempre nell’ambito di Restituzioni, Intesa Sanpaolo sosterrà il simposio internazionale “Anche le statue muoiono”. Distruzione e conservazione nei tempi antichi e moderni che si terrà il 28 e 29 maggio prossimi a Torino per affrontare il tema della fragilità del patrimonio culturale con studiosi provenienti da tutto il mondo.

    Il Simposio è organizzato da Museo Egizio di Torino, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e Musei Reali, in collaborazione con il Centro Ricerche Archeologiche e Scavi di Torino.

    Restituzioni è un programma promosso da Intesa Sanpaolo dal 1989 e si avvale della curatela scientifica di Carlo Bertelli e Giorgio Bonsanti.

    Da 29 anni la Banca, con cadenza biennale, collabora con gli Enti ministeriali preposti alla tutela (Soprintendenze, Poli Museali e Musei autonomi) per individuare opere appartenenti a musei pubblici, privati o ecclesiastici, siti archeologici e chiese di tutta Italia, bisognose di restauro e ne sostiene gli interventi.

    La scelta delle opere segue un unico criterio: ascoltare le esigenze dei territori per valorizzarne l’identità attraverso interventi che privilegino l’effettiva necessità e urgenza del restauro.

    L’obiettivo è sempre quello di recuperare beni rappresentativi della varietà del patrimonio storico-artistico italiano, sia in termini cronologici sia in termini di materiali e tecniche – pittura su tavola e tela, affreschi, mosaici, scultura in marmo o pietra, in bronzo, manufatti tessili, oreficeria, etc. – capolavori d’indubbia rilevanza, così come opere che sono vicine a noi e contribuiscono a costruire il vissuto del territorio.

    Al termine degli interventi di ciascuna edizione, le opere restaurate sono esposte in una mostra organizzata da Intesa Sanpaolo, dove il pubblico può apprezzare il risultato del lavoro dei restauratori.

    Dal 1989 ad oggi, sono ormai oltre 1300 le opere “restituite” alla collettività: una sorta di ideale museo, con testimonianze che spaziano dalle epoche proto-storiche fino all’età contemporanea, dall’archeologia all’oreficeria, alle arti plastiche e pittoriche. Sono più di 200 i musei, i siti archeologici, le chiese, garanti della destinazione pubblica dei propri tesori, che hanno beneficiato di questo programma, centinaia i laboratori di restauro qualificati, distribuiti da Nord a Sud, incaricati dei restauri ed altrettanti gli studiosi coinvolti nella redazione delle schede storico-critiche per i cataloghi.

    Un curriculum a cui si aggiungono gli interventi di restauro realizzati su opere di scala monumentale come, ad esempio, i mosaici pavimentali paleocristiani della Basilica di Aquileia, gli affreschi di Altichiero e Avanzo nella Cappella di San Giacomo nella Basilica del Santo a Padova, gli affreschi di Lanfranco della Cappella di San Gennaro nel Duomo di Napoli, fino al recente restauro della Casa del Manzoni, a Milano, vero e proprio monumento “nazionale”.

    In quest’ambito inoltre, nel giugno 2009, in concomitanza col compiersi dei vent’anni di attività di Restituzioni, sono stati portati a conclusione i restauri degli affreschi trecenteschi di Stefano Fiorentino nella chiesa dell’Abbazia di Chiaravalle, alle porte di Milano.

    Oltre al progetto Restituzioni per la salvaguardia del patrimonio pubblico, Intesa Sanpaolo esprime il suo impegno in ambito culturale anche attraverso la valorizzazione a livello nazionale e internazionale del suo cospicuo e prestigioso patrimonio storico, artistico, architettonico e archivistico, in particolare nelle tre sedi delle Gallerie d’Italia a Milano, Napoli e Vicenza, nell’intento di condividerlo con la collettività.

    Le iniziative in ambito culturale si concretizzano in un piano triennale di interventi denominato Progetto Cultura, che prevede mostre, incontri, attività didattiche e formative oltre ad attività sinergiche con altre importanti istituzioni culturali nazionali e internazionali.

    Restituzioni. Tesori d’arte Restaurati

    La Venaria Reale

    Mappa Restituzioni

  • Non credo nelle favole.
    Ma amo leggerle, e mi piace scriverle.
    Non credo nel destino.
    Ma lo so affrontare.
    Il dolore, la paura, la guerra, la mafia, il terremoto, la malattia, la morte: esistono.
    Non serve a nulla guardare dall’altra parte, fingere di non vedere.
    Ma si può usare un altro punto di vista, che ha il potere di cambiare tutto.
    Io l’ho imparato, l’ho capito, l’ho vissuto.
    Si può sorridere, ad esempio. E anche ridere.
    Si può stringersi gli uni con gli altri.
    Si può parlare, scrivere.
    C’è una parola per questo, difficile e importante, che significa non arrendersi, non tirarsi mai indietro. Non lasciare la partita.
    Resistere agli urti della vita senza spezzarsi.
    Andare avanti a testa alta, sempre avanti. In ogni caso.
    Questa parola è resilienza.
    È una parola che merita attenzione.
    Che va raccontata, spiegata, diffusa.
    Che voglio portare nel mondo, in tutti i modi che conosco e che mi verranno in mente.
    E che ci verranno in mente, perché io ho bisogno di una mano, da tutti voi.
    Possiamo fare tanto di buono insieme. Solo se insieme.
    Perché io non sono Francesca Del Rosso, non sono Wondy.

    Ma Wondy sono io.

    L’Associazione Wondy sono io, in collaborazione con la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, organizza una mostra fotografica in omaggio alla scrittrice e giornalista Francesca Del Rosso, che ha raccontato con sorriso e ironia la sua battaglia contro il cancro.

    Dal 14 al 29 aprile, al Castello di Racconigi, l’esposizione racconta l’amore per i viaggi e per la cultura e la battaglia contro la malattia della protagonista.

    Le tavole testimoniano lo stato di avanzamento del tumore e le reazioni di Wondy, così come sono raccontate anche nel best-seller autobiografico ‘Wondy ovvero come si diventa supereroi per guarire il cancro’ (Rizzoli 2014).

    Fondata dal marito di Francesca, Alessandro Milan, giornalista di Radio 24, l’Associazione Wondy sono Io promuove la “cultura della resilienza” legata alla malattia e al dolore, ma anche ad altri fenomeni grandi e universali (come la lotta alle mafie e alle guerre) o più attinenti al campo personale.

    Fonte: Wondy sono io

  • Nella giornata di Pasqua potrete infatti approfittare dell’iniziativa promossa dal Mibact, il Ministero dei Beni Culturali, “Domenica al Museo” che prevede l’ingresso gratuito ai musei statali ogni prima domenica del mese.

    L’appuntamento coincide nel mese di aprile proprio con la giornata di Pasqua, durante la quale turisti e residenti potranno approfittare dell’ingresso gratuito in alcune aree museali della città. Un’ottima occasione per ammirare una parte del patrimonio artistico torinese senza spendere niente.

    Musei gratis

    – Armeria Reale
    Orario: Dalle 9.00 alle 19.00 (ultimo ingresso alle 18.30)
    Info: L’Armeria Reale: il museo di Armi e Armature di Torino

    – Palazzo Reale di Torino
    Orario: Dalle 9.00 alle 19.00 (ultimo ingresso alle 18.30)
    Info: Il Palazzo Reale di Torino, l’antico centro di potere della famiglia sabauda

    – Palazzo Carignano
    Orario: dalle 10.00 alle 18.00 (ultimo ingresso 17.00)
    Info: Palazzo Carignano, bellezza barocca nel cuore di Torino

    – Villa della Regina
    Orario: dalle 10.00 alle 18.00 (ultimo ingresso 17.00)
    Info: La Villa della Regina, il gioiello barocco sulla collina di Torino

    – Galleria Sabauda
    Orario: Dalle 9.00 alle 19.00 (ultimo ingresso alle 18.30)
    Info: La Galleria Sabauda di Torino

    – Museo di Antichità
    Orario: Dalle 9.00 alle 19.00 (ultimo ingresso alle 18.30)
    Info: Il Museo di Antichità di Torino, per scoprire la storia dell’uomo e del mondo!

    – Parco del Castello di Racconigi
    Orario: dalle 9.00 alle 19.00 (ultimo ingresso 18.00)
    Info: Sulle orme di casa Savoia: il Castello Reale di Racconigi

    – Castello Ducale di Aglié
    Orario: dalle 8.30 alle 19.30 (ultimo ingresso 18.00)
    Info: Il Castello Ducale di Aglié, sette secoli di storia e di bellezza

     

    Per maggiori informazioni potete consultare il sito ufficiale del Mibact.

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