Categoria: Mostre

  • Il Forte di Bard ospita dal 14 febbraio al 2 giugno 2020 la mostra Capolavori della Johannesburg Art Gallery. Dagli Impressionisti a Picasso a cura di Simona Bartolena. In esposizione, una selezione di 64 opere dallo straordinario valore artistico, provenienti dalla Johannesburg Art Gallery, il principale museo d’arte del continente africano. La collezione nel suo insieme conta oltre cento opere tra olii, acquerelli e grafiche, che portano la firma di alcuni dei grandi maestri della scena artistica internazionale tra Ottocento e Novecento, da Degas a Dante Gabriel Rossetti, da Corot a Boudin e Courbet, da Monet a Van Gogh, da Mancini a Signac, da Picasso a Bacon, Liechtenstein e Warhol, fino ai più recenti protagonisti del panorama artistico sudafricano, primo fra tutti William Kentridge. Una serie inaspettata di capolavori che permettono di percorrere un vero e proprio viaggio nella storia dell’arte del XIX e XX secolo, spaziando dall’Europa agli Stati Uniti, fino al Sudafrica.

    L’esposizione al Forte di Bard inizia con un’opera di Antonio Mancini, un ritratto a Lady Florence Phillips, fondatrice della Johannesburg Art Gallery e prosegue con le opere dell’Ottocento inglese tra cui i lavori del grande protagonista del romanticismo britannico Joseph Mallord William Turner, dei Preraffaelliti Dante Gabriel Rossetti e John Everett Millais e di Sir Lawrence Alma-Tadema.

    Un nucleo di opere francesi della seconda metà dell’Ottocento sono le protagoniste della sala successiva: in esposizione la veduta delle falesie normanne di Étretat di Gustave Courbet, un piccolo gioiello che ben rappresenta la fase più vicina ai barbizonniers di Camille Corot e opere di François Millet e Henri-Joseph Harpignie.

    Il percorso continua con la straordinaria novità del linguaggio impressionista delle opere di Monet, Sisley, Degas e Guillaumin e con alcuni protagonisti della scena postimpressionista, artisti che seppero prendere le distanze dalla lezione di Monet e compagni, suggerendo nuove ipotesi espressive e nuove strade alle generazioni successive. Notevole spazio ha in mostra il pointillisme, lo stile nato dalla radicalizzazione delle teorie impressioniste, grazie alla presenza di due capolavori di Paul Signac (un acquerello e lo splendido La Rochelle), un paesaggio di Lucien Pissarro, figlio dell’impressionista Camille, in bilico tra nuove ricerche e memorie della pittura paterna, e un importante lavoro di Henri Le Sidaner.

    Segnano, invece, il passaggio al XX secolo i disegni di due grandi scultori: Auguste Rodin e Aristide Maillol. L’arrivo nelle collezioni della Johannesburg Art Gallery di opere datate al Novecento è piuttosto tardivo grazie ad acquisizioni e donazioni successive. In mostra, al rigore del ritorno a una figurazione dagli accenti tradizionali di André Derain fanno da contrappunto l’approccio già avanguardista di Ossip Zadkine, in bilico tra sintesi cubista e recupero di una rinnovata solidità classica, e l’inconfondibile eleganza del segno di Amedeo Modigliani. Quattro grafiche e una significativa Testa di Arlecchino a matita e pastello raccontano la ricerca di Pablo Picasso.

    Il percorso nelle avanguardie prosegue con la ricerca sensuale e luminosa di Henri Matisse, presente in mostra con tre notevoli litografie.

    La collezione storica dedicata al secondo Novecento è frutto di acquisizioni e donazioni recenti e comprende, oltre che lavori di artisti locali, anche opere di europei e statunitensi. La mostra ne ospita quattro significativi esempi: un tormentato ritratto maschile di Francis Bacon, un intenso carboncino di Henry Moore, e due capolavori pop di Roy Lichtenstein e Andy Warhol.

    L’ultima sezione della mostra è dedicata all’arte africana contemporanea che ricopre un ruolo importante nel percorso espositivo: una vera scoperta, un’occasione per incontrare una realtà pittorica ben poco nota al pubblico europeo.

     

    La collezione

    Aperta al pubblico nel 1910, la Johannesburg Art Gallery è il principale museo d’arte del continente africano e ospita una collezione di altissima qualità. Principale protagonista della nascita e della formazione della collezione fu Lady Florence Philips. Nata a Cape Town nel 1863, si trasferisce a Johannesburg dopo il matrimonio con Sir Lionel Philips, magnate dell’industria mineraria. La galleria, finanziata da investimenti del marito e di alcuni altri magnati, nasce con l’obiettivo di dotare la sua città di un museo d’arte, convinta di voler trasformare quello che all’epoca era un centro minerario in una città improntata al modello delle capitali europee. La nascita di una galleria d’arte pubblica sarebbe stata inoltre un’opportunità di crescita culturale per tutta la popolazione                                                                             oltre che fattore di prestigio per l’alta società locale.

    Altra personalità che ebbe una parte rilevante nella fondazione del museo fu Sir Hugh Percy Lane, esperto d’arte e mercante anglo-irlandese. Già curatore per la Municipal Gallery of Modern Art di Dublino, fra i primissimi estimatori e collezionisti dell’Impressionismo francese, aiutò Lady Philips nell’impresa, consigliando possibili acquisizioni.

    Fino dalla sua apertura, il museo presenta una selezione di opere di straordinaria qualità e modernità, un nucleo arricchitosi negli anni, grazie a nuove acquisizioni, lasciti e donazioni.

     

  • Reali Mon Amour
    Un San Valentino speciale all’insegna della cultura e del buon cibo ai Musei Reali
    Il 14 febbraio, chi entra in coppia ai Musei Reali e paghi solo un ingresso.
    Alle 17 e alle 18, speciale percorso guidato agli Appartamenti Nuziali del Secondo Piano di Palazzo Reale e sfizioso aperitivo in caffetteria, nella Corte d’Onore.

    Modalità di partecipazione
    Prenotazione al numero 011 19560449.
    Costo: € 5 a persona

     

     

    La cena degli innamorati al Caffè Reale ti attende!
    14 e 15 febbraio, cena € 40 a coppia. Per chi si presenta con il biglietto dei Musei reali emesso in giornata, prezzo speciale scontato di € 32.
    Modalità di partecipazione
    Prenotazione al numero 335 8140537.

    Carnevale ai Musei Reali
    Un pomeriggio da romano
    Sabato 22 febbraio 2020, ore 17
    Museo di Antichità
    Visita per bambini dai 5 anni
    Tra le statue del Museo di Antichità c’è aria di festa: a Carnevale, rivive il clamore dei Saturnali, i giorni dedicati al dio Saturno. Questo è il momento migliore per trasformarsi in antichi romani e immergersi nella vita quotidiana di 2000 anni fa! I bambini potranno vestirsi a casa o farsi aiutare dall’archeologo in museo, portando con sé lenzuoli, tessuti colorati, nastro e spille.

    Modalità di partecipazione
    Prenotazione obbligatoria al numero +39.011.19560449
    Costo: € 5 a bambino | ingresso gratuito per un accompagnatore.

    Semel in anno….carnevale a corte
    Domenica 23 febbraio 2020, ore 16
    Palazzo Reale e Armeria
    Visita tematica per tutti
    Percorrendo le sale auliche di Palazzo Reale e dell’Armeria, si scoprirà come Casa Savoia festeggiava il periodo più anticonvenzionale dell’anno, quello del Carnevale.
    Tra balli di corte, mascherate, spettacoli teatrali e tornei cavallereschi un’occasione di conoscenza del divertimento a Corte.

    Modalità di partecipazione
    Prenotazione consigliata al numero +39.011.19560449
    Costo: € 5 a persona + biglietto di ingresso

    © Stanislav Stepashko

    Colori! Colori! Colori!
    Domenica 23 febbraio 2020, ore 15.30
    Martedì 25 febbraio 2020, ore 15.30
    Mostra Konrad Mägi. La luce del Nord – Sale Chiablese
    Visita laboratorio per bambini dai 6 ai 10 anni
    Il carnevale è una delle feste più colorate dell’anno. Quale occasione migliore per provare ad osservare e conoscere meglio i colori? Partendo dalle opere del pittore Konrad Mägi si proverà a capire insieme quali sono i colori primari e secondari, cosa succede mescolandoli insieme o avvicinandoli l’uno all’altro, quali colori sono amici tra di loro e come usarli per creare effetti brillanti o al contrario più tenui, proprio come veri artisti. Una volta svelati tutti i segreti del colore i bambini potranno utilizzare quanto imparato per realizzare insieme una allegra maschera di carnevale artistica.

    Modalità di partecipazione
    Prenotazione consigliata al numero +39.011.19560449
    Costo: € 5 a bambino | ingresso gratuito per un accompagnatore.

     

    Guerrieri in maschera
    Martedì 25 febbraio 2020, ore 17
    Armeria Reale
    Visita laboratorio per bambini dai 5 anni
    Che ci fanno sugli elmi e le armature degli antichi cavalieri tutti quei volti grotteschi, musi feroci, sguardi truci e becchi di rapaci? Un tempo spaventavano i nemici, oggi stupiscono e divertono. I piccoli visitatori li scopriranno nell’Armeria Reale e poi, imitando gli armaioli del passato, potranno scatenare la fantasia per creare una maschera da battaglia.

    Modalità di partecipazione
    Prenotazione obbligatoria al numero +39.011.19560449
    Costo: € 5 a bambino | ingresso gratuito per un accompagnatore.

  • Domenica 21 giugno 2020 tornerà il Gran Premio Parco Valentino, la sfilata riservata ai collezionisti di supercar e auto storiche di prestigio che, nella sua 6a edizione, entrerà a far parte del calendario eventi di Milano Monza Motor Show.
    Il Gran Premio Parco Valentino è stato presentato presso il Palazzo della Regione Piemonte a Torino, alla presenza di Alberto Cirio, Presidente Regione Piemonte, Andrea Tronzano, Assessore al Bilancio della Regione Piemonte, Matteo Marnati, Assessore all’Ambiente Regione Piemonte, Alessandro Canelli, Sindaco di Novara, Alberto Gusmeroli, Sindaco di Arona, Piergiorgio Re, Presidente Comitato ACI Piemonte, Gianmarco Giorda, Direttore ANFIA, e Andrea Levy, Presidente Milano Monza Motor Show.

    Una parata dinamica di quella che è la storia dell’automobile, rappresentata dai modelli più iconici che ne hanno rappresentato l’evoluzione e i passaggi chiave, sia in ambito ingegneristico che in quello di design. Supercar, prototipi dei più grandi carrozzieri e centri stile, auto classiche e moderne dotatedelle tecnologie più all’avanguardia sfileranno tra le strade più belle di Piemonte e Lombardia, in un evento dinamico di caratura internazionale in grado di unire le due regioni, realizzato anche grazie alla collaborazione di ACI Torino e ACI Novara.

     

    Tornerà anche la Supercar Night Parade: giovedì 18 giugno andrà in scena il Tribute ACI Torino Monza Supercar Night Parade, uno speciale road to organizzato da ACI Torino che porterà le più belle auto sportive dal centro storico di Torino fino al Monza Eni Circuit, dove si uniranno alle ore 20 alla Monza Supercar Night Parade, la parata di hypercar e supercar che chiuderà la giornata inaugurale del Milano Monza Motor Show con una grande festa sulle antiche sopraelevate e sul rettilineo dell’Autodromo di Monza.
    Sul sito www.milanomonza.com è possibile candidare la propria vettura per partecipare alla 6a edizione del Gran Premio Parco Valentino e alla Monza Supercar Night Parade.

     

    DICHIARAZIONI

    Andrea Levy – Presidente Milano Monza Motor Show
    “Il Gran Premio Parco Valentino da sempre ha rappresentato l’anima dinamica, glamour e culturale in grado di raccontare la storia dell’automobile attraverso i modelli scelti dagli equipaggi partecipanti. Sono molto felice che la sua 6a edizione entri nel calendario di Milano Monza Motor Show unendo Arona e Novara, città splendide e ricche di storia e di monumenti, naturalmente collegate alla vicina Lombardia da una strada suggestiva che costeggia la zona dei laghi e che arriva a Monza, perla della Brianza, e al suo Autodromo, Tempio della Velocità e sede di Milano Monza Motor Show. Ringrazio la Regione Piemonte e tutte le istituzioni che hanno fortemente voluto la realizzazione di questa parata di collezionisti, collaborando in sinergia affinché potesse organizzarsi e realizzarsi”.

    Alberto Cirio – Presidente Regione Piemonte
    “Siamo felici di poter ospitare il Gran Premio Parco Valentino perché per noi è fondamentale innanzitutto mantenere il legame con un evento che è nato nella nostra regione e che vede in questo territorio la capitale italiana dell’automobile. Sarà una occasione per attrarre migliaia di appassionati lungo un percorso di grande bellezza e suggestione che valorizza e racconta luoghi come Arona e Novara, città incastonate in un patrimonio di eccellenza ambientale, paesaggistica, storica e culturale.”

    Andrea Tronzano – Assessore al Bilancio Regione Piemonte
    “Torino e il Piemonte rappresentano la storia dell’Auto e anche il futuro di questo comparto strategico dell’economia regionale. La vocazione per i motori da sempre è nel DNA dei piemontesi e questo evento non farà altro che rafforzare questo legame indissolubile, oltre a essere una vetrina sportiva di tradizione e di passioni. Un plauso agli organizzatori che regaleranno al Piemonte la magia di questo Gran Premio Parco Valentino”.

    Matteo Marnati – Assessore all’Ambiente Regione Piemonte
    “Questa è una occasione per mantenere viva l’immagine di Torino e del Piemonte nel settore manifatturiero dell’auto. Purtroppo scontiamo il fatto di avere perso il salone e per questa ragione l’appuntamento assume il significato di mantenere alta l’attenzione non soltanto per quanto riguarda il passato ma per il futuro di questo settore strategico”.

    Alberto Gusmeroli – Sindaco di Arona
    “Siamo estremamente onorati e orgogliosi di poter prendere parte a questo grande gioco di squadra, in cui una manifestazione storica come il Gran Premio Parco Valentino, toccherà insieme a Novara e Monza la nostra Città, abbracciando in qualche modo tutto il Lago Maggiore, e permettendole di avere la visibilità che merita fra le bellezze della nostra cara Italia.
    Sarà l’occasione per ammirare delle automobili che hanno fatto la storia del nostro Paese, immersi in un contesto naturale lacustre unico”.

    Alessandro Canelli – Sindaco di Novara
    “Novara accoglierà nel mese di giugno il tour Piemonte – Lombardia del Gran Premio Parco Valentino. Un evento che, ne siamo certi, riscuoterà grande successo. Duecento auto da Arona raggiungeranno Novara, facendo tappa nel cuore della città, al Castello dove si potranno ammirare vere e proprie supercar, prototipi particolarmente elaborati e auto classiche di pregio. Una passerella che unisce Piemonte e Lombardia con partenza da Arona, passaggio e sosta a Novara e ripresa fino a Monza dove si conclude la sfilata”.

    Piergiorgio Re – Presidente Comitato ACI Piemonte
    “L’Automobile Club Torino ha sempre supportato con entusiasmo le iniziative a favore dell’automobile che ribadiscono il ruolo fondamentale della città di Torino in questo settore”.

    Gianmarco Giorda – Direttore ANFIA
    “ANFIA conferma anche quest’anno il patrocinio ad una manifestazione che ha saputo, fin dalla prima edizione, mettere al centro le eccellenze della filiera automotive, protagoniste di una soluzione espositiva innovativa e di una varietà di eventi attrattivi anche per la platea dei cittadini e degli appassionati. La nostra Associazione ha partecipato, in questi anni, con le aziende del Gruppo Carrozzieri e Progettisti, espressione del know-how italiano in materia di car design ed engineering, radicato, in particolare, nel distretto del Nord-Ovest. Siamo quindi entusiasti di prendere parte anche a questa edizione rinnovata dell’evento, certi che si configurerà come contenitore ideale per presentare le numerose innovazioni dell’industria automotive italiana”.

     

     

     

     

     

     

  • Continua l’impegno per lo sviluppo e la valorizzazione di un grande patrimonio di storia, arte e natura.

    Musei più aperti, più accessibili, più partecipati: il bilancio degli ultimi quattro anni dei Musei Reali racconta una realtà in crescita, con un incremento del 61% del pubblico dal 2016 a oggi e 596.000 visitatori nel 2019.
    Un risultato reso possibile grazie al sostegno della Compagnia di San Paolo e della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, e grazie anche all’impegno delle molte istituzioni, associazioni e imprese che hanno, a vario titolo, contribuito ad accompagnare questo cammino.

    Il 2020 segna per i Musei Reali un primo importante punto di arrivo. Si chiude la prima fase del progetto di sviluppo promosso dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, che a partire dal 2014 ha riunito in un’unica realtà museale il Palazzo Reale con la Cappella della Sindone, l’Armeria, la Galleria Sabauda, il Museo di Antichità, i Giardini Reali, le Sale Chiablese e la Biblioteca Reale. Una fase di avvio che ha definito il profilo della nuova istituzione e che si apre ora a nuove importanti sfide.

    I dati di crescita trovano riscontro anche nell’attività dei canali ufficiali social dei Musei Reali. I dati aggiornati al 31 gennaio 2019 registrano 36.846 like sulla pagina Facebook, 12.327 follower su Twitter e 26.700 follower per Instagram.
    Ogni anno i Musei Reali partecipano alla #MuseumWeek, l’appuntamento mondiale dedicato alla cultura sui social network, posizionandosi nell’edizione 2019 tra i primi dieci musei in Europa.

    DATI DEI VISITATORI

    visitatori MRT

    incremento su anno prec

    % su anno prec

    incremento su 2015

    % rispetto a 2015

    2015

    307.350

    2016

    314.195

    6.845

    2,23%

    6.845

    2,23%

    2017

    360.847

    46.652

    14,85%

    53.497

    17,41%

    2018

    461.250

    100.403

    27,82%

    153.900

    50,07%

    2019

    492.136

    30.886

    6,70%

    184.786

    60,12%

     

    Una delle numerose novità è l’APP.

     

     

    MRT è l’App ufficiale dei Musei Reali di Torino, progettata e sviluppata per accompagnare il visitatore prima, durante e dopo la visita.
    È multilingua (italiano e inglese, audioguide in italiano, inglese e francese) e propone contenuti free e contenuti premium.

    Il progetto dell’App è stato curato dalla Società Cooperativa Culture, in collaborazione con Heritage Srl e Macoev Srl.

    Con l’App si può:
    ACCEDERE a contenuti informativi (orari, tariffe, contatti, accessibilità) – ESPLORARE il patrimonio e le collezioni (nello specifico storia, collezioni, mostre permanenti, eventi in corso)
    APPROFONDIRE l’esperienza di visita, con i contenuti gratuiti di anteprima e con i contenuti Premium di audioguide a pagamento
    FIDELIZZARE con gli eventi e le iniziative museali (news e notifiche)

     

     

     

     

     

    Foto di copertina: dott.ssa Enrica Pagella Direttrice Musei Reali Torino

    Credit Photo Daniele Bottallo

  • Artista, antropologo, esploratore, avventuriero, scrittore, fotografo, giornalista e inventore: Arnold Henry Savage Landor (1865-1924) è una figura poliedrica estremamente interessante, che ha goduto di grande successo in vita e che, per motivi non del tutto chiari, è caduta totalmente nell’oblio dopo la sua morte.

    Savage Landor nacque a Firenze da padre inglese e madre italiana. Visse la sua adolescenza in un ambiente colto, in cui letteratura e arte erano passioni quotidiane. Tra i suoi maestri vi fu Stefano Ussi (1822-1901), che intuì le capacità del giovane e suggerì alla famiglia di lasciare che si dedicasse alla pittura. 

    Partito presto alla scoperta del mondo, il giovane Henry visitò prima alcuni paesi dell’Africa settentrionale e dell’America, per muoversi poi alla volta dell’Asia: Giappone, Corea, Cina, dove dipinse centinaia di opere dal vero in uno stile ‘impressionistico-macchiaiolo’ di rapida esecuzione.
    L’unicità documentaria delle sue creazioni appare evidente: in un periodo in cui ci si affidava già all’immediatezza della fotografia, Savage Landor ha persistito a lungo nel dipingere en-plein-air, prendendo però nettamente le distanze dalle visioni fantasiose e dallo stile minuziosamente classico della pittura di genere Orientalista per immergersi invece nel mondo asiatico reale, restituendone i vari aspetti con i tratti espressivi della modernità.
    Lo stile dell’artista anglo-fiorentino, rapido e conciso, si rivela infatti estremamente efficace nel ‘fotografare’ con immediatezza luoghi e persone che di lì a qualche decennio sarebbero completamente cambiati per conseguenza dell’incipiente globalizzazione.

    Il MAO Museo d’Arte Orientale dedica alla figura di Henry Arnold Savage Landor una mostra monografica, a cura di Francesco Morena, che rappresenta l’occasione per scoprire una figura affascinante e di grande interesse per la comunità internazionale, ma anche l’opportunità per ridisegnarne il profilo e per restituire, dopo decenni di oblio, la giusta dimensione del personaggio.
    L’esposizione raduna il corpus più consistente a noi noto della pittura a olio di Savage Landor: un patrimonio prezioso – proveniente da più collezioni private – di circa 130 dipinti, 10 acquarelli e 5 disegni che l’artista anglo-fiorentino realizzò nei suoi lunghi soggiorni e viaggi attraverso Cina, Giappone, Corea, Tibet e Nepal.
    L’insieme di queste opere costituisce, allo stato attuale delle nostre conoscenze, il nucleo più consistente e significativo di dipinti di Savage Landor esistente al mondo e rappresenta il tassello fondamentale per comprendere l’evoluzione artistica del suo autore.

    Per offrire una visione completa di questa fase della sua vita, oltre ai dipinti realizzati in Asia, in mostra sono presenti anche alcune opere eseguite durante l’adolescenza a Firenze, nel corso dei suoi viaggi in Europa e nella sua prima esperienza oltre confine, in Egitto.
    Come tessere di un mosaico capace di esprimere la complessità della poliedrica figura di Savage Landor, accanto ai dipinti troveranno posto un suo brevetto depositato negli Stati Uniti d’America e tutti i volumi da lui stesso pubblicati.

    Per l’occasione verrà pubblicato un catalogo bilingue italiano/inglese, edito da SAGEP, con saggi di Francesco Morena e Silvestra Bietoletti.

  • La GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino apre la stagione espositiva del 2020 inaugurando la grande retrospettiva Helmut Newton. Works, promossa da Fondazione Torino Musei e prodotta da Civita Mostre e Musei con la collaborazione della Helmut Newton Foundation di Berlino.
    Il progetto espositivo è a cura di Matthias Harder, direttore della fondazione tedesca, che ha selezionato 68 fotografie con lo scopo di presentare una panoramica, la più ampia possibile, della lunga carriera del grande fotografo che sin dagli inizi non ha mai smesso di stupire e far scalpore per i suoi concetti visivi veramente unici. Il risultato è un insieme di opere non solo particolarmente personali e di successo, ma che hanno raggiunto un pubblico di milioni di persone anche grazie alle riviste e ai libri in cui sono apparse, e alle mostre delle sue foto.

    “La fotografia di Helmut Newton, che abbraccia più di cinque decenni, sfugge a qualsiasi classificazione e trascende i generi, apportando eleganza, stile e voyeurismo nella fotografia di moda, esprimendo bellezza e glamour e realizzando un corpus fotografico che continua a essere inimitabile e ineguagliabile”, afferma Matthias Harder.

    Nel percorso di mostra si spazia dagli anni Settanta con le numerose copertine per Vogue, sino all’opera più tarda con il bellissimo ritratto di Leni Riefenstahl del 2000, offrendo la possibilità ai visitatori di comprendere fino in fondo il suo lavoro come mai prima d’ora.

    Quattro sezioni che rendono visibile come in questo lungo arco di tempo, Newton abbia realizzato alcuni degli scatti più potenti e innovativi del suo tempo. Numerosi ritratti a personaggi famosi del Novecento, tra i quali Andy Warhol (1974), Gianni Agnelli (1997), Paloma Picasso (1983), Catherine Deneuve (1976), Anita Ekberg (1988), Claudia Schiffer (1992) e Gianfranco Ferré (1996). Delle importanti campagne fotografiche di moda, invece, sono esposti alcuni servizi realizzati per Mario Valentino e per Thierry Mugler nel 1998, oltre a una serie di importanti fotografie, ormai iconiche, per le più importanti riviste di moda internazionali.

    L’obiettivo di Newton aveva la capacità di scandagliare la realtà che, dietro il gesto elegante delle immagini,permetteva di intravedere l’esistenza di una realtà ulteriore, che sta allo spettatore interpretare.

    “Helmut è un gran manipolatore. Sa esattamente quello che vuole ed è implacabile nel cercare di ottenerlo sulla pellicola. Gli piace la teatralità della fotografia. Le modelle diventano le sue creature, i suoi personaggi” (June Newton)
    La fotografia di moda, ad esempio, non solo descrive ma ridefinisce lo spirito dei tempi, mira a raccontare con le immagini storie emozionanti e sorprendenti, compito per il quale Newton si è sempre mostrato all’altezza spingendosi sempre oltre la normale prassi, intrecciando una narrazione parallela, talvolta tinta di surrealismo o di suspense, travalicando i tradizionali approcci narrativi, è intrisa non solo di lussuosa eleganza e sottile seduzione, ma anche di riferimenti culturali e di un sorprendente senso dell’umorismo.

    Il chiaro senso estetico di Newton pervade tutti gli ambiti della sua opera, oltre alla moda, anche nella ritrattistica e nella fotografia di nudi. Al centro di tutto le donne. Ma l’interazione tra uomini e donne è un altro motivo frequente della sua opera.

    “La moda è stato il mio primo desiderio, sin da ragazzo. E, ovviamente, volevo diventare un fotografo di Vogue” (Helmut Newton).

    Newton era in grado di trasformare luoghi banali in palcoscenici teatrali dai forti contrasti o particolarmente minimalisti per i suoi scenari assolutamente non convenzionali: “Non m’interessa il buon gusto. (…) Mi piace essere l’enfant terrible” (Helmut Newton).

    Uno dei set fotografici preferiti era il garage del suo condominio a Monaco, con modelle e auto parcheggiate disposte a formare un dialogo visivo.
    Helmut Newton morì improvvisamente il 23 gennaio 2004 a Los Angeles, prima di poter assistere alla completa realizzazione della Fondazione a lui dedicata.

    Helmut Newton Works è il titolo del grande volume edito da Taschen che comprende anche le foto esposte in mostra e ne rappresenta idealmente il catalogo.

    Foto di copertina

    Helmut Newton / Marlene Dietrich, Hollywood ©Helmut Newton Estate

     

  • Maxi-mostra a Roma dal 5 marzo alle Scuderie del Quirinale a Roma, così culmineranno le celebrazioni per l’artista a livello mondiale: protagoniste ne saranno oltre cento opere di mano dell’Urbinate mai riunite tutte insieme prima d’ora.

    Una grande mostra monografica, con oltre duecento capolavori tra dipinti, disegni ed opere di confronto, dedicata a Raffaello Sanzio, superstar del Rinascimento, nel cinquecentenario della sua morte, avvenuta a Roma il 6 aprile 1520 all’età di appena 37 anni.

    L’esposizione, intitolata semplicemente RAFFAELLO, costituisce l’apice delle celebrazioni mondiali per i 500 anni dalla scomparsa dell’Urbinate e rappresenta l’evento di punta del programma approvato dal Comitato Nazionale appositamente istituito dal Ministro Dario Franceschini e presieduto da Antonio Paolucci.

    Realizzata dalle Scuderie del Quirinale (appartenenti alla Presidenza della Repubblica e gestite dal Mibact attraverso la società in-house ALES), in collaborazione con le Gallerie degli Uffizi, la mostra è curata da Marzia Faietti e Matteo Lafranconi con il contributo di Vincenzo Farinella e Francesco Paolo Di Teodoro.

    Un autorevole comitato scientifico presieduto da Sylvia Ferino ha affiancato e approfondito il lavoro del team curatoriale, stimolando un dialogo fruttuoso tra gli specialisti del settore più accreditati al mondo, come Nicholas Penny (già direttore National Gallery di Londra), Barbara Jatta (direttore Musei Vaticani), Dominique Cordellier (Musée du Louvre), Achim Gnann (Albertina, Vienna), Alessandro Nova (Kunsthistorisches Institut, Firenze).

    In occasione della mostra, è stato raccolto un vastissimo corpus di opere di mano di Raffaello: oltre 100, tra dipinti e disegni, per una raccolta di creazioni dell’urbinate mai viste al mondo in così gran numero tutte insieme.

    Anche in termini di capolavori in prestito (oltre che di lavoro scientifico svolto), è stato determinante il contributo delle Gallerie degli Uffizi, con circa 50 opere delle quali oltre 40 dello stesso Raffaello. Ma anche tanti altri musei di importanza internazionale hanno contribuito ad arricchire la rassegna con capolavori dalle loro collezioni: tra questi, in Italia, le Gallerie Nazionali d’Arte Antica, la Pinacoteca Nazionale di Bologna, il Museo e Real Bosco di Capodimonte, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, la Fondazione Brescia Musei, e all’estero, oltre ai Musei Vaticani, il Louvre, la National Gallery di Londra, il Museo del Prado, la National Gallery of Art di Washington, , l’Albertina di Vienna, il British Museum, la Royal Collection, l’Ashmolean Museum di Oxford, il Musée des Beaux-Arts di Lille. Complessivamente saranno più di 200 le opere in mostra.

    L’esposizione, che trova ispirazione particolarmente nel fondamentale periodo romano di Raffaello e che lo consacrò quale artista di grandezza ineguagliabile e leggendaria, racconta con ricchezza di dettagli tutto il complesso e articolato percorso creativo. Ne faranno parte creazioni amatissime e celebri in tutto il mondo, quali, solo per fare alcuni esempi, la Madonna del Granduca delle Gallerie degli Uffizi, la Santa Cecilia dalla Pinacoteca di Bologna, la Madonna Alba dalla National Gallery di Washington, il Ritratto di Baldassarre Castiglione e l’Autoritratto con amico dal Louvre, la Madonna della Rosa dal Prado, la celebre Velata di nuovo dagli Uffizi.

    La mostra verrà inaugurata il 3 marzo 2020 alla presenza delle più alte cariche dello Stato e dei rappresentanti ufficiali dei principali paesi prestatori.

    Dal 5 marzo la mostra aprirà al pubblico e sarà visitabile fino al 2 giugno.

    Dichiarazioni:

    Ministro Mibact Dario Franceschini:

    “La mostra su Raffaello è una grande mostra europea che raccoglie capolavori mai riuniti finora. Il giusto modo per celebrare la grandezza e la fama di un artista universale a 500 anni dalla sua morte. La prestigiosa esposizione alle Scuderie del Quirinale, che come quella dedicata a Leonardo al Louvre vede la collaborazione dei più grandi musei italiani e internazionali, permetterà al pubblico di ammirare un corpus considerevole di opere di Raffaello”.

    Presidente e ad Ales- Scuderie del Quirinale Mario Di Simoni:

    “La mostra di Raffaello, realizzata in collaborazione scientifica e di prestiti con gli Uffizi, è la dimostrazione di quanto sia corretta la collocazione delle Scuderie del Quirinale in stretto collegamento con il grande sistema dei musei statali. È il coronamento ideale dei vent’anni di apertura al pubblico delle Scuderie del Quirinale”.

    Direttore Gallerie degli Uffizi Schmidt:

    “Le Gallerie degli Uffizi, dove si concentra il più grande numero di dipinti e disegni di Raffaello al mondo, partecipano con entusiasmo all’organizzazione di questa ricorrenza epocale, per offrire una nuova, approfondita visione di Raffaello, specialmente per il periodo in cui l’artista visse a Roma. La mostra, frutto di una collaborazione senza precedenti tra le Gallerie degli Uffizi e le Scuderie del Quirinale, si svolge non a caso nella capitale: Roma non è solo una tappa biografica dell’artista, ma il simbolo della dimensione nazionale della sua arte e del suo pensiero”.

  • CAPOLAVORI DALLA COLLEZIONE PEINDRE EN NORMANDIE’ AD ASTI

    Fino al 16 febbraio a Palazzo Mazzetti di Asti un eccezionale corpus di 75 opere che racconta il movimento impressionista e i suoi stretti legami con la Normandia.

    Sul palcoscenico di questa terra, pittori come Monet, Renoir, Delacroix e Courbet – in mostra insieme a molti altri – colgono l’immediatezza e la vitalità del paesaggio imprimendo sulla tela gli umori del cielo, lo scintillio dell’acqua e le valli verdeggianti della Normandia, culla dell’Impressionismo.

    Grazie alla Fondazione Asti Musei, la mostra “Monet e gli impressionisti in Normandia” curata da Alain Tapié, ripercorre le tappe salienti della corrente artistica: opere come Falesie a Dieppe (1834) di Delacroix, La spiaggia a Trouville (1865) di Courbet, Camille sulla spiaggia (1870) e Barche sulla spiaggia di Étretat (1883) di Monet, Tramonto, veduta di Guernesey (1893) di Renoir – tra i capolavori presenti in mostra – raccontano gli scambi, i confronti e le collaborazioni tra i più grandi dell’epoca che – immersi in una natura folgorante dai colori intensi e dai panorami scintillanti – hanno conferito alla Normandia l’immagine emblematica della felicità del dipingere.

    Un progetto espositivo che si concentra sul patrimonio della Collezione Peindre en Normandie, una delle collezioni più rappresentative del periodo impressionista, accanto a opere provenienti dal Musée de Vernon, dal Musée Marmottan Monet di Parigi e dalla Fondazione Bemberg di Tolosa.

    Furono gli acquarellisti inglesi come Turner e Parkes che, attraversata la Manica per abbandonarsi allo studio di paesaggi, trasmisero la loro capacità di tradurre la verità e la vitalità naturale ai pittori francesi: gli inglesi parlano della Normandia, della sua luce, delle sue forme ricche che esaltano i sensi e l’esperienza visiva. Luoghi come Dieppe, l’estuario della Senna, Le Havre, la spiaggia di Trouville, il litorale da Honfleur a Deauville, il porto di Fécamp – rappresentati nelle opere in mostra a Palazzo Mazzetti – diventano fonte di espressioni artistiche di grande potenza, dove i microcosmi generati dal vento, dal mare e dalla bruma possiedono una personalità fisica, intensa ed espressiva, che i pittori francesi giungono ad afferrare dipingendo en plein air dando il via così al movimento impressionista.

    La mostra è realizzata dalla Fondazione Asti Musei, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, dalla Regione Piemonte e dal Comune di Asti, in collaborazione con Ponte – Organisation für kulturelles management GMBH, organizzata da Arthemisia, sponsor Gruppo Cassa di Risparmio di Asti e con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino.

    SEDE

    Palazzo Mazzetti
    Corso Vittorio Alfieri, 357 14100 Asti

    INFORMAZIONI
    FONDAZIONE ASTI MUSEI www.fondazioneastimusei.it www.astimonet.it segreteria@fondazioneastimusei.it info@fondazioneastimusei.it
    T. +39 0141 530403

    ORARI

    Martedì – domenica 10.00 – 19.00 (la biglietteria chiude un’ora prima) Lunedì chiuso

     

  • CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia Torino – Dal 20 febbraio – 10 maggio 2020
    Mostra a cura di Walter Guadagnini, con la collaborazione di Barbara Bergaglio e Monica Poggi

    Con Memoria e passione. Da Capa a Ghirri. Capolavori dalla Collezione Bertero, dal 20 febbraio al 10 maggio 2020, CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia si anima attraverso le storie e i racconti celati nelle immagini più significative della Collezione Bertero, raccolta unica in

    Italia per originalità dell’impostazione e qualità delle fotografie presenti.

    Tra le oltre duemila immagini che compongono la collezione, i curatori ne hanno scelte più di duecento, realizzate da circa cinquanta
    autori provenienti da tutto il mondo: tra i tanti, spiccano i nomi di
    Bruno Barbey, Gabriele Basilico, Gianni Berengo Gardin, Robert Capa, Lisetta Carmi, Henri Cartier-Bresson, Mario Cattaneo, Carla Cerati, Mario Cresci, Mario De Biasi, Mario Dondero, Alfred Eisenstaedt, Luigi Ghirri, Mario Giacomelli, Jan Groover, Mimmo Jodice, William Klein, Herbert List, Duane Michals, Ugo Mulas, Ruth Orkin, Federico Patellani,

    Ferdinando Scianna, Franco Vimercati e Michele Zaza.

    Curata da Walter Guadagnini, direttore di CAMERA, con la collaborazione di Barbara Bergaglio e Monica Poggi, la mostra racconta il nostro passato e le radici del nostro presente, oltre all’evoluzione della fotografia italiana e internazionale di un intero trentennio.

    Foto di copertina: William Klein, Koffee and attendants, 1956 © William Klein

     

  • Maranello (Italia), 13 gennaio 2020 – I Musei Ferrari hanno segnato un nuovo record nel 2019, registrando più di 600.000 ingressi e una crescita di circa il 12% rispetto all’anno precedente. Entrambe le strutture espositive hanno beneficiato di un forte trend di crescita, che nel 2019 ha portato il MEF di Modena oltre i 200.000 visitatori e il Museo Ferrari di Maranello oltre i 400.000 visitatori.

    Il successo delle vendite del biglietto unico per entrambi i Musei, aumentate di oltre il 50% nel 2019 rispetto all’anno precedente, dimostra l’ottima risposta del pubblico alla crescente specializzazione delle due strutture. Il Museo di Modena celebra infatti la figura del fondatore, i motori e le vetture Ferrari Gran Turismo più eleganti ed esclusive, mentre il Museo di Maranello offre un’esperienza di visita alla scoperta della storia del Gruppo, della Scuderia Ferrari in Formula 1 e delle vetture sportive da pista e da strada più iconiche che hanno scritto e continuano a scrivere la storia del Cavallino Rampante.

    In linea con tale specializzazione dei percorsi di visita, la prima mostra del nuovo anno al Museo di Maranello sarà “Ferrari at 24 Heures du Mans”, che dal 15 gennaio celebrerà settant’anni di vittorie Ferrari alla 24 Ore di Le Mans. La nuova esposizione si affiancherà alle mostre in corso “90 Anni” sulla storia di Scuderia Ferrari e “Hypercars” sulle serie speciali limitate che più hanno beneficiato del trasferimento di innovazioni tecnologiche dalla pista alla strada.

     

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