Categoria: Cinema

  • Carlo Conti conduce stasera i Premi David di Donatello, in diretta dallo studio 2 di Via Teulada, su Rai 1 dalle ore 21.25, con la regia di Maurizio Pagnussat. La serata più importante del nostro cinema ha deciso di non fermarsi e si presenta, per la prima volta, in una versione più tecnologica rispetto al passato con l’obiettivo di lanciare un messaggio positivo, forte e autorevole, a sostegno della rinascita del cinema italiano, sottolineandone la centralità dal punto di vista culturale, economico e occupazionale.

    La 65ma edizione dei Premi David di Donatello sulla rete ammiraglia della Rai si svolgerà dunque attraverso una formula innovativa che vedrà i grandi protagonisti del cinema italiano partecipare alla premiazione attraverso collegamenti in diretta, rispettando le disposizioni governative. Sarà un’edizione che unirà il rispetto della tradizione con uno sguardo fiducioso rivolto al futuro. In quest’ottica, Rai Movie trasmetterà in simulcast con Rai 1 e, sul profilo Instagram del canale, Alberto Farina e Paola Jacobbi commenteranno la serata in diretta, mentre su Raiplay sarà visibile anche per gli italiani all’estero.

    I FILM CANDIDATI – Sono 23 in tutto film di lungometraggio candidati ai Premi David di Donatello 2020. Tra questi, hanno ricevuto il maggior numero di candidature ‘Il traditore’ di Marco Bellocchio (18), ‘Il primo re’ di Matteo Rovere (15), ‘Pinocchio’ di Matteo Garrone (15), ‘Martin Eden’ di Pietro Marcello (11), ‘5 è il numero perfetto’ di Igort (9), ‘Suspiria’ di Luca Guadagnino (6). La Giuria dell’Accademia del Cinema Italiano assegna 22 riconoscimenti ai film usciti in Italia dal 1 gennaio al 31 dicembre 2019, nelle sale cinematografiche: 20 Premi David per il cinema italiano, 1 Premio per il Documentario di lungometraggio e 1 Premio David per il cinema internazionale, già assegnato dopo il primo turno di votazioni a ‘Parasite’ di Bong Joon Ho come Miglior film straniero. C’è poi 1 Premio David Giovani, destinato al miglior film italiano con temi vicini alle nuove generazioni.

    I NUMERI DELLA 65MA EDIZIONE – 138 sono i film italiani di lungometraggio di finzione usciti nel 2019, e 132 i film italiani di lungometraggio di finzione iscritti al David di Donatello 2020. Tra essi, 15 diretti da registe donne, 8 registe esordienti donne, 41 opere prime iscritte al David di Donatello 2020. Sono invece 103 i documentari in concorso, mentre sono 339 i cortometraggi.

    LA CINQUINA DEI FILM – La cinquina dei film è composta da: ‘Il primo Re’ di Matteo Rovere, ‘Il Traditore’ di Marco Bellocchio, ‘La paranza dei bambini’ di Claudio Giovannesi, ‘Martin Eden’ di Pietro Marcello e ‘Pinocchio’ di Matteo Garrone.

    ATTRICI E ATTORI – Per quanto riguarda le attrici, sono in lizza Valeria Bruni Tedeschi per ‘I Villeggianti’, Jasmine Trinca per ‘La Dea Fortuna’, Isabella Ragonese per ‘Mio Fratello Rincorre i Dinosauri’, Linda Caridi per ‘Ricordi?’, Lunetta Savino per ‘Rosa’ e Valeria Golino per ‘Tutto il mio Folle Amore’. Gli attori candidati sono: Toni Servillo per ‘5 è il numero perfetto’, Alessandro Borghi per ‘Il primo Re’, Francesco Di Leva per ‘Il sindaco del Rione Sanità’, Pierfrancesco Savino per ‘Il traditore’ e Luca Marinelli per ‘Martin Eden’.

     

  • A partire da oggi  mercoledì 25 marzo, la programmazione di Sky Arte va in streaming per tutti, e gratis: è l’iniziativa con cui il noto canale di arte e cultura a pagamento aderisce all’iniziativa #iorestoacasa per dimostrare vicinanza agli italiani costretti in casa per l’emergenza Covid-19 da coronavirus. “Sky”, si legge in una nota dell’azienda, “propone a tutti il meglio delle grandi produzioni di Sky Arte sul patrimonio artistico e culturale d’Italia”.

    Si tratterà di un palinsesto attivo 24 ore su 24 con cui Sky Arte darà a tutti “la possibilità a tutti di viaggiare attraverso le più belle produzioni del canale, di intrattenersi con gli imponenti film d’arte e di raccontare l’Italia con gli scenografici documentari girati nel cuore del nostro Paese”.

    Lo streaming sarà disponibile da domani sul sito di Sky Arte: https://arte.sky.it.

    Quella che andrà in onda in streaming sarà una selezione dei programmi dedicati al patrimonio culturale e artistico dell’Italia che vengono trasmessi sul canale Sky 120 e 400.

    Tra gli altri, Sette Meraviglie, la serie che va alla scoperta dei grandi simboli dell’arte italiana, realizzata con le più moderne tecniche di ripresa; Musei, la produzione che permette di immergersi nei più importanti poli museali d’Italia e scoprire le ricchezze custodite all’interno; i grandi film d’arte di Sky che raccontano le vite e le arti di Leonardo, Michelangelo, Caravaggio, Raffaello e Tintoretto. E ancora Italie Invisibili che porta l’attenzione su luoghi in cui il tempo e la storia hanno lasciato il segno del proprio passaggio o Italian Season, la serie dedicata alle eccellenze artistiche del Belpaese. Anche la musica trova spazio nel palinsesto dedicato, con le esibizioni di Brunori Sas nella chiesa di Santa Maria dello Spasimo di Palermo, di Franco Battiato nell’Hangar Bicocca di Milano e le puntate più intense di 33 Giri – Italian Masters.

    L’impegno di Sky si estende inoltre a supportare chi in questi giorni lotta negli ospedali per combattere il coronavirus: Sky, infatti, sostiene la Protezione Civile con una raccolta fondi per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale per il personale sanitario e strumenti di ventilazione. La donazione può essere effettuata direttamente sul Conto Corrente n. 66387 (IBAN IT84Z0306905020100000066387) aperto presso la Tesoreria Centrale dello Stato, intestato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Protezione Civile, con la causale SKY IoRestoACasa Covid 19.

    Per maggiori informazioni sulla donazione è possibile visitare il link https://www.sky.it/landing/iorestoacasa.html.

     

  • Va online la mostra cinemaddosso #iorestoacasa #museichiusimuseiaperti

    Il Museo Nazionale del Cinema di Torino, da sempre molto attivo sui social network, in questo periodo rafforza ulteriormente la sua presenza in rete proponendo e consolidando numerose iniziative volte alla fruizione non solo delle collezioni ma anche della mostra cinemaddosso. I costumi di Annamode da Cinecittà a Hollywood. A queste si affiancheranno i laboratori online per gli studenti e la campagna The Best Of volta a ripercorrere i primi 20 anni della storia del Museo Nazionale del Cinema alla Mole Antonelliana.

    “È importante che la cultura, in questo momento, dia un segnale forte facendo quadrato con le altre realtà e con le istituzioni – sottolinea Enzo Ghigo, Presidente del Museo Nazionale del Cinema. Il museo, la sua storia e le sue collezioni vengono condivise online, offrendo un patrimonio unico nel suo genere. Le innumerevoli e varie attività dell’ente trovano così un luogo nella rete. E’ un momento difficile per tutto il Paese, ma solo non perdendo di vista il bene comune riusciremo a ritornare alla normalità”.

    cinemaddosso. I costumi di Annamode da Cinecittà a Hollywood

    È da oggi online il sito www.cinemaddosso.com: qui la mostra, a cura di Elisabetta Bruscolini, è a disposizione del pubblico, gratuitamente, e viene raccontata con video, approfondimenti, testi e ipertesti, curiosità e schede didattiche. Ogni giovedì, sia sul sito che sui social del museo, verranno illustrate le diverse sezioni della mostra, in una sorta di catalogo online multimediale e interattivo.

    “È la prima volta che il Museo Nazionale del Cinema di Torino condivide online in maniera così importante la mostra che ospita alla Mole Antonelliana – racconta Domenico De Gaetano, Direttore del Museo Nazionale del Cinema. È sicuramente un grande passo verso una diversa fruizione del patrimonio, che potenzialmente diventa senza confini, e nasce un nuovo rapporto con l’utente finale, che si libera dal vincolo geografico. Non sostituisce la tridimensionalità

    dell’esperienza immersiva della visita al museo ma ne approfondisce i contenuti, fornendo diversi punti di vista”.

    “Questa mostra visionaria, allestita senza barriere tra il pubblico e gli abiti perché se ne possa apprezzare da vicino manifattura e materiali, deve essere fruita dal vero, perciò non proponiamo una replica online, bensì un progetto complementare – sottolinea la curatrice Elisabetta Bruscolini. Ogni settimana, grazie alla disponibilità del Museo Nazionale del Cinema, di Annamode e del team che ha progettato e realizzato la mostra, rileggeremo il percorso inquadrando le opere esposte in un’epoca, una temperie emotiva, una situazione sociale, storie e leggende che conosciamo anche grazie ai film e ai libri che ce le hanno raccontate. Vi invitiamo a scoprire contenuti esclusivi fino a quando, finita l’emergenza, la Mole Antonelliana possa riaprire e l’esperienza sensoriale offerta dalla mostra cinemaddosso possa essere pienamente vissuta”.

    The Best Of

    Parte mercoledì 18 marzo sui canali social del Museo Nazionale del Cinema “The Best Of”, la campagna che racconta, come una sorta di macchina del tempo, i momenti più importanti dei 20 anni del museo alla Mole Antonelliana.

    Tre appuntamenti settimanali – lunedì, mercoledì e venerdì – che, pescando negli archivi fotografici e video del museo, ricordano persone e iniziative: Nanni Moretti direttore con Roman Polanski e Oliver Stone ospiti al Torino Film Festival nel 2008, la mostra dedicata a Isabelle Huppert nel 2006, l’omaggio a Maria Adriana Prolo e a Henri Langlois nel 2002, solo per citarne alcuni.

    The Best Of sarà anche occasione per proporre iniziative per Kids&Families e raccontare le ricchissime collezioni del Museo: gallerie fotografiche, manifesti, oggetti, riviste, volumi e fondi, oltre a suggerire film, frammenti e rarità sul canale Vimeo della Cineteca.

    “Ci è sembrato giusto – sottolinea Domenico De Gaetano – ricordare quello che la nostra fondazione ha fatto dal 2000 ad oggi. Non solo il museo e le sue collezioni, le mostre e gli ospiti internazionali, ma anche i 3 festival (Torino Film Festival, Cinemambiente e Lovers Film Festival) e il Torino Film Lab. Ripercorrere e raccontare questi anni è per noi importante, e volevamo farlo con il linguaggio dei social, che oggi più che mai rende tutto immediato e attuale”.

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  • La Presidenza del Consiglio ha adottato a partire dall’8 marzo 2020, nuove misure di contenimento dell’emergenza epidemiologica COVID-19 nelle cosiddette zone rosse e sull’intero territorio nazionale.

    In tutta Italia è prevista:

    • la sospensione di manifestazioni, eventi e spettacoli di qualsiasi natura, ivi inclusi quelli cinematografici e teatrali, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato;
    • la sospensione del servizio di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura di cui all’’art. 101 del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (sono quindi inclusi musei, archivi, biblioteche, aree e parchi archeologici).
  • 8 anni la lavorazione per il regista russo Andrei Konchalovsky per vedere ralizzato  Il Peccato – Il furore di Michelangelo, un film, o meglio come ama lui stesso definirlo, una visione, che rappresenta liberamente, ma con attenzione alla veridicità biografica, alcuni momenti della vita del grande artista rinascimentale con attori e comparse quasi tutti, volti sconosciuti.Il regista, pluripremiato a Venezia, Cannes e Berlino, riesce a mostrare un XVI secolo davvero inedito, perché realistico, ben lontano dai film in costume patinati e dai dipinti dell’epoca. Odori, sporcizie, deformità fisiche e bruttezze abbondano nelle inquadrature, esattamente come la bellezza inaspettata di paesaggi e giovani corpi.

    Michelangelo Buonarroti, il protagonista, è un uomo dalle facoltà artistiche superiori, tutt’altro che degno di ammirazione: meschino, disonesto, invidioso, a tratti prodigo e a tratti avaro, pieno di paure e contraddizioni. La sua grandezza creativa è un dono che non lo rende migliore degli altri uomini, soltanto più esposto alle beghe, ai complotti e ai giochi di potere all’interno della Chiesa, quando il testimone passa dalla famiglia Della Rovere alla famiglia Medici. Per Michelangelo, già artista di fama, è difficile muoversi in questo ambiente, fatto di paranoie, pericoli reali, superstizioni e l’ombra costante di avvelenamenti e tradimenti.

    La passione per Dante Alighieri lo guida in un viaggio che non ha più come unico scopo la sua sopravvivenza e quella della propria famiglia, ma è anche la ricerca di una trascendenza che possa redimere i peccati e dare un senso più alto alla vita. La spiritualità, il profondo senso del divino e al contempo la carnalità bestiale e la crudeltà dell’epoca sono vividamente descritte nel film, e proprio in virtù del nostro diverso modo di sentire ci consentono un tuffo a ritroso nel tempo. Michelangelo è un genio. Lui stesso, senza falsa modestia, se lo riconosce, soprattutto nel confronto con gli odiati amici-nemici che vede tutti come rivali (divertente la competizione con l’elegante cortigiano Raffaello) ma le sue opere non avvicinano di più l’uomo a Dio, come riusciva a fare La Divina Commedia – massima ambizione dell’arte di quel tempo – ma fanno anzi venire in mente pensieri peccaminosi. Tormentato, contraddittorio, perennemente sgualcito e insonne, Michelangelo è un uomo alla continua ricerca.

    Presentato alla Festa del Cinema di Roma, prodotto da Andrei Konchalovsky Studios, Jean Vigo Italia e Rai Cinema, e distribuito in Italia da 01 Distribution, Il Peccato – Il Furore di Michelangelo è interamente girato in Italia, in particolare nelle cave delle Alpi Apuane.
    La ricostruzione storica è merito delle consulenze dello scrittore Costantino Paolicchi, dell’architetto e restauratore Antonio Forcellino, tra i massimi esperti dell’artista, dell’etnoantropologo Alessandro Simonicca, mentre le musiche e i suoni del tempo, sono stati curati dallo storico Andrea Baldinotti e da Donato Pirovano, noto dantista.

    La complessa personalità dell’artista, nonostante le sue debolezze e difetti, anzi proprio per questi, viene resa sullo schermo in modo profondamente  umano, e così la ricerca personale di Michelangelo diventa anche la nostra, perché, per citare le parole di  Konchalovsky: “la nostra esistenza è fatta di tanti livelli, alcuni di questi livelli non ci sono noti ed è lì che si trova Dio.”

     

     

  • 1500- 2020: Dalla fisionomica agli Emoji – fino al 6 gennaio 202 – Mole Antoneliana – Torino

    Una grande esposizione che, grazie collezione del Museo Nazionale del Cinema, racconta gli ultimi 5 secoli di storia di questa pseudoscienza.

    Un percorso emozionale tra maschere e sistemi di riconoscimento facciale che conferma ancora una volta come il volto sia il più importante luogo di espressione dell’anima dell’essere umano.
    La mostra prova a tessere le fila di un discorso antico  per arrivare ai nostri giorni e cerca nei tratti del volto, ma anche nella sintesi grafica degli emoji, i riscontri dei caratteri e delle emozioni delle persone.

    180 opere in mostra, 82 riproduzioni fotografiche55 opere originali, 43 tavole tratte dalla collezione di fisiognomica del Museo, 42 montaggi, 4 app e 8 installazioni.
    Il percorso di visita si concentra sulle arti performative e si interseca con arte, scienza, tecnologia e comunicazione.

    Partendo dall’Aula del Tempio, su per la Rampa Elicoidale, il visitatore viene coinvolto in quel lungo affascinante racconto che collega i cataloghi di Giovan Battista Della Porta e Johann Caspar Lavater allo studio dei volti del primo pittore del Re Sole, Charles Le Brun, ai vetri per lanterna magica e agli emoji, ai manuali per l’attore, alla tecnica del morphing, ai più avanzati software di face tracking o alle opere di artisti contemporanei che esplorano il volto e le emozioni.
    Faccine o emoji che comunicano l’emozione del momento, software in grado di riconoscere un volto, di ricostruirne o manipolarne i tratti somatici: sono esperienze che caratterizzano la società tecnologica contemporanea ma che hanno radici profonde nel passato.
    Durante la visita è possibile ammirare la superficie interna della cupola della Mole Antonelliana, detta il “volto” della Mole, che,  si anima con l’installazione I Volti sul Volto della Mole.
    Nello spazio espositivo l’Orecchia, la stanza laterale della Mole Antonelliana che rievoca l’orecchio di un volto dove si può ascoltare l’installazione Organum pineale.

    Dopo l’estate la mostra si amplia con una sezione specifica dedicata  a Cesare Lombroso. Dal 25 settembre 2019 al 6 gennaio 2020 il Museo Nazionale del Cinema ospiterà al piano dedicato all’Archeologia del cinema “I 1000 volti di Lombroso”, una selezione di fotografie, appartenenti al fondo fotografico dell’Archivio del Museo di Antropologia criminale “Cesare Lombroso” dell’Università di Torino, che ripercorre le diverse tappe delle sue ricerche.

    La mostra sarà curata da Cristina Cilli, Nicoletta Leonardi, Silvano Montaldo e Nadia Pugliese.

     

    Orari e costi dei Biglietti

  • Giovedì 1 agosto ore 22

    INOCCASIONE DELLA MOSTRA, PER CINEMA A PALAZZO REALE, MARCO GUGLIELMINOTTI TRIVEL INTRODUCE IL FILM “LA SORGENTE DELL’AMORE”

    Fino al 1 settembre il MAO Museo d’Arte Orientale, ospita una grande mostra dedicata all’acqua e all’Islam e al loro rapporto raccontato attraverso l’arte.

    La mostra è una narrazione attraverso immagini, reperti, libri e miniature: tecnologia, vita quotidiana e arte, che per secoli si sono rispecchiate nelle tante diverse fruizioni dell’acqua. L’esposizione testimonia la varietà e la ricchezza di manufatti legati al tema e all’uso dell’acqua. Tra gli oltre 120 manufatti esposti, sono presenti bocche di fontane siriane, tappeti, una coppa in vetro iraniana, uno spargiprofumo proveniente dall’India, oltre a numerosi manoscritti. L’allestimento, un gioco tra suono e movimento dell’acqua, immerge opere e visitatori in un paesaggio di armonie sonore e visive.  La mostra si suddivide in quattro tematiche principali: il percorso prende avvio dalla fruizione religiosa, per passare poi nell’hammam, inteso come luogo di purificazione e aggregazione, seguire poi i percorsi dell’acqua sino all’interno delle case e dei palazzi nella vita quotidiana e concludersi negli spazi aperti dei giardini.

    In occasione della rassegna Cinema a Palazzo Reale,il direttore del MAO Marco Guglielminotti Trivel ha suggerito la proiezione di “La Source des femmes”,pellicola del 2011 diretta da Radu Mihăileanu“Un film al tempo stesso godibile e impegnato, che nel trattare la vita di un piccolo villaggio rimanda a temi generali che riguardano tutti noi – vita, amore, morte – e affronta in modo originale la questione della condizione femminile nel mondo arabo-persiano. L’acqua in questa pellicola ha il ruolo centrale di motore della trama, quella stessa centralità che tale elemento riveste da sempre per i paesi di religione islamica: non solo in quanto fonte di sopravvivenza, come in questo film, ma in tutti gli ambiti culturali che la mostra attualmente in corso al MAO tende ad esplorare. La scena della riunione delle donne che si svolge nel hammam, ad esempio, è rappresentativa del ruolo sociale ricoperto da questi luoghi di aggregazione legati all’acqua.”

    Presentando al MAO, in GAM e a Palazzo Madama il biglietto degli spettacoli di Cinema a Palazzo Reale sarà possibile entrare con ingresso ridotto alla mostra e con i biglietti di ingresso ai musei della Fondazione Torino Musei si potrà usufruire dell’ingresso ridotto alla rassegna di cinema.

     

     

     

  • B L U , B A N S K Y, E R I C A I L C A N E , P H A S E 2 ,

    D E LTA 2 , K A Y O N E, 

    N E V E R C R E W, B E N E I N E, E R O N ,

    A I T O K I T A Z A K I, R U S T Y, Z E D Z

    E D A LT R I A N C O R A

    C’è un teatro a Torino che da qualche anno ha trasformato in palcoscenico anche i suoi muri esterni.

    Sotto le luci dei riflettori non solo le assi della grande sala del Teatro Colosseo – il più grande teatro privato del Piemonte con i suoi 1520 posti – ma anche le pareti del caratteristico edificio dai balconi rotondi nelquartiere di San Salvario. Grazie alla passione della famiglia Spoto, proprietaria del teatro, e alla
    collaborazione con il collettivo di collezionisti Xora, i muri esterni fra Via Madama Cristina e Via Bidone si sono via via popolati di grandi opere di Street Art, dalla mappa trasfigurata del quartiere realizzata da ZEDZ, ai due orsi – uno polare e uno bruno – di Nevercrew e Bordalo II, il portale tridimensionale di Peeta, fino agli ultimi arrivati di Nemo’s e Aito Kitazaki..

    Dalla collaborazione fra il collettivo di collezionisti Xora, Teatro Colosseo e Associazione Culturale Dreams nasce STREET ART IN BLU, una imperdibile mostra dedicata alla Street Art che dal 23 agosto al 29 settembre invaderà gli spazi del noto teatro torinese – dal foyer, agli spazi interni fino alla sala vera e
    propria – trasformandoli in luogo trasversale di cultura.

    Protagonisti indiscussi dell’allestimento – a cura di Lacryma Lisnic – saranno due nomi di fama mondiale come Blu e Banksy. Il primo, italiano e quasi certamente di Senigallia, il secondo di Bristol in Inghilterra, sono accomunati dal mistero che avvolge la loro identità, tenacemente celata al pubblico, e dall’incisività dei loro messaggi che toccano sovente tematiche politiche e sociali. Sono oggi fra gli artisti più quotati e riconosciuti nel mondo.

    Blu artista straordinariamente politico e alternativo al sistema – si dice viva in un camper ai margini di Roma – mette al centro delle sue opere la lotta e la critica sociale, la tutela dell’ambiente. Allergico alla commercializzazione delle sue opere e alla loro esposizione – l’ultima personale autorizzata risale al 2007 e la sua ultima opera multipla al 2012 – conserva intatto il primato della strada nella sua espressione
    artistica.

    Fra le molte sue opere esposte in mostra spiccano una delle serrande dipinte a Bologna negli anni 2000, l’“Uomo Carrarmato”, lo schizzo a biro “page 5” già esposto nella personale “The Street of Europe” del 2007, la stampa “Headquarters” con l’opera realizzata per la celebre mostra “Street Art” alla Tate di Londra e un frammento de “Lo Sniffatore” realizzata in occasione di “Street Art Sweet Art” a Milano nel 2007. Banksy, invece, pur restando nel pieno anonimato, è chiacchieratissimo su media, una vera star globale che provoca con l’ironia, vende i suoi lavori in aste milionarie, inventa costantemente situazioni limite che diventano occasioni per un penetrante marketing virale, capace di far riflettere sorridendo.

    La mostra al Teatro Colosseo darà la possibilità al pubblico di vedere finalmente da vicino molte opere originali di questo artista, dalla iconica e poetica “The Girl with the Balloon” sino alle stampe di chiaro stampo antimilitarista “Applause” e “Bomb middle England”, solo per citarne alcune.
    Non saranno tuttavia solo Banksy e Blu i protagonisti: la mostra sarà anche l’occasione per vedere le opere di altri straordinari talenti della Street Art. Ericailcane, Phase2, Delta2, KayOne, Nevercrew, Aito Kitazaki, Beneine, Eron, Rusty, Zedz sono alcuni
    degli artisti presenti.

    Nomi cha hanno contribuito a rendere le città di tutto il mondo straordinari musei all’aperto e veicolando attraverso le lor opere messaggi di resistenza culturale, ecologia e profondissima umanità. Fra queste, indimenticabile quella che oggi è definita “il primo esempio di writing americano in Italia”, ovvero un’opera realizzata da Phase 2 nella piazzetta di Quattordio nella storica mostra del 1984.

    Originali, stacchi, serigrafie e vinili per un percorso di oltre 100 opere nel mondo affascinante, misterioso e spesso sfuggente della più quotidiana ed eccezionale delle forme d’arte contemporanea.
    Per inaugurare STREET ART IN BLU un opening informale, in pieno Street Art style: giovedì 22 agosto sarà possibile visitare la mostra gratuitamente. Un regalo alla Città di Torino per un appuntamento da non perdere.

    PREVENDITA BIGLIETTI MOSTRA
    Intero: 10 euro
    Ridotto generico Arco Card Teatro Colosseo, tesserati partner): 8 euro
    Ridotto gruppi e scuole per minimo 10 persone e scuole con minimo 15 alunni, ragazzi dai 4 ai 24 anni: 6 euro
    I bambini al di sotto dei 4 anni non pagano. I disabili entrano con biglietto ridotto e accompagnatore gratuito.

    ORARI DELLA MOSTRA
    Dal lunedì al giovedì dalle 15 alle 20
    Venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19
    Sabato e domenica dalle 10 alle 19

    MAGGIORI INFORMAZIONI
    chiamando il numero 0116698034 durante gli orari di apertura della mostra.

  • La trama di “Berni e il Giovane Faraone”, il film prodotto da 3ZERO2 e The Walt Disney Company Italia, getta nel caos del mondo contemporaneo Il figlio del faraone Ramsete che si risveglia al Museo Egizio di Torino, luogo perfetto per raccontare  le storie di due adolescenti interpretati dai due attori Emily De Meyer e Jacopo Barzaghi.

    Berenice, interpretata dalla ragazza, è una giovane che vive sulla sua pelle il disagio adolescenziale di sentirsi sempre fuori posto e che, improvvisamente, si ritrova coinvolta in una misteriosa profezia egizia che ha come protagonista Ram, figlio della potente dinastia di faraoni Ramsete. “Berni e il Giovane Faraone” uscirà nelle sale il 20 luglio 2019, mentre a settembre verrà mandato in onda sui canali di Disney Channel.

    L’augurio è che il film avvicini sempre più le nuove generazioni alla cultura egizia, presente e perfettamente rappresentante al Museo Egizio di Torino, luogo scelto dalla produzione per le riprese.

    “Siamo entusiasti di poter dare vita a questa nuova produzione tutta italiana. A rendere tutto ancora più avvincente è la disponibilità di un set prestigioso come il Museo Egizio di Torino, il più antico al mondo nella sua categoria” spiega Daniel Frigo, Country Manager di The Walt Disney Company Italia

    “E’ stata un’ottima opportunità per tutti. Tutte le riprese si sono svolte in orario di chiusura, nel pieno rispetto delle collezioni” spiega la presidente Evelina Christillin, presidente del Museo Egizio di Torino:

    L’avventura fiabesca dei due ragazzi, un’adolescente curiosa e un figlio di Faraone, porterà Torino e il Museo Egizio sugli schermi di tutta Italia, con sincerità e passione, in una storia piena di elementi fantastici e di riferimenti alla millenaria storia dell’antico Egitto.

  • “Indagare l’uomo nella sua corporeità e nell’anima. Un uomo parte dell’Universo e nel contempo solo nella sua individualità: un caso irripetibile nella storia dell’umanità. Fautore di profonde innovazioni, magister della pittura, inventore di macchine e congegni di grande utilità, anticipatore in tanti campi della scienza e della tecnologia con intuizioni sorprendenti e avanzate proiettate nel futuro. Un sapere non sistematico dettato dalla curiosità, dalla continua osservazione della materia, dall’instancabile volontà di scoprire”.

    È il ritratto del genio toscano quale emerge dal documentario “Leonardo da Vinci” in programmazione su Sky Arte da domani giovedì 6 giugno 2019 (ore 20.45), realizzato da 3D Produzioni per Sky Arte e prodotto dall’Associazione MetaMorfosi.

    Il documentario, a cura di Daniela Annaro, racconta come in un viaggio le mostre “Leonardo da Vinci. Disegnare il futuro” e “Leonardo da Vinci. L’uomo modello del mondo” attualmente in esposizione ai Musei Reali di Torino e alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, coprodotte dall’Associazione MetaMorfosi e dai musei ospitanti, con il sostegno di FPT Industrial, Listone Giordano e Mediolanum, in occasione delle celebrazioni mondiali del cinquecentenario della morte dell’artista.

    Nei venticinque minuti di affascinanti visioni e straordinarie ricostruzioni dell’immaginario leonardesco, la voce narrante di Lella Costa fa rivivere per lo spettatore le due esposizioni di Torino e Venezia, accompagnata dalle voci di coloro che hanno contribuito alla loro realizzazione.

    Enrica Pagella,direttrice dei Musei Reali, Francesco Paolo Di Teodoro e Paola Salvi, studiosi e curatori della mostra torinese, e Giuseppina Mussari, direttrice della Biblioteca Reale di Torino, conducono il visitatore dietro le quinte dell’esposizione: l’atmosfera sospesa tra emozione e attesa per l’arrivo e il posizionamento della più famosa sanguigna su carta del mondo, l’Autoritratto di Leonardo, cuore della mostra “Disegnare il futuro”; lo straordinario Codice sul Volo degli uccelli, il piccolo quaderno di 38 pagine contenente 67 disegni datati tra il 1505 e il 1506 e gli appunti sull’osservazione degli uccelli uniti a studi sulla gravità e direttamente collegati ai tentativi di costruzione della macchina volante; l’incantevole Studio per l’Angelo della Vergine delle Rocce, conosciuto come Il Volto di Fanciullae considerato “il più bel disegno del mondo”.

    Valeria Poletto, direttrice del Gabinetto disegni e stampe delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, e Annalisa Perissa Torrini, curatrici della mostra veneziana, raccontano invece nel documentario il celeberrimo Uomo Vitruvianosintesi insuperata degli studi di proporzione e di anatomia sulla figura umana condotti negli anni da Leonardo e fulcro dell’esposizione veneziana assieme ai segreti del Codice Huygense gli incredibili Studi per il Cenacolo.

    La Battaglia di Anghiari, infine, i cui disegni preparatori sono esposti in entrambe le mostre, raccontata da Pietro Folena, presidente dell’Associazione MetaMorfosi, e che rappresenta il trait d’uniontra le due esposizioni aperte al pubblico fino al 14 luglio 2019, chiude la mezz’ora di immagini dedicate a Leonardo da Vinci e al suo inarrivabile genio.

    Photo © Daniele Bottallo

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