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  • 14 nuove sale per i maestri veneti e fiorentini, 105 dipinti per oltre 1100 metri quadrati di arte

    Direttore Schmidt: operazione gigantesca, è come un #museo dentro il museo

    La ‘Venere di Urbino’ di Tiziano in una stanza appositamente dedicata. Il ritorno in Galleria, dopo quasi dieci anni di lontananza dagli occhi del pubblico, della monumentale ‘Madonna del Popolo’ di Federico Barocci; una nuova sala interamente dedicata ai capolavori del naturalismo veneziano, altre per quelli del Tintoretto e del Veronese, oltre 30 dipinti che tornano visibili dopo molto tempo.Sono solo alcuni dei tesori della grande pittura veneta e fiorentina del ‘500 e del primo ‘600, accolti al primo piano degli Uffizi in 14 sale completamente riallestite. Vi sono esposte 105 opere, un terzo delle quali da tempo in deposito: i lavori, che hanno riguardato un’area del #museo di oltre 1100 metri quadrati, sono andati avanti per circa un anno.

    I colori delle pareti sono naturali e stesi secondo gli antichi metodi, che li rendono vibranti e vivi: verde per la pittura veneta – un verde ripreso dai tendaggi e dai rivestimenti dei muri che si notano in tanti dipinti del Rinascimento veneziano – mentre per gli spazi destinati alla scuola toscana è stato scelto un grigio scuro, che richiama la pietra serena dell’architettura degli Uffizi, ma con un timbro più caldo e vellutato.

    La ‘Venere di Urbino’ di Tiziano è affiancata a destra dalla ‘Flora’, sempre di Tiziano, e dalla ‘Fornarina’ di Sebastiano del Piombo. Protette da vetri antisfondamento che ne garantiscono anche la stabilità climatica, le tre celeberrime dame potranno ora essere ammirate in totale calma e concentrazione. Nelle sale vicine tornano finalmente visibili le opere di Lorenzo Lotto, Tintoretto, Veronese, molte delle quali da tempo non più visibili, che completano la collezione di pittura veneta degli Uffizi. Su questo lato è stata aperta anche una finestra sull’Arno, con una vista mozzafiato sul fiume e sulle colline a sud della città, a ristabilire il contatto della Galleria con il suo contesto urbano.

    Le pareti della monumentale sala del Pilastro sono state lasciate chiare, così che l’ambiente richiami una chiesa a pianta centrale: qui sono infatti esposte le grandi pale d’altare del periodo della Controriforma. I visitatori vi possono finalmente ammirare di nuovo, dopo dieci anni di permanenza in deposito, la ‘Madonna del Popolo’ di Federico Barocci, capolavoro di grandi dimensioni del maestro urbinate, che il granduca Pietro Leopoldo comprò a caro prezzo per le collezioni fiorentine.Accanto, sempre del Barocci, lo splendido e atmosferico ‘Noli me tangere’ e appeso nella parete vicina quello dipinto da Lavinia Fontana, grande pittrice bolognese: due versioni dello stesso soggetto, due culture diverse a raffronto. Le stanze accanto alla sala del Pilastro sono state allestite come “studioli”, prevalentemente con opere di piccole dimensioni: una con dipinti sacri, l’altra con soggetti profani (prevalentemente mitologici e allegorici), tutti visibili nel dettaglio grazie alla protezione con vetri speciali, che permettono di avvicinarsi e di apprezzare ogni pennellata. Torna visibile anche la portentosa ‘Caduta degli Angeli ribelli’ di Andrea Commodi: nel grande bozzetto, un drammatico groviglio di anatomie umane con il quale il pittore fiorentino voleva confrontarsi direttamente con il Michelangelo della Cappella Sistina.

    Vi è infine la zona dedicata alle Dinastie, dove i ritratti dei Medici di Bronzino (tra i quali anche la famosa ‘Eleonora da Toledo con il figlio Giovanni’) spiccano come gioielli sul fondo grigio scuro. La nuova sistemazione delle sale è stata concepita per migliorare la visione e la comprensione delle opere da parte del pubblico. Ciò è reso possibile anche grazie alle panchine disseminate lungo il percorso per consentire la sosta e il raccoglimento davanti ai dipinti. Un supporto alla realizzazione di questo straordinario, estesissimo intervento di allestimento è arrivato dai Friends of the Uffizi Galleries, che hanno donato 100mila dollari per la nuova Sala della Venere di Urbino, e altri 15mila dollari – generosamente offerti da uno dei membri dell’associazione, Trish Savides – per il restauro della ‘Sacra Famiglia’ di Lorenzo Lotto.

    Il direttore delle #galleriedegliuffizi, Eike Schmidt, commenta: “È come se si fosse aperto un secondo, nuovo #museo dentro la Galleria. L’operazione è di portata gigantesca, ed è stata resa possibile anche grazie a una generosa donazione dei Friends of the Uffizi Galleries, presieduti da Maria Vittoria Rimbotti Colonna. Questa formidabile impresa è stata portata a compimento dall’eccezionale squadra delle #galleriedegliuffizi, che ha lavorato con passione e grande competenza. Finalmente possiamo mostrare nel modo migliore due settori delle nostre collezioni, quello della pittura della Controriforma e quella della pittura veneta, che sono anche tra i più importanti al mondo. Ma non è finita qui: nel giro di pochi mesi tutta l’ala del Cinquecento sarà riallestita”.

    E il curatore del patrimonio architettonico delle #galleriedegliuffizi, Antonio Godoli, aggiunge: “Due sono i temi fondamentali che hanno guidato il nuovo allestimento: la ricerca di continuità nello stile delle sale vasariane, mediante lo studio di traguardi e anche di punti focali e prospettici nel posizionamento dei quadri; e la costruzione di superfici espositive a supporto delle opere, superfici che hanno la funzione di definire il nuovo spazio museale separandolo dallo spazio architettonico”.

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    Inaugurate oggi,  sabato 25 maggio il primo “Book and Bed” d’Italia, all’ultimo piano della Mondadori, due suite che permetteranno di dormire circondati dai libri.

    Non bisogna più salire su di un aereo per dormire in un hotel-libreria, o recarsi magari fino a Parigi, dove è nato qualche mese fa il primo hotel per book lovers, con tanto di consegna dei libri in camera.

    La location è quella della Mooks Mondadori, in via Luca Giordano, nel cuore del Vomero. Qui, al piano superiore della libreria, due suite accoglieranno gli ospiti per notti all’insegna della cultura.

    Due le stanze, la “Calvino” e la “Freud”, ognuna di 45 metri quadri e con mobili originali realizzati dai maestri artigiani Coppola. Entrambe custodiscono oltre quattromila libri, tutti consultabili. I testi spaziano da capolavori del 1741, provenienti da collezioni private, a volumi contemporanei.
    Le suite ospiteranno inoltre anche una selezione di opere d’arte e gallerie fotografiche di artisti, affermati o emergenti. Non si ferma qui il progetto di Mooks: entro la fine del 2020, Napoli accoglierà un secondo “hotel-biblioteca” a via Roma. Prossime apreture anche a Milano e a Roma.
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    Bruxelles/L’Aia, 21 maggio 2019 – Oggi la Commissione Europea ed Europa Nostra, la principale rete europea per il patrimonio culturale, hanno annunciato i vincitori del più prestigioso riconoscimento a livello europeo, i Premi del patrimonio europeo / premi Europa Nostra 2019. I 25 vincitori, provenienti da 16 paesi, sono stati selezionati per gli eccellenti risultati che hanno ottenuto nel campo della conservazione, della ricerca, della dedizione (contributi esemplari), dell’educazione, formazione e sensibilizzazione. Tra i vincitori di quest’anno nella categoria Conservazione figura l’eccellente restauro della Cappella della Sacra Sindone a Torino. I vincitori saranno premiati nel corso di una Cerimonia di alto profilo che si terrà il 29 ottobre a Parigi, durante il Congresso del Patrimonio Europeo.

    Il premio Europa Nostra sarà riconosciuto anche a due eccellenze di stati europei che non fanno parte del programma UE Europa Creativa, cioè Svizzera e Turchia.

    I cittadini di tutta Europa e del resto del mondo sono invitati ora a votare online per il Public Choice Award in modo da sostenere i risultati raggiunti dal loro e dagli altri Paesi europei.

    Tra le persone appassionate e i progetti di maggior successo premiati nel 2019 nel campo del patrimonio culturale troviamo: lo sviluppo di un archivio digitale dei Rom, uno spazio accessibile a livello internazionale che renderà visibile la cultura e storia dei Rom rispondendo agli stereotipi con una contro-storia dettata dagli stessi Rom; la dedizione di una delle più antiche ONG in Europa che da oltre 175 anni è impegnata nella protezione del patrimonio culturale in Norvegia ed un programma di formazione per specialisti del patrimonio qualificati, provenienti dalla Siria, gestito da un istituto tedesco con sede a Istanbul, esemplare per i paesi Europei e non.

    La Commissione Europea ed Europa Nostra hanno inoltre annunciato un Premio Speciale per il Patrimonio Europeo per onorare i Vigili del Fuoco di Parigi. Assieme alle forze di polizia ed agli esperti in conservazione, i vigili del fuoco hanno coraggiosamente e con perizia combattuto le fiamme che hanno devastato la Cattedrale di Notre Dame nella notte del 15 aprile e sono riusciti a proteggere da completa distruzione la struttura principale del monumento e tutto il patrimonio artistico in essa contenuto. Vedi il comunicato stampa dedicato a questo Premio Speciale nella categoria “contributi esemplari al patrimonio” qui.

    “Sono immensamente orgoglioso di congratularmi con i vincitori dei Premi del patrimonio europeo / premi Europa Nostra 2019. Questi eroi del patrimonio – professionisti e volontari di tutta Europa – hanno realizzato qualcosa di veramente incredibile. Il loro lavoro per restaurare, salvaguardare, sostenere o promuovere i monumenti e i siti europei è della più alta qualità immaginabile. Gli awards sono prova del notevole impatto che i progetti per il patrimonio hanno sulla nostra economia, il nostro ambiente, la nostra cultura e la nostra qualità di vita. Il patrimonio culturale europeo è una risorsa chiave per il futuro dell’Europa e per la nostra stessa prosperità. Questo è un importante messaggio ai cittadini di tutta Europa ed ai futuri leader delle istituzioni europee prima delle prossime elezioni europee” ha dichiarato Plácido Domingo, il famoso cantante d’opera, Presidente di Europa Nostra.

    “Il nostro patrimonio culturale è la nostra risorsa comune, un’eredità del passato sulla quale costruire il nostro futuro. Esso ha un posto speciale nei cuori delle persone e nelle loro vite quotidiane – ed è fondamentale nel favorire un senso di appartenenza. L’Anno Europeo per il Patrimonio Culturale che abbiamo celebrato nel 2018 ha evidenziato questo suo importante ruolo. Ora il nostro compito è quello di continuare a promuoverlo negli anni a venire. I vincitori di quest’anno dei Premi del patrimonio europeo / premi Europa Nostra stanno giocando un ruolo cruciale in questo sforzo comune grazie alla loro dedizione e alla qualità del loro lavoro, e mi congratulo calorosamente con loro” ha detto Tibor Navracsics, Commissario Europeo per Istruzione, Cultura, Gioventù e Sport.

    Quattro giurie indipendenti costituite da esperti del patrimonio provenienti da tutta Europa hanno esaminato un totale di 149 domande, presentate da organizzazioni e da singoli individui di 34 paesi europei diversi, e selezionato i migliori.

    I vincitori saranno celebrati nel corso della Cerimonia di Premiazione dell’European Heritage Awards, che sarà presentata dal Commissario Europeo Tibor Navracsics e dal Maestro Plácido Domingo, ed organizzata sotto l’alto patrocinio del presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron la sera del 29 Ottobre a Parigi.

    Durante la cerimonia saranno annunciati i sette vincitori dei Grand Prix (ciascuno dei quali riceverà 10 000 €) e il vincitore del premio del pubblico (Public Choice Award).

    La Cerimonia sarà presenziata da un pubblico di ufficiali di altro-livello delle istituzioni europee e degli Stati Membri, rappresentanti delle organizzazioni per il patrimonio, professionisti del campo e sostenitori da tutta Europa.

    I vincitori presenteranno i risultati del loro lavoro sul patrimonio alla Fiera dell’Eccellenza (Excellence Fair) il 28 ottobre 2019.

    Parteciperanno inoltre a vari altri eventi del Congresso sul Patrimonio Culturale Europeo, che avrà luogo dal 27 al 30 ottobre 2019.

    Il bando per l’edizione del 2020 del Premio sarà pubblicata nel Giugno 2019 sul sito web dedicato.

  • Fuori Porta è la mostra che celebra il gemellaggio storico tra Vespa, il colpo di genio che da più di settanta anni rivoluziona il nostro modo di spostarci, e La Cucina Italiana – storica rivista di cultura enogastronomica diretta da Maddalena Fossati Dondero – che attraverso una paziente e instancabile opera di diffusione della più autentica cultura del cibo, ha traghettato l’Italia dagli anni Trenta ai giorni nostri attraversando guerra, ricostruzione, boom, Sessantotto e tutte le grandi tappe della nostra storia, fino a un oggi di consapevole omaggio a una tradizione felice che serve in tavola il buonumore.

    L’approccio della mostra è facile, leggero, agile e ronzante come Vespa ma anche profumato, interattivo, imprevedibile e sempre condiviso come le ricette che da quasi un secolo La Cucina Italiana sperimenta con cura sui suoi fornelli prima di offrirle ai suoi lettori.

    La mostra ripercorre e fa rivivere una storia che appartiene a tutti illuminandola di una straordinaria attualità che è il riflesso dell’immagine di Vespa e de La Cucina Italiana, il cui successo si basa nell’essere stati sempre interpreti moderni, sempre contemporanei e “cool” nella loro lunga tradizione.

    Il percorso espositivo è divertente, visuale, curioso, «tondo» come un piatto e come una ruota, ma anche come un oblò che apre un orizzonte su un personaggio, un’epoca, una moda, una curiosità. Ecco allora le sei sezioni che compongono la mostra: da «Signore e signorine» a «All’aria aperta», da «Italia Fuori Porta» a «Una finestra sul mondo», da «Questione di stile» a «Oggi».

    Per ciascuna area tematica c’è un testimonial: una ricetta che ha molto da raccontare, che caratterizza quel periodo o quell’argomento, uno storytelling tutto da gustare. La Cucina Italiana ha infatti individuato 6 ricette portanti delle aree tematiche: gli involtini “ripieni di ottimismo”, le lasagne leggere al ragù, la versione “zarista” delle uova ripiene, gli spaghetti alla Ungaretti, i tartufi allo champagne e il toast “rapido e raffinato”.

    Perché la Storia siamo tutti noi, e i nostri genitori, e i nostri nonni, che saltavano in sella a una Vespa per andare in gita con una copia de La Cucina Italiana svolazzante nel portapacchi, i panini giusti nel cestino, il sorriso sulle labbra e una gran voglia di «fare» l’Italia di ieri, di oggi e di domani. Ad accompagnare il visitatore in questo viaggio anche le fragranze di erba falciata e pane appena sfornato realizzate da Antonella Bondi, guru di Home&Food fragrances.

    Tutti Fuori Porta! Si parte.

    La mostra – ingresso libero – sarà aperta e visitabile fino all’8 settembre 2019, con i seguenti orari:

    Martedì-sabato 10.00-18.00
    Maggio, giugno e settembre: seconda e quarta domenica del mese 10.00-18.00
    Luglio e agosto: tutte le domeniche 10.00-18.00
    Lunedì: chiuso
    Aperti il 2 giugno e il 15 agosto 10.00-18.00

    Per info
    Museo Piaggio
    Viale Rinaldo Piaggio 7
    56025 Pontedera
    www.museopiaggio.it
    058727171

  • Giorgio Pirolo e Paolo Mancini fondatori e sviluppatori della hypercar, un’auto ibrida da 110 cavalli, la presenteranno l 30 maggio al MAUTO e il 2 Giugno a Montecarlo.

    La casa automobilistica presenterà il primo esemplare di Asfanè DieciDieci giovedì 30 maggio 2019 al Mauto, Museo Nazionale dell’Automobile di #torino, e domenica 2 giugno presso l’Ambasciata d’Italia di #montecarlo, in occasione della festa della Repubblica Italiana, su richiesta dell’Ambasciatore Cristiano Gallo.

    L’auto sarà mostrata al Principe Alberto II di Monaco e ai più importanti nomi dell’imprenditoria.La FV Frangivento #asfanediecidieci è il primo prototipo di produzione, evoluzione del concept presentato al Salone di #torino 2016 come anticipatore della propulsione ibrida e elettrica ad alte prestazioni su una piattaforma tutta italiana, in sfida ai grandi marchi dell’industria automobilistica mondiale. Ora è realtà e rispetta le caratteristiche annunciate, grazie anche all’importante iniezione finanziaria da parte di Carlo Pirolo, terzo socio, insieme a Giorgio Pirolo e Paolo Mancini, di Pirman, società che ha in gestione il brand FV Frangivento. Il nome Asfanè è composto di tre termini del dialetto piemontese “as” “fa” “nen“, cioè “non si fa”, una provocazione che allude all’aver reso possibile un concept apparentemente impossibile. L’aggiunta di “DieciDieci” si riferisce invece alla potenza complessiva di 1010 cavalli fornita dal propulsore turbo benzina e dai due motori elettrici.

    Pur rispettandone l’impostazione e il look generale, #asfanediecidieci propone molte novità stilistiche rispetto al concept di tre anni fa, fra cui il nuovo musetto anteriore a mo’ di trimarano, gli interni totalmente rivisti, la scocca battuta a mano in alluminio e carbonio, telaio in alluminio, trazione integrale, motore termico posteriore con compressore volumetrico unito a due motori elettrici sull’asse anteriore.

    Il 31 maggio avverrà il primo viaggio della nuova FV Frangivento da “Casa Frangivento”, la sede operativa di Moncalieri. Guidata dagli stessi Giorgio Pirolo e Paolo Mancini, la #asfanediecidieci imboccherà la Torino- Savona alla volta del Principato di Monaco.”Sono orgoglioso di portare su strada la creatura che ho disegnato. Un sogno ad alte prestazioni ecosostenibile e tutto italiano che si avvera. La dedico a tutti i giovani che hanno un’idea nel cassetto e consumano una vita per realizzarla. FV Frangivento ha la libertà del nuovo e nella Asfanè, a partire dal nome e dal marchio, abbiamo messo tutta la freschezza e la provocazione che questa condizione ci consente di fare“, afferma l’ideatore e designer di FV Frangivento, Giorgio Pirolo. Paolo Mancini, ideatore di FV Frangivento, afferma: “Asfanè DieciDieci è una “Dream Car” in tutti i sensi. Per noi lo è perché rappresenta la realizzazione di un sogno. È però anche la dimostrazione che  l’imprenditoria che sa fare sistema riesce ad esprimersi ad alti livelli. Ringrazio tutti i nostri partner per aver creduto in questo progetto e per averci seguito in questi tre anni. Con questo primo prototipo di produzione apriamo un nuovo capitolo nella storia di FV Frangivento“.FV frangivento

  • La vita di un camionista a lungo raggio può essere dura, anche quando non è al volante. Dietro ai sedili, nell’”area personale”  c’è  a mala pena lo spazio sufficiente per dormire, ed ecco allora che si esibiscono in allestimenti seguendo il gusto personale, con accessori che mai immagineremmo nella cabina di un camion,  per creare il più fedelmente possibile il concetto di rifugio, il  luogo dove condurre una vita “quasi normale”.

    E così, molti camionisti, si concedono qualche tocco qua e là in cabina. Giusto per dare un tocco all’ambiente. E poi, in certi casi, c’è anche a chi sfugge la mano. Dall’America all’Asia, passando per Australia e Vecchio Continente, non c’è posto sulla terra dove queste ville su ruote non macinino chilometri…

    Dedicarsi a questa curiosa attività non rappresenta solo un hobby ma è qualcosa di più profondo che ha a che fare con lo stile di vita e il modo di esprimersi, del luogo da dove si proviene, dei propri affetti più cari. Queste imponenti moderne opere d’arte sono il frutto di un lavoro accurato, il camion è appena riconoscibile, ricoperto da numerose luci al neon, luci ultraviolette, parti cromate, interni dal gusto singolare (si trovano facilmente candelabri, lampadari, dipinti o tappezzerie di super lusso, solo per citare qualche esempio).

    GLAM FRANCESEI proprietari decorano anche l’interno delle cabine. Le decorazioni interne includono praticamente tutto : lampadari Swarovski, tende,  pareti interne imbottite.I  materiali utilizzati sono il frutto del fascino  che i giapponesi nutrono per la cultura francese, compresa l’alta moda,  vengono utilizzati tessuti e marchi di alta moda provenienti da Parigi o da altre parti d’Europa, rilasciando all’interno dei loro trucks un aspetto esclusivo e spettacolare. Per esempio la Classica Flap Bag di Chanel, suggerisce ai camionisti folli, un look glamour per un “coprivolante” con il tessuto trapuntato utilizzato appunto per la produzione della borsetta. UN PO’ DI LUCE All’interno di questi mezzi, spesso pende almeno un lampadario. Si trova prima di tutto nella parte anteriore (tra i posti a sedere), e un altro potreste vederlo nel retro del camion. La prima impressione che ne avreste salendo, potrebbe essere quella di una sala da ballo francese ai tempi di  Luigi XIV.Dedicando molto impegno – tempo e denaro –  per l’”arredamento” molto curato degli interni, non può essere trascurato l’aspetto dei materiali impiegati per le illuminazioni: cristalli e diamanti come simbolo di purezza e ricchezza. UN PO DI NATURA in cabina.Alcuni elementi floreali li potremmo vedere dentro le manopole dei cambi o nei tessuti damascati del cruscotto.

    I camion decorati a regola d’arte, completamente guidabili e funzionali, sono in netta contrapposizione con l’immagine classica del truck, ma è importante raccogliere il messaggio che comunicano: il desiderio di questi uomini o donne,  di normalità…  quasi certamente troveremmo accessori dello stesso tipo nelle loro “case”.

     

    Veicoli commerciali in tutto il mondo vengono spesso trasformati dai loro proprietari in impressionanti opere d’arte a rotazione. Le loro forme sono modificate, le loro superfici sono decorate e nuove texture vengono aggiunte. Quando avevano bisogno di sostituire parti arrugginite del corpo del loro camion, spesso usavano il metallo recuperato per altri scopi. Unire le parti improbabili insieme ha portato a una modifica dopo l’altra.

    Nel corso del tempo i camionisti hanno sviluppato un apprezzamento per le combinazioni trasformate e inventive create da questo processo, oltre a spingersi un po’ troppo oltre i limiti del buon gusto. Alla fine è emersa una sub-cultura unica nel suo genere, che comporta la modifica e la personalizzazione di grandi mezzi stradali.

    A metà degli anni ’70 è uscita il primo, di una serie di film, Truck Guys (o Truck Rascals). Mostrava le avventure di un autista nel suo dekotora in viaggio in tutto il Giappone. I film hanno fatto conoscere al grande pubblico questi camion e creando un grande un seguito, addirittura i camionisti modificavano i loro mezzi nella speranza di ottenere un ruolo in uno dei film. Intanto il pubblico si è  innamorato di dekotora. Il risultato di questo fenomeno, è passato da una cultura pop regionale, all’interesse popolare nell’intero paese e non solo. I camion sono una miscela incredibile di luci da casinò, gioielli, magia del computer e guerrieri robotici di film di fantascienza. Tra i numerosi miglioramenti che rendono questi dekotora camion sorprendente “chich” sono per esempio, i murales full size aerografati su entrambi i lati del letto del camion, oppure migliaia di chili di acciaio inox lucido e cromato progettati per concedere il massimo effetto teatrale, viene ostentato il lusso con design di tessuti firmati, lampadari e sistemi di intrattenimento completi. Non è raro spendere oltre $ 100.000 USD – e impiegare fino a cinque anni – per modificare completamente un solo camion. Alcune delle immagini più impressionanti sono create dall’illuminazione dei camion. Molti dekotora hanno centinaia – anche migliaia – di luci (fluorescenti, neon e LED) che richiedono generatori ausiliari per alimentarli, le loro luci ardenti possono essere visti  visto a miglia di distanza, ecco perché non possono utilizzare tutta la loro fluorescenza sulle autostrade! Nel corso del tempo le modifiche dei dekotora hanno catturato sempre più lo spirito della cultura pop in Giappone.

    Ma a sorprendere piu dei Dekotora ci sono i colorati ‘Jingle Trucks’ che governano le strada in Pakistan!

    Se avete fatto un viaggio in Asia meridionale, in particolare in Pakistan, Afghanistan e India, avete sicuramente visto camion colorati e ornati che risuonano lungo strade e autostrade. In questi paesi, in particolare in Pakistan, l’arte dei camion è più di una semplice espressione culturale, è anche una tradizione profondamente radicata che ha creato un boom economico per i conducenti. In Pakistan, l’arte del camion ha origini che risalgono agli anni ’20, quando i camion Bedford importati dall’Inghilterra invasero le strade del paese.

    Nel 1950, Karachi è diventata un centro di camion art-un titolo che detiene ancora oggi, quando Hajji Hussain, un artista noto per i suoi affreschi che realizzava sui palazzi, è arrivato a vivere in Pakistan. Mancando i palazzi da dipingere, si è concentrato sui camion per la decorazione, e il suo stile di ornare  con soggetti floreali, ha ottenuto un grandissimo successo di popolo. E mentre la pittura di camion ha preso in altri paesi dell’Asia meridionale, anche nel Sud America e in il è una forma d’arte è a un altro livello.

    I Jungle Truck  –  soprannome dato dall’esercito americano in Afghanistan, grazie alle campane sparse sui paraurti – sono una forma d’arte, certamente meno lussuosa e più improntata ad argomentazioni di carattere religioso e cultura, cosa diversa dei Dekotora che si possono incontrare in Giappone o in America Meridionale.

     

     

  • Riapre l’appartamento dei Principi Forestieri

    Prosegue l’impegno dei Musei Reali per ampliare l’accessibilità e il miglioramento dei percorsi di vista.

    Palazzo Reale festeggia la riapertura dell’Appartamento dei Principi Forestieri, chiuso da oltre quindici anni. Dopo un impegnativo intervento di manutenzione straordinaria e di riallestimento, riaprono al pubblico sette ambienti dell’ala nord, affacciati sul giardino, progettati da Filippo Juvarra tra il 1733 e il 1734, completati da Benedetto Alfieri, e parzialmente rimodellati da Pelagio Palagi a metà Ottocento.

    In occasione della riapertura dell’Appartamento dei Principi Forestieri, sarà presentato al pubblico anche il restauro della Tribuna Reale, che accoglieva i sovrani per assistere alla messa nel duomo. Anche per la Tribuna Reale è previsto un programma di visite guidate che prenderà avvio entro l’estate.

    Il progetto è stato possibile grazie al fondamentale contributo di Compagnia di San Paolo, che ha sostenuto il restauro degli ambienti   contribuendo a garantirne l’accessibilità partecipando al progetto di ampliamento dei percorsi di visita, che prevede l’inserimento di nuovo personale di supporto della società Ales-Arte Lavoro e Servizi nei percorsi del Palazzo Reale.

    I restauri sono stati realizzati anche grazie alla collaborazione dell’Associazione Amici di Palazzo Reale, che offrirà un servizio di visite guidate nei fine settimana.

    L’Appartamento dei Principi Forestieri

    Progettato da Filippo Juvarra tra 1733-34, completato e arredato da Benedetto Alfieri tra 1738 e 43, ebbe negli anni 1841-45 integrazioni ad opera di Pelagio Palagi, che intevenne anche rielaborando intagli settecenteschi recuperati dall’appartamento di facciata del secondo piano. Con il regno di Vittorio Emanuele II (1849-1878), l’appartamento fu trasformato in foresteria e ospitò nel 1855 don Pedro V re del Portogallo. Le sale ospitano molte opere d’eccezione e diverse curiosità. Vi si accede attraversando la Galleria delle Battaglie, con la grande volta affrescata di Claudio Beaumont che raffigura il Trionfo della pace e delle arti liberali (1747). Di grande fascino anche il soffitto affrescato di Lorenzo Pecheux (1778) con La verità inseguita dal tempo e le quattro volte di Francesco De Mura (1741-43), di cui ben conservate Le storie di Teseo e I giochi olimpici. Le stanze sono arricchite con lambriggi, porte e ante di finestre dipinte: nella Sala da Pranzo le Boscarecce di Vittorio Amedeo Cignaroli (1740); nella Camera da letto le Scene di vita popolaredi Pietro Domenico Olivero (1739-41); altre salette con rovine del Gambone e fiori della Gili. Alle pareti, i dipinti propongono una campionatura di ritratti settecenteschi e quadri di storia. Completano l’arredo il grande modello della facciata di Palazzo Reale progettata da Domenico Ferri (eseguito da Gabriele Capello detto il Moncalvo), e varie sculture in marmo, come il Putto col pellicano di Francesco Ladatte e il tavolino con Putti in girotondo (1720, già nel castello di Rivoli) di Carlo Tantardini.

    La Tribuna Reale

    Progettata dall’architetto Francesco Valeriano Dellala di Beinasco nel 1775 e ornata dai grandi telamoni in legno scolpito di Ignazio Perucca, su modello del Bernero. Le pitture spettano ai fratelli Pozzo, mentre gli intagli furono approntati da Croce, De Giovanni e Riva. L’ambiente è stato oggetto di una manutenzione straordinaria, con il restauro della straordinaria serie di ventole realizzate da Giuseppe Maria Bonzanigo nel 1790.

    Foto© Daniele Bottallo e Paolo Formica

  • Sabato 18 maggio, in occasione della Festa dei Musei, i Musei Reali di Torino sono aperti al pubblico gratuitamente durante il consueto orario.

    Dalle 19,30 alle 22,30 i Musei saranno visitabili al prezzo speciale di 1 Euro (orari biglietteria: 18,30 – 21,30).

    Sarà visitabile a pagamento la mostra in Galleria Sabauda Leonardo

  • In occasione della Festa dei Musei 2019 verrà riaperto, dopo due anni di lavori di restauro e messa in sicurezza, il parco del Castello di Aglié.
    Per tali interventi è stato impiegato il finanziamento di 900.000 euro messo a disposizione dal Ministero per i beni e le attività culturali per gli interventi di conservazione e di messa in sicurezza dell’anello esterno del parco e di tutto il viale interno al muro di cinta, che è oggi nuovamente percorribile a piedi o in bicicletta e cui possono accedere anche gli amici a quattro zampe.
    Proseguono invece, nell’ambito del medesimo finanziamento, i lavori sulle aree interne del parco intorno al lago, la cui riapertura è prevista nel 2020. 
    Inoltre, sempre sabato 18 maggio, alle ore 17, nel Castello si terrà la conferenza, aperta al pubblico, di Giovanni Riccardi Candiani intitolata Tomaso di Savoia Genova e l’imperatore Meiji.
    Il primo incontro tra un principe italiano e l’imperatore del Giappone, divulgando  così un altro contributo conoscitivo sui “viaggi esotici” del duca Tomaso, che hanno arricchito il Castello dell’importante collezione di opere d’arte orientale di cui si può prendere visione durante la visita a tale sito museale.
    Costo del biglietto: 5,00 €; Riduzioni: 2,00 €; Per informazioni +39 0124330102
    Prenotazione: Nessuna
    Luogo: Agliè, Complesso monumentale del Castello ducale, del giardino e parco di Aglié
    Orario: Martedì-domenica: 8.30-19.30 Conferenza: sabato 18 maggio ore 17.00
    Telefono: +39 0124330102
    E-mail: pm-pie.aglie@beniculturali.it
    Sito web

  • DAL 15 AL 19 MAGGIO A SALUZZO LA 42° MOSTRA NAZIONALE DELL’ANTIQUARIATO: NELLE SALE DELLA CASTIGLIA ANTIQUARI DA TUTTA ITALIA

    Continuano gli appuntamenti del festival START/storia arte Saluzzo: mercoledì 15 maggioè il momento dedicato agli antiquari, con l’inaugurazione alle ore 18 della 42° Mostra Nazionale dell’Antiquariato, che fino a domenica 19 maggio si svolge al Castello dei Marchesi di Saluzzo, la Castiglia, già location delle mostre Il Labirinto dei Simboli e Ritmo Bodoni, dedicate all’arte contemporanea.

    Qualità senza tempo, per una Saluzzo che sa riconfermarsi Capitale dell’antiquariato, con una mostra che è un contenitore di eleganza riconosciuto a livello italiano, sempre capace di cambiare pelle e rinnovarsi, pur rimanendo fedele e attento alla qualità dell’arte antica.

    L’edizione 2019 si presenta con una prima novità che riguarda la scelta degli spazi di allestimento: saranno infatti le suggestive stanze del castello dei Marchesi di Saluzzo, ricche di fascino e storia, a ospitare gli antiquari e il loro pezzi pregiati e ad accogliere un pubblico attento, curioso e, soprattutto, avvezzo ad arte e bellezza.

    In mostra presenti una trentina di antiquari: oltre alle storiche imprese saluzzesi, la 42° Mostra Nazionale dell’Antiquariato vedrà la partecipazione di nomi importanti del settore provenienti da tutta Italia, che porteranno in mostra opere di epoche diverse. Il pubblico compirà così un vero e proprio viaggio nel tempo, tra opere dal Medioevo al Periodo Impero, monetari in tartaruga, sculture lignee medievali, dipinti del ‘600 e ’800, maioliche, arredi di alto antiquariato e fondi oro.

    Gli antiquari dell’edizione 2019 sono: Mauro Giordanino (Saluzzo), L’Antiquasi (Torino), Antichità Brancaccio (Saluzzo), Art Collectors (Milano), Raffaello Pernici (Rosignano Marittimo), Flart di Gallo Flavio (Sommariva Perno), Antichità Costa (Saluzzo – Limone Piemonte), Antichità Avico – 900 & Design (Niella Tanaro), Ars Antiqua (Milano), Opo S.R.L. (Salò), Antichità Alessandro Bruna (Saluzzo), Bonanomi Antiquariato (Moncalvo), Galleria Il Portico (Pinerolo), Antichità Macrì (Torino), Ambrosi (Monselice), Francesco Obligato (Torino), Trionfante Antichità (Milano), La Gallerya di Audino e Sarietto (Fontanelle di Boves), Fabbri Arte Alto Antiquariato (Mantova), Matta Antichità (Verolengo), Lentini Antichità (Villanova D’Asti), Art Fine (Milano), Arts & Houses di Alex Barra (Paesana), Centro Arte La Tesoriera di Andrea Armato (Torino), Architechture (Bergamo), Lombardo & Partners Antiques (Rivoli), Mauro Reinaudo Antichità (Torino), Galleria Antiquaria Di Brisco (L’Aquila).

    L’edizione 2019 sarà arricchita da una serie di eventi collaterali. Tra questi la presentazione in Castiglia giovedì 16 maggio ore 18, a cura del Prof. Piccat e del FAI Saluzzo, del pittore fiammingo Hans Clemer, detto Maestro d’Elva(Fiandre, ante 1480 – Piemonte, post 1512), esponente della pittura gotico-fiamminga e che è stato attivo in Piemonte nella zona di Saluzzo.

    Inoltre il 15 maggio inaugurerà sempre in Castiglia la mostra fotografica Cento Donne Per La Storia, la mostra fotografica itinerante che celebra il Centenario di Zonta International.

    Partita da Alessandria i primi giorni di aprile, la mostra toccherà tutte le città del Nord Ovest Italia dell’Area 03 del Distretto 30, in cui si trova un Club Zonta. Nell’anno del Centenario, i Club Zonta dell’Area 03 del Distretto 30, vogliono onorare le Donne che hanno contribuito a cambiare il mondo dal contesto locale a quello mondiale. Tra queste saranno anche presenti due Donne Saluzzesi, una di nascita e una di adozione: Magda Olivero e Madre Elvira.

    Proseguono inoltre gli appuntamenti di Start/storia e arte Saluzzo che fino al 26 maggio permettono di scoprire l’arte contemporanea e l’artigianato, con le mostre per Start/Arte Il Labirinto dei Simboli e Ritmo Bodoni in Castiglia, l’opera vincitrice del Premio Matteo Olivero Harp esposta alla Sacrestia di Sant’Ignazio, l’esposizione del progetto vincitore dell’hackathon per Start/Artigianato dal 17 al 26 maggio in Casa Cavassa, e gli eventi di Start Off che tutti i giorni animano Saluzzo.

     

     

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