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    ABBAZIA SACRA DI SAN MICHELE – STAGIONE MUSICALE 2017

    SABATO 27 MAGGIO 2017 – ORE 21.00 – Gruppo Vocale MELTING POTES dalla Francia

    Quest’anno la stagione musicale della Sacra inizia con il concerto di Musica sacra del coro MELTING POTES dalla Francia in programma sabato 27 maggio.

    Il gruppo vocale Melting’ Potes è nato nel 1998, è composto da una trentina di dilettanti molto affiatati che condividono entusiasmo e passione musicale in un repertorio vario che va dal sacro al gospel, passando per il classico fino alla world music. I canti sono interpretati a cappella o accompagnati dal musicista Nebojsa Markovic. Molto apprezzato dal pubblico, il coro fa parte del panorama musicale di Le Puy en Velai e partecipa regolarmente a diversi concerti, scambi e festival, in Francia (Mont Saint-Michel) e in Europa (Italia, Serbia).

    Fin dalla sua fondazione, Melting’ Potes è diretto da Nina Pal Markovic. Laureata all’Accademia di musica di Belgrado in Serbia, insegna canto corale al Conservatorio l’Atelier des Arts dove ha portato un nuovo dinamismo creando un Cursus Corale e dirigendo diversi cori adulti e giovanili.

    Quest’anno Melting’ Potes si impegna in un progetto europeo che lo porterà ad esibirsi nei siti consacrati a San Michele fino al 2020, una tournée che inizia proprio alla Sacra di San Michele, occasione nella quale, il gruppo vocale ha scelto un repertorio sacro, affinché le voci portino più alto il canto, fin oltre i monti!

    Al termine del concerto è prevista una speciale visita notturna alla Chiesa, alle Rovine del Monastero Nuovo e alla Torre della Bell’Alda.

    Per assistere al concerto, che come di consueto è gratuito e senza prenotazione, è obbligatorio il pagamento del biglietto di ingresso al monumento comprensivo della visita guidata speciale: intero euro 10,00; ridotto euro 8,00 (6-18 anni e oltre i 65). Non si effettua prenotazione e l’ingresso è consentito fino ad esaurimento posti.

    Per Informazioni: segreteria dell’Abbazia tel. 011/939130

    Sito internet: www.sacradisanmichele.com

    E-mail: info@sacradisanmichele.com

  • Omaggio a Emanuele Luzzati in occasione del decennale dalla sua scomparsa.

    L’intento è stato quello di arricchire l’immensa opera intitolata “La via Francigena”, 10 pannelli di grandi dimensioni, che illustrano l’antico cammino dei pellegrini e dei mercanti. (bozzetto di Emanuele Luzzati e pittura su tela di Elio Sanzogni), realizzata nel 1994 e attualmente ubicata nella Foresteria della Sacra di San Michele, con un nuovo percorso espositivo temporaneo, che porterà il visitatore alla scoperta dei “Paladini di Francia”, (opere gentilmente concesse dal Museo Luzzati di Genova).

    Una mostra che documenta l’attività del Luzzati, come autore e come interprete, in uno dei primi temi trattati nella sua carriera artistica. Sono presenti inoltre testimonianze sul lavoro svolto dall’artista in relazione al tema cavalleresco come, tra le altre, le tavole originali per la Chanson de Roland e Orlando in guerra.

    Aspetto interessante è la volontà di testimoniare i diversi ambiti lavorativi (illustrazione, design e ceramica) in cui Luzzati ha operato, al fine di dare una visione a 360°, seppur tematica, della sua attività artistica.

    Dal 30 maggio al 16 luglio.

    Dal martedì al venerdì 14.30-18.00

    Sabato domenica e festivi 9.30-12.30 e 14.30-18.00

    Per informazioni:

    Sacra di San Michele Tel. 011/939130 fax 011/939706

    info@sacradisanmichele.com

    www.sacradisanmichele.com

     

  • Talent Garden e la Fondazione Torino Musei, in collaborazione con la Compagnia di San Paolo e con il contributo della Camera di commercio di Torino, sfidano startup, freelance e sviluppatori di software a ideare un nuovo modello di gestione dei dati e di sviluppo di progetti per personalizzare l’esperienza-museo.

    Torino, lunedì 15 maggio 2017Sabato 27 e domenica 28 maggio Talent Garden e la Fondazione Torino Musei, in collaborazione con la Compagnia di San Paolo e con il contributo della Camera di commercio di Torino, lanciano Museum Hack, un invito a “hackerare” la cultura. I musei civici di Torino – GAM, Palazzo Madama, MAO e Borgo Medievale – si mettono alla prova con un hackathon culturale per creare nuove soluzioni tecnologiche che permettano di ridisegnare strategie e trovare nuovi metodi e idee per migliorare la gestione della propria offerta culturale e della relazione con i pubblici della cultura

    Una maratona di 30 ore in cui il mondo dei musei incontra quello della new economy: startup, freelance e sviluppatori di software, insieme per immaginare un progetto innovativo, scalabile e replicabile per tutto il mondo della cultura.

    Il progetto mira a coinvolgere community di innovatori per individuare un paradigma di CRM e customer experience adattabile ai bisogni dei quattro musei torinesi e dei loro visitatori, e a sviluppare un nuovo modello di gestione dei dati e di sviluppo di progetti che abbiano al centro la personalizzazione dell’esperienza-museo, online e insite. Focalizzandosi su un aspetto per l’innovazione culturale in ambito museale, la soluzione sviluppata attraverso Museum Hack ambisce a divenire un vero e proprio prodotto: replicabile, scalabile, trasferibile e sostenibile in un contesto di partnership fra Fondazione Torino Musei e startup culturali. La sfida lanciata attraverso Museum Hack è quella di favorire l’incontro tra le competenze digitali e i modelli dell’open innovation con il mondo culturale attraverso una proposta che risponda a specifiche esigenze del sistema culturale stesso. L’ambito sul quale si è deciso di operare per questa prima sperimentazione è quello dell’audience engagement, proponendosi in particolare tre finalità principali:

    • rendere possibile un’efficace strategia di comunicazione per target differenti;
    • consentire di attivare e coltivare, a partire da questa strategia, community diverse;
    • abilitare nuove soluzioni progettuali negli ambiti dell’e-commerce e del mobile ticketing, dell’internazionalizzazione, dell’accessibilità e del multilinguismo.

    Nello specifico, Museum Hack è un incontro immersivo di 30 ore, dalle ore 9 di sabato 27 alle ore 15 di domenica 28 maggio, durante il quale i partecipanti saranno chiamati a produrre un prototipo che soddisfi i bisogni dei quattro musei che fanno parte della Fondazione Torino Musei (GAM, Palazzo Madama, MAO e Borgo Medievale) e a definire un modello di customer experience e comunicazione che sfrutti a pieno le potenzialità del CRM per coinvolgere i pubblici di ciascun museo. Questi due giorni sono rivolti a team già formati (a partire dalle startup) o singoli developer, designer, maker e strategic thinker perché, partendo da stimoli di esperienze nazionali e internazionali, arrivino a costruire un prototipo da implementare nel contesto della Fondazione Torino Musei.

    Una giuria di esperti riconoscerà ai tre migliori prototipi prodotti nel corso di Museum Hack: 5.000 euro al primo progetto classificato, 2.000 euro al secondo classificato e 1.000 euro al terzo classificato. La Fondazione Torino Musei valuterà la sostenibilità e la scalabilità delle soluzioni proposte e verificherà la possibilità di proseguire lo sviluppo dei prototipi con i team vincitori.

    Per maggiori informazioni e per iscriversi e partecipare alla competizione è possibile visitare il sito museumhack.talentgarden.org. L’appuntamento per la premiazione è nella sede di Talent Garden a Torino, in via Giacosa 38, domenica 28 maggio alle ore 14.

    I PARTNER DEL PROGETTO

    Talent Garden “Museum Hack – ha spiegato Fabio Sferruzzi, Managing Director di Talent Garden Connect – è un’opportunità concreta per giovani professionisti, sviluppatori di software e startup che si occupano di innovazione culturale, che grazie al sostegno della Compagnia di San Paolo e al contributo della Camera di commercio di Torino potranno mettersi alla prova insieme a un’importante istituzione museale come Fondazione Torino Musei per progettare insieme un nuovo modo di concepire la relazione fra i visitatori e i musei stessi. Questa iniziativa si inserisce in un ambito progettuale che con Talent Garden ci vede impegnati a tutto campo con le istituzioni del territorio per favorire la condivisione delle competenze digitali e dell’open innovation.”

    Fondazione Torino Musei – “Il percorso intrapreso con Talent Garden e Compagnia di San Paolo, che culminerà con Museum Hack, rientra nelle linee strategiche di sviluppo della Fondazione Torino Musei tese a innovare le pratiche della cultura adottando soluzioni e strumenti anche non propri del settore, ma che si arricchiscono con la contaminazione. – ha detto Cristian Valsecchi, Segretario Generale della Fondazione Torino Musei. – Museum Hack per noi è un punto di partenza per migliorare e sviluppare nuove pratiche di coinvolgimento del pubblico. Dall’hackathon dovrà partire un percorso di incubazione del progetto e imprenditorialità che coinvolga i vincitori, la Fondazione Torino Musei e tutti i soggetti coinvolti, per uno sviluppo virtuoso che possa ricadere sul settore culturale territoriale e nazionale.”

    Compagnia di San Paolo“Museum Hack rappresenta l’esito del percorso progettuale Open Innovation Tag Cultural Lab che la Compagnia di San Paolo ha avviato con Talent Garden ormai diversi mesi fa, – ha dichiarato Matteo Bagnasco, Responsabile Area Innovazione Culturale della Compagnia di San Paolo. – L’iniziativa si propone di far incrociare alcuni dei principali enti culturali del territorio con nuovi saperi, avvicinandoli ai paradigmi dell’innovazione e del digitale attraverso specifiche attività progettuali da sviluppare in partnership con alcune startup selezionate per risolvere istanze specifiche poste dal sistema culturale stesso. Il percorso realizzato con la Fondazione Torino Musei potrà rappresentare un modello da estendere e sperimentare anche in altri contesti.”

    Camera di commercio di Torino“Come Camera di commercio di Torino sosteniamo l’iniziativa Museum Hack per la valorizzazione da un lato del nostro ricco patrimonio culturale, dall’altro delle abilità delle nostre aziende innovative digitali – ha spiegato Vincenzo Ilotte, Presidente della Camera di commercio di Torino. – Il progetto, infatti, rappresenta essenzialmente un’importante occasione di incontro tra queste due realtà e un’opportunità di crescita reciproca, per la creazione e lo sviluppo di soluzioni gestionali e di marketing che diventano ogni giorno di più strumenti quotidiani e indispensabili anche per le imprese culturali.”

  •  “Una notte a Palazzo Reale”

    SAVE THE DATE!  mercoledì 24 maggio si arriva al terzo incontro organizzato da Club Silencio, in collaborazione con i Musei e gli edifici storici di Torino: «Il fil rouge che lega tutte le serate del progetto», fanno sapere gli organizzatori dell’evento, «offrire una nuova esperienza socio-culturale ai cittadini, dando loro la possibilità di riscoprire le grandi realtà culturali torinesi in un contesto meno istituzionale».

    Il programma dell’evento
    Palazzo Reale  apre le sue porte alle 19,30 per un aperitivo con Dj Set nello splendido cortile di quella che è la più antica residenza Sabauda in Piemonte.

    Dal cortile interno partirà poi il percorso di visita del museo: dalle stanze del piano nobile dei Principi di Piemonte alla sontuosa Armeria Reale.

    Gli spazi dei Musei saranno aperti, in via eccezionale per l’evento, fino alle 23.30 e sarà possibile compiere una visitata guidata del palazzo.

    Costi e biglietto

    Euro 18,00 aperitivo e visita museale con inizio ore 19,30

    Euro 10,00 ingresso e visita museale con ingresso ore 21,45

    In entrambi i casi è inclusa una consumazione nel costo del biglietto.

    La tessera Abbonamenti Musei non è utilizzabile in questa occasione.

    E’ necessario accreditarsi all’evento per poter vivere questa esperienza indimenticabile, all’interno di uno dei tesori del patrimonio culturale italiano.

  • Pop Art Italiana dalle collezioni della GAM – Torino  a cura di Riccardo Passoni, in mostra a Cuneo, nel Complesso Monumentale di San Francesco

    La mostra – promossa dalla Fondazione CRC in occasione dei 25 anni dalla nascita, nel gennaio 1992 – propone un excursus intorno alla Pop Art italiana, attraverso una selezione di cinquanta opere tra dipinti, sculture e video, tutte provenienti dalla GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino.

    L’esposizione nasce dalla volontà di riflettere sulla vicenda storica della Pop Art in Italia, alla luce della recente rinnovata attenzione da parte della critica. Gli aspetti principali su cui la critica si è soffermata nel rileggere il fenomeno includono, da una parte, lo studio della cronaca di quegli anni, alla ricerca di corrispondenze dirette con l’arrivo e l’esplosione del fenomeno Pop americano sul suolo italiano e dall’altra, la messa a fuoco della provenienza culturale e linguistica degli artisti italiani, evidenziandone contiguità e differenze rispetto agli internazionali.

    La mostra occupa i suggestivi spazi del Complesso monumentale di San Francesco − restaurato e restituito alla città nel 2011 grazie a un ingente finanziamento della Fondazione CRC e adiacente al Museo Civico di Cuneo − e vuole ricostruire l’ampio ventaglio delle proposte italiane maturate nei primi anni Sessanta. In quegli anni numerose furono le corrispondenze tra il progressivo ma rapido affermarsi della Pop Art americana e la scena italiana, in particolare nelle città di Roma e Torino, così come la circolazione degli artisti e delle loro proposte linguistiche.

    Il percorso espositivo illustra, per campionamenti, le differenti declinazioni di stile degli artisti, tra cui Mario Schifano, Franco Angeli, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Sergio Lombardo, Fabio Mauri, Mario Ceroli, attivi sulla scena romana, accanto a personaggi come Jannis Kounellis e Pino Pascali. Sul versante torinese, la mostra raccoglie opere di Ugo Nespolo, Aldo Mondino, Michelangelo Pistoletto, Antonio Carena. Sullo sfondo, tra le tante altre proposte in mostra – volte anche a presentare importanti esiti collaterali, non dichiaratamente Pop ma contestualizzabili in quella temperie di sviluppo e ricerca – esempi delle ricerche pioneristiche di Mimmo Rotella e Enrico Baj.

    Completano la mostra opere della Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris e della Fondazione CRT per l’Arte Moderna e Contemporanea, tutte custodite presso la GAM di Torino.

    «Una mostra che siamo orgogliosi di promuovere insieme alla Fondazione CRC e che permette di esporre a Cuneo, in una cornice davvero particolare come il complesso monumentale di San Francesco, opere del prestigioso patrimonio del nostro museo, che possono così riemergere in un nuovo contesto espositivo» aggiunge Carolyn Christov-Bakargiev, direttore della GAM di Torino. 

    «Tutte le opere esposte provengono dalla GAM» racconta Riccardo Passoni, curatore della mostra e vicedirettore della GAM di Torino «Ed è importante sottolineare come la maggior parte di esse abbia trovato posto nelle nostre collezioni già da molto tempo. Questo è stato possibile soprattutto grazie all’arrivo nel museo, alla metà degli anni Sessanta, della collezione del Museo Sperimentale di Arte Contemporanea fondato nel 1963 da Eugenio Battisti presso l’Istituto di Storia dell’Arte dell’Università di Genova. Rileggere quella importante collezione da questo nuovo angolo visuale, ha costituito per noi una vera sorpresa, proprio per la ricchezza di opere sul tema Pop e dintorni. »

    «Siamo estremamente felici di questa collaborazione con la GAM» dichiara Giandomenico Genta, Presidente della Fondazione CRC «Io non amo la natura è prima di tutto un evento di grande richiamo e rilievo per la promozione turistica e culturale di Cuneo e provincia. Proprio quest’anno, inoltre, la Fondazione CRC compie i suoi primi 25 anni: una ricorrenza che abbiamo voluto celebrare con questa mostra, occasione unica per avvicinare al mondo dell’arte i nostri concittadini, i giovani e le scuole».

    L’esposizione sarà corredata da un catalogo edito da Silvana Editoriale.

    Orari:

    martedì-domenica: 15.30-18.30

    Ingresso gratuito

    Per informazioni: tel. 0171 634175 progetti@fondazionecrc.it

    Immagine di:

    Pino Pascali | Omaggio a Billie Holiday (Labbra Rosse), 1964
    Tela dipinta a smalto su centine in legno | 64 x 120 x 22 cm
    Acquisto della Fondazione Guido ed Ettore de Fornaris da Vittorio Rubiu, Roma, 1985
    GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino
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    Inaugurata a Mantova la mostra clou di Palazzo Ducale per il 2017.

    Dedicata allo spettacolo e alle arti del banchetto rinascimentale nell’anno in cui Mantova – dopo i fasti di Capitale Italiana della Cultura – è stata scelta insieme con Bergamo, Brescia e Cremona quale Capitale Enogastronomica Europea.

    Con straordinari e suggestivi contributi, la mostra ricostruisce lo scenario sfarzoso della convivialità dei prìncipi nel corso di due secoli, dal Cinquecento al Settecento: i segreti del convito, la tavola imbandita, la teatralità degli arredi, le tovaglierie, i vasellami, i riti del sedersi e del conversare, le vesti e, le luci, la musica, la poesia e i colori. In un percorso di oltre cento preziose opere provenienti da mezza Europa, nell’atmosfera splendida e scenografica del banchetto emerge quanto fosse importante per i grandi del tempo affidare alla tavola, nelle sue molteplici interpretazioni, il messaggio della propria grandezza e magnificenza, della propria superiorità culturale.

    Oltre ai servizi di posate che accompagnavano l’imperatore Massimiliano I nelle battute di caccia e alle posate da viaggio di Maria Teresa d’Austria, fa ritorno a Mantova il piatto che adornava la credenza di Isabella d’Este (in bella mostra il suo motto “nec spe nec metu”), accanto ad altri magnifici piatti e saliere con lo stemma dei Gonzaga, scampati allo spettacolo fragoroso dell’opulenza di banchetti in cui “si levavano, si gettavano,  si rompevano e di certo grande era certo il numero, poiché gli sig. Scalchi, imbandirono a ventiquattro piatti”, cambiando “quattro volte la tovaglia… per quella splendida virtù, che si chiama magnificenza”.

    I resoconti dell’epoca così descrivono, ad esempio, il convivio del 22 settembre 1587, offerto in Palazzo Ducale per l’incoronazione del duca Vincenzo l.

    I trattati di alta cucina: il volume a stampa (1549) di Cristoforo Messisbugo, cuoco di Carlo V (così raffinato che l’Imperatore volle nominarlo conte palatino), quelli di Bartolomeo Scappi, cuoco segreto di Papa Pio V (Venezia, 1570) e del nostro di Bartolomeo Stefani (1662).

    I pezzi arrivano dall’Italia (Milano, Verona, Firenze, Parma, lo stesso Ducale e la Teresiana) oltre che da musei e abbazie di mezza Europa: Salisburgo, Vienna, Reichersberg, Bratislava, Kremsmünster, Graz oltre a un cospicuo prestito della magnifica collezione Esterhazy da Eisenstadt.

    La mostra è a cura di Johannes Ramharter e Peter Assmann. Il comitato scientifico è composto da Peter Assmann, Johannes Ramharter, Paola Venturelli, Renata Casarin, Hannes Etzlstorfer, Gianfranco Ferlisi e Francesca Ferrari. Il progetto espositivo è stato curato dagli architetti David Palterer e Norberto Medardi (P&M Architecture di Firenze) e dall’architetto Antonio Mazzeri del Museo di Palazzo Ducale. La progettazione dell’attività didattica è curata da Renata Casarin, vice direttore del complesso museale di Palazzo Ducale, con Lara Zanetti. Il catalogo della mostra, edito da Tre Lune Editori, pubblica testi di Peter Assmann, Johannes Ramharter, Nina Knieling, Paola Venturelli, Alain Tapié, Hannes Etzlstorfer, Auretta Monesi, con un’appendice di Lara Zanetti sul percorso educativo appositamente creato. La postazione video è a cura di Daniela Sogliani e Francesca Ferrari.

    Castello di San Giorgio – Mantova 

    CURATORI: Johannes Ramharter, Peter Assmann

    ENTI PROMOTORI:

    • MiBACT
    • Complesso Museale Palazzo Ducale di Mantova

    COSTO DEL BIGLIETTO: Ingresso con biglietto Castello di San Giorgio € 12

    SITO UFFICIALE

    Dal 21 Aprile 2017 al 17 Settembre 2017

  • NELLE PROFONDITÀ DELLO YOGA

    Ciclo di seminari su aspetti inediti delle tradizioni dello yoga.

    a cura di Gianni Pellegrini, Università di Torino, e Federico Squarcini, Università Ca’ Foscari di Venezia

    Ai nostri giorni la pratica dello yoga è entrata nelle case e nelle vite di tutti, animali inclusi.

    Attorno allo yoga orbitano titaniche multinazionali del fitness, spregiudicati squali del franchising, ‘santoni’ senza scrupoli, piazzisti del diploma di yoga teacher, dilettanti dell’anima di ogni sorta. Si tratta di uno scenario complesso, in cui si intrecciano problemi di svariata natura.

    Affacciarsi a questi problemi spalanca porte inedite e convoca molteplici campi di indagine: dall’indologia al brain imaging, dalla storia delle religioni alla semiotica della comunicazione, dalla psicologia cognitiva alle scienze economiche e del marketing, dalla fisiologia umana al diritto internazionale dei beni culturali, dalla sociologia degli stili di vita alla storia delle istituzioni coloniali.

    Il 21 giugno è la giornata internazionale dello yoga, e vale la pena approfondire meglio la nostra conoscenza in tal senso. In questo ciclo di seminari le suddette problematiche verranno intese e lette con la debita attenzione, a partire dall’esame dei rapporti fra lo yoga di oggi, quelli del passato e, se ce ne sarà ‘uno’, quelli del futuro.

    Per informazioni iscrizioni e costi

  • Una Tac mobile firmata Eurac per le mummie del Museo Egizio

    Al via la campagna di analisi sulle 114 mummie del museo torinese. Eurac Research coordina gli studi scientifici

    Un tir lungo 14 metri staziona in questi giorni a Torino, davanti all’ingresso principale del Museo Egizio.

    È lì da due settimane, il tempo necessario per sottoporre a una Tac un centinaio di mummie umane del Museo.

    Il tir venuto dall’Olanda ospita infatti un sofisticato macchinario per la Tac che permetterà a un’equipe internazionale di ricercatori di analizzare i resti umani nell’ambito di una approfondita campagna di studi che Eurac Research guiderà nei prossimi anni: esami della datazione, analisi biologiche, antropologiche e sullo stato di conservazione apriranno la strada a numerose ricerche sulla storia egizia dall’epoca predinastica a quella romana.

    La mummia dell’architetto Kha e di sua moglie Merit sono solo i reperti più noti. Il Museo Egizio di Torino, il più importante al mondo dopo quello del Cairo, ospita 114 mummie che hanno tra i 6000 e i 2000 anni. Alcune di queste non erano mai state nemmeno spostate fino a pochi giorni fa.

    Il gruppo di ricerca guidato da Eurac Research sta valutando insieme agli esperti del Museo quali delle 114 mummie possano essere trasportate senza rischi nel tir e come posizionarle per la Tac.

    Alcuni corpi saranno lasciati infatti dentro ai loro sarcofagi. In alcune mummie, se le condizioni dei corpi lo permetteranno, i ricercatori preleveranno anche dei campioni di tessuto in modo diretto o usando un endoscopio.

    “Si tratta di un’operazione straordinaria, ma il bello comincia una volta conclusa questa fase”, annuncia Marco Samadelli esperto di conservazione di mummie di Eurac Research. “Nei prossimi mesi e anni sottoporremo i campioni a varie analisi e daremo così risposta a molte domande per le quali l’archeologia ha fornito spiegazioni solo parziali. Per esempio, scopriremo esattamente cosa mangiavano gli egizi nelle varie epoche, di cosa si ammalavano, come venivano imbalsamati”.

    “Siamo orgogliosi di far parte di questo progetto”, ha dichiarato Christian Greco, direttore del Museo Egizio. “È un ottimo esempio di ricerca multidisciplinare che potrà fornire elementi preziosi per la conoscenza dei reperti e aprire ulteriori ambiti di ricerca per lo studio dell’antico Egitto”.

    L’esame del carbonio 14 servirà per esempio a inquadrare le mummie dal punto di vista storico, mentre le immagini della Tac permetteranno di osservare calcificazioni, neoplasie o residui dei processi di imbalsamazione. Dalle analisi del DNA antico i ricercatori si aspettano invece di avere indicazioni sulla dieta, sulle malattie comuni, sui tratti somatici e i legami parentali. Saranno invece i test microbiologici su spore e funghi a far capire agli esperti lo stato di conservazione delle mummie.

    La ricerca, svolta sotto l’attenta supervisione della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Torino e della direzione del Museo, coinvolge esperti del team medico statunitense del gruppo Horus e dei laboratori per le analisi del C14 del Curt-Engelhorn-Zentrum Archäeometrie di Mannheim.

  • Si chiama Fritz, l’ospite più singolare della residenza di Caccia Sabauda di Stupinigi nell’Ottocento.

    Arrivò a Torino come dono da parte del viceré d’Egitto Mohamed Alì per il Re di Sardegna Carlo Felice, che aveva inviato in omaggio cento pecore merinos: uno scambio di favori!

    La presenza dell’elefante Fritz va a completare il quadro di quello che si può considerare il primo giardino zoologico italiano che per rimediare all’impoverimento della fauna nel parco della Palazzina, causato dalle continue battute di caccia del Re e della corte, a fine Settecento alcuni locali cominciarono ad allevare cervi e fagiani.

    Appena sbarcò a Torino divenne rapidamente famoso in tutta la città.

    Cosa ci facesse un animale così esotico e così ingombrante nei giardini della famiglia reale è da ricercarsi nei rapporti internazionali della famiglia Savoia e dal ritorno dell’uso e del gusto circense di radici romane.

    Ballava a suon di musica e mangiava circa 50 pagnotte, 24 cavoli lombardi, riso cotto e due pinte di vino al giorno.

    Con l’intensificarsi dei contatti internazionali il giardino iniziò ad aprire le porte a numerosi animali esotici: mufloni, gazzelle, camosci e canguri.

    Le corti amavano esibire i loro rari esemplari davanti ai nobili e al popolino, che impazzivano di fronte alla loro singolarità.

    Il pachiderma indiano giunse in Piemonte all’età di 27 anni, nove mesi dopo la sua partenza da Alessandria d’Egitto, dove fu imbarcato insieme a due giraffe.

    Fritz non fu il primo elefante a visitare la terra piemontese. Successe già nel 1774, quando un suo simile si esibì in un baraccone dietro piazza Castello.

    Niente a che vedere con il successo e il mito che si creò con l’elefante di casa Savoia. Fritz abitò a Stupinigi per 25 anni e ad ogni esibizione la popolazione lo salutava con grande entusiasmo.

    L’animale, con l’immagine dell’elefante buono e simpatico che si mette in mostra ballando a tempo di musica, diventa rapidamente una favola esotica nell’immaginario della popolazione torinese.

    Una realtà molto lontana dallo stato d’animo della bestia, che diventa tragedia appena muore uno dei suoi custodi.

    Rattristato dall’assenza di una figura che lo aveva allevato per 25 anni, come spesso accade agli animali tenuti in cattività, l’elefante smette di collaborare e cade in depressione.

    L’ascesa al trono sabaudo di Vittorio Emanuele II non favorisce il destino dell’animale: nuovo re non considerava la vita dell’elefante una causa così rilevante per cui spendere tempo, tantomeno denaro.

    Nel 1847 Fritz tocca il massimo della sua depressione quando uccise un custode che cercava di farlo uscire dal suo recinto.

    L’animale impazzì e iniziò a distruggere tutto ciò che lo circondava nel recinto dei giardini di Stupinigi.

    E come succede ancora oggi quando un animale diventa inspiegabilmente violento e cattivo, le alternative in mano all’uomo sarebbero molte, ma spesso ricorre a quella definitiva.

    Nel 1852 l’elefante “triste” Fritz viene abbattuto con il metodo dell’asfissia attraverso il monossido di carbonio.

    La storia di Fritz continua  al Museo di Scienze Naturali di Torino, dove è possibile osservare le sue fattezze imbalsamate.

     

     

     

  • dal 31/03/2017 al 02/07/2017

    Una nuova imperdibile mostra composta da 60 opere, tra olii, acquerelli e grafiche ripercorrono oltre un secolo di arte internazionale, attraverso i suoi maggiori interpreti, da Claude Monet a Edgar Degas, da Dante Gabriel Rossetti a John Everet Millais, da Pablo Picasso a Francis Bacon, da Roy Lichtenstein a Andy Warhol e molti altri.

    La mostra, Da Monet a Bacon, capolavori della Johannesburg Art Gallery, prodotta da Nuova Villa Reale, Cultura Domani e ViDi, con la collaborazione di ArtGlass e il patrocinio del Comune di Monza e del Consolato Generale del Sud Africa, è curata da Simona Bartolena.

    L’esposizione consente al pubblico di scoprire l’affascinante storia della Johannesburg Art Gallery, aperta al pubblico nel 1910, che vanta un patrimonio di grande valore artistico.

    In contemporanea, alla Villa Reale si tiene La storia dell’arte raccontata ai bambini, un progetto didattico pensato per introdurre i più giovani al grande mondo dell’arte. Il percorso, suddiviso in stanze multisensoriali, si pone come obiettivo quello di educare i più piccoli alla Bellezza che l’uomo ha saputo creare in millenni di storia, mettendoli al centro di un racconto nel quale diventare protagonisti attraverso esperienze e riflessioni.

    Aperture e costi

    Biglietti:

    Mostra DA MONET A BACON. Capolavori della Johannesburg Art Gallery:
    intero € 12;
    ridotto € 10 per gruppi di almeno 15 persone e apposite convenzioni;
    ridotto speciale € 5 per scolaresche e minori di 18 anni.

    Progetto didattico “Storia dell’Arte raccontata ai bambini”:
    intero € 8
    ridotto € 6 per gruppi di almeno 15 persone e apposite convenzioni
    ridotto speciale € 5 per scolaresche e minori di 18 anni.

    Cumulativi:

    Cumulativo Appartamenti Reali + Corpo Centrale Villa:  Il biglietto consente la visita agli Appartamenti Reali e alle mostre DA MONET A BACON. Capolavori della Johannesburg Art Gallery, Storia dell’arte raccontata ai bambini e al Museum Design Triennale di Milano: intero € 19; ridotto € 16 per gruppi di almeno 15 persone e apposite convenzioni; ridotto speciale € 6 per scolaresche e minori di 18 anni.

    Acquista il tuo biglietto on line

    Cumulativo Corpo Centrale Villa e progetto didattico: il biglietto consente la visita alle mostre DA MONET A BACON. Capolavori della Johannesburg Art Gallery, Storia dell’arte raccontata ai bambini e al Museum Design Triennale di Milano: intero € 16; ridotto € 14 per gruppi di almeno 15 persone e apposite convenzioni; ridotto speciale € 6 per scolaresche e minori di 18 anni.

    Orari:
    Da martedì a domenica: 10.00-19.00
    Venerdì 10.00-22.00
    Lunedì chiuso

    Contatti

    Telefono: 039.5783427
    E-mail: info@villarealedimonza.it

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