Categoria: Mostre

  • Martedì 14 agosto (20–23)

    Apertura serale straordinaria dei Musei Reali

    Ingresso a tariffa speciale di € 3

     

    Mercoledì 15 agosto (21-24)

    Apertura serale straordinaria dei Musei Reali per Ferragosto

    Ingresso a tariffa speciale di € 3

     

    Le aperture serali si svolgono nell’ambito del calendario speciale Reale + Rendez-Vous, dodici occasioni speciali per festeggiare l’estate nella cornice unica dei Musei Reali.

    La biglietteria chiude un’ora prima.

     

    Le altre mostre attualmente in corso sono:

    –  Il silenzio sulla tela. Natura morta spagnola da Sánchez Cotán a Goya (fino al 30 settembre)

    Confronti 4/ Carol Rama e Carlo Mollino. Due acquisizioni per la Galleria Sabauda e immagini di Bepi Ghiotti (fino al 9 settembre 2018)

    Anche le statue muoiono. Conflitto e patrimonio tra antico e contemporaneo (fino al 9 settembre 2018)

    Scoperte 3/Frammenti di un bestiario amoroso (fino al 23 settembre 2018)

    La garniture di Meissen per Vittorio Amedeo II (fino al 14 ottobre 2018)

    Carlo Alberto archeologo in Sardegna (fino al 4 novembre 2018)

     

    Per tutti i giorni di apertura saranno accessibili i Giardini Reali ideali per concedersi, tra una visita e l’altra, una pausa immersi nel verde.

     

    I Musei rimarranno chiusi giovedì 16 agosto.

    Info: www.museireali.beniculturali.it

     

    Prossime aperture straordinarie:

    Domenica 9 settembre (9-13; 15-19)

    Apertura straordinaria della mostra La Cucina di buon gusto in Biblioteca Reale e delle Cucine Reali.

     

    Venerdì 21 settembre (20-23)

    Apertura serale straordinaria dei Musei Reali in occasione del Salone del Gusto/Terra Madre.

     

  • Dalla tavola dei Savoia ai giorni nostri.

    DE’  CARDI ovvero…  LA  BAGNA-CAÔDA

    Si  servono  anche  così  crudi,  dopo  di  esser  ben  mondati,  si  fa  bollire  dell’olio,  e  sale,  e si  stempra  dentro  delle  acciughe,  ed  in  questa  salsa  calda  si  bagna  il  Cardo.

    Il  cuoco  piemontese  perfezionato  a  Parigi,  1775,  pp.  276-7)

    Se  oggi  si  pensa  alla  cucina  piemontese,  la  bagna-caôda  è  uno  dei  primi  piatti  a  venire  in  mente.  In  realtà,  nei  ricettari  della  Biblioteca  Reale  non  compare  nessuna  preparazione  con  questo  nome,  ma  in  quattro  testi  si  scorge  la  nostra  bagna-caôda,  sebbene  con  una  sorpresa:  nelle  ricette  sette  e  ottocentesche  mancava  del  tutto  l’aglio,  oggi  ritenuto  indispensabile  e  caratterizzante.  Nell’Ottocento  agli  ingredienti  di  base  –olio,  sale  e  acciughe  –viene  aggiunto  il  tartufo  e  si  può  ipotizzare  che  la  sua  successiva  sostituzione  con  l’aglio  sia  stato  un  adattamento  del  piatto  alle  tavole  delle  classi  meno  abbienti.

     

    AGNELLOTTI  ALL’ITALIANA  ovvero…  GLI  AGNOLOTTI

    Fate  la  pasta  con  farina,  bianchi  d’uova,  sale,  ed  acqua  tepida  […]:  se in  magro,  farete  una  farsa  di  spinacci  imbianchiti  al  butiro,  con  della  crema,  mollica  di  pane,  formaggio  grattugiato,  e  uova  […],  indi  mettete  questa  farsa  sopra  la  pasta  ben  distesa,  rivoltandola  disopra,  poi  tagliatela  collo  sperone,  indi  avrete  dell’acqua  bollente,  in  essa  i  metterete  alquanto  di  sale,  e  poi  gli  agnellotti  […];  indi  cavateli  colla  schiumora,  e  accomodateli  nel  suo  piatto,  un  suolo  di  agnellotti,  ed  altro  di  formaggio  grattugiato,  butiro,  ed  alquanto  di  pepe  […].  Ne  farete  in  grassonella  stessa  maniera,  con  formaggio,  grasso  di  polpa  di  vitello,  e  cotti  nel  buon  brodo,  sempre  di  formaggio  grattugiato  nella  farsa.

    (La  cuciniera  piemontese,  1821,  pp.  8-9)

    Gli  agnolotti  sono  oggi  considerati  un  tradizionale  piatto  piemontese,  ma  i  ricettari della  Biblioteca  li  documentano  solo  sporadicamente  e  per  lo  più  serviti  in  brodo,  come nella  Cuoca  di  buon  gusto  (1800  circa),  dove  hanno“forma  quasi  di  corona”,  sono  ripieni  di  midollo  di  bue  (o  grasso  di  rognone),  carne  di  pollo,  formaggio,  pinoli,  uvetta,  sale,  spezie,  albumi  ed  eventualmente  zafferano.  Per  trovarne  di  più  simili  a  quelli  “tradizionali”  occorre  guardare  al  Dubois  (1868),  dove  sono  farciti  con  brasato  di  bue  e  cipolla  e  conditi  con  sugo  di  carne.

     

    I  GRISSINI  DI  TORINO

    Questi  biscottini  in  forma  di  bacchettuccie  […]  si  formano  con  una  pasta  consistente,  di  farina  di  avena,  acqua  distillata  e  alquanto  sale;  quando  vi  si  aggiunge  del  burro,  essi  sono  più  delicati,  ma  durano  però  meno.  La  pasta  si  fa  con  due  lieviti  onde  essere

    più  sottile  e  poter  più  facilmente  tirarla.  I  fornaj  di  Torino  hanno  in  proposito  tale  abilità,  che  tirano  i  grissini della  lunghezza  di  75 centimetri.  Essi  tagliano  la  pasta  […]  l’infornano,  vale  a  dire  passano  la  pala  coperta  di  grissini  entro  un  forno  ben  caldo,  li  tengono  d’occhio,  li  ritirano  tosto  che  abbiano  raggiunto  il  conveniente  grado  di  cottura.

    (La  cuciniera  universale,  1864,  p.  270)

    Secondo  la  tradizione  i  grissini  furono  inventati  a  Torino  nel  1679  dal  fornaio  di  corte, Antonio  Brunero,  per  il futuro  re  Vittorio  Amedeo  II  che,  allora  tredicenne,  non   digeriva  la  mollica  del  pane.  La  novità  ebbe  immediato  successo  e  si  diffuse  in  tutto  il Piemonte  e  poi  nel  resto  d’Italia.

    LO  ZABAJONE

    Sbattete  sei  rossi  d’uova,  o  più  secondo  il  vostro  bisogno; unitevi  del  vino  dolce  […]  tanto  quanto  ne  potrebbero  contenere  i  gusci  di  tutte  le  uova che  avrete  adoperate,  ed  una  buona  cucchiajata  di  zucchero  per  ogni  due  uova;  esponete  al  fuoco,  seguitando  a  frullare,  e  fate  condensare  come  una  crema  senza  lasciar  bollire.  Indi  versate  in  chicchere  e  servite  caldo  con  dei  biscotti  a  parte. (Il  cuoco  pratico  ed economo,  1864,  p.  178)

    Questa  crema  è  attestata  almeno  dal  Cinquecento  e,  benché  sulla  sua  origine  non  vi siano  certezze,  una  tradizione  molto  diffusa  lo considera  un  dolce  tipicamente  piemontese  e  ne  fa derivare  il  nome  dal  francescano  spagnolo  Pasquale  Baylon,  protettore  dei  pasticceri  e  dei  cuochi,  venerato  a  Torino  presso la  chiesa  di  San  Tommaso:  la  “crema  di  San  Baylon”,  in  seguito  semplicemente  sambayon.

    da “La Cucina del Buongusto” 

  • Biblioteca  Reale  – fino   a  sabato  8  settembre  2018  La  Cucina  di  Buon  Gusto

    Rappresenta un  viaggio  tematico  intorno  al  cibo per  mostrare  l’arte  della  buona  tavola a  corte attraverso l’esposizione  di  rari  e  preziosi  ricettari  dal  Seicento  all’Ottocento,  porcellane  e  argenti  reali,  disegni,  manoscritti  dei  più  celebri  trattati  culinari  del  Settecento.

    I  Musei  Reali  conservano  una  prestigiosa  collezione  di  porcellane  raccolte  nel  tempo  dai  Savoia per  impreziosire  le  sale da  pranzo della  residenza.  Nel  salone  monumentale  della Biblioteca  Reale,  nella  sezione  Tavole  Reali, si  può ammirare  una  selezione  dei  più  eleganti servizi  da  tavola,  realizzati da celebri  manifatture  europee  quali Meissen,  Vienna,  Berlino, Baccarat, Richard-Ginori, oltre  ad  alcuni  pezzi  scelti  del  servizio da  dessert  detto delle  “Donne  più  celebri  d’Europa  di  tutti  i  tempi”,  dipinto dall’Atelier  di  Boyer  e  appartenuto a  Maria  Adelaide  Asburgo Lorena,  moglie  di  Vittorio Emanuele  II.  Socio e  successore  del  più  noto pittore  decoratore  Feuillet,  Boyer  ritrae  donne  della  Bibbia,  regine  (sulla  tazzina  è  raffigurata  Isabella  regina  di  Francia, sul  piatto Caterina  imperatrice  di  Russia), attrici, eroine, scrittrici  e muse  ispiratrici  di  opere  letterarie  (sulla  zuccheriera  Beatrice,  la  donna  amata  da Dante  Alighieri).

    A  integrazione  di  questa  sezione  della  mostra sono  esposti anche  alcuni  esemplari  degli  eleganti  argenti  realizzati  nel  XIX  secolo nelle  botteghe  piemontesi  dai membri  della  Corporazione  degli  argentieri,  paragonabili  per  stile  agli  esemplari  conservati  al  Victoria  and  Albert  Museum  di  Londra.  L’esposizione  prosegue  nei  caveaux:  nella  prima sezione Saperi  e  Sapori il  cibo viene  esaltato  nelle  sue  varie  accezioni  e  sfaccettature attraverso  trattati,  mai  esposti  prima,  sull’agricoltura  e  la  pastorizia,  la  caccia  e  la  pesca  e  sulle  eccellenze  piemontesi,  come i  vini

    Nella  sezione Invito  a  Tavola, allestita  nelle  diciannove  vetrine  della  Sala Leonardo,  vengono idealmente  ricostruiti  due  diversi  menù:  il  primo  è  ispirato  ai  due  banchetti  serviti  a  corte  nell’autunno  del  1865,mentre  il  secondo  illustra  diverse  ricette  della  tradizione  piemontese.

    Benché  i  ricettari  venissero  di  norma  conservati nelle  scansie  delle  cucine,  la  Biblioteca  Reale  ne  costudisce  ben  53 di  epoca  principalmente  ottocentesca,  ma  anche una  quindicina  di  edizioni  del  Settecento,  due  del  Seicento  e  tre del  Cinquecento,  collezionate  dal  marchese  senatore  Lodovico  Pallavicino  Mossi  ed  entrate nelle  raccolte  della  Biblioteca  nel  1966,  con  l’acquisizione  dell’omonimo  Fondo  donato  dalle  sorelle  dell’ultimo  marchese.  Tra  i  ricettari in  mostra,  si  trovano  alcuni  dei  più  celebri  trattati  di  cucina:  la  Physiologie  du  goûtdi  Jean-Anthelme  Brillat-Savarin  considerato  il  primo  vero  trattato  di  gastronomia;L’art  du  cuisinierdi  Antoine  Beauvilliers;Dell’arte  del  cucinaredi  Bartolomeo  Scappi,dove  si  trova  la  prima  testimonianza  “per  fare  torta  con  diverse  materie,  dà  napoletani  detta  pizza”;  il  più  noto  trattato  di  cucina  piemontese  Il  cuoco  piemontese  ridotto  all’ultimo  gusto  con  nuove  aggiunte,  un’opera  anonima  pubblicata  nel  1766  cheannovera  ben  ventidue  ristampe;  il  Grand  dictionnaire  de  cuisinedi  Alexandre  Dumas,  un  vero  e  proprio  monumento  letterario  alla  tradizione  gastronomica  francese.

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  • Una piccola  selezione delle mostre in arrivo il prossimo Autunno in Italia.

     

    Tintoretto 500 – Palazzo Ducale e Gallerie dell’Accademia (Venezia), dal 7 settembre 2018 al 6 gennaio 2019

    La Fondazione Musei Civici di Venezia e la National Gallery of Art di Washington hanno avviato dal 2015 un progetto di ricerca per festeggiare i 500 anni dalla nascita di Jacopo Tintoretto, tra i giganti della pittura europea del XVI secolo e, indubbiamente, quello che più ha “segnato” Venezia con il marchio inconfondibile del suo genio, dal 7 settembre 2018 al 6 gennaio 2019. Palazzo Ducale e Gallerie dell’Accademia spalancano le proprie porte al “genio terribile” del pittore veneziano.

    Jacopo Tintoretto, Autoritratto, 1588 ca., olio su tela, 63 x 52 cm, Parigi, Musée du Louvre- Départment des Peintures
    © RMN / RÈunion des MusÈes Nationaux

     

    Ercole e il suo mito – Reggia di Venaria (Torino), dal 13 settembre 2018 al 10 marzo 2019

    L’esposizione illustra il mito dell’eroe greco e dei temi a esso legati, con un’ampia selezione di oltre 70 opere, tra ritrovamenti archeologici, gioielli, opere d’arte applicata, dipinti e sculture, manifesti, filmati e molto altro, provenienti da istituzioni pubbliche e da collezioni private, capaci di coprire un arco cronologico che, dall’antichità classica giunge fino al XX secolo. L’iniziativa acquista un particolare significato alla luce dei lavori di restauro in corso della “Fontana d’Ercole”, fulcro del progetto secentesco dei Giardini della Reggia, un tempo dominata dalla Statua dell’Ercole Colosso, e da cui inizia idealmente la visita.

     

    Da Tiziano a Van Dyck, Il volto del 500 – Casa dei Carraresi (Treviso),

    dal 26 settembre 2018 al 3 febbraio 2019

    Siete mai stati invitati ad una cena in casa di amici per, una volta varcato l’uscio, vedere una delle ultime opere dipinte da Tiziano Vecellio? O di entrare in un’abitazione e di trovarvi di fronte ad un olio su tela di Jacopo Tintoretto? O di restare sopraffatti dalla bellezza di un autoritratto di Giulio Carpioni, appeso ad una parete del salotto? O di entrare in cucina ad aiutare gli ospiti con le portate e scorgere un ritratto di Van Dyck che vi guarda incurante

    dei suoi 4 secoli d’età? Ecco, questa mostra parlerà di questo.

     

    Antoon van Dyck, Testa di carattere 1613-21 olio su tela, 64,7×50,5 cm

     

    Paul Klee e il Primitivismo – MUDEC (Milano),  dal 31 ottobre 2018 al 27 gennaio 2019

    La mostra affronta una prospettiva inedita dell’opera di Paul Klee, con l’obiettivo di posizionare l’attività dell’artista all’interno del fermento primitivista che scorre per l’Europa agli inizi del XX secolo. Affianco a una selezione specifica di oli, tempere, acquarelli e disegni di Klee verranno posti in un rimando puntuale oggetti dell’antichità classica, manufatti etnografici della collezione del MUDEC, riviste e documenti d’epoca legati alla formazione di Klee.

    Paul Klee – Saluti, 1922 © Allen Phillips Wadsworth Atheneum

     

    CHAGALL. Colore e magia – Palazzo Mazzetti (Asti), dal 27 settembre 2018 al 3 febbraio 2019 

    Marc Chagall: dopo la tappa di Seul arriva per la prima volta ad Asti una selezione di oltre 150 opere di Chagall. Un percorso che indaga aspetti inediti della vita e della poetica di Chagall, suddiviso per epoche della vita del maestro russo: dai suoi primi lavori degli anni ’20 alla fuga traumatica dall’Europa durante la seconda guerra mondiale fino agli ultimi anni trascorsi dall’artista negli Stati Uniti.

     

     

    ASTI Marc Chagall – Le Coq Violet, 1966-72 – oil, gouache and ink on canvas – 89,3×78,3 cm

     

     

    Elliott Erwitt Personae  – Reggia di Venaria (To)  – dal 27 settembre al 24 febbraio 2019
    Grande mostra di uno dei fotografi più importanti e celebrati del Novecento. E’ la prima retrospettiva delle sue fotografie sia in bianco e nero che a colori. I suoi scatti in bianco e nero sono ormai diventati delle icone della fotografia, esposti con grande successo a livello internazionale, mentre la sua produzione a colori è quasi del tutto inedita.

     

     

     

    Andy Warhol – Vittoriano (Roma), dal 3 ottobre 2018

    Un’esposizione che con oltre 170 opere traccia la vita straordinaria di uno dei più acclamati artisti della storia. Il 3 ottobre apre i battenti -negli spazi del Complesso del Vittoriano- una mostra interamente dedicata al mito di Warhol, realizzata in occasione del novantesimo anniversario della sua nascita. Una rassegna che parte dalle origini artistiche della Pop Art: nel 1962 il genio di Pittsburgh inizia a usando la serigrafia crea la serie Campbell’s Soup, minestre in scatola che Warhol prende dagli scaffali dei supermercati per consegnarli all’Olimpo dell’arte.

    Andy Warhol Marilyn, 1967 – Serigrafia su carta, 91,4×91,4 cm
    © The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts Inc. by SIAE 2018 per A. Warhol

     

    Ottocento in collezione. Dai Macchiaioli a Segantini – Castello di Novara, dal 20 ottobre 2018 al 24 febbraio 2019

    La rassegna presenta 80 capolavori di pittura e scultura tutti provenienti da prestigiose raccolte private, di autori quali Giovanni Boldini, Giuseppe De Nittis, Giovanni Fattori, Carlo Fornara, Domenico e Gerolamo Induno, Silvestro Lega, Angelo Morbelli, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Giovanni Segantini, Federico Zandomeneghi, che testimonia l’importanza storica del fenomeno del collezionismo nello sviluppo delle arti in Italia, dall’Unità nazionale ai primi anni del Novecento. La storia delle arti figurative in Italia nel secondo Ottocento s’intreccia, infatti, con le vicende dei raccoglitori di opere d’arte e, più in generale, del mecenatismo culturale. Dopo il 1860, s’intensifica il fenomeno del collezionismo di dipinti e sculture da parte di una sempre più ampia fascia di pubblico, composta in prevalenza da esponenti della borghesia delle imprese e dei commerci e delle professioni civili.

     

    I Macchiaioli. Arte italiana verso la modernità – GAM (Torino), da 26 ottobre 2018 al 24 marzo 2019

    Gli antefatti, la nascita e la stagione iniziale e più felice della pittura macchiaiola, ossia il periodo che va dalla sperimentazione degli anni Cinquanta dell’Ottocento ai capolavori degli anni Sessanta, saranno i protagonisti della mostra che per la prima volta alla GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino valorizzerà il dialogo artistico tra Toscana, Piemonte e Liguria nella ricerca sul vero.

     

     

    Antonello da Messina – Palazzo Abatellis (Palermo), dal 26 ottobre 2018 al 24 febbraio 2019

    La pittura del Sud abbraccia quella del Nord. In un’epoca contrassegnata da scissioni culturali, la vicenda creativa di Antonello da Messina mostra la forza propulsiva dell’incontro fra tradizioni differenti. In autunno, presso Palazzo Abatellis di Palermo, le opere del maestro siculo si scoprono anello di congiunzione fra arte mediterranea e mondo nordico, fiammingo in particolare, nonché spunti d’ispirazione per l’uso del colore nell’Italia settentrionale, dalla cromia veneta al naturalismo lombardo.

     

     

     

    Antonello da Messina. – Annunziata, Palermo, Palazzo Abatellis

     

     

    Van Dyck. Pittore di Corte – Galleria Sabauda (Torino), dal 16 novembre 2018 al 3 marzo 2019

    A novembre 2018 inaugura a Torino una mostra dedicata ad Antoon van Dyck, il miglior allievo di Rubens, che rivoluzionò l’arte del ritratto del XVII secolo. Personaggio di fama internazionale e amabile conversatore dallo stile ricercato, Van Dyck fu pittore ufficiale delle più grandi corti d’Europa ritraendo principi, regine, sire nobildonne delle più prestigiose famiglie dell’epoca.

     

    TORINO
    Antoon van Dyck – Marchesa Elena Grimaldi Cattaneo, 1623
    Olio su tela, 242,9×138,5 cm
    National Gallery of Art, Washington, Widener
    Collection

  • Capolavori dalla collezione di Francesco Federico Cerruti

    La mostra Giorgio de Chirico. Capolavori dalla Collezione di Francesco Federico Cerruti a cura di Carolyn Christov-Bakargiev e Marcella Beccaria presenta per la prima volta al Castello di Rivoli un selezionato nucleo di capolavori di Giorgio de Chirico provenienti dalla collezione di Francesco Federico Cerruti, offrendo così alla fruizione pubblica opere sino a ora celate nella Villa Cerruti di Rivoli, dimora voluta dall’imprenditore torinese negli anni sessanta ad uso esclusivo della propria collezione privata

    . Per ammissione dello stesso de Chirico, Torino, luogo che vide l’esplosione della pazzia di Nietzsche, è tra le città italiane che ispirarono i primi quadri metafisici con le loro atmosfere malinconiche. Includendo opere che spaziano dal 1916 al 1927, la mostra al Castello di Rivoli presenta otto importanti dipinti del maestro della Metafisica.

    Offrendo uno spaccato sull’inesauribile capacità metamorfica del genio di de Chirico, la mostra ne indaga la ricca eredità intellettuale presentando i suoi quadri in relazione con alcune tra le maggiori opere di arte contemporanea della collezione permanente del Museo, tra cui installazioni di Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto e Maurizio Cattelan.

     

  • Casa Martini, per una chierese come me è “La Martini”.

    Sono cresciuta sentendo parlare della Martini prima di tutto come un’azienda nella quale lavoravano persone contente, persone che avevano trovato nella Martini una tranquillità economica per la propria famiglia con una prospettiva positiva per il futuro. Sono  diventata adulta “non bevitrice” ma nel mio immaginario oltre alla positività lavorativa si è aggiunto anche il pensiero di un’azienda che concedesse anche “piacere”: il piacere di bere.

    Fondata a Torino nella metà dell’Ottocento come distilleria, Martini & Rossi è oggi leader in Italia dal 1993 e parte del Gruppo Bacardi-Martini, a sua volta terzo nel mercato alcolico globale. L’azienda è nota nel mondo per i marchi Martini – icona dello stile italiano – e Bacardi, ma il portafoglio di brand comprende anche Grey Goose, Bombay Sapphire, Eristoff, Dewar’s e altri famosi distillati.

    Grazie ad una filosofia imprenditoriale attenta alla qualità dei prodotti, alle persone e alla ricerca costante del rinnovamento nella tradizione, Martini & Rossi ha sviluppato la propria fortuna nel tempo e rappresenta l’Italia nel mercato internazionale.

    Cosi, in una calda giornata di agosto, con un accompagnatore curioso e appassionato  – mio papà – vado a visitare CASA MARTINI.

    Casa Martini, rappresentata dalla palazzina ottocentesca di Martini & Rossi a Pessione , a settembre 2014 apre  le proprie porte al pubblico, pronta ad accogliere i suoi ospiti in quella che da oltre 150 anni è la dimora di un brand icona del Made in Italy e a guidarli con la passione di sempre attraverso la sua affascinante struttura, alla scoperta di una ricca di tradizione enologica.

    Polo culturale dell’azienda, Casa Martini si puo trovare accanto al Museo di Storia dell’Enologia e alla Galleria Mondo Martini, anche l’ormai celebre Martini Bar Academy, di recente ristrutturazione, e la Terrazza Eventi di Pessione con il suo nuovo Bar Lounge, dal fascino inconfondibile, Botanical Room  composta da due aree (Presentation e Tasting) la Botanical Room è il luogo in cui si entra in contatto con
    gli ingredienti alla base dei Vermouth e degli Spumanti. Piante aromatiche, fiori, frutti, corteccia e radici, Old Laboratory perché l’enologia è sapienza artigianale, capacità di affinare i sensi, attenzione alle sfumature e infine il Martine Store, difficile non cedere alla tentazione di acquistare accessori e capi d’abbigliamento firmati Martini e Martini Racing: centinaia di articoli, introvabili altrove e ricercatissimi dai collezionisti.

    Le cantine della palazzina storica furono il nucleo originario dello stabilimento Martini & Rossi sono oggi in mostra. Si possono ammirare oltre 600 pezzi di straordinario valore, allestiti nei 15 ambienti delle cantine ottocentesche. Le prime sette sale costituiscono l’area archeologica: nelle teche anfore, vasi, filtri, coppe di splendida fattura, lungo un asse temporale che parte dall’Antico Egitto, attraverso la Grecia classica e giunge alla tarda latinità.

    La seconda parte è dedicata all’epoca moderna, dal Sei-Settecento al Novecento. Vi trovano posto torchi monumentali, carri da cerimonia, tini alambicchi accanto a preziosi oggetti in argento o cristallo, realizzati dalle manifatture di tutto il mondo.

    La galleria Mondo Martini è un’ esposizione che mette in scena immagini e documenti d’archivio, raccontando gli uomini, le passioni e i progetti che hanno contrassegnato l’affermarsi del marchio Martini nel mondo.

    Per maggiori informazioni su Casa Martini

    Altrimenti un simpatico Virtual Tour

    Non perdetevi George Clooney e fatevi preparate un cocktail da professionisti del drink! Io ho scelto un NEGRONI!

    Gallery Visita Casa Martini

     

  • Sebastião Salgado racconta la bellezza del nostro pianeta.

    Genesi è la ricerca del mondo delle origini, come ha preso forma, si è evoluto, è esistito per millenni prima che la vita moderna accelerasse i propri ritmi e iniziasse ad allontanarci dall’essenza della nostra natura. È un viaggio attraverso paesaggi terrestri e marini, alla scoperta di popolazioni e animali scampati all’abbraccio del mondo contemporaneo. La prova che il nostro pianeta include tuttora vaste regioni remote, dove la natura regna nel silenzio della sua magnificenza immacolata; autentiche meraviglie nei Poli, nelle foreste pluviali tropicali, nella vastità delle savane e dei deserti roventi, tra montagne coperte dai ghiacciai e nelle isole solitarie. Regioni troppo fredde o aride per tutto tranne che per le forme di vita più resistenti, aree che ospitano specie animali e antiche tribù la cui sopravvivenza si fonda proprio sull’isolamento. Fotografie, quelle di Genesi, che aspirano a rivelare tale incanto; un tributo visivo a un pianeta fragile che tutti abbiamo il dovere di proteggere.   Lélia Wanick Salgado curatrice della mostra.

    Uffici stampa

    Venaria Reale Comunicazione e Stampa Residenze Reali Sabaude
    Catalogo Mostra Contrasto 
    Immagini Civita

  • Il capolavoro scomparso

    In seguito ad una comunicazione della Sovrintendenza della Repubblica di Torino, Belle Arti e paesaggio della Città Metropolitana di Torino, che segnalava che nella mostra “ Genio e Maestria” in mostra alla Reggia di Venaria mancava l’esposizione di uno dei maggiori pezzi dell’ebanista, in quanto reperibile, sono partite le indagine e la ricerca del bene.

    Le indagini

    I carabinieri hanno  scoperto che l’opera, risparmiata dai bombardamenti di Torino del 1943,  venduta ad un privato cittadino e trasportata in Francia senza alcuna  autorizzazione, passando per la Svizzera e come ultima destinazione negli  Stati Uniti, dove alla fine degli anni ’90 e per un lungo periodo di tempo, è stata esposta al Metropolitan Museum di New York.

    La restituzione

    Lo sviluppo delle indagini contestualmente all’accurata ricostruzione storico-artistica hanno consentito di dimostrare, inoltre, che l’opera era stata concepita non come arredo mobile autonomo, bensì come perfetta integrazione dell’apparato decorativo della sala degli appartamenti ducali di Palazzo Chiablese di Torino. Particolare che ha confermato l’imprescindibile legame del bene all’immobile demaniale e quindi l’appartenenza allo Stato italiano.

    L’ultimo possessore ha convenuto la restituzione  dell’opera all’Italia , che possedeva , se pur in buona fede, illecitamente.

  • “…Non hanno paura di voi, hanno paura di quello che voi rappresentate per loro: la libertà!” 
    (Dal film Easy Rider)

    Dal 18 luglio è  presente presso la Venaria Reale negli spazi della Citroniera delle Scuderie Juvarriana, la una mostra-happening : Easy Rider, il mito della motocicletta come arte.

    Indaga sulle varie componenti produttive e stilistiche, ma soprattutto i suoi significati antropologici di fuga dal mondo, libertà e la corsa verso l’ignoto.

    La motocicletta, tra stile, velocità, prestazioni, ha alimentato diversi miti: il viaggio, la conquista della libertà, la solitudine nel paesaggio. Capire il motore, saperlo ascoltare, curare, guarire.

    L’estetica della motocicletta incontra il mondo della cultura alta, solo apparentemente distante: letteratura, cinema, arti visive, fotografia. E ancora: moda, design, costume e società.

    Attraverso l’esposizione di modelli storici, entrati nell’immaginario collettivo, la mostra racconta una serie di episodi di una storia straordinaria diventata leggenda: Stile, forma e design italiano (Guzzi, Ducati, Gilera); Sì viaggiare (Harley Davidson, Norton, BMW, Honda); Mal d’Africa (Yamaha, KTM); Il Giappone e la tecnologia (Suzuki, Honda, Kawasaki, Yamaha).

    Honda, protagonista della rinascita industriale nipponica del secondo dopoguerra e da sempre punto di riferimento per il suo avanguardismo tecnologico ed estetico, non poteva mancare.

    L’esposizione, attraverso riferimenti espliciti e suggestioni indirette, crea un connubio tra oltre cinquanta modelli di moto e opere d’arte contemporanea, come quelle, tra le altre, di artisti del calibro di Antonio Ligabue, Mario Merz e Pino Pascali. 7

    Gli spettatori della mostra Easy Rider – Il mito della motocicletta come arte –  potranno essere protagonisti di questo incontro tra arte e design scattandosi un selfie in sella alla Honda CB1000R.

    Basterà poi pubblicarlo sui propri profili social (Facebook, Instagram, Twitter) con l’hashtag #MostraEasyRider e #CB1000Rart . Ogni mese, da luglio a febbraio 2019, le 10 foto ritenute più ‘originali’ da una speciale giuria Honda, saranno pubblicate sul profilo ufficiale Facebook Honda Moto che vanta oltre un milione fan.

    La Venaria Reale con il Patrocinio della Città di Torino e Honda partecipa come ‘Art Supporter’ alla mostra Easy Rider

    Per la realizzazione della mostra si ringraziano:

    Il MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile di Torino per il prestito della Gilera Grand Prix (1952);

    Museo del Sidecar di Cingoli che ha concesso il prestito delle Triumph TR6 Duplex (1961), Harley-Davidson HYdra Glaide Chopper (1949), Triumph
    thunderbird duplex (1961);

    Museo Ducati di Bologna con le Ducati 916 (1994), Ducati Desmosedici MOTO GP (2009) e Harley-Davidson XLH 883;

    Museo Nazionale del Motociclo di Rimini presente in mostra con la Moto Guzzi GTW 500 (1937) di Ligabue

    Museo Piaggio di Pontedera presente in Venaria con la Vespa di Bettinelli (1992)

    Museo Moto Guzzi con la Guzzi V7 (1969).

    Per maggori informazioni 

     

  • Gallery Mostra

    Palazzo Madama ha annunciato  la proroga, fino al 10 settembre 2018, dell’esposizione dell’inedito dipinto del primo Cinquecento, proveniente dalla Fabbrica di San Pietro in Vaticano, raffigurante la Madonna con il Bambino Gesù.

    L’opera, un olio su tavola, era stata commissionata nel 1519 a un ignoto “Dipintore” ed era stata esposta fino al 1937 nella chiesa di San Giacomo Scossacavalli a Roma.

    Il recentissimo restauro del dipinto, eseguito da Lorenza D’Alessandro e Giorgio Capriotti, è stato promosso dalla Fabbrica di San Pietro col sostegno di Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking, e ha restituito l’opera non solo agli appassionati d’arte, ma anche a tutti i devoti, che a Torino hanno l’opportunità di conoscere la storia di questa enigmatica icona.

    Nell’allestimento ideato dall’architetto Roberto Pulitani, del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, oltre al dipinto vengono presentate riproduzioni di fotografie e documenti, che descrivono non solo il complesso intervento di restauro in tutte le sue fasi, ma anche la storia della chiesa andata distrutta.

    Visitata da oltre 20.000 persone, è stata decisa la proroga  per la  concomitanza con la presenza a Torino dei tanti giovani che verranno in pellegrinaggio alla Santa Sindone, esposta in Duomo, nei giorni 9 e 10 agosto, in occasione del Sinodo mondiale dei Giovani. Torino sarà, infatti, la prima tappa delle comunità giovanili provenienti dalle 17 diocesi del Piemonte e della Valle d’Aosta, alla volta di Roma.

    Venerdì 10 agosto dalle ore 10.00 alle ore 17.00 Palazzo Madama offre l’ingresso gratuito a tutti i pellegrini che verranno a contemplare questa straordinaria icona mariana.

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