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  • “La Pittura dell’Immaginifico” degli artisti toscani Claudio Cargiolli, Marco Manzella e Alessandro Tofanelli in mostra, dal 4 al 31 agosto 2022, presso il Museo Le Stanze della Memoria di Barga (LU).

    Presentata da Giovanni Faccenda, l’esposizione è organizzata da Bernabò Home Gallery con il patrocinio del Ministero della Cultura, del Consiglio regionale della Toscana, della Provincia di Lucca e del Comune di Barga, grazie al contributo di Idrotherm 2000 S.p.a.

    L’inaugurazione si terrà giovedì 4 agosto alle ore 18.00, alla presenza di Caterina Campani, sindaco del Comune di Barga, di Laura Piangerelli di Bernabò Home Gallery, degli artisti e della curatrice.

    Il titolo della mostra – “La Pittura dell’Immaginifico” – fa riferimento alla preponderante assenza di tempo che caratterizza le opere esposte, fatte di materia concreta e di luce labile, di piccoli dettagli che celano un mondo. Luoghi astratti, luoghi onirici, luoghi effimeri, che risuonano tra le pietre di Barga, il borgo dell’arte, amato e apprezzato da artisti e poeti.

    «Barga – spiega Caterina Campani – ha una vocazione di città aperta all’arte. Barga è un luogo di fascino e tradizione dove troviamo case di pittori che ne hanno scritto la storia; artisti che hanno scelto la cittadina come musa ispiratrice. Borgo d’arte di influenza fiorentina e ricco di gallerie, mostre ed eventi a carattere nazionale ed internazionale, capace di attrarre turismo d’eccellenza da tutte le parti del mondo».

    Il percorso espositivo, allestito all’interno del Museo Le Stanze della Memoria, comprende oltre trenta dipinti, molti dei quali inediti, realizzati da Claudio Cargiolli (Ponzanello,1952), Marco Manzella (Livorno, 1962) e Alessandro Tofanelli (Viareggio, 1959).

    «In un ordine esclusivamente alfabetico – scrive Giovanni Faccenda – conosciamo Claudio Cargiolli quale virtuoso interprete di un surrealismo colto, nobilitato da endogene influenze che rimandano agli aristocratici antichi: dai Maestri primitivi a quelli del Rinascimento italiano. Marco Manzella, diversamente, appare piuttosto cantore ispirato di un realismo diresti talora nostalgico, continuamente impreziosito da riflessi memoriali, abbandoni che indovini personali, sia quando essi appartengono alla sfera delle illusioni o a quella, più amara, dei disincanti. Di Alessandro Tofanelli potremmo invece sottolineare come siano, invero, tutti autoritratti sentimentali i soggetti dei suoi dipinti: luoghi, scorci, vedute e visioni che appartengono alla sua vita di uomo e di artista quali appigli o – per meglio dire – riferimenti essenziali, cardini imprescindibili quando i dubbi si addensano nella mente senza il conforto di alcuna, remota, fuggevole certezza. Ecco, allora, la pittura intervenire salvifica, mostrando ai più sensibili orizzonti della mente dove ancora sia dato di incontrare qualche riverbero evanescente di utopie mai tramontate, gli ultimi bagliori di sogni ad occhi aperti, la scia luminosa di una ormai sperduta stella polare».

    “La Pittura dell’Immaginifico” è la prima mostra pubblica promossa da Bernabò Home Gallery a Barga, luogo scelto da Laura Piangerelli per l’apertura di un nuovo spazio espositivo in aggiunta alla sede storica di Trezzo sull’Adda (MI). «Barga città onirica, al di là dall’apparire fenomenico – annota la gallerista. Barga città di pietra, sospesa su una nuvola».

    L’esposizione è visitabile tutti i giorni con orario 10.30-12.30 e 17.30-22.30. Ingresso libero. Catalogo edito dalla Regione Toscana disponibile in mostra con i testi istituzionali di Caterina Campani, sindaco del Comune di Barga, e di Eugenio Giani, presidente del Consiglio regionale della Toscana, la prefazione di Giovanni Faccenda, un testo storico di Lucia Morelli, una riflessione della gallerista Laura Piangerelli e un ricco apparato iconografico. Per informazioni e approfondimenti: www.bernabohomegallery.it, www.comune.barga.lu.it.

    Claudio Cargiolli nasce a Ponzanello nel 1952, piccolo borgo nei pressi di Fosdinovo (Massa Carrara). Ha frequentato il Liceo Artistico e poi in seguito l’Accademia di Belle Arti di Carrara, città dove vive e lavora. Fin dall’inizio, curioso, libero, privilegia l’immaginazione e la fantasia, lontano da ogni concessione alle mode, ma sempre attento e rigoroso nel ricercare la buona pittura e nello sperimentare le antiche tecniche e gli artifici pittorici a lui più congeniali. Giovanissimo partecipa, dal 1968 in poi, a numerose rassegne di pittura. La sua prima mostra personale si colloca nel 1971, presso la galleria “Fillungo” di Lucca, curata dal critico e grande storico dell’arte Pier Carlo Santini, che lo seguirà per molti anni nella sua ricerca artistica. Con queste precoci esperienze, continua il suo percorso fino a diplomarsi all’Accademia nel 1974. La pittura di quegli anni, di formazione, di ricerca, di sperimentazione, si caratterizza con una produzione dominata da soggetti enigmatici, figure dai volti cancellati e composte per frammenti. Dal 1983 e negli anni a seguire, Cargiolli riesce ad assegnare ordine alle sue visioni e forma ai suoi sogni, la pittura prende a consolidarsi proprio nella misura in cui i volumi, le forme e gli oggetti, si collocano sulla tela in un racconto fantastico. Gli accostamenti al limite dell’incongruenza fra scene, visioni e descrizioni diverse, concorrono alla costruzione di una realtà metafisica, soffusa di poesia, irreale e tuttavia rasserenante, pur nella sua impossibilità. Tale processo di ricerca e lavoro si incrementa e si concretizza dalla seconda metà degli anni ‘80; da quel periodo inizia, infatti la collaborazione con la galleria Forni di Bologna e il ciclo di esposizione di alto prestigio in Italia ed all’Estero. Da segnalare fra le numerose mostre personali e partecipazioni collettive, le antologiche svoltesi a Palazzo Ducale di Massa e Palazzo Ducale di Urbino. Oggi Cargiolli, nel suo incessante perfezionarsi, compone immagini sempre meno affollate, immagini ad alta definizione, trasognate, pure, atemporali, destinate ad un colloquio privato, fino a condensarsi in una tenerezza di affetti che sono degli autentici atti d’amore.

    Marco Manzella, nato a Livorno nel 1962, dopo il Liceo Artistico si è diplomato in restauro, occupandosi per diverso tempo di dipinti murali e tecniche artistiche antiche, per poi dedicarsi definitivamente alla sola pittura. Ha iniziato l’attività espositiva nel 1985 sviluppando il suo interesse per alcuni episodi della pittura toscana quattrocentesca e per l’arte figurativa della prima metà del ‘900. Alla fine degli anni ‘90 inizia un avvicinamento alla pittura figurativa dell’area anglosassone, soggiornando a lungo negli Stati Uniti. A partire da questo periodo gli interni dei primi anni si aprono verso visioni ricche di colori caldi dove l’elemento acqua prende sempre una maggiore importanza. Nel 1998 partecipa al Plein-air Internazionale di Mirabel, organizzato dalla città di Darmstadt (D) iniziando un fruttuoso rapporto con alcune gallerie tedesche. Inoltre, da sempre attratto dalla cultura iberica, dal 2001 il suo lavoro viene riconosciuto anche in Spagna con una serie di mostre in spazi istituzionali. Nel 2004 i Laboratoires Boiron di Lione hanno scelto un suo dipinto per una loro campagna pubblicitaria in Francia. Nei lavori degli ultimi anni si conferma la vocazione per una pittura di forte valore narrativo. Alcune composizioni recuperano il tema del paesaggio, immaginato però come costruzione artificiosa staccata da qualsiasi riferimento ad un luogo reale. Parte della sua produzione è dedicata alla grafica, che comprende disegni ed acqueforti. Ha collaborato nel corso degli anni con numerose gallerie italiane (tra queste Stefano Forni, Bologna; Poggiali e Forconi, Firenze; Entroterra, Milano) e straniere (Galerie Artis, Darmstadt; Jorge Alcolea, Madrid e Barcellona). Vive e lavora a Viareggio e Brescia.

    Alessandro Tofanelli è nato a Viareggio nel 1959. Si è diplomato all’Istituto d’arte di Lucca e ha frequentato l’accademia di Brera a Milano. Durante la sua permanenza a Milano Tofanelli ha collaborato come illustratore per importanti riviste pubblicate da Rizzoli e Mondadori. Nel 1973 ha vinto due borse di studio offerte dalla Banca Mercantile per l’Università Internazionale dell’Arte e nel 1975 il premio “La Resistenza” e il primo premio al concorso internazionale “INA-Touring” a Palazzo Strozzi di Firenze. Nel 1984 ha vinto il premio “Giotto d’Oro” e nel 1987 il premio “Under 35” a Bologna, il premio “Onda Verde” a Firenze e il premio internazionale “Ibla Mediterraneo”. Nel 2011 è stato pubblicato un racconto di Antonio Tabucchi ispirato ad un suo dipinto (A. Tabucchi, “Racconti con figure”, Palermo, Sellerio, 2011). Diverse case d’asta internazionali trattano i suoi dipinti, tra queste Christie’s di Londra. Le sue opere pittoriche fanno parte di importanti collezioni private e pubbliche, nazionali e internazionali. Alessandro Tofanelli ha sempre unito la sua pittura al suo lavoro di fotografo professionista, video-documentarista e regista. Nel 2005 è uscito il suo primo lungometraggio come sceneggiatore e regista, “Contronatura”, che ha vinto il Premio speciale della giuria al Festival di Viareggio Europacinema e il Festival Nice di New York e San Francisco del 2005-2006. Nel 2012 ha completato il secondo lungometraggio, “Il segreto degli alberi”, e ha vinto il Premio Monicelli al Festival di Viareggio Europacinema.

    Bernabò Home Gallery è una galleria specializzata in arte moderna e contemporanea. Lo spazio nasce da un’esperienza professionale pluridecennale e ospita le importanti personali di alcuni dei più grandi nomi del panorama artistico del ‘900 e contemporaneo. Bernabò Home Gallery propone nei propri spazi, dipinti e sculture con un focus particolare rivolto verso opere grafiche dei grandi maestri nazionali e internazionali. La mission della Home è di proporre a visitatori e collezionisti, mediante le opere proposte, un percorso culturale attraverso i maggiori movimenti artistici del secolo scorso, che prosegue con i linguaggi contemporanei degli artisti rappresentati. Un’attenzione particolare e scrupolosa viene riservata al livello esecutivo delle opere proposte; considerando sia il livello tecnico del manufatto, che l’originalità del linguaggio. L’attenzione e la cura dei particolari fanno della galleria un luogo dove una passione personale, negli anni, si è evoluta e trasformata in autentica professionalità.

    Il Museo Le Stanze della Memoria è ubicato in un palazzo del centro storico di Barga realizzato attorno al 1500; per generazioni qui vi abitarono le famiglie Colognori, che si distinsero per le loro notevoli qualità di ebanisti e mobilieri apprezzati anche oltre il territorio di riferimento. L’edificio fu poi distrutto dai bombardamenti dopo lo sfondamento del fronte il 26 dicembre del 1944. Per anni ridotto a un cumulo di macerie, è stato poi recuperato dall’Amministrazione comunale per destinare lo spazio a luogo della memoria così come testimoniano anche le diverse targhe in pietra apposte sui muri esterni dell’edificio in ricordo di eventi importanti per la cittadina e di personalità care alla comunità di Barga. Il Museo è stato inaugurato il 31 marzo del 2007 in occasione del bicentenario Garibaldino con una mostra di documenti e cimeli dedicata a Garibaldi.

    Da allora il Museo ha ospitato importanti mostre d’arte, diventando uno dei luoghi della cultura di Barga.

  • La Venaria Reale, grandioso complesso monumentale alle porte di Torino dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, festeggia nel corso del 2022 i suoi primi 15 anni di apertura al pubblico. In concomitanza con questa importante ricorrenza che si aggiunge ai 25 anni della dichiarazione Unesco del 1997, la Reggia ha voluto dedicare l’intero palinsesto annuale di mostre ed attività al tema del “gioco” ed ai suoi numerosi rimandi, in quanto luogo storicamente deputato al loisir, al divertimento ed ai momenti ludici della Corte e dei suoi ospiti, con uno sguardo anche al presente col desiderio di tutti di dedicarsi a momenti di spensieratezza.

    Oltre alle due esposizioni sul tema proposte in continuità tra loro dal 9 aprile al 18 settembre, “Dalle piazze alle Corti. Storie di giochi e spettacoli tra ’700 e ’800” e “Foto in Gioco! Un racconto di 18 fotografi italiani”, dal 22 luglio 2022 al 15 gennaio 2023 è prevista presso le Sale delle Arti della Reggia la grande mostra Play – videogame arte e oltre, un’esposizione inedita che indaga i videogiochi come “decima forma d’arte” evidenziandone i profondi impatti nella società contemporanea.

    Prosecuzione ideale della mostra è il “Venaria Light Show: il Grande Gioco”, un innovativo videogioco “reale” di interazione e cooperazione creativa, appositamente realizzato per la Reggia, che permette ai visitatori di “agire” sull’intera facciata della Galleria Grande attraverso una tastiera gigante di 4 metri, proiettando sulla sua superficie barocca effetti di luci e immagini, in un tripudio di colori e scenografie sempre diverse. Il Venaria Light Show è fruibile in occasione delle Sere d’Estate alla Reggia, le aperture serali che consentono di visitare la Reggia, i Giardini e le mostre in corso fino alle ore 22.30 ogni venerdì e sabato dal 22 luglio al 13 agosto e domenica 14 agosto.

    LA MOSTRA PLAY

    La Venaria Reale organizza una grande mostra che indaga i videogiochi come “decima forma d’arte” praticata da 3 miliardi di persone nel mondo, riconoscendone i profondi impatti nella società contemporanea.

    Nell’anno dedicato al tema del “gioco”, la Reggia racconta un comparto creativo ancora spesso percepito come un mondo di evasione ludica e mero passatempo. Ma è davvero così?

    I videogiochi rappresentano un avamposto dove nascono idee e visioni, una meta forma d’arte in cui architettura, pittura, scultura, musica, arti performative, poesia, cinema, fumetto convivono dando vita a stratificati mondi collettivi.

    Lungo le dodici sale del percorso espositivo delle Sale delle Arti, le tele digitali dei grandi maestri dei videogiochi entrano in dialogo con celebri capolavori del passato e del presente invitandoci a riflettere sulle nuove estetiche, culture, linguaggi, politiche ed economie del XXI secolo.

    Per la prima volta al mondo si potranno ammirare le influenze dei grandi maestri del passato – come De Chirico, Hokusai, Calder, Dorè, Savinio, Piranesi, Kandinskij, Warhol (ma anche vasi ellenistici del V A.C.) – sulle estetiche di videogiochi come Ico, Monument Valley, Rez Infinite, Okami, Diablo IV e Apotheon.

    La convergenza tra immagine statica, immagine in movimento ed immagine interattiva è al centro degli altri spazi: il visitatore può relazionarsi con artisti viventi come Bill Viola, Invader, Cao Fei, Jago, Tabor Robak, il collettivo AES+F e Federico Clapis che hanno attinto al linguaggio del (video)gioco per dar vita ad alcune delle loro opere materiche e digitali.

    Dopo le sale legate alle influenze estetiche e simboliche, il videogioco è presentato in connessione con la mitologia contemporanea. Una lunga linea narrativa accomuna le grandi storie umane. I videogiochi altro non sono che l’ultimo anello di una catena testimoniale iniziata oltre 4000 anni fa con l’Epopea di Gilgamesh passando per l’Iliade e l’Odissea, la Divina Commedia fino a giungere ai giorni recenti con Star Wars, The Matrix ed Harry Potter. Le due sale dedicate ai temi dell’Eros e Thanatos presentano al visitatore dieci videogiochi che hanno generato profondi impatti nella vita di milioni di persone attraverso le nuove forme interattive di scrittura. Capolavori come Florence, Death Stranding, To The Moon, Life is Strange, Gone Home, League Of Legends, Warhammer 40,000: Battlesector, The Graveyard lasceranno un profondo solco emotivo nei visitatori.

    La Sala dei Maestri celebra alcuni dei pionieri dei videogiochi ergendoli a figure significative dell’arte. Persone che hanno cambiato la storia del medium videoludico generando impatti culturali duraturi negli immaginari. È possibile osservare da vicino i lavori dell’artista visivo Yoshitaka Amano, disegnatore iconico di Final Fantasy, del game designer Yu Suzuki, padre di tantissimi videogiochi della Sega, dello sceneggiatore Christian Cantamessa, autore delle narrazioni di Read Dead Redemption, e del piemontese Andrea Pessino fondatore dell’americana Ready at Dawn che ha lavorato a icone come God of War, Okami e Dexter. A chiusura della sala è presente uno dei musicisti che ha segnato la storia dei videogiochi, Jesper Kyd a cui dobbiamo le melodie di Assassin’s Creeed. I cinque maestri simboleggiano la complessità di un’industria collettiva che può arrivare a richiedere oltre 300 creativi per la realizzazione di un solo videogioco generando nuova occupazione e movimentando quasi 200 miliardi di dollari ogni anno nel mondo.

    Oggi i videogiochi rappresentano anche un innovativo laboratorio sociale e politico. Dalle marce pacifiste per l’Ucraina in The Elder Scrools Online ai titoli che stimolano prese di posizione legate ai grandi temi del XXI secolo: ecologia, geo-politica, guerra, identità di genere, privacy. Opere come Paper, Please, Riot, This War of Mine diventano giocabili e restituiscono profonde riflessioni sui tempi che verranno.

    La mostra si chiude con la sala Play Homo Ludens. La ricostruzione di quattro “ambienti”, che spaziano da una sala giochi giapponese degli anni Ottanta fino al futuro Metaverso, hanno l’obiettivo di raccontare la cronologia evolutiva dei videogiochi generando amarcord nei pubblici adulti ed aiutando i giovanissimi a comprendere la stratigrafia videoludica dagli esordi commerciali fino al futuro prossimo venturo. È possibile giocare con i cabinati di Pac-man, Street Fighter e Space Invaders, rivivere i tempi della prima Playstation di Sony e confrontarsi con le più recenti produzioni videoludiche su console Xbox, prima di indossare i visori e fare un salto nel futuro.

    Lo spazio Homo Ludens è impreziosito dalla collaborazione con Lucca Comics & Games prestatori di tavole originali e firmate dai maestri della pop culture internazionale come Jim Lee e Michael Whelan. Tra gli originali nelle sale anche i disegni di Batman, Captain Tsubasa e Superman.

    I visitatori possono infine concedersi un momento di riflessione e stupore all’interno di alcune stanzette panoramiche con vista esclusiva sui Giardini della Reggia, in cui campeggiano stimolanti interrogativi che inducono il pubblico a esaminare le tematiche affrontate in mostra dal proprio personale punto di vista, in un passaggio meditativo dal virtuale al reale.

  • I visitatori potranno ammirare nella suggestione delle antiche vie illuminate, due cicli di proiezioni che mostreranno reperti, attualmente custoditi all’interno dei depositi del Parco, nella interpretazione fotografica di Luciano Pedicini e Luigi Spina’.

    Il Parco Archeologico di Ercolano si accende di notte e la città che la lava sommerse un tempo si lascia ammirare nei bagliori suggestivi delle vie illuminate. Anche quest’anno tornano “I Venerdì di Ercolano”, percorsi notturni di visite guidate. E tornano i “Tableaux Vivants”: un viaggio tra le meraviglie della città antica, realizzato grazie al Piano di Valorizzazione Mic 2022, reso ancor più coinvolgente dai quadri viventi.

    L’edizione di quest’anno sarà dedicata al legno, materiale da costruzione e elemento di arredo testimoniato ad Ercolano da oggetti rari e unici al mondo, grazie ai quali appare con straordinaria chiarezza la vita quotidiana dell’epoca. Sono previste 8 aperture serali, a partire dal 29 luglio fino al 9 settembre. Apertura serale straordinaria anche il 24 settembre in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio. Per ogni serata ci saranno turni dalle 20 alle 22.30.

    I visitatori potranno ammirare nella suggestione notturna delle antiche vie illuminate, due cicli di proiezioni che mostreranno reperti, attualmente custoditi all’interno dei depositi del Parco, nella interpretazione fotografica di Luciano Pedicini e Luigi Spina. Poi il viaggio nel passato li porterà ad incontrare Dedalo, il mitico inventore della falegnameria, rappresentato poeticamente attraverso i Tableaux Vivants del gruppo artistico Teatri 35.

    Si attraverserà un percorso suggestivo tra i reperti lignei del Parco che si sviluppa in 9 tappe: da quella che un tempo era l’Antica Spiaggia, passando per la Casa dei Cervi, la sontuosa villa che guarda verso il mare, per poi ammirare la porta à coulisse dell’ala destra della Casa del Bicentenario e ancora un esempio di tipica casa di età romana come la Casa del Tramezzo di Legno.

    “Grazie alle aperture serali di quest’anno, le esplorazioni notturne nella magica atmosfera del sito illuminato permetteranno ai visitatori di conoscere la straordinaria documentazione di manufatti lignei unica al mondo– dichiara il Direttore Francesco Sirano – Riproponiamo la commistione tra reale e virtuale immergendo i visitatori nei luoghi della città antica dove si trovano ancora oggi alcuni eccezionali oggetti di legno, permettendo loro di avvicinarsi appieno alla vita quotidiana e materiale del sito. Con il circuito serale Ercolano amplia l’offerta per rendere sempre di più la visita una concreta e piacevole esperienza di conoscenza sia per i turisti che per i residenti attraverso nuove chiavi di lettura dell’area archeologica”. Ospiti eccezionali della serata inaugurale, dopo la stampa, un folto gruppo di cittadini ercolanesi di Via Mare accolti dal direttore Francesco Sirano, il sindaco Ciro Bonajuto e Jane Thompson di HCP.

    “Ad Ercolano dimostriamo ancora una volta quanto sia importante ripartire dalla cultura, intesa come bene comune e come luogo di condivisione e inclusione -dichiara il Sindaco Ciro Bonajuto – Se vogliamo consegnare alle future generazioni una città che faccia della cultura il termometro per migliorare la qualità della vita, dobbiamo creare sempre di più momenti di condivisione, aggregazione e conoscenza. L’iniziativa, organizzata dal direttore del Parco, Francesco Sirano, di coinvolgere le persone che abitano a ridosso dell’area archeologica ed in particolar modo quelli che insistono lungo Via Mare, e di renderli partecipi nel corso dell’anteprima dei Venerdì di Ercolano, le passeggiate estive al chiaro di luna, va in questa direzione. Tutti devono sentirsi protagonisti di questa rinascita culturale che stiamo portando avanti da anni. Ognuno di noi è chiamato a fare la propria parte. La tutela del bene archeologico e delle altre attrattive turistiche appartengono a tutti quanti noi.”

     

    INFO PER LA VISITA

    I biglietti sono acquistabili in biglietteria al costo di 5,00 euro e online sul sito www.ticketone.it, con prevendita di 1,50 euro.  Sarà prevista una visita in lingua inglese.

    I biglietti che risulteranno invenduti alle ore 18.00 saranno acquistabili fino ad esaurimento presso la biglietteria del Parco secondo l’ordine di arrivo all’ingresso di Corso Resina.

    Possibilità di parcheggio presso la Scuola Rodinò (Via IV Novembre) e la Scuola Iovino Scotellaro (Traversa Via IV Novembre) fino ad esaurimento dei posti disponibili.

    SERVIZIO INFORMAZIONI:

    -email: didattica.ercolano@libero.it

    -tel: +39 081 7777008

    Attenzione:

    I visitatori su sedia a rotelle possono prenotare la loro visita scrivendo almeno 3 giorni prima della seratapa-erco@cultura.gov.it, indicando giorno e orario della visita desiderati.

    I visitatori sono pregati di presentarsi all’ingresso di Corso Resina almeno 10 minuti prima dell’inizio del proprio turno di visita.

    È consigliabile l’uso di scarpe basse e comode. Le serate estive si godono meglio proteggendo la pelle con lozioni contro le punture degli insetti.

    In caso di avverse condizioni meteo, gli eventi potrebbero essere annullati.

    Info su ercolano.beniculturali.it

    Fonte: ADNKRONOS

  • L’edizione 2022 della Partita va verso il sold out. “Sarà una edizione indimenticabile dopo l’interruzione per il Covid”.

    Promette il tutto esaurito l’edizione 2022 della Partita a Scacchi Viventi di Marostica, in programma nel cuore dell’antica città murata veneta dal 9 all’11 settembre.

    “I ritmi delle prenotazioni sono altissimi e già 2 delle 4 rappresentazioni in programma stanno avviandosi al sold out. Dopo l’interruzione della Partita per il Covid  (l’ultima edizione risale al 2018), evidentemente c’è molta voglia di tornare a sentirsi protagonisti di questa “lotta per l’amore”, da sempre giocata sull’enorme scacchiera che pavimenta la piazza antistante il Castello Inferiore”, afferma il Presidente del Comitato Organizzatore della Pro Marostica, Simone Bucco.

    Marco Dal Zotto, responsabile del marketing,  evidenzia come le prenotazioni dall’estero –  Germania, Inghilterra e Stati Uniti, innanzitutto – stiano segnando una forte crescita. Segnale positivo per una organizzazione che punta, già dalla edizione del 2024, a creare pacchetti speciali rivolti al mercato USA e ai principali mercati esteri.

    La macchina della Partita  a Scacchi, nonostante l’estate, vive a pieno ritmo la sua messa a punto. Con le prove dei costumi, le sedute di regia, il perfezionamento  dei sistemi di accoglienza e di sicurezza, con tutto quanto va a comporre il “dietro le quinte” di uno spettacolo storico tanto corale. Che coinvolge, nei diversi ruoli,  ben 650 persone, vestite da preziosi costumi rinascimentali. E con loro, armati, giocolieri, venditori, sbandieratori, musici. Dal momento del lancio del dardo infuocato che dà  il via alla Partita e sino all’incendio finale del Castello,  sarà pura emozione.

    “L’edizione del prossimo settembre, anticipa il Presidente Bucco, sarà assolutamente speciale perché vogliamo che questa ripartenza si trasformi in una festa indimenticabile per chi ci segue da anni e per chi ci sta scoprendo solo ora. Vogliamo che il nostro pubblico non si limiti a godere di una rievocazione storica nota in tutto il mondo ma che, oggi come 1454, si emozioni nel seguire la singolar tenzone per la conquista della mano della bella Lionora.”

     

    Storia

    Una sfida di due valorosi guerrieri

    La leggenda della Partita a Scacchi risale al lontano 1454, quando Marostica era una delle fedelissime della Repubblica di Venezia ed il suo governo era retto da un podestà nominato direttamente dalla città di S. Marco. Si narra che proprio in quell’anno due valorosi guerrieri, Rinaldo D’Angarano e Vieri da Vallonara, si innamorarono perdutamente della bella Lionora, figlia del Castellano Taddeo Parisio, e per la sua mano si sfidarono a duello, come era di costume di quei tempi. Taddeo Parisio, che non voleva perdere nessuno dei due valenti giovani, impedì il cruento scontro rifacendosi a un editto di Cangrande della Scala di Verona, emanato poco dopo la tragica vicenda di Giulietta e Romeo, e confermato e aggravato dal Serenissimo Doge.
    Decise quindi che Lionora sarebbe andata in sposa a quello tra i due rivali che avesse vinto la partita al nobile gioco degli scacchi; lo sconfitto sarebbe divenuto ugualmente suo parente, sposando Oldrada, sua sorella minore, ancora giovane e bella. L’incontro si sarebbe svolto in un giorno di festa nella piazza del Castello da basso, con pezzi grandi e vivi, armati e segnati delle insegne di bianco e di nero, secondo le antichissime regole imposte dalla nobile arte, alla presenza del Castellano, della sua affascinante figlia, dei Signori di Angarano e di Vallonara, dei nobili delle città vicino e di tutto il popolo. Decise anche che la sfida sarebbe stata onorata da una mostra in campo di uomini d’arte, fanti e cavalieri, fuochi e luminarie, ballerine, suoni e danze.
    E così avvenne. Sfilarono arcieri e alabardieri, fanti schiavoni e cavalieri, il Castellano e la sua corte con Lionora e Oldarda, la fedele nutrice, dame, gentiluomini, l’araldo, il comandante degli armati, falconieri, paggi e damigelle, vessilliferi, musici e borghigiani, e poi ancora i meravigliosi pezzi bianche e neri con re e regine, torri e cavalieri, alfieri e pedoni. Rinaldo d’Angarano e Vieri da Vallonara ordinarono le mosse ed al termine della disfida un tripudio di fuochi, luci e grida festose salutarono il vincitore.
    Lionora, trepidante perché segretamente innamorata di uno dei due, aveva ,con discrezione, fatto sapere al contado che il Castello da basso sarebbe stato illuminato di candida luce qualora la vittoria fosse stata conquistata dal cavaliere che faceva battere il suo cuore, affinché tutti potessero partecipare alla sua gioia.
    Oggi come allora l’emozione si rinnova, in una fastosa cornice di costumi preziosi e di gonfaloni, affascinanti dame ed intrepidi cavalieri, scherzosi zanni, giocolieri e sputafuoco, rinnovando negli animi il sapore antico di una appassionante storia d’amore.

    La Partita a Scacchi a personaggi viventi è giocata sulla Piazza di Marostica, ogni secondo weekend di Settembre degli anni pari.

    I comandi alle milizie vengono ancora oggi impartiti nella lingua della “Serenissima Repubblica di Venezia”.
    Lo spettacolo, con oltre 550 figuranti, dura circa 2 ore.

     

    Info e prenotazioni: www.marosticascacchi.it

  • Dal 22 al 24 luglio Operaestate celebra il bicentenario canoviano con un ricco programma di eventi, con grandi compagnie e progetti di comunità

    DEDICATO A CANOVA”: A OPERAESTATE LA DANZA METTE IN MOVIMENTO IL PATRIMONIO CULTURALE

    (Bassano del Grappa) Nel 2022 Operaestate, la lunga rassegna estiva promossa dalla città di Bassano del Grappa, le Città Palcoscenico e la Regione Veneto e sostenuto dal Ministero della Cultura, dall’Unione Europea e da aziende e Fondazioni “Amici del Festival” – celebra in danza il bicentenario Canoviano.

    Il programma di danza 2022 apre quindi con un focus sulla relazione tra Antonio Canova e la danza, in occasione del bicentenario della morte dell’artista: un percorso lungo un finesettimana (dal 22 al 24 luglio) nato da una ricerca sulle opere, i diari e gli album custoditi nei musei bassanesi, che Operaestate porta nel centro storico di Bassano del Grappa, attraverso i corpi di danzatrici, danzatori e cittadini.

    Riflettono sull’opera canoviana grandi compagnie italiane e internazionali, attraverso nuovi titoli o creazioni rilette per l’occasione. È il caso di Aterballetto, che presenta due titoli di coreografi israeliani, Shoot me la nuova creazione di Diegoo Tortelli e Secus del noto Ohad Naharin (Teatro al Castello, 22/7): due coreografie che, tra plasticità ed energia, sembrano giocare a tradurre in movimento le opere di Canova. E se Shoot me, gioca con le musiche del gruppo rock Spiritualized, in una coreografia astratta ma tesissima e carica di energia, Secus fa esplodere gesti improvvisi e sinuose articolazioni in tutte le direzioni.

    Sempre da Aterballetto arriva il programma di Microdanze Re-enactment: un’antologia di brevi coreografie per lo spazio pubblico ispirate a Canova, a firma di Elena Kekkou, Hélias Tur-Dorvault, Roberto Tedesco, Yannis Nikolaidis, Francesca Lattuada e Giovanni Insaudo (23/7).

    Anche la compagnia Kor’sia, in IGRA, riflette su un patrimonio coreografico importante: quello dei balletti russi di inizio Novecento, attraverso una versione di Jeux di Nižinskij osservata da sculture che potrebbero essere quelle di Canova, custodi silenziose di epoche, stili e opere che tornano in forme diverse, qui su un campo da tennis (23/7).
    Il Collettivo Giulio e Jari di Giulio Petrucci e Jari Boldrini riprende un ideale e una tecnica classici, il passo a due, indagandolo, analizzandolo e ricostruendolo in forma contemporanea in Pas des deux / Canova (24/7).

    Infine, Promise, di Sharon Eyal per la compagnia tedesca TanzMainz indaga le relazioni tra personaggi sconosciuti che abitano il palcoscenico come statue neoclassiche: una creazione in cui vicinanza e desiderio, estasi e solitudine scompaiono in una nuvola di musica elettronica (24/7).

    Numerosi i processi creativi che coinvolgono i cittadini: a partire dalle camminate coreografiche del giovane gruppo di artisti Base9, che porteranno il pubblico alla scoperta dei luoghi canoviani bassanesi (Canova walk: Choices, 22 e 24/7); a due progetti di comunità firmati dai coreografi Beatrice Bresolin e Marco D’Agostin: la prima invita a riscrivere il concetto di bellezza in una danza creata con cittadine di ogni età (L’oro  -versione Canova, 23 e 24/7); il secondo a riscoprire il valore di un carteggio privato, attraverso lettere che contengono istruzioni per una coreografia che andrà in scena senza che i partecipanti si siano incontrati prima (Scrivere lettere è sempre pericoloso, 22, 23 e 24/7).

    Un fine settimana in dialogo con un artista vissuto oltre 200 anni fa, e che ancora oggi ispira riflessioni su cosa sia classico, sul ruolo dell’arte, sulla bellezza e il patrimonio culturale.

    Tutto il programma su: www.operaestate.it

  • TOdays festival, progetto della Città di Torino realizzato dalla Fondazione per la Cultura Torino, torna per la sua settima edizione nell’ultimo week-end di agosto, dal primo pomeriggio a notte inoltrata.

    In un momento storico così incerto e complesso, TOdays porterà per tre giorni, dal 26 al 28 agosto 2022, 96 artisti per 16 band, delle quali 11 in esclusiva unica nazionale e 14 per la prima volta a Torino.

    La settima edizione di TOdays porterà a Torino un arcobaleno di artisti internazionali, produzioni esclusive, anteprime, showcase, performance, eventi formativi e d’incontro con il meglio della scena musicale contemporanea.

    Non solo una sequenza di concerti e artisti per riempire un cartellone, ma una celebrazione coraggiosa del presente che intende offrire spazio ai suoni che verranno, rendendo centrali musiche e luoghi di confine, anticipando idee e trend, sperimentando opposti per generare nuovi equilibri: un festival che vedrà tutti i musicisti, sia affermati nomi della scena internazionale che nuove eccellenze emergenti, protagonisti nel raccontare le città del mondo a Torino e Torino, a sua volta, al mondo intero.

    Rispetto per la diversità, superamento dei confini, creazione di nuovi orizzonti saranno le linee guida del festival che, attraverso la musica e l’arte, intende restituire al suo pubblico, per tre giorni, un’esperienza di armonia e equilibrio, mischiando generi, emozioni, visioni.

    Il poster 2022 vuole rappresentare questa missione, tramite una scelta di colori dalla forte identità: il rosso richiama le emozioni e gli stimoli più creativi e vivaci in continuo divenire e la capacità di trasformazione delle cose, al nero si associa la forza della profondità capace di dare senso alle cose e che ci permette di procedere oltre la paura di ciò che non si conosce, oltre il buio di questi anni. L’accostamento delle due tonalità e la fitta geometria di curve che si intersecano ricompongono uno spazio vivo e non più immobile, per suggerire che le soluzioni non sono mai estreme e statiche: il dialogo si trova nelle sfumature, uniche, e irripetibili ed è necessario imparare a guardare per costruire nuove visioni.

    LE SEDI E GLI ORARI

    Due saranno i palchi principali della proposta artistica: l’area main stage degli spettacoli sarà il consueto grande prato verde di sPAZIO211, il palcoscenico a cielo aperto, dove si alterneranno concerti tra le ore 18.00 e le 24.00 per tutte le tre serate. Allo scoccare della mezzanotte ci si trasferirà tra le mura della ex fabbrica INCET, la piazza interna semicoperta fulcro evocativo dell’ex Industria Nazionale Cavi Elettrici Torino, per una serie di performance che non ci faranno rimanere fermi neppure un secondo.

    Sempre presso l’ex fabbrica protagonista di un ampio intervento di recupero urbano, che in questa edizione si consoliderà quartier generale del festival, si svolgeranno gli appuntamenti diurni e le attività educational del progetto TOlab: opinion maker, giovani artisti e professionisti, si incontreranno per muoversi trasversalmente fra i differenti linguaggi in campo musicale, artistico e sociale, scambiandosi storie ed esperienze in momenti di formazione, e discutere sui temi legati all’industria della musica, delle nuove tecnologie e delle professionalità ad essa legate.

    UN FESTIVAL SEMPRE PIÙ SOSTENIBILE

    L’edizione 2022 di TOdays continuerà a rappresentare anche un punto di svolta sul terreno della sensibilità alle ormai ineludibili sfide ambientali, in conformità con il percorso intrapreso dalla Città di Torino e dalla Fondazione per la Cultura Torino per rendere sempre più sostenibili i propri eventi, attraverso l’avvio dell’iter di certificazione del sistema di gestione secondo la norma internazionale UNI ISO 20121.

    L’edizione 2022 di TOdays rinnoverà l’impegno del festival nella riduzione del suo impatto sull’ambiente, riducendo gli sprechi, i rifiuti e in genere le emissioni di carbonio, puntando a salvaguardare la biodiversità delle location e ad implementare azioni ancora più ambiziose e in linea con l‘Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.

     

    IL PROGRAMMA

    Venerdì 26 agosto 2022

    “Ho paura del mondo, perché non so cosa potrebbe fare” inaugurano TOdays con questa dichiarazione i GEESE, cinque adolescenti di Brooklyn, il cui amore per la musica, dall’art al post-punk, dal math al rock progressivo, copre quarant’anni di grandi chitarre elettriche. Sono la versione da incubo della New York degli Strokes, eccitanti e nel contempo disorientanti, con le conoscenze musicali di un adulto e il senso di meraviglia, le ambiguità e preoccupazioni tipiche dei teenager più brillanti che cercano di comprendere la vita a 18 anni, inquieti e angustiati da un futuro incerto, frustrati da un presente con poche prospettive.

    Vivere il presente e lottare per la felicità è la gioia radicale anche per Alynda Segarra, pseudomino di HURRAY FOR THE RIFF RAFF, portoricana cresciuta nel Bronx, capace di mescolare Patti Smith, il punk, percussioni africane e campionamenti di poesia Nuyorican, per continuare a essere anarchica e battagliera, ribelle e profondamente umana. Qui c’è di tutto: il country folk di Waxahatchee, il reggaeton di Bad Bunny, gli esperimenti new age di Beverly Glenn Copeland e il femminismo nero di Adrienne Maree Brown.

    Per la prima volta in Italia salgono sul palco di TOdays i sei giovanissimi musicisti BLACK COUNTRY, NEW ROAD, schizzati da subito in cima alle chart inglesi come i più titolati esponenti del “post- tutto”, definiti “migliore band al mondo” e candidati al Mercury Prize. Dentro la loro musica soffia un vento che si insinua tra i paletti della tradizione fino ad accompagnarci oltre, quindi mettetevi comodi, il viaggio è appena cominciato.

    E’ infine TASH SULTANA, dall’Australia a Torino sconvolge tutte le regole con il suo rock alternativo, e quella matrice gender queer della sua personalità per la quale si lascia definire con il pronome “They”. 1 miliardo di stream a livello mondiale, nominata per 6 ARIA Awards, ha suonato nei festival più importanti del mondo, che oggi ci sembrano lontani anni luce come Coachella, Lollapalooza, Governor’s Ball, Bonnaroo, presenta a TOdays il suo nuovo disco concepito in questo lungo periodo di auto-riflessione collettivo, scaturito dall’imprescindibile rallentamento della vita a causa della pandemia globale.

    Soul, funk, RnB, folk, rock, hip hop, “è Erykah Badu che incontra Bon Iver, che incontra John Mayer, che incontra qualunque cosa”.

    Semplicemente il meglio tra talentuosità contemporanea, genio creativo e hype.

    Torino tende la mano verso Roma, in una sorta di gemellaggio tra capitali d’Italia: misticismo, tradizione, natura e elettronica d’avanguardia dominano la scenografia teutonica della ex fabbrica INCET per l’opening party di DANZA TRIBALE, l’ipnotica label capitolina tra le più interessanti e richieste dell’intera scena italiana.

    TAMBURI NERI ci conducono in questo paesaggio notturno che nasce sinistro, ma col crescere del beat si fa via via più coinvolgente e irresistibile, tra percussioni ancestrali, distorsioni lontane, samples vocali di testi metafisici immersi in ambienti volutamente oscuri, vere e proprie immagini visive che si traducono in musica, silenzi e rumori e che ci avvolgono in una nebulosa di poesia e groove.

    Le ultime note sono affidate alla dj e produttrice ADIEL dallo stile estremamente originale che abbina sonorità mistiche e profonde ad altre più dure ed industriali, dopo aver conquistato la console dei club e festival più# importanti d’Europa ponendosi in una posizione di assoluto rilievo nel panorama nazionale ed internazionale.

    In apertura, il misterioso duo torinese conosciuto a livello europeo VOODOOS AND TABOOS dalle sonorità eleganti, break e futuristiche.

    Provateci a resistere a un evento come questo, a non lasciarvi coinvolgere dall’euforia e dall’atmosfera empatica dove ognuno di noi può sentirsi libero di esprimersi!

    Sabato 27 agosto 2022

    Fanno musica strumentale che incorpora suoni di mezzo pianeta, dai ritmi latini, cumbia, exotica e western alla psichedelia turca, dal funk alla disco, dal surf anni ’60 al guitar sound anni ’80, dallo spirito pirotecnico del metal al gusto decorativo del dream pop.

    Sono le LOS BITCHOS, con base a Londra ma arrivano dall’Uruguay, dall’Australia e dalla Svezia, e Il loro primo fan è Alex Kapranos dei Franz Ferdinand.

    Sul palco di TOdays sentirete grida di gioia, “yeah”, “woo-hoo”, cori estatici e quella sensazione d’euforia condivisa che la loro musica trasmette in ogni istante.

    Ed è con gli SQUID che il rock si fa ancora più avventuroso ed eclettico: da Brighton al palco di TOdays a sPAZIO211, beat elettronici in crescendo, aperture noise, cenni jazz, ambient per soli fiati, chitarrismi in tempi dispari, messaggi disparati dei testi che svariano dall’apocalittico al sarcastico, e senso di sfida del post punk, quando ancora lo chiamavamo new wave.

    Passano dalla rivisitazione nostalgica e melanconica del post-punk e della wave sovietica, i Молчатдома (MOLCHAT DOMA), sorprendentemente emersi come uno dei maggiori fenomeni nel panorama indie degli ultimi anni, in particolare facendo breccia nella YouTube-core generation. Il loro nome significa “le case tacciono”, cantano il dolore, l’alienazione e suonano duri, spaziali e freddi come la terra da cui provengono.

    E’ invece musica celestiale quella del polistrumentista e compositore francese FKJ aka French Kiwi Juice. Lo spettacolo non sta solo nella sua abilità nel saper suonare chitarra, basso, tastiere, organi, sassofoni e loop station, ma l’aspetto incredibile del suo live sta nel far vedere agli spettatori cosa e davvero la Musica. Assistiamo a una sorta di lezione di anatomia musicale. Come nel famoso dipinto di Rembrandt, noi tutti ci riuniamo attorno al palco a vedere il nostro dottor Tulp che ci mostra cosa compone un pezzo musicale.

    Dopo non si torna indietro!

    Una volta si diceva “Torino è la seconda più grande città del Sud Italia” e allora TOdays omaggia la Napoli più sotterranea, lontana dalle luci della ribalta, alimentata dalle radici del passato con uno sguardo sul futuro, con il party di PERIODICA Records, la label partenopea che racconta la voglia di sperimentalità, fascinazione e ripescaggio dalla enorme e molto varia cultura cittadina della fine degli anni settanta e dei primi anni ottanta. Gli anni, cioè, della nascita del Neapolitan Power, di quando la musica nera arriva in Italia a fondersi con la nostra tradizione cantautorale e Napoli diventa una giungla mistica!

    Apre le danze WHODAMANNY, artista affezionato al sound analogico tanto da farne il proprio vessillo, dal sound caldo e vintage che esce dalle drum machine e dai synth andando a creare una musica non catalogabile, pregna di synth cosmici, funk e jazz.

    Ed è attorno a MYSTIC JUNGLE, il musicista che non vuole confini o etichette e che si muove sapientemente tra disco, electro boogie, synth cosmici e linee di basso plastiche, che ruota il collettivo di artisti, produttori e promoter campani che stanno facendo tremare la città. In apertura, il cofondatore e dj di Bounce FM, SPACERENZO, la cui ricerca musicale orbita tra sonorità black, afro, disco e house music.

    Domenica 28 agosto 2022

    Il risveglio dei nostri corpi, il contatto, il groove che si inarca nella spina dorsale…arriva a Torino il duo scozzese ARAB STRAP, e sorprendono per quanto riescono a mantenere alta la tensione e la qualità e col loro carisma ci tengono voluttuosamente ancorati alle radici e alla terra. Indubbiamente uno dei gruppi più intriganti, dirompenti e apprezzati dello scenario indipendente oltreoceano, con un sound tra desiderio, disperazione e fatalismo, che ci invita come ascoltatori a risvegliare i nostri sensi intorpiditi, a muoverci coi beat.

    Chitarre soniche e melodie sognanti, a TOdays finalmente la band newyorchese DIIV che presenta il nuovo album dedicato tutto al tema della rinascita: una vibrazione sottile, elettrica e inquietante, che ci prende in modo ipnotico con una pioggia di accordi in minore. Tra le band più apprezzate degli anni dieci e in pole position per divenire un’eccellenza assoluta in questo decennio successivo.

    E poi, scommettiamo che il 2022 sarà l’anno degli YARD ACT?

    Cantastorie inglesi un po’ matti, dal piglio ironico e dai testi anticapitalisti, che cantano d’illusioni e ricchi ansiosi, un esordio destinato a rimanere e un live elettrizzante, che mette sotto pressione nell’adattarsi perfettamente alla forza che sprigiona.

    Infine in data unica italiana a TOdays, i portabandiera dell’acid-rock in salsa britannica, PRIMAL SCREAM celebrano dal vivo il loro album pietra miliare Screamadelica in occasione del trentennale della sua uscita: un mix di rock, techno e dance, cavalcando prima l’era della darkwave, poi del revival psichedelico degli shoegazer e approdando infine all’era della “chemical generation“. La formazione storica di Bobby Gillespie si conferma tra i mostri sacri dello scenario musicale europeo contemporaneo, senza malinconiche nostalgie, bensì con lo sguardo sempre rivolto sul presente e diffondendo nell’etere le ultime note di un festival che si preannuncia al fulmicotone, e dove ciò che rimarrà sarà ritmo e sentimento. Una di quelle cose che capitano una volta nella vita.

  • Dal 21 luglio al 27 novembre 2022 Ivrea ospita, in occasione dell’anno di Capitale italiana del libro, la mostra Mitoraj a Ivrea. Mito e letteratura che propone due affascinanti opere dello straordinario artista franco-polacco fortemente legato all’Italia, scomparso nel 2014. La sua eredità è raccolta oggi dall’Atelier Mitoraj, fondato dal Maestro, che preserva il patrimonio di imponenti opere.
    La mostra mette in luce il mito, punto di incontro tra la letteratura e l’arte, campo privilegiato del lavoro di Mitoraj. Il suo lavoro infatti affonda le radici nella tradizione classica e nel mito greco: una forma di resistenza, di difesa, di attaccamento “al bello” che oggi rappresenta più che mai un messaggio di speranza. Le opere di Mitoraj sono portatrici di un significato così profondo da superare il tempo e vanno ben oltre la loro presenza fisica: rappresentano un legame tra passato e futuro, tra lo scorrere del tempo e la permanenza della natura umana.

    Da giovedì 21 luglio (giorno dell’inaugurazione), Ivrea ospiterà in Piazza Ottinetti Ikaria grande, opera del 2001, ed Hermanos, del 2010, entrambe in bronzo.
    Ikaria grande, imponente opera alta oltre 6 metri, si riferisce a uno dei miti che più hanno appassionato l’artista, quello del volo, che Mitoraj ha esplorato lungo tutto il suo percorso di ricerca. Hermanos, affonda le radici nel tema dei gemelli, diversi e uguali, desti e sognanti, separati ma comunque per sempre uniti.

    L’inaugurazione e la conferenza stampa si terranno nella chiesa di Piazza Santa Marta (ore 18,30). Dopo i saluti istituzionali del Sindaco, Stefano Sertoli, interverrà Costanza Casali, Assessore alla cultura, che con Luca Pizzi, componente dell’Atelier Mitoraj, ha curato la mostra, nonché Luca Beatrice in qualità di critico d’arte. Coordinerà il conduttore radiofonico Maurizio Di Maggio. A seguire è previsto il taglio del nastro in Piazza Ottinetti, allietato dalla melodia di famose arie d’opera interpretate da un pianista e da un tenore, poiché il Maestro aveva curato le scenografie e i costumi di scena di Manon Lescaut e Tosca per i teatri della Fondazione Puccini e dell’Aida per i Giardini di Boboli a Firenze.

  • Dal primo film di alpinismo al cinema digitale del nuovo millennio, passando per film a soggetto e riprese di documentazione, lungo un arco di tempo di centoventi anni, tanti quanti ne conta la filmografia che ha avuto tra i protagonisti le montagne e l’arte di scalarle fin dalle origini.
    Una sezione distaccata della mostra, prodotta dal Museomontagna, è già stata presentata da IREN nello spazio espositivo della Casa Alpina presso la diga di Ceresole Reale dove sarà aperta fino al 18 settembre.
    Il primo allestimento è stato a Trento nell’aprile scorso, in collaborazione con la Camera di Commercio locale e in occasione del 70° anniversario del Trento Film Festival.

    Il progetto è nato dalle ricerche svolte per la realizzazione dell’omonimo volume edito dal Club Alpino Italiano con il Museo Nazionale della Montagna e l’International Alliance for Mountain Film, rete che unisce i più importanti operatori del settore (28 soci da 20 Paesi del mondo).
    La mostra percorre la lunga storia del cinema di alpinismo soffermandosi sui suoi capitoli più significativi. Dall’Europa alle Americhe, dalla Russia all’Australia e alla Nuova Zelandasfida, avventura, cime e ghiacciai, ricerca individuale, orgogli nazionali, cordate, conquista dell’inutile, fatica condivisa, gesto atletico e attrezzature sono stati tutti immortalati dalle pellicole o dai moderni strumenti digitali di questo genere cinematografico mai riconosciuto ufficialmente né dalla critica, né dalla produzione, ma amatissimo dagli appassionati del mondo delle altezze.

    L’esposizione – a cura di Marco Ribetti, vicedirettore del Museomontagna e conservatore della Cineteca storica e Videoteca, con testi di Roberto Mantovani, giornalista e storico dell’alpinismo – presenta manifesti originali e foto di scena selezionati tra i circa 8.000 beni del Fondo Documentazione Cinema delle Raccolte iconografiche Museomontagna e sequenze di film dalla sua Cineteca storica e Videoteca, che conserva circa 4.000 titoli.

     

    Torino, Museomontagna, 15 luglio – 23 ottobre 2022

  • Dal 15 luglio 2022 all’8 gennaio 2023

    Il Museo Nazionale del Risorgimento celebra il 140° anniversario della morte di Giuseppe Garibaldi con una mostra dedicata alla narrazione e al mito che si è sviluppato intorno all’Eroe dei due mondi: una figura iconica nata a metà dell’Ottocento e la cui onda lunga si propaga sino ai giorni nostri.

    Hero è il racconto della storia di quest’uomo straordinario e delle tracce che ha lasciato nelle decine di paesi in cui ha vissuto e combattuto. Nell’esposizione, si racconta attraverso la presentazione di oltre 300 oggetti provenienti da tutto il mondo (tra cui ceramiche, articoli da fumo, giocattoli, album da disegno e di figurine, fumetti, fotoromanzi, dischi, pubblicità, libri e oggetti di uso quotidiano) la sua dimensione di eroe globale.

    L’ingresso alla mostra è incluso nel biglietto del Museo Nazionale del Risorgimento (gratuito per i possessori dell’Abbonamento Musei Torino Piemonte e Torino+Piemonte Card).

    Il museo è aperto dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18.

    Hero – Garibaldi icona pop è realizzata con il patrocinio di Città di Torino, Città Metropolitana di Torino e Regione Piemonte e con il sostegno di Iren.

  • Dopo i Giardini Reali, ecco finalmente anche il Palazzo Reale, straordinaria restituzione alla città di uno degli spazi più rappresentativi della sua storia politica e culturale del XIX secolo, che riporta in tal modo l’area Marciana alla sua identità originaria. Dopo un lungo e impegnativo lavoro di recupero, saranno aperte al pubblico dal 15 luglio, venti sale del Palazzo Reale di Venezia (all’interno del Museo Correr) che costituivano gli originari appartamenti privati utilizzati degli esponenti di ben tre case regnanti – Bonaparte, Asburgo, Savoia – lungo tutto l’Ottocento e fino al 1920.

    Si tratta del completamento di un lavoro iniziato nel 2000, su progetto scientifico di recupero della Fondazione Musei Civici di Venezia e Comune di Venezia con supporto della Soprintendenza e con il determinante sostegno del Comitato Francese per la Salvaguardia di Venezia e da mecenati di tutto il mondo, che ha visto le prime sale reali già protagoniste di una attività di valorizzazione del Palazzo Reale.
    Le nuove sale sono tutte decorate e per lo più sontuosamente rivestite con tappezzerie che riprendono i disegni originali, originali invece i mobili che provengono appunto da Palazzo Reale e che dopo complesse vicende e trasferimenti tornano finalmente ad occupare lo spazio che li spetta.

    Un Palazzo Reale nella città connotata dal Palazzo dei Dogi: a pochi passi dal Palazzo Ducale sorge, ed è altrettanto magnifico, anche il Palazzo Reale. Tre i Casati che governarono Venezia dall’indomani della caduta della Serenissima Repubblica: Napoleone Bonaparte, gli Asburgo e infine i Savoia. Ciascuno degli occupanti volle risiedere a Venezia in un proprio appartamento, modellato e arredato secondo le proprie passioni e il gusto del momento.

    Quello che ne è derivato è uno spaccato di storia dell’arte e del costume, dai primi dell’Ottocento agli anni ’20 del Novecento.  Gli Appartamenti Reali occupano il Versante settentrionale del Piano Nobile delle Procuratie Antiche e godono dell’affaccio sui Giardini Reali e sul Bacino dei San Marco. Sono spazi paralleli alle sale espositive del Museo Correr a loro volta aperte sulla Piazza.

    Si tratta di grandi elegantissimi ambienti, estesi su circa 850 mq, ciascuno connotato secondo lo stile degli  Ospiti che vissero qui in alcuni periodi. Decori e mobilio sono all’altezza delle teste coronate che ne godettero per soggiorni più o meno prolungati. Da Napoleone, a Francesco Giuseppe e all’Imperatrice Sissi, a Massimiliano d’Asburgo, Imperatore del Messico, a Vittorio Emanuele di Savoia e, via via, sino al Umberto I. In questi saloni è passata la Storia italiana ed europea.
    Concluso il tempo dei re e imperatori, quei saloni sono diventati uffici e archivi a disposizione dello Stato e dei suoi funzionari, cosa che inevitabilmente ha comportato la cancellazione di gran parte delle decorazioni e degli arredi esistenti.

    Il Comune di Venezia e Fondazione Musei Civici – commenta il Sindaco Luigi Brugnaro – continuano a prendersi cura del loro inestimabile patrimonio culturale e artistico. La riapertura di queste 20 sale del Palazzo Reale sancisce un ulteriore fondamentale tassello in quel percorso di riqualificazione dell’intera area marciana, che con Rialto e Arsenale costituisce il cuore della storia di Venezia che dura ormai più di 1600 anni. Grazie infine a tutti quei mecenati che, in un’ottica di sussidiarietà tra il pubblico e il privato, hanno dimostrato di amare la nostra Città e hanno contribuito a salvaguardare questo suo gioiello”.

    La presidente MUVE Mariacristina Gribaudi ricorda come “ L’apertura delle Sale Reali coincide con il raddoppio dell’area museale del Correr, una restituzione straordinaria alla città che qui avrà evidenza della storia politica ma anche del costume e delle arti veneziane del XIX secolo

    Il Direttore Gabriella Belli: “ Dal punto di vista della storia dell’arte veneziana, il Palazzo rappresenta un colpo di spugna su quel secolo XIX che per decenni rimase affidato al mito negativo della caduta di Venezia e con essa la fine di ogni magnificenza artistica. Oggi questo travagliato Ottocento veneziano ritrova il luogo della sua rivincita”.

    In questa rinascita Fondazione Musei Veneziani e Comune di Venezia sono stati affiancati dal Comitato Francese per la Salvaguardia di Venezia, presieduto con passione e competenza da Jérôme-Francois Zieseniss, che ha saputo coinvolgere nella grande impresa mecenati di tutto il mondo.“Tra la caduta della Serenissima nel 1797 e la nascita della Biennale nel 1895, sembrava che Venezia fosse sparita dalla scena artistica europea. Il Palazzo Reale, vera enciclopedia delle arti decorative dell’Ottocento, è invece l’anello mancante della storia millenaria del genio di Venezia”.

    Gli interventi hanno preso il via nel 2000 con il recupero dei grandi appartamenti di rappresentanza, che facevano già parte del Museo Correr: il porticato che da accesso al Palazzo Reale e a Piazza San Marco, lo Scalone d’Onore, il Vestibolo d’onore, la Sala da Ballo e il soffitto della Sala del Trono.

    Nella seconda fase (2006-2012) si è intervenuti sugli appartamenti di Sissi e subito dopo su alcuni ambienti dell’appartamento di Massimiliano d’Asburgo, Imperatore del Messico. La terza campagna di restauro (2013 -2014) ha coinvolto ambienti ed arredi (raffinatissimi) del Gabinetto Studiolo dell’imperatore, del Salone delle Udienze, di quello dei Ciambellani e del Salone di Re Umberto.
    Tra il 2015 e il ’16 si è messo mano al progetto “Sublime Canova”, ideato dal Direttore MUVE Gabriella Belli per dare giusto risalto alle magnifiche raccolte canoviane del Correr: magistralmente presentate in tre sale, due delle quali inserite nel Palazzo Reale, il cui restauro è stato sostenuto dal Comitato Francese  per la Salvaguardia di Venezia e da Venice International Foundation.

    A concludere il recupero integrale del Palazzo sono gli interventi, appena conclusi, sugli appartamenti di Massimiliano e dei Re d’Italia.
    Il recupero, in tutte le sue fasi, è stato certosino: nessun dettaglio è stato trascurato, a partire dalle tappezzerie originali che, come gli interventi di ebanisteria, furono realizzate da maestranze veneziane, in grado di creare in Laguna tessuti e arredi del tutto raffrontabili con quelli delle maggiori manifatture internazionali.
    Un tesoro del miglior artigianato veneziano che prosegue la grande tradizione delle arti ancor oggi presenti nel territorio lagunare.

    Per informazioni:
    Museo Correr
    Venezia, Piazza San Marco,
    Ingresso per il pubblico: Piazza San Marco,
    Ala Napoleonica, Scalone monumentale

    Orario
    Il Museo Correr è aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00 (ultimo ingresso ore 17.00)

    Biglietto
    Ingresso con il biglietto “I MUSEI DI PIAZZA SAN MARCO”, un unico biglietto valido per: Palazzo Ducale e per il percorso integrato del Museo Correr, Museo Archeologico Nazionale, Sale Monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana.
    Biglietto intero: 25,00 euro
    Biglietto ridotto: 13,00 euro

    Info e Prenotazioni
    – www.correr.visitmuve.it
    – call center: 848082000 (dall’Italia);  +39 041 42730892 (dall’estero/only from abroad)

    AVVISO PER IL PUBBLICO: il nuovo percorso delle Sale Reali (dalla sala 10 alla sala 20) sarà aperto al pubblico dal 15 luglio 2022 con ingressi contingentati solo previa prenotazione.

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