Categoria: Mostre

  • Dal 20 settembre al 28 ottobre 2024, il Museo Nazionale del Cinema e Distretto Cinema celebrano Marcello Mastroianni con una mostra allestita sulla cancellata esterna della Mole Antonelliana. Sono stati esposti 12 pannelli con 17 ritratti, immagini che colgono l’essenza di un attore che ha rappresentato il cinema italiano a livello internazionale.

    Per me, Mastroianni è sempre stato molto più di un volto noto. La sua capacità di interpretare personaggi profondi, con eleganza e naturalezza, lo ha reso una figura iconica. Non era solo un attore ammirato per l’aspetto da latin lover, ma un professionista che riusciva a trasmettere una gamma incredibile di emozioni. Come hanno detto Enzo Ghigo e Domenico De Gaetano del Museo Nazionale del Cinema, la sua eredità continua a ispirare.

    Questa mostra, curata da Roberta Basano, con fotografie provenienti dall’archivio di Angelo Frontoni, è un’occasione per rivedere alcune delle immagini più significative della carriera di Mastroianni. È un progetto che ripercorre, in parte, la storia del nostro cinema, ma soprattutto il ritratto di un attore capace di incarnare l’italiano del boom economico, con tutte le sue contraddizioni.

    Mastroianni ha saputo affrontare ruoli complessi, interpretando non solo l’italiano elegante, ma anche figure più goffe e ridicole, mettendo in luce gli aspetti meno gloriosi del nostro carattere nazionale. Un attore versatile che ha lasciato un’impronta profonda nel cinema e nella nostra cultura.

    Questo omaggio è un modo per guardare indietro, alla nostra storia e ai grandi artisti che l’hanno attraversata. Sarà interessante rivedere questi ritratti e riflettere sul loro significato oggi.

  • In occasione dei trent’anni dalla scomparsa di Ayrton Senna, il MAUTO – Museo dell’Automobile di Torino dedica una mostra temporanea al grande pilota brasiliano. “Ayrton Senna Forever”, questo il titolo della mostra che potrete visitare dal 24 aprile al 13 ottobre 2024, è la più grande e completa esposizione mai realizzata.La mostra, curata da Carlo Cavicchi, cerca di approfondire due aspetti della sua vita di questo mito della F1 e del motorsport: la storia sportiva del campione e quella privata di un uomo che ha conquistato il cuore di milioni di persone in tutto il mondo.
    Esposte le auto più significative guidate da Senna nel corso della sua carriera, dall’esperienza sui kart alla prima Formula Ford fino all’ultima Williams. Le vetture saranno accompagnate da documenti, pubblicazioni e memorabilia, tra cui la raccolta completa delle tute da corsa e dei caschi del pilota e la più ampia rassegna di tutti i libri dedicati proprio al tre volte campione del mondo.
    Altre informazioni
    www.museoauto.com

     

  • A cura di Francesco Poli

    Museo di Arti Decorative Accorsi Ometto, Torino 27 marzo – 1 settembre 2024

    Con la mostra, curata da Francesco Poli, TORINO ANNI ‘50. LA GRANDE STAGIONE DELL’INFORMALE il Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto intende riportare l’attenzione su unafase fondamentale per lo sviluppo della nuova scena artistica di Torino e desidera proseguire l’indaginesull’arte torinese, prendendo in esami gli anni che vanno dal secondo dopoguerra fino agli inizi degli anni ’60.

    Dopo le tragiche vicende belliche, nell’ambito del generale clima di rinnovamento ideologico culturale, anche nel campo delle arti figurative si assiste in Italia a un accelerato processo di trasformazione e di apertura alle più aggiornate tendenze internazionali, dal Post Cubismo all’Astrattismo, all’esplosione della vitalissima stagione dell’Informale negli anni ’50.

    Insieme a Milano, Roma e Venezia, Torino diventa, con sue particolari specificità, uno dei centri propulsivi dell’arte contemporanea, che trova le proprie radici nella dinamicità delle ricerche artistiche e dell’attività espositiva di questo periodo. Un ruolo che si consolida con l’inaugurazione nel 1959 della nuova sede dellaGalleria Civica d’Arte Moderna e che crescerà nei decenni successivi con l’apertura di molte gallerie di punta – tra cui Martano, Sperone, Stein, Persano, Tucci Russo –, del Castello di Rivoli e di Artissima e con la nascita delle fondazioni Sandretto Re Rebaudengo e Merz.

    Nel percorso espositivo si trovano le opere dei principali artisti attivi in area torinese e piemontese, indialogo con un’ampia scelta dei lavori dei più noti artisti italiani e stranieri presenti nelle mostre delle gallerie private e nelle rassegne in spazi pubblici.

    Una trentina i pittori e gli scultori di area torinese: Nino Aimone, Franco Assetto, Annibale Biglione, Mario Calandri, Romano Campagnoli, Francesco Casorati, Antonio Carena, Sandro Cherchi, Mauro Chessa, Mario Davico, Pinot Gallizio, Albino Galvano, Franco Garelli, Mario Giansone, Ezio Gribaudo,Gino Gorza, Mario Lattes, Paola Levi Montalcini, Piero Martina,

    Umberto Mastroianni, Mario Merz, Mattia Moreni, Adriano Parisot, Enrico Paulucci, Carol Rama, Piero Rambaudi, Piero Ruggeri, Sergio Saroni, Filippo Scroppo, Piero Simondo, Giacomo Soffiantino, Luigi Spazzapan, Mario Surbone, Francesco Tabusso.

    La selezione di artisti italiani e stranieri, invece, comprende: Afro, Pierre Alechinsky, Karel Appel, Enrico Baj, Alberto Burri, Giuseppe Capogrossi, Gillo Dorfles, Jean Fautrier, Lucio Fontana, Sam Francis, Gruppo Gutai, Hans Hartung, Toshimitsu Imaï, Asger Jorn, Georges Mathieu, Ennio Morlotti, Shigeru Onishi, Jean Paul Riopelle, Emilio Scanavino, Pierre Soulages, Antoni Tapiés, Giulio Turcato, Emilio Vedova.

    In ambito architettonico, alcune delle più significative realizzazioni di quegli anni, come i progetti di Carlo Mollino e di Isola e Gabetti, la GAM, e le costruzioni di Italia’61, saranno documentate attraverso filmati dell’epoca.

    LA FORTUNA ESPOSITIVA DELL’INFORMALEA TORINO

    Il rinnovamento culturale e l’apertura internazionale di Torino, negli anni ‘40/’50, sono stati segnati darilevanti eventi espositivi: “Arte francese d’oggi” (1947); “Arte italiana d’oggi. Premio Torino” del 1947,organizzato da Mastroianni, Moreni e Spazzapan al Palazzo Madama; la mostra dell’Art Club all’Unione Culturale del 1949 con 280 autori italiani e stranieri, tra cui anche quelli del MAC torinese; la serie di sette rassegne “Italia-Francia”, curate da Carluccio e altri critici alla Promotrice delle Belle Arti dal 1951 al 1961; “Arte Nuova. Esposizione internazionale di pittura e scultura” del 1959, curata da Michel Tapié, Luciano Pistoi e Angelo Dragone, al Circolo degli Artisti, che segna il momento culminante della stagione informale; “Incontro a Torino. Pittori d’America, d’Europa e del Giappone”, curata da Tapié nel 1962 alla Promotrice.

    Proprio nell’esposizione del 1959 al Circolo degli Artisti, insieme ai più famosi protagonisti dell’Action Painting e dell’Informale, tra cui Pollock, De Kooning, Kline, Tapiés, Fautrier, Wols, il gruppo Gutai,Fontana, Burri, Vedova, sono presenti anche esponenti torinesi come Spazzapan, Rambaudi, Cherchi, Assetto, Garelli e Carena.

    Straordinaria è poi l’avventura d’avanguardia del Laboratorio Sperimentale di Alba per una Bauhaus Immaginista (1955-57) e dell’Internazionale Situazionista (1957-60), fondato da Pinot Gallizio, PieroSimondo e Asger Jorn. Sempre ad Alba nel 1956 si tiene il “I° Congresso degli artisti liberi”, a cui partecipa anche il filosofo, scrittore e cineasta francese Guy Debord, e viene organizzata una mostra al PoliteamaCorino con lavori di Jorn, Constant, Gallizio, Simondo, Rada, Kotik, Wolman, Garelli.

    Diverse le gallerie torinesi che hanno svolto un ruolo cruciale nel sostenere gli artisti emergenti o già affermati di questo periodo. Alla Bussola, diretta dal critico Luigi Carluccio, oltre a maestri delle avanguardie storiche come Klee, Kandinsky e Braque, espongono Umberto Mastroianni, Mattia Moreni,Luigi Spazzapan, Franco Garelli, e anche giovani artisti come Francesco Casorati,

    Mauro Chessa, Francesco Tabusso, Nino Aimone e in particolare Piero Ruggeri, Sergio Saroni e Giacomo Soffiantino che formano il gruppo di punta dell’Informale torinese, collegato inizialmente alla tendenza degli “Ultimi naturalisti” teorizzata dal critico Francesco Arcangeli.

    La Galleria Notizie, fondata nel 1957 da Luciano Pistoi e a cui collabora anche il critico Michel Tapié, organizza notevoli mostre da un lato di artisti internazionali, come Burri, Fontana, Wols, Sam Francis,Tobey, Mathieu, Jorn, Dubuffet, Fautrier, Shiraga, Tapiés e Twombly, e dall’altro di artisti torinesi come Antonio Carena, Piero Rambaudi, Pinot Gallizio, e Mario Merz.

    Infine l’International Center of Aesthetic Research, di Ada Minola, nato nel 1960 e diretto da Tapié. si concentra sulle tendenze informali europee, americane e giapponesi.

    INFORMAZIONI PER IL PUBBLICO

    Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto

    Via Po 55 | Torino 011 837 688 int.3

    info@fondazioneaccorsi-ometto.it | fondazioneaccorsi-ometto.it

    ORARI

    Martedì, mercoledì e venerdì 10.00-18.00 │ Giovedì 10.00-20.00 │ Sabato, domenica e festivi 10.00-19.00

    La biglietteria chiude mezz’ora prima.

    Lunedì chiuso

    TARIFFE

    BIGLIETTO UNICO (comprensivo di ingresso al Museo):

    intero € 14,00; ridotto € 12,00

    RIDOTTO: fino a 26 anni; over 65; convenzioni

    RIDOTTO INSEGNANTI: € 6,00

    GRATUITO: fino a 10 anni; possessori Abbonamento Musei e Torino + Piemonte card; possessori

    tessera ICOM; diversamente abili; giornalisti iscritti all’albo

  • La Reggia di Venaria, complesso monumentale alle porte di Torino patrimonio Unesco, ospita dal 29 marzo al 15 settembre 2024 alle Sale delle Arti Capodimonte da Reggia a Museo. Cinque secoli di capolavori da Masaccio a Andy Warhol, una grande mostra con oltre sessanta capolavori provenienti dalle collezioni artistiche di Capodimonte che annoverano grandi maestri da Masac- cio a Parmigianino, da Tiziano a Caravaggio, per citarne alcuni.

    Un percorso espositivo imperdibile alla scoperta di una collezione straordinaria, ma anche di una storia affascinante: quella di una Reggia divenuta un grande Museo che, nel corso dei secoli, ha pre- servato alcune tra le più raffinate raccolte d’arte di tutta Europa.

    La mostra è resa possibile grazie all’intervento del Ministero della Cultura e realizzata dal Consor- zio delle Residenze Reali Sabaude, in collaborazione con il Museo e Real Bosco di Capodimonte e i Musei Reali di Torino in virtù di un rapporto eccezionale ed esclusivo tra prestigiosi enti culturali di valenza internazionale.

    A ricordare gli stretti rapporti tra i Savoia e i Borbone, apre il percorso espositivo una sala dal titolo Artisti ‘napoletani’ per la corte sabauda con importanti prestiti dalle collezioni dei Musei Reali di Torino.
    Opere scelte di Francesco Solimena (Canale di Serino 1657 – Barra di Napoli 1768), Sebastiano Conca (Gaeta 1680 – Napoli 1764), Corrado Giaquinto (Molfetta 1703 – Napoli 1766) e Francesco De Mura (Napoli 1696 – 1782) rappresentano qui la grande stagione settecentesca, orchestrata dall’ar- chitetto Filippo Juvarra nella capitale del regno durante gli anni di Vittorio Amedeo II e Carlo Emanuele III. Tra gli artisti contemporanei delle diverse scuole pittoriche, i maestri napoletani furono infatti grandi protagonisti attivi per gli altari di corte e i cantieri delle Residenze Sabaude: dal Palazzo Reale di Torino al Castello di Rivoli fino alla Reggia di Venaria.

    La mostra allestita alla Reggia di Venaria si propone di raccontare una storia straordinaria che inizia con un giovane sovrano, Carlo di Borbone, alla conquista del trono del Regno di Napoli, appena due anni dopo essere entrato in possesso – nel 1732 – del Ducato di Parma e Piacenza, fa- vorito dalla madre Elisabetta Farnese regina di Spagna.

    La sezione dell’eredità materna che riguarda l’esposizione è la collezione d’arte dei Farnese, della quale Carlo, sin dall’inizio del 1734, anno cruciale per la campagna militare che lo avrebbe portato sul trono di Napoli, richiese un rapido inventario “di tutte le gioie, medaglie, tappezzerie, quadri, ed altri adorni e mobili i più preziosi, che siano in cotesta Real Guardaroba e nella Galleria”. La rico- gnizione patrimoniale era intrapresa in previsione del trasferimento delle opere a Napoli, capitale del nuovo Regno.

    Il problema di una degna sistemazione della raccolta farnesiana nella città partenopea si pose imme- diatamente: il Palazzo Reale era privo di una Galleria, pertanto sin dal 10 settembre 1738 veniva po- sta la prima pietra del Palazzo Reale di Capodimonte, da erigersi perché il giovane sovrano avesse, con la sua corte, un palazzo con un vasto bosco per le battute di caccia. Si può supporre che sin dalla fondazione la Reggia fosse stata concepita anche per accogliere le collezioni farnesiane: infatti dal 1739 era al lavoro una commissione incaricata di studiare la possibilità di sistemare l’intera raccolta in un’ala dell’edificio in costruzione “destinato per la collezione di quadri, libri, medaglie ed altre cose che vennero di Parma” individuando le camere verso il mare, più luminose, come le più adatte. La disposizione e sistemazione delle opere si può parzialmente ricostruire attraverso le testimo- nianze dei viaggiatori del Grand Tour; con Johann Joachim Winckelmann (1758) e il canonico Sigismondo Manci (1760) si comprende che intorno al 1759 i dipinti erano stati sistemati negli am- bienti luminosi volti a mezzogiorno, nell’unico blocco dell’edificio ultimato. La disposizione era per “medaglioni”: Raffaello e i toscani, Correggio, Parmigianino, Schedoni, Tiziano, i veneti, Annibale Carracci e i Bolognesi del Seicento.

    Era sorto il primo museo napoletano con il Regolamento sancito solo nel 1785, che disciplinava gli orari di accesso del pubblico, dei copisti, le responsabilità dei custodi e dei consegnatari. Dopo meno di due secoli, nel 1957, nasce il Museo Nazionale di Capodimonte.

    La mostra alla Venaria Reale racconta l’evoluzione di questa storia, attraverso le dinastie regnanti e le opere dei nuclei collezionistici principali: farnesiano, borbonico e opere provenienti dalle chiese del territorio.

    I FARNESE E IL COLLEZIONISMO

    Le opere della collezione Farnese sono esposte ponendo l’attenzione sulla straordinaria ascesa al potere dei Farnese, in un continuo rincorrersi su e giù per la penisola, da Roma a Parma, a Pia- cenza a Bologna, a Napoli, in Francia, andata e ritorno: seguendo gli interessi di famiglia attraverso matrimoni, le campagne militari per il predominio sulla penisola; talvolta al fianco del Papa, spesso nelle fila dell’esercito imperiale.

    In linea con il gusto del Rinascimento maturo, il collezionismo Farnese si snoda tra le residenze di Roma/Parma/Piacenza, inseguendo i maggiori artisti del momento e promuovendo l’attività di altri: da Tiziano ritrattista di corte, ai Parmigianino sequestrati agli aristocratici/ribelli par- mensi, alla preziosa eredità dell’umanista Fulvio Orsini, agli acquisti di opere “antiquarie” come i Masolino e Bellini, al raffinato gusto per la glittica e l’oreficeria, all’apoteosi romana dei Carracci, protagonisti assoluti delle imprese decorative del palazzo di famiglia in Campo de’ Fiori.

    Una selezione di dipinti e oggetti che disegnano in facile acchito il rapporto con i personaggi per cui furono realizzati e le vicende che avevano condotto alla realizzazione della raccolta di famiglia che, tra Cinquecento e Settecento, fu una delle più importanti d’Europa.

    LA NAPOLI DEI BORBONE

    Nel 1734, con l’avvento al trono di Carlo di Borbone, Napoli, dopo oltre due secoli, ridiventa capitale di un Regno: una Napoli cosmopolita, tra le città più importanti d’Europa nel secolo dei lumi, fino alla prima metà dell’Ottocento.

    Alla stregua delle grandi famiglie rinascimentali e dei Papi più illustri, anche i Borbone vanta- vano una collezione invidiabile di antichità arricchita ben presto dai ritrovamenti degli scavi dell’area Vesuviana, Pompei, Ercolano e Stabia avviati da pochi decenni. Una raccolta che tra anti- chità, dipinti e arti decorative inserisce Napoli tra le tappe obbligate del Grand tour.

    L’insieme di tali vicende va considerato nel contesto più ampio della politica e degli interessi cultu- rali dei Borbone al passo con i tempi per ampiezza di orizzonti e di articolazione.
    Carlo aveva voluto creare a Napoli, poco importa se per vanità regale o vera lungimiranza, fabbri- che e manifatture protette la cui produzione raggiunse ben presto livelli di qualità notevoli, dalle porcellane (1743), agli arazzi (1737), alla stamperia reale (1750), alla fabbrica di armi; il figlio Ferdinando, che salì al trono di Napoli quando Carlo andò a Madrid nel 1759 chiamato come re di Spagna, a sua volta riproporrà gusto ed ambizioni analoghe.

    Proprio per la ricchezza e l’articolazione del patrimonio artistico accumulato comincia a farsi stra- da negli ultimi decenni del Settecento l’ipotesi di un museo generale in grado di raggruppare tutti i beni di proprietà reale, in linea con quanto la museografia illuminista veniva sviluppando all’epoca in Europa. Per questo scopo, il palazzo di Capodimonte ancora incompleto, non pote- va essere preso in considerazione e si elaborò un progetto di risistemazione dell’antico Palazzo degli Studi fino ad allora sede dell’università, per ospitare le collezioni reali, Farnesiane ed ercolanesi, la biblioteca le accademie con esplicita finalità della fruizione pubblica, pur restando ancora la pro- prietà dei beni di esclusiva pertinenza Reggia.

    Il palazzo di Capodimonte invece continuava ad andare avanti con lentezza tra mille ostacoli di natura tecnica ed economica, arricchendosi comunque nel corso della seconda metà del Settecento di ritratti ufficiali affidati ai pennelli celebri di Mengs, Angelika Kauffmann, di dipinti celebrativi di Panini e della folta schiera di vedutisti come Volaire. Entrarono nelle collezioni le prime opere di scuola meridionale tra cui Ribera e Luca Giordano. Alla fine del Settecento la galleria a Capo- dimonte risulta composta da circa 1.800 dipinti, una dimensione particolarmente considere- vole in rapporto le istituzioni coeve, finché nel 1799 le truppe francesi fecero irruzione in città. Il saccheggio è tremendo. Ferdinando di Borbone temendo il peggio aveva messo in salvo a Palermo l’anno prima 14 capolavori tra i più importanti della galleria.

    In questi anni si chiude la stagione antica di Capodimonte come istituzione museale per diventare sempre di più reggia sia durante il regno dei napoleonidi – dal 1806 al 1815 – che durante la re- staurazione borbonica ed il periodo post unitario.

    Capodimonte diventerà museo statale nel 1957 accogliendo tutte le raccolte medievali e moderne dal Museo nazionale, l’ex Palazzo dei Regi Studi; le collezioni si erano arricchite no- tevolmente nel corso dell’Ottocento, con dipinti provenienti da chiese e conventi per le soppressioni degli ordini monastici, che avevano fatto confluire nel patrimonio regio opere soprattutto di scuola meridionale, come la straordinaria collezione del Quarto dei Priore della Certosa di San Martino: dipinti da camerino con soggetti sacri come la superba Sant’Agata di Francesco Guarino.

    FOTO DI COPERTINA:

    P. Panini

    Carlo di Borbone visita papa Benedetto XIV nella Coffee-House del Quirinale, 1746

    Olio su tela
    Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte

  • Dal 23 marzo al 28 luglio 2024, i Musei Reali di Torino ospitano nelle Sale Chiablese una mostra dedicata al pittore Giovanni Francesco Barbieri, meglio conosciuto con il nome de Il Guercino (8 febbraio 1591, Cento – 22 dicembre 1666, Bologna), protagonista della panorama artistico italiano della prima metà del ‘600.

    Al centro del percorso espositivo, costituito da oltre 100 opere, è il nucleo di opere appartenenti alle collezioni della Galleria Sabauda e della Biblioteca Reale, qui esposte in dialogo con dipinti, disegni, incisioni provenienti da musei e collezioni italiane e internazionali. In particolare, la mostra affronterà il tema del mestiere di pittore in relazione alla committenza, al mercato e al pubblico, inserendo il percorso creativo e stilistico dell’artista nel quadro più ampio e intrecciato delle dinamiche economiche e sociali del suo tempo.

    Ci saranno poi altre opere di Guercino e di artisti coevi, provenienti da più di 30 importanti musei e collezioni – tra cui il Prado e il Monastero dell’Escorial – per presentare la grande arte del Maestro emiliano e insieme raccontare il mestiere e la vita dei pittori del Seicento, in un affascinante, grande affresco del sistema dell’arte. Dall’importante nucleo delle collezioni sabaude a molti altri raffinati e monumentali capolavori di Guercino, una mostra sorprendente che, tra le novità, per la prima volta dopo 400 anni, riunifica anche il ciclo di dipinti commissionati a Bologna da Alessandro Ludovisi, futuro papa Gregorio XV.

  • Filo doppio. Dialoghi tra artisti e maestri orafi, la preziosa rassegna frutto della sinergia tra artisti contemporanei e maestri orafi valenzani, sarà ospitata ad Alessandria nei saloni del “broletto” di Palatium Vetus da sabato 16 marzo a domenica 28 aprile prossimo.

    L’iniziativa è della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria che ha sempre prestato grande attenzione alla valorizzazione della tradizione orafa valenzana e dal 2020, in collaborazione con la Regione Piemonte e la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, finanzia il progetto culturale sviluppato dal Comune di Valenza per promuovere la prossima apertura della sede espositiva nell’ex Convento di San Domenico a Valenza.

    In esposizione 14 opere-gioiello di Elizabeth Aro con Lombardi (2020), Elisa Bertaglia con Margherita Burgener (2021), Antonio De Luca con Ofir (2020), Emilia Faro con Monile – Jewels of Italy (2021), Carlo Galfione con Scuola orafa For.AL “Vincenzo Melchiorre”(2020), Gabriele Garbolino Rù (2022) e Viola Pantano (2021) con Gioj, Fukushi Ito con Il Diamante (2020), Chen Li con Gianpiero Pozzi (2023), Clara Luiselli con Etra Gioielli (2023), Giulia Nelli con HandMade (2023), Greta Penacca con Matteo Bonafede (2023), Alessandra Serra con Effemme (2023) e Alice Zanin con Ceva Gioielli (2020).

    Curatori della rassegna sono Lia Lenti e Domenico Maria Papa che hanno lavorato a stretto contatto con il Centro Comunale di Cultura di Valenza dove la mostra è stata allestita dal 21 dicembre 2023 al 30 gennaio 2024.

    “Filo Doppio” è la terza mostra che Palatium Vetus ospita in contemporanea – afferma il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, notaio Luciano Mariano – offrendo un ventaglio culturale di opere e di artisti che spaziano dal Settecento a oggi, di stili e di materiali che seguono l’evoluzione del gusto e dei tempi. I gioielli disegnati da artisti contemporanei e prodotti dai maestri orafi valenzani si affiancano alle sculture “silenziose” di Cai Wanlin, considerato un fenomeno emergente dell’arte orientale e fanno da corollario ai capolavori di Pietro Francesco Guala, uno dei maggiori ritrattisti del Settecento, autore dei 23 dipinti che raffigurano i Marchesi Scarampi.Una forma di arte, quella orafa valenzana che ha contribuito in modo determinante a diffondere il “made in Italy” nel mondo e che rappresenta motivo di orgoglio per il nostro Paese. Questa mostra diventa, quindi, occasione per promuovere la cultura del bello, del prezioso, del “fatto a mano” che si apre a nuovi stimoli, alla ricerca tecnologica, alla sperimentazione e si confronta con l’attualità creando opere d’arte da indossare. Ne consegue un importante momento di sviluppo economico e culturale del nostro territorio e di valorizzazione delle “eccellenze” che lo hanno reso famoso, in linea con i principi statutari della nostra Fondazione”.

    Saper fare. È questo il fulcro del progetto Filo doppio. Il saper fare è quello dei maestri orafi che, con le loro mani d’oro e tanta perizia tecnica, hanno dato forma e sostanza alle creazioni nate dall’estro e dalla creatività degli artisti coinvolti nel progetto. Il saper fare è da intendersi anche come la fonte di sostenibilità del distretto orafo valenzano che, attraverso la trasmissione dei saperi tra le generazioni, consente di mantenere vitale una tradizione pluricentenaria che fa dell’oreficeria valenzana uno dei vertici del made in Italy riconosciuto e apprezzato nel mondo. Sostenibilità, innovazione, evoluzione, trasversalità, inclusività sono tutte espressioni che rientrano nel vocabolario di questa mostra e del suo ampio progetto che guarda con lungimiranza anche agli obiettivi dell’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile” così commentano il sindaco di Valenza Maurizio Oddone e l’assessore ai Beni Culturali Alessia Zaio.

    “L’arte contemporanea ha urgente bisogno di confrontarsi con la produzione artigiana e industriale d’eccellenza. – Afferma Domenico Maria Papa e prosegue – Un confronto attento tra ambiti apparentemente distanti, può essere di stimolo alla ricerca artistica, ma anche all’innovazione e all’esplorazione di nuovi linguaggi e prodotti. Riannodare il filo di un dialogo mai interrotto è l’ambizione di un progetto che, anno dopo anno, produce sempre nuova bellezza.”

    Lia Lenti sottolinea “Il dialogo non gerarchico tra queste due realtà – l’arte e il mestiere – è stato il vero protagonista e non solo il punto di avvio”.

    Perseguendo il principio della massima accessibilità in mostra sarà posizionato un book tattile dedicato alle opere di Filo doppio, realizzata in collaborazione con Tactile Vision Onlus, associazione senza scopi di lucro, che lavora offrendo la sua consulenza a favore dei disabili visivi secondo i principi dello Universal Design. Il percorso tattile presenta schede didattiche con riproduzioni tridimensionali delle opere-gioiello create per Filo doppio e formulate in modo che possano essere utilizzate da persone non vedente come materiale preliminare all’esplorazione tattile.

    Approfondimenti sulle singole collaborazioni sono disponibili sul portale www.filodoppio.it, che raccoglie lo storytelling del progetto.

    Le mostre allestite a Palatium Vetus sono gratuite, aperte al pubblico sabato e domenica, orario 9-13/15-19.

    Sono disponibili visite guidate.

    PER INFO:

    didattica.fondazionecral@gmailcom – telefono: 347-80.95.172

    www.fondazionecralessandria.it – FB: @Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria

  • GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino

    17 ottobre 2023 – 1° aprile 2024

    a cura di Fernando Mazzocca ed Elena Lissoni in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Brera 

    Arte, storia e politica si intrecciano nella grande mostra che la GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino dedica al genio romantico di Francesco Hayez (Venezia 1791 – Milano 1882), accompagnando il pubblico alla scoperta del mondo dell’artista, all’interno dell’officina del pittore, per svelarne tecniche e segreti. Un percorso originale che pone a confronto dipinti e disegni, con oltre 100 opere provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private cui si aggiungono alcuni importanti dipinti dell’artista custoditi alla GAM, come il Ritratto di Carolina Zucchi a letto (L’ammalata) e l’Angelo annunziatore.

    Aperta al pubblico dal 17 ottobre 2023 al 1° aprile 2024, l’esposizione “Hayez. L’officina del pittore romantico” è organizzata e promossa da Fondazione Torino Musei, GAM Torino e 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, a cura di Fernando Mazzocca ed Elena Lissoni, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Brera, da cui proviene un importante nucleo di circa cinquanta disegni e alcuni tra i più importanti dipinti, molti dei quali si trovavano nello studio del pittore, per quarant’anni professore di pittura all’Accademia.

    Oltre alle opere inedite o poco viste, si potranno ammirare in mostra alcuni dei capolavori più popolari, come La Meditazione dei Musei Civici di Verona – Galleria d’Arte Moderna Achille Forti e l’Accusa segreta dei Musei Civici del Castello Visconteo di Pavia, cui è accostato Il Consiglio alla Vendetta, prestigioso prestito proveniente da Liechtenstein. The Princely Collections, Vaduz–Vienna.

    Attraverso dieci sezioni in successione cronologica, il percorso espositivo inizia dagli anni della formazione tra Venezia e Roma, dove Hayez ha goduto della protezione e dell’amicizia di Canova, fino alla prima affermazione a Milano e alle ultime prove della maturità. Una speciale sezione focus è dedicata ai disegni per la Sete dei Crociati, la sua opera più ambiziosa e impegnativa, che il pittore aveva programmato come il suo capolavoro, eseguita tra il 1833 e il 1850 e destinata al Palazzo Reale di Torino, dove si può ancora ammirare. La mostra rievoca l’intensa vicenda biografica e il percorso creativo dell’artista, indiscusso protagonista del Romanticismo.

    Pittore civile”, interprete dei destini della nazione italiana, capace di estendere il respiro della sua pittura dalla storia all’attualità politica, è stato anche tra i più grandi ritrattisti di tutti i tempi, che ha saputo interpretare con la sua produzione lo spirito della propria epoca.

    Cantore della bellezza, dell’amore e dei valori risorgimentali, nella sua lunga vita è stato protagonista di cambiamenti epocali, testimoniando il passaggio dal Neoclassicismo al Romanticismo. Celebrato da Giuseppe Mazzini come vate della nazione, ha condiviso con Manzoni e Verdi gli stessi ideali stringendo con loro un rapporto unico, di amicizia e di intesa culturale. L’Italia risorgimentale si è riconosciuta nel suo linguaggio, che ancora oggi riesce a comunicare sentimenti e valori universali, anche attraverso una dimensione civile che attualizza la storia.

    La novità di questa mostra sta nel mettere in rapporto per la prima volta i dipinti e i disegni, che ci consentono di ricostruire e di comprendere il suo procedimento creativo, introducendoci nel suo atelier. Nell’opera di Hayez, che si considerava l’ultimo rappresentante della grande tradizione della pittura veneta e che si era formato sullo studio di Tiziano e dei pittori veneziani del Quattro e del Cinquecento, il disegno può sembrare a una prima analisi secondario rispetto al colore. I suoi contemporanei rimanevano colpiti dal suo particolare modo di procedere basato sull’estro del momento, con continui ripensamenti, anche e soprattutto in corso d’opera, che in molti casi sono riconoscibili persino ad occhio nudo. L’eccellenza e la singolarità di questa tecnica costituiscono il fascino e la forza di una pittura ammirata sia dal pubblico che dalla critica.

    Ma di Hayez si conoscono anche centinaia di disegni – la maggior parte dei quali conservati all’Accademia di Belle Arti di Brera – il più delle volte tracciati con un gesto rapido e immediato, quasi fossero appunti visivi da impiegare poi nella creazione delle composizioni, e solo in rarissime occasioni riportati dettagliatamente nelle grandi dimensioni per la successiva traduzione su tela. Oltre agli “schizzi, pensieri fermati rapidamente, studi” sopra citati, che costituiscono un’eccezionale testimonianza del metodo di lavoro del pittore, l’artista ha lasciato una raffinatissima produzione di d’après: disegni e acquerelli che riproducono fedelmente alcune delle sue opere più celebri – verosimilmente destinati in dono ai collezionisti più affezionati – e che hanno costituito un formidabile strumento di diffusione delle sue invenzioni.

    “Francesco Hayez, nato a Venezia nel 1791 e testimone da bambino della caduta dell’antica Repubblica, ha trascorso quasi tutta la vita e ha raggiunto il suo successo a Milano, dove è scomparso nel 1882, carico di anni e di gloria come un novello Tiziano, il pittore cui amava paragonarsi. Nella sua lunghissima vita, quasi un secolo, è stato dunque protagonista di cambiamenti epocali, testimoniando il passaggio dal Neoclassicismo al Romanticismo, di cui è stato uno dei creatori, alle nuove istanze realistiche affermatesi dopo l’Unità d’Italia. Non solo per la sua arte, ma anche per le idee politiche è da considerarsi, insieme a Manzoni e Verdi, tra i Padri della Patria. Fondamentale è stata la sua formazione a Roma con Canova, che lo ha sostenuto con la convinzione che diventasse l’artista capace di riportare la pittura italiana alla sua grandezza perduta, così come lui aveva fatto in scultura. Questo merito gli è stato riconosciuto dai suoi maggiori sostenitori, come Stendhal che lo considerò ‘il maggiore pittore vivente’ e Mazzini che lo consacrò come l’interprete delle aspirazioni nazionali. La sua è stata una vita eccezionale sia dal punto di vista personale, essendosi riscattato dalle umilissime origini e dall’abbandono da parte della sua famiglia, sia sul versante di una strepitosa carriera che lo ha visto dialogare con i grandi artisti del suo tempo, cultori, letterati e musicisti. I suoi moltissimi amori e un grande slancio vitale sono documentati dalla sua pittura che ha espresso una serie di valori universali, celebrando la bellezza femminile e la forza dell’amore, come nella serie dedicata a Giulietta e Romeo” – commenta il curatore Fernando Mazzocca.

    La mostra è accompagnata dal catalogo “Hayez. L’officina del pittore romantico” edito da 24 ORE Cultura, disponibile presso il bookshop della mostra, nelle librerie e online.

    La mostra è stata resa possibile grazie a numerosi enti prestatori istituzionali: Accademia di Belle Arti di Brera, Milano; Accademia di Belle Arti di Venezia; Accademia Nazionale di San Luca, Roma; Accademia Tadini, Museo dell’Ottocento, Lovere; Biblioteca Nazionale Braidense, Milano; Collezione Fondazione Cariplo, Gallerie d’Italia – Piazza Scala, Milano; Collezione Franco Maria Ricci, Labirinto della Masone, Fontanellato; Fondazione Musei Civici di Venezia, Gabinetto dei disegni e delle stampe, Ca’ Rezzonico, Venezia; Gallerie degli Uffizi, Firenze; GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino; GAM – Galleria d’Arte Moderna, Milano; MAG – Museo Alto Garda, Riva del Garda; Musée Faure, Aix-les-Bains; Musei Civici d’Arte Antica, Bologna; Musei Civici del Castello Visconteo, Pavia; Musei Civici, Varese; Musei Civici di Verona – Galleria d’Arte Moderna Achille Forti; Museo Nazionale di San Martino, Napoli; Museo Poldi Pezzoli, Milano; Museo Revoltella, Trieste; Museo Vincenzo Vela, Ligornetto; Liechtenstein. The Princely Collections, Vaduz–Vienna.

     

  • 07.10 – 07.12. 2023

    A cura di Lorena Tadorni 

    Tra le sedi di Art Site Fest, quest’anno figura il Museo Nazionale della Montagna – CAI Torino. 

    Nell’edizione 2023 del Festival, dedicata ai temi della sostenibilità e del rapporto con l’ambiente, non poteva mancare il confronto con uno degli ambienti naturali più delicati e minacciati, quello appunto della montagna. 

    Il Museo, nato al Monte dei Cappuccini nel 1874 per iniziativa dei soci del Club Alpino Italiano, è un riferimento imprescindibile per la cultura della montagna, dell’esplorazione, dell’alpinismo nelle loro diverse manifestazioni. Organizzato in tre strutture complementari – una dedicata alle esposizioni temporanee e permanenti, una alla documentazione e una agli incontri – da cinque anni il Museo realizza progetti espositivi dedicati al contemporaneo, accogliendo l’arte come forma di conoscenza e interpretazione. 

    Caratteristica del Museo è la terrazza con la Vedetta alpina, dalla quale è possibile avere una straordinaria panoramica dell’arco alpino e della città di Torino con il Po. 

    Proprio dalla particolare collocazione della terrazza nasce il progetto di Cosimo Veneziano, per Art Site Fest. L’installazione site-specific realizzata sul lucernario di vetro della terrazza è infatti una riflessione dell’influenza umana sul paesaggio. 

    Il fulcro è una scultura con le fattezze di una testa di un uomo barbuto ispirata all’iconografia della Fontana del Po in piazza CLN a Torino, creata da Umberto Baglioni nel 1936. Baglioni, che realizzò anche la Fontana della Dora, scelse di rappresentare i due corsi d’acqua sotto forma di figure umane, rispettivamente un uomo per il Po e una donna per la Dora, creando due opere ormai parte dell’immaginario collettivo di tutti i Torinesi. 

    Cosimo Veneziano da sempre focalizza la propria pratica sullo sviluppo del disegno e della scultura in stretto legame con i luoghi. In questo caso, parte da queste suggestioni per creare un sistema di rimandi che convergono e si diramano dalla scultura, immersa in un vaso di acqua colorata con pigmenti ceramici. L’opera è intesa come elemento “in progress” in cui l’artefice umano, paradossalmente, dopo il posizionamento nel vaso, non concorre pienamente alla sua definizione. Saranno gli eventi atmosferici a farlo: esposta a pioggia e variazioni della temperatura, la scultura potrà continuare a essere immersa nel liquido o a essere svelata al pubblico grazie all’evaporazione. Tutto intorno, a ricoprire lo spazio di vetro del lucernario, una serie di sculture di ceramica con rielaborazioni di immagini del Po, della flora e della fauna. 

    Con questa installazione, Cosimo Veneziano riflette poeticamente sulla crisi climatica che sta cambiando la morfologia del nostro territorio con effetti disastrosi, in stretta relazione con l’elemento morfologico del paesaggio che la ospita: l’affaccio diretto sul Po, che scorre inconsapevole proprio sotto la terrazza del Museo. IX EDIZIONE 19.09/12.12.2023 

    COSIMO VENEZIANO (Moncalieri, TO, 1983) vive e lavora a Torino. Caratterizzata da un’ampia attività di ricerca e workshop, la sua pratica si focalizza sullo sviluppo della scultura e del disegno in stretta correlazione con i luoghi che li hanno ispirati. Tra le mostre personali più recenti: Biomega Multiverso, CAMERA, Torino e MUFUOCO – Museo di Fotografia di Cinisello Balsamo, realizzata grazie al sostegno del Italian Council, 2019. Tra le collettive in Italia e all’estero: L’Italia è un Desiderio, fotografie e paesaggi e visioni presso le Scuderie del Quirinale, Roma, 2023; MOSTRA REFOCUS Archivio visivo della pandemia, Triennale di Milano, 2021 e nel 2018 viene selezionato per il premio Talent Prize per la fotografia ed esposto al MACRO di Roma. La sua produzione si è inoltre sviluppata verso l’ideazione di opere d’arte nello spazio pubblico, tra le quali il monumento a Pinot Gallizio e Constant ad Alba, e il progetto per Nuovi Committenti a Rovigo. 

  • Newsletter agosto 2023

    Anche ad agosto il MAO sarà aperto secondo gli orari consueti, con le seguenti eccezioni:
    lunedì 14 agosto apertura straordinaria dalle 10 alle 18;
    martedì 15 agosto, in occasione del Ferragosto, il museo offre l’ingresso a 1€ per visitare le collezioni permanenti. Aggiungendo 1€ si potrà inoltre visitare la mostra temporanea Buddha10 Reloaded.
    La tariffa sarà applicata anche ai possessori di Abbonamento Musei. Ingresso gratuito per i possessori di Torino Piemonte Card e aventi diritto.
    Sono in programma visite guidate a cura di Theatrum Sabaudiae: date e dettagli sul nostro sito.
    Vi invitiamo ad approfittarne per scoprire alcune novità che riguardano le collezioni permanenti:
    > nella sezione himalayana troverete Luxation 2 e The Tak, opere dell’artista nepalese Tsherin Sherpadialoga messe in dialogo con le opere della collezione permanente del MAO per attivare una nuova lettura e narrazione di tradizioni e mitologie ancestrali in chiave contemporanea, espandendone il significato e la comprensione;
    > a punteggiare il percorso espositivo nella galleria dell’Asia Meridionale e Sud-est asiatico sono invece tre video che documentano parte della rassegna performativa DARBAR India in Danza, ospitata al MAO nel 2014 e curata da Antonella Usai. Nel tentativo di ricreare il contesto originario che da sempre nutre le antiche tradizioni coreutiche indiane, i video mettono in luce la relazione tra arti performative e arti visive e, più in generale, tra pensiero filosofico e pratica corporea.

    Buona estate!

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    Le mostre

    • BUDDHA10 RELOADED fino al 3 settembre 2023
    • METALLI SOVRANI fino al 17 settembre 2023

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    t-space X MAO

    Impetuosa
    fino al 24 settembre 2023

    Impetuosa è l’appuntamento conclusivo del progetto t-space X MAO e rappresenta il tentativo di far scontrare la pratica di due artiste coetanee molto diverse tra loro per background e per linguaggio espressivo, ma caratterizzate da un’affine spontaneità e da una forza impetuosa nel fare arte.

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    Evoluzioni sonore #2

    EVICSHEN
    martedì 22 agosto ore 19

    Sintetizzatori analogici e strumenti autocostruiti in una passeggiata funambolica tra controllo e caso che confonde i confini tra performer e pubblico.

    Tariffe: 15 € intero acquistabile presso la biglietteria del Museo dal martedì alla domenica dalle 10 alle 16.
    16,50 € intero (con prevendita 1,50 €) su Ticketone.
    10 € ridotto studenti, acquistabile solo in biglietteria.

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    Centri estivi in museo

    Il MAO Museo d’Arte Orientale propone attività per i Centri Estivi con percorsi di visita e laboratorio, progettate e condotte dai Servizi Educativi del Museo.
    Bambini e ragazzi in piccoli gruppi potranno vivere una piacevole esperienza in museo.

    Il MAO aderisce anche al progetto La Bella Stagione, sostenuto da Compagnia di San Paolo.

  • AGENDA APPUNTAMENTI FONDAZIONE TORINO MUSEI
    28 luglio – 31 agosto 2023

     VENERDI 28 LUGLIO

    Venerdì 28 luglio ore 16.30
    LUSSO A BISANZIO. FASTI ALLA CORTE D’ORIENTE
    Palazzo Madama – visita guidata tematica
    L’imperatore di Bisanzio indossava abiti in seta, i cui riflessi e bagliori conferivano alla sua figura e a quella della sua consorte un’aura divina. Il lusso e la raffinatezza caratterizzavano la corte e l’aristocrazia della capitale: la classe dirigente di Costantinopoli sapeva farsi ammirare.
    Nella mostra in corso a Palazzo Madama Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario sono esposti bracciali e anelli, amuleti e pettorali: oggetti di pregio e di fine artigianato, che rivelano quanto il lusso fosse realmente status simbol: come in ogni tempo, come in ogni civiltà antica e moderna.
    La visita propone un itinerario “fastoso”, utile per comprendere i diversi aspetti del mondo bizantino.
    Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).
    Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com

     

    VENERDI 4 AGOSTO

    Venerdì 4 agosto ore 16.30
    BISANZIO, COSTANTINOPOLI, ISTANBUL: SECOLI DI STORIA
    Palazzo Madama – visita guidata tematica
    Bisanzio: punto strategico del Ponto. Costantinopoli, la “Città di Costantino”, la Nuova Roma, la Città d’Oro, toponimi che conducono all’odierna Istanbul, la metropoli sulle rive del Bosforo, ponte e porta tra Oriente e Occidente. Visitare e approfondire la mostra Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario, in corso a Palazzo Madama, è davvero affascinante: imperatori e imperatrici, basilei e basilisse, concili e scismi, crociate, conquiste e secoli di storia che arrivano fino a noi. L’Oriente, infatti, con la sua influenza, si pone alle basi anche della nascente potenza sabauda. Inaspettatamente si compiono itinerari che congiungono il Mar Nero al Monferrato. Una storia da raccontare, sfogliando le pagine dei secoli.
    Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).
    Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com

     

    VENERDI 11 AGOSTO

    Venerdì 11 agosto ore 16.30
    VITA, CIBO E DIVERTIMENTO A BISANZIO
    Palazzo Madama – visita guidata tematica
    La mostra Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario allestita a Palazzo Madama non consente soltanto ammirare sculture, mosaici, oggetti e monete, ma offre l’opportunità di indagare la vita, le abitudini e le peculiarità di una civiltà a noi meno nota. Imperatori, aristocrazia e clero sono le gerarchie meglio conosciute, ma è sicuramente interessante scoprire la vita quotidiana di quella società. Quali erano le fiere di strada e di piazza che animavano città e vie? Quali spettacoli si allestivano nell’ippodromo? E ancora, quali cibi, interessi e abitudini condividevano?
    La visita tematica proposta avvicina a quel mondo e offre interessanti approfondimenti.
    Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).
    Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com

     

    LUNEDI 14 AGOSTO

    Lunedì 14 agosto
    Apertura straordinaria di GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea e MAO Museo di Arte Orientale dalle ore 10 alle ore 18 (ultimo ingresso ore 17)

    MARTEDI 15 AGOSTO

    Martedì 15 agosto
    FERRAGOSTO AL MUSEO
    Per chi trascorre il Ferragosto in città, la Fondazione Torino Musei propone l’apertura straordinaria di Palazzo Madama e l’ingresso speciale a 1€ alle collezioni e, aggiungendo 1€, alle mostre temporanee con biglietteria separata di GAM, MAO e Palazzo Madama: un’ottima occasione per conoscere e godere del patrimonio artistico della Città e trascorrere una giornata diversa dal solito.
    ORARI E TARIFFE
    Martedì 15 agosto GAM, MAO e Palazzo Madama saranno aperti dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso ore 17).
    Nella giornata di Ferragosto le collezioni e mostre in corso nei tre musei saranno a tariffa speciale di 1€ ed è previsto un ricco programma di visite guidate.

    COSA SI POTRÀ VISITARE

    Alla GAM | Oltre alle collezioni permanenti saranno visitabili con il biglietto unico a 1€ le mostre Ottocento. Collezioni GAM dall’Unità d’Italia all’alba del NovecentoMichele Tocca. Repoussoir in Wunderkammer e Giuseppe Gabellone Km2,6 in VideotecaGAM.
    Aggiungendo 1€ si potrà visitare anche la mostra Viaggio al termine della statuaria. Scultura italiana 1940-1980 dalle Collezioni GAM.

    Al MAO | Accesso con biglietto unico a 1€ alle gallerie delle collezioni permanenti, alle mostre in corso Metalli sovrani. La festa, la caccia e il firmamento nell’Islam medievale Impetuosa nel t-space X MAO.  Aggiungendo 1€ sarà possibile visitare la mostra Buddha10 Reloaded.

    A PALAZZO MADAMA | Con il biglietto a 1€ il pubblico potrà accedere alle collezioni permanenti e all’esposizione In cammino. La porta di Torino: itinerari sindonici sulla via Francigena.
    Aggiungendo 1€ si potrà visitare la mostra Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario.

     

    LE VISITE GUIDATE DI FERRAGOSTO:

    GAM | ore 10:30 e ore 15:00 – Visita Collezioni del ’900
    ore 12:00 e ore 16:30 – Visita Mostra Ottocento
    MAO | ore 10:30 – Visita galleria Islam + mostra Metalli Sovrani
    ore 12:00 – Visita mostra Buddha10 Reloaded
    ore 15:00 – Visita collezioni Cina e Giappone
    ore 16:30 – Visita collezioni Asia Meridionale, Regione Himalayana, Paesi Islamici dell’Asia
    PALAZZO MADAMA | ore 10:30 e 15:00 Da castello a museo
    ore 12:00 e 16:30 Mostra Bizantini
    Costo della visita guidata: 6€ a partecipante (10€ collezioni + mostra). Prenotazione obbligatoria.
    Informazioni e prenotazioni: 011 5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

    La tariffa a 1€ è valida per tutti i visitatori, compresi i possessori di Abbonamento Musei, le cui tessere non potranno essere registrate. Ingresso gratuito: possessori di Torino Piemonte Card e aventi diritto.

    VENERDI 18 AGOSTO

    Venerdì 18 agosto ore 16.30
    LUSSO A BISANZIO. FASTI ALLA CORTE D’ORIENTE
    Palazzo Madama – visita guidata tematica
    L’imperatore di Bisanzio indossava abiti in seta, i cui riflessi e bagliori conferivano alla sua figura e a quella della sua consorte un’aura divina. Il lusso e la raffinatezza caratterizzavano la corte e l’aristocrazia della capitale: la classe dirigente di Costantinopoli sapeva farsi ammirare.
    Nella mostra in corso a Palazzo Madama Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario sono esposti bracciali e anelli, amuleti e pettorali: oggetti di pregio e di fine artigianato, che rivelano quanto il lusso fosse realmente status simbol: come in ogni tempo, come in ogni civiltà antica e moderna.
    La visita propone un itinerario “fastoso”, utile per comprendere i diversi aspetti del mondo bizantino.
    Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).
    Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com

    MARTEDI 22 AGOSTO

    Martedì 22 agosto ore 19
    EVICSHEN. Sintetizzatori analogici e strumenti autocostruiti in una passeggiata funambolica tra controllo e caso che confonde i confini tra performer e pubblico.
    MAO – concerto nell’ambito del public program di Buddha10 Reloaded
    Evicshen è il nome di battaglia della sound artist Victoria Shen. La musica di Shen si stacca dalle convenzioni musicali armoniche e ritmiche a favore di trame estreme e toni gestuali.
    La pratica di Shen si basa sulla fisicità del suono e sulla sua relazione con il corpo umano tramite l’uso di sintetizzatori modulari analogici, dischi in vinile/resina e strumenti elettronici autocostruiti, come le Needle Nails, delle unghie in acrilico con puntine per giradischi incorporate che le consentono di riprodurre fino a 5 tracce di un disco contemporaneamente.
    L’approccio DIY di Shen va oltre i soli strumenti, coinvolgendo anche le sue pubblicazioni musicali. Il suo LP di debutto, Hair Birth ha una copertina in rame che si trasforma in un altoparlante attraverso il quale è possibile riprodurre il disco. Ogni pezzo non solo supporto musicale riproducibile, ma anche oggetto d’arte unico.
    I biglietti sono acquistabili presso la biglietteria del museo e su Ticketone.

     

    VENERDI 25 AGOSTO

    Venerdì 25 agosto ore 16.30
    BISANZIO, COSTANTINOPOLI, ISTANBUL: SECOLI DI STORIA
    Palazzo Madama – visita guidata tematica
    Bisanzio: punto strategico del Ponto. Costantinopoli, la “Città di Costantino”, la Nuova Roma, la Città d’Oro, toponimi che conducono all’odierna Istanbul, la metropoli sulle rive del Bosforo, ponte e porta tra Oriente e Occidente. Visitare e approfondire la mostra Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario, in corso a Palazzo Madama, è davvero affascinante: imperatori e imperatrici, basilei e basilisse, concili e scismi, crociate, conquiste e secoli di storia che arrivano fino a noi. L’Oriente, infatti, con la sua influenza, si pone alle basi anche della nascente potenza sabauda. Inaspettatamente si compiono itinerari che congiungono il Mar Nero al Monferrato. Una storia da raccontare, sfogliando le pagine dei secoli.
    Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).
    Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com

     

    LUNEDI 28 AGOSTO

    Lunedì 28 agosto
    BIZANTINI. LUOGHI, SIMBOLI E COMUNITÀ DI UN IMPERO MILLENARIO
    Palazzo Madama – chiude la mostra
    Ultimo giorno per visitare la mostra di Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario, a cura di Federico Marazzi con il contributo del MANN –  Museo Archeologico Nazionale di Napoli, di Palazzo Madama e del Ministero Ellenico della Cultura e dello Sport e la collaborazione nell’organizzazione generale di Villaggio Globale International.
    Oltre 350 opere – sculture, mosaici, affreschi, vasellami, sigilli e monete, straordinari manufatti in ceramica, smalti, oggetti d’argento, preziose gemme e oreficerie, pregevoli elementi architettonici – danno conto delle strutture, dei sistemi organizzativi, dei commerci e dei rituali di una complessa realtà politica, testimoniando nel contempo le eccellenze delle manifatture bizantine, gli incroci di cultura, gli stilemi e i simboli dell’Impero d’Oriente attraverso i secoli. È la creatività artistica del mondo antico che transita verso il Medioevo, con un linguaggio rinnovato dalla fede cristiana e con gli innesti del mondo orientale, in particolare della cultura iranica e araba.
    Per una Bisanzio, legata al territorio piemontese, che vedrà nel Principato d’Acaia, fin dalle origini proiettato verso l’Oriente greco e bizantino, l’origine della dinastia dei Savoia-Acaia ma anche una strettissima connessione con la dinastia dei Paleologi.
     Theatrum Sabaudiae propone visite guidate in museo
    alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.
    Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

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