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  • “Nel mezzo del cammin di nostra vita / mi ritrovai per una selva oscura / ché la diritta via era smarrita”.

    Così Dante Alighieri inizia il suo capolavoro, il suo viaggio spirituale passa dall’Inferno, al Purgatorio e infine al Paradiso.

    Un viaggio che gli fa incontrare la Storia fino a quel momento. Virgilio, Ulisse, Tiresia, Giustiniano, Guinizzelli, Catone l’Uticense e molti altri che il “sommo poeta” immagina di incontrare nel suo percorso che lo portano alla conversione dal peccato, al ritorno sulla “retta via”, fino a giungere alla visione di Dio.

    Viaggio intrapreso grazie alla Ragione,  compiuto grazie a Virgilio, a Beatrice, la sua amata che lo guiderà nel Paradiso fino all’anfiteatro dei beati, dove sarà San Bernardo a condurlo alla visione di Dio e della verità.

    Secondo alcune teorie, come quella di Porena e Sermonti, il viaggio sarebbe iniziato il 25 marzo, seguendo perciò il calendario fiorentino dell’epoca, secondo il quale in questa data sarebbe stato concepito il Cristo. Nel Medioevo era consueto iniziare a contare i giorni dell’anno non dal I° Gennaio ma “ab nativitade”, ovvero dal 25 dicembre, oppure “ab incarnatione”, cioè dal 25 marzo.

    Il comune fiorentino dell’epoca in cui visse Dante adottò, secondo alcuni atti notarili, il secondo parametro. Perciò stando a quanto il diavolo Malacoda afferma nel canto XXI ai vv 112-114 (Ier, più oltre cinqu’ ore che quest’otta, mille dugento con sessanta sei anni compié che qui la via fu rotta), Porena e Sermonti hanno fissato l’inizio del viaggio al 25 marzo del 1300.

    Natalino Sapegno, uno dei maggiori studiosi del ‘300 letterario italiano, sostiene le parole del diavolo indicando che Dante intendeva fissare l’inizio del proprio viaggio con il giorno della morte di Cristo al Venerdì Santo, che nel 1300 cadde l’8 aprile.

    Dunque la notte del 7 aprile del 1300, secondo gli studi di Sapegno, Dante si perse nella “selva oscura”, simbolo della perdizione, del peccato in cui l’uomo contemporaneo si trovava.

    Grazie alla Ragione, Virgilio, Dante riesce ad uscire  alle prime luci dell’alba del Venerdi Santo (8 aprile) e ad intraprendere il viaggio descritto nei 33 canti della Divina Commedia.

    Un viaggio in cui Dante fa sfoggio di tutta la sua cultura. Sia religiosa che classica.

    Per la discesa all’Inferno prende spunto dai miti di Orfeo, di Teseo, di Ercole. Fa riferimento alla discesa di Enea nell’Ade raccontato magnificamente da Virgilio nel VI libro dell’Eneide.

    La lettera ai Corinzi dell’Apostolo Paolo, nella quale viene narrato il suo rapimento “al terzo cielo” interpreta i 3 giorni che passano tra la morte di Cristo e la sua resurrezione come il tempo necessario per discendere nell’inferno e liberare i patriarchi.

    Da uno stile più basso ed umile dell’Inferno si passa ad uno stile più elevato, aulico nel Paradiso.

    Cambia quindi a seconda del tema, dei luoghi e dei personaggi trattati.

    Un viaggio iniziato 718 anni fa, che ancora oggi è motivo di orgoglio per la letteratura italiana.

  • Nella giornata di Pasqua potrete infatti approfittare dell’iniziativa promossa dal Mibact, il Ministero dei Beni Culturali, “Domenica al Museo” che prevede l’ingresso gratuito ai musei statali ogni prima domenica del mese.

    L’appuntamento coincide nel mese di aprile proprio con la giornata di Pasqua, durante la quale turisti e residenti potranno approfittare dell’ingresso gratuito in alcune aree museali della città. Un’ottima occasione per ammirare una parte del patrimonio artistico torinese senza spendere niente.

    Musei gratis

    – Armeria Reale
    Orario: Dalle 9.00 alle 19.00 (ultimo ingresso alle 18.30)
    Info: L’Armeria Reale: il museo di Armi e Armature di Torino

    – Palazzo Reale di Torino
    Orario: Dalle 9.00 alle 19.00 (ultimo ingresso alle 18.30)
    Info: Il Palazzo Reale di Torino, l’antico centro di potere della famiglia sabauda

    – Palazzo Carignano
    Orario: dalle 10.00 alle 18.00 (ultimo ingresso 17.00)
    Info: Palazzo Carignano, bellezza barocca nel cuore di Torino

    – Villa della Regina
    Orario: dalle 10.00 alle 18.00 (ultimo ingresso 17.00)
    Info: La Villa della Regina, il gioiello barocco sulla collina di Torino

    – Galleria Sabauda
    Orario: Dalle 9.00 alle 19.00 (ultimo ingresso alle 18.30)
    Info: La Galleria Sabauda di Torino

    – Museo di Antichità
    Orario: Dalle 9.00 alle 19.00 (ultimo ingresso alle 18.30)
    Info: Il Museo di Antichità di Torino, per scoprire la storia dell’uomo e del mondo!

    – Parco del Castello di Racconigi
    Orario: dalle 9.00 alle 19.00 (ultimo ingresso 18.00)
    Info: Sulle orme di casa Savoia: il Castello Reale di Racconigi

    – Castello Ducale di Aglié
    Orario: dalle 8.30 alle 19.30 (ultimo ingresso 18.00)
    Info: Il Castello Ducale di Aglié, sette secoli di storia e di bellezza

     

    Per maggiori informazioni potete consultare il sito ufficiale del Mibact.

  • LA CITTÀ DI VENARIA REALE OSPITA PER LA PRIMA VOLTA TRE MAGICHE NOTTI DI TANGO E MILONGA NELLA GALLERIA GRANDE DELLA REGGIA.

    VENERDÌ 30 MARZO, SABATO 31 MARZO  E DOMENICA 1 APRILE

    La kermesse nell’ambito del 18° International Tango Torino Festival che si terrà dal 29 marzo al 2 aprile 2018 a Torino e Venaria Reale

    La magia del ballo più sensuale al mondo grazie all’International Tango Torino Festival, giunto alla 18° edizione, sarà ospitato nella Galleria Grande alla Reggia di Venaria Reale.

    Dal 30 marzo al 1 aprile la Città di Venaria Reale si trasformerà in una grande milonga ricca di appuntamenti durante i quali ballare ed assistere alle esibizioni dei più talentuosi tangheri del mondo.

    Ideatori e direttori artistici del festival sono da sempre Marcela Guevara e Stefano Giudice, ballerini di fama mondiale che ogni anno portano nel capoluogo piemontese i migliori maestri in circolazione e appassionati del tango provenienti da tutto il mondo. Nella sua lunga storia, infatti, l’International Tango Torino è diventato un punto di riferimento per tutti gli amanti di questa passionale danza. Un evento conosciuto a livello internazionale che combina in maniera impeccabile qualità della proposta artistica e didattica, capacità organizzativa e attenzione all’ospite e alle sue esigenze.

    Antonella d’Afflitto, assessore alla Cultura della Città di Venaria Reale dichiara: «Un percorso iniziato già lo scorso anno con l’intero mese di luglio in cui la gente ha ballato nelle piazze della città, le calde notti di tango e milonga. Nella splendida cornice della Reggia di Venaria la Città di Venaria Reale, in collaborazione con il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, ospita per la prima volta tre magiche notti di tango e milonga nella Galleria Grande della Reggia. Fino a notte fonda espertissimi ballerini del ballo argentino per antonomasia, si succederanno in un’atmosfera speciale, accompagnati dalla musica di band uniche. E nella prossima estate ancora tango nelle piazze di Venaria Reale, con ballerini esperti che si offriranno per stage e per scoprire questa intrigante e antica danza».

    Stefano Giudice, ideatore e direttore artistico del festival con  Marcela Guevara, dichiara  «Siamo davvero felici di festeggiare la maggior età del nostro festival, la diciottesima edizione, con una novità straordinaria.. la Galleria di Diana della Reggia di Venaria si trasformerà in una meravigliosa milonga nelle tre serate di gala del Festival, dando occasione al numerosissimo pubblico straniero, che quest’anno rappresenta ben 32 differenti paesi, di apprezzare questa meravigliosa residenza reale, tra le più prestigiose d’Europa.

    Un sogno che diventa realtà, visto che il progetto della prima edizione del Tango Torino Festival aveva come obiettivo di realizzare un evento itinerante nelle Regge Sabaude. Con la maggiore età stiamo iniziando!».

    Il Festival ha avuto una importante nomination al Premios Tango dove oltre cento giurati lo hanno segnalato, lo scorso 10 marzo a Buenos Aires.

    Il tango argentino presenta delle caratteristiche tradizionali, pur basandosi in ogni caso soprattutto sull’improvvisazione. Non esistono movimenti prestabiliti e complessi, a differenza di altri tipi di ballo.

    Il perno del tango, al contrario, è rappresentato semplicemente dalla camminata. I tempi in 4/4 o in 2/4, infatti, vengono seguiti proprio come se i partner stessero procedendo passo dopo passo in modo sincrono. A livelli più elevati, la performance può essere comunque arricchita da movimenti rapidi o sinuosi delle gambe e dei piedi, soprattutto da parte della donna, per ottenere un effetto più coreografico. Il punto di forza del tango, in ogni caso, è rappresentato proprio dalla semplicità dei suoi movimenti, che al tempo stesso trasmettono una grande carica passionale.

    Il tango argentino prevede tre varianti principali: il Tango classico, il Tango Vals e la Milonga. Le differenze tra il Tango classico e la Milonga sono davvero minime, mentre il Tango Vals, come si può intuire dal nome, ha maggiori similitudini con il Valzer, con cui condivide il tempo in 3/4.

    Oltre al Tango classico, molto diffusa è soprattutto la Milonga, una danza che si caratterizza soprattutto per la presenza di uno spirito che possiamo definire folkloristico. La Milonga deriva anche da un altro genere di danza popolare, l’Habanera. Entrambe rappresentano una forma più antica di tango, tuttavia solo la Milonga condivide il ritmo in 2 o 4/4, mentre l’Habanera è più veloce e movimentata, con un ritmo in 6/8. Più precisamente, la Milonga è un tipo di tango originario delle terre comprese tra Argentina e Uruguay. Coloro che frequentavano questi luoghi venivano chiamati milongueros. Strutturato intorno a stage e seminari di studio, il programma del festival si articola in feste, milonghe e spettacoli teatrali che vedranno la partecipazione dei migliori ballerini e musicalizadores sulla scena mondiale. Le straordinarie coppie di danzatori saranno presentate giovedì 29 marzo al Teatro Nuovo nello spettacolo di apertura, Tango y mas nada. Uno show coinvolgente ed emozionante durante il quale Sebastian Arce y Mariana Montes, Claudia Codega y Esteban Moreno, Facundo Pinero y Vanessa Villalba, Leandro Oliver y Laila Rezk, insieme ai padroni di casa Marcela e Stefano, si esibiranno in sensuali coreografie per trasportare il pubblico nello splendido mondo del tango. La serata di apertura continuerà con la Milonga di Apertura al Club Almagro in Via Perugia 20, dove a partire dalle 22.30 Dj Horacio scalderà gli animi con la sua musica. In questa edizione anche la Città di Venaria Reale diventerà la capitale del  tango poiché dal 30 marzo al 1^ aprile la “Galleria Grande della Reggia” ospiterà gli eventi: “La Fiesta de Bienvenida – la Milonga Pomeridiana – il Gran Baile de Gala”.

    18° International Tango Torino Festival

    Venerdì 30 marzo si taglierà il nastro della 18° edizione con la tradizionale Fiesta de Bienvenida. La festa si terrà nella Galleria Grande alla Reggia di Venaria Reale che si trasformerà in una grande milonga in cui più di mille coppie potranno muoversi fino all’alba sulle note dell’orchestra Ensemble Hyperiond e di Dj La Ros, seguendo i passi di Sebastian Achaval y Roxana Suarez, Carlitos Espinoza y Noelia Hurtado.

    Sabato 31 marzo sarà la volta della Milonga Pomeridiana. La musica di Dj Mauro Beradi accompagnerà i ballerini dalle 17.30 alle 20.30 presso il  AC Hotel Lingotto. La serata continuerà alla Galleria Grande della Reggia di Venaria Reale con il Gran Baile de Gala. Dj SuperSabino animerà una notte di rara sensualità ed eleganza grazie alle esibizioni di Sebastian Arce y Mariana Montes, Esteban Moreno y Claudia Codega, Facundo Pinero y Vanessa Villalba

    Domenica 1 aprile dalle 18 alle 21 si tornerà a ballare nella Milonga Pomeridiana con Dj Alfredo Petruzzelli presso AC Hotel Lingotto. A partire dalle 23, la Gran Fiesta de Pasqua ospiterà le esibizioni di Javier Rodriguez y Fatima Vitale, Leandro Oliver y Laila Rezk che si muoveranno sulla musica dal vivo dell’Orchestra Tango en vivo e di Dj SuperSabino sempre alla Galleria Grande alla Reggia di Venaria Reale. Special Guest, Gioia Abballe e Simone Facchini, orgoglio italiano, vice campioni mondiali nell’ultima edizione dei campionati mondiali a Buens Aires.

    Lunedì 2 aprile il Festival chiuderà il sipario sulla 17° edizione dando appuntamento all’anno successivo. Dalle 15.30 Dj Sergio Chiaverini riscalderà l’ambiente alla Milonga pomeridiana presso il AC Hotel Lingotto. La festa si sposterà alle 21 al Club Almagro che ospiterà la Fiesta de Despedida. Un’ultima occasione per ballare tutti insieme e darsi appuntamento al 2019.

    Immancabile è la proposta didattica. Marcela y Stefano e tutte le coppie di maestri guideranno tutti gli iscritti alla scoperta del tango, insegnando la tecnica e l’armonia di coppia, i fondamenti musicali del ritmo e la melodia, il giro con enrosques y contragiri. Imparare i passi seguendo i migliori tangheri del mondo è un’occasione imperdibile per tutti i ballerini che ogni anno partecipano numerosi ed entusiasti ai corsi che sempre più spesso registrano il tutto esaurito con larghissimo anticipo.

    Si comincia venerdì con Las Divinas del Tango, il seminario pensato per tutte le donne che potranno apprendere le tecniche del movimento e della postura, la qualità degli abbellimenti, la femminilità con l’aiuto di quattro tra le maggiori esponenti femminili del Tango Argentino: Mariana Montes, Roxana Suarez, Claudia Codega e Vanessa Villalba. Tutto dedicato agli uomini è, invece, il seminario Los Reyes del Tango. Sebastian Arce, Sebastian Achaval e Facundo Piñero guideranno gli iscritti nell’apprendimento della tecnica maschile, del movimento, della camminata, del segnale alla donna, con un’attenzione particolare all’interpretazione della musica. Torna il Seminario de Tango Salon: un’occasione imperdibile per vedere da vicino e confrontarsi con Sebastian Arce y Mariana Montes, Esteban Moreno y Claudia  Codega, Javier Rodriguez y Fatima Vitale, Sebastián Achaval y Roxana Suarez, quattro tra le migliori coppie di questo genere di danza. Altra novità della 18° edizione è il Seminario di coreografia, con i maggiori esponenti del Tango show, coreografi di compagnie rinomate nel mondo, Sebastian Arce y Mariana Montes, Facundo Pinero y Vanesa Villalba e Leandro Oliver y Laila Rezk. Non mancheranno le classi per i principianti che potranno frequentare lezioni gratuite Mercoledì 28.03 e mercoledì 4 aprile pv. dalle ore 21,00 alle ore 22,00 presso il Club Almagro via Perugia, 20 Torino per imparare i primi passi e farsi travolgere dalla “pasion tanguera”.

    GLI ARTISTI

    SEBASTIAN ARCE Y MARIANA MONTES

    Sebastian e Mariana sono una coppia d’impareggiabili talenti che da anni cavalca il panorama tanguero mondiale, affinando il personale stile di ballo moderno e sofisticato. Ballerini sin da giovanissimi, (Sebastian balla professionalmente dall’età di otto anni), si sono affermati sul panorama del tango internazionale come coreografi, direttori di scena, professori, organizzatori nonché straordinari ballerini. Sebastian e Mariana sono oggi una delle coppie più innovative della storia del tango pur avendo un background tanguero fra i più classici in assoluto.

    ESTEBAN MORENO Y CLAUDIA CODEGA

    Claudia e Esteban iniziano la loro attività professionale nel 1990 a Buenos Aires dando un contributo importante alla rinascita del Tango Argentino. Iniziano ben presto a farsi conoscere in Europa dove creano una scuola permanente a Lione e fanno base per le numerose tournée europee, pur continuando ad essere presenti nei maggiori eventi di Buenos Aires.

    JAVIER RODRIGEZ Y FATIMA VITALE

    Javier Rodriguez, uno dei più importanti esponenti del Tango argentino contemporaneo, amato dai più importanti milongueri di Buenos Aires per la sua straordinaria capacità di coniugare la tradizione con i valori del tango moderno.

    Torna a Torino dopo qualche anno di aasenza insieme a Fatima Vitale, danzatrice straordinaria con la quale conduce stage e spettacoli in Tutto il mondo. Un felice ritorno di Javier all’ ITTF per colui che insieme a Marcela e Stefano fu uno degli ispiratori di questo grande evento, partecipando sin dalle primissime edizioni.

    SEBASTIAN ACHAVAL Y ROXANA SUAREZ

    Coppia di ballerini molto conosciuti e apprezzati in Italia, Europa e Asia, Sebastian Achaval y Roxana Suarez sono una coppia molto giovane ma ormai già Buenos Aires”.

    Sebastian e Roxana sono una coppia emergente ma forte custode degli insegnamenti tradizionali e della capacità di trasmettere il tango, quello autentico, Rioplatense, basato sull’abbraccio, sulla musicalità, sull’improvvisazione.

    CARLITO ESPINOZA Y NOELIA HURTADO

    Noelia e Carlitos sono oggi forse una delle coppie più famose  e tra le favorite dei tangueri di tutto il mondo, con uno stile inconfondibile che unisce la tradizione del tango salon, con la bellezza mozzafiato dell’abbraccio chiuso, ed una dinamica ed energia, che dà l’impressione che la coppia stia volando. Con la loro musicalità e dinamica, trasferiscono la musica nei movimenti del corpo, trasformando il loro ballo in un’esperienza estremamente sensuale. Come insegnanti conducono gli allievi in “paesaggi interiori”, sia per chi porta che per chi segue, spiegando chiaramente e con gran passione concetti chiave e dinamiche.

    FACUNDO PINERO Y VANESSA VILLALBA

    Per la prima volta a Torino arrivano due ballerini straordinari che stanno spopolando in tutto il mondo. Due ballerini straordinari, coreografi per la prima volta a Torino. Un anno davvero speciale per loro che stanno portando la loro passione per il tango e la loro eleganza unica.

    A Torino saranno special guest del festival e parteciperanno alla serata iniziale e alle milonghe pomeridiane. Una occasione unica per i ballerini che sceglieranno di passare le feste pasquali danzando.

    LEANDRO OLIVER Y LAILA REZK

    Straordinari ballerini del Tango Show, quello pirotecnico e coreografico, portano la loro arte nei maggiori teatri di tutti il mondo. Non ancora particolarmente noti al pubblico italiano, sono interpreti sin da giovanissimi del tango più spettacolare ed acrobatico in alcune delle compagnie più importanti del Tango Argentino quale ad esempio La compagnia Tango X 2 di Miguel Angel Zotto.

    ORCHESTRA TANGO EN VIVO

    I componenti dell’Orchestra Tango en Vivo sono straordinari musicisti russi, con molti anni di musica di Tango alle loro spalle. L’orchestra si distingue per qualità nel repertorio tanguero invidiabile e dalla capacità di riprodurre le melodie con un tocco tradizionale e carismatico. Frutto di una scissione dall’orchestra Soledad, già presente nel 2011 al Festival di Torino, faranno la loro prima apparizione in città con la rodata formazione in quartetto.

    ORCHESTRA ENSEMBLE HYPERION

    Dal 1992 portano la loro musica sui palchi di tutta Europa. Oltre 900 gli spettacoli e le partecipazioni a Festival e rassegne e anche quest’anno tornano a donare le loro melodie e i loro talenti per Torino. Per il quattordicesimo anno sono compagni di viaggio e fedele colonna sonora dell’International Torino Tango Festival, proponendo il loro ampio repertorio, che va dal Tango tradizionale a quello contemporaneo. Una sicurezza per tutti quelli che, in passato come anche quest’anno, si lasceranno trasportare dalla loro musica.

     

     

  • In occasione del lancio di #Fumettineimusei, il nuovo progetto Mibact per i ragazzi che partecipano ai laboratori didattici museali
    Alcuni fanno risalire la storia del fumetto ai tempi della preistoria, alle pitture rupestri con scene di caccia o di vita quotidiana. Tutto ciò che sviluppa narrazione per immagini, laddove, spesso, si integrano scritte, può essere esempio di vignette e balloon ante litteram: dalla ‘grande striscia’ della Colonna Traiana alle scene mitologiche o quelle con la vita di santi e eroi. Così la nuova campagna social del mese di marzo del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo fa concorrere tutti i musei e parchi archeologici italiani nel proporre raffigurazioni che in qualche modo possano rimandare all’arte del fumetto, dando sostegno al progetto #Fumettineimusei, realizzato dallo stesso MiBACT e destinato ai bambini e ai ragazzi che partecipano ai laboratori museali. Ventidue albi, a firma di ventuno dei più importanti graphic novelist nazionali, realizzati in collaborazione con Coconino Press – Fandango per raccontare il patrimonio del Paese.

    Strizzano l’occhio alle nuvolette sia il vaso per olio a figure nere con scene di vita all’interno di una bottega (Cerchia del Pittore di Antiménes, Firenze, Museo Archeologico Nazionale, ca. 520 a.C.), in cui un anziano venditore di oli profumati dice all’acquirente kalo nai “Buono, vero?”, sia gli affreschi del I secolo conservati al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. In questi, una donna avanza verso due avventori, portando una grossa brocca e un bicchiere; i due uomini sembrano litigare sulla priorità dell’ordinazione: “Porta qui” (hoc), dice il primo, ma l’altro controbatte “No! È mia” (non/mia est); la donna spazientita ribatte: “Lo prenda chi vuole” (qui vol /sumat).
    Si scoprono personaggi incredibili – che non meraviglierebbero in albi modernissimi – in testimonianze del I secolo d.c., come i Graffiti delle Terme del Parco Archeologico di Ercolano o sulle pareti della Villa dei Misteri, a Pompei. E pure l’arte sacra rammenta le vignette: basta osservare L’Annunciazione di Simone Martini (Gallerie degli Uffizi, 1333) in cui l’Arcangelo Gabriele “parla” alla Vergine: “Ave gratia plena, dominus tecum”.
    Gli esempi che il MiBACT posta e condivide con l’hashtag #Fumettineimusei su tutti i gli account social – in particolare su instagram su @museitaliani e sul neonato profilo @fumettineimusei – sono numerosi e insoliti.

    L’obiettivo della campagna è coinvolgere i visitatori a cercare e fotografare nelle collezioni degli oltre 420 musei, parchi archeologici e luoghi della cultura statali tutto ciò che “ricorda, richiama o anticipa le tecniche del fumetto”.

    Fino al 1° aprile 2018, inoltre, l’Istituto Centrale per la Grafica di Roma espone i disegni originali delle copertine e gli schizzi delle principali tavole dei 22 #Fumettineimusei.

    Al termine dell’esposizione, le tavole entreranno a far parte della collezione permanente dell’Istituto, costituendo così il primo grande nucleo di opere dell’Istituto legate all’arte del fumetto (ingresso libero, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 19, in via della Stamperia, 6 – Roma).

    Fonte MiBACT
  • Fino al 24 giugno a PALAZZO SALMATORIS di Cherasco, è possibile visitare una bellissima mostra su Napoleone Bonaparte:

    EI FU – NAPOLEONE BONAPARTE DAL PIEMONTE ALL’EUROPA – 

    L’esposizione racconta gli aspetti culturali e sociali dell’epopea di Napoleone Bonaparte, con particolare attenzione alle vicende avvenute dal suo arrivo in Piemonte nel 1796 fino alla sua abdicazione nel 1814 e il rientro dei Savoia dall’esilio in Sardegna. La sede della mostra è lo stesso palazzo che ospitò proprio Napoleone il 28 aprile 1796 in occasione della firma dell’armistizio di Cherasco, centro presente all’interno della Federazione Europea delle Città Napoleoniche. Da qui Bonaparte iniziò la sua avanzata in Italia, parallelamente alle sue conquiste in Europa.

    Napoleone: sommo stratega, abile condottiero, trionfatore, riformista ma anche ladro d’arte, prigioniero ed infine esule. Ma chi era davvero Napoleone Bonaparte?

    L’uomo che, per riprendere il famoso verso manzoniano, fu “tre volte nella polvere, tre volte sugli altar”.

    Quasi duecento anni dopo la sua morte , c’è chi cerca ancora il suo fantasma nel Palazzo Ducale a Lucca dove alcuni testimoni giurano addirittura di averlo sentito parlare.

    Per circa 15 anni Napoleone tenne in mano i destini del Vecchio Continente e sotto di lui si produsse una trasformazione epocale, dall’antico regime alla società borghese. Con oltre venti campagne d’Europa portate brillantemente a termine, riuscì ad assoggettare un’enorme fetta di Europa continentale, esportando gli ideali rivoluzionari e praticando un’opera di rinnovamento sociale notevole.

    Impossibile non citare la sua riforma del sistema giuridico, con l’elaborazione del Codice Napoleonico, ancora oggi considerato come la base del diritto civile contemporaneo.

    La sua figura nella storia è paragonabile solo a quella di Giulio Cesare. Come lui, Napoleone fu un genio militare senza pari e un leader insuperabile che seppe traghettare l’Europa intera da un’epoca storica a un’altra.

    Perché ancora oggi la sua vicenda umana è fonte d’ispirazione e materia di studio per gli storici? E quanti falsi miti e leggende sono ancora da sfatare?

    Ecco allora un po’ di cose poco note, sul più grande stratega di tutti i tempi:

    • NON ERA BASSO – A dispetto di quanto sempre ritenuto, Napoleone non era un nanerottolo. Gli storici concordano sul fatto che fosse alto circa 168 cm, ben tre centimetri in più della media dei francesi della sua epoca e tre in più dell’ex presidente francese Nicolas Sarkozy. La sua proverbiale bassezza sarebbe opera di una maldicenza degli inglesi per sminuirne la fama sui campi di battaglia.
    • LA GIOCONDA  Sebbene gli italiani lo ricordino soprattutto per i numerosi capolavori sottratti durante la Campagna d’Italia, in nome di un grande sogno, quello napoleonico del Museo Universale del Louvre, non fu lui a rubare la Gioconda. Fonti storiche situano il dipinto in Francia già dal 1517, dove era stato portato dallo stesso autore, Leonardo Da Vinci.
    • MANO NEL GILET  Lo hanno ritratto spesso con una mano infilata tra i bottoni della giacca. Ma Napoleone non aveva alcun tic né tanto meno soffriva di feroci mal di stomaco. Semplicemente era questa l’usanza dei generali quando si facevano immortalare su tela nel 18esimo secolo.
    • CIBO IN SCATOLA  E’ grazie a lui se oggi abbiamo il cibo in scatola. Durante le sue campagne Napoleone fece sperimentare le invenzioni ingegnose del pasticciere Nicolas François Appert che ideò un metodo di cottura del cibo in vasetti di vetro a chiusura ermetica.
    • STELE DI ROSETTA  Fu scoperta nel 1799 da Pierre-François Bouchard, capitano nella Campagna d’Egitto di Napoleone. La Stele di Rosetta è una tavola di granito sulla quale sono incisi geroglifici e a fronte c’è il testo tradotto in greco. Grazie alla stele i linguisti sono riusciti finalmente a tradurre i geroglifici.
    • MAIALE  Secondo una leggenda, ancora oggi in Francia è vietato dare a un maiale il nome Napoleone. Ma in realtà nessun articolo del codice napoleonico ne parla.
    • FOBIA DEI GATTI Non è vero che Napoleone avesse paura dei gatti. Secondo la storica Katharine MacDonogh, autrice del libro “Storia dei cani e gatti a corte dai tempi del Rinascimento”, Napoleone era solo superstizioso e per questo si teneva alla larga dai gatti neri.
    • LA MAPPA DI WATERLOO C’è una ragione perché Napoleone Bonaparte si sentì disorientato sul campo di battaglia di Waterloo: stava usando una mappa sbagliata. Secondo il documentarista francese Franck Ferrand, sarebbe anche questa la spiegazione alla base della sconfitta finale dell’imperatore, destinata a portarlo all’esilio sull’isola di Sant’Elena. Tesi che ridimensiona l’eroismo dei britannici sul campo di battaglia e soprattutto i meriti del loro comandante, il Duca di Wellington. Come in altri casi nella storia è stata quindi una mera casualità a incidere sugli eventi. In particolare la mappa di cui disponeva Napoleone, e sulla quale aveva elaborato i suoi piani, mostrava il punto strategico della fattoria di Mont-Saint-Jean a un chilometro di distanza dalla posizione reale. Una differenza sostanziale, dal momento che un chilometro corrispondeva proprio alla gittata dei suoi cannoni.
    • ULTIME PAROLE  Napoleone morì durante il suo esilio a Sant’Elena per un tumore allo stomaco, accertato durante l’autopsia. Le sue ultime parole furono: “Francia, esercito – capo dell’esercito – Giuseppina” (sua moglie, ndr).

     

  • Protagoniste le figure femminili. L’esposizione prevede due itinerari: nel primo vengono celebrate alcune personalità chiave della dinastia sabauda come icone di stile ed eleganza; nel secondo vengono messi in luce i legami e le assonanze del Castello di Racconigi con le altre Residenze Sabaude tramite le similitudini di alcuni ambienti, ad esempio la presenza delle sale cinesi sia nel Castello sia a Villa della Regina.

    Attraverso storia, architettura, arte e moda si pone l’attenzione sul ruolo delle donne di casa Savoia, sulla loro determinazione politica, il loro mecenatismo culturale e artistico, il loro essere reggenti, madri e mogli.

    La mostra percorre fisicamente alcuni ambienti significativi della Residenza di Racconigi e – grazie alle testimonianze provenienti dalla Sartoria Tirelli – associa ai ritratti della collezione del Castello, abiti, gioielli e acconciature dell’epoca.

    Un’esposizione che da un lato consente una rilettura attenta di alcune personalità chiave della dinastia sabauda in un arco temporale di mille anni, dal Medioevo al XX Secolo, e dall’altro propone un percorso fra le assonanze delle varie Residenze Sabaude, richiamate in alcuni ambienti del Castello: ad esempio nelle sale cinesi si descriverà il fascino per l’Oriente che caratterizza altre regge, come le stanze di Villa della Regina a Torino.

    “Una mostra, due percorsi – dice Riccardo Vitale, Direttore del Castello di Racconigi – Nel primo le figure femminili di casa Savoia sono la voce narrante della dinastia, celebrate come icone di stile e eleganza; nel secondo il Castello di Racconigi si lega a doppio nodo con la storia dell’architettura e dell’estetica, mettendo in luce, sala per sala, in un grande museo diffuso, i suoi legami con le altre Residenze Sabaude”.

    Insomma, due itinerari in cui la storia, l’architettura, l’arte e la moda si fondono ed hanno come filo conduttore le contesse, le duchesse e le regine di Casa Savoia, la loro determinazione politica, il loro mecenatismo in campo artistico e culturale, la loro immagine di reggenti, mogli e madri, spesso amate dal popolo più dei loro consorti anche per la spiccata sensibilità religiosa e sociale.

    “La piramide dei poteri dinastici si è sempre fondata sulle armi, sulle arti e sui matrimoni. Ma dell’importanza straordinaria del ruolo femminile si è parlato spesso con superficialità e per luoghi comuni – continua Umberto Pecchini, ideatore della mostra con Loredana De Robertis – “Sovrane Eleganze” ribalta l’approccio tra Corte, cultura, diplomazia, arte e moda pone la donna al centro di una rilettura innovativa. Donne sabaude fissate nella solennità del ritratto e nella storicità di un abito che è rappresentazione del loro tempo; ma anche reinterpretate nella rivisitazione contemporanea di quel gusto attraverso i modelli delle più note collezioni sartoriali italiane”.

    La mostra consente, dunque, di indagare su un aspetto non ancora sufficientemente valorizzato, il ruolo femminile di personalità chiave, fra le quali Adelaide di Susa, donna di governo che visse nell’XI secolo, Maria Cristina di Francia, la prima Madama Reale nel Seicento, Anna Maria d’Orléans, prima regina e mecenate di artisti e architetti nel Settecento, Margherita nell’Ottocento, Elena e Maria José nel Novecento.

    Lo si potrà fare attraverso i più bei ritratti delle collezioni del Castello di Racconigi accompagnati da abiti storici o da cerimonia, gioielli e acconciature che ripercorrono la moda dell’epoca.

     

    La mostra è organizzata in collaborazione con l’Associazione Terre dei Savoia e con il contributo del programma InterregALCOTRA.

  • In occasione della “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’inno e della bandiera”

    sabato 17 e domenica 18 marzo dalle ore 10 alle ore 19

    il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano riaprirà alla visita del pubblico la

    Camera dei deputati del Parlamento Subalpino.

    Un evento eccezionale per permettere ai visitatori di vivere l’emozione unica di entrare nel cuore della storia d’Italia, la nostra Storia, e cogliere le radici delle dinamiche che regolano la nostra identità di oggi.

    È qui infatti che si svolse l’attività legislativa del Regno sardo tra l’8 maggio 1848 e il 28 dicembre 1860. È in questa aula parlamentare che personaggi come Camillo Cavour, Giuseppe Garibaldi, Angelo Brofferio, Cesare Balbo, Massimo d’Azeglio, Vincenzo Gioberti, Quintino Sella e centinaia di altri posero le basi della nostra democrazia e avviarono il cantiere dell’Italia.
    Doveroso dunque per il Museo Nazionale del Risorgimento riconsegnare al pubblico anche se solo per pochi giorni questo patrimonio inestimabile, un gioiello della città, con l’obiettivo di stimolare la cultura alla cittadinanza attiva e la condivisone dei valori collettivi.
    La Camera Subalpina è l’unica aula parlamentare rimasta integra in Europa tra quelle nate con le rivoluzioni del 1848 ed è riconosciuta monumento nazionale dal 1898.

    Dal 1938, anno del trasferimento del Museo a Palazzo Carignano divenne parte integrante dell’esposizione. Dopo gli importanti interventi di restauro del 1988 e del 2011, che ne hanno garantito la conservazione, non è più stata accessibile. I visitatori normalmente possono ammirarla da un ampio affaccio esterno che ne consente la visione di insieme.

  • La mostra diffusa Anche le statue muoiono. Conflitto e patrimonio tra antico e contemporaneo nasce dalla comune riflessione di quattro istituzioni – Museo Egizio, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Musei Reali, Centro Ricerche Archeologiche e Scavi di Torino – e propone un dialogo tra opere d’arte e manufatti di epoche e contesti geografici diversi attorno al tema trasversale della distruzione e della perdita e quindi, in parallelo, della conservazione e della protezione del patrimonio.

    Il progetto fornisce uno sguardo sul presente, in particolare sulla sistematica distruzione del patrimonio storico-artistico che ha di recente interessato le aree di conflitto nel Vicino Oriente. Introduce, però, una diversa temporalità, legata alla storia e all’idea di trasmissione da un’epoca a un’altra di manufatti, opere, idee.

    Oggetto di riflessione è anche il ruolo del Museo che, a partire dal ventesimo secolo, si è imposto come luogo di tutela e conservazione di un patrimonio che appartiene, almeno in teoria, a tutta l’umanità. I musei si trovano, tuttavia, in una posizione liminale: è ineludibile, infatti, pensarli sia come “predatori” di patrimoni altrui, sia come luoghi di conservazione e protezione di reperti che, altrimenti, sarebbero soggetti alla distruzione e all’oblio. La mostra è inserita nel calendario italiano dell’Anno Europeo del Patrimonio 2018.

    Se è vero, come questo progetto dimostra, che “anche le statue muoiono”, è lecito e doveroso domandarsi che ruolo abbia l’istituzione museale –
    luogo di conservazione per eccellenza, destinata a farsi testimone dell’arte o delle culture dei secoli passati – in questo processo. I musei concorrono
    alla morte delle opere che conservano nelle loro collezioni o sono l’ultimo baluardo perché esse possano sfuggire alla fine di un’esistenza messa
    in pericolo da una miriade di fattori quali oblio, mancanza di risorse, conflitti, disastri ambientali o più semplicemente incuria?

    Christian Greco

    La collaborazione con il Museo Egizio, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e i Musei Reali è un segnale forte della capacità di tutte queste strutture a operare in sinergia su temi comuni, per quanto relativo ad epoche diverse.

    Museo Egizio

    Musei Reali Torino 

    Fondazione Sandretto Re Rebaudengo

     

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    Anche quest’anno per l’8 marzo tutti i musei e luoghi della cultura statali apriranno le loro porte gratuitamente alle donne.

    Una giornata di festa che il Ministero dei Beni e delle Attività e del Turismo, guidato da Dario Franceschini, celebra, insieme alle aperture gratuite, con un’apposita campagna di comunicazione social e una galleria di donne eccezionali, la cui fama ha attraversato i secoli anche grazie all’arte e alla cultura. 

    Sante e prostitute, dee e popolane, intellettuali e artiste, attrici e martiri, scrittrici e poetesse, madri, madonne e rivoluzionarie: la campagna social del Mibact, in occasione dell’8 marzo, celebra il mondo femminile, attraverso le sue rappresentazioni più significative nell’arte, puntando i riflettori sulle vite delle donne che hanno fatto la storia.

    Oltre trenta locandine digitali – selezionate dagli storici dell’arte del principali Musei Italiani – animeranno infatti il profilo Instagram di @Museitaliani da oggi fino all’8 marzo, data in cui l’ingresso nei musei e nei luoghi della cultura statali sarà gratuito per tutte le donne, in tutta Italia.

    Dipinti, sculture, stampe, busti, reperti archeologici e ritratti che celebrano il “femminile” saranno dunque i protagonisti della campagna social: da Sofonisba Anguissola, una delle prime esponenti della pittura europea, ritrattista alla Corte di Filippo II di Spagna, a Ofelia, il personaggio shakespeariano e tragica eroina, che ha ispirato nei secoli pittori e poeti e che qui prende le forme della scultura in gesso di Arturo Martini conservata alla Pinacoteca di Brera, il busto di Madame de Stael, l’intellettuale liberale francese che ha animato i salotti letterari e fautrice del romanticismo europeo, e ancora il dipinto pompeiano di Saffo – conservato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli – la poetessa greca che ha tradotto in versi l’erotismo femminile, Cleopatra ritratta da Giovan Francesco Guerrieri, la celeberrima regina seduttrice e amante appassionata, che secondo la versione classica di Plutarco, morì suicida con il morso di un serpente, e ancora, tra le tante altre protagoniste della galleria di immagini, Jane Burden Morris, modella, musa dei preraffaelliti e moglie dell’artista e architetto britannico William Morris, la scultura di Eleonora Duse – conservata a Palazzo Pitti – attrice amata dal pubblico e osannata dalla critica, e protagonista in vita dell’amore tormentato con il poeta Gabriele d’Annunzio, fino alle Tre Età della donna, il capolavoro dell’artista austriaco Gustav Klimt, simbolo delle tre fasi della vita femminile.
    Anche per questa iniziativa l’invito rivolto ai visitatori è quello di una vera e propria caccia al tesoro digitale nei musei italiani, muniti di smartphone o macchina fotografica, alla ricerca di donne in dipinti, sculture, vasi figurati, arazzi e affreschi delle epoche e delle collezioni più disparate.

    Tutti possono condividere le proprie foto con l’hashtag #8marzoalmuseo e invadere i social con opere da tutta Italia, seguendo un filo rosso che unisce, nella bellezza, le straordinarie collezioni statali.

    Fonte: MiBACT

  • “Fatevi Rapire” è la nuova campagna pubblicitaria “spaziale” delle Residenze Reali Sabaude “extra Reali”  che apre il nuovo anno della Reggia di Venaria. Messaggio chiaro di crescita comune con le altre residenze , grazie anche al  numero sempre crescente di visitatori.

    La stagione delle mostre tocca più settori e argomentazioni: moda, design, costume e società.

    Il 17 marzo fino al 15 luglio 2018 si inaugurata la prima mostra  del 2018 “Genio e Maestria. Mobili ed ebanisti alla corte sabauda tra Settecento e Ottocento mobili d’arte di eccezionale rilevanza realizzati dai maggiori ebanisti e scultori dell’epoca (Luigi Prinotto, Pietro Piffetti,

    Giuseppe Maria Bonzanigo e Gabriele Capello detto “il Moncalvo”), alcuni mai esposti prima, grazie a prestiti di importanti istituzioni museali e di collezionisti piemontesi ed internazionali: due secoli di storia dell’arredo in circa 130 opere.

    Il 22 marzo il fotografo brasiliano Sebastião Salgado , il più importante fotografo documentario del nostro tempo, con il suo ultimo lavoro «Genesi»

    È un progetto iniziato nel 2003 e durato 10 anni, un canto d’amore per la terra e un monito per gli uomini.  Oltre 200 eccezionali immagini compongono un itinerario fotografico in un bianco e nero di grande incanto, raccontano la rara bellezza del patrimonio unico e prezioso di cui disponiamo, il nostro pianeta, con sguardo straordinario ed emozionante sui luoghi che vanno dalle foreste tropicali dell’Amazzonia, del Congo, dell’Indonesia e della Nuova Guinea ai ghiacciai dell’Antartide, dalla taiga dell’Alaska ai deserti dell’America e dell’Africa fino ad arrivare alle montagne dell’America, del Cile e della Siberia. Uno sguardo appassionato, teso a sottolineare la necessità di salvaguardare il nostro pianeta, di cambiare il nostro stile di vita, di assumere nuovi comportamenti più rispettosi della natura e di quanto ci circonda, di conquistare una nuova armonia. Un viaggio alle origini del mondo per preservare il suo futuro.

    Dal 28 marzo al 16 settembre 2018  – La fragilità della bellezza. Tiziano, Van Dyck, Twombly e altri 200 capolavori restaurati La mostra -che costituisce la fase conclusiva della XVIII edizione di Restituzioni, il programma di salvaguardia e valorizzazione che Intesa Sanpaolo conduce da quasi trent’anni a favore del patrimonio artistico nazionale- presenta 81 nuclei di opere, per un totale di oltre 200 manufatti restaurati con il sostegno di Intesa Sanpaolo nel biennio 2016-2017, provenienti da 17 Regioni italiane (più una presenza estera, da Dresda), e che coprono un arco cronologico che va dall’antichità al contemporaneo.

    Dal 6 aprile al 20 maggio 2018 – Architetture e prospettive. Massimo Listri alla Venaria RealeNella spettacolare Citroniera juvarriana, Massimo Listri espone alcune delle sue magistrali fotografie di architetture, realizzate appositamente, della Reggia di Venaria e di altri straordinari edifici storici.

     Dal 19 maggio al 30 settembre 2018 “Preziosi strumenti, illustri personaggi” Liuteria e Musica tra Seicento e Novecento in Europa. La mostra racconta, ponendoli in relazione, quattro secoli di liuteria e collezionismo, musica e musicisti, nobiltà e mecenatismo: violini, viole, chitarre a 5 ordini, mandolini, chitarre-lira, arpe, ghironde e salteri costruiti da sommi liutai, riconosciuti ed apprezzati in tutto il mondo: da Stradivari a Guarneri “del Gesù”, da Amati a Guadagnini, da Vinaccia a Fabricatore, Berti, Battaglia, Nadermann, Torres e Hauser che rappresentano i principali protagonisti italiani ed europei di un artigianato artistico, la liuteria, che in tutto il mondo, da secoli, è inscindibilmente legato alla cultura del “far musica”. Preziosi strumenti che su questo ambizioso palcoscenico, trascendono il semplice oggetto di artigianato artistico, per recitare ruoli di vere e proprie opere d’arte.

    Dal 18 luglio al 24 febbraio 2019 – Easy Rider – Il mito della motocicletta come arte

    Attraverso l’esposizione di modelli storici, entrati nell’immaginario collettivo, la mostra racconta una serie di episodi di una storia straordinaria diventata leggenda: “La moto e l’Italia” (Guzzi, Ducati, Gilera, Laverda); “Il viaggio” (Harley Davidson, Norton, BMW, Honda); “Le piste africane e il mito della Parigi-Dakar” (Yamaha, KMT…); “Il Giappone e la tecnologia” (Suzuki, Honda, Kawasaki, Yamaha).

    Dal 13 settembre al 10 marzo 2019 – Ercole e il suo mito –

    La mostra si propone di illustrare la figura di Ercole con una raccolta di straordinari dipinti e oggetti d’arte prodotti nell’antichità classica e tra Cinquecento e Settecento, alcuni dei quali presentati in Italia per la prima volta, provenienti da grandi collezioni italiane e estere, opere che testimoniano l’enorme fortuna a livello iconografico e narrativo degli episodi della vita di Ercole e insieme il forte fascino della sua immagine nei secoli. La mostra coincide con i lavori di restauro della “Fontana d’Ercole”, fulcro del progetto secentesco dei Giardini della Reggia, dominata dalla Statua dell’Hercole Colosso, la cui riproposizione al pubblico rappresenta una delle fasi conclusive del grande restauro della Venaria. 

    Dal 20 ottobre 2018 al 10 febbraio 2019 – Cani in posa –

    L’esposizione ha come oggetto la costante presenza del cane nel mondo dell’arte figurativa occidentale, spesso quale motivo accessorio della grande pittura di storia, ma anche come un genere vero e proprio coltivato dai pittori “animalisti” o da artisti completi cimentatisi in vari settori, sia con carattere autonomo che legato al genere del ritratto.

    Rinnovati i Format, le attività per le famiglie, gruppi e scuole, iniziative culturali, e corsi di formazione.

    La Venaria Reale – Per informazioni

    Fonte Materiale fotografico: Consorzio Residenze Reali Sabaude

     

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