Categoria: Musei

  • SPECIALE HALLOWEEN AI MUSEI REALI PER FAMIGLIE.

    ASPETTANDO HALLOWEEN in Galleria Sabauda
    Sabato 29 ottobre ore 16

    Mentre la notte di Halloween si avvicina, andiamo a caccia di diavoli, mostri e draghi tra le tavole dipinte dai maestri del Rinascimento in Piemonte. Vi aspettiamo con un’avvincente sfida tra incredibili leggende, rompicapi da risolvere e orride maschere da decorare. Non dimenticate un pizzico di fantasia e il vostro costume più spaventoso!

    Modalità di partecipazione
    Attività consigliata dai 6 ai 10 anni, con prenotazione obbligatoria.
    Costo dell’attività: 5 euro per i bambini, solo biglietto d’ingresso per gli adulti accompagnatori (tariffa speciale 10 euro, gratuito con Abbonamento Musei).
    Info e prenotazioni: 011 19560449 e info.torino@coopculture.it – Biglietti online su Musei Reali di Torino | CoopCulture.

    Quattro storie di paura in Galleria Sabauda

    Lunedì 31 ottobre, alle ore 17, il percorso Quattro storie di paura conduce i bambini e le loro famiglie a scoprire la Galleria Sabauda, dove si nascondono mostri terribili e animali spaventosi che sembrano usciti da storie di paura. Saranno proprio i piccoli partecipanti a dover raccontare ai grandi, con l’aiuto dell’operatore didattico, quattro storie spaventose ispirate ai personaggi dei quadri e con un elemento sorpresa che renderà l’esperienza ancora più divertente. 

    Modalità di partecipazione
    Costo dell’attività: 10 euro per i bambini, solo biglietto di ingresso ai Musei Reali per gli adulti accompagnatori (15 euro ordinario, 2 euro da 18 a 25 anni, gratuito under 18)
    Info e prenotazioni: 011 19560449 e info.torino@coopculture.it – Biglietti online su Musei Reali di Torino | CoopCulture.

    Apertura straordinaria
    per la notte di Halloween 

    Lunedì 31 ottobre, dalle 19.30 alle 23.30, i Musei Reali festeggiano la notte di Halloween con l’apertura straordinaria del Museo di Antichità, del Teatro Romano e del Giardino Ducale (ultimo ingresso ore 22.45). 
    Costo del biglietto della serata: 5 euro (gratuito under 12 anni)
     

    Il programma comprende, dalle 20 alle 22, l’evento Halloween: la vera storia che offre al pubblico una serata suggestiva per narrare i riti di una notte non così lontana dalle nostre tradizioni. La rievocazione, a cura delle associazioni TerraTaurina e Okelum, permette di conoscere la cultura dei Celti, tra analogie, diversità e trasmissione di usi e saperi con altre antiche civiltà. Nel giardino si alterneranno le danze rituali.

    Alle ore 22.30, nel Giardino Ducale si svolgerà il rito di Samonios con l’accensione del fuoco sacro, la cerimonia celtica che celebra la fine dell’anno e l’inizio di quello nuovo, quando il mondo dei vivi e quello dei morti entrano in comunicazione. In occasione della serata, è prevista una degustazione con il mastro birraio Mauro Mascarello del Birrificio Torino.

    Per chi volesse vivere un’esperienza unica ed emozionante, è prevista anche la visita dell’Armeria Reale al buio alle ore 19.30 e alle ore 21. 
    La guida CoopCulture vi condurrà in una suggestiva visita a luci spente all’interno dell’Armeria Reale, alla ricerca di dettagli da svelare e storie da raccontare. 
    Costo dell’attività: 7 euro oltre al biglietto di ingresso alla serata di Halloween (ridotto speciale 3 euro, gratuito under 12). Un’occasione imperdibile per vivere tutte le offerte dei Musei Reali nella notte più magica dell’anno a soli 10 euro.
     

    Biglietti online su Musei Reali di Torino | CoopCulture e-mail info.torino@coopculture.it

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  • FOCUS ON FUTURE

    14 FOTOGRAFI PER L’AGENDA ONU 2030

    Musei Reali, Sale Chiablese
    21 ottobre 2022 – 19 febbraio 2023

    Il lungo monitoraggio del lento e inesorabile scioglimento dei ghiacci al Circolo Polare Artico. L’impegno delle organizzazioni umanitarie per garantire un’istruzione regolare ai bambini dei campi profughi. La drammatica mancanza di risorse che mette in ginocchio l’Africa subsahariana. Ma anche ritratti di donne dalle carriere eccezionali che hanno contribuito a compiere un importante passo avanti nella parità di genere. Sono soltanto alcuni degli straordinari scatti di Focus on Future. 14 Fotografi per l’Agenda ONU 2030, la nuova mostra ideata da Enrica Pagella e prodotta dai Musei Reali di Torino, che sarà aperta al pubblico dal 21 ottobre 2022 al 19 febbraio 2023 nelle Sale Chiablese.

    L’esposizione, curata da Bruna Biamino, si inserisce tra i progetti che i Musei Reali dedicano agli obiettivi strategici di sviluppo sostenibile indicati nell’Agenda delle Nazioni Unite. Attraverso immagini dalla potenza narrativa unica, 14 fotografi professionisti propongono un inedito viaggio dedicato alle situazioni di fragilità del nostro pianeta, affrontando temi essenziali per il benessere, la sopravvivenza e il progresso dell’umanità quali la sconfitta della fame e della povertà, il pari accesso alla giustizia, il diritto alla salute, all’istruzione e al lavoro dignitoso, il raggiungimento della parità di genere, le azioni per combattere il cambiamento climatico.

    Alessandro Albert, Dario Bosio, Fabio Bucciarelli, Francesca Cirilli, Alessandro De Bellis, Pino Dell’Aquila, Nicole Depaoli, Luca Farinet, Luigi Gariglio, Antonio La Grotta, Matteo Montenero, Vittorio Mortarotti, Enzo Obiso e Paolo Verzone documentano, narrano e testimoniano le condizioni di vita sulla terra, dalle scuole agli ospedali, dalle metropoli alle foreste, dalle accademie militari, alle carceri, alle scuole, dai profughi siriani a quelli ucraini, con una panoramica ampia che spazia dall’Iraq alla Polonia, dalle Svalbard all’Amazzonia. Fotografie della prima ondata di Covid, di scuole femminili in Iraq, di paesaggi artici, di lavoratori in Mozambico e a Foggia, di carestie in Sudan tracciano la condizione di un’umanità ancora lontana dal raggiungimento dei suoi diritti fondamentali e disegnano un itinerario visivo sulle emergenze globali.

    Il percorso conta più di 200 fotografie e inizia con l’apertura su alcuni grandi paesaggi, dall’Artico al Vietnam, dal Messico al Mozambico, per poi inoltrarsi sempre più profondamente nei temi dell’Agenda ONU 2030, dove le immagini si intrecciano con i dati statistici che provengono da organizzazioni governative quali OMS, UNHCR, FAO, UNICEF e che amplificano il messaggio visivo sulle criticità che ancora affliggono le condizioni del pianeta e degli esseri viventi. L’allestimento trasforma le Sale Chiablese in uno spazio di testimonianza, di denuncia e di conoscenza, dove trovano espressione storie, luoghi e destini, a comporre un’antologia delle grandi sfide che stanno oggi di fronte all’umanità.

    “Ancora più che un programma, l’Agenda ONU 2030 è una visione, lo sfondo ideale su cui orientare il cammino verso il futuro – spiega la Direttrice dei Musei Reali Enrica Pagella -. Le ricerche dei fotografi selezionati tracciano un disegno di testimonianze visive intorno alle sfide globali che ci attendono. Un messaggio che dalle Sale Chiablese si riverbera sul grande patrimonio dei Musei Reali, per interrogare i segni e le ragioni che nel passato ci aiutano a interpretare il presente, in un dialogo incessante tra mondi vicini e lontani, persone e destini, per guardare e interpretare, da Torino e dai suoi musei, il mondo che ci circonda e restituirne le voci nelle buone pratiche di studio, di gestione e di valorizzazione della nostra eredità culturale”.

    Tutte le opere appartengono a professionisti che si muovono tra linguaggi differenti: sono fotogiornalisti, artisti, fotografi di architettura, still life, ritratti. Tra loro ci sono vincitori di premi prestigiosi come il World Press Photo, con lavori esposti in gallerie e musei, e pubblicati su testate nazionali e internazionali quali The New York Times, National Geographic, Le Monde, El Pais e il Corriere della Sera. Altri sono giovani colleghi che si stanno affacciando alla professione, ma che hanno già ottenuto riconoscimenti importanti. Tutti sono però accomunati da una spiccata sensibilità verso i temi sociali e dalla profonda necessità di raccontare, come diceva il grande fotografo Edward Steichen, “il mondo all’uomo e l’uomo a sé stesso”.

     “Questo è lo spirito con cui abbiamo sviluppato la progettazione di Focus on Futureaggiunge la curatrice Bruna Biamino –, come un grande omaggio alle indimenticabili imprese fotografiche, inserendo però una variante che considero un importante valore aggiunto, ossia la selezione e la valorizzazione di grandi talenti che gravitano, o che hanno lavorato, o che sono nati nell’area di Torino. Tre generazioni di fotografi, alcuni dei quali già molto noti a livello nazionale e internazionale, che per la prima volta espongono insieme consegnando al pubblico della loro città una mostra ricca di maestria, di emozione, di impegno sociale, declinati con il tipico understatement cittadino”.

    Perché Torino? La città ha sempre coltivato uno spiccato interesse per la fotografia, che molte volte si è espresso a livello alto, come nel caso mostra The Family of Man di Steichen, curatore del Moma di New York, allestita nel 1955 a Palazzo Madama. La città ha altresì una vocazione profonda all’impegno nei confronti dei più deboli, basti pensare ai Santi Sociali e, per le sue ragioni di DNA industriale, esprime una capacità di lavoro, di approfondimento, di approccio critico tale da generare nel corso degli anni una qualità alta di fotogiornalismo, di fotografia artistica e di storytelling.

    Per amplificare il valore del progetto, sono in programma lectures in mostra con i fotografi, incontri con comunicatori scientifici organizzati dai Musei Reali in partnership con la Fondazione Santagata, percorsi tematici e visite speciali condotte da ricercatori ed esperti, oltre ad attività didattiche coordinate dai Servizi Educativi dei Musei Reali e da CoopCulture. Per le scuole è previsto anche un concorso di fotografia.

    Il calendario delle attività collaterali, in continuo aggiornamento, può essere consultato sulla pagina ufficiale della mostra: Focus on Future – 14 fotografi per l’Agenda ONU 2030 – Musei Reali Torino.

    In occasione del Festival della Sostenibilità, questa sera, giovedì 20 ottobre, dalle 19 alle 23.30 (ultimo ingresso alle ore 22.45), la mostra è aperta in anteprima, con la possibilità di visitare anche il primo e il secondo piano di Palazzo Reale. Le attività didattiche e artistiche, l’intrattenimento e la sonorizzazione sono a cura di Club Silencio.

    Prenotazione obbligatoria con accredito: Una notte ai Musei Reali + Mostra “Focus on Future | Music, food & drink | Club Silencio

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    Orario di apertura:

    Da martedì a domenica dalle 10 alle 19

    (ultimo ingresso ore 18)

    Biglietti:

    Intero: € 10,00

    Ridotto: € 2,00 (18-25 anni)

    Gratuito: gruppi scolastici con 2 accompagnatori, 1 accompagnatore per ogni gruppo di adulti; disabili non autosufficienti con 1 accompagnatore; under 18; giornalisti con regolare tessera dell’Ordine Nazionale; soci ICOM; possessori di Abbonamento Musei; possessori di Torino + Piemonte Card e Royal Card; dipendenti MiC muniti di tesserino; guide turistiche munite di tesserino.

    Biglietti integrati mostra Focus on Future + Musei Reali

    Integrato intero over 25 anni: € 20,00

    Integrato ridotto 18-25 anni: € 4,00

    I biglietti possono essere acquistati su Musei Reali di Torino | CoopCulture
    Prenotazioni: (oltre al costo del biglietto)
    € 15,00 per gruppi esterni
    € 10,00 per le scuole
    Le riduzioni non sono cumulabili.
    Attività didattiche:
    A cura di CoopCulture
    (tariffe biglietto escluse)
    Visita tematica alla mostra € 90
    Prenotazioni e informazioni al numero 011 19560449 o via e-mail: info.torino@coopculture.it
    Visite guidate:
    A cura di CoopCulture
    (tariffe biglietto escluse)
    Visita mostra scuole € 90
    Visita mostra gruppi € 130
    Prenotazioni e informazioni al numero 011 19560449 o via e-mail: info.torino@coopculture.it
    Aperture straordinarie festive
    Come da calendario dei Musei Reali
    Aperture serali con attività e visite guidate (dalle 19.30 alle 22.30)
    16 dicembre 2022
    17 febbraio 2023
    Il bookshop dei Musei Reali e della mostra si trova nelle Sale Chiablese, al termine del percorso di visita.

     

    Lectures, incontri e proposte educative

    LECTURES CON I FOTOGRAFI
    Sale Chiablese, ore 17-19

    Il programma propone tre incontri con alcuni dei fotografi protagonisti della mostra, che illustreranno la genesi e il significato dei loro lavori, e due Letture Portfolio, dove i partecipanti avranno la possibilità di presentare e di discutere i propri lavori con i fotografi e gli esperti che hanno curato l’esposizione.

    • Martedì 15 novembre 2022 – Antonio La Grotta con Bruna Biamino
    • Martedì 29 novembre 2022 – Dario Bosio, Francesca Cirilli, Vittorio Mortarotti
    • Mercoledì 14 dicembre 2022 – Lettura Portfolio Pino Dell’Aquila e Antonio La Grotta, con Bruna Biamino e Pierangelo Cavanna
    • Martedì 17 gennaio 2023 – Lettura Portfolio Alessandro Albert e Enzo Obiso, con Bruna Biamino
    • Martedì 24 gennaio 23 – Enzo Obiso e Bruna Biamino

    Le date delle lectures di Paolo Verzone, Fabio Bucciarelli e Luigi Gariglio saranno comunicate sul sito dei Musei Reali: Focus on Future – 14 fotografi per l’Agenda ONU 2030 – Musei Reali Torino.

    Per partecipare alle Letture Portfolio, la prenotazione è obbligatoria all’indirizzo info.torino@coopculture.it (massimo 25 partecipanti per ogni data).

    Gli incontri e le Letture Portfolio sono compresi nel biglietto di ingresso alla mostra.

     

    LE SFIDE DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE

    Musei Reali, ore 17.30 – 18.30
    Ingresso libero

     Alcuni dei temi cruciali dell’Agenda ONU 2030, ispiratori della mostra, sono il punto di partenza per approfondimenti culturali e scientifici:

    • Martedì 22 novembre 2022Sara Segantin, scrittrice e comunicatrice scientifica, Geo – Rai3.

    Educare a un clima di pace è la sfida più difficile e importante dei nostri tempi. Perché la cultura è l’informazione sono fondamentali nella lotta alla crisi climatica? Che relazione c’è tra le guerre e l’inquinamento? Durante l’incontro, si cercherà di disegnare una mappa con la quale orientarsi nel difficile labirinto climatico e sociale di oggi.       

    • Martedì 20 dicembre 2022Manuela Manera, linguista e autrice del volume La lingua che cambia.

    Con l’espressione linguaggio inclusivo si indica l’attenzione con cui viene costruita una comunicazione, così da evitare asimmetrie e stereotipi in riferimento alle persone. Come funziona il linguaggio inclusivo e perché è necessario oggi? Non c’è forse altro di più importante di cui occuparsi? A partire da questi interrogativi, l’incontro propone una riflessione sull’importanza delle scelte linguistiche per rafforzare una cultura del rispetto e della parità tra le persone.

    • Martedì 31 gennaio 2023Marco Tavani, Presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF).

    “Da bambino avevo paura del cielo”: questa ammissione è il senso di una vita votata all’astrofisica. Il Principal Investigator della missione spaziale AGILE dell’Agenzia Spaziale Italiana e ricercatore con ampie esperienze internazionali, ci parlerà del cielo, il grande pieno dei saperi ancora da conoscere e interpretare: del cielo come porta di ingresso per la civiltà del prossimo futuro.

    FROM PRESENT TO THE FUTURE – INCONTRI IN MOSTRA

    Un sabato al mese, a partire da novembre, alle ore 16
    Prenotazione obbligatoria all’indirizzo mr-to.edu@cultura.gov.it
    Attività gratuita compresa nel biglietto di ingresso
     

    Una visita commentata alla mostra condotta da professionisti, ricercatori, attivisti, testimoni che vivono nella loro quotidianità i temi e le problematiche proposte dall’esposizione. Attraverso la condivisione delle proprie esperienze, le guide ci aiuteranno a osservare con maggiore coinvolgimento e consapevolezza quello che i fotografi ci raccontano con le loro opere, andando oltre l’immagine, per riflettere insieme sulle possibili prospettive di cambiamento.

    Primo appuntamento sabato 19 novembre 2022: Il clima è cambiato – con Simona Barbarino e Luca Paro (ARPA Piemonte).

     

    PER LE SCUOLE – SGUARDI SUL FUTURO
    Visita guidata alla mostra con laboratorio didattico
    Ogni mercoledì mattina, dal 09/11/2022 al 19/02/2023, durata 120’
    Prenotazione obbligatoria all’indirizzo mr-to.edu@cultura.gov.it

    Attività e ingresso gratuiti (diritto di prenotazione 10 euro a classe)

     
    La visita percorre alcune delle sale dedicate ai 17 obiettivi dell’Agenda ONU 2030, toccando temi essenziali per la sopravvivenza, il benessere e il progresso, quali la fame, la povertà, la parità di genere, il cambiamento climatico, la giustizia, il diritto alla salute, all’istruzione e al lavoro dignitoso. Nel laboratorio, un dibattito preliminare stimolerà la riflessione per lo sviluppo creativo di soluzioni sostenibili, che infine prenderanno forma in un progetto collettivo.

    PER LE SCUOLE – FOCUS ON OUR FUTURE
    Concorso di fotografia per le scuole secondarie di primo e secondo grado di tutta Italia
    Iscrizioni entro il 19/02/2023, consegna dei progetti entro il 30/04/2023

     

    Attraverso un racconto fotografico, le classi partecipanti potranno proporre l’interpretazione di uno o più temi tra quelli affrontati dalla mostra, aprendo uno spazio di confronto ed elaborazione collettiva sugli obiettivi dell’Agenda ONU 2030.

    Promuovendo la fotografia come mezzo di espressione artistica e di documentazione, narrazione e comunicazione, il concorso è un invito a riflettere sul ruolo degli individui e delle istituzioni per il raggiungimento dei diversi obiettivi, partendo dall’osservazione della realtà e immaginandola nel suo futuro.

    Il progetto Focus on our Future si inserisce nelle iniziative a supporto dell’insegnamento dell’educazione civica. Per partecipare è necessario visitare la mostra e seguire un’attività di approfondimento, offerta dai Musei Reali, e successivamente inviare un racconto fotografico elaborato dalla classe. I lavori finalisti verranno esposti ai Musei Reali nella settimana della Festa dei Musei (15 – 21 maggio 2023): il racconto vincitore sarà decretato con il voto del pubblico del museo e del web.

     

     

  • Avviata una raccolta di firme per chiedere al primo ministro egiziano di avviare trattative per la restituzione della Stele egizia, oggi conservata nel museo inglese.

     

    Forse in cuor nostro sapevamo che questo momento sarebbe arrivato. Il momento in cui gli Stati avrebbero richiesto in massa importanti opere d’arte collocate fuori dai confini nazionali. Oggi è la volta della cosiddetta Stele di Rosetta , una stele egizia di granodiorite alta più di 114 cm e larga 72 così chiamata perché rinvenuta nel 1799 nei pressi della città antica di Rashid, ovvero Rosetta, situata sul delta del Nilo. A scoprirla per caso fu Pierre-François Bouchard, capitano dell’esercito francese di stanza in Egitto durante la campagna voluta dal generale Napoleone Bonaparte.
    La Stele, che presenta un’iscrizione in tre lingue: geroglifico, demotico (una diversa grafia della lingua egizia poi evoluta nel copto) e greco antico, è un decreto emesso da Tolomeo V nel 197 a.C. concedente favori alla classe sacerdotale egiziana. La Stele è fondamentale per avere aperto le porte alla decifrazione del geroglifico grazie allo studio dell’archeologo ed egittologo francese Jean-François Champollion del 1802. L’anniversario dei duecento anni della decifrazione si è festeggiato lo scorso 2 settembre.

    La storia

    Tornando alla storia della Stele, questa dopo essere stata fatta bottino di guerra dall’esercito di Bonaparte fu messa in viaggio per Parigi. Ma alla capitale la Stele non arrivò mai perché nel 1801, dopo la capitolazione di Alessandria d’Egitto, i francesi firmarono con gli inglesi la resa, sotto forma del Trattato di Alessandria (appunto) che prevedeva anche la traslazione a Londra di 16 opere d’arte tra cui la Stele di Rosetta. Si trattava di opere che la Commission des Sciences et des Arts francese aveva acquisito tramite l’Institut d’Égypte. Oggi la Stele è conservata nelle sale del British Museum di Londra. Nel novembre 2010, l’esperto di antichità egiziane il dottor Zahi Hawass si era già attivato per la restituzione della Stele. La richiesta del 2010 cavalcava l’onda della restituzione da parte del Metropolitan Museum di New York di 19 oggetti provenienti dalla tomba di Tutankhamon. Secondo la BBC, il dottor Hawass era disposto anche a negoziare un prestito tra Egitto e UK per il costituendo Grande Museo Egiziano (fuori dal Cairo e vicino Giza) la cui apertura era prevista per il 2013, ma che ancora, nel 2022, non ha aperto le porte a nessun visitatore.

    La raccolta firme

    L’Egitto, oggi, ci prova di nuovo e questa volta eminenti archeologi hanno raccolto più di 2.500 firme per rivendicare alcune antichità sparse per il mondo, tra cui la Stele, a farlo sapere è Monica Hanna, preside ad interim del Collegio di Archeologia di Assuan. Le firme servono ad incoraggiare l’azione del Primo Ministro egiziano Mostafa Madbouly a lavorare attraverso mezzi legali e diplomatici per recuperare le antichità. Secondo i firmatari della petizione gli oggetti sono parte integrante del patrimonio nazionale egiziano e la loro continua esposizione nelle istituzioni europee ignora deliberatamente una storia di saccheggi e sfruttamento colonialisti. Forse più che ignorare il verbo esatto è perpetuare una visione accondiscendente verso i bottini di guerra del passato. Questo era parso un momentum favorevole alle restituzioni – pochi giorni fa lo Smithsonian ha restituito 29 bronzi alla Nigeria — e l’Egitto sperava in un cambio di atteggiamento nei confronti degli errori commessi durante il passato coloniale del Regno Unito e della Francia, complice anche un cambiamento nei codici etici dei musei che ammetto deaccessioning per questioni morali o di legittimità, come rimediare ad antichi saccheggi.

    Truss frena

    Ad accrescere l’entusiasmo e le aspettative aveva contribuito, forse, l’atteggiamento dell’ultimo anno del British Museum: più conciliante, che sembrava prendere in considerazione un prestito «all’italiana». Invece guardando quello che sta accadendo con i Marmi del Partenone bisognerà ricredersi. È di pochi giorni fa la notizia che la Prima Ministra britannica Liz Truss ha negato l’ennesima richiesta di restituire alla Grecia i fregi del tempio di Atena Parthenos anch’essi conservati al British Museum. La conservatrice Truss ha chiuso la faccenda con un secco: “No, non sono favorevole”. Questa chiusura totale non fa ben sperare per la domanda di restituzione della Stele, una richiesta ancora così debole e poco o male ‘armata’.

  • La GAM di Torino è felice di annunciare che anche quest’anno il museo è tra i vincitori della seconda edizione del PAC – Piano per l’Arte Contemporanea della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.  Grazie ai fondi messi a disposizione dal Ministero la GAM acquisirà 12 dipinti di Michele Tocca (Subiaco, Roma, 1983) realizzati tra il 2016 e il 2022.

    Le opere acquisite, insieme ad altri dipinti di Tocca, saranno oggetto nel 2023 di una mostra, Michele Tocca. Repoussoir, che porrà il suo lavoro in dialogo con alcuni, meditati, esempi di dipinti tratti dalla collezione di Ottocento della GAM, tra cui opere di Giovanni Battista De Gubernatis, Massimo D’Azeglio, Antonio Fontanesi.

    La mostra e la pubblicazione renderanno evidente come l’opera di Tocca sappia incarnare una fertile contraddizione: la prima volta dello sguardo che si pone di fronte al mondo per scoprirlo nuovamente nella dimensione dell’istante, e la consapevolezza del “vedersi vedere” che è la consapevolezza dell’artista di essere immerso nel mondo che va dipingendo e di tutte le strutture di pensiero, di tutti i meccanismi della visione, di tutte le tradizioni dell’arte che entrano in gioco nel suo osservare e nel suo fare.

    I 12 dipinti di Tocca rappresentano quanto di meglio la pittura contemporanea sta producendo in Italia e il tramandarsi di sensibilità, di attenzione e d’intelligenza che, attraverso le stagioni dell’arte, approdano a una visione schiettamente attuale dove le premesse concettuali del lavoro sono inscindibili dalla bellezza dell’espressione pittorica e dalla qualità della mano.

    La GAM intende dare nuovo spazio d’attenzione all’odierna pittura che si sta dimostrando arte densa di pensiero e di sensibilità insieme. Nelle opere di Tocca, nei tagli e negli affondi del suo sguardo che sembra voler solo aderire alla superficie delle cose, alla più volatile e minuta percezione, emerge non solo la lezione del primo paesaggismo en plein air di Sette e Ottocento, ma tutta la densa stratificazione del tempo. Quel tempo plurimo che appartiene tanto al mondo osservato – con le indelebili tracce della storia – quanto all’atto del vedere da cui Tocca non intende cancellare tutti gli sguardi esercitatisi sulla natura prima del suo, ma sa sorvegliarne la presenza, riconoscerne l’azione e la memoria.

    Il titolo Repoussoir è un termine tratto dalla pittura di paesaggio. Dal Seicento olandese alla pittura romantica tedesca, elementi posti in primo piano, come tronchi d’albero o massi, avevano la funzione di spingere, rilanciare lo sguardo dell’osservatore verso la profondità del dipinto e verso il centro dell’immagine.  Con funzione simile, in alcuni noti paesaggi della storia dell’arte – da Friedrich a Courbet, ad esempio – degli osservatori sono ritratti di spalle, volti verso il panorama. A volte si tratta dell’artista stesso. Michele Tocca ritraendo di spalle la propria giacca da pioggia, usata per le sue sedute en plein air, trasforma sé stesso – o meglio, l’oggetto che più lo rappresenta – in un repoussoir, isolato in una sorta di umile maestà: un oggetto carico di memoria ma anche un dispositivo della visione pittorica la cui presenza trasforma l’opera in una riflessione sui codici dell’arte.

  • JÉRÔME SESSINI

    Val di Sole (TN)

    Dal 3 agosto 2022

     

    “Uomini e montagne” è il tema al centro del progetto culturale, dedicato alla fotografia, che la Val di Sole ha scelto per l’estate 2022.

    Punto di partenza è la mostra attualmente ospitata presso Castel Caldes intitolata “Vivere in alto. Uomini e montagne dai fotografi di Magnum da Robert Capa a Steve McCurry”, percorso che racconta vari aspetti del delicato rapporto dell’uomo con la montagna tramite le fotografie dei membri dell’Agenzia Magnum Photos.

    A monte vi è la volontà di dare spazio allo sguardo dei grandi fotografi di Magnum sul tema della montagna da diverse angolature, ma anche di valorizzare il patrimonio umano di questo specifico luogo, la Val di Sole, raccontandone storie, tradizioni, impegno, scelte di vita e visioni per il futuro. Da qui nasce l’invito per una residenza in loco ad un fotografo di fama internazionale come il francese Jérôme Sessini, membro dal 2016 della Magnum Photos e Canon Ambassador. La scelta di Sessini non è casuale. “Sono nato e cresciuto nell’est della Francia, nel dipartimento di Vosges, un luogo montano – spiega- il fotografo – ho iniziato da autodidatta a vent’anni fotografando i paesaggi e le persone delle mie terre”.

    Primo risultato di questo lavoro è una selezione di fotografie che verranno collocate in un percorso outdoor. Prenderà avvio così il progetto del “Sentiero della fotografia”, un inedito e spettacolare percorso in cui le fotografie di Sessini stampate a grande formato e inserite in grandi cornici in legno del territorio, saranno collocate all’interno della Val di Sole e del Parco Nazionale dello Stelvio.

    Dodici sono i punti che costituiscono questo percorso, oltre una sezione ospitata presso Castello di Caldes: un numero simbolico come i Comuni che compongono la Val di Sole

    Il Sentiero della fotografia rappresenta un progetto unico nel suo genere dove un fotografo interpreta, con la propria sensibilità, un territorio e le sue genti e quello che ne emerge viene offerto a tutti esponendo queste fotografie d’autore in scenari unici per la loro bellezza naturalistica, sempre fruibile fino all’arrivo dell’inverno.

    Una sezione dedicata alle “persone della vallata” sarà allestita presso la cappella del castello di Caldes, arricchendo così il percorso espositivo della mostra “Vivere in alto”.

    Il Sentiero sarà individuabile grazie a mappe realizzate per l’occasione e al sito  www.ilsentierodellafotografia.eu che offrirà anche materiali extra per approfondire il progetto.

    Le fotografie di Sessini, quasi tutte in bianco e nero, ci forniscono una nuova lettura di queste montagne. Foto non urlate e appariscenti, ma silenziose che cercano di entrare in sintonia con la sostanza del vivere in alta quota e dei tempi annessi. Coloro che s’imbatteranno, in maniera più o meno consapevole, in queste fotografie saranno accompagnati a leggere in maniera più intima le montagne che amano.

    Il curatore del progetto Marco Minuz: “L’intento di questo progetto non è solo quello di leggere un territorio sotto nuovi punti di vista, ma favorire, negli stessi contesti dove sono nate le fotografie, un’educazione al vedere, all’osservare e a riflettere sul valore del vivere in montagna e riflettere sulle sfide di questi territori. Il lavoro di Jerome, così silenzioso, s’integra perfettamente nel contesto montano e favorisce consapevolezza dei luoghi”.

    Luciano Rizzi, presidente della APT Val di Sole, promotore del progetto: “Il Sentiero della fotografia rappresenta un progetto innovativo che incarna perfettamente il nostro impegno per rendere la cultura elemento strategico per lo sviluppo del nostro turismo; prende avvio il più alto percorso espositivo open air mai realizzato dedicato alla fotografia che coinvolge le comunità del nostro territorio”.

    Ancora Sessini: “Questo lavoro in Val di Sole mi ha permesso di lavorare in un contesto che è parte integrante della mia vita e che conosco bene. La forza e il silenzio delle montagne. Ha rappresentato un vero e proprio ritorno alle origini”.

    Il sentiero della fotografia. Jérôme Sessini

    Valle di Sole

    www.ilsentierodellafotografia.eu

    a cura di Marco Minuz

    Un progetto realizzato da Suazes con Magnum Photos insieme al Castello del Buonconsiglio, monumenti e collezioni provinciali, con il supporto del Parco Nazionale dello Stelvio

    Promosso dall’Azienda per il Turismo delle Valli di Sole, Peio e Rabbi, dai comuni della Val di Sole con il patrocinio della Provincia Autonoma di Trento.

    Partner culturale del progetto Canon Italia.

  • Lunedì 15 agosto, dalle ore 15.30

    Caccia al Tesoro nel Parco del Castello di Miradolo (TO)

     

    Il Parco del Castello di Miradolo apre le porte anche a Ferragosto, come da tradizione, per una caccia al tesoro che condurrà alla scoperta delle capacità emotive delle diverse specie botaniche. 

    È possibile fare un pic-nic nel Parco con i cesti di Antica Pasticceria Castino. I cestini, confezionati artigianalmente possono essere ritirati direttamente nella Caffetteria del Castello dalle ore 12, previa prenotazione. Menù dedicati per adulti e per bambini. Costo: 10 euro cesto bimbi, 14 euro cesto adulti. Non è consentito il pic-nic libero.

     

    INFO

    Caccia al Tesoro nel Parco: lunedì 15 agosto, dalle ore 15.30

    Biglietti per l’attività: 5€, comprensivo di ingresso al Parco, adulti e bambini.

    Visite al Parco: per Ferragosto il parco apre da sabato 13 a lunedì 15 agosto, dalle 10 alle 19. Ultimo ingresso ore 17.30.

    Prenotazione consigliata : 0121 502761 prenotazioni@fondazionecosso.it

     

  • Mostra fotografica di Carla e Giorgio Milone

    Mostra promossa e realizzata dal Comune Sauze d’Oulx e Fondazione Torino Musei

    30 luglio – 4 settembre 2022

    Ufficio del Turismo – Sauze d’Oulx

     

    Il Comune di Sauze d’Oulx insieme alla Fondazione Torino Musei presentano nelle sale dell’Ufficio del Turismo di Sauze il progetto fotografico di Carla e Giorgio Milone, coppia di appassionati viaggiatori a cui il MAO Museo d’Arte Orientale di Torino dedicò nel 2018 l’esposizione fotografica Nomadi dell’Asia. Storie di donne e uomini tra steppe e altopiani.

    L’interazione tra uomo e montagna è il soggetto di questa mostra, che fa scoprire come una parete di roccia diventi focolare domestico in un remoto villaggio dell’Iran, o un pendio delle Ande divenga una scacchiera, stupefacente e abbacinante distesa a nido d’ape delle saline di costruzione incaica.

    Più a nord, aldilà degli Urali, le montagne si abbassano distendendosi negli immensi spazi della Siberia: oceani di tundre infinite, lande inospitali e difficili, abitate per nove mesi all’anno dalla notte polare, schiantate dal vento e dal gelo.

    Tra nevi perenni, tra pietraie e mulattiere, le vite si srotolano secondo ritmi ancestrali, l’uomo asseconda la natura e la piega all’approvvigionamento di ciò che serve per la sua sopravvivenza, propiziandola con riti apotropaici o semplicemente rivolgendole silenziose preghiere.

    Di fronte alla montagna l’uomo si può porre come il “Viandante sul mare di nebbia” di Caspar David Friedrich – assorto in contemplazione romantica di un paesaggio simbolico, oppure fare della montagna materia da scolpire, lavorare, decorare con graffiti e pitture, materia crudele da addomesticare per renderla cornice della vita quotidiana.

    La mostra fa parte delle attività della Fondazione Torino Musei che dal 2018 si è posta l’obiettivo di diventare un punto di riferimento per gli enti locali, pertanto alla gestione diretta di tre musei si è affiancata un’attività di sostegno allo sviluppo delle realtà culturali presenti sul territorio regionale.

    Carla e Giorgio Milone

    Dai tardi anni Sessanta Carla e Giorgio Milone, compagni di una vita, viaggiano per cercare, comprendere, scoprire angoli di mondo che riservano ancora delle sorprese e delle meraviglie. Disposti a tornare sugli stessi luoghi più volte, e quasi sempre verso regioni ai margini delle mete più celebrate, gli autori viaggiano per nutrire la curiosità e la consapevolezza, per cogliere i mutamenti e approfondire di ogni luogo gli aspetti della cultura e della presenza dell’uomo – ciò che vivifica e dà un senso al tutto.

    Molti viaggi, molti ricordi, molte immagini: Carla e Giorgio hanno dato vita negli anni a pubblicazioni e reportage fotografico-narrativi che raccontano il mondo in tutte le manifestazioni più seducenti e incantatrici

    Informazioni:

    L’uomo e la montagna Dal 30 luglio al 4 settembre 2022

    UFFICIO DEL TURISMO DI SAUZE D’OULX

    Viale Genevris 7 –  Sauze d’Oulx

    Ingresso libero

    Orari: dal lunedì alla domenica 9 -12.30 / 14.30 – 18.30

    info: tel. +39 0122858009 email info.sauze@turismotorino.org

  • Nell’ambito delle “Tre Terre Canavesane”, con i Comuni di Agliè e San Giorgio Canavese, Castellamonte si prefigge di offrire un’offerta unica nel segno della biodiversità, del gusto, dell’arte e della storia legata alla natura delle sue colline ricche di argilla.

    La 61ª MOSTRA DELLA CERAMICA di CASTELLAMONTE sarà inaugurata sabato 20 agosto e verrà dedicata ai Cento Anni della Scuola d’Arte “Felice Faccio”, oggi Liceo Artistico, che dall’anno della sua fondazione nel 1922 ad oggi è sempre stato un luogo di alta formazione educativa e importante centro culturale per il territorio. Per l’occasione, presso la scuola, verrà allestita una mostra del centenario che esporrà opere storiche e recenti dell’attività didattica della sezione ceramica.

    Viene riproposto il concorso “Premio Città di Castellamonte” che offre il confronto artistico, di ricerca tecnologica e stilistica.

    La Rotonda Antonelliana accoglierà le installazioni ceramiche degli artisti locali.
    Fra le arcate del Palazzo Antonelli, sede del Comune, saranno esposte le famose stufe di Castellamonte sia quelle della tradizione che quelle contemporanee di squisita fattura e sempre più famose nel mondo.
    Al primo piano del Centro Congressi “P. Martinetti” saranno presenti le ceramiche sonore, unitamente all’importante collezione di fischietti in terracotta donata dall’artista Giani Mario Clizia, invece al piano terra sarà allestita la mostra delle opere selezionate per il concorso internazionale “Ceramics in Love 2022”, dedicato in particolare alla Ucraina.

    Ma sono tantissimi, ben 15 tra pubblici e privati, i punti espositivi ognuno con le proprie peculiarità, disseminati per la città che daranno vita ad una rete espositiva che ha pochi eguali in Italia.

    Come per le precedenti edizioni, nei giorni prefestivi e festivi, è prevista una navetta per raggiungere i punti espositivi più dislocati dal concentrico e per visitare i suggestivi “castelletti”, da dove si ricava la famosa argilla rossa di Castellamonte.

    La mostra resterà aperta fino all’11 settembre 2022
  • Fino al 30 settembre 2022

    TUTTE LE GUERRE. Fotografie 1998-2019

    FRANCO PAGETTI 

    Vent’anni di conflitti raccontati in più di 250 foto da uno dei più autorevoli fotoreporter internazionali al Palazzo Senza Tempo di Peccioli (PI)

     

    Afghanistan, Kosovo, Timor Est, Kashmir, Palestina, Sierra Leone, Sud Sudan, Siria: Franco Pagetti, uno dei più autorevoli fotoreporter internazionali per Time, The New York Time, Le Monde, The Independent, ha trascorso vent’anni a fotografare la guerra confrontandosi ogni volta con la violenza e l’arbitrarietà dei conflitti.

    La mostra “Tutte le guerre. Fotografie 1998-2019” al Palazzo Senza Tempo di Peccioli (PI), inaugurata nell’ambito della kermesse Pensavo Peccioli curata da Luca Sofri, conduce i visitatori proprio dentro l’orrore della guerra, per dimostrarne la sua orribilità ed inutilità.

    Il collage di 250 foto del grande parallelepipedo centrale vuole testimoniare le sofferenze subite dalle vittime dell’assurdità della guerra, vuole raccontare l’annullamento dell’identità delle cose, degli spazi, della cultura, della storia e dell’educazione che ogni conflitto provoca, vuole infine mostrare l’umanità delle persone. In mostra, le foto della guerra in Iraq, dove Pagetti ha vissuto per sei anni, dal 2003 al 2008, raccontando la caduta del regime di Saddam Hussein, l’ascesa dei gruppi terroristici e insurrezionalisti e la guerra civile. Ma anche le storie e le immagini dall’Afghanistan che trasmettono la sua capacità empatica e l’assenza di pregiudizio. E poi, in una sala dedicata, The Veils of Aleppo, sulle tende di Aleppo, realizzato nel 2013, il reportage con cui Pagetti ha cambiato il modo di fotografare la guerra: i soggetti delle immagini non sono persone morte, ferite o armi, ma le tende colorate che vedeva per strada, rivelatrici della vita degli abitanti di una città devastata dai bombardamenti. Le tende a righe, un tempo tende da sole, sollevano una riflessione su come è cambiato il loro utilizzo: se prima erano un oggetto quotidiano per proteggere la privacy di una famiglia, o ripararsi dal sole, adesso sono cucite insieme dalle donne e messe in mezzo alle strade per proteggere gli uomini della famiglia dai cecchini. La serie di fotografie rappresenta “Una reazione umana – racconta Franco Pagetti – per proteggermi dall’orrore del mondo in cui camminavo: concentrarsi su un elemento di bellezza nel caos, o creare una distanza tra me e gli eventi. Io proteggevo la mia stabilità mentale, i siriani la loro vita”.  

    TESTO CRITICO

    L’invasione russa dell’Ucraina, le sue stragi e le sue distruzioni, le persone che sono vittime, sono di nuovo raccontate dalle immagini dei fotoreporter di guerra, anche in questi tempi di social network, influencer e cambiamenti nella comunicazione di ogni cosa. E sono immagini che da una parte sembrano sempre le stesse, per ogni guerra, e dall’altra rinnovano il loro effetto e la loro capacità di mostrare cose terribili e incredibili e che pensavamo lontane: lontane nel tempo o lontane nello spazio. Ma le guerre non hanno mai smesso di essere combattute e di essere usate per avidità, prepotenza, ignoranza, e niente come le immagini dei fotoreporter ha cercato di ricordarcelo anche negli anni passati, quando la guerra in Europa ci sembrava impensabile. Le foto di Franco Pagetti, fotoreporter che ha seguito alcune delle guerre recenti più lunghe e gravi, sono fra quelle che con più insistenza e professionalità hanno anticipato quello che saremmo tornati a vedere quest’anno. 

    Luca Sofri, curatore di Pensavo Peccioli

    BIOGRAFIA DI FRANCO PAGETTI

    Franco Pagetti, nasce a Varese nel 1950. Studia chimica a Milano. Si avvicina alla fotografia nel 1980: inizialmente come assistente della fotografa di architettura Carla De Benedetti ma in seguito inizia a produrre immagini per i mondi della moda e commerciale. Nella sua prima vita da fotografo, da metà anni Ottanta a metà anni Novanta, collabora con i giornali italiani Vogue, Elle, Marie Claire, Amica. Mentre firma campagne pubblicitarie internazionali, nel 1988 realizza il suo primo reportage sulle donne torturate dal regime cileno. Nel 1997, decide di dedicarsi esclusivamente al fotogiornalismo.

    A quasi cinquant’anni inizia la sua seconda vita, che nel 2007 lo vede diventare membro della nota agenzia VII, di cui fa tuttora parte. Copre le zone di conflitto più calde: nel 1998 è in Sudan del Sud e in Afghanistan, dove torna nel 2001, nel 2009 e nel 2010; nel 1999 è in Kosovo e a Timor Est, nel 2000 e nel 2001 è in Kashmir; nel 2000 in Sierra Leone e nel 2001 e 2002 in Palestina. Le sue fotografie di guerra ritraggono esseri umani in condizioni estreme e si fanno testimonianza di atti di incredibile eroismo. Ma anche di enormi brutalità. I suoi reportage vengono pubblicati in America su Newsweek, The New York Times, The New Yorker, Stern, Sunday TimesVogue America e in Europa su Le Figaro, Paris Match, Le Monde, The Times of London, The Independent. Per il settimanale TIME, da gennaio 2003 fino a dicembre 2008 è in Iraq dove, grazie al suo intuito, arriva già tre mesi prima dell’invasione americana di Baghdad che segna l’inizio della guerra. Le sue immagini dal fronte sono uno fra i più accurati e completi reportage dall’Iraq, catturano gli orrori della guerra, i saccheggi, le battaglie, la formazione di gruppi di ribelli e di terroristi: l’inesorabile discesa verso una sanguinosa guerra civile nonostante la flebile speranza di rinascita dopo la caduta del regime di Saddam Hussein. Nel 2012, al Pictures of the Year International Contest gli è stato conferito l’Award of Excellence e, sempre nel 2012 ha ricevuto una nomination agli Emmy Awards for News & Documentary, per il documentario: DRC, Starved For Attention. New York. Nel 2012 e nel 2013 viene premiato al PX3 PRIX DE LA PHOTOGRAPHIE PARIS e la regista Aeyliya Husain gira un film su di lui, Shooting War, presentato al Tribeca Film Festival. Le sue fotografie sono state esposte in numerose mostre nazionali e internazionali e fanno parte di collezioni private e istituzionali.

  • “La Pittura dell’Immaginifico” degli artisti toscani Claudio Cargiolli, Marco Manzella e Alessandro Tofanelli in mostra, dal 4 al 31 agosto 2022, presso il Museo Le Stanze della Memoria di Barga (LU).

    Presentata da Giovanni Faccenda, l’esposizione è organizzata da Bernabò Home Gallery con il patrocinio del Ministero della Cultura, del Consiglio regionale della Toscana, della Provincia di Lucca e del Comune di Barga, grazie al contributo di Idrotherm 2000 S.p.a.

    L’inaugurazione si terrà giovedì 4 agosto alle ore 18.00, alla presenza di Caterina Campani, sindaco del Comune di Barga, di Laura Piangerelli di Bernabò Home Gallery, degli artisti e della curatrice.

    Il titolo della mostra – “La Pittura dell’Immaginifico” – fa riferimento alla preponderante assenza di tempo che caratterizza le opere esposte, fatte di materia concreta e di luce labile, di piccoli dettagli che celano un mondo. Luoghi astratti, luoghi onirici, luoghi effimeri, che risuonano tra le pietre di Barga, il borgo dell’arte, amato e apprezzato da artisti e poeti.

    «Barga – spiega Caterina Campani – ha una vocazione di città aperta all’arte. Barga è un luogo di fascino e tradizione dove troviamo case di pittori che ne hanno scritto la storia; artisti che hanno scelto la cittadina come musa ispiratrice. Borgo d’arte di influenza fiorentina e ricco di gallerie, mostre ed eventi a carattere nazionale ed internazionale, capace di attrarre turismo d’eccellenza da tutte le parti del mondo».

    Il percorso espositivo, allestito all’interno del Museo Le Stanze della Memoria, comprende oltre trenta dipinti, molti dei quali inediti, realizzati da Claudio Cargiolli (Ponzanello,1952), Marco Manzella (Livorno, 1962) e Alessandro Tofanelli (Viareggio, 1959).

    «In un ordine esclusivamente alfabetico – scrive Giovanni Faccenda – conosciamo Claudio Cargiolli quale virtuoso interprete di un surrealismo colto, nobilitato da endogene influenze che rimandano agli aristocratici antichi: dai Maestri primitivi a quelli del Rinascimento italiano. Marco Manzella, diversamente, appare piuttosto cantore ispirato di un realismo diresti talora nostalgico, continuamente impreziosito da riflessi memoriali, abbandoni che indovini personali, sia quando essi appartengono alla sfera delle illusioni o a quella, più amara, dei disincanti. Di Alessandro Tofanelli potremmo invece sottolineare come siano, invero, tutti autoritratti sentimentali i soggetti dei suoi dipinti: luoghi, scorci, vedute e visioni che appartengono alla sua vita di uomo e di artista quali appigli o – per meglio dire – riferimenti essenziali, cardini imprescindibili quando i dubbi si addensano nella mente senza il conforto di alcuna, remota, fuggevole certezza. Ecco, allora, la pittura intervenire salvifica, mostrando ai più sensibili orizzonti della mente dove ancora sia dato di incontrare qualche riverbero evanescente di utopie mai tramontate, gli ultimi bagliori di sogni ad occhi aperti, la scia luminosa di una ormai sperduta stella polare».

    “La Pittura dell’Immaginifico” è la prima mostra pubblica promossa da Bernabò Home Gallery a Barga, luogo scelto da Laura Piangerelli per l’apertura di un nuovo spazio espositivo in aggiunta alla sede storica di Trezzo sull’Adda (MI). «Barga città onirica, al di là dall’apparire fenomenico – annota la gallerista. Barga città di pietra, sospesa su una nuvola».

    L’esposizione è visitabile tutti i giorni con orario 10.30-12.30 e 17.30-22.30. Ingresso libero. Catalogo edito dalla Regione Toscana disponibile in mostra con i testi istituzionali di Caterina Campani, sindaco del Comune di Barga, e di Eugenio Giani, presidente del Consiglio regionale della Toscana, la prefazione di Giovanni Faccenda, un testo storico di Lucia Morelli, una riflessione della gallerista Laura Piangerelli e un ricco apparato iconografico. Per informazioni e approfondimenti: www.bernabohomegallery.it, www.comune.barga.lu.it.

    Claudio Cargiolli nasce a Ponzanello nel 1952, piccolo borgo nei pressi di Fosdinovo (Massa Carrara). Ha frequentato il Liceo Artistico e poi in seguito l’Accademia di Belle Arti di Carrara, città dove vive e lavora. Fin dall’inizio, curioso, libero, privilegia l’immaginazione e la fantasia, lontano da ogni concessione alle mode, ma sempre attento e rigoroso nel ricercare la buona pittura e nello sperimentare le antiche tecniche e gli artifici pittorici a lui più congeniali. Giovanissimo partecipa, dal 1968 in poi, a numerose rassegne di pittura. La sua prima mostra personale si colloca nel 1971, presso la galleria “Fillungo” di Lucca, curata dal critico e grande storico dell’arte Pier Carlo Santini, che lo seguirà per molti anni nella sua ricerca artistica. Con queste precoci esperienze, continua il suo percorso fino a diplomarsi all’Accademia nel 1974. La pittura di quegli anni, di formazione, di ricerca, di sperimentazione, si caratterizza con una produzione dominata da soggetti enigmatici, figure dai volti cancellati e composte per frammenti. Dal 1983 e negli anni a seguire, Cargiolli riesce ad assegnare ordine alle sue visioni e forma ai suoi sogni, la pittura prende a consolidarsi proprio nella misura in cui i volumi, le forme e gli oggetti, si collocano sulla tela in un racconto fantastico. Gli accostamenti al limite dell’incongruenza fra scene, visioni e descrizioni diverse, concorrono alla costruzione di una realtà metafisica, soffusa di poesia, irreale e tuttavia rasserenante, pur nella sua impossibilità. Tale processo di ricerca e lavoro si incrementa e si concretizza dalla seconda metà degli anni ‘80; da quel periodo inizia, infatti la collaborazione con la galleria Forni di Bologna e il ciclo di esposizione di alto prestigio in Italia ed all’Estero. Da segnalare fra le numerose mostre personali e partecipazioni collettive, le antologiche svoltesi a Palazzo Ducale di Massa e Palazzo Ducale di Urbino. Oggi Cargiolli, nel suo incessante perfezionarsi, compone immagini sempre meno affollate, immagini ad alta definizione, trasognate, pure, atemporali, destinate ad un colloquio privato, fino a condensarsi in una tenerezza di affetti che sono degli autentici atti d’amore.

    Marco Manzella, nato a Livorno nel 1962, dopo il Liceo Artistico si è diplomato in restauro, occupandosi per diverso tempo di dipinti murali e tecniche artistiche antiche, per poi dedicarsi definitivamente alla sola pittura. Ha iniziato l’attività espositiva nel 1985 sviluppando il suo interesse per alcuni episodi della pittura toscana quattrocentesca e per l’arte figurativa della prima metà del ‘900. Alla fine degli anni ‘90 inizia un avvicinamento alla pittura figurativa dell’area anglosassone, soggiornando a lungo negli Stati Uniti. A partire da questo periodo gli interni dei primi anni si aprono verso visioni ricche di colori caldi dove l’elemento acqua prende sempre una maggiore importanza. Nel 1998 partecipa al Plein-air Internazionale di Mirabel, organizzato dalla città di Darmstadt (D) iniziando un fruttuoso rapporto con alcune gallerie tedesche. Inoltre, da sempre attratto dalla cultura iberica, dal 2001 il suo lavoro viene riconosciuto anche in Spagna con una serie di mostre in spazi istituzionali. Nel 2004 i Laboratoires Boiron di Lione hanno scelto un suo dipinto per una loro campagna pubblicitaria in Francia. Nei lavori degli ultimi anni si conferma la vocazione per una pittura di forte valore narrativo. Alcune composizioni recuperano il tema del paesaggio, immaginato però come costruzione artificiosa staccata da qualsiasi riferimento ad un luogo reale. Parte della sua produzione è dedicata alla grafica, che comprende disegni ed acqueforti. Ha collaborato nel corso degli anni con numerose gallerie italiane (tra queste Stefano Forni, Bologna; Poggiali e Forconi, Firenze; Entroterra, Milano) e straniere (Galerie Artis, Darmstadt; Jorge Alcolea, Madrid e Barcellona). Vive e lavora a Viareggio e Brescia.

    Alessandro Tofanelli è nato a Viareggio nel 1959. Si è diplomato all’Istituto d’arte di Lucca e ha frequentato l’accademia di Brera a Milano. Durante la sua permanenza a Milano Tofanelli ha collaborato come illustratore per importanti riviste pubblicate da Rizzoli e Mondadori. Nel 1973 ha vinto due borse di studio offerte dalla Banca Mercantile per l’Università Internazionale dell’Arte e nel 1975 il premio “La Resistenza” e il primo premio al concorso internazionale “INA-Touring” a Palazzo Strozzi di Firenze. Nel 1984 ha vinto il premio “Giotto d’Oro” e nel 1987 il premio “Under 35” a Bologna, il premio “Onda Verde” a Firenze e il premio internazionale “Ibla Mediterraneo”. Nel 2011 è stato pubblicato un racconto di Antonio Tabucchi ispirato ad un suo dipinto (A. Tabucchi, “Racconti con figure”, Palermo, Sellerio, 2011). Diverse case d’asta internazionali trattano i suoi dipinti, tra queste Christie’s di Londra. Le sue opere pittoriche fanno parte di importanti collezioni private e pubbliche, nazionali e internazionali. Alessandro Tofanelli ha sempre unito la sua pittura al suo lavoro di fotografo professionista, video-documentarista e regista. Nel 2005 è uscito il suo primo lungometraggio come sceneggiatore e regista, “Contronatura”, che ha vinto il Premio speciale della giuria al Festival di Viareggio Europacinema e il Festival Nice di New York e San Francisco del 2005-2006. Nel 2012 ha completato il secondo lungometraggio, “Il segreto degli alberi”, e ha vinto il Premio Monicelli al Festival di Viareggio Europacinema.

    Bernabò Home Gallery è una galleria specializzata in arte moderna e contemporanea. Lo spazio nasce da un’esperienza professionale pluridecennale e ospita le importanti personali di alcuni dei più grandi nomi del panorama artistico del ‘900 e contemporaneo. Bernabò Home Gallery propone nei propri spazi, dipinti e sculture con un focus particolare rivolto verso opere grafiche dei grandi maestri nazionali e internazionali. La mission della Home è di proporre a visitatori e collezionisti, mediante le opere proposte, un percorso culturale attraverso i maggiori movimenti artistici del secolo scorso, che prosegue con i linguaggi contemporanei degli artisti rappresentati. Un’attenzione particolare e scrupolosa viene riservata al livello esecutivo delle opere proposte; considerando sia il livello tecnico del manufatto, che l’originalità del linguaggio. L’attenzione e la cura dei particolari fanno della galleria un luogo dove una passione personale, negli anni, si è evoluta e trasformata in autentica professionalità.

    Il Museo Le Stanze della Memoria è ubicato in un palazzo del centro storico di Barga realizzato attorno al 1500; per generazioni qui vi abitarono le famiglie Colognori, che si distinsero per le loro notevoli qualità di ebanisti e mobilieri apprezzati anche oltre il territorio di riferimento. L’edificio fu poi distrutto dai bombardamenti dopo lo sfondamento del fronte il 26 dicembre del 1944. Per anni ridotto a un cumulo di macerie, è stato poi recuperato dall’Amministrazione comunale per destinare lo spazio a luogo della memoria così come testimoniano anche le diverse targhe in pietra apposte sui muri esterni dell’edificio in ricordo di eventi importanti per la cittadina e di personalità care alla comunità di Barga. Il Museo è stato inaugurato il 31 marzo del 2007 in occasione del bicentenario Garibaldino con una mostra di documenti e cimeli dedicata a Garibaldi.

    Da allora il Museo ha ospitato importanti mostre d’arte, diventando uno dei luoghi della cultura di Barga.

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