Categoria: Mostre

  • THE OTHERS, UN LABIRINTO PER IL MONDO DELL’ARTE

    Per la sua XI edizione The Others Art Fair gioca sul tema del labirinto e per farlo, utilizza un allestimento che invita il pubblico a giocare, a scoprire le gallerie come se fossero i premi di un gioco. Ma non un gioco qualsiasi, l’icona dei mitici anni ottanta, Pacman, presente in fiera non solo grazie al display espositivo a forma di labirinto, ma visibile fin dall’ingresso, con una consolle ad uso e consumo dei più piccoli – protagonisti da sempre con un occhio di riguardo all’interno della fiera – ma anche nel cuore degli adulti più nostalgici.

    Un tuffo nel passato, che già dall’entrata ci catapulta però fin da subito ai giorni nostri, grazie alle tante opere presenti in fiera, pronte ad essere scoperte e divorate dalla curiosità di un pubblico che, grazie ai simboli del gioco più iconico dell’epoca contemporanea, si potrà quindi orientare all’interno di un labirinto di sperimentazione, magia e poesia.

    Roberto Casiraghi, fondatore di The Others Art Fair aggiunge: “Niente più di un gioco, e come tale va preso, ma con la logica dei cambi di direzione che contraddistinguono la nostra epoca emblema di una società fluida e sempre in continuo movimento, con la possibilità di trovare un tesoro dietro l’angolo, che è l’opportunità di ritrovare ciascuno la propria strada.”

     

    A NOVEMBRE TORNA THE OTHERS ART FAIR: UN LABIRINTO PER IL MONDO DELL’ ARTE
    XI edizione 
    3 – 6 novembre 2022
    Padiglione 3 – Torino Esposizioni – Via Petrarca 39 b
    L’XI edizione trasforma The Others in un crocevia di artisti di generazioni differenti per riflettere sulla relazione tra Uomo e Nuove Tecnologie, sul rapporto tra Oriente e Occidente, sul potere del linguaggio e sulle nuove sperimentazioni artistiche.
    Fra i progetti collaterali, anche la Fondazione Quadriennale di Roma che, nel giorno di apertura della Fiera, presenta un wall drawing realizzato live da Marco Raparelli.

    Torino, 3 Novembre 2022 – Dopo il successo della X edizione, The Others Art Fair torna dal 3 al 6 Novembre 2022 nel Padiglione 3 di Torino Esposizioni portando in città un dibattito sempre più inclusivo nel mondo dell’arte, in un confronto tra artisti di generazioni e provenienze differenti, all’insegna della sperimentazione dei linguaggi. 

    Oltre sessanta le realtà coinvolte tra gallerie,  spazi non profit e artist run space che proporranno il lavoro di artisti affermati e giovani talenti, da sempre fulcro della manifestazione e trend-setter capaci di anticipare e influenzare il futuro. Ma non solo, perché anche quest’anno non mancheranno le collaborazioni con alcuni dei più importanti festival della città, un fitto programma musicale e, grande novità di questa XI edizione, anche la partecipazione della Fondazione Quadriennale di Roma, per scoprire l’arte contemporanea in tutte le sue diverse essenze. 

    È questo il cuore pulsante di The Others 2022, un intreccio di punti di vista diversi ed espressione di un mondo in costante cambiamento a cui la fiera – fondata da Roberto Casiraghi con Paola Rampini – dà forma concreta attraverso la costruzione di un nuovo spazio espositivo e originale: un display a forma di labirinto. Un archetipo di complessità e smarrimento ma anche metafora di sfida e astrazione dal mondo, in cui ogni progetto proposto risulta centrale e non periferico.

    «La scelta del labirinto non deriva soltanto dalla voglia di sperimentazione rispetto alla classica struttura a griglia – commenta Lorenzo Bruni, direttore artistico della fiera – ma soprattutto dal fatto che l’anima di The Others è quella di una piattaforma democratica. Di conseguenza punta a creare un percorso di visita in cui non esiste una posizione svantaggiata rispetto ad un’altra. Creare un display a labirinto vuol dire fuoriuscire dalla logica di inizio e fine di un percorso, per facilitare il concetto dello stare, del condividere, del vivere un’esperienza. L’idea del labirinto, in questo caso, non rimanda al tema del perdersi, bensì all’idea di ritrovarsi in una nuova comunità che si spera non termini con la fine della fiera ma porti a realizzare nuove connessioni». In una società confusa ma implacabile, l’arte mostra la via e il visitatore viene così preso per mano e condotto verso una nuova consapevolezza. 

    Un’edizione, dunque, all’insegna del crossover tra linguaggi e generazioni artistiche differenti, messa a punto da un comitato curatoriale caratterizzato da un’identità fortemente interdisciplinare e, ancora una volta, al femminile. Quest’anno, infatti, il board curatoriale è composto da Daniela Grabosch, artista tedesca attiva a Vienna particolarmente attenta alla cultura performativa, da Lydia Pribisova, curatrice alla Kunstalle di Bratislava e redattrice per l’edizione dell’est Europa di Flash Art, e da Marta Orsola Sironi, impegnata sia nella programmazione di co_atto, spazio non profit a Milano, sia in progetti nomadici  che indagano la stretta relazione tra giustizia ambientale e sociale e il femminismo intersezionale.

    Sarà inoltre presentato il programma di web television, già sperimentato nell’edizione passata, con la volontà di dar voce ai protagonisti della cultura contemporanea. Il programma ha infatti l’obiettivo di presentare The Others come piattaforma culturale capace di indagare le nuove e molteplici forme espressive della creatività, realizzando un palinsesto legato alla trasmissione del sapere. Artisti, curatori, critici, collezionisti, intellettuali, giovani audaci del mondo contemporaneo si confronteranno in brevi conversazioni di circa 20 minuti, aperte al pubblico, trasmesse sui canali social e sul canale Youtube di The Others. 

    The Others si riconferma dunque come una piattaforma di incontro e di scambio di esperienze, in merito a quelle che sono le priorità attuali del sistema dell’arte, distinguendosi per la sua vocazione provocatoria, eccentrica e internazionale capace di catalizzare e sprigionare ogni anno nuova  energia creativa.

    1. FILONI DI THE OTHERS ART FAIR 2022 

    Giunta alla sua undicesima edizione, The Others 2022 Art Fair rafforza la sua identità internazionale portando sotto la Mole oltre sessanta espositori provenienti da Albania, Austria, Danimarca, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Grecia, Paesi Bassi, Perù, Slovacchia e Svizzera, solo per citarne alcuni.   

    Fil rouge dell’undicesima edizione è il focus sul dialogo intergenerazionale, un’esplorazione affrontata da molti dei progetti che verranno esposti in fiera. A cominciare da quello proposto dalla Galleria Podbielski che, riscoprendo l’archivio del fotografo Augusto Cantamessa, mette in relazione gli scatti del noto autore torinese, tra i maestri della fotografia italiana, con quelli di Giulia Agostini, giovane fotografa emergente.

    Inoltre, come ormai da tradizione, è centrale la riflessione sui temi d’attualità, a partire dalla relazione tra uomo e nuove tecnologie, fulcro della ricerca condotta dall’artista di origine ucraina Ira Lupu (presentata dalla galleria londinese Darling Pearls & Co.) che accende i riflettori sul rapporto paradossale tra intimità e distanza, connessione e disconnessione, corpo fisico e corpo elettronico raccontato attraverso le esperienze di un gruppo di lavoratrici del sesso online ucraine. 

    Senza dimenticare, inoltre, di porre l’accento sulla performance e la sperimentazione artistica, come  accade ad esempio con il duo curatoriale Tino & Kramer che presenta il lavoro di Ambrosia, artista e performer italiana attiva su temi quali genere, identità, religione e tradizioni: “Rivisitando l’opera “Alfabeto poetico monumentale” di Tomaso Binga con l’aggiunta del tacco a spillo newtoniano, Ambrosia insieme allo sguardo attento e accurato di Paoli De Luca rimette in questione gli attuali modelli estetici, sociali e culturali attraverso cui il corpo di una persona transgender è abitualmente rappresentato ed esposto nel sistema patriarcale e neocapitalista. Il corpo diviene così lettera, linguaggio, parola, assumendo la dignità della scrittura e del messaggio.” 

    Largo spazio anche all’indagine su femminilità, bellezza, potere e linguaggio, a cui è dedicato tra gli altri anche il lavoro presentato dalla galleria Bloc Art con il lavoro di 4 giovani artiste peruviane che attraverso tecniche artistiche legate alla tradizione (ceramica, tessile, performance e fotografia) raccontano l’universo femminile contemporaneo. 

    E, ancora, il rapporto tra Oriente e Occidente, fulcro del progetto proposto dall’AAIE Center for Contemporary Art sulla fusione tra classico e contemporaneo, grazie al lavoro di quattro artisti asiatici emergenti che riflettono sul legame tra presente e passato, e su come la contemporaneità interagisca con la storia, diventando un tutt’uno. 

    2. I PROGETTI COLLATERALI

    L’XI edizione di The Others conferma ancora la sua identità multidisciplinare e aggregante anche nell’Area Garden del Padiglione 3 di Torino Esposizioni, proponendo una programmazione musicale ricercata e d’avanguardia, una selezione di prelibatezze culinarie e i drink del magazzino più alternativo di Torino. 

    The Others Sound, il programma musicale curato per il secondo anno da TUM animerà infatti gli spazi esterni della fiera fino a tarda notte, da giovedì 3 novembre fino a domenica 6 novembre. Quattro appuntamenti che vedranno in consolle dj e artisti di fama nazionale e internazionale, tra i nomi più interessanti del momento, per un viaggio dall’elettronica al jazz che intende trasformare la rassegna in un crossover tra tutte le espressioni della creatività. Un lungo weekend per immergersi nel mondo dell’arte lasciandosi travolgere anche dalle infinite sperimentazioni del sound più contemporaneo. 

    Prosegue, inoltre, la sinergia tra The Others Art Fair e alcuni fra i più importanti festival della Città di Torino con l’obiettivo di dare nuova linfa alle collaborazioni già instaurate con il territorio e valorizzare le realtà emergenti, per condividere storie, idee e progetti. Parteciperanno alla fiera il Festival delle Colline Torinesi, il Torino Graphic Days, il Festival Piedicavallo, lo Share Festival e il Torino Fringe Festival.

    Fuori dai confini regionali, presente quest’anno a Torino Esposizioni anche l’istituzione italiana per la promozione dell’arte contemporanea: la Fondazione Quadriennale di Roma sarà a The Others a esporre le sue attività di ricerca e promozione dell’arte italiana nel biennio 2022-2024. Ad attenderci, modalità inedite come l’intervento on site di Marco Raparelli che nel giorno di apertura della fiera realizzerà live un wall drawing descrittivo della complessa articolazione delle attività avviate.

    Il programma si arricchisce così di una serie di appuntamenti ed eventi collaterali che fanno eco alla filosofia della fiera come luogo d’incontro, di scambio di esperienze, contatti e progetti.  

    Numerosi anche i premi che verranno assegnati nei giorni della manifestazione, tra questi le acquisizioni da parte di Behnood Foundation, Zenato Academy e la Residenza d’Artista del Fondo Piero D’Amore. In particolare, The Others insieme al partner “Operæ” (www.operae.art) annunciano l’istituzione della prima edizione del “Premio Operæ” per l’Arte Contemporanea con l’obiettivo di acquisire un’opera da inserire nella nascente “Collezione Operæ”.

    L’identità di The Others, factory e piattaforma dedicata all’arte emergente, palcoscenico internazionale dove si amplifica il dibattito critico tra realtà diverse, si riflette infine anche nella Call for Curators promossa per il secondo anno consecutivo con l’obiettivo di incoraggiare la ricerca curatoriale e offrire a 3 giovani curatori meritevoli under 30 (o collettivi curatoriali) la possibilità di presentare un Progetto Curatoriale per The Others 2022. I vincitori riceveranno un premio in denaro e l’opportunità di presentare il proprio progetto in una vetrina di particolare pregio durante la settimana dell’Arte torinese, gli spazi espositivi con i quali collaboreranno beneficeranno di uno stand gratuito.  

    Ad aggiudicarsi il bando sono stati tre diversi progetti internazionali proposti da Lena Peyrard (Parigi – Francia), Eladio Aguilera Hermoso (Siviglia – Spagna) e Louisa Behr (Colonia – Germania) che indagano rispettivamente il rapporto dell’uomo con la natura, la rappresentazione nel mondo digitale contemporaneo, la stregoneria moderna come forma di sovversione emancipatrice e rappresentazione della pratica femminista. 

    3. ELENCO DEGLI ESPOSITORI

    A-SPACE Rheinfelden (CH)                                            A.MORE GALLERY Milano
    AAIE CENTER FOR CONTEMPORARY ART Roma
    GLI ACROBATI Torino
    AD GALLERY Firenze
    BLOC ART Lima (PE)
    ASSOCIAZIONE ARTISTICA DOCKS TORINO DORA Torino
    BLU: GALLERY Modra (SK)​​
    CANDY SNAKE Milano
    CHRYSALID GALLERY Rotterdam (NL)
    CRAG – CHIONO REISOVA ART GALLERY Torino
    CURVA PURA Roma
    DARLING PEARLS & Co London (UK)
    DEBATIK CENTER OF CONTEMPORARY ART Tirana (AL)
    DES BAINS GALLERY London (UK)
    NASTUPISTE 1-12 Topoľčany (SK)
    NOT4 Torino
    OPEN ART HOUSE Ivrea
    PAOLA SOSIO CONTEMPORARY MILANO Milano
    PODBIELSKI CONTEMPORARY Milano
    POLYSÉMIE Marseille (FR)
    ​​RAW MESSINA ​​Roma​​
    RED LAB GALLERY ​​Milano ​​/ Lecce
    GALLERIA RUBIN ARTE CONTEMPORANEA Milano
    RUNDGANG.IO Berlin (DE)
    ​​SACCA GALLERY Ragusa
    SAN SEBASTIANO CONTEMPORARY Siracusa
    DOT.CONTEMPORARY Bratislava (SK)
    DR FAKE CABINET Torino
    ESH GALLERY Milano
    FABBRICA EOS Milano
    FANG ARTE Torino
    FEBO E DAFNE Torino
    FORME IN BILICO Torino
    GAGLIARDI E DOMKE, Torino
    ASSOCIAZIONE CULTURALE GALFER20 Torino
    HOAST Vienna (AU)
    KUNSTHALLE GRAZ ​​Graz (AU)
    LAMB Venezia
    LATTE PROJECT SPACE Ravenna
    STUDIO LA LINEA VERTICALE Bologna
    LUSVARDI ART Milano
    MANCASPAZIO Nuoro
    ​​MOUCHES VOLANTES Colonia (DE)
    SOQUADRO Ragusa
    STAYONBOARD ART GALLERY Milano
    STEREO EXCHANGE København (DK)
    GALLERIA STUDIO LEGALE Caserta
    SYSTEMA GALLERY Osaka (JP)
    TINO & KRAMER London (UK)
    UNIQUE CONTEMPORARY Torino
    VGO ASSOCIATES Grasse (FR) Firenze
    VISIONQUEST 4ROSSO Genova
    VUNU GALLERY Košice (SK) ​​
    WIDMERTHEODORIDIS Zurich (CH) Athens (GR)
    YOUNGVOLCANO Palermo

    I PROGRAMMI DEI PROGETTI COLLATERALI

    IL PROGRAMMA MUSICALE #TIASPETTOFUORI

    Giovedì:
    Ritual
    Pho Bho records showcase

    Etichetta indipendente nata a Bergamo ora con sede a Torino. Natura indefinita, linguaggio istintivo, antichi ritmi, nuovi suoni. Musica non convenzionale, riconoscibile al primo ascolto. Ormai onnipresenti nei migliori party della penisola.

    Venerdì: 
    Feel da bazz
    Skip / Marc / Flavinio 
    La bass music è un termine usato per descrivere i diversi generi di musica elettronica che a partire dagli anni ’80 in poi hanno influenzato il Regno Unito. Grancassa e linea di basso prominente, in consolle con alcuni dei nomi più rappresentativi del genere.
    Sabato: 
    Floating
    Tagliabue / Luce Clandestina / A Hand

    Il flusso sonoro, sinuoso, lento, seducente e profondo, si galleggia, sospesi, la materia a tratti impercettibile a tratti ci avvolge e ci stringe. Joseph Tagliabue da Milano, Luce Clandestina una delle dj più interessanti del panorama italiano, A-Hand label manager e producer per Details Sound. Immergetevi.

    Domenica: 
    Black is Back
    Angie BacktoMono / Andrea Passenger / Red Rob

    Le radici profonde della black music, jazz, r’n’b, soul, disco, funk. Un viaggio nel suono nero, che urla emancipazione e rivolta, dagli anni 60 a oggi, a domani. Musica con una storia, musica che muove gli animi, e i corpi.

    Per saziare la fame atavica e repentina (onnivora, vegetariana e vegana) saranno presenti Jango Bistrot, Rock Burger e Van Ver Burger, al bancone del bar la crew di Magazzino sul Po.

    I FESTIVAL COLLATERALI

    Festival delle Colline TorinesiThe Others 2022 ospita “This Verymoment – È solo il momento per il momento nel momento”, un’installazione sul tema del collezionismo a cura di Motus, una delle compagnie italiane di maggior rilievo, a cui la 27^ edizione del Festival delle Colline Torinesi dedica un’ampia monografia. Cosa lascia dietro di sé il teatro, solo memoria volatile o anche qualche feticcio a sua volta destinato a far perdere le sue tracce? Un oggetto come unità minima di collezione? Motus espone questa inafferrabilità in una caotica installazione fotografica con 10000 piccole stampe di foto di scena e di viaggi (in copia unica) dai 31 anni di storia della compagnia, da disperdere fra i visitatori della mostra, sino a esaurimento. Un addio ai 10000 momenti vissuti e riprodotti su carta, da cui la compagnia si separa scegliendo la formula del dono/souvenir feticistico che ognuno potrà mettersi in tasca e portare altrove. Per la presentazione torinese saranno inoltre incluse anche alcune foto al Festival di Andrea Macchia

    Torino Graphic DaysCreativi si nasce, non si diventa — semmai, crescendo diventa sempre meno naturale esercitare la fantasia. È intorno alla relazione tra l’inarrestabile immaginazione dei più piccoli e il mondo del visual design che si è sviluppata l’ultima edizione del festival internazionale Torino Graphic Days (17 settembre – 2 ottobre).  Due settimane di eventi e appuntamenti che hanno avuto l’obiettivo di stimolare il bambino in ogni designer ad adottare un’attitudine di costante sperimentazione. Il tema continuerà a essere approfondito anche tra gli spazi di The Others in un’esplorazione della cultura visiva contemporanea a confronto con la cripto arte. Ogni opera esposta in occasione di The Others sarà infatti phygital e avrà un corrispettivo NFT.

    Piedicavallo – Avamposto culturale multidisciplinare nell’Alta Valle del Cervo (BI) Piedicavallo Festival opera da 32 anni in ambito musicale e nella ricerca sonora proponendo rassegne di musica cameristica in alta quota (Fortepiano); di musica percussiva ed elettronica (Pietre) dedicata a sonorità avanguardistiche e sperimentali, che spaziano dall’ascolto, al ballo, alla contemplazione, dalle camminate sensoriali fino a risvegli sonori; e, ancora, come residenza artistica di ricerca visuale (Simbiosi) dedicata a giovani artisti emergenti che si interrogano sul paesaggio come spazio e tempo di relazioni. Ispirato dal concept di questa ultima sezione, il festival partecipa a The Others presentando tre progetti: Sedimenti (2021), una raccolta di indici testuali, grafici e fotografici in quanto tracce di registrazione del reale, realizzata da Beatrice Zito nell’ambito della residenza artistica Simbiosi 2021 e curata da Edoardo Fumagalli e Marta Morino; Om Salvèj (2022), progetto di Ugo Gattini, realizzato nell’ambito della residenza artistica Simbiosi 2022 composto da diversi elementi quali statuette di terracotta e di materiali raccolti, un volume fotografico e sonoro in copia unica, con stampe B/N su carta baritata e una traccia sonora realizzata da Davide Broggini e curato da Marco Paltrinieri (collettivo Discipula), Francesco Pavignano e Tommaso Valli (collettivo Ventunesimo); infine, Ai margini del suono (6’) audiovisual prodotto da Tetau e Ho una barca, rispettivamente curator* della ricerca visuale e del progetto sonoro di Piedicavallo Festival 2022.

    Share Festival – Share Festival, diretto da Bruce Sterling e Chiara Garibaldi, presenta per The Others “Share Artmaker Gallery” con una selezione di 5 opere prodotte nel contesto del progetto Artmaker. Si tratta di “AD[igital] P3Я$0n4м” di Apotropia, , “Re/Fluo” di Francesca Fini, “Stammi vicino” Fabio Battistetti, “Cristallo di Luce” in versione XSmall di Diego Scroppo e “NO!” di Laura Viale. Il percorso esemplifica l’evoluzione dell’arte, la produzione di tutte le arti visive ad alto contenuto di tecnologia ed innovazione, utilizzate in maniera non convenzionale, volano della potenzialità della bellezza come primo motore per la trasformazione attraverso la creatività e l’ispirazione dell’Arte. Il progetto Artmaker, ha lo scopo di cercare ed offrire ad artisti, cittadini, progettisti ed imprese nuove opportunità e potenzialità attraverso il dialogo con le nuove tecnologie e con il mondo di Internet, verso quello che possiamo definire CREATIVITA’ 4.0. Il gemellaggio con gli Altri festival a The Others, è per Share terreno fertile per evidenziare la storia e il futuro della creatività nell’era tecnologica.

    Torino Fringe Festival – Il Festival multidisciplinare di arti performative, nato nel 2013 sulla scia dei grandi festival off europei e che coinvolge tutto il territorio piemontese rendendolo una vetrina e un punto di riferimento a livello nazionale ed internazionale per il Teatro Off prende parte a The Others con due progetti in realtà virtuale. La prima esperienza virtuale è La Stanza (Esperienza in VR – 20’) realizzata da ASTERLIZZE che mescola materiali d’archivio, fotografie, musica, video in Super 8 e recitazione, prendendo spunto dal ritrovamento dei diari del Coordinamento Femminista di Enna del 1975. Una stanza da esplorare immergendosi nei panni di una bambina degli anni Novanta che impara a conoscere la propria madre e il suo passato. Con il secondo progetto, Shakespeare Showdown – With a Kiss I Die (Videogame, Experience, Teatro – 25’), lo spettatore è invece condotto al centro di un multiverso shakespeariano e ha l’opportunità di determinare il destino del suo personaggio. Romeo o Juliet? La scelta conduce a un viaggio diverso, ma verso lo stesso obiettivo: ritrovare l’altro, prima che sia troppo tardi. In un mondo in cui ogni cosa viene dimenticata, può l’amore sopravvivere all’oblio?

    I PROGETTI VINCITORI DELL’OPEN CALL FOR CURATORS 

    Lena Peyrard – Paris, France
    Julio artist-run space – Paris, France
    Terra Mater

    La mostra invita a immaginare alternative fantastiche all’organizzazione della vita, in risposta agli sconvolgimenti sociologici e ambientali contemporanei comunemente raggruppati sotto il nome di “Antropocene”. Attraverso una serie di disegni e sculture degli artisti Ivana Adaime Makac ed Ellande Jaureguiberry, la mostra rivela un ecosistema mistico e spirituale in cui i regni biologici si mescolano. È un invito a considerare la cura alla scala dei vivi e dei non viventi, per la trasformazione del nostro rapporto con il mondo attraverso l’alleanza con la terra e non attraverso il suo sfruttamento.

    Eladio Aguilera Hermoso – Sevilla, Spain
    Di Gallery – Sevilla, Spain
    You’re not alone in a garden.

    Questo progetto nasce dall’eterna lotta tra gli spazi della rappresentazione e della presentazione. Nel mondo digitale contemporaneo, la rappresentazione diventa ancora più diffusa che nel trompe l’oeil barocco. Dalla visione dei giovani artisti, questa proposta converge tra tre pilastri discorsivi che fanno parte dello stesso approccio che affronta il conflitto tra il narrativo-reale-politico e il contemplativo-finzionale-banale.

    Louisa Behr . Cologne, Germany
    Mouches Volantes – Cologne, Germany
    Among people so alien

    Il progetto si concentra su posizioni artistiche che si occupano del fiorire della stregoneria moderna come pratica femminista ed emancipatrice. La figura della strega sta vivendo una rinascita sia a livello politico che culturale. La mostra rappresenta una sovversione del corpo femminile come malvagio e si basa su narrazioni lineari dalle storiche cacce alle streghe alle congreghe contemporanee.

    LA QUADRIENNALE DI ROMA
    PRESENTA IL SUO PROGRAMMA 2022-2024
    DURANTE THE OTHERS ART FAIR
    GIOVEDÌ 3 NOVEMBRE 2022
    MARCO RAPARELLI APRE THE OTHERS E REALIZZA IN DIRETTA UN
    WALL DRAWING SULLE ATTIVITÀ DELLA QUADRIENNALE

     

    Torino, 2 novembre 2022 – Tra gli oltre 60 espositori già annunciati a The Others Art Fair, la fiera di frontiera dal 3 al 6 novembre torna a Torino Esposizioni con una grande novità nel giorno di apertura di questa XI edizione che propone anche la partecipazione della Fondazione La Quadriennale di Roma.

    L’istituzione italiana per la promozione dell’arte contemporanea sarà infatti ospite a The Others per esporre le attività di ricerca e promozione dell’arte italiana nel biennio 2022-2024.

    Per l’occasione, verrà presentato un intervento on site a cura dell’artista Marco Raparelli che, nel giorno di inaugurazione realizzerà live, a partire dalle ore 10.30, un wall drawing descrittivo della complessa articolazione delle attività avviate.

    Al centro dello stand saranno disponibili al pubblico i primi tre numeri della rivista “Quaderni d’arte italiana” (edita da Treccani), nuovo trimestrale d’arte contemporanea che intende fare il punto sui temi che animano la produzione delle artiste e degli artisti italiani attivi in questi primi decenni del nuovo secolo.

    Alla rivista sarà dedicata venerdì 4 novembre alle ore 19.00 una presentazione alla WEBTV di THE OTHERS ART FAIR con interventi di Umberto Croppi, Gian Maria Tosatti, rispettivamente Presidente e Direttore Artistico della Quadriennale, Nicolas Ballario, membro del comitato editoriale della rivista e Alessandra Troncone, critica e curatrice.

    Il programma collaterale di The Others Art Fair 2022, che vede già ampie collaborazioni con alcuni dei più importanti festival del territorio, coinvolgerà quindi un nuovo protagonista del mondo dell’arte contemporanea, riconfermando così la sua identità aggregante e multidisciplinare, luogo d’incontro, di scambio di esperienze, contatti e progetti.

    BIGLIETTI THE OTHERS 2022 anche on line https://www.vivaticket.com/it/ticket/the-others-2022/194429

    THE OTHERS ART FAIR
    XI edizione
    3 – 6 novembre 2022
    Padiglione 3 – Torino Esposizioni – Via Petrarca 39 b

     

  • Domenica 30 ottobre, ore 10.30
    COLLEZIONI A CONFRONTO
    Visita per Abbonati

    La visita propone un confronto tra il collezionismo privato della​ mostra RINASCIMENTO PRIVATO, ospitata al Museo Accorsi – Ometto, e quello pubblico presente nelle sale della Pinacoteca Albertina di Torino.
    Si indaga sui vari aspetti della pittura piemontese dalla metà del Quattrocento alla metà del Cinquecento: dalla produzione figurativa all’evoluzione stilistica condizionata da influenze d’oltralpe e fiamminghe; dalle tecniche al lavoro delle botteghe artigianali che si misuravano con la nuova pittura moderna; dall’ iconologia dei santi alla loro funzione devozionale.

    Martedì 1° novembre il Museo Accorsi-Ometto sarà aperto dalle 10 alle 19.
    Visite guidate alla collezione permanente ore 10.30 e 16.30
    Visite guidate alla mostra ore 11.30 e 17.30.
    PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA: 011 837 688 int. 3 / e-mail

  • Salvador DALÍ
    The Exhibition

    Dal 12 novembre 2022
    al 19 febbraio 2023
    Palazzina di Caccia di Stupinigi
    Piazza Principe Amedeo 7 – Nichelino (TO)

    Salvador Dalì,
    il genio, il folle,
    nella mostra evento
    prodotta da Next
                                                         in collaborazione con The Dalí Universe e                                                 con Associazione Culturale Dreams.
    Con il patrocinio dell’Ufficio Culturale
    dell’Ambasciata di Spagnae di Città
    Metropolitana di Torino.
    Le antiche cucine della
    Palazzina di Caccia di Stupinigi,
    dopo Frida Kahlo ed Andy Warhol,
    ospitano un altro artista eclettico e poliedrico,
    il Maestro del Surrealismo.
    La scultura monumentale,
    le sculture museali in bronzo,
    i libri illustrati,
    gli oggetti in pasta di vetro.
    Le opere più popolari di Dalí,
    i diversi aspetti della sua produzione artistica,
    in una collezione unica nel suo genere,
    per la prima volta a Torino.

     

    “L’unica differenza tra un uomo folle e Dalì è molto semplice:

    Dalì non è affatto pazzo!”.
    (Salvador Dalí)

     

    ABOUT
    _____________________________________________
    Salvador Dalí non è stato solo un pittore, ma un artista poliedrico nel vero senso della parola. Indiscusso Maestro del Surrealismo, non si limitò mai alla mera produzione di quadri o di opere d’arte bidimensionali. Vetro-cristallo, mobili, gioielli e soprattutto sculture in bronzo: la sua arte scaturiva da qualsiasi strumento avesse a disposizione.

    Da questo basilare concetto è stata creata la mostra Salvador DALÍ The Exhibition, prodotta da Next Exhibition – leader nella produzione, organizzazione e realizzazione di mostre temporanee a carattere culturale e di edutainment – in collaborazione con The Dalí Universe, società specializzata in Salvador Dalí e gestrice di una delle più grandi collezioni private di opere dell’artista al mondo.

    Nelle antiche cucine della Palazzina di Caccia di Stupinigi il visitatore avrà il piacere di ammirare una mostra unica nel suo genere, una collezione inedita per la città di Torino, che espone diversi aspetti della produzione artistica di Dalí, composta da una scultura monumentale, le sculture museali in bronzo, i libri illustrati e gli oggetti in pasta di vetro. Queste stesse opere, prestate a più di cento importanti musei internazionali ed esposte in prestigiose location, hanno girato il mondo e sono state apprezzate da oltre dodici milioni di persone, come rivelazione di un aspetto del lavoro creativo di Dalí precedentemente sconosciuto.

    Il percorso ospita sculture di grande formato, in cui il gioco surrealista delle connessioni e delle trasformazioni si propone in tutta la sua magia, mentre le ossessioni visive dell’artista prendono forma nello spazio attraverso la manipolazione fisica degli oggetti. Tra questi: “La Danza del Tempo” (1979-1984) e “La nobiltà del Tempo” (1977 – 1984), la contrapposizione tra “L’uomo con la farfalla” (1968-1984) e “La donna in fiamme” (1980), “L’Elefante Spaziale” (1980) e “Il Cavaliere surrealista” (1971 – 1984).
    Si presentano al pubblico con impatto e forza due simboli identificativi di Dalí: l’orologio molle e l’elefante con le gambe sottili, simboli della relatività del tempo e della distorsione dello spazio.

    I capolavori in vetro e cristallo stupiscono per cromie e forme, dal “Ciclope” (1968) alla “Chitarra” (1971) all’”Anti-Fiore” (1971). Conducendo il visitatore ai bronzi come “Il Violino” (1966) che con le sue forme sinuose ricorda una schiena umana o ai due preziosissimi “Caducei” (1983) in oro 18 carati, argento e ametista.

    L’esposizione presenta anche un quasi inedito Dalí illustratore con le grafiche a colori “Dopo dieci anni di Surrealismo” (1974), “Il bestiario di De la Fontaine” (1974) e “Immaginazioni e Oggetti del Futuro” (1975). L’artista fu infatti anche illustratore oltre che pittore, scultore, regista, scrittore e designer.

    La connessione tra le opere protagoniste della mostra viene curata da Beniamino Levi, uno dei maggiori esperti di Salvador Dalí che ha conosciuto personalmente nelle sue residenze parigine e nella sua terra natale, la Spagna. Levi rimase affascinato da alcune delle prime opere scultoree del Maestro, tanto da spronarlo ad esprimere nuovamente la sua arte in forma scultorea, commissionandogli una serie di bronzi basati sulle immagini surrealiste più famose della sua incredibile carriera.

    GIORNI E ORARI DI APERTURA
    ________________________________________________________________
    La mostra sarà aperta:                                                       
    Tutte le informazioni sulla mostra sul sito www.daliexhibition.it  
    FB /nextexhibition IG next.exhibition 
    Dal Martedì al Venerdì 10 – 17.30                                  
    Sabato e Domenica 10 – 18.30                                                                   
    Lunedì chiuso                                                                                             
    Ultimo ingresso consentito in mostra un’ora
    prima dell’orario di chiusura.
    APERTURA STRAORDINARIA:
    lunedì 26 dicembre
    ORARI SPECIALI
    • 24 dicembre 10 – 14
    • 31 dicembre 10 – 14
    • 1 gennaio 14 – 18

    PREZZI E MODALITA’ ACQUISTO BIGLIETTI
    ________________________________________________________________
    Biglietti a partire da 13 euro con prevendita on-line attiva da venerdì 4 novembre con il circuito Ticket One.
    Biglietti in vendita anche presso il botteghino della Palazzina di Caccia di Stupinigi nei giorni e negli orari di regolare apertura della mostra.

  • SPECIALE HALLOWEEN AI MUSEI REALI PER FAMIGLIE.

    ASPETTANDO HALLOWEEN in Galleria Sabauda
    Sabato 29 ottobre ore 16

    Mentre la notte di Halloween si avvicina, andiamo a caccia di diavoli, mostri e draghi tra le tavole dipinte dai maestri del Rinascimento in Piemonte. Vi aspettiamo con un’avvincente sfida tra incredibili leggende, rompicapi da risolvere e orride maschere da decorare. Non dimenticate un pizzico di fantasia e il vostro costume più spaventoso!

    Modalità di partecipazione
    Attività consigliata dai 6 ai 10 anni, con prenotazione obbligatoria.
    Costo dell’attività: 5 euro per i bambini, solo biglietto d’ingresso per gli adulti accompagnatori (tariffa speciale 10 euro, gratuito con Abbonamento Musei).
    Info e prenotazioni: 011 19560449 e info.torino@coopculture.it – Biglietti online su Musei Reali di Torino | CoopCulture.

    Quattro storie di paura in Galleria Sabauda

    Lunedì 31 ottobre, alle ore 17, il percorso Quattro storie di paura conduce i bambini e le loro famiglie a scoprire la Galleria Sabauda, dove si nascondono mostri terribili e animali spaventosi che sembrano usciti da storie di paura. Saranno proprio i piccoli partecipanti a dover raccontare ai grandi, con l’aiuto dell’operatore didattico, quattro storie spaventose ispirate ai personaggi dei quadri e con un elemento sorpresa che renderà l’esperienza ancora più divertente. 

    Modalità di partecipazione
    Costo dell’attività: 10 euro per i bambini, solo biglietto di ingresso ai Musei Reali per gli adulti accompagnatori (15 euro ordinario, 2 euro da 18 a 25 anni, gratuito under 18)
    Info e prenotazioni: 011 19560449 e info.torino@coopculture.it – Biglietti online su Musei Reali di Torino | CoopCulture.

    Apertura straordinaria
    per la notte di Halloween 

    Lunedì 31 ottobre, dalle 19.30 alle 23.30, i Musei Reali festeggiano la notte di Halloween con l’apertura straordinaria del Museo di Antichità, del Teatro Romano e del Giardino Ducale (ultimo ingresso ore 22.45). 
    Costo del biglietto della serata: 5 euro (gratuito under 12 anni)
     

    Il programma comprende, dalle 20 alle 22, l’evento Halloween: la vera storia che offre al pubblico una serata suggestiva per narrare i riti di una notte non così lontana dalle nostre tradizioni. La rievocazione, a cura delle associazioni TerraTaurina e Okelum, permette di conoscere la cultura dei Celti, tra analogie, diversità e trasmissione di usi e saperi con altre antiche civiltà. Nel giardino si alterneranno le danze rituali.

    Alle ore 22.30, nel Giardino Ducale si svolgerà il rito di Samonios con l’accensione del fuoco sacro, la cerimonia celtica che celebra la fine dell’anno e l’inizio di quello nuovo, quando il mondo dei vivi e quello dei morti entrano in comunicazione. In occasione della serata, è prevista una degustazione con il mastro birraio Mauro Mascarello del Birrificio Torino.

    Per chi volesse vivere un’esperienza unica ed emozionante, è prevista anche la visita dell’Armeria Reale al buio alle ore 19.30 e alle ore 21. 
    La guida CoopCulture vi condurrà in una suggestiva visita a luci spente all’interno dell’Armeria Reale, alla ricerca di dettagli da svelare e storie da raccontare. 
    Costo dell’attività: 7 euro oltre al biglietto di ingresso alla serata di Halloween (ridotto speciale 3 euro, gratuito under 12). Un’occasione imperdibile per vivere tutte le offerte dei Musei Reali nella notte più magica dell’anno a soli 10 euro.
     

    Biglietti online su Musei Reali di Torino | CoopCulture e-mail info.torino@coopculture.it

    ­

     

  • GLI APPUNTAMENTI DI NOVEMBRE
    LA MOSTRA IN CORSO
    MARGHERITA DI SAVOIA
    REGINA D’ITALIA

    fino al 30 gennaio 2023

    Una donna tra due secoli, una Regina per il Paese, un’icona per i Savoia: glamour, materna, benefattrice, musa e mecenate. Oltre settanta opere d’arte, tra ritratti, dipinti, sculture, abiti e gioielli, strumenti musicali, manoscritti, tappezzerie e mobili, raccontano la prima Regina dell’Italia unita.
               ______________________________________________________
    MARGHERITA AL CINEMA
    Passannante di Sergio Calabona
     Martedì 22 novembre ore 18
    Cinema Massimo 3
    via Giuseppe Verdi 18 Torino

    Nell’ambito della mostra Margherita di Savoia, Regina d’Italia, il Cinema Massimo propone la visione di un film dedicato alla figura di Giovanni Passannante, anarchico lucano, che attentò (senza riuscirci) alla vita di Umberto I di Savoia. Il film si struttura come un docu-film, in una sapiente narrazione che alterna le vicende di Passannante, dalla giovinezza alla morte in ospedale psichiatrico, al presente prossimo in cui un attore, un giornalista e un musicista incarnano, con una certa sagacia nel ritrarre l’Italia e gli italiani, l’istanza popolare che si innescò a fine anni ’90 per recuperare la memoria del giovane anarchico, i cui resti ricevettero sepoltura nel 2007 nel paese natio.

    ________________________________________________________________
    MARGHERITA IN MUSICA
    Il concerto del sabato a Palazzo Madama
    con l’Orchestra del Liceo Classico Musicale Cavour
     Sabato 26 novembre ore 11

    Nell’ambito del progetto Quattro scuole per una Regina, ideato dai Servizi Educativi di Palazzo Madama in occasione della mostra Margherita di Savoia, Regina d’Italia, le classi della sezione musicale del Liceo C. Cavour di Torino propongono una serie di concerti che immergeranno il pubblico nelle musiche più amate dalla Regina Margherita, grande appassionata di musica fin dalla giovinezza: per tutta la sua vita praticò quest’arte e promosse in Italia la conoscenza della musica da camera e sinfonica, e di Beethoven in particolare.

    _________________________________________________

    LE VISITE GUIDATE A CURA DI THEATRUM SABAUDIAE

                 ___________________________________________________

    Visite guidate alla mostra Margherita di Savoia, Regina d’Italia:

    • lunedì ore 11, sabato e domenica ore 16.30
    Visite tematiche alla mostra:
    • 4/11 ore 16.30 Gioielli, splendori, bellezza e fascino
    • 11/11 ore 16.30 Un giorno a corte
    • 18/11 ore 16.30 Il tempo di Margherita
    • 25/11 ore 16.30 Sovranità, stile ed eleganza
    Visite guidate alle collezioni permanenti:
    • tutti i sabati e domenica ore 15: Da porta romana a castello a museo

                       ____________________________________________

    L’ALLESTIMENTO NELLA CORTE MEDIEVALE

                          ____________________________________________

    LA PORTA DELLA CITTÀ.
    UN RACCONTO DI 2.000 ANNI

    Una narrazione visiva, che accoglie il visitatore al suo ingresso in museo, per raccontare i duemila anni di storia di Palazzo Madama e di Torino, dall’età romana al Novecento. L’allestimento si definisce a partire da una trentina di tavole realizzate dal disegnatore modenese Francesco Corni: si tratta di disegni che illustrano dettagliatamente i momenti salienti di crescita della città e seguono le vicende costruttive del palazzo.

                        _____________________________________________

    LA PERFORMANCE DI DARREN BADER IN OCCASIONE DI ARTISSIMA

                        ______________________________________________

    ANTIPODES: MUSICAL QUARTETS
    venerdì 4 e sabato 5 novembre ore 11

    Un’opera performativa  di Darren Bader (galleria Franco Noero, Torino) con due ensemble musicali che interagiscono tra loro, un quartetto d’archi e una rock band di quattro elementi. Le musiche sono liberamente scelte dai musicisti, una composizione sinfonica da parte del quartetto e una cover del proprio repertorio da parte della rock band. Gli esecutori iniziano a suonare entro dieci secondi l’uno dall’altro, per terminare una volta conclusa l’esecuzione della composizione che hanno scelto di suonare. 

                         _____________________________________________

    LE CONFERENZE DI PALAZZO MADAMA NELLE BIBLIOTECHE CIVICHE

                      ______________________________________________

    MINIATURE RIVELATE
    7 novembre – 14 dicembre 2022
    Palazzo Madama e le Biblioteche civiche torinesi propongono, dal 7 novembre al 14 dicembre, un ciclo di conferenze gratuite, dedicate ad approfondire l’arte del libro tra Medioevo e Rinascimento attraverso le collezioni di arte antica del Museo Civico di Torino.
    Una serie di incontri per esaminare i materiali e le tecniche di realizzazione dei manoscritti, per scoprire come erano organizzate le biblioteche e chi vi accedeva e per cogliere, infine, quel passaggio cruciale dal libro scritto a mano al libro stampato.
                           ________________________________________
    LE CONFERENZE BOTANICHE
                            _________________________________________
  • Christo e Jeanne-Claude. Projects
    Castello di Miradolo
    15 ottobre 2022 – 16 aprile 2023

     

     

    A poco più di due anni dalla scomparsa di Christo Vladimirov Javacheff, il Castello di Miradolo dedica a Christo e Jeanne-Claude, la coppia che ha rivoluzionato il concetto di opera d’arte e il suo processo di realizzazione, la mostra Christo e Jeanne-Claude. Projects, che espone disegni, collages, fotografie e video delle loro opere più famose, insieme ad opere di alcuni artisti del Nouveau Réalisme e della Land Art che hanno influenzato la loro produzione artistica e il loro pensiero.
    Curata da Francesco Poli, Paolo Repetto e Roberto Galimberti, con il coordinamento generale di Paola Eynard, la mostra, realizzata grazie alla collaborazione con la Christo and Jeanne-Claude Foundation di New York, presenta circa sessanta opere accompagnate da un’ampia sezione fotografica e dalla proiezione dei video che documentano la realizzazione delle monumentali installazioni artistiche.
    Le opere di Christo e Jeanne-Claude, tanto inedite, quanto ardite e monumentali, fecero sempre molta fatica ad essere approvate ed accettate. Nel 1966 il permesso per il progetto Wrapped Trees, concepito per il parco adiacente al Saint Louis Art Museum, in Missouri, fu negato. Nel 1969 gli artisti immaginarono il progetto Wrapped Trees, Project for Avenue des Champs- Élysées and the
    Rond Point des Champs-Élysée a Parigi, anch’esso mai realizzato. Il progetto Wrapped Trees per Riehen (Comune alle porte di Basilea) è stato infine completato nel 1998 ed è il risultato di 32 anni di sforzi e attese. Nel parco intorno alla Fondation Beyeler, 178 alberi, alti da 2 a 25 metri, sono stati avvolti con 23 chilometri di corda e con 55mila metri quadrati di tessuto in poliestere intrecciato.
    Al 1968 risalgono i primi due edifici impacchettati: entrambi musei. Si tratta della Kunsthalle di Berna e del Museum of Contemporary Art di Chicago. Nello stesso anno, in occasione della quarta edizione di Documenta, la quinquennale esposizione internazionale che si svolge a Kassel, in Germania, Christo e Jeanne-Claude realizzano davanti al palazzo del Friedericianum, sede della mostra, 5.600 Cubicmeter Package, una gigantesca scultura gonfiabile alta circa 85 metri. Nel 1974 a Roma il critico Achille Bonito Oliva organizza la grande rassegna “Contemporanea” a cui partecipano tutti i maggiori artisti internazionali. Christo e Jeanne-Claude realizzano una delle loro opere urbane più straordinarie: The Wall-Wrapped Roman Wall, che vede una sezione di ben 250 metri delle Mura Aureliane interamente coperta da tessuto di polipropilene legato da corde in Dacron. Nel 1985, undici anni dopo, The Pont Neuf Wrapped segna un nuovo intervento urbano che ha come protagonista il più antico ponte di Parigi, la cui architettura – in costante evoluzione – ha rispecchiato per secoli il carattere trasformista della città. L’intervento di Christo e Jeanne-Claude conferisce al Pont Neuf una nuova dimensione scultorea, continuandone dunque la tradizione della
    metamorfosi architettonica, trasformandolo per 14 giorni in un’opera d’arte.
    Wrapped Coast, One Million Square Feet (1969) nella Little Bay di Sydney in Australia, Valley Curtain (1972) a Rifle in Colorado, Ocean Front (1974) a Newport, Rhode Island a sud di Boston, Running Fence (1976) nelle Contee di Sonoma e Marin in California, sono tutte opere di dimensioni colossali, dove enormi teli in polipropilene o nylon hanno celato, per alcune settimane, vasti spazi, ora di costa, ora di acqua, ora di cielo. Valley Curtain, il grande telo arancione disteso come una immensa diga tra gli estremi di due colline, richiese 28 mesi di preparazione e durò solo 28 ore poiché forti raffiche di vento, fino a 100 km all’ora, resero necessaria una tempestiva disinstallazione. Running Fence, lunga quasi 40 chilometri e alta 5,5 metri, si estendeva da est a ovest, a nord di San Francisco, sulle proprietà di 59 allevatori di bestiame. Per 14 giorni l’alta “recinzione” di nylon bianco, come una inedita muraglia cinese, ma più elegante e leggera, seguiva l’andamento sinuoso delle colline per poi scomparire, immergendosi nell’oceano Pacifico, a Bodega Bay. L’idea arcaica della grande muraglia, come recinzione e difesa, delimitazione politica e confine, nella concezione dei due artisti si trasforma in un sinuoso nastro di luce che anziché separare, unisce, riaffermando ed esaltando così le caratteristiche coloristiche e luminose del contesto naturale catturato in una precisa frazione di tempo. Wrapped Fountain and Wrapped Medieval Tower (1968) sono le prime opere pubbliche realizzate da Christo e Jeanne-Claude in Italia. In occasione del Festival dei Due Mondi di Spoleto impacchettano una torre medievale e la Fontana del Mascherone del XVII secolo.
    Per i dieci anni dalla fondazione del movimento del Nouveau Réalisme, Christo e Jeanne-Claude impacchettarono con un tessuto in propilene bianco e con corde arancio due dei principali monumenti scultorei di Milano: quello di Vittorio Emanuele II in piazza del Duomo e quello di Leonardo da Vinci in piazza della Scala. Wrapped Monument to Leonardo e Wrapped Monument to Vittorio Emanuele II (1970) ebbero entrambi vita breve: rispettivamente due e sette giorni. Wrapped Reichstag (1995), l’impacchettamento dello storico palazzo del parlamento tedesco a Berlino, ha visto Christo e Jeanne-Claude impegnati in un travagliato processo di approvazione del loro progetto durato oltre due decenni. Per la forte pregnanza simbolica dell’edificio questo è forse l’intervento urbano più significativo degli artisti ed è tra quelli che ha avuto la maggiore risonanza e il più forte impatto a livello mondiale. La facciata, le torri e il tetto sono stati ricoperti con 100mila metri quadrati di tessuto in polipropilene color alluminio legati con ben 16,6 chilometri di corde blu.
    Il lavoro è stato compiuto da 70 alpinisti professionisti e da 120 operai installatori. A differenza degli esponenti della Land Art americana, che hanno privilegiato lontani territori desertici incontaminati e difficilmente raggiungibili, Christo e Jeanne-Claude hanno sempre voluto realizzare le loro opere in luoghi facilmente accessibili, anche nel caso degli interventi in spazi naturali. La componente fondamentale dei loro progetti era la presenza umana in forma di rapporto che una comunità di individui sviluppa con il contesto in cui vive e al contempo di interazione e coinvolgimento diretto nella creazione dei progetti stessi. Con Surrounded Islands (1983) nella Biscayne Bay di Miami, 11 delle isole situate nella baia furono circondate da oltre 600mila metri quadrati di tessuto fluttuante in polipropilene rosa che ricopriva la superficie dell’acqua e si estendeva per 61 metri da ciascuna isola nella baia. All’alba del 9 ottobre 1991, alla presenza di  Christo e Jeanne-Claude, furono aperti i 3.100 ombrelli alti 6 metri e con un diametro di circa 8,5 metri, a Ibaraki e in California. The Umbrellas (1991) intendeva indagare le somiglianze e le differenze nei modi di vivere e nell’uso dello spazio in due valli interne, una lunga 19 chilometri in Giappone e l’altra 29 chilometri negli Stati Uniti. In Giappone, la valle si trova nella prefettura di Ibaraki e comprende le proprietà di 459 proprietari terrieri privati e di agenzie governative. Negli Stati Uniti, la valle si trova a poco meno di 100 chilometri a nord di Los Angeles, nelle proprietà del Tejon Ranch, appartenenti a 25 proprietari terrieri privati e agenzie governative.
    Con The Floating Piers (2016) per 16 giorni, dal 18 giugno al 3 luglio, il Lago d’Iseo è stato reinventato. Centomila metri quadrati di tessuto giallo dalia scintillante, fissati a un sistema modulare di pontili galleggianti composto da 220mila cubi di polietilene ad alta densità, ondeggiavano con il movimento dell’acqua, appena sopra la superficie del lago. The Gates (2005) è un cammino lungo 37 chilometri a Central Park, a New York: 7.503 “cancelli” alti quasi 5 metri e distanti tra loro circa tre metri e mezzo.
    Tutte le opere ambientali di Christo e Jeanne-Claude sono sempre state interamente finanziate dagli artisti stessi, attraverso la vendita dei disegni, dei collage e dei modelli in scala dei progetti in essere o passati. Tutti i progetti sono sempre stati liberamente accessibili al pubblico in maniera gratuita.
    Nel suo originale progetto, concepito nel 1977, la Mastaba sarà un’opera d’arte enorme. Costituita da 410mila barili colorati, sarà la più grande scultura contemporanea mai realizzata, l’unico progetto permanente di Christo e Jeanne-Claude. Una sua versione in scala ridotta, The London Mastaba (2018), è stata eretta a Londra, in Hyde Park, dove ha galleggiato sulle acque del Serpentine Lake per tre mesi. Realizzata con 7.506 barili, nei toni del rosso, blu e mauve, fissati ad una struttura metallica interna, The London Mastaba era sorretta da piattaforma galleggiante in polietilene ad alta densità. L’Arc de Triomphe, Wrapped (2021), ha visto la sua realizzazione 60 anni dopo i primi progetti e, per volontà dello stesso Christo, è stato completato dalla sua équipe dopo la sua morte.
    A questo nucleo centrale, si affiancano due ampie sezioni, che intendono creare un ideale confronto tra le opere di artisti differenti e i lavori e il pensiero di Christo e Jeanne-Claude.

    NOUVEAU RÉALISME
    La prima sezione è dedicata al Nouveau Réalisme, importante movimento parigino del decennio 1960/70, con opere di Man Ray, César, Klein, Spoerri, Mimmo Rotella, Pierre Fernandez Arman e Raysse, che rappresenta l’incontro di Christo con il mondo e il contesto parigino ed europeo dopo gli studi a Sofia, Praga e Vienna. Il Nouveau Réalisme è formato da un variegato insieme di artisti di vari paesi, tutti con personalità forti e originali, che contribuiscono in maniera decisiva ad affermare pratiche di sperimentazione creativa libere e spericolate, con uno stretto rapporto fra arte e vita. I suoi protagonisti utilizzano materiali extra-artistici prelevati dal contesto della realtà quotidiana e hanno un’attitudine ironica e critica nei confronti della società dei consumi. La loro arte è in presa diretta con le componenti ordinarie della scena urbana, pubblica e privata: dagli oggetti domestici usurati alle carcasse d’automobili e ai vecchi pezzi meccanici, dalle immagini dei rotocalchi ai manifesti pubblicitari affissi nelle strade, fino ad arrivare ai rifiuti veri e propri, abbandonati nei cestini o nelle discariche. Le pratiche operative tipiche del Nouveau Réalisme – in particolare gli assemblages e i collages – sono definibili “neo-dadaiste” in quanto riprendono l’ironia provocatoria e la casualità delle opere Dada. Christo e Jeanne-Claude sono amici di Restany e degli artisti del gruppo e hanno partecipato a varie esposizioni insieme, ma Christo non fu mai formalmente membro del Nouveau Réalisme.
    Tra le opere esposte, Enigma II (1935) di Man Ray, un pacco legato e fotografato che propone un oggetto nascosto. Accumulation (1962) che si intitola ironicamente Due precauzioni sono meglio di una e Senza titolo (1972), un telefono frantumato dentro un blocco di vetroresina trasparente, del ciclo delle Colères di Pierre Fernandez Arman.

    LAND ART
    La seconda sezione pone in relazione i progetti di Christo e Jeanne-Claude, che hanno sempre rifiutato le etichette e le definizioni attribuite al loro lavoro, descrivendolo piuttosto come environmental art, con il vasto movimento internazionale della Land Art. Nata negli Stati Uniti, a cavallo tra gli anni 60 e gli anni 70, la Land Art ha avuto grande risonanza in ambito europeo e internazionale, dando vita a diverse “esperienze d’arte” che vedono come fulcro della loro riflessione e azione il rapporto dell’uomo con la natura e con il paesaggio. Significative le storiche opere di Richard Long, Hamish Fulton, Andy Goldsworthy, Giuseppe Penone, Germano Olivotto, Ólafur Elíasson, le fotografie originali di Gianfranco Gorgoni dei “lavori manifesto” della Land Art di Michael Heizer, Robert Smithson, Walter De Maria, Dennis Oppenheim e James Turrell.
    Tra le opere esposte, le fotografie di Gorgoni, appunto, il più importante fotografo della Land Art che viaggiando in alcuni stati della parte ovest degli Stati Uniti ha fotografato le principali opere dei suoi protagonisti, a partire dalla Spiral Jetty (1970) di Robert Smithson, l’opera più rappresentativa e famosa della Land Art: una spirale lunga 460 metri e larga poco più di 4,5 metri, un molo di pietre basaltiche, cristalli di sale e in minima parte fango che, partendo da una costa del Grande Lago Salato nello Utah, negli Stati Uniti, si avvolge all’interno del lago. Il film Land Art di Gerry Schum, lo storico documentario realizzato tra il 1968 e il 1969 che testimonia sette performances (azioni) delle nuove realtà artistiche, inedite ricerche, in varie parti dello spazio e del tempo.
    L’esposizione è accompagnata da un’inedita installazione sonora a cura del progetto Avant-dernière pensée che si sviluppa lungo il percorso espositivo.
    Nelle sale e nel Parco, parallelamente alla mostra, si articola, come di consueto, il progetto Da un metro in giù: un percorso didattico per i visitatori di tutte le età per imparare, con gli strumenti del gioco, a osservare le opere d’arte e la realtà che ci circonda.

    INFO
    Castello di Miradolo, via Cardonata 2, San Secondo di Pinerolo (TO)
    0121 502761 www.fondazionecosso.com
    Christo e Jeanne-Claude. Projects
    A cura di Francesco Poli, Paolo Repetto, Roberto Galimberti, con il coordinamento generale di Paola Eynard e in collaborazione con la Christo and Jeanne-Claude Foundation di New York
    Biglietti:
    • Mostra – 15 euro intero, 12 euro ridotto (gruppi, over 65, convenzioni), 10 euro ridotto 15-26 anni, 8 euro ridotto 6-14 anni, gratuito (0-5 anni, Abbonati Musei e Torino+Piemonte Card, Passaporto culturale, disabilità e accompagnatori), 5 euro Carta Giovani Città di Pinerolo, 4 euro ridotto scuole.

      Audio guida mostra 6 euro, incluso nel biglietto per i bambini fino a 14 anni kit didattico Da un metro in giù

    Parco – 6 euro intero, 5 euro Carta Giovani Città di Pinerolo, gratuito 0-5 anni, Abbonati Musei e Torino+Piemonte Card, Passaporto culturale, disabilità e accompagnatori. Incluso nel biglietto audio racconto stagionale in cuffia per scoprire le ricchezze botaniche del Parco e le sue suggestioni romantiche. Il percorso cambia ad ogni stagione.

    Christo e Jeanne-Claude. Projects

                                                                                               Mezz’ora con…

    Mezz’ora con…” sono le conversazioni con gli esperti d’arte e i curatori sulle tematiche e sulle opere esposte nella mostra “Christo e Jeanne-Claude. Projects”. Gli incontri sono in programma dal 5 novembre 2022 al 25 marzo 2023, il sabato pomeriggio alle ore 15.

    IL CALENDARIO

    Sabato 5 novembre, ore 15
    Christo e Jeanne-Claude al Castello di Miradolo: le storie di questa mostra
    Con Francesco Poli, Paolo Repetto e Roberto Galimberti
    Ogni mostra nasce da riflessioni e da spunti condivisi; è un’idea che prende forma e che si costruisce come un lavoro collettivo. Christo e Jeanne-Claude, alla vigilia di ogni loro nuovo progetto, non si chiedevano quando sarebbe stato realizzato: si chiedevano soltanto come lo avrebbero fatto. L’incontro intende ripercorrere le tappe del come è nata questa mostra.

     

    Sabato 26 novembre, ore 15
    Christo e Jeanne-Claude. Vita = Arte = Progetti
    Con Lorenza Giovanelli

    Dopo essere fuggito dalla Bulgaria all’età di ventuno anni, Christo arriva finalmente a Parigi nel1958, dove l’appropriazione e la manipolazione di oggetti di uso quotidiano diviene fin da subito il suo interesse primario fino a diventare quasi un’ossessione. Il suo approccio è assolutamente radicale e nuovo: nascosti dall’involucro che li racchiude, quegli oggetti acquisiscono un carattere nomade, come accompagnati in uno stato transitorio, che diventerà la quintessenza dei progetti temporanei su larga scala che ha realizzato insieme a Jeanne-Claude in una vita interamente dedicata all’arte e alla creazione di bellezza. L’incontro indagherà il rapporto tra le prime opere di Christo e gli interventi pubblici su larga scala che hanno fatto guadagnare a Christo e Jeanne-Claude un posto unico nella storia dell’arte.

    Sabato 28 gennaio, ore 15
    La musica tra progetto e architettura: l’installazione sonora in mostra
    Con Roberto Galimberti
    È possibile immaginare una dimensione sonora che possa corrispondere a una dimensione visiva? Esiste un suono che non accompagni soltanto lo sguardo tra le opere d’arte ma che si armonizzi con il loro spirito? Come le opere di Christo e Jeanne-Claude la musica conserva una dimensione progettuale che diventa reale soltanto nel momento dell’esecuzione. La musica crea il suo tempo e lo sospende; costruisce nel suo accadere nuovi spazi.
    A seguire, visita guida tematica in mostra:
    Christo e Jeanne-Claude: materiali quotidiani e industriali nelle opere d’arte
    Con Oscar Chiantore e Roberto Galimberti
    Nel corso della loro lunga attività artistica gli impacchettamenti realizzati da Christo e Jeanne-Claude hanno attraversato molteplici fasi, che possono anche essere associate alla scelta dei materiali da loro impiegati. Il passaggio dalle opere piccole, mobili, fino ai monumenti e alle architetture urbane si compie, quasi naturalmente, a partire dai materiali di uso domestico o quotidiano, come carta comune o fogli da pacchetti, fino a materiali concepiti per uso industriale, ma di cui in ogni caso la funzionalità sempre è accompagnata da una forte qualità espressiva. Il percorso della mostra cercherà di illustrare questi materiali non artistici nello sviluppo dei progetti di Christo e Jeanne-Claude e nelle interazioni con gli artisti del Nouveau Realisme.
    Sabato 25 febbraio, ore 15
    Il Nouveau Réalisme, un movimento internazionale negli anni ’60
    Con Francesco Poli
    La rivoluzione degli oggetti quotidiani: Da Klein, Arman e César fino a Christo. Il Nouveau Réalisme è formato da un variegato insieme di artisti di vari paesi, tutti con personalità forti e originali, che contribuirono in maniera decisiva ad affermare la sperimentazione creativa, libera e spericolata. I suoi protagonisti, in uno stretto rapporto fra arte e vita, utilizzavano materiali extra-artistici prelevati dal contesto della realtà quotidiana e avevano un’attitudine ironica e critica nei con fronti della società dei consumi.
    Sabato 25 marzo, ore 15
    Orizzonti di Land Art
    Con Paolo Repetto
    Con il termine Land Art (arte della terra) si definisce un movimento molto vasto e articolato, americano ed europeo, che a partire dal 1967 si è sviluppato sino ad oggi. Una nuova forma espressiva, quando “l’opera d’arte non è più la rappresentazione pittorica di un paesaggio, bensì il paesaggio stesso”. (Gerry Schum)
    LE BIOGRAFIE DEI RELATORI
    Francesco Poli è nato a Torino nel 1949. Professore di Storia dell’arte contemporanea all’Accademia di Brera a Milano, è Chargé de cours all’Université Paris 8 dal 1994. Dal 1997 al 2003 e dal 2005insegna all’Università di Torino. Ha curato numerose mostre in musei, spazi pubblici e privati; per la Fondazione Cosso, i progetti dedicati al Naïf, a Luigi Spazzapan, a Fausto Melotti e all’Informale.
    Paolo Repetto è nato nel 1965. È laureato con lode in Lettere moderne con indirizzo di storia dell’arte all’Università di Genova. Ha compiuto gli studi musicali al Conservatorio Verdi di Torino, diplomandosi in pianoforte. Da sempre, come storico e critico, ha approfondito le relazioni e le corrispondenze tra arte e musica. Per diversi anni ha insegnato Storia dell’Arte e Storia della Musica negli Istituti civici di Torino e Asti. Ha pubblicato numerosi saggi e libri.
    Roberto Galimberti è diplomato in violino, consegue il Diploma Accademico di II° livello in Discipline Musicali, Scuola di Musica da camera, e la Laurea in Discipline dell’arte, della musica e dello spettacolo. Si esibisce in diverse formazioni orchestrali e cameristiche in importanti festivals nazionali e internazionali. Si occupa della curatela musicale di numerose esposizioni d’arte collaborando con la Fondazione Palazzo Bricherasio di Torino, la Ricordi, la Fondazione Sgarbi, il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude e la Fondazione Cosso. Realizza la sonorizzazione del Museo della Mafia per il Padiglione Italia della 54^ Biennale di Venezia. Nel 2009 idea Avant-dernière pensée che diventa il progetto artistico residente presso il Castello di Miradolo.
    Lorenza Giovanelli è nata a Brescia nel 1990. È una storica dell’arte. Nel 2015 ha conseguito la Laurea Magistrale in Storia e Critica dell’Arte presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Nel 2016 è stata responsabile dell’ufficio del progetto The Floating Piers di Christo e Jeanne-Claude. Dal 2017 lavora nello studio di Christo a New York come responsabile della collezione e project manager per mostre e pubblicazioni e ha contribuito come autrice e curatrice di diverse monografie sugli artisti. Attualmente lavora per l’Estate degli artisti e fa parte del consiglio di amministrazione della Christo and Jeanne-Claude Foundation.
    Oscar Chiantore, già professore ordinario di Chimica e tecnologia dei polimeri, ha svolto la sua attività didattica e scientifica all’Università degli Studi di Torino dove ha coordinato l’ attivazione e gestione del Corso di Laurea Interfacoltà in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali. I suoi interessi di ricerca riguardano i materiali costitutivi delle opere d’arte, lo studio del loro degrado e lo sviluppo di materiali e sistemi per la conservazione. Ha diretto studi riguardanti le materie plastiche nell’arte contemporanea e la caratterizzazione di materiali pittorici sintetici, anche in collaborazione con restauratori e istituzioni che affrontano queste problematiche in Italia e all’estero.
    Christo e Jeanne-Claude
    Bio

    Christo Vladimirov Javacheff è nato il 13 giugno 1935 a Gabrovo, in Bulgaria, da una famiglia di industriali. Jeanne-Claude Marie Denat nasce lo stesso giorno dello stesso anno a Casablanca, da una famiglia militare francese. Incoraggiato dalla madre, ex segretaria all’Accademia Nazionale d’Arte di Sofia, Christo inizia a prendere lezioni di disegno e pittura dall’età di sei anni. Jeanne-Claude dopo aver studiato in Marocco, Francia, Svizzera e Tunisia, ottiene il diploma di maturità e inizia a lavorare come hostess per Air France. Negli stessi anni, Christo studia all’Accademia Nazionale d’Arte di Sofia sotto la dottrina del Realismo Socialista che lo allontana da ogni forma d’arte moderna occidentale. Nel1956 Christo ottiene il permesso di recarsi a Praga per visitare dei parenti. Qui scopre, per la prima volta, le opere di Picasso e Mirò. L’anno successivo, quando scoppia la rivoluzione ungherese, Christo decide di non tornare in Bulgaria, fugge a Vienna in un vagone merci e si iscrive all’Accademia di Belle Arti per poi trasferirsi a ottobre dello stesso anno a Ginevra. Sia a Vienna che a Ginevra si mantiene lavando auto e stoviglie e dipingendo ritratti classici di ricche signore della società che firma con il suo cognome “Javacheff”. Nel marzo del 1958 Christo si trasferisce a Parigi dove vive in una piccola stanza di un edificio all’8 di rue Quentin Bauchart, mentre una stanza riservata al personale di servizio al 14 di rue de Saint-Sénoch gli serve da studio. Pochi mesi dopo, in ottobre, Christo e Jeanne-Claude si incontrano quando a Christo viene commissionato il ritratto della madre di lei, Précilda de Guillebon. Cyril, il loro unico figlio, nasce l’11maggio 1960. Nel 1961 Christo e Jeanne-Claude iniziano a collaborare artisticamente: in occasione della prima mostra personale di Christo alla Galerie Haro Lauhus di Colonia, realizzano Dockside Packages e Stacked Oil Barrels, la prima opera d‘arte ambientale temporanea all’aperto. Durante il loro soggiorno in Germania inizia la costruzione del Muro di Berlino, così una volta tornati a Parigi erigono un muro di barili di petrolio, Wall of Oil Barrels–The Iron Curtain, che blocca Rue Visconti, una delle strade più strette di Parigi. Il 28 novembre del 1962 si sposano nel municipio di Parigi. Nel 1964 arrivano a New York e nel settembre dello stesso anno si trasferiscono definitivamente negli Stati Uniti. Realizzano progetti di ampio respiro intervenendo su edifici, monumenti, paesaggi in Italia, Svizzera, Germania, Giappone, Stati Uniti, Francia, Regno Unito. Le loro opere sono state interamente finanziate dalla vendita dei disegni preparatori, collage o modellini. Jeanne-Claude muore il 18 novembre 2009. Come si erano promessi in vita, Christo continua a realizzare i progetti che avevano ideato insieme. Christo muore il 31 maggio 2020 nella casa di NewYork City dove ha vissuto per 56 anni. Per desiderio di Christo, il suo team realizza nel settembre2021L’Arc de Triomphe, Wrappede continua a lavorare a The Mastaba, Project for United Arab Emirates, concepito nel 1977 da Christo e Jeanne-Claude come loro unico progetto permanente.

    Christo e Jeanne-Claudeal Castello di Miradolo
    Le storie di questa mostra
    Sabato 5 novembre, ore 15
    Mezz’ora con…
    Francesco Poli, Paolo Repetto e Roberto Galimberti
    “Mezz’ora con…” sono le conversazioni con gli esperti d’arte e i curatori sulle tematiche e sulle  opere esposte nella mostra “Christo e Jeanne-Claude. Projects” che espone disegni, collages, fotografie e video delle loro opere più famose, insieme ad opere di alcuni artisti del Nouveau Réalisme e della Land Art che hanno influenzato la loro produzione artistica e il loro pensiero. Curata da Francesco Poli, Paolo Repetto e Roberto Galimberti, con il coordinamento generale di Paola Eynard, la mostra, realizzata grazie alla collaborazione con la Christo and Jeanne-Claude Foundation di New York, presenta circa sessanta opere accompagnate da un’ampia sezione fotografica e dalla proiezione dei video che documentano la realizzazione delle monumentali installazioni artistiche.
    Il primo appuntamento delle “Mezz’ora con ” affronta proprio “Le storie di questa mostra” raccontate dai curatori. Ogni mostra nasce da riflessioni e da spunti condivisi: è un’idea che prende forma e che si costruisce come un lavoro collettivo. Christo e Jeanne-Claude, alla vigilia di ogni loro nuovo progetto, non si chiedevano quando sarebbe stato realizzato: si chiedevano soltanto come lo avrebbero fatto. L’incontro intende ripercorrere le tappe della nascita della mostra al Castello di Miradolo.
    Christo e Jeanne-Claude. Projects
    Bio curatori

    La mostra Christo e Jeanne-Claude. Projects è curata da Francesco Poli, Paolo Repetto e Roberto Galimberti, con il coordinamento generale di Paola Eynard, realizzata grazie alla collaborazione con la Fondazione Christo e Jeanne-Claude di New York.

    FRANCESCO POLI
    Francesco Poli è storico e critico d’arte. Ha insegnato Storia dell’arte contemporanea all’Accademia di Brera e all’Université Paris 8. Attualmente insegna Arte e comunicazione all’Università di Torino. Ha curato numerose mostre in spazi pubblici e privati e collabora come critico con riviste e giornali. Tra i testi pubblicati: La Metafisica; Minimalismo, Arte Povera, Arte Concettuale; La Scultura del Novecento; Il sistema dell’arte contemporanea; Postmodern Art. 1945-Now; Mettere in scena l’arte contemporanea. Insieme a Giorgina Bertolino è autore del Catalogo Generale delle opere di Felice Casorati(ed. Allemandi, 2004). Insieme a Francesca Filippi è il curatore generale della storia dell’arte peri licei, La Bellezza resta (ed. Bruno Mondadori 2022), appena pubblicato.
    PAOLO REPETTO
    Laureato con lode in Lettere moderne con indirizzo di storia dell’arte all’Università di Genova, si è diplomato in pianoforte al Conservatorio Verdi di Torino. Da sempre, come storico e critico, ha approfondito le relazioni e le corrispondenze tra arte e musica. Ha pubblicato numerosi saggi e libri. Ha collaborato con Rete 2eLa Stampa di Torino. Ha pubblicato numerosi scritti sulla rivista FMR; è critico musicale del mensile Amadeus, e critico d’arte del Corriere del Ticino. Da diversi anni collabora con la Repetto gallery, London, e la De Primi Fine Art di Lugano, approfondendo la vasta realtà del mercato dell’arte contemporanea. È visiting professor all’Università Ebraica di Gerusalemme; ha insegnato Analisi del mercato dello spettacolo all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Musica comparata-arte e musica, presso la Scuola universitaria del Conservatorio della Svizzera Italiana. È curatore di mostre d’arte e concerti.
    ROBERTO GALIMBERTI
    Diplomato in violino, consegue il Diploma Accademico di II° livello in Discipline Musicali, Scuola di Musica da camera, e la Laurea in Discipline dell’arte, della musica e dello spettacolo. Si esibisce in diverse formazioni orchestrali e cameristiche in importanti festivals nazionali e internazionali. Si occupa della curatela musicale di numerose esposizioni d’arte collaborando con la Fondazione Palazzo Bricherasio di Torino, la Ricordi, la Fondazione Sgarbi, il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude e la Fondazione Cosso. Realizza la sonorizzazione del Museo della Mafia per il Padiglione Italia della 54^ Biennale di Venezia. Nel 2009 idea Avant-dernière pensée che diventa il progetto artistico residente presso il Castello di Miradolo.

     

  • NUOVO VILLAGGIO E INIZIATIVE PER LA FAMIGLIA

    Negli spazi interni delle scuderie storiche riscaldate 

    La manifestazione più amata dalle famiglie, scuole e gruppi in gita , nella magica Palazzina di Caccia di Stupinigi per rallegrarvi nel nuovo Villaggio di Elfi, dove potrete sprigionare la vostra creatività con fantasmagorici laboratori,  divertirvi con gli elfi animatori,  giochi, circensi, conoscere l’amico orso, le fedelissime Renne, curiosare nello studio di Santa Claus, a cui spedire e consegnare la vostra  letterina di natale, sbirciare tra le originali bancarelle del mercatino di natale ricco di doni artigianali e solidali e  gustare le prelibatezze del xsmas street food, meravigliarvi nel fantastico museo della Palazzina di Caccia, osservare la nuova Mostra di Presepi Napoletani e il presepe meccanico,  partecipare alle tante iniziative in programma ogni week end.

    Scoprire su www.natalereale.it

     

  • John Constable. Paesaggi dell’anima

    Dal 25 Ottobre 2022 al 05 Febbraio 2023

    VENARIA REALE | TORINO

    Dopo la grande mostra Una infinita bellezza. Il paesaggio in Italia dalla pittura romantica all’arte contemporanea (conclusa a febbraio del 2022), la Reggia di Venaria, complesso monumentale alle porte di Torino, prosegue l’indagine avviata nel 2021 sul tema del paesaggio allargando lo sguardo in ambito europeo e propone per la prima volta in Italia una mostra monografica dedicata al celebre artista inglese John Constable (1776-1837), massimo esponente della pittura romantica inglese insieme a Joseph M. William Turner.
    L’esposizione racconta e ripercorre cronologicamente tutta la vicenda artistica del celebre pittore attraverso le opere della Tate UK ed è organizzata in collaborazione con questa prestigiosa istituzione, nell’ambito dell’accordo quadro siglato lo scorso anno con Fondazione Torino Musei – GAM Galleria d’Arte Moderna di Torino.
    Il percorso espositivo è costituito da oltre cinquanta opere, che vanno dagli schizzi e dai dipinti di piccole dimensioni realizzati en plein air, in modo precocemente impressionista, per arrivare ai più importanti e vasti paesaggi romantici, quali la celebre veduta di Stratford Mill, raffiguranti luoghi nelle immediate vicinanze del villaggio natio dell’artista, Dedham Vale, nella contea del Suffolk.Luoghi d’affezione, sentimentalmente importantissimi per questo grande pittore che – a differenza dell’altrettanto celebre Turner, grande viaggiatore – non si allontana mai dall’amata Inghilterra e raffigura la Natura in chiave “pittoresca”, per usare la nota terminologia dell’Estetica del filosofo Immanuel Kant. Distinguendosi così da Turner – pittore del “Sublime”, ovvero di una Natura che affascina ma incute anche timore e persino terrore nell’Uomo, come una tempesta di mare, o una tormenta di neve – Constable raffigura una Natura accogliente, rassicurante, nella quale ci si può rilassare sereni.Mentre Turner viaggiava incessantemente dalla Gran Bretagna nell’Europa continentale, Constable concentrò la sua pittura su luoghi strettamente associati alla sua vita e alla sua famiglia. Le sue immagini presentano la campagna ridente e rigogliosa del Suffolk, dove è nato e cresciuto, e anche le splendide cittadine di Salisbury, Hampstead e Brighton che frequenta in compagnia della famiglia e degli amici. Luoghi emblematici per la storia dei suoi “affetti”, come scrisse il suo principale biografo Charles Robert Leslie.
    In mostra troviamo anche opere di artisti coevi di Constable, in alcuni “casi concorrenti”, come Turner, John Linnell, Benjamin West e altri, il cui lavoro s’intreccia e confronta con quello di Constable.

    La Tate possiede la più importante collezione del mondo di opere di Constable. La mostra abbraccia l’intero arco cronologico della sua produzione e comprende paesaggi, disegni, acquerelli, incisioni e ritratti. Dopo questa tappa alla Reggia di Venaria, le opere torneranno nel Regno Unito alla Tate e per lungo tempo non saranno più visibili fuori dall’Inghilterra.   Il progetto di allestimento della mostra, a cura di Studio Fludd, interpreta il tema della contemplazione del paesaggio in chiave minimalista e atmosferica. All’interno del percorso l’uso del colore si sviluppa per assonanze e contrasti, ricercando un equilibrio tra tonalità ricche e ariose, ricombinate e rivelate da accostamenti inediti. Le opere di Constable hanno ispirato una ricerca di atmosfere cangianti: nelle stanze, nubi semitrasparenti dialogano con l’opaca morbidezza delle superfici dipinte.

    La qualità della resa cromatica è stata supportata da Rezina, marchio torinese di riferimento nel campo delle finiture, che per questo progetto ha selezionato come partner internazionale il brand Little Greene, azienda d’eccellenza della tradizione artigianale inglese che collabora con il National Trust, ente di tutela del patrimonio storico artistico del Regno Unito.

    LE SEZIONI TEMATICHE

    John Constable nacque nel 1776 nel villaggio di East Bergholt, nella Contea del Suffolk, in quella parte sud-orientale dell’Inghilterra nota come East-Anglia. Nei pressi di East Bergholt, a Flatford, il padre possedeva un mulino e sperava che, dopo la sua morte, il figlio avrebbe continuato la redditizia attività di mugnaio. Tuttavia John desiderava diventare un artista e nel 1799 il padre gli concesse di frequentare la Royal Academy of Fine Arts di Londra.
    Sebbene fosse molto abile nel disegno anatomico, la crescita di Constable come artista fu lenta. Volendo affermarsi nella pittura di paesaggio, incontrò molte difficoltà nel seguire questa scelta. Tra la fine del 1700 e l’inizio dell’1800 prevaleva infatti la rappresentazione del paesaggio “ideale” o “istoriato”, seguendo il modello di grandi maestri francesi come Claude Lorrain e Nicholas Poussin. A differenza di loro, Constable amava dipingere il paesaggio che lo circondava, in particolare quello della sua amata cittadina natale, in modo diretto e il più possibile “veritiero”: idea rivoluzionaria per l’epoca.
    Benché avesse esposto per la prima volta i suoi paesaggi alla Royal Academy già nel 1802, Constable dovette attendere fino al 1819 per diventarne membro “associato” e divenne Accademico a pieno titolo solo nel 1829.
    Nel 1816 sposò il suo primo grande amore, Mary Bicknell, ed ebbero sette bambini. Si stabilirono nel quartiere londinese di Bloomsbury nel 1817. Da quel momento in poi, non trascorrendo più molto tempo nel Suffolk, Constable iniziò a dipingere i suoi paesaggi in studio, affidandosi alla memoria.
    Cominciò anche a dipingere i nuovi luoghi che via via frequentava e che avevano un legame con la sua famiglia. Infatti quando la moglie si ammalò di tubercolosi, nel 1819 Constable si trasferì con la famiglia a Hampstead, in campagna a nord di Londra per trovare un’aria più salubre.

    Nel 1824 incominciò ad andare al mare a Brighton, sulla Manica, con la speranza che il clima marino più mite potesse contribuire alla guarigione dell’amatissima moglie. Mary invece morì di lì a poco, nel 1828, a soli quarant’anni. Una perdita per lui dolorosissima.

    • SUFFOLK

    I dintorni di East Bergholt e di Flatford, dove Constable era cresciuto, sono stati per tutta la sua vita i luoghi dei più bei ricordi d’infanzia. Nel 1821, ricordando i paesaggi del Suffolk in una lettera al suo grande amico, l’Arcidiacono John Fisher, dichiarò: «La pittura è solo un altro modo di esprimere un sentimento. Collego la mia infanzia spensierata a tutto ciò che circonda le rive del fiume Stour. Esse hanno fatto di me un pittore e ne sono grato».
    Il Suffolk era una regione agricola, non tenuta in grande considerazione dagli artisti dei primi anni del XIX secolo. Thomas Gainsborough (1727-1788), artista apprezzato da Constable, aveva in precedenza dipinto lo stesso territorio. Panorami intravisti attraverso il bosco o scorci lungo i sentieri di campagna.
    Il sentiero denominato “Fen Lane”, che Constable era solito percorrere ogni giorno per andare a scuola a Dedham, divenne il soggetto di un suo dipinto del 1817 mai terminato. Ritornò sullo stesso soggetto nel 1826, dipingendone una versione più grande, The cornfield (Il campo di grano), che inviò alla Royal Academy quello stesso anno e che oggi è uno dei suoi dipinti più famosi conservato alla National Gallery di Londra. Constable amava dipingere anche la sua casa a East Bergholt e il panorama che ammirava dalla casa di suo padre.

    • DIPINGERE LA NATURA
    Nel 1802 Constable iniziò a dipingere per la prima volta en plein air con la tecnica ad olio, pratica che divenne suo tratto distintivo tra 1809 e 1829. In precedenza utilizzata dagli artisti europei del Seicento principalmente come pratica formativa, per Constable la pittura all’aperto era invece qualcosa di più importante, un modo per catturare l’essenza della Natura, che definì «la sorgente da dove tutto deve nascere».La maggior parte dei suoi bozzetti ad olio che ritraggono la natura vennero realizzati su tele di piccole dimensioni e raffigurano principalmente il paesaggio nei pressi del Mulino di Flatford o poco più lontano. Tuttavia, specialmente all’inizio della sua carriera, Constable realizzò anche opere en plein air di formato più grande. Nel 1809 dipinse la tela di media dimensione Malvern Hall nell’arco di una sola giornata.
    Tra il 1814 e il 1817, dipinse opere più grandi, quasi interamente all’aria aperta. Un esempio è Fen Lane, East Bergholt, 1817, che presenta uno sfondo non finito, probabilmente da terminare una volta tornato a Londra. In questo periodo Constable sviluppò infatti l’idea di dipingere nel suo studio grandi tele, denominate “sei piedi”, attingendo alla sola memoria.
    Anche J.M.W. Turner (1775 – 1851) dipinse bozzetti a olio lungo le rive del Tamigi, nella zona occidentale di Londra, nel 1805 e piccoli schizzi a Devon nel 1813. Tuttavia, a differenza di Constable, Turner non cercò mai di dipingere quadri più elaborati all’aperto.
    • LE PRIME INFLUENZE E I PITTORI CONTEMPORANEI
    Quando Constable arrivò a Londra nel 1799 per studiare pittura aveva già avuto alcuni contatti con il mondo artistico e ben presto se ne creò di nuovi. Frequentò Sir George Beaumont (1753 – 1827), un importante collezionista e pittore dilettante, del quale era solito visitare la raccolta di dipinti di Grandi Maestri per ricopiare composizioni paesaggistiche, come nel caso di quelle di Alexander Cozens (1717-1786).
    Quando andò a studiare alla Royal Academy conobbe il pittore statunitense Benjamin West (1738-1820), la cui lezione, secondo la quale «luci e ombre non sono mai immobili», gli sarebbe tornata utile per tutto il resto della vita. Come altri artisti britannici  dell’epoca, quali John Linnell e Cornelius Varley, anche Constable ricorse talvolta alla tecnica dell’acquerello per catturare gli  effetti della luce in rapido cambiamento.
    Il famoso pittore paesaggistico coevo di Constable, J.M.W. Turner, eccelleva nella tecnica dell’acquerello e se ne servì per tutta  la vita. Viaggiò per il continente europeo alla ricerca di soggetti “pittoreschi” che potessero poi essere riprodotti in incisioni e venduti ai collezionisti interessati alle opere paesaggistiche di antiquariato. Constable preferiva invece usare abitualmente l’olio anziché l’acquerello e non viaggiò mai al di fuori della Gran Bretagna.
    • VIA DALLA CITTÀ: LA CAMPAGNA DI HAMPSTEAD E LA MALATTIA DELLA MOGLIE
    Nel luglio del 1819 Constable prese un alloggio per la sua famiglia a Hampstead, in campagna, affinché la moglie malata potesse beneficiare dell’aria più pulita. La famiglia sarebbe ritornata a Hampstead più volte nelle estati successive, trasferendosi lì in maniera più stabile nel 1827 quando Constable affittò una casa a Well Walk. Hampstead a quell’epoca era ancora un villaggio, situato su un altopiano a pochi chilometri a nord di Londra, con la quale era collegato attraverso un servizio di carrozze. Sperava così di poter «unire la vita di città con quella di campagna».
    Constable fu subito attratto dal dipingere i sentieri, gli alberi e gli angoli nascosti del villaggio di Hampstead. Apprezzava la brughiera aperta con i suoi sinuosi sentieri, specchi d’acqua, gli operai impegnati a estrarre la ghiaia e i suoi cieli dinamici e burrascosi. Fu a Hampstead che l’artista dipinse i suoi famosi studi del cielo realizzati a olio. Molti di questi presentano annotazioni dettagliate sulle condizioni climatiche al momento della loro realizzazione. In Cloud Study (Studio di nuvole), 1822, è stato annotato: «27 ago, 11 in punto. Mezzogiorno Guardando a ovest Grandi nuvole argentee Vento leggero a sud ovest». È straordinaria l’accuratezza della rappresentazione e l’elevata espressività.
     
    • IL MARE DI BRIGHTON E LA CATTEDRALE DI SALISBURY
    Tra il 1824 e il 1828 Constable soggiornò prolungatamente a Brighton, sulla costa sud dell’Inghilterra. I medici avevano consigliato l’aria del mare per curare la tubercolosi della moglie Mary. In quelle occasioni Constable andava alla ricerca di spiagge isolate o angoli meno popolati sulle colline di Downs. Decise però di dipingere una parte affollata della spiaggia di Brighton per uno dei suoi dipinti più grandi e ambiziosi, The Chain Pier, Brighton, esposto presso la Royal Academy nel 1827. Turisti vestiti alla moda si mescolano ai tradizionali pescatori sotto un cielo tempestoso.
    Se i soggiorni di Constable a Brighton erano dovuti a obblighi familiari, il suo legame con Salisbury si sviluppò invece per la stretta amicizia con due alti prelati anglicani della Cattedrale del posto: il Vescovo John Fisher e suo nipote, l’Arcidiacono John Fisher. Soggiornò spesso presso la casa chiamata Leydenhall, nel Cathedral Close, dove, da una delle finestre, dipingeva i cieli che si affacciavano sul crinale di Harnham. Fu sempre lì nel 1829, l’anno successivo alla morte di Mary, che l’Arcidiacono Fisher incoraggiò l’artista a immergersi nel lavoro per distrarsi dal dolore e a dipingere un’ampia veduta della Cattedrale.
    Salisbury Cathedral from the Meadows (La Cattedrale di Salisbury vista dai campi), 1831, è oggi uno dei dipinti più famosi di Constable.  
    • GLI ULTIMI ANNI DI VITA
    All’inizio del 1829, Constable ricevette il prestigioso riconoscimento a lungo agognato di Accademico della Royal Academy. Era ora libero di dipingere senza doversi preoccupare della reazione dei critici.
    Rimasto vedovo e in condizioni di salute precarie, iniziò a pensare alla sua eredità. Progettò una serie di stampe, English Landscape (Paesaggio inglese), 1830-32, riproduzioni dei suoi lavori che meglio dimostravano il “Chiaroscuro della Natura” o le luci e le ombre, che descrive come «potenti organi di espressione».
    La principale preoccupazione negli ultimi anni rimase però quella della pittura a olio. Nel 1832 riuscì a terminare la grande tela, The Opening of Waterloo Bridge (L’apertura del Ponte di Waterloo), che rende omaggio alle scene sul Tamigi dipinte nel XVIII secolo da Canaletto. Il dipinto fu la causa di una famosa disputa con Turner quando venne esposto alla Royal Academy di Londra quello stesso anno. Da allora Constable ritornò spesso a lavorare su vecchi soggetti, includendo caratteristiche immaginifiche di un paesaggio “pittoresco”. L’aggiunta dell’arcobaleno divenne il suo tema preferito. Ciò che hanno in comune tutte le ultime opere è la qualità altamente espressiva delle pennellate.
    Constable morì improvvisamente a Bloomsbury nel marzo del 1837 e fu sepolto accanto a sua moglie Mary nel cimitero della chiesa di St John a Hampstead. Un giornalista nel necrologio commentò «che immensa perdita per l’Academy e per il pubblico; tutte le sue opere, adesso che se ne è andato, riceveranno una grandissima stima». E così fu.
    _____________________________

    VENARIA REALE | TORINO

    LUOGOReggia di Venaria Reale

    INDIRIZZO: Piazza della Repubblica 4

    COSTO DEL BIGLIETTO

    • Intero: 12 euro
    • Ridotto: 10 euro | Gruppi di min. 12, max. 25 persone Ridotto ragazzi: 6 euro | Under 21 (ragazzi dai 6 ai 20 anni) e universitari under 26
    • Scuole: 3 euro | Classi min. di 12, max 25 studenti; gratuito per 1 accompagnatore ogni 12 studenti
    • Gratuito: Minori di 6 anni
    SITO UFFICIALE: http://lavenaria.it
  • FOCUS ON FUTURE

    14 FOTOGRAFI PER L’AGENDA ONU 2030

    Musei Reali, Sale Chiablese
    21 ottobre 2022 – 19 febbraio 2023

    Il lungo monitoraggio del lento e inesorabile scioglimento dei ghiacci al Circolo Polare Artico. L’impegno delle organizzazioni umanitarie per garantire un’istruzione regolare ai bambini dei campi profughi. La drammatica mancanza di risorse che mette in ginocchio l’Africa subsahariana. Ma anche ritratti di donne dalle carriere eccezionali che hanno contribuito a compiere un importante passo avanti nella parità di genere. Sono soltanto alcuni degli straordinari scatti di Focus on Future. 14 Fotografi per l’Agenda ONU 2030, la nuova mostra ideata da Enrica Pagella e prodotta dai Musei Reali di Torino, che sarà aperta al pubblico dal 21 ottobre 2022 al 19 febbraio 2023 nelle Sale Chiablese.

    L’esposizione, curata da Bruna Biamino, si inserisce tra i progetti che i Musei Reali dedicano agli obiettivi strategici di sviluppo sostenibile indicati nell’Agenda delle Nazioni Unite. Attraverso immagini dalla potenza narrativa unica, 14 fotografi professionisti propongono un inedito viaggio dedicato alle situazioni di fragilità del nostro pianeta, affrontando temi essenziali per il benessere, la sopravvivenza e il progresso dell’umanità quali la sconfitta della fame e della povertà, il pari accesso alla giustizia, il diritto alla salute, all’istruzione e al lavoro dignitoso, il raggiungimento della parità di genere, le azioni per combattere il cambiamento climatico.

    Alessandro Albert, Dario Bosio, Fabio Bucciarelli, Francesca Cirilli, Alessandro De Bellis, Pino Dell’Aquila, Nicole Depaoli, Luca Farinet, Luigi Gariglio, Antonio La Grotta, Matteo Montenero, Vittorio Mortarotti, Enzo Obiso e Paolo Verzone documentano, narrano e testimoniano le condizioni di vita sulla terra, dalle scuole agli ospedali, dalle metropoli alle foreste, dalle accademie militari, alle carceri, alle scuole, dai profughi siriani a quelli ucraini, con una panoramica ampia che spazia dall’Iraq alla Polonia, dalle Svalbard all’Amazzonia. Fotografie della prima ondata di Covid, di scuole femminili in Iraq, di paesaggi artici, di lavoratori in Mozambico e a Foggia, di carestie in Sudan tracciano la condizione di un’umanità ancora lontana dal raggiungimento dei suoi diritti fondamentali e disegnano un itinerario visivo sulle emergenze globali.

    Il percorso conta più di 200 fotografie e inizia con l’apertura su alcuni grandi paesaggi, dall’Artico al Vietnam, dal Messico al Mozambico, per poi inoltrarsi sempre più profondamente nei temi dell’Agenda ONU 2030, dove le immagini si intrecciano con i dati statistici che provengono da organizzazioni governative quali OMS, UNHCR, FAO, UNICEF e che amplificano il messaggio visivo sulle criticità che ancora affliggono le condizioni del pianeta e degli esseri viventi. L’allestimento trasforma le Sale Chiablese in uno spazio di testimonianza, di denuncia e di conoscenza, dove trovano espressione storie, luoghi e destini, a comporre un’antologia delle grandi sfide che stanno oggi di fronte all’umanità.

    “Ancora più che un programma, l’Agenda ONU 2030 è una visione, lo sfondo ideale su cui orientare il cammino verso il futuro – spiega la Direttrice dei Musei Reali Enrica Pagella -. Le ricerche dei fotografi selezionati tracciano un disegno di testimonianze visive intorno alle sfide globali che ci attendono. Un messaggio che dalle Sale Chiablese si riverbera sul grande patrimonio dei Musei Reali, per interrogare i segni e le ragioni che nel passato ci aiutano a interpretare il presente, in un dialogo incessante tra mondi vicini e lontani, persone e destini, per guardare e interpretare, da Torino e dai suoi musei, il mondo che ci circonda e restituirne le voci nelle buone pratiche di studio, di gestione e di valorizzazione della nostra eredità culturale”.

    Tutte le opere appartengono a professionisti che si muovono tra linguaggi differenti: sono fotogiornalisti, artisti, fotografi di architettura, still life, ritratti. Tra loro ci sono vincitori di premi prestigiosi come il World Press Photo, con lavori esposti in gallerie e musei, e pubblicati su testate nazionali e internazionali quali The New York Times, National Geographic, Le Monde, El Pais e il Corriere della Sera. Altri sono giovani colleghi che si stanno affacciando alla professione, ma che hanno già ottenuto riconoscimenti importanti. Tutti sono però accomunati da una spiccata sensibilità verso i temi sociali e dalla profonda necessità di raccontare, come diceva il grande fotografo Edward Steichen, “il mondo all’uomo e l’uomo a sé stesso”.

     “Questo è lo spirito con cui abbiamo sviluppato la progettazione di Focus on Futureaggiunge la curatrice Bruna Biamino –, come un grande omaggio alle indimenticabili imprese fotografiche, inserendo però una variante che considero un importante valore aggiunto, ossia la selezione e la valorizzazione di grandi talenti che gravitano, o che hanno lavorato, o che sono nati nell’area di Torino. Tre generazioni di fotografi, alcuni dei quali già molto noti a livello nazionale e internazionale, che per la prima volta espongono insieme consegnando al pubblico della loro città una mostra ricca di maestria, di emozione, di impegno sociale, declinati con il tipico understatement cittadino”.

    Perché Torino? La città ha sempre coltivato uno spiccato interesse per la fotografia, che molte volte si è espresso a livello alto, come nel caso mostra The Family of Man di Steichen, curatore del Moma di New York, allestita nel 1955 a Palazzo Madama. La città ha altresì una vocazione profonda all’impegno nei confronti dei più deboli, basti pensare ai Santi Sociali e, per le sue ragioni di DNA industriale, esprime una capacità di lavoro, di approfondimento, di approccio critico tale da generare nel corso degli anni una qualità alta di fotogiornalismo, di fotografia artistica e di storytelling.

    Per amplificare il valore del progetto, sono in programma lectures in mostra con i fotografi, incontri con comunicatori scientifici organizzati dai Musei Reali in partnership con la Fondazione Santagata, percorsi tematici e visite speciali condotte da ricercatori ed esperti, oltre ad attività didattiche coordinate dai Servizi Educativi dei Musei Reali e da CoopCulture. Per le scuole è previsto anche un concorso di fotografia.

    Il calendario delle attività collaterali, in continuo aggiornamento, può essere consultato sulla pagina ufficiale della mostra: Focus on Future – 14 fotografi per l’Agenda ONU 2030 – Musei Reali Torino.

    In occasione del Festival della Sostenibilità, questa sera, giovedì 20 ottobre, dalle 19 alle 23.30 (ultimo ingresso alle ore 22.45), la mostra è aperta in anteprima, con la possibilità di visitare anche il primo e il secondo piano di Palazzo Reale. Le attività didattiche e artistiche, l’intrattenimento e la sonorizzazione sono a cura di Club Silencio.

    Prenotazione obbligatoria con accredito: Una notte ai Musei Reali + Mostra “Focus on Future | Music, food & drink | Club Silencio

    ***

    Orario di apertura:

    Da martedì a domenica dalle 10 alle 19

    (ultimo ingresso ore 18)

    Biglietti:

    Intero: € 10,00

    Ridotto: € 2,00 (18-25 anni)

    Gratuito: gruppi scolastici con 2 accompagnatori, 1 accompagnatore per ogni gruppo di adulti; disabili non autosufficienti con 1 accompagnatore; under 18; giornalisti con regolare tessera dell’Ordine Nazionale; soci ICOM; possessori di Abbonamento Musei; possessori di Torino + Piemonte Card e Royal Card; dipendenti MiC muniti di tesserino; guide turistiche munite di tesserino.

    Biglietti integrati mostra Focus on Future + Musei Reali

    Integrato intero over 25 anni: € 20,00

    Integrato ridotto 18-25 anni: € 4,00

    I biglietti possono essere acquistati su Musei Reali di Torino | CoopCulture
    Prenotazioni: (oltre al costo del biglietto)
    € 15,00 per gruppi esterni
    € 10,00 per le scuole
    Le riduzioni non sono cumulabili.
    Attività didattiche:
    A cura di CoopCulture
    (tariffe biglietto escluse)
    Visita tematica alla mostra € 90
    Prenotazioni e informazioni al numero 011 19560449 o via e-mail: info.torino@coopculture.it
    Visite guidate:
    A cura di CoopCulture
    (tariffe biglietto escluse)
    Visita mostra scuole € 90
    Visita mostra gruppi € 130
    Prenotazioni e informazioni al numero 011 19560449 o via e-mail: info.torino@coopculture.it
    Aperture straordinarie festive
    Come da calendario dei Musei Reali
    Aperture serali con attività e visite guidate (dalle 19.30 alle 22.30)
    16 dicembre 2022
    17 febbraio 2023
    Il bookshop dei Musei Reali e della mostra si trova nelle Sale Chiablese, al termine del percorso di visita.

     

    Lectures, incontri e proposte educative

    LECTURES CON I FOTOGRAFI
    Sale Chiablese, ore 17-19

    Il programma propone tre incontri con alcuni dei fotografi protagonisti della mostra, che illustreranno la genesi e il significato dei loro lavori, e due Letture Portfolio, dove i partecipanti avranno la possibilità di presentare e di discutere i propri lavori con i fotografi e gli esperti che hanno curato l’esposizione.

    • Martedì 15 novembre 2022 – Antonio La Grotta con Bruna Biamino
    • Martedì 29 novembre 2022 – Dario Bosio, Francesca Cirilli, Vittorio Mortarotti
    • Mercoledì 14 dicembre 2022 – Lettura Portfolio Pino Dell’Aquila e Antonio La Grotta, con Bruna Biamino e Pierangelo Cavanna
    • Martedì 17 gennaio 2023 – Lettura Portfolio Alessandro Albert e Enzo Obiso, con Bruna Biamino
    • Martedì 24 gennaio 23 – Enzo Obiso e Bruna Biamino

    Le date delle lectures di Paolo Verzone, Fabio Bucciarelli e Luigi Gariglio saranno comunicate sul sito dei Musei Reali: Focus on Future – 14 fotografi per l’Agenda ONU 2030 – Musei Reali Torino.

    Per partecipare alle Letture Portfolio, la prenotazione è obbligatoria all’indirizzo info.torino@coopculture.it (massimo 25 partecipanti per ogni data).

    Gli incontri e le Letture Portfolio sono compresi nel biglietto di ingresso alla mostra.

     

    LE SFIDE DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE

    Musei Reali, ore 17.30 – 18.30
    Ingresso libero

     Alcuni dei temi cruciali dell’Agenda ONU 2030, ispiratori della mostra, sono il punto di partenza per approfondimenti culturali e scientifici:

    • Martedì 22 novembre 2022Sara Segantin, scrittrice e comunicatrice scientifica, Geo – Rai3.

    Educare a un clima di pace è la sfida più difficile e importante dei nostri tempi. Perché la cultura è l’informazione sono fondamentali nella lotta alla crisi climatica? Che relazione c’è tra le guerre e l’inquinamento? Durante l’incontro, si cercherà di disegnare una mappa con la quale orientarsi nel difficile labirinto climatico e sociale di oggi.       

    • Martedì 20 dicembre 2022Manuela Manera, linguista e autrice del volume La lingua che cambia.

    Con l’espressione linguaggio inclusivo si indica l’attenzione con cui viene costruita una comunicazione, così da evitare asimmetrie e stereotipi in riferimento alle persone. Come funziona il linguaggio inclusivo e perché è necessario oggi? Non c’è forse altro di più importante di cui occuparsi? A partire da questi interrogativi, l’incontro propone una riflessione sull’importanza delle scelte linguistiche per rafforzare una cultura del rispetto e della parità tra le persone.

    • Martedì 31 gennaio 2023Marco Tavani, Presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF).

    “Da bambino avevo paura del cielo”: questa ammissione è il senso di una vita votata all’astrofisica. Il Principal Investigator della missione spaziale AGILE dell’Agenzia Spaziale Italiana e ricercatore con ampie esperienze internazionali, ci parlerà del cielo, il grande pieno dei saperi ancora da conoscere e interpretare: del cielo come porta di ingresso per la civiltà del prossimo futuro.

    FROM PRESENT TO THE FUTURE – INCONTRI IN MOSTRA

    Un sabato al mese, a partire da novembre, alle ore 16
    Prenotazione obbligatoria all’indirizzo mr-to.edu@cultura.gov.it
    Attività gratuita compresa nel biglietto di ingresso
     

    Una visita commentata alla mostra condotta da professionisti, ricercatori, attivisti, testimoni che vivono nella loro quotidianità i temi e le problematiche proposte dall’esposizione. Attraverso la condivisione delle proprie esperienze, le guide ci aiuteranno a osservare con maggiore coinvolgimento e consapevolezza quello che i fotografi ci raccontano con le loro opere, andando oltre l’immagine, per riflettere insieme sulle possibili prospettive di cambiamento.

    Primo appuntamento sabato 19 novembre 2022: Il clima è cambiato – con Simona Barbarino e Luca Paro (ARPA Piemonte).

     

    PER LE SCUOLE – SGUARDI SUL FUTURO
    Visita guidata alla mostra con laboratorio didattico
    Ogni mercoledì mattina, dal 09/11/2022 al 19/02/2023, durata 120’
    Prenotazione obbligatoria all’indirizzo mr-to.edu@cultura.gov.it

    Attività e ingresso gratuiti (diritto di prenotazione 10 euro a classe)

     
    La visita percorre alcune delle sale dedicate ai 17 obiettivi dell’Agenda ONU 2030, toccando temi essenziali per la sopravvivenza, il benessere e il progresso, quali la fame, la povertà, la parità di genere, il cambiamento climatico, la giustizia, il diritto alla salute, all’istruzione e al lavoro dignitoso. Nel laboratorio, un dibattito preliminare stimolerà la riflessione per lo sviluppo creativo di soluzioni sostenibili, che infine prenderanno forma in un progetto collettivo.

    PER LE SCUOLE – FOCUS ON OUR FUTURE
    Concorso di fotografia per le scuole secondarie di primo e secondo grado di tutta Italia
    Iscrizioni entro il 19/02/2023, consegna dei progetti entro il 30/04/2023

     

    Attraverso un racconto fotografico, le classi partecipanti potranno proporre l’interpretazione di uno o più temi tra quelli affrontati dalla mostra, aprendo uno spazio di confronto ed elaborazione collettiva sugli obiettivi dell’Agenda ONU 2030.

    Promuovendo la fotografia come mezzo di espressione artistica e di documentazione, narrazione e comunicazione, il concorso è un invito a riflettere sul ruolo degli individui e delle istituzioni per il raggiungimento dei diversi obiettivi, partendo dall’osservazione della realtà e immaginandola nel suo futuro.

    Il progetto Focus on our Future si inserisce nelle iniziative a supporto dell’insegnamento dell’educazione civica. Per partecipare è necessario visitare la mostra e seguire un’attività di approfondimento, offerta dai Musei Reali, e successivamente inviare un racconto fotografico elaborato dalla classe. I lavori finalisti verranno esposti ai Musei Reali nella settimana della Festa dei Musei (15 – 21 maggio 2023): il racconto vincitore sarà decretato con il voto del pubblico del museo e del web.

     

     

  • MINIATURE RIVELATE

    Ciclo di conferenze
    dedicate ai manoscritti miniati e alle biblioteche tra Medioevo e Rinascimento
    in collaborazione con le Biblioteche civiche torinesi

    24 ottobre – 14 dicembre 2022

    Palazzo Madama, Biblioteca civica Villa Amoretti, Biblioteca civica Cesare Pavese,
    Biblioteca civica don Lorenzo Milani

    Palazzo Madama e le Biblioteche civiche torinesi propongono, dal 24 ottobre al 14 dicembre, un ciclo di conferenze gratuite, dedicate ad approfondire l’arte del libro tra Medioevo e Rinascimento attraverso le collezioni di arte antica del Museo Civico di Torino.

    Una serie di incontri per approfondire i materiali e le tecniche di realizzazione dei manoscritti, per scoprire come erano organizzate le biblioteche e chi vi accedeva e per cogliere, infine, quel passaggio cruciale dal libro scritto a mano al libro stampato che oggi conosciamo e amiamo.

    L’iniziativa, legata al territorio, si svolge a Palazzo Madama e in tre biblioteche civiche della città: Villa Amoretti (Santa Rita), Cesare Pavese (Mirafiori Sud) e don Lorenzo Milani (Falchera).

    Il ciclo di conferenze intende portare il museo fuori dalle sue mura per promuovere la conoscenza di un patrimonio significativo e sostanzialmente ignoto, non solo al pubblico di Palazzo Madama, ma anche ai cittadini torinesi che frequentano più abitualmente le biblioteche e che con l’oggetto “libro” hanno un rapporto privilegiato. Gli appuntamenti sono un invito a conoscere attraverso le collezioni del museo non solo il contenuto intellettuale di creatività, ma anche i materiali e le tecniche di realizzazione – a mano prima e a stampa poi – e ad approfondire il tema della diffusione della lettura nel mondo antico.

    Le Biblioteche civiche, da sempre attente alla storia del libro attraverso specifiche attività di mediazione, proporranno nello stesso periodo laboratori per famiglie e scuole del territorio.

    Nel corso dell’iniziativa i partecipanti agli incontri riceveranno un voucher che permetterà loro di visitare gratuitamente Palazzo Madama e la mostra Margherita di Savoia, Regina d’Italia, allestita nella Sala del Senato dal 13 ottobre 2022 al 30 gennaio 2023.
    Per gli insegnanti gli incontri in biblioteca costituiscono occasione di formazione, per i quali è possibile richiedere certificato di partecipazione.

    Il ciclo di incontri si concluderà poco prima delle festività natalizie, nella settimana tra il 12 e il 16 dicembre, con un appuntamento finale a cura dei lettori che selezioneranno il proprio libro “in salsa” medievale da presentare al gruppo attraverso brevi stralci di lettura ad alta voce.
    In questa occasione la comunità cittadina potrà usufruire di materiali di approfondimento creati in sinergia dalle biblioteche e dal museo con schede bibliografiche, consigli di lettura e focus sulle collezioni di Palazzo Madama.

    L’iniziativa intende disseminare le conoscenze e i risultati del progetto “Miniature rivelate”, avviato nell’ottobre 2020 da Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica in partnership con l’Università di Torino e l’Università del Piemonte Orientale (Dipartimento di Studi Storici e Dipartimenti di Chimica), grazie a un cofinanziamento di Fondazione CRT e UNITO. La ricerca è nata dalla volontà di approfondire la conoscenza della collezione di manoscritti e miniature ritagliate del Museo Civico di Torino: un patrimonio costituito
    da 19 codici miniati, un fondo di 81 fogli e miniature ritagliate e una preziosa raccolta di 50 pergamene dal XIII al XVI secolo.

    La prima fase del progetto si è svolta dall’ottobre 2020 alla primavera 2022. Durante questi mesi è stato condotto il censimento sistematico, con la campagna fotografica e la pre-catalogazione, che ha comportato anche la ricerca bibliografica e lo studio liturgico per individuare l’area di provenienza dei testi sacri.

    La seconda fase, a partire dall’autunno 2022, prevede i restauri di due codici, le analisi scientifiche non invasive e l’analisi storico artistica; in calendario saranno programmate attività per il pubblico, laboratori didattici per le scuole e per gli adulti.

    La terza fase si concluderà nell’autunno 2024 con una mostra dossier a Palazzo Madama, che presenterà al pubblico un percorso visivo attraverso l’esposizione di una selezione delle opere del museo.

    Il programma

    A PALAZZO MADAMA

    24 ottobre ore 17
    È sempre medioevo. Da un castello per un Palazzo, e un Borgo per un parco, alle Torri di Falchera
    Con Giovanni Carlo Federico Villa
    Un incontro per narrare una delle radici contemporanee di Torino e del suo ruolo europeo; una riflessione su di un secolo, l’Ottocento, connotato dall’innamoramento per il Medioevo, con il Romanticismo che inventa i secoli di mezzo quale anelito a un’epoca dorata e rispettosa della dimensione umana, generatrice di una base mitico-simbolica su cui fondare l’identità dei nascenti stati nazionali

    26 ottobre ore 11 – 13
    Manoscritti, incunaboli e ritagli miniati del Museo Civico d’Arte Antica
    L’occasione di incontro e discussione è rivolta a studiosi, responsabili di biblioteche e archivi, studenti e appassionati d’arte che avranno l’opportunità di prendere confidenza con questo importante fondo della collezione del museo e conoscere le prime novità emerse dallo studio sistematico condotto da specialisti di diverse discipline.
    Con Giovanni Carlo Federico Villa, Simonetta Castronovo, Fabrizio Crivello, Giovanna Saroni, Alessia Marzo, Antonio Olivieri, Maria Alessandra Panzanelli Fratoni, Maurizio Aceto, Angelo Agostino e Monica Gulmini

    Gli interventi
    • La collezione del Museo Civico dall’Ottocento a oggi, Simonetta Castronovo, Palazzo Madama
    • Un progetto tra Università e Museo, Fabrizio Crivello, Università degli Studi di Torino
    • Due importanti Libri d’Ore per la storia del territorio, Giovanna Saroni
    • Memorie di manoscritti decorati: i ritagli miniati, Alessia Marzo, Università degli Studi di Torino
    • Documenti e collezionisti: carte d’archivio a Palazzo Madama, Antonio Olivieri, Università degli Studi di Torino
    • Gli incunaboli, Maria Alessandra Panzanelli Fratoni, Università degli Studi di Torino
    • La chimica al servizio dello studio dei codici miniati, Maurizio Aceto, Angelo Agostino e Monica Gulmini, Università degli Studi di Torino, Università Piemonte Orientale

    Ingresso libero fino a esaurimento posti

     

    NELLE BIBLIOTECHE

    7 – 11 novembre 2022
    Cos’è un codice miniato
    Con Simonetta Castronovo, conservatore di Palazzo Madama
    Quali sono le operazioni che portano alla realizzazione di un codice manoscritto nel Medioevo? Quali gli strumenti di lavoro dello scriba e del miniatore? Com’era organizzato uno scriptorium? Nel corso della conferenza scopriremo le operazioni necessarie a produrre un codice, dalla preparazione della pergamena alla rigatura, dalla scrittura ai pigmenti e alla decorazione con iniziali figurate e istoriate o intere scene a pittura, senza dimenticare la doratura e la legatura.

    • lunedì 7 novembre ore 17.30: Biblioteca civica Cesare Pavese – via Candiolo 79
    • mercoledì 9 novembre ore 17.30: Biblioteca civica Villa Amoretti – corso Orbassano 200
    • venerdì 11 novembre ore 10.30: Biblioteca civica Don Milani – via dei Pioppi, 43
    21-23 novembre 2022
    Le biblioteche medievali
    Con Simonetta Castronovo, conservatore di Palazzo Madama
    Dove si trovavano e come erano organizzate internamente. Quale il loro contenuto. Chi poteva accedere, chi leggeva e studiava nel Medioevo. Biblioteche monastiche, ecclesiastiche, signorili; libri dei mercanti e Statuti dei Comuni.
    • lunedì 21 novembre ore 17.30 Biblioteca civica Cesare Pavese – via Candiolo 79
    • mercoledì 23 novembre ore 15.00 Biblioteca civica Don Lorenzo Milani – Via dei Pioppi, 43
    • mercoledì 23 novembre ore 17.30 Biblioteca civica Villa Amoretti – corso Orbassano 200
    28 -30 novembre 2022
    La nascita del libro a stampa decorato da xilografie (XV secolo)
    Con Alessia Marzo, Università degli Studi di Torino
    Oltre a codici miniati, le collezioni del museo civico possiedono alcuni incunaboli, libri a stampa realizzati a partire dalla
    seconda metà del Quattrocento e illustrati da xilografie con scene sacre e margini decorativi che venivano dipinti per
    assomigliare quanto più possibile ai codici miniati in pergamena.
    • lunedì 28 novembre ore 17.30 Biblioteca civica Cesare Pavese – via Candiolo 79
    • mercoledì 30 novembre ore 15.00 Biblioteca civica Don Lorenzo Milani – Via dei Pioppi, 43
    • mercoledì 30 novembre ore 17.30 Biblioteca civica Villa Amoretti – corso Orbassano 200
    12-14 dicembre 2022
    Il mio Medioevo. Il nostro Medioevo
    Incontro finale nelle biblioteche a cura dei lettori delle Biblioteche civiche
    Il Medioevo fa da sfondo a diversi romanzi della letteratura occidentale: da Il nome della rosa di Umberto Eco, I pilastri
    della Terra di Ken Follett, Notre-Dame de Paris di Victor Hugo o il più recente La Cattedrale del mare di Ildefonso
    Falcones. Ogni partecipante potrà proporre al gruppo il proprio libro del cuore, selezionando e leggendo ad alta voce
    la pagina o i passaggi che maggiormente ha amato.
    • lunedì 12 dicembre ore 17.30 Biblioteca civica Cesare Pavese – via Candiolo 79
    • mercoledì 14 dicembre ore 15.00 Biblioteca civica Don Lorenzo Milani – Via dei Pioppi, 43
    • mercoledì 14 dicembre ore 17.30 Biblioteca civica Villa Amoretti – corso Orbassano 200

    Ingresso libero fino a esaurimento posti

HTML Snippets Powered By : XYZScripts.com