Categoria: Mostre

  • Nell’ambito del progetto della Regione Piemonte “L’essenziale è Barocco”, Palazzo Madama presenta la mostra Argenti preziosi, allestita in Sala Atelier dal 2 luglio al 15 novembre 2020.
    L’esposizione, curata da Clelia Arnaldi di Balme, propone una selezione di lavori d’argento dalle collezioni di Palazzo Madama e traccia la storia dell’argenteria in Piemonte dal primo Settecento alla
    fine dell’Ottocento.

    Il percorso inizia con l’illustrazione delle tecniche di lavorazione del prezioso metallo, duttile e malleabile, e dei sistemi di controllo fissati dalla corte sabauda al fine di garantire al compratore il valore e la qualità dei manufatti. La normativa piemontese più antica risale al 1476, ma si deve a Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours l’editto del 1677 che regolamenta rigidamente l’attività dell’Università degli Orafi e Argentieri della città di Torino e istituisce
    la figura dell’assaggiatore di stato. Si tratta di un funzionario incaricato di certificare con un marchio il titolo della lega, cioè la quantità di argento presente nel metallo con cui è realizzato ogni oggetto che esce dalle botteghe cittadine. La lettura dei punzoni degli argentieri e dei marchi di assaggio fa emergere personalità raffinate di maestri che segnano una linea di gusto di assoluta originalità nella produzione piemontese del Settecento e dell’Ottocento.
    I lavori esposti offrono al visitatore una panoramica sull’argenteria da tavola, con posate, zuppiere, caffettiere, teiere, cioccolatiere e alcune delle espressioni più tipiche dell’argenteria piemontese come le paiole, ovvero le tazze da puerpera, dono prezioso che il marito faceva alla moglie per farle sorseggiare il primo brodo dopo il parto.

    Altro oggetto caratteristico della nostra produzione è la zuccheriera, legata al consumo del caffè: all’epoca lo zucchero è merce preziosa, importata dalle Americhe soprattutto attraverso il commercio inglese, venduta dagli speziali a caro prezzo come medicina e utilizzata per sciroppi, impacchi e enteroclismi. L’uso come dolcificante è riservato ai ricchi, in alternanza al miele, e gli argentieri di tutta l’Europa fanno a gara per realizzare contenitori degni di questo raro e raffinato prodotto.

    Agli argenti da tavola seguono gli oggetti da arredo, come i candelieri, con una bella coppia di doppieri su cui è apposto il punzone del mastro argentiere Carlo Bartolomeo Minutto.
    Tra gli argenti destinati al culto emerge un reliquiario di san Maurizio (1740 circa), che nel corso del restauro per la mostra ha rivelato la presenza del punzone con san Rocco da riferire a Giovanni Francesco Paroletto, membro di un’importante famiglia di argentieri e autore con il fratello Paolo Antonio dello splendido paramento d’altare in lamina d’argento raffigurante la scena del Miracolo del SS. Sacramento, che oggi si ammira al Museo Diocesano di Torino.

    Per il pieno Settecento, vanno poi citati il calice di Giovanni Battista Boucheron, eseguito nel 1789 in memoria di Carlo Emanuele III, e alcuni argenti ebraici come un bel piatto per la cena durante le celebrazioni della Pasqua ebraica (Seder), e un calice per la benedizione sul vino recitata nel giorno del riposo (Kiddush).

    Accanto agli oggetti d’argento sono esposti grandiosi disegni di Giovanni Battista Boucheron per centrotavola, lampade pensili, brocche e candelieri, che trasferiscono sulla carta, attraverso la penna e l’acquerello, l’effetto raffinato delle oreficerie. Boucheron si dimostra in linea sia con la moda romana e le invenzioni decorative alla Piranesi, sia con il più aggiornato gusto parigino Louis XVI diffuso a Torino nei cantieri di corte dagli anni Settanta del Settecento. Con i disegni, vengono presentati i ritratti degli argentieri della sua famiglia, da cui escono generazioni di maestri orfèvres: Simone Giuseppe (Orléans? – Torino 1681), autore della campana che Carlo Emanuele II fa realizzare nel 1670 per l’orologio della torre romana di mezzogiorno di Palazzo Madama: la campana fu rimossa nel 1874 e – entrata a far parte delle collezioni del Museo Civico – tornò nel palazzo nel 1934; Andrea (Torino 1693 – 1760), che viene ritratto sullo sfondo dei modelli del repertorio dell’orefice parigino Pierre Germain (1748), fonte di ispirazione per tutta la produzione di argenti rococò fino all’Encyclopedie di Diderot e d’Alembert; e lo stesso Giovanni Battista (Torino 1746 – 1815), direttore dell’Orfèvrerie Royale creata nel 1775 per volere di Vittorio Amedeo III.
    La vetrina centrale è dedicata a un’opera restaurata ed esposta al pubblico per la prima volta: la mazza cerimoniale della Città di Torino, realizzata in argento sbalzato e cesellato tra il 1814 e il 1824, dopo la Restaurazione. La mazza veniva portata in mano dall’usciere comunale nelle occasioni ufficiali e riprende i tre progetti della prima mazza civica, realizzata da Francesco Ladatte nel 1769. Gli stessi motivi della testa taurina e della corona sono ripetuti nella decorazione della Sala dei marmi a Palazzo Civico.

    Dalle origini fino al 1849, la corona dello stemma di Torino è quella comitale chiusa da una serie di palle: la mazza presenta invece come terminazione una corona turrita che reca il punzone dell’argentiere di corte Carlo Balbino
    (Torino 1777 – post 1858): questo significa che, quando il Sindaco nel 1849 cambia il tipo di corona nello stemma della Città, la mazza viene rimaneggiata e alla corona originale viene sostituita quella turrita di Balbino.
    Una vetrina è dedicata alle armi con decorazioni in argento: fucili da caccia con scene venatorie e una carabina della Guardia Nazionale offerta in dono nel 1857 al vincitore dell’annuale gara della Società del tiro a segno. Chiudono il percorso una serie di monete – i primi oggetti a essere realizzati in argento – che ripercorrono la storia del ducato di Savoia dalla metà del Cinquecento alla metà dell’Ottocento; una scelta di disegni di Lorenzo Lavy (Torino 1720 – 1789) per monete e medaglie sabaude, alcune tavole dell’Encyclopedie e un nucleo di “dorini” della seconda metà dell’Ottocento, ornamenti da acconciatura e spilloni in argento lavorato a filigrana, tipico vezzo delle donne piemontesi che venivano appuntati sulle trecce e tra i capelli nelle occasioni festive. Il percorso della mostra è arricchito da opere provenienti da due raccolte private: argenti da tavola raffinati come le tre campane portavivande realizzate dall’Orfèvrerie Royale de Turin negli anni della direzione di Giovanni Battista Boucheron, e una selezione di bastoni da passeggio con il pomo d’argento, segno distintivo di particolare lusso ed eleganza.

    *Didascalia foto: Allestimento mostra Photo di Giorgio Perottino.

     

  • Presenza della figurazione nella scultura italiana.

    Ritornanti, che vuole riprendere il termini in francese “revenant”, redivivo o fantasma.

    L’obiettivo è quello di  stimolare una riflessione sulla presenza della figurazione nella scultura italiana, in un rapporto di prossimità tra i maestri del Novecento e gli artisti delle ultime generazioni. L’intento è quello di documentare quanto un modus attuale che non è solo pratica di lavoro, ma anche di sensibilità e capacità di sperimentazione, persista nel tempo.

    La figurazione, infatti, sembra attraversare tempi e correnti e, sebbene a volte sia stata relegata a un ruolo marginale, riemerge periodicamente nell’avvicendarsi delle generazioni artistiche. È possibile perciò cogliere rimandi costanti tra la ricerca di artisti distanti nel tempo e nelle estetiche attraverso tutto il Novecento.

    La mostra, a cura di Domenico Maria Papa, presenta una rassegna sulla scultura italiana attraverso opere, anche di grandi dimensioni, di: Arturo Martini, Francesco Messina, Giuseppe Maraniello, Giuliano Vangi, Luciano Minguzzi, Paolo Delle Monache e Giacomo Manzù. A queste si accompagnano 6 sculture di Aron Demetz, uno dei più rappresentativi artisti di una giovane generazione che in Val Gardena reinterpreta la tradizione della scultura in legno attraverso un linguaggio figurativo contemporaneo.

    L’esposizione è completata da 12 grafiche di Mimmo Paladino dedicate a Pinocchio, metafora di una materia che attraverso lo scalpello diviene persona viva, allegoria dell’arte stessa della scultura. In mostra anche fotografie in bianco e nero della fotografa torinese Carola Allemandi, realizzate espressamente per l’occasione.

    Oltre 30 opere per un viaggio nell’arte del Novecento, dalle sperimentazioni del dopoguerra alle produzioni più recenti. Un percorso che si inserisce nell’esposizione permanente del Castello e del Parco con la quale andrà a creare un dialogo serrato. Molti degli autori scelti sono, infatti, già presenti nella ricca collezione permanente del Castello. La mostra propone una lettura della raccolta, sottolineando e commentando le affinità o le differenze tra le opere in esposizione temporanea con quelle permanenti, nonché con opere che per caratteristiche storiche e formali vi entrano in relazione. La scelta delle sculture e la loro collocazione lungo il parco e il percorso della collezione permanente del Castello Gamba, evidenzia il rapporto formale e di correzione artistica tra le opere in esposizione e quelle della collezione permanente.

    La mostra, a cura di Domenico Maria Papa con il supporto tecnico di Museumstudio s.r.l.s di Torino, è corredata da un catalogo a stampa delle opere.

     

    Castello Gamba – Museo d’arte moderna e contemporanea della Valle d’Aosta
    Località Crêt-de-Breil
    Châtillon – Valle d’Aosta

    Tel. +39 0166 563252
    info.castellogamba@regione.vda.it

    Orari:
    Dalle 9.00 alle 19.00
    Tariffe Ingresso Castello:
    Intero: € 5,00
    Ridotto: € 3,00
    Ridotto (6-18 anni): € 2,00
    Gratuito: bambini fino a 6 anni non compiuti

    Locandina

     

     

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    Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica, dopo oltre 80 giorni di chiusura a causa delle misure di contenimento dovute all’emergenza sanitaria da Covid-19, riapre finalmente al pubblico.

    La Fondazione Torino Musei invita il pubblico a riappropriarsi del Palazzo simbolo della Città e delle collezioni del museo in assoluta sicurezza. L’ingresso sarà contingentato e, grazie ad alcune semplici norme di comportamento sarà assicurata una visita piacevole e sicura.

    Il museo osserverà i giorni e gli orari di apertura:

    giovedì – venerdì dalle 13.00 alle 20.00 – sabato e domenica dalle 10.00 alle 19.00

     

    Martedì 2 giugno Festa della Repubblica dalle 10.00 alle 19.00

    Palazzo Madama sarà aperto anche lunedì 1° giugno con orario 13.00-20.00 e mercoledì 24 giugno, festa patronale di San Giovanni con orario 10.00 – 19.00

    In particolare, saranno visitabili le sale delle collezioni permanenti e le mostre:

    A Palazzo Madama sarà finalmente possibile tornare ad ammirare i capolavori di Andrea Mantegna con la grande mostra prorogata al 20 luglio, mentre l’esposizione prevista Argenti preziosi. Opere degli argentieri piemontesi nelle collezioni di Palazzo Madama sarà aperta dal 2 luglio (in allegato i comunicati stampa). Saranno accessibili il percorso dedicato al Gotico e Rinascimento, il piano nobile del museo e la raccolta di vetri e ceramiche del secondo piano, mentre sono temporaneamente chiuse le sale del Lapidario, il Giardino medievale e la Torre panoramica.

    Modalità di accesso

    La Fondazione Torino Musei ha affrontato la delicata fase verso la riapertura lavorando con il Politecnico di Torino, che ha condotto l’iniziativa di ricerca “Imprese aperte, lavoratori protetti”. Il gruppo di esperti tecnico-scientifici ha elaborato un Rapporto contente le indicazioni che la Fondazione ha acquisito e inserito nelle procedure messe in atto per garantire la visita ai musei in massima sicurezza.

    Informazioni principali per i visitatori:

    • All’ingresso sarà misurata la temperatura. Non sarà consentito l’accesso al visitatore con temperatura superiore o uguale a 37,5°C. In tal caso anche gli eventuali accompagnatori non potranno accedere al museo
    • L’accesso sarà consentito a un numero contingentato di visitatori finalizzato a garantire un’adeguata distanza interpersonale. Tutti i percorsi di visita saranno guidati da un’apposita segnaletica e dal personale di sala presente
    • I visitatori in coda e nel corso della visita in museo sono tenuti a mantenere la distanza interpersonale di sicurezza
    • Per tutta la permanenza in museo sarà obbligatorio indossare correttamente la mascherina
    • Sono previsti erogatori di soluzione igienizzante idroalcolica a disposizione del pubblico
    • La prenotazione per l’accesso al museo e alle mostre è consigliata ma non obbligatoria.

    La Fondazione Torino Musei assicura la regolare, costante e periodica pulizia e igienizzazione degli ambienti museali. Tutto questo per garantire una visita piacevole e sicura.

    Per informazioni www.palazzomadamatorino.it e www.fondazionetorinomusei.it

     

  • L’Association of Art Museum Directors (AAMD) sblocca le dismissioni delle collezioni permanenti per assicurare liquidità a protezione dell’occupazione

    C’era una volta la “Sala Vendite” del Museo del Cairo, una sorta di bookshop dove al posto della solita cartolina con la meraviglia del museo, le meraviglie si vedevano proprio. Si trattava per lo più di statuette tolemaiche ed amuleti che il museo aveva a bizzeffe.

    Negli Stati Uniti, dove i musei sono nati come collezioni private e come tali, a lungo, sono stati gestiti, era invalsa la pratica capitalista del disinvestimento aggressivo dei pezzi in collezione per l’acquisto di nuove opere.

    Dopo le polemiche del 2018, quando alcuni musei avevano venduto in asta pezzi in collezione per evitare la bancarotta o finanziare nuovi acquisti, oggi, nell’era del Covid-19, il buco nei bilanci dei musei Usa ha fatto tornare l’AAMD sui suoi passi. Messa dinanzi alla scelta: salvare personale o salvare opere d’arte, sotto lo sguardo severo dei sindacati, ha optato per il salvataggio del capitale umano. Dal 5 maggio 2020, le rigide regole dei codici di condotta, tornano ad essere soft law e le opere d’arte tornano ad assumere quella funzione di asset class capace di assicurare liquidità immediata. Non soltanto opere in collezione potranno essere vendute, ma è permesso ai musei l’utilizzo dell’endowment, ossia i fondi accumulati tramite lasciti e donazioni private (come annunciato ad aprile dal Metropolitan ) di cui quasi tutti i musei Usa sono dotati e che di regola sono allocati con precisione per acquisizioni e ristrutturazioni.

     

    A salvaguardia dell’occupazione

    La formula magica usata dall’AAMD per sbloccare le vendite è “direct care”delle collezioni permanenti. Tradotto, le opere in pancia possono essere vendute a patto che i proventi vadano ad “assistenza diretta delle collezioni permanenti”. Decidere che cosa costituisca “assistenza diretta” è stato rimesso, con grande approssimazione, alla discrezione dei board dei musei. Sempre ai consigli di direzione spetta l’arduo compito di rendicontare vendite e allocazione dei fondi. L’AAMD precisa però che l’allentamento delle norme è da intendersi come provvisorio e la ratio dietro “il via libera al deaccessioning” è il salvataggio del museo e non la svendita dell’arte.
    Seppure ancora troppo presto per fare previsioni, è probabile che musei di medie e piccole dimensioni, che non possono contare su un endowment-paracadute, e quelli grandi fortemente indebitati si aggrapperanno a questo salvagente. Il riversarsi sul mercato di opere che fino a ieri erano affisse ai muri dei principali musei del paese avrà di certo una ripercussione sul mercato. La sovrabbondanza dell’offerta di alcuni artisti/periodi potrà portare alla caduta dei prezzi o, alternativamente, alla meno probabile – considerati i tempi – salita.

    Certamente se le opere posizionate sul mercato dovranno tradursi in liquidità immediata, i board andranno sul sicuro affidandosi ad artisti dal ritorno assicurato. Pertanto è probabile che si manderanno all’asta lavori di Rothko, Warhol, Pollock, O’Keefe o Hockney, piuttosto che la collezione di monete di epoca romana o artisti dalle quotazioni oscillanti. Al di là delle speculazioni, quello che resta certo, oggi, è il fatto che, come altri settori, anche quello dell’arte uscirà mutato da questi mesi e che il prezzo lo pagheranno anche le prossime generazioni, private di opere vendute per soccorrere il capitale umano odierno dal pericolo disoccupazione. Ma siamo convinti che la cura dimagrante dei musei sarà sufficiente a contrastare la crisi? Nella gran parte dei casi il valore economico delle collezioni di un museo risiede in un numero molto limitato di opere, quasi tutte esposte permanentemente. Quindi se un museo vuole evitare di vendere le sue opere più preziose, snaturando la identità, dovrà venderà l’1% delle opere in valore.

    Basterà?

     

     

     

  • Curto, per anziani e famiglie, faremo corsi yoga e tai chi

    Fonte Ansa

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    Esperienza immersiva con La Muta di Leonardo

    Il silenzio mentre lo sguardo indugia sugli occhi fissi e grigi e sulle sottili labbra serrate, per poi scendere al décolleté e infine risalire lungo la linea perfetta del naso: con questa sequenza inizia il video che racconta il lungo e laborioso restauro di uno dei più enigmatici ritratti di Raffaello Sanzio, “La Muta”, conservato alle Gallerie Nazionali delle Marche di Urbino e in questo momento al buio nelle Scuderie del Quirinale per la grande 500 anni dalla morte dell’artista urbinate.

    L’opera, corrosa dai tarli, ha conosciuto un serio intervento conservativo nel 2014 per mano dei tecnici dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, un lavoro documentato nei dettagli nel video postato oggi sul canale YouTube del Mibact, dove dall’inizio dell’emergenza coronavirus i musei, i parchi archeologici e gli istituti autonomi statali stanno fornendo contributi audiovisivi di ogni genere per permettere alle persone di continuare a godere del patrimonio culturale nazionale.

    Le diverse sequenze degli interventi diagnostici, a partire dalla radiografia che ha evidenziato la vastità degli attacchi al supporto ligneo da parte di insetti xilofagi per arrivare alla disinfestazione del dipinto e la sua integrazione pittorica, sono illustrate con cura dai restauratori, che rivelano anche le tante scoperte rese possibili dalle analisi: dai diversi segni di pentimento nel disegno sottostante all’uso del nero d’ossa e di pigmenti di rame, sono molti gli elementi emersi da un restauro che ha permesso di restituire luce e splendore all’opera.

    Con questa iniziativa il Mibact, attraverso un impegno corale di tutti i propri istituti, mostra così non solo ciò che è abitualmente accessibile al pubblico, ma anche il dietro le quinte dei beni culturali con le numerose professionalità che si occupano di conservazione, tutela, valorizzazione.

     

  • Avrebbe dovuto aprire i battenti il 5 marzo ma purtroppo a fine febbraio il decreto anti-coronavirus ha fermato l’attesissima mostra dedicata a Raffaello. Non sarà la stessa cosa ma adesso è possibile ammirala online.

    Pensata per celebrare i 500 anni dalla morte dell’artista, la mostra era stata allestita a Roma presso le Scuderie del Quirinale. Mancavano una manciata di giorni, meno di due settimane all’avvio ma il coronavirus è riuscito a fermare anche quello che dagli amanti dell’arte era considerato l’evento dell’anno. Così gli organizzatori hanno offerto la possibilità di fare unapasseggiata virtuale all’interno della mostra attraverso i canali social. Ma non solo.

    #RaffaelloInMostra

    Con Raffaello In Mostra, le Scuderie del Quirinale riaprono virtualmente le porte con video-racconti e passeggiate virtuali all’interno delle sale delle scuderie per  ammirare alcune tra le più belle opere esposte, tra cui La Madonna del Granduca delle Gallerie degli Uffizi, la Santa Cecilia dalla Pinacoteca di Bologna, la Madonna Alba dalla National Gallery di Washington, il Ritratto di Baldassarre Castiglione e l’Autoritratto con amico dal Louvre, la Madonna della Rosa dal Prado e la Velata, di nuovo dagli Uffizi. Il tutto arricchito da dettagli e curiosità.

    #RaffaelloOltreLaMostra

    In più, sono a disposizione approfondimenti e incursioni nel backstage  attraverso i canali social. Si potrà partecipare virtualmente anche agli incontri ospitati a palazzo Altemps prima dell’apertura al pubblico dell’esposizione.

    Qui uno degli ultimi video della mostra sul canale di YouTube dedicato:

    Qui è possibile vedere gli altri filmati dedicati alla mostra di Raffaello

    Fonti di riferimento: Scuderie del Quirinale

     

  • A partire da oggi  mercoledì 25 marzo, la programmazione di Sky Arte va in streaming per tutti, e gratis: è l’iniziativa con cui il noto canale di arte e cultura a pagamento aderisce all’iniziativa #iorestoacasa per dimostrare vicinanza agli italiani costretti in casa per l’emergenza Covid-19 da coronavirus. “Sky”, si legge in una nota dell’azienda, “propone a tutti il meglio delle grandi produzioni di Sky Arte sul patrimonio artistico e culturale d’Italia”.

    Si tratterà di un palinsesto attivo 24 ore su 24 con cui Sky Arte darà a tutti “la possibilità a tutti di viaggiare attraverso le più belle produzioni del canale, di intrattenersi con gli imponenti film d’arte e di raccontare l’Italia con gli scenografici documentari girati nel cuore del nostro Paese”.

    Lo streaming sarà disponibile da domani sul sito di Sky Arte: https://arte.sky.it.

    Quella che andrà in onda in streaming sarà una selezione dei programmi dedicati al patrimonio culturale e artistico dell’Italia che vengono trasmessi sul canale Sky 120 e 400.

    Tra gli altri, Sette Meraviglie, la serie che va alla scoperta dei grandi simboli dell’arte italiana, realizzata con le più moderne tecniche di ripresa; Musei, la produzione che permette di immergersi nei più importanti poli museali d’Italia e scoprire le ricchezze custodite all’interno; i grandi film d’arte di Sky che raccontano le vite e le arti di Leonardo, Michelangelo, Caravaggio, Raffaello e Tintoretto. E ancora Italie Invisibili che porta l’attenzione su luoghi in cui il tempo e la storia hanno lasciato il segno del proprio passaggio o Italian Season, la serie dedicata alle eccellenze artistiche del Belpaese. Anche la musica trova spazio nel palinsesto dedicato, con le esibizioni di Brunori Sas nella chiesa di Santa Maria dello Spasimo di Palermo, di Franco Battiato nell’Hangar Bicocca di Milano e le puntate più intense di 33 Giri – Italian Masters.

    L’impegno di Sky si estende inoltre a supportare chi in questi giorni lotta negli ospedali per combattere il coronavirus: Sky, infatti, sostiene la Protezione Civile con una raccolta fondi per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale per il personale sanitario e strumenti di ventilazione. La donazione può essere effettuata direttamente sul Conto Corrente n. 66387 (IBAN IT84Z0306905020100000066387) aperto presso la Tesoreria Centrale dello Stato, intestato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Protezione Civile, con la causale SKY IoRestoACasa Covid 19.

    Per maggiori informazioni sulla donazione è possibile visitare il link https://www.sky.it/landing/iorestoacasa.html.

     

  • Va online la mostra cinemaddosso #iorestoacasa #museichiusimuseiaperti

    Il Museo Nazionale del Cinema di Torino, da sempre molto attivo sui social network, in questo periodo rafforza ulteriormente la sua presenza in rete proponendo e consolidando numerose iniziative volte alla fruizione non solo delle collezioni ma anche della mostra cinemaddosso. I costumi di Annamode da Cinecittà a Hollywood. A queste si affiancheranno i laboratori online per gli studenti e la campagna The Best Of volta a ripercorrere i primi 20 anni della storia del Museo Nazionale del Cinema alla Mole Antonelliana.

    “È importante che la cultura, in questo momento, dia un segnale forte facendo quadrato con le altre realtà e con le istituzioni – sottolinea Enzo Ghigo, Presidente del Museo Nazionale del Cinema. Il museo, la sua storia e le sue collezioni vengono condivise online, offrendo un patrimonio unico nel suo genere. Le innumerevoli e varie attività dell’ente trovano così un luogo nella rete. E’ un momento difficile per tutto il Paese, ma solo non perdendo di vista il bene comune riusciremo a ritornare alla normalità”.

    cinemaddosso. I costumi di Annamode da Cinecittà a Hollywood

    È da oggi online il sito www.cinemaddosso.com: qui la mostra, a cura di Elisabetta Bruscolini, è a disposizione del pubblico, gratuitamente, e viene raccontata con video, approfondimenti, testi e ipertesti, curiosità e schede didattiche. Ogni giovedì, sia sul sito che sui social del museo, verranno illustrate le diverse sezioni della mostra, in una sorta di catalogo online multimediale e interattivo.

    “È la prima volta che il Museo Nazionale del Cinema di Torino condivide online in maniera così importante la mostra che ospita alla Mole Antonelliana – racconta Domenico De Gaetano, Direttore del Museo Nazionale del Cinema. È sicuramente un grande passo verso una diversa fruizione del patrimonio, che potenzialmente diventa senza confini, e nasce un nuovo rapporto con l’utente finale, che si libera dal vincolo geografico. Non sostituisce la tridimensionalità

    dell’esperienza immersiva della visita al museo ma ne approfondisce i contenuti, fornendo diversi punti di vista”.

    “Questa mostra visionaria, allestita senza barriere tra il pubblico e gli abiti perché se ne possa apprezzare da vicino manifattura e materiali, deve essere fruita dal vero, perciò non proponiamo una replica online, bensì un progetto complementare – sottolinea la curatrice Elisabetta Bruscolini. Ogni settimana, grazie alla disponibilità del Museo Nazionale del Cinema, di Annamode e del team che ha progettato e realizzato la mostra, rileggeremo il percorso inquadrando le opere esposte in un’epoca, una temperie emotiva, una situazione sociale, storie e leggende che conosciamo anche grazie ai film e ai libri che ce le hanno raccontate. Vi invitiamo a scoprire contenuti esclusivi fino a quando, finita l’emergenza, la Mole Antonelliana possa riaprire e l’esperienza sensoriale offerta dalla mostra cinemaddosso possa essere pienamente vissuta”.

    The Best Of

    Parte mercoledì 18 marzo sui canali social del Museo Nazionale del Cinema “The Best Of”, la campagna che racconta, come una sorta di macchina del tempo, i momenti più importanti dei 20 anni del museo alla Mole Antonelliana.

    Tre appuntamenti settimanali – lunedì, mercoledì e venerdì – che, pescando negli archivi fotografici e video del museo, ricordano persone e iniziative: Nanni Moretti direttore con Roman Polanski e Oliver Stone ospiti al Torino Film Festival nel 2008, la mostra dedicata a Isabelle Huppert nel 2006, l’omaggio a Maria Adriana Prolo e a Henri Langlois nel 2002, solo per citarne alcuni.

    The Best Of sarà anche occasione per proporre iniziative per Kids&Families e raccontare le ricchissime collezioni del Museo: gallerie fotografiche, manifesti, oggetti, riviste, volumi e fondi, oltre a suggerire film, frammenti e rarità sul canale Vimeo della Cineteca.

    “Ci è sembrato giusto – sottolinea Domenico De Gaetano – ricordare quello che la nostra fondazione ha fatto dal 2000 ad oggi. Non solo il museo e le sue collezioni, le mostre e gli ospiti internazionali, ma anche i 3 festival (Torino Film Festival, Cinemambiente e Lovers Film Festival) e il Torino Film Lab. Ripercorrere e raccontare questi anni è per noi importante, e volevamo farlo con il linguaggio dei social, che oggi più che mai rende tutto immediato e attuale”.

    FB @museocinema IG @museocinema TW @museocinema

  • I musei chiudono le porte a causa dell’emergenza coronavirus ma le riaprono sotto forma virtuale. E così, anche se siamo in quarantena, possiamo goderci le meraviglie dell’arte comodamente da casa, semplicemente utilizzando un pc, un tablet o uno smartphone. Di seguito abbiamo selezionato 10 mostre digitali che vi immergeranno nel magico universo di 10 artisti famosissimi. Tour virtuali gratuiti con cui rifarsi gli occhi!

    Gustave Klimt

    Su Google Arts & Culture potete immergervi nel magico mondo di Klimt e nella mostra “Gustav Klimt and the Palais Stoclet vi sarà possibile addentrarvi nel Palazzo Stoclet alla scoperta di alcuni dei dipinti più famosi dell’artista, con tante curiosità a tema.

    Michelangelo

    Michelangelo from behind – Masterworks in a new perspective” è un magnifico tour virtuale alla scoperta delle sculture di Michelangelo delle Cappelle Medicee, immortalate in fotografie in bianco e nero che ne catturano meravigliosi dettagli. Un modo per osservarle da una prospettiva inedita, con tanto di descrizioni di accompagnamento.

    Claude Monet

    In collaborazione con la National Gallery e altre 16 collezioni, nasce “Monet è stato qui“, ispirato alla storica mostra “The Credit Suisse Exhibition: Monet e Architecture“, che ci racconta come i viaggi del grande pittore hanno ispirato la sua arte. Si passa dalla Londra di Monet a Parigi, da Venezia a Rouen. Si può esplorare la sua incredibile tavolozza, guardare da vicino le sue pennellate e scoprire fatti inediti sul suo conto.

    Salvador Dalì

    Se siete affascinati dal personaggio, oltre che dalle opere inconfondibili, del surrealista Salvador Dalì, non perdetevi la mostra virtuale “Salvador Dalì in Spain“, che ci immerge nella svolta mistica dell’artista rientrato in patria. Un tour tra foto che lo immortalano all’opera svelando, immagine dopo immagine, il suo controverso mondo interiore, l’amore per Gala, e tante altre curiosità.

    Van Gogh

    Il Van Gogh Museum di Amsterdam apre le porte ai visitatori virtuali mettendo a disposizione tantissime opere del grande artista, dall’autoritratto del 1887 ai girasoli del 1889, dagli Iris del 1890 alla stanza da letto del 1888. Si possono scoprire anche curiosità sulla sua vita amorosa nella mostra “Vincent Van Gogh’s love life“, sui libri che leggeva e sulla sua esistenza, ripercorrendola con fotografie e dipinti.

    Edvard Munch

    I quadri del pittore norvegese Edvard Munch si possono ammirare nel Munch Museum di Oslo, da Anxiety del 1894 a Jealousy di 1907, dall’Ansia del 1894 a Madonna del 1894 fino all’Urlo. Una carrellata di dipinti, fotografie e curiosità su questo importante pittore espressionista.

    Leonardo Da Vinci

    Che rapporto aveva Leonardo Da Vinci con la natura? Potete scoprirlo nel tour virtuale “Leonardo Da Vinci and Nature” su Google Arts & Culture, accompagnati da una guida in francese. Oppure esplorare le sue invenzioni con video e fotografie. Ovviamente non mancano i suoi dipinti con tanto di spiegazioni e risorse utili per saperne di più.

    Fernando Botero

    Se amate Botero e le sue curve generose, Google Arts & Culture vi propone una ricca selezione di sue opere e un tour virtuale del National Museum of Colombia che vi permette di osservarle da vicino, accompagnandovi con informazioni preziose.

    Edouard Manet

    La mostra digitale “Manet’s Model: The Story behind a Famous Face” è dedicata alle modelle di Manet, svela quali erano le sue preferite, dove le trovava, in che modo era solito raffigurarle. Una mostra che attraverso i suoi ritratti di donne ci consente di scoprire curiosità sul loro conto e sul grande artista, da una prospettiva insolita.

    Fonti: Google Arts & Culture

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