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  • La mostra

    La mostra, allestita nella Galleria di Ponente, sarà accessibile gratuitamente a tutti i visitatori della Palazzina, dalla Cappella di Sant’Uberto.
    Sarà il primo evento organizzato per celebrare il bicentenario della nascita di Vittorio Emanuele II, avvenuta il 14 marzo 1820 a Torino. Inaugurata il 4 marzo 2020, la mostra chiuderà il 5 aprile nella stupenda residenza scelta dall’allora duca di Savoia Vittorio Emanuele per il suo matrimonio. L’inaugurazione avverrà dunque nella festa liturgica del beato Umberto III, anniversario anche della proclamazione, nel 1848, dello Statuto Albertino, la prima carta costituzionale che fu estesa al regno d’Italia e che rimase in vigore un secolo, sino al 31 dicembre 1947. Il bicentenario della nascita del primo Re d’Italia sarà un evento internazionale, che è già stato preannunciato a Solferino e San Martino il 24 giugno 2019, nel 160° anniversario della battaglia vinta dalle truppe di Vittorio Emanuele II e di Napoleone III.

    Saranno esposti documenti originali: quadri, decreti, fotografie, lettere, decorazioni etc.
    Sono previste visite guidate a cura di Maura Aimar con il Centro Studi “Principe Oddone” oltre che “Approfondimenti in mostra” ogni sabato alle ore 14.30, per tutta la durata della mostra.

    Organizzatori

    Grazie alla concessione degli spazi da parte della Fondazione Ordine Mauriziano, la mostra è stata organizzata dal Centro studi “Vittorio Emanuele II” (centro.ve.ii@gmail.com), presieduto dal Dr. Alberto Casirati, con il supporto di Reale Mutua Assicurazioni e di Mag-Jlt Broker Assicurativo ed in collaborazione con: Coordinamento Sabaudo, Associazione Internazionale Regina Elena Onlus, Centro Studi Principe Oddone, Centro Studi Principessa Mafalda, Istituto della Reale Casa di Savoia, Opera Principessa di Piemonte, Tricolore, associazione culturale.

    Perché Stupinigi?

    – Il 12 aprile 1842 vi fu celebrato il matrimonio tra il futuro Re di Sardegna Vittorio Emanuele II e Maria Adelaide d’Asburgo-Lorena.
    – La palazzina ospita mostre d’arte di livello internazionale.
    – La mostra sarà visitabile gratuitamente da tutti i visitatori della Palazzina, venendo ricompresa nel biglietto d’ingresso.

    – Saranno proposte su richiesta delle visite guidate dedicate alla mostra (di circa un’ora). – Durante la mostra sono previste visite di personalità internazionali.

    Perché l’inaugurazione il 4 marzo?

    Il 4 marzo è una data storica doppiamente importante.
    – A livello nazionale è la data della proclamazione dello Statuto Albertino, che avvenne nel 1848 da parte del 39° capo della Dinastia sabauda, il 21° duca di Savoia e 7° (e penultimo) Re di Sardegna Carlo Alberto (1831-49), padre di Vittorio Emanuele II, che estese al Regno d’Italia lo Statuto paterno, che fu in vigore per un secolo, dal 4 marzo 1848 al 31 dicembre 1947.
    – A livello sabaudo è la festa liturgica del Beato Umberto III, 8° conte di Savoia (1148-89), del quale è conservato un importante quadro ligneo nella sala del cervo, all’ingresso del percorso museale di Stupinigi.

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    Origini della palazzina

    Nel XVI secolo, per volontà del duca di Savoia Emanuele Filiberto, il castello e le terre adiacenti vennero lasciate all’Ordine Mauriziano.
    Nei boschi di Altessano, a metà del Seicento, venne costruita la reggia di Venaria Reale.
    La palazzina di caccia di Stupinigi fu originariamente una residenza dedicata alla pratica dell’attività venatoria, costruita per Vittorio Amedeo II, duca di Savoia e re di Sardegna, fra il 1729 ed il 1733, su progetto dell’architetto Filippo Juvarra. Fu inaugurata alla festa di sant’Uberto del 1731 ma la vera inaugurazione del complesso alla vita di corte avvenne nel 1739, in occasione della visita a Torino del granduca di Toscana Francesco di Lorena, futuro imperatore del Sacro Romano Impero e fratello della regina di Sardegna Elisabetta Teresa.

    Facente parte del circuito delle residenze sabaude in Piemonte, nel 1997 il sito è stato proclamato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.
    La palazzina dista circa 10 km dal centro storico di Torino.

    Luogo di ricevimenti e di eventi internazionali

    La Palazzina ospitò importanti ricevimenti, in particolar modo la festa del 1773 per il matrimonio tra Maria Teresa di Savoia ed il conte d’Artois (il futuro re di Francia Carlo X dal 1824), l’imperatore Giuseppe II nel 1769, lo zarevic Paolo Romanov (il futuro zar Paolo I) e sua moglie nel 1782, e il re di Napoli Ferdinando I di Borbone, con la moglie Carolina, nel 1785. Il 12 aprile 1842 vi fu celebrato il matrimonio tra il re di Sardegna Vittorio Emanuele II, futuro primo re d’Italia, e Maria Adelaide d’Asburgo-Lorena.

    La Palazzina ospita periodicamente mostre d’arte di livello internazionale.
    La pianta della Palazzina è definita dalla figura dei quattro bracci a croce di Sant’Andrea, intercalati dall’asse centrale che coincide col percorso che da Torino porta alla reggia tramite un bellissimo viale alberato che fiancheggia cascine e scuderie, antiche dipendenze del palazzo. Il cuore della costruzione è il grande salone ovale a doppia altezza dotato di balconate ad andamento “concavo-convesso”, sormontato dalla statua del “Cervo”. L’interno è in Rococò italiano, costituito da materiali preziosi come lacche, porcellane, stucchi dorati, specchi e radiche che, oggi, si estendono su una superficie di circa 31.000 metri quadrati, mentre 14.000 sono occupati dai fabbricati adiacenti, 150.000 dal parco e 3.800 dalle aiuole esterne; in complesso, sono presenti 137 camere e 17 gallerie.
    La costruzione si protende anteriormente racchiudendo un vasto cortile ottagonale, su cui si affacciano gli edifici di servizio.
    Tra i pregiati mobili fabbricati per la palazzina vanno ricordati quelli dell’intagliatore Giuseppe Maria Bonzanigo, di Pietro Piffetti e di Luigi Prinotto.
    L’edificio conserva decorazioni dei pittori veneziani Giuseppe e Domenico Valeriani, di Gaetano Perego e del viennese Christan Wehrlin. Vanno ricordati inoltre gli affreschi di Vittorio Amedeo Cignaroli, Gian Battista Crosato e Carlo Andrea Van Loo.

    La Palazzina di caccia e il suo parco hanno ospitato in particolare: la mostra della pittrice Jindra Husàrikovà (1987), tutte le puntate della 27a edizione dei Giochi senza frontiere (1996), le riprese di scene della fiction “Elisa di Rivombrosa”, la fase di qualificazione e di eliminazione dei campionati mondiali di tiro con l’arco 2011, riprese dei film “Guerra e pace”, “I banchieri di Dio” e “Prendimi l’anima”, il set per la versione televisiva della Cenerentola di Rossini diretta da Carlo Verdone, il set del film Ulysses – A dark odissey, lo Stupinigi Sonic Park etc.

  • Per la prima volta dopo 400 anni, tutti gli arazzi concepiti da Raffaello per la Cappella Sistina saranno visibili ai visitatori. Una rievocazione storica che apre nel migliore dei modi le celebrazioni raffaellesche del 2020 in occasione dei 500 anni dalla morte dell’urbinate. Ne parlano con ArtsLife il Direttore dei Musei Vaticani Barbara Jatta e la curatrice della  mostra, Alessandra Rodolfo

    L’’eccezionale rievocazione storica degli Arazzi di Raffaello nella Cappella Sistina si è materializzata sotto i nostri occhi in un tripudio di tale bellezza che è difficile non solo descrivere ma perfino immaginare.

    In occasione delle celebrazioni per il V centenario della morte di Raffaello Sanzio (Urbino 1483-Roma 1520), dal 17 al 23 febbraio i preziosi arazzi della serie “Atti degli Apostoli” realizzati su cartoni di Raffaello saranno esposti nella Cappella Sistina.

    Un evento eccezionale, storico ed artistico al tempo stesso. Le ultime notizie note della presenza degli arazzi nella Sistina sono di fine Cinquecento. Una visione rarissima perché dal Sei-Settecento gli arazzi sono stati usati in altro modo: venivano appesi nel portico della Basilica di San Pietro durante le cerimonie o messi nella scala regia dove onoravano il passaggio del Pontefice, tanto per fare degli esempi.

    Le due esposizioni del 1983 e del 2010  furono parziali (quindi non con tutta la serie completa degli arazzi) e solo per un tempo molto limitato.

    “Non si era mai visto niente di più bello al mondo”

    Tre sono i protagonisti di questa serie di capolavori, considerati nel loro genere tra i più belli e importanti al mondo. Un Papa colto e raffinato – Leone X  –  che affida a un giovane Raffaello la realizzazione dei cartoni preparatori per una serie di arazzi destinati a rivestire la zona inferiore delle pareti affrescate a finti tendaggi. Infine, la nota bottega del tessitore Pieter van Aelst che enfatizza ai massimi livelli il virtuosismo tecnico del geniale artista.

    Entro il 1521 tutti e dieci i panni, insieme ai due fregi delle Ore e delle Stagioni, arrivarono in Vaticano. I primi sette arazzi, giunti a Roma entro il 1519, furono esposti il 26 dicembre 1519 in occasione della Santa Messa del giorno di Santo Stefano in Cappella Sistina. Il cerimoniere della Cappella Papale, Paris de Grassis, annotava che:

    A universale giudizio non si era mai visto niente di più bello al mondo

    Gli ultimi tre arazzi della serie, San Paolo in carcere, Morte di Anania e San Paolo ad Atene, entrarono in Vaticano entro il 1521.

    Raffaello e Michelangelo

    Forse non si poteva celebrare Raffaello in un modo più sorprendente e suggestivo.

    Riproponendo, probabilmente per la prima volta dopo quattrocento anni, tutti gli arazzi da lui concepiti proprio per la Cappella Sistina, completandone il messaggio teologico.

    Informazioni

    Dal 17 al 23 febbraio (orario di apertura museale e secondo le consuete modalità di visita).

    Orario di visita da lunedì 17 a sabato 23 febbraio 2020: ore 9,00-18,00 (ultimo accesso ore 16,00). Visita libera inclusa nel biglietto d’ingresso dei Musei Vaticani.

    Orario di visita domenica 23 febbraio 2020: ore 9,00-14,00 (ultimo accesso ore 12,30). Visita libera gratuita poiché ultima domenica del mese.
    Info: www.museivaticani.va 

  • Palazzo Madama e Tactile Vision Onlus attivano un percorso che rende accessibile anche alle persone con disabilità sensoriali (cieche, ipovedenti, malvedenti, sorde e con ipoacusia) la mostra Andrea Mantegna. Rivivere l’antico, costruire il moderno, aperta al pubblico fino al 4 maggio 2020.

    L’iniziativa si inserisce nell’ambito delle celebrazioni dei cento anni della fondazione dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, istituzione da sempre consapevole del ruolo cruciale che la cultura riveste per la piena inclusione di tutti i cittadini.

    Fino al termine della mostra i visitatori potranno usufruire di una planimetria in rilievo del percorso museale e di otto pannelli con immagini visivo-tattili corredati da audiodescrizioni. La planimetria, oltre a offrire una breve introduzione alla mostra, consente l’orientamento all’interno delle diverse sezioni e segnala la posizione delle otto opere provviste di pannelli di approfondimento. Ogni pannello riproduce l’opera attraverso l’immagine visivo-tattile e la descrizione con testo stampato in Braille e font EasyReading per una lettura facilitata. Mediante QR code e NFC (Near Field Communication) viene, inoltre, fornita una guida audio-video (comprensiva di audio-descrizione in italiano con traduzione in LIS – Lingua dei Segni Italiana con sottotitoli), che aiuta nella lettura di ciascun pannello e ne approfondisce i contenuti. Cinque opere di Mantegna sono riprodotte a colori e in rilievo, mentre la grande testa di cavallo di Donatello e il capitello romano della Porta Aurea di Ravenna sono realizzati con stampa a microcapsule.

    Tutti i disegni con il relativo QR code saranno resi disponibili online sul sito web del museo, per permettere alle associazioni e alle istituzioni presenti sul territorio di produrre copie con stampa a microcapsule: sarà così possibile prepararsi alla visita o recuperare i contenuti di quanto sperimentato in mostra.

  • In scena dal 1993, oltre 7000 spettacoli in tutto il mondo, 400 spettacolo ogni anno, oltre 4 milioni di spettatori.

    Slava Polunin nasce in una piccola città russa, lontano dai grandi centri urbani. Trascorre tutta la sua infanzia in mezzo alle foreste, ai campi e ai fiumi. Vive in un mondo incontaminato che ha sviluppato le sua capacità di inventare cose e storie sempre nuove: Slava ama costruire le case sugli alberi, anche di quattro piani e piccole città di neve, organizzando divertenti feste con i suoi amici. Grazie alla televisione e al cinema, conosce e si innamora dei grandi clown e dei grandi mimi. Il suo sogno è quello di poter diventare un clown; un desiderio talmente forte che lo spinge a non aspettare il conseguimento del diploma. All’età di 17 anni si trasferisce a San Pietroburgo (all’epoca Leningrado) con l’intenzione di studiare ingegneria. In realtà, si iscrive a una scuola di mimo; inizia così il lungo cammino di Slava verso la riscoperta e la riaffermazione dell’arte del vero clown. Grazie all’influenza di grandi artisti come Chaplin, Marcel Marceau, Engibarov e al suo innato talento, Slava e la sua Compagnia – fondata nel 1979 – danno una nuova valenza al ruolo del clown, estrapolandolo dal mondo circense e portandolo nelle strade prima e nei più grandi teatri del mondo poi.

    Negli anni ’80 fonda la compagnia teatrale “Licedei”, in questo periodo nasce l’idea del clown giallo. Nel 1993 raccoglie le gag e gli sketch più famosi del suo repertorio in un unico spettacolo SLAVA’S SNOWSHOW (precedentemente intitolato Yellow), che è un vero e proprio trionfo tanto da valergli il Time Out Award. Da allora lo spettacolo ha girato il mondo, ricevendo prestigiosi premi teatrali e riconoscimenti, come: Lawrence Olivier, Drama Desk, Triumph, Golden Nose…

    Come tutte le opere di Slava, SLAVA’S SNOWSHOW dovrebbe essere descritto come un “work in progress” in continua evoluzione di idee, innovazioni ed invenzioni.
    L’ispirazione creativa di Slava ha uno scopo ben preciso: portare il clown teatrale nel XXI secolo continuando a incantare le famiglie di tutto il mondo.

    Palloni colorati sul pubblico, una ragnatela che abbraccia tutta la platea,
    una nevicata che copre tutto il teatro a fine spettacolo,
    emozioni allo stato puro…
    Uno spettacolo che non si può spiegare: si deve vedere!

  • Oltre 20 opere di Paul Gauguin, Auguste Rodin, Marc Chagall, Georges Rouault, Henri Matisse e di altri protagonisti dell’arte francese a cavallo tra il XIX e XX secolo, provenienti dalla Collezione di Arte Contemporanea dei Musei Vaticani, ripercorrono i temi della Passione, del Sacrificio e della Speranza.

    Dal 21 febbraio al 17 maggio 2020, il Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano e i Musei Vaticani presentano la mostra GAUGUIN MATISSE CHAGALL. La Passione nell’arte francese dai Musei Vaticani, che propone una selezione di capolavori dell’arte francese del XIX e XX secolo, proveniente dalla Collezione di Arte Contemporanea dei Musei Vaticani.

    La rassegna, curata da Micol Forti, responsabile della Collezione d’Arte Contemporanea dei Musei Vaticani, e da Nadia Righi, direttrice del Museo Diocesano, con il patrocinio della Regione Lombardia, del Comune di Milano, dell’Arcidiocesi di Milano, segna un nuovo capitolo nella collaborazione tra le due istituzioni, iniziata nel 2018 con l’esposizione Gaetano Previati. La Passione, che proponeva un nucleo di opere sacre dell’artista provenienti da entrambi i musei.

    L’iniziativa offre spunti di riflessione sulla Passione e sulla Resurrezione di Cristo, e nel contempo sul delicato e fertile rapporto fra modernità e tradizione nell’arte sacra tra fine Ottocento e Novecento. Gli oltre 20 capolavori di artisti quali Paul Gauguin, Auguste Rodin, Marc Chagall, Maurice Denis, Henri Matisse, Georges Rouault, sono stati scelti nel ricco nucleo di arte francese presente nella Collezione di Arte Contemporanea dei Musei Vaticani, voluta fin dal 1964 da papa Paolo VI. In quell’anno papa Montini incontra in Cappella Sistina gli artisti, da lui stesso definiti “custodi della bellezza del mondo”, per riallacciare lo storico legame tra Chiesa e contemporaneità.

    All’arte e al suo misterioso processo di creazione, Paolo VI riconosceva “una capacità prodigiosa di esprimere, oltre l’autentico, il religioso, il divino, il cristiano”, ovvero la possibilità di farsi tramite e incarnazione dell’invisibile, di ciò che non si può afferrare solo con la razionalità. Da queste riflessioni nasce la prima raccolta di 900 opere di autori contemporanei – la Collezione sarà inaugurata nel 1973 – provenienti da diversi ambiti geografici e culturali. Proprio la Francia era la nazione con la collezione più ricca e preziosa in virtù dei nomi degli artisti e delle opere selezionate; con il paese transalpino Montini aveva avuto un rapporto privilegiato grazie a importanti amicizie, come quella con Jacques e Raïssa Maritain, Jean Guitton, e a numerose frequentazioni artistiche con Georges Rouault, Marc Chagall, Gino Severini, Maurice Denis, Alexandre Cingria, come anche con Jean Cocteau e con l’ambiente surrealista.

    La mostra ruota attorno ai temi della Passione, del Sacrificio e della Speranza, interpretati dagli artisti con una capacità di visione potentemente innovativa e attuale; le opere sono esposte in quattro ambienti, corrispondenti ad altrettanti nuclei tematici, che dall’Annunciazione conducono il pubblico fino alla Resurrezione di Cristo.

    La prima sala è dedicata alla Vergine Maria e a Gesù Bambino. Le xilografie di Maurice Denis introducono la narrazione con le illustrazioni del momento dell’Annunciazione, mentre Henri Matisse e Léonard Tsuguharu Foujita, artista giapponese naturalizzato francese, convertitosi al Cattolicesimo, mostrano l’intimità della relazione tra la Madre e il Figlio.

    Nella seconda, le vedute di processioni realizzate da Paul Gauguin e Auguste Chabaud accompagnano lo sguardo del visitatore verso il Golgota, dove si consuma il dramma del Martirio di Cristo sofferente in croce, interpretato da Georges Rouault e Henri Matisse.

    La sofferenza di Cristo in croce è protagonista della terza sala, dove s’incontrano capolavori di Marc Chagall, Jean Fautrier, e ancora di Henri Matisse, oltre alle graffianti incisioni di Bernard Buffet.

    Il percorso si chiude con la Resurrezione di Émile Bernard e il grande trittico di George Desvallières che raffigura il “velo della Veronica”, il panno sporco di sangue e sudore che una pia donna usò per detergere il volto di Gesù durante la Via Crucis.

    Nel delicato passaggio tra XIX e XX secolo e nel drammatico superamento di due guerre mondiali, le culture e le arti che si sviluppano in Francia, mantengono vivo il dibattito e il confronto tra arte e fede. La diversità degli approcci e delle prospettive, delle sensibilità e degli interessi, da parte dei tanti artisti che si sono confrontati con i temi religiosi, definisce un tessuto variegato, nel quale le storie della Passione, il dolore e la morte, il mistero del sacrificio e della redenzione, sono stati presi in carico e restituiti con autentica partecipazione e sincera emozione.

  • Per celebrare la festa degli innamorati venerdì 14, sabato 15 e domenica 16 febbraio la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte propone l’iniziativa “San Valentino si entra in coppia con un biglietto”. Tutte le coppie di visitatori “innamorati dell’arte e della cultura”, indipendentemente dal sesso o dalla composizione della coppia, avranno questa agevolazione in tutti i musei statali del Piemonte. Aderiscono all’ingresso in coppia con un solo biglietto anche altre 26 istituzioni culturali pubbliche e private di Torino e del Piemonte con modalità diverse a seconda dell’ente o del museo.

    La sera del 14 febbraio, apertura speciale di tre musei del Polo Reale di Torino (Palazzo Reale, Armeria Reale e Galleria Sabauda) con orario 20-24 e ingresso in coppia con un biglietto unico a 10 euro (chiusura biglietteria alle 22.30).
    La Caffetteria Reale resterà aperta sino alle 21.30, con possibilità di degustazione di cioccolata e biscotti a euro 2.50 e aperitivo con salatini a euro 4.50.

    La sera 14 febbraio apertura straordinaria anche della mostra “Doppio Sogno” nei nuovi spazi espositivi al piano terreno di Palazzo Chiablese (con ingresso da Piazzetta Reale) e della mostra di Werner Bischof a Palazzo Reale, con orario 20-24 (chiusura biglietteria alle 23.30). Le tariffe dei biglietti di entrambe le mostre rimangono invariate rispetto ai normali giorni di apertura.

    I musei statali del Piemonte aderiscono venerdì 14 febbraio all’iniziativa nazionale “Mi illumino di meno”, nel decennale della campagna di sensibilizzazione sul risparmio energetico e sulla razionalizzazione dei consumi promossa dalla trasmissione di Rai Radio 2 Caterpillar.

    PROGRAMMA MUSEI STATALI

    Polo Reale di Torino_Palazzo Reale
    Da venerdì 14 a domenica 16 ingresso in coppia con un solo biglietto, orario 8.30-19.30 (chiusura biglietteria alle 18.00); apertura serale venerdì 14 orario 20-24 e ingresso in coppia con un biglietto unico a 10 euro (chiusura biglietteria alle 22.30).

    Polo Reale di Torino_Museo Archeologico
    In tutti e tre i giorni 14, 15 e 16, al Museo Archeologico, ritornano le Colombine d’amore: amori in rima, brevi passi di liriche antiche da scambiare con nuovi pensieri d’amore scritti dai visitatori, su bigliettini a forma di colombe ispirati all’immagine di fragili e un tempo fragranti unguentari vitrei.
    Venerdì 14 apertura consueta fino alle 19.30. Visita guidata condotta da un archeologo del Museo con inizio ore 17.30: “Matrimoni e convivenze: unioni sacre e coppie di fatto tra l’epoca romana e il Medioevo”, storie di matrimoni e di unioni di fatto, di rapimenti d’amore, di rituali pagani e celebrazioni cristiane, di spose sante e pudiche e di mariti infedeli.
    In occasione della decima edizione dell’iniziativa “M’illumino di meno”, dalle 18.30 alle 18.45 le luci del Settore del Territorio saranno spente e un faro illuminerà il solo Acrolito di Alba: protagonista della tappa finale del percorso guidato, Giunone Lucina, pronuba e dea del matrimonio, racconterà del suo amore coniugale per il divino sposo infedele.

    Polo Reale di Torino_Armeria Reale
    Morso d’Amore: un dono di nozze aristocratico del Trecento a cura di Alessandra Curti e Marco Merlo. In occasione dell’apertura serale straordinaria di San Valentino verrà presentato al pubblico uno degli oggetti più preziosi della collezione dell’Armeria Reale in un dialogo a due voci tra storia e tecniche artistiche. Inizio alle 21.30.

    Polo Reale di Torino_Galleria Sabauda
    Il 14 febbraio due momenti di approfondimento incentrati sull’opera di Leonardo Bistolfi La Sfinge, conservata al Mart di Rovereto ed esposta fino al 6 marzo presso le sale espositive della Manica Nuova insieme ai bozzetti preparatori appartenenti alla Gipsoteca Leonardo Bistolfi di Casale Monferrato. Il soggetto raffigurato è un esempio dell’immagine femminile in età simbolista e dell’Amore che va oltre la Morte. Le visite, condotte dagli educatori museali, sono gratuite ed hanno la durata di circa mezz’ora, con inizio alle ore 21 e 22.30.

    Palazzo Carignano
    Il 14 febbraio apertura straordinaria dalle ore 10 alle ore 22 (ultimo ingresso alle 21). Ingresso gratuito.

    Villa della Regina
    Il 14 febbraio apertura straordinaria dalle 10 alle 22 (ultimo ingresso ore 21) con visite guidate gratuite alle ore 11, 16, 18 e 20. Evento serale organizzato in collaborazione con all’azienda agricola Balbiano, produttrice del vino Vigna della Regina. Ingresso gratuito.

    Archivio di Stato di Torino, sede di via Piave 21
    Il 15 febbraio alle 17 concerto di ensemble d’archi dell’Accademia di Solinghi. Musiche di Vivaldi e Bach. Sede di via Piave 21 a Torino. Ingresso libero.

    Castello Ducale di Agliè
    In occasione di San Valentino il Castello di Agliè (TO) ospita nella Sala della Caccia, dal 14 febbraio al 9 marzo, l’inedita installazione scultorea di Raoul Gillioli dal titolo Pu-pil-la (through the looking glass) – Royal Love Affair.

    L’installazione si presenta pertanto in una versione completa, il cui significato scaturisce dalla riflessione sulle relazioni amorose come protezione-costrizione, rappresentate nel contesto aulico e storico di una Residenza Sabauda. Le tre grandi torri, di tre differenti tipologie di cristallo (nero, specchio e trasparente), offrono allo spettatore tre differenti gradi di ‘sguardo’ riproponendo il tema della ‘scelta’, da compiersi nel pieno rispetto della propria capacità di assunzione di responsabilità. L’opera è accompagnata dal commento critico di Giovanni Cordero, che lo sviluppa come una ben più articolata e poetica riflessione sul tema del sentimento e della passione amorosa, offrendo ai visitatori un ulteriore prezioso contributo “a tema” per la Festa di San Valentino.

    Castello di Racconigi
    “Freddo il vento del nord, cade pioggia e nevischio. Se sei gentile e mi ami, prendimi per mano e portami via con te”.
    In occasione della ricorrenza di San Valentino presso il Castello di Racconigi sarà possibile ascoltare e apprezzare una selezione di versi d’amore della letteratura cinese recitati nella suggestiva cornice dell’Appartamento Cinese del Castello. L’evento, realizzato in collaborazione con l’Associazione Voci Erranti Onlus, sarà preceduto da una illustrazione degli straordinari parati cinesi dell’Appartamento, condotta da Francesca Dellacasa, e da una introduzione alla poesia cinese, a cura di Sara Caldera, orientalista. Per l’occasione sarà visitabile anche la stanza dell’Appartamento dove venne ospitato lo Zar Nicola II, solitamente chiusa al pubblico.
    San Valentino, venerdì 14 febbraio 2014, ore 17. Ingresso gratuito.
    Il Castello di Racconigi, il 14 febbraio, aderisce alla campagna di sensibilizzazione M’illumino di meno promossa dalla trasmissione Caterpillar di Rai Radio 2 con lo spegnimento della facciata del castello dalle ore 18.15 alle ore 19.30.

    Forte di Gavi
    Da venerdì 14 a domenica 16 ingresso in coppia con un solo biglietto.

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    PROGRAMMA FONDAZIONE TORINO MUSEI

    Palazzo Madama Museo Civico d’Arte Antica
    Venerdì 14 febbraio ingresso in coppia con un solo biglietto. La promozione non è valida per la mostra di Eve Arnold in corso presso la Corte Medievale
    Anche la Città di Torino e la Fondazione Torino Musei aderiscono all’iniziativa M’illumino di Meno, la più celebre campagna di sensibilizzazione radiofonica sul Risparmio Energetico e sulla razionalizzazione dei consumi, lanciata da Caterpillar, Rai Radio2. Il 14 febbraio, durante la trasmissione di Caterpillar a partire dalle ore 17, verranno spente le luci di piazza Castello, nell’area pedonale davanti a via Garibaldi, fino alle 19,30, orario di fine trasmissione. Nel buio della piazza, venti radioascoltatori di Caterpillar potranno partecipare a una singolare “visita guidata al buio” a Palazzo Madama in compagnia di un Conservatore del Museo: la scoperta di alcuni capolavori in un’atmosfera davvero unica. Grazie alle torce elettriche offerte da Iren i fortunati ascoltatori potranno visitare una sala e scoprire le sue opere “sotto una luce nuova”. Contemporaneamente, il servizio di bike sharing ToBike farà circolare nella piazza al buio sei biciclette corredate dalle luci d’artista di Martino Gamper. Sul retro del Palazzo, davanti a via Po, un faro illuminerà la scritta “Torino s’illumina di meno” sulla facciata tra le due torri d’epoca romana.

    GAM, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea
    Venerdì 14 febbraio ingresso in coppia con un solo biglietto. La promozione non è valida per la mostra di Renoir in corso fino al 23 febbraio 2014.

    MAO, Museo di Arte Orientale
    Venerdì 14 febbraio ingresso in coppia con un solo biglietto.

    Borgo MedievaleVenerdì 14 febbraio CHÂTEAU D’AMOUR. Cena di San Valentino | À la lumière des chansons. Una cena romantica nel cuore del Borgo Medievale per festeggiare il San Valentino.
    La cena è accompagnata dalla musica dal vivo delle più belle canzoni d’amore di tutti i tempi: da Jacques Brel a Edith Piaf, da George Brassens a Gilbert Bècaud, da Charles Trenet a Yves Montand. Il recital di canzoni francesi è composto da Marco Nieloud (voce, chitarra), Maria Camilla Ormezzano (violino), Michele Patti (voce, chitarre) e Michele Millesimo (contrabbasso). Il menù è curato da Gerla 1927, lo storico marchio di pasticceria arricchito dalle creazioni dello chef de L’Orangerie.

    Scarica qui il programma dettagliato delle iniziative Fondazione Torino Musei

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    PROGRAMMA DEGLI ALTRI MUSEI PARTECIPANTI

    Pinacoteca Albertina
    Diana ed Endimione, Armida e Rinaldo, Erminia e Tancredi. Le loro storie si sveleranno di fronte ai capolavori della Pinacoteca dell’Accademia Albertina di Belle Arti. Un viaggio, dal Rinascimento al Contemporaneo, nel Cuore dell’Arte. Ingresso in coppia con un solo biglietto il 14, 15 e 16. Visite guidate a tema sabato 15 alle 16; domenica 16 alle 11 e alle 16.

    Museo Egizio
    Venerdì 14 tutti coloro che si presenteranno in coppia alle biglietterie di entrare in Museo pagando un solo ingresso per due persone. L’iniziativa non riguarda solo le coppie di sposi, fidanzati o innamorati, ma si estende anche, ad esempio, alle coppie di amici, parenti e conoscenti. È invece dedicata soprattutto alle coppie innamorate la visita tematica “Il mio cuore segue il tuo amore” per far scoprire ai visitatori tutte le storie d’amore che si nascondono tra i reperti del Museo.

    Museo Nazionale del Cinema
    Speciale San Valentino: in occasione della festa degli innamorati, venerdì 14 febbraio i visitatori che si presenteranno in coppia presso le biglietterie del Museo Nazionale del Cinema pagheranno un solo biglietto di ingresso al Museo.

    Museo Nazionale del Risorgimento di Torino
    Propone nelle giornate di venerdì 14, sabato 15 e domenica 16 febbraio la visita guidata alle 15:30 al museo e alla mostra “Belle époque: lo sguardo ironico di Dalsani” con un solo biglietto (intero) per due persone. Fino ad esaurimento posti, non occorre prenotazione, è sufficiente presentarsi con quindici minuti di anticipo in biglietteria.
    Ingresso al museo e visita libera alla mostra con un solo biglietto (intero) per due persone nelle giornate di venerdì 14, sabato 15 e domenica 16 febbraio 2014.

    Teatro Regio di Torino
    Venerdì 14 febbraio ore 15.30 e sabato 15 febbraio ore 11 e ore 15.30, in occasione della festa di San Valentino, sarà possibile usufruire dell’ingresso in coppia con il pagamento di un solo biglietto. Si informa che per esigenze tecniche di programmazione dell’attività istituzionale, il percorso della visita è suscettibile di variazioni anche all’ultimo momento.

    Museo del Risparmio
    Il 14 febbraio ingresso in coppia con un biglietto.

    Museo della Frutta “Francesco Garnier Valletti”
    Venerdì 14 e sabato 15 febbraio ingresso in coppia con un biglietto.

    Museo di Anatomia
    Venerdì 14 e sabato 15 febbraio ingresso in coppia con un biglietto; alle 17 visita guidata gratuita.

    Museo Cesare Lombroso
    Venerdì 14 e sabato 15 febbraio ingresso in coppia con un biglietto; alle 16 visita guidata gratuita.

    Museo Nazionale della Montagna
    Venerdì 14 febbraio Gran Ballo d’Inverno dalle 21 alle 24 con ingresso gratuito.
    Da tredici anni, nel cuore dell’inverno, gli amici del Museo Nazionale della Montagna si incontrano al Monte dei Cappuccini per il Gran ballo d’Inverno. L’evento, che raccoglie ormai regolarmente oltre tremila partecipanti, è testimonianza della vitalità del Museo della Sezione torinese del Club Alpino Italiano che, nonostante le difficoltà di questi anni, cerca di mantenere il consueto livello di iniziative dedicate alle montagne. Il Gran Ballo è anche un’opportunità per avvicinarsi al mondo alpino attraverso le proposte del Museo, con l’Area Espositiva che ospita allestimenti permanenti e mostre temporanee. Il ballo e l’accesso alle sale sono a ingresso gratuito, con orario 21-24.

    Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
    Venerdì 14, sabato 15 e domenica 16 febbraio ingresso in coppia con un biglietto.
    I Week-endd’Arte di febbraio sono dedicati al “pensiero Green”, in relazione alla campagna M’illumino di meno di Caterpillar, Radio2 Rai – Giornata del risparmio energetico: un’opportunità per parlare di sostenibilità ambientale attraverso l’esperienza dell’arte. Il Weekend’Arte si svolge il 15 e il 16: l’appuntamento prevede la visita al Museo e il laboratorio in relazione alla Collezione o alle mostre in corso.
    Le visite guidate rivolte al pubblico saranno dedicate in questa occasione alla Collezione Permanente appena riallestita; fra le opere in mostra nelle sale storiche del Castello saranno visibili alcune delle più recenti acquisizioni. Per gli appassionati di storia e architettura una speciale visita dedicata alla Residenza Sabauda, agli appartamenti storici e ai personaggi che vi vissero lungo i secoli.
    Sabato 15 febbraio alle 21 concerto dell’Accademia strumentale italiana: Alberto Rasi, Claudia Pasetto, Leonardo Bortolotto, Riccardo Coelati Rama.

    Castello di Miradolo, San Secondo di Pinerolo
    Per la Festa di San Valentino la Fondazione Cosso decide di regalare un momento magico alle coppie: apertura straordinaria dalle 20 alle 24 del Castello e della mostra I volti e l’anima dedicata a Lorenzo Lotto; degustazione di dolci negli ambienti più romantici del castello con luci soffuse che rischiareranno il parco e la storica dimora della Contessa Sofia di Bricherasio. Per le coppie che vorranno lasciarsi coccolare e sceglieranno una serata all’insegna della serenità, dell’arte e della dolcezza la mostra sarà visitabile in tutta libertà dalle ore 20, con ultimo ingresso alle ore 23, oppure partecipando ad una visita guidata, da prenotare, che inizierà alle ore 21. All’interno del Castello l’elegante Caffetteria sarà aperta per tutta la serata offrendo ai visitatori la possibilità di rilassarsi e concedersi una sosta in un ambiente intimo e confortevole.
    Alle ore 22.00 i nostri ospiti potranno scegliere, dopo avere visitato la mostra, di partecipare ad una degustazione di dolci tipici, accompagnati da un calice di buon vino, serviti negli spazi più suggestivi del Castello. Ingresso in coppia con un solo biglietto.

    Museo Diocesano San Giovanni, Asti
    Sabato 15 febbraio, alle 21, spettacolo “Laudati si, mi Signore”, con Mariella Ariatta e Mauro Crosetti e il coro Laeti Cantores di Canelli. Al termine dello spettacolo visita guidate al museo. Ingresso gratuito.
    Domenica 16 febbraio alle 16, visita guidata dedicata alle famiglie e ai bambini, con Francesca Chessa, autrice e illustratrice. Ingresso gratuito.

    Museo del Risorgimento, Asti
    Apertura serale 21-23, ingresso gratuito.

    Museo Civico Palazzo Mazzetti, Asti
    Il 14 febbraio visite guidate a tema amoroso e apertura serale sino alle 23, con degustazione vini. Ingresso gratuito.

    Cripta e Museo Sant’Anastasio, Asti
    Il 14 febbraio alle 21 spettacolo su testi di Shakespeare. Ingresso gratuito.

    Museo della Ceramica, Mondovì, Cuneo
    Da venerdì 14 a domenica 16 ingresso in coppia con un solo biglietto.

    Museo Civico Casa Cavassa, Saluzzo, Cuneo
    Da venerdì 14 a domenica 16 ingresso in coppia con un solo biglietto.

    Antico Palazzo Comunale con Torre Civica e Pinacoteca Matteo Olivero, Saluzzo, Cuneo
    Da sabato 15 a domenica 16 ingresso in coppia con un solo biglietto.

    Palazzo Marchionale e torre civica, Chiusa di Pesio, Cuneo
    Da sabato 15 a domenica 16 ingresso in coppia gratuito.

    Museo Civico Archeologico Etnografico Franchini, Oleggio, Novara
    Per l’evento Mi illumino di meno apertura notturna a lume di candela e apertura serale con visite guidate dalle 20.30 alle 22.30. Ingresso gratuito.

    Museo Camillo Leone, Vercelli
    Da venerdì 14 a domenica 16 ingresso in coppia con un solo biglietto. Domenica 16 febbraio alle 16.30 visita guidata gratuita dedicata al tema “L’arme, le dame, gli amori. Storie e leggende per San Valentino al Museo Leone”.

    Fondazione Museo Borgogna, Vercelli
    Venerdì 14 ingresso in coppia con un solo biglietto.

    Forte di Bard, Aosta
    Il 14 febbraio ingresso in coppia con un solo biglietto.

  • Si chiude con il segno più il 2019 di Abbonamento Musei in Piemonte, registrando 129.185 abbonamenti venduti, il 10,66% in più rispetto allo scorso anno (cioè esattamente 12.455 abbonati). I Formula Extra (che comprendono anche la Lombardia) sono ancora passati da 1.905 a 2.427, cioè +27,4% a dimostrazione di un crescente gradimento per questa proposta ancora agli esordi.
    Indubbiamente l’ingresso della Valle d’Aosta all’interno della proposta di Abbonamento Musei è stato l’elemento di maggiore novità dell’anno da poco concluso. Dallo scorso settembre, 16 siti culturali della Valle sono divenuti disponibili per gli abbonamenti piemontesi e lombardi e, parallelamente, è cominciata la vendita della tessera, che ha registrato 466 nuovi abbonati valdostani in pochi mesi.

    In costante aumento anche gli ingressi nei musei della regione, che sono stati 960.000 (contro i 940.200 del 2018). Sommati a quelli in Lombardia (144.766), in Valle d’Aosta (13.355) e con Formula Extra (8.015), superano ampiamente il milione.

    Dati interessanti arrivano anche dall’ambito digitale di Abbonamento Musei, un vero e proprio media della cultura: nel 2019 sono stati 2.190.000 i click unici sul sito https://piemonte.abbonamentomusei.it, la cui newsletter conta oltre 150.000 iscritti, registrando un tasso medio di apertura del 35%. Un pubblico che interagisce e agisce, che si informa sugli eventi in corso e le proposte che riceve e partecipa in maniera attiva alle iniziative. Per quanto riguarda i social, 35.800 sono i follower su Facebook e 12.300 su Instagram.

    Abbonamento Musei Piemonte dunque cresce ancora. Un traguardo significativo, in particolare data l’importante ricorrenza a cui si prepara l’associazione: nel 2020 l’Associazione festeggia i 25 anni dalla sua fondazione, costituitasi ufficialmente nell’aprile 1995.

    Tra gli appuntamenti previsti nel 2020 troviamo il Grand Tour (sviluppato su due linee tematiche, il Barocco e la Valle d’Aosta) e Disegniamo l’arte, per i visitatori più giovani. Continua inoltre la collaborazione con il Politecnico di Torino e con Club Silencio pensata per il pubblico degli young adults e Il quartiere al museo, il progetto di inclusione sociale nato in collaborazione con la Rete delle Case del Quartiere di Torino e con il sostegno della Compagnia di San Paolo per il pubblico seniores

     

  • Continua l’impegno per lo sviluppo e la valorizzazione di un grande patrimonio di storia, arte e natura.

    Musei più aperti, più accessibili, più partecipati: il bilancio degli ultimi quattro anni dei Musei Reali racconta una realtà in crescita, con un incremento del 61% del pubblico dal 2016 a oggi e 596.000 visitatori nel 2019.
    Un risultato reso possibile grazie al sostegno della Compagnia di San Paolo e della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, e grazie anche all’impegno delle molte istituzioni, associazioni e imprese che hanno, a vario titolo, contribuito ad accompagnare questo cammino.

    Il 2020 segna per i Musei Reali un primo importante punto di arrivo. Si chiude la prima fase del progetto di sviluppo promosso dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, che a partire dal 2014 ha riunito in un’unica realtà museale il Palazzo Reale con la Cappella della Sindone, l’Armeria, la Galleria Sabauda, il Museo di Antichità, i Giardini Reali, le Sale Chiablese e la Biblioteca Reale. Una fase di avvio che ha definito il profilo della nuova istituzione e che si apre ora a nuove importanti sfide.

    I dati di crescita trovano riscontro anche nell’attività dei canali ufficiali social dei Musei Reali. I dati aggiornati al 31 gennaio 2019 registrano 36.846 like sulla pagina Facebook, 12.327 follower su Twitter e 26.700 follower per Instagram.
    Ogni anno i Musei Reali partecipano alla #MuseumWeek, l’appuntamento mondiale dedicato alla cultura sui social network, posizionandosi nell’edizione 2019 tra i primi dieci musei in Europa.

    DATI DEI VISITATORI

    visitatori MRT

    incremento su anno prec

    % su anno prec

    incremento su 2015

    % rispetto a 2015

    2015

    307.350

    2016

    314.195

    6.845

    2,23%

    6.845

    2,23%

    2017

    360.847

    46.652

    14,85%

    53.497

    17,41%

    2018

    461.250

    100.403

    27,82%

    153.900

    50,07%

    2019

    492.136

    30.886

    6,70%

    184.786

    60,12%

     

    Una delle numerose novità è l’APP.

     

     

    MRT è l’App ufficiale dei Musei Reali di Torino, progettata e sviluppata per accompagnare il visitatore prima, durante e dopo la visita.
    È multilingua (italiano e inglese, audioguide in italiano, inglese e francese) e propone contenuti free e contenuti premium.

    Il progetto dell’App è stato curato dalla Società Cooperativa Culture, in collaborazione con Heritage Srl e Macoev Srl.

    Con l’App si può:
    ACCEDERE a contenuti informativi (orari, tariffe, contatti, accessibilità) – ESPLORARE il patrimonio e le collezioni (nello specifico storia, collezioni, mostre permanenti, eventi in corso)
    APPROFONDIRE l’esperienza di visita, con i contenuti gratuiti di anteprima e con i contenuti Premium di audioguide a pagamento
    FIDELIZZARE con gli eventi e le iniziative museali (news e notifiche)

     

     

     

     

     

    Foto di copertina: dott.ssa Enrica Pagella Direttrice Musei Reali Torino

    Credit Photo Daniele Bottallo

  • Artista, antropologo, esploratore, avventuriero, scrittore, fotografo, giornalista e inventore: Arnold Henry Savage Landor (1865-1924) è una figura poliedrica estremamente interessante, che ha goduto di grande successo in vita e che, per motivi non del tutto chiari, è caduta totalmente nell’oblio dopo la sua morte.

    Savage Landor nacque a Firenze da padre inglese e madre italiana. Visse la sua adolescenza in un ambiente colto, in cui letteratura e arte erano passioni quotidiane. Tra i suoi maestri vi fu Stefano Ussi (1822-1901), che intuì le capacità del giovane e suggerì alla famiglia di lasciare che si dedicasse alla pittura. 

    Partito presto alla scoperta del mondo, il giovane Henry visitò prima alcuni paesi dell’Africa settentrionale e dell’America, per muoversi poi alla volta dell’Asia: Giappone, Corea, Cina, dove dipinse centinaia di opere dal vero in uno stile ‘impressionistico-macchiaiolo’ di rapida esecuzione.
    L’unicità documentaria delle sue creazioni appare evidente: in un periodo in cui ci si affidava già all’immediatezza della fotografia, Savage Landor ha persistito a lungo nel dipingere en-plein-air, prendendo però nettamente le distanze dalle visioni fantasiose e dallo stile minuziosamente classico della pittura di genere Orientalista per immergersi invece nel mondo asiatico reale, restituendone i vari aspetti con i tratti espressivi della modernità.
    Lo stile dell’artista anglo-fiorentino, rapido e conciso, si rivela infatti estremamente efficace nel ‘fotografare’ con immediatezza luoghi e persone che di lì a qualche decennio sarebbero completamente cambiati per conseguenza dell’incipiente globalizzazione.

    Il MAO Museo d’Arte Orientale dedica alla figura di Henry Arnold Savage Landor una mostra monografica, a cura di Francesco Morena, che rappresenta l’occasione per scoprire una figura affascinante e di grande interesse per la comunità internazionale, ma anche l’opportunità per ridisegnarne il profilo e per restituire, dopo decenni di oblio, la giusta dimensione del personaggio.
    L’esposizione raduna il corpus più consistente a noi noto della pittura a olio di Savage Landor: un patrimonio prezioso – proveniente da più collezioni private – di circa 130 dipinti, 10 acquarelli e 5 disegni che l’artista anglo-fiorentino realizzò nei suoi lunghi soggiorni e viaggi attraverso Cina, Giappone, Corea, Tibet e Nepal.
    L’insieme di queste opere costituisce, allo stato attuale delle nostre conoscenze, il nucleo più consistente e significativo di dipinti di Savage Landor esistente al mondo e rappresenta il tassello fondamentale per comprendere l’evoluzione artistica del suo autore.

    Per offrire una visione completa di questa fase della sua vita, oltre ai dipinti realizzati in Asia, in mostra sono presenti anche alcune opere eseguite durante l’adolescenza a Firenze, nel corso dei suoi viaggi in Europa e nella sua prima esperienza oltre confine, in Egitto.
    Come tessere di un mosaico capace di esprimere la complessità della poliedrica figura di Savage Landor, accanto ai dipinti troveranno posto un suo brevetto depositato negli Stati Uniti d’America e tutti i volumi da lui stesso pubblicati.

    Per l’occasione verrà pubblicato un catalogo bilingue italiano/inglese, edito da SAGEP, con saggi di Francesco Morena e Silvestra Bietoletti.

  • La GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino apre la stagione espositiva del 2020 inaugurando la grande retrospettiva Helmut Newton. Works, promossa da Fondazione Torino Musei e prodotta da Civita Mostre e Musei con la collaborazione della Helmut Newton Foundation di Berlino.
    Il progetto espositivo è a cura di Matthias Harder, direttore della fondazione tedesca, che ha selezionato 68 fotografie con lo scopo di presentare una panoramica, la più ampia possibile, della lunga carriera del grande fotografo che sin dagli inizi non ha mai smesso di stupire e far scalpore per i suoi concetti visivi veramente unici. Il risultato è un insieme di opere non solo particolarmente personali e di successo, ma che hanno raggiunto un pubblico di milioni di persone anche grazie alle riviste e ai libri in cui sono apparse, e alle mostre delle sue foto.

    “La fotografia di Helmut Newton, che abbraccia più di cinque decenni, sfugge a qualsiasi classificazione e trascende i generi, apportando eleganza, stile e voyeurismo nella fotografia di moda, esprimendo bellezza e glamour e realizzando un corpus fotografico che continua a essere inimitabile e ineguagliabile”, afferma Matthias Harder.

    Nel percorso di mostra si spazia dagli anni Settanta con le numerose copertine per Vogue, sino all’opera più tarda con il bellissimo ritratto di Leni Riefenstahl del 2000, offrendo la possibilità ai visitatori di comprendere fino in fondo il suo lavoro come mai prima d’ora.

    Quattro sezioni che rendono visibile come in questo lungo arco di tempo, Newton abbia realizzato alcuni degli scatti più potenti e innovativi del suo tempo. Numerosi ritratti a personaggi famosi del Novecento, tra i quali Andy Warhol (1974), Gianni Agnelli (1997), Paloma Picasso (1983), Catherine Deneuve (1976), Anita Ekberg (1988), Claudia Schiffer (1992) e Gianfranco Ferré (1996). Delle importanti campagne fotografiche di moda, invece, sono esposti alcuni servizi realizzati per Mario Valentino e per Thierry Mugler nel 1998, oltre a una serie di importanti fotografie, ormai iconiche, per le più importanti riviste di moda internazionali.

    L’obiettivo di Newton aveva la capacità di scandagliare la realtà che, dietro il gesto elegante delle immagini,permetteva di intravedere l’esistenza di una realtà ulteriore, che sta allo spettatore interpretare.

    “Helmut è un gran manipolatore. Sa esattamente quello che vuole ed è implacabile nel cercare di ottenerlo sulla pellicola. Gli piace la teatralità della fotografia. Le modelle diventano le sue creature, i suoi personaggi” (June Newton)
    La fotografia di moda, ad esempio, non solo descrive ma ridefinisce lo spirito dei tempi, mira a raccontare con le immagini storie emozionanti e sorprendenti, compito per il quale Newton si è sempre mostrato all’altezza spingendosi sempre oltre la normale prassi, intrecciando una narrazione parallela, talvolta tinta di surrealismo o di suspense, travalicando i tradizionali approcci narrativi, è intrisa non solo di lussuosa eleganza e sottile seduzione, ma anche di riferimenti culturali e di un sorprendente senso dell’umorismo.

    Il chiaro senso estetico di Newton pervade tutti gli ambiti della sua opera, oltre alla moda, anche nella ritrattistica e nella fotografia di nudi. Al centro di tutto le donne. Ma l’interazione tra uomini e donne è un altro motivo frequente della sua opera.

    “La moda è stato il mio primo desiderio, sin da ragazzo. E, ovviamente, volevo diventare un fotografo di Vogue” (Helmut Newton).

    Newton era in grado di trasformare luoghi banali in palcoscenici teatrali dai forti contrasti o particolarmente minimalisti per i suoi scenari assolutamente non convenzionali: “Non m’interessa il buon gusto. (…) Mi piace essere l’enfant terrible” (Helmut Newton).

    Uno dei set fotografici preferiti era il garage del suo condominio a Monaco, con modelle e auto parcheggiate disposte a formare un dialogo visivo.
    Helmut Newton morì improvvisamente il 23 gennaio 2004 a Los Angeles, prima di poter assistere alla completa realizzazione della Fondazione a lui dedicata.

    Helmut Newton Works è il titolo del grande volume edito da Taschen che comprende anche le foto esposte in mostra e ne rappresenta idealmente il catalogo.

    Foto di copertina

    Helmut Newton / Marlene Dietrich, Hollywood ©Helmut Newton Estate

     

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