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  • La mostra è promossa dalla Presidenza della Repubblica

    Palazzo del Quirinale e

    a Torino dalla Fondazione Torino Musei

    MAO Museo d’Arte Orientale MAO Museo d’Arte Orientale

    via San Domenico 11 – Torino

     

    Alcuni dei più importanti musei italiani ed europei – tra i quali il Museé du Louvre e il Musée Guimet di Parigi, il Museum für Byzantinische Kunst di Berlino, il Museo Nazionale d’Arte Orientale “Giuseppe Tucci” di Roma, la Biblioteca Apostolica Vaticana, il Museo Nazionale del Bargello di Firenze – hanno messo a disposizione le loro preziose opere per realizzare una grande mostra che ripercorre la storia millenaria dei rapporti tra l’Oriente e l’Europa e si riallaccia al grandioso progetto del Presidente Xi Jinping di apertura di una nuova Via della Seta.

    Al MAO Museo d’Arte Orientale di Torino, dal 31 marzo al 2 luglio 2017, “Dall’antica alla nuova Via della Seta”, mostra che raccoglie 70 antiche e preziose opere a rappresentare la storia millenaria dei rapporti tra la Cina e l’Occidente, in particolare l’Italia. Dopo una prima esposizione al Palazzo del Quirinale la mostra trova spazio per la prima volta in un museo che offre un ampio panorama dell’arte delle antiche culture dell’Asia.

    Per almeno due millenni l’Antica Via della Seta ha unito Oriente e Occidente, incoraggiando i contatti all’interno di uno spazio immenso, e ha permesso alle diverse culture di crescere, attingendo reciprocamente alle conquiste scientifiche e culturali degli uni e degli altri attraverso l’intermediazione e il dialogo.

    Mercanti, ambasciatori, monaci, esploratori, avventurieri e missionari di varie fedi, provenienti dai luoghi più disparati, si incontravano lungo le strade confrontando senza sosta usanze, pratiche e fedi religiose. Il Cammelliere su cammello battriano (VI-VII secolo), animale simbolo delle vie carovaniere, lo Straniero dal volto velato (VII-VIII secolo), piccolo capolavoro dell’arte funeraria cinese, la Mattonella con giocatori di polo (1256-1335), dipinta a lustro e blu cobalto, una importante e rara manifestazione artistica dell’Iran durante il dominio degli Ilkhanidi di origine mongola, la Descrizione illustrata del mondo di P. Ferdinand Verbiest (1674), un lavoro monumentale che rappresenta la sintesi più avanzata delle conoscenze geografiche dell’epoca, sono solo alcuni degli importanti oggetti presenti in mostra.

    Grazie alle preziose opere custodite al MAO, ai prestiti concessi dalle più importanti istituzioni museali, bibliotecarie e archivistiche europee e italiane – tra gli altri il Musée du Louvre, Musée Guimet e Musée Cernuschi di Parigi, il Museum für Byzantinische di Berlino, il Museo delle Civiltà/Museo Nazionale d’Arte Orientale ‘Giuseppe Tucci’ di Roma, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, la Biblioteca Apostolica Vaticana, il Museo Nazionale del Bargello, la Biblioteca Nazionale e l’Archivio Centrale di Firenze, il Museo Civico di Bologna, il Museo del Tesoro di San Domenico e Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, la Biblioteca Marciana e la Procuratoria della Basilica di San Marco di Venezia – e a una ventina di opere moderne provenienti dalla Cina e realizzate da artisti cinesi contemporanei, l’esposizione testimonia quindi la varietà e la ricchezza degli scambi tra Oriente e Occidente, l’abilità dei maestri artigiani, la velocità di circolazione delle informazioni.

    L’Italia ha avuto un ruolo fondamentale nella storia dei rapporti con la Cina: si tramanda che già Marco Aurelio, nel 166 d.C., invia un’ambasceria alla corte del Figlio del Cielo permettendo ai due imperi più grandi e longevi della storia di entrare in contatto; Marco Polo, nel Duecento, celebra lo splendore della Cina ne Il Milione, contribuendo a migliorare le conoscenze di popoli e mondi ancora poco noti in Occidente; il gesuita Matteo Ricci, accolto nel 1601 nella Città proibita come ambasciatore d’Europa, è ammesso dall’imperatore Wanli nella cerchia ristrettissima dei Mandarini e gli è concesso di fondare una chiesa a Pechino; Martino Martini, durante la sua lunga permanenza in Cina, redige il Novus Atlas Sinensis, primo atlante moderno della Cina che verrà pubblicato in Europa nel 1655. Come in passato, saranno gli uomini capaci di proiettare verso il futuro questa antica realtà i protagonisti di questo nuovo corso, che non va inteso come un fenomeno esclusivamente economico, ma come un cantiere aperto di interconnessioni e di arricchimento reciproco.

    La mostra è curata da Louis Godart, David Gosset e Maurizio Scarpari – l catalogo è a cura dei Proff. Louis Godart e Maurizio Scarpari.

    TARIFFE

    Mostra Intero €10; ridotto €8; Gratuito Abbonati Musei Torino Piemonte

    Mostra + collezioni Intero €14; ridotto €11; Gratuito Abbonati Musei Torino Piemonte

    INFO t. 011.4436932

    mao@fondazionetorinomusei.it

  • Palazzo Madama: Dall’Africa al museo

    Incontro con Ivan Bargna, antropologo dell’Università Milano Bicocca

    e Simonetta Castronovo, conservatore di Palazzo Madama

    L’incontro nasce dalla riflessione sull’avorio che caratterizza l’attuale momento storico: per reagire al bracconaggio di elefanti in continua espansione, esiste ora una rigida normativa internazionale che vieta il commercio di questo materiale, ma il rischio di estinzione degli elefanti non è scongiurato e alcune voci si stanno persino interrogando sull’opportunità (etica) di continuare a esporre i manufatti in avorio nei musei.

    Partendo dagli avori africani presenti nelle collezioni di Palazzo Madama e più in generale nei musei europei, Ivan Bargna ci riporterà in Africa, ripercorrendo la biografia culturale di questi oggetti, per mostrare come le loro vicende costituiscano un episodio delle relazioni interculturali e di dominazione che Europa e Africa hanno intrecciato nel corso dei secoli.

    L’artisticità di questi oggetti, la loro iconografia, i materiali di cui sono fatti e gli animali da cui provengono, ci parlano di mondi vicini e lontani che si incontrano e si scontrano cercando una difficile coabitazione, oggi come in passato.

    Ingresso conferenza euro 5

    (ridotto euro 2 Abbonati Musei Torino Piemonte)

    Prenotazione obbligatoria

    t. 011 4436999 (da lunedì a venerdì, orario 9,30-13 e 14-16)
    e-mail: didattica@fondazionetorinomusei.it

  • Klee, Kandinsky, Munch, Matisse, Delaunay, Warhol, Fontana, Boetti, Paolini, Hirst…

    Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea – GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea dal 14 marzo – 23 luglio 2017

    La mostra L’emozione dei COLORI nell’arte è presentata nella Manica Lunga del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e nelle sale della GAMGalleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, con l’esposizione di una straordinaria raccolta di 400 opere d’arte realizzate da oltre 130 artisti provenienti da tutto il mondo che datano dalla fine del Settecento al presente.

    La mostra collettiva ripercorre la storia, le invenzioni, l’esperienza e l’uso del colore nell’arte. Attraverso una molteplicità di racconti e presentazioni di opere d’arte importanti, si affronta l’uso del colore da svariati punti di vista, tra i quali quello filosofico, biologico, quello antropologico e quello neuroscientifico.

    Durante il secolo scorso sono state organizzate numerose mostre sul colore a partire dalle teorie della percezione divenute popolari negli anni Sessanta. Quel tipo di approccio discende da una nozione universalistica della percezione e da una sua pretesa valenza oggettiva, molto distante dalla consapevolezza odierna della complessità di significati racchiusa nel colore”, afferma Carolyn Christov-Bakargiev.

    La mostra indaga l’utilizzo del colore nell’arte dando conto di movimenti e ricerche artistiche che si discostano dalle storie canoniche sul colore e l’astrazione, attraverso molteplici narrazioni che si ricollegano alla memoria, alla spiritualità, alla politica, alla psicologia e alla sinestesia.

    Le opere provengono dalle collezioni di musei quali il Reina Sofia di Madrid, il MNAM Centre Georges Pompidou di Parigi, il Paul Klee Zentrum di Berna, il Munchmuseet di Oslo, lo Stedelijk Museum di Amsterdam, la Tate Britain di Londra, la AGNSW Art Gallery of New South Wales di Sydney, la Dia Art Foundation di New York, la Paul Guiragossian Foundation di Beirut, la Fondazione Lucio Fontana di Milano, la Cruz-Diez Foundation di Parigi, oltre che dai due musei GAM Torino e Castello di Rivoli e da numerose collezioni private.

    I precedenti dell’arte astratta moderna sono indagati attraverso opere dei seguaci Hindu Tantra (XVIII secolo) e dei Teosofisti (XIX secolo) che utilizzavano le forme-colore come fonti per la meditazione e la trasmissione immateriale del pensiero.

    Il punto di avvio nell’astrazione teosofica è legato alle ricerche di Annie Besant (1847-1933), la quale scrisse attorno al 1904, “dipingere le forme vestite dalla luce di altri mondi con i colori ottusi della terra è un compito arduo; esprimiamo gratitudine a chi ha tentato di farlo. Avrebbero bisogno di fuoco colorato, ma hanno solo pigmenti e terre a disposizione”.

    Alla fine del Settecento, Isaac Newton scopre che i colori che vediamo corrispondono a specifiche e oggettive onde elettromagnetiche non assorbite da materiali. Johann Wolfgang von Goethe, che pubblica nel 1810 la sua Zur Farbenlehre (La teoria dei colori) si oppone a Newton, affermando che i colori sono prodotti dalla mente e non oggettivi. Goethe scopre il fenomeno degli Afterimage colors (il fatto che l’occhio umano percepisce come immagine residua il colore complementare a un colore osservato con persistenza su di una superficie bianca). All’epoca prevalse la teoria di Newton.

    L’Ottocento è anche il secolo del grande sviluppo della chimica e della scoperta dei colori sintetici derivati dal catrame di carbone. Nell’Ottocento e Novecento si sviluppa la standardizzazione industriale dei colori con i vari codici RAL e Pantone.

    Gli artisti reagiscono con sfumature, esperienze sinestetiche, spirituali e psichedeliche del colore, oppure ironizzano sui codici e gli standard con un impulso profondamente libertario. Con il relativismo culturale che caratterizza l’epoca attuale e attraverso le recenti ricerche neuroscientifiche, si torna alla visione di Goethe, attribuendovi un valore nuovo.

    L’emozione dei COLORI nell’arte riflette sul tema da un punto di vista che tiene conto della luce, delle vibrazioni e del mondo affettivo. Si pone in discussione la standardizzazione nell’uso del colore nell’era digitale, standardizzazione che riduce sensibilmente le nostre capacità di distinguere i colori nel mondo reale.

    Nel corso della mostra, il neuroscienziato Vittorio Gallese che insieme a Giacomo Rizzolati ha scoperto i neuroni specchio – dirigerà, per la prima volta a livello mondiale, un laboratorio di studio neuroscientifico incentrato sull’esperienza del pubblico di fronte a opere d’arte.

    A cura di Carolyn Christov-Bakargiev, Marcella Beccaria, Elena Volpato, Elif Kamisli

    Consulenza scientifica di Vittorio Gallese e Michael Taussig

    In mostra opere di: Anonymous Tantra drawings, Isaac Newton, Johann Wolfgang von Goethe, William Turner, Friedlieb Ferdinand Runge, Michel Eugène Chevreul, Antonio Mancini, Édouard Manet, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Annie Besant, Lea Porsager, Erin Hayden, Stanislao Lepri, Mikalojus Konstantinas Čiurlionis, Piet Mondrian, Gabriele Münter, Wassily Kandinsky, Alexej von Jawlensky, Marianne von Werefkin, Edvard Munch, Hans Richter, Henri Matisse, Leo Gestel, Luigi Russolo, František Kupka, Giacomo Balla, Hilma af Klint, Paul Klee, Johannes Itten, Fortunato Depero, Sonia Delaunay, Oskar Fischinger, Francis Picabia, Alexander Calder, Josef Albers, Mario Nigro, Giulio Turcato, Nicolas De Staël, Hans Hofmann, Mark Rothko, Pinot Gallizio, Karel Appel, Asger Jorn, Paul Guiragossian, Fahrelnissa Zeid, Atsuko Tanaka, Shōzō Shimamoto, Lucio Fontana, Yves Klein, Enrico Castellani, Piero Dorazio, Carla Accardi, Victor Vasarely, Tancredi Parmeggiani, Giulio Paolini, Mario Schifano, Alejandro Puente, Sergio Lombardo, Estuardo Maldonado, Carlos Cruz-Diez, Luis Tomasello, Warlimpirrnga Tjapaltjarri, Kenny Williams Tjampitjinpa, Michelangelo Pistoletto, Arman, Andy Warhol, Gerhard Richter, Alighiero Boetti, Ellsworth Kelly, Donald Judd, Dan Flavin, James Turrell, Jordan Belson, James Whitney, John Latham, Pietro Caracciolo / Agata Marta Soccini / Ruben Spini, Gustav Metzger, Claude Bellegarde, Gruppo MID, Rupprecht Geiger, Piero Gilardi, Pino Pascali, Helio Oiticica, Raymundo Amado, André Cadere, Franz Erhard Walther, Bas Jan Ader, Lawrence Weiner, Gilberto Zorio, Giovanni Anselmo, Lothar Baumgarten, Mel Bochner, John Baldessari, Robert Barry, Sigmar Polke, Gotthard Graubner, Giorgio Griffa, Channa Horwitz, Nicola De Maria, Tony Cragg, Anish Kapoor, Ettore Spalletti, Haim Steinbach, Wolfgang Laib, Katharina Fritsch, David Hammons, Irma Blank, Thomas Ruff, Damien Hirst, Liam Gillick, Jim Lambie, Arturo Herrera, Olafur Eliasson, Walid Raad & The Atlas Group, Edi Rama, Anri Sala, Ryan Gander, Ed Atkins, Hito Steyerl, Theaster Gates, Etel Adnan, Eugénie Paultre, Giuliano Dal Molin, Cheyney Thompson, Ye Xianyan, Maria Morganti, Mika Tajima, Basim Magdy, Rose Shakinovsky, Simon Starling, Moon Kyungwon & Jeon Joonho, Aslı Çavuşoğlu, Lara Favaretto, Liu Wei, Kerstin Brätsch, Camille Henrot, Heather Phillipson, Otobong Nkanga, Bracha Ettinger, Vittorio Gallese & Martina Ardizzi / Università di Parma.

    Finché siamo vivi, siamo vivi. Il colore è la vita.”

    (Etel Adnan, 29 settembre 2016

  • PIANETA AFRICA presenta

    I Am Not Your Negro di Raoul Peck Felicité presentato dal regista Alain Gomis My Hindu Friend di Héctor Babenco

    Mercoledì 22, venerdì 24 e domenica 26 marzo 2017, ore 20.30Cinema Massimo, Sala Tre – Torino

    Nell’ambito del progetto Pianeta Africa, il Museo porta avanti la preziosa collaborazione con il Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina (Milano, 20-26 marzo) per proporre alcuni film africani e non, appena presentati nelle giornate milanesi. Il regista Alain Gomis incontrerà il pubblico in sala.

    Mercoledì 22 marzo alle ore 20.30, sarà proiettato al pubblico I Am Not Your Negro, film candidato all’Oscar per il documentario del regista Raoul Peck.

    Venerdì 24 marzo, alle ore 20.30 sarà proiettato Felicité di Alain Gomis, vincitore dell’Orso d’argento all’ultima Berlinale, e dopo il film il regista risponderà alle domande del pubblico in sala. Il film di Alain Gomis è stato realizzato con il sostegno di Torino Film Lab. Chiude la tre giorni.

    Domenica 26 marzo alle ore 20.30, la proiezione di My Hindu Friend, l’ultimo film realizzato da Héctor Babenco prima di morire, interpretato dal bravissimo Willem Dafoe.

    Ingresso euro 3 a tutte le proiezioni.

    La rassegna fa parte di Pianeta Africa, manifestazione organizzata dal Museo Nazionale del Cinema sin dal 2010, la cui finalità principale è quella di mettere il continente africano al centro di una riflessione attenta e partecipata da più soggetti e insieme creare uno spazio dove agevolare l’incontro delle due culture, salvaguardandone le rispettive identità.

  • Il Giardino della Principessa

    Con l’arrivo della primavera riapre il Giardino della Principessa a Palazzo Madama.
    Tante novità e appuntamenti attendono il pubblico del museo e gli appassionati del verde che, a partire dal 22 marzo 2017, potranno nuovamente conoscere e osservare ortaggi, piante officinali, ornamentali, fruttifere e spontanee, riscoprendo il valore di quelle specie vegetali ormai dimenticate, che costituiscono un prezioso scrigno per la tutela e la valorizzazione di numerose piante coltivate in epoca medievale e spontanee del territorio piemontese.
    La stagione sarà ricca di occasioni per osservare i cambiamenti del giardino insieme ai giardinieri e ai volontari “senior civici” che, come ogni anno, saranno a disposizione dei visitatori tutti i mercoledì negli orari di apertura al pubblico per svelare trucchi e segreti del mestiere.
    Sempre il mercoledì, da marzo a maggio, si svolgerà il nuovo corso di giardinaggio Tecniche di coltivazione naturale per piante sane e vivaci che impegnerà aspiranti giardinieri e giardiniere insieme al curatore botanico Edoardo Santoro.
    Una nuova edizione del corso è prevista nei mesi autunnali per imparare nuove tecniche di coltivazione e scoprire le rarità botaniche presenti nelle aiuole.
    Il calendario degli appuntamenti in giardino sarà presto online

    Giardino della Principessa, Palazzo Madama, Piazza Castello, Torino
    Orari: lunedì-domenica ore 10.00-18.00, chiuso il martedì. La biglietteria chiude 1 ora prima
    Info giardino: giardinomedievale@fondazionetorinomusei.it – 011 4431714

     

  • In tutto sono esposti fino all’11 settembre 2017 più di 130 oggetti, tra armi, strumenti musicali, oggetti sacri, ornamenti, in gran parte mai esposti prima d’ora al pubblico, entrati nelle collezioni di Palazzo Madama grazie alle donazioni di diplomatici, imprenditori, artisti, commercianti e aristocratici.

    Il 6 aprile nella Sala Atelier di Palazzo Madama apre la mostra Cose d’altri mondi. Raccolte di viaggiatori tra Otto e Novecento, un viaggio attraverso quattro continenti illustrato da opere d’arte provenienti dalle ricche collezioni etnografiche del museo e da prestiti di altri musei del territorio piemontese.

    Reperti archeologici dell’America pre-colombiana.

    Tamburi, sonagli e lire congolesi.

    Pagaie cerimoniali, clave e tessuti in corteccia d’albero provenienti dalle isole dell’Oceania.

    Testi sacri e sculture buddhiste.

    E ancora manufatti africani, maschere del Mali e della Nigeria; un meraviglioso pariko (diadema) di penne multicolori usato dai Bororo del Mato Grosso nelle cerimonie; opere queste provenienti rispettivamente da due importanti musei etnografici del territorio piemontese: il Museo Etnografico e di Scienze Naturali Missioni della Consolata di Torino e il Museo Etnologico Missionario del Colle Don Bosco.
    La mostra – curata da Maria Paola Ruffino e Paola Savio, storiche dell’arte di Palazzo Madama – riconduce a un’epoca in cui con sguardo positivista si studiavano i mondi lontani dall’Occidente e quindi esotici. Una stagione in cui i maggiori musei europei si aprirono ad accogliere reperti e manufatti di popoli e continenti diversi alla ricerca di nuove chiavi di lettura per la propria storia e cultura.

    A Palazzo Madama il percorso espositivo si articola in quattro principali sezioni: Africa, Asia, America e Oceania.

    Nell’Africa troviamo una selezione di armi e strumenti musicali raccolti dal marchese Ainardo di Cavour, durante un avventuroso viaggio compiuto nel 1862 nella regione detta Sennar (tra Egitto e Sudan), e da Tiziano Veggia, che lavora nella prima metà del Novecento alla costruzione di ferrovie in Congo, nonché dai Missionari della Consolata, in contatto con numerose etnie, quali i Bambara nel Mali, gli Yoruba in Nigeria e i nomadi Beja.

    Dall’Asia proviene la collezione di sculture sacre, stoffe, avori intagliati ed altri oggetti d’uso, esposta per la prima volta, che l’imprenditore Bernardo Scala nel 1880 porta con sé al suo rientro dallo Stato del Myanmar (allora detto Birmania). Di particolare fascino sono i testi buddhisti in lingua Pali, scritti su foglie di palma dorate e chiusi da tavolette in lacca rossa e oro che sono stati restaurati per la mostra, e gli oggetti provenienti dalla Corea donati dal conte Ernesto Filipponi di Mombello nel 1888: ventagli in carta di gelso dipinta e un libro che mostra esempi delle Cinque Relazioni Umane confuciane, in scrittura cinese e coreana a scopo divulgativo.

    Nella seconda metà dell’Ottocento s’intensificano i viaggi oltreoceano, come testimoniano le numerose raccolte rappresentate nella sezione dedicata all’America.

    Dal Messico provengono gli oggetti precolombiani donati al museo nel 1876 dall’imprenditore Zaverio Calpini. Reperti rari e preziosi quali le sculture olmeche, urne cinerarie zapoteche, ornamenti d’oro e idoli della cultura Maya, Mixteca e Azteca, e anche manufatti più comuni quali gli stampi in terracotta a rilievo per decorare il corpo o i rocchetti in ossidiana da inserire nei lobi delle orecchie, che trovano sintonie inaspettate negli usi e nella cultura contemporanea.

    Dal Perù arrivano i pettorali e pendenti in argento e oro donati da Giovanni BattistaDonalisio, console di Panama. Resta invece ignoto il nome di chi abbia offerto al museo di Palazzo Madama la collana d’artigli di giaguaro dell’America centrale; inquietante quasi quanto la Tsantsa, la testa umana miniaturizzata portata sul petto quale trofeo dai guerrieri della tribù Jívaro in Ecuador, offerta ai concittadini da Enrico della Croce di Dojola nel 1873.

    L’Oceania costituisce l’ultima sezione della mostra, con una selezione tra gli oltre 200 oggetti donati nel 1872 da Ernesto Bertea. Avvocato e pittore, Bertea non viaggia personalmente oltreoceano, ma acquista forse a Londra questo eccezionale nucleo di manufatti provenienti dalle isole polinesiane e Salomone, di pregio pari a quelli del British Museum. Tra gli oggetti esposti delle clave rompitesta, lance, fiocine, pagaie cerimoniali dipinte e intagliate a intrecci geometrici e alcuni tapa, tessuti fatti di fibra di corteccia battuta e decorata a stampo con motivi di linee e geometrie regolari.

    Il percorso nel suo articolarsi è carico di sorprese e suggestioni e consente di scoprire opere esteticamente insolite e stupefacenti a tal punto da sembrare oggetti attinenti a certa illustrazione fantasy contemporanea o persino progettati da culture extraterrestri.

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    da Giovedì, 23 Marzo 2017 a Giovedì, 16 Novembre 2017

    LE REGINE DELLA PALAZZINA DI CACCIA

    Un ciclo di approfondimenti sulle donne, mogli e amanti di casa Savoia.

    23 marzo 2017            Anne Marie Borbone-Orleans
    20 apile 2017              Maria Adelaide d’Asburgo Lorena
    18 maggio 2017          Maria Vittoria dal pozzo della Cisterna
    21 settembre 2017     Maria Paola Buonaparte detta Paolina Bonaparte
    19 ottobre 2017          Marie Josèphe Rose de Tascher de la Pagerie meglio nota come Giuseppina di Beauhamais
    16 novembre 2017    Margherita Maria Teresa Giovanna di Savoia – Genova

    A cura di MAURA AIMAR Centro Studi Principe Oddone e ALESSIA M.S. GIORDA Valorizzazione del Patrimonio Artistico e Storico della Residenza Sabauda Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea.

    Ore 18.00 presso le cucine reali  della Palazzina di Caccia
    Informazioni e prenotazioni  allo 011-6200634

    PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA FINO AD ESAURIMENTO POSTI
    L’ingresso alla sala sarà consentito dalle 17.15 alle 17.45

    Costo 8.00 € + ingresso speciale alla Palazzina 5.00 €
    Possessori abbonamento musei 8.00 € + ingresso alla Palazzina gratuito

     

  • La visita di Confronti/3

    Cerano e un capolavoro del Seicento lombardo.

    Sarà la Madonna dei Miracoli, così chiamata perché a lei viene attribuito il merito di aver debellato la pestilenza che affliggeva la città di Milano nel 1485, la protagonista del terzo appuntamento con Confronti, il ciclo di mostre allestite all’interno dell’omonimo spazio della Galleria Sabauda dedicato all’incontro tra opere.
    Dopo il successo di Venere incontra Venere, dedicata ai due dipinti di Botticelli, e quello che vedeva protagonista i bambini di Boldini e Van Dyck, raccontando due modi di vedere l’infanzia a distanza di secoli uno dall’altro, è ora il momento di un capolavoro del Seicento lombardo di Giovan Battista Crespi detto il Cerano.
    La pala raffigurante La Madonna dei Miracoli di Santa Maria presso San Celso venerata da san Francesco e dal beato Carlo Borromeo, realizzata a ridosso del 1610, è presentata all’interno dello spazio Confronti insieme al bozzetto in terracotta della Vergine, modellato da Cerano in età giovanile, di proprietà della Regione Piemonte in deposito alla Reggia di Venaria Reale.

    Il confronto consente di apprezzare il rapporto dialettico tra pittura e scultura e la poliedricità di uno dei massimi protagonisti del Seicento lombardo.
    L’opera appartiene alle collezioni dei Savoia da quando nel 1632, due anni dopo la morte di Carlo Emanuele I di Savoia, protagonista della mostra Le meraviglie del mondo, il nuovo duca Vittorio Amedeo I acquistò la tela a Milano. Questa venne sistemata nell’anticamera dell’appartamento privato del duca, nell’antico Palazzo di San Giovanni, che sorgeva dove oggi è l’edificio che ospita la Galleria Sabauda.
    La pala è ricordata nell’inventario del 1635 come “La Madonna di San Celso finta di marmo” e riproduce in pittura quasi fedelmente la celebre statua marmorea dell’Assunta realizzata da Annibale Fontana tra il 1583 e il 1586 per l’altare di Santa Maria presso San Celso, a cento anni esatti dal miracolo che aveva dato l’avvio al cantiere del santuario milanese, particolarmente caro ai fedeli. Per tradizione, infatti, le spose portano un mazzo di fiori a questa Madonna nel giorno del matrimonio, come voto di buon auspicio. Per questo l’altare è popolarmente chiamato “dei matrimoni”.
    È probabile che Cerano, impegnato tra il 1603 e il 1607 nella decorazione della chiesa di Santa Maria presso San Celso, avesse voluto portare con sé il ricordo della celebre statua della Vergine di Annibale Fontana, riproducendola in un bozzetto che verrà riutilizzato poi, a distanza di qualche anno, nella stesura del dipinto. Nella rielaborazione del modello originale tuttavia, gli aspetti più vistosamente manieristi sono stati addolciti, affusolando la figura e cercando effetti intensamente espressivi.

    La mostra sarà visitabile fino al 18 giugno 2017.

    La visita è inclusa nel biglietto dei Musei Reali.

    Sito della Mostra      Per info e costi

  • Panchine Giganti nelle Langhe, l’elenco!

    Ho finito la settimana con un appuntamento da un cliente: posto bellissimo Verduno nel cuore delle “Langhe”.

    Nel mio viaggio incontro UNA PANCHINA GIGANTE!

    Ne avevo letto e sentito parlare, ma vederla da un’altra sensazione! Mi sono sentita una lillipuziana!

    Vi ricordate le sensazioni di quando eravate bambini?

    Di come ogni cosa apparisse terribilmente grande ed irraggiungibile?

    Bing Bench Community Project è il progetto che da ormai 4 anni due signori Bangle e la moglie Catherine portano avanti a scopo benefico, per sostenere le comunità locali, il turismo e le eccellenze artigiane dei paesi in cui si trovano queste installazioni fuori scala.

    Vengono posizionate nelle Langhe in luoghi panoramici, tutte accessibili al pubblico, con colori ben visibili da lontano.

    I luoghi che ospitano le Panchine Giganti:

    • Clavesana
    • Farigliano
    • Clavesana
    • Clavesana
    • Carrù
    • Vezza d’Alba
    • Santa Rosalia d’Alba
    • Piozzo

    In queste luminose giornate di primavera,  il punto di vista da una prospettiva diversa: da rimanerne a bocca aperta!

    … come dei bambini davanti ad un nuovo gioco da scoprire… Bello davvero!

  • LA SACRA DI SAN MICHELE CANDIDATA A PATRIMONIO DELL’UNESCO

    Oggi al Circolo dei Lettori, via Bogino 9, a Torino è stata  presentata la candidatura della Sacra a Patrimonio dell’Umanità Unesco.

    Sono stata alla Sacra in una giornata uggiosa, le nuvole che la avvolgevano le concedevano un’aria ancor più mistica e misteriosa. Bellissimo !

    Sacra di San Michele monumento simbolo della Regione Piemonte e luogo che ha ispirato lo scrittore Umberto Eco per il Best-seller  “Il nome della Rosa”.

    Antichissima Abbazia costruita tra il 983 e il 987 , dall’alto dei suoi torrioni si possono ammirare il capoluogo piemontese e un  panorama mozzafiato della Val di Susa.

    All’interno della Chiesa principale della Sacra, risalente al XII secolo, sono sepolti membri della famiglia reale di Casa Savoia.

    Dedicata al culto dell’Arcangelo Michele, difensore del popolo cristiano, la Sacra di San Michele fa parte di una via di pellegrinaggio lunga oltre 2000km che va da Mont Saint-Michel, in Francia, a Monte Sant’Angelo, in Puglia.

    La storia, il valore spirituale e il paesaggio che la circonda rendono la Sacra una meta di richiamo per visitatori da tutta Europa: pellegrini, fedeli, turisti.

    Durante le visite si possono ammirare:

    • museo del quotidiano che raccoglie oggetti d’uso di altri tempi, la
    • biblioteca che conta circa 10.000 volumi,
    • le antiche sale di Casa Savoia e, ancora, sepolcri, archi, portali e opere pittoriche da scoprire in autonomia o accompagnati da una guida ufficiale a vostra disposizione.

    Per informazioni e Costi 

    Calendario Eventi 2017

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