Categoria: Non solo arte

  • La vita di un camionista a lungo raggio può essere dura, anche quando non è al volante. Dietro ai sedili, nell’”area personale”  c’è  a mala pena lo spazio sufficiente per dormire, ed ecco allora che si esibiscono in allestimenti seguendo il gusto personale, con accessori che mai immagineremmo nella cabina di un camion,  per creare il più fedelmente possibile il concetto di rifugio, il  luogo dove condurre una vita “quasi normale”.

    E così, molti camionisti, si concedono qualche tocco qua e là in cabina. Giusto per dare un tocco all’ambiente. E poi, in certi casi, c’è anche a chi sfugge la mano. Dall’America all’Asia, passando per Australia e Vecchio Continente, non c’è posto sulla terra dove queste ville su ruote non macinino chilometri…

    Dedicarsi a questa curiosa attività non rappresenta solo un hobby ma è qualcosa di più profondo che ha a che fare con lo stile di vita e il modo di esprimersi, del luogo da dove si proviene, dei propri affetti più cari. Queste imponenti moderne opere d’arte sono il frutto di un lavoro accurato, il camion è appena riconoscibile, ricoperto da numerose luci al neon, luci ultraviolette, parti cromate, interni dal gusto singolare (si trovano facilmente candelabri, lampadari, dipinti o tappezzerie di super lusso, solo per citare qualche esempio).

    GLAM FRANCESEI proprietari decorano anche l’interno delle cabine. Le decorazioni interne includono praticamente tutto : lampadari Swarovski, tende,  pareti interne imbottite.I  materiali utilizzati sono il frutto del fascino  che i giapponesi nutrono per la cultura francese, compresa l’alta moda,  vengono utilizzati tessuti e marchi di alta moda provenienti da Parigi o da altre parti d’Europa, rilasciando all’interno dei loro trucks un aspetto esclusivo e spettacolare. Per esempio la Classica Flap Bag di Chanel, suggerisce ai camionisti folli, un look glamour per un “coprivolante” con il tessuto trapuntato utilizzato appunto per la produzione della borsetta. UN PO’ DI LUCE All’interno di questi mezzi, spesso pende almeno un lampadario. Si trova prima di tutto nella parte anteriore (tra i posti a sedere), e un altro potreste vederlo nel retro del camion. La prima impressione che ne avreste salendo, potrebbe essere quella di una sala da ballo francese ai tempi di  Luigi XIV.Dedicando molto impegno – tempo e denaro –  per l’”arredamento” molto curato degli interni, non può essere trascurato l’aspetto dei materiali impiegati per le illuminazioni: cristalli e diamanti come simbolo di purezza e ricchezza. UN PO DI NATURA in cabina.Alcuni elementi floreali li potremmo vedere dentro le manopole dei cambi o nei tessuti damascati del cruscotto.

    I camion decorati a regola d’arte, completamente guidabili e funzionali, sono in netta contrapposizione con l’immagine classica del truck, ma è importante raccogliere il messaggio che comunicano: il desiderio di questi uomini o donne,  di normalità…  quasi certamente troveremmo accessori dello stesso tipo nelle loro “case”.

     

    Veicoli commerciali in tutto il mondo vengono spesso trasformati dai loro proprietari in impressionanti opere d’arte a rotazione. Le loro forme sono modificate, le loro superfici sono decorate e nuove texture vengono aggiunte. Quando avevano bisogno di sostituire parti arrugginite del corpo del loro camion, spesso usavano il metallo recuperato per altri scopi. Unire le parti improbabili insieme ha portato a una modifica dopo l’altra.

    Nel corso del tempo i camionisti hanno sviluppato un apprezzamento per le combinazioni trasformate e inventive create da questo processo, oltre a spingersi un po’ troppo oltre i limiti del buon gusto. Alla fine è emersa una sub-cultura unica nel suo genere, che comporta la modifica e la personalizzazione di grandi mezzi stradali.

    A metà degli anni ’70 è uscita il primo, di una serie di film, Truck Guys (o Truck Rascals). Mostrava le avventure di un autista nel suo dekotora in viaggio in tutto il Giappone. I film hanno fatto conoscere al grande pubblico questi camion e creando un grande un seguito, addirittura i camionisti modificavano i loro mezzi nella speranza di ottenere un ruolo in uno dei film. Intanto il pubblico si è  innamorato di dekotora. Il risultato di questo fenomeno, è passato da una cultura pop regionale, all’interesse popolare nell’intero paese e non solo. I camion sono una miscela incredibile di luci da casinò, gioielli, magia del computer e guerrieri robotici di film di fantascienza. Tra i numerosi miglioramenti che rendono questi dekotora camion sorprendente “chich” sono per esempio, i murales full size aerografati su entrambi i lati del letto del camion, oppure migliaia di chili di acciaio inox lucido e cromato progettati per concedere il massimo effetto teatrale, viene ostentato il lusso con design di tessuti firmati, lampadari e sistemi di intrattenimento completi. Non è raro spendere oltre $ 100.000 USD – e impiegare fino a cinque anni – per modificare completamente un solo camion. Alcune delle immagini più impressionanti sono create dall’illuminazione dei camion. Molti dekotora hanno centinaia – anche migliaia – di luci (fluorescenti, neon e LED) che richiedono generatori ausiliari per alimentarli, le loro luci ardenti possono essere visti  visto a miglia di distanza, ecco perché non possono utilizzare tutta la loro fluorescenza sulle autostrade! Nel corso del tempo le modifiche dei dekotora hanno catturato sempre più lo spirito della cultura pop in Giappone.

    Ma a sorprendere piu dei Dekotora ci sono i colorati ‘Jingle Trucks’ che governano le strada in Pakistan!

    Se avete fatto un viaggio in Asia meridionale, in particolare in Pakistan, Afghanistan e India, avete sicuramente visto camion colorati e ornati che risuonano lungo strade e autostrade. In questi paesi, in particolare in Pakistan, l’arte dei camion è più di una semplice espressione culturale, è anche una tradizione profondamente radicata che ha creato un boom economico per i conducenti. In Pakistan, l’arte del camion ha origini che risalgono agli anni ’20, quando i camion Bedford importati dall’Inghilterra invasero le strade del paese.

    Nel 1950, Karachi è diventata un centro di camion art-un titolo che detiene ancora oggi, quando Hajji Hussain, un artista noto per i suoi affreschi che realizzava sui palazzi, è arrivato a vivere in Pakistan. Mancando i palazzi da dipingere, si è concentrato sui camion per la decorazione, e il suo stile di ornare  con soggetti floreali, ha ottenuto un grandissimo successo di popolo. E mentre la pittura di camion ha preso in altri paesi dell’Asia meridionale, anche nel Sud America e in il è una forma d’arte è a un altro livello.

    I Jungle Truck  –  soprannome dato dall’esercito americano in Afghanistan, grazie alle campane sparse sui paraurti – sono una forma d’arte, certamente meno lussuosa e più improntata ad argomentazioni di carattere religioso e cultura, cosa diversa dei Dekotora che si possono incontrare in Giappone o in America Meridionale.

     

     

  • DAL 15 AL 19 MAGGIO A SALUZZO LA 42° MOSTRA NAZIONALE DELL’ANTIQUARIATO: NELLE SALE DELLA CASTIGLIA ANTIQUARI DA TUTTA ITALIA

    Continuano gli appuntamenti del festival START/storia arte Saluzzo: mercoledì 15 maggioè il momento dedicato agli antiquari, con l’inaugurazione alle ore 18 della 42° Mostra Nazionale dell’Antiquariato, che fino a domenica 19 maggio si svolge al Castello dei Marchesi di Saluzzo, la Castiglia, già location delle mostre Il Labirinto dei Simboli e Ritmo Bodoni, dedicate all’arte contemporanea.

    Qualità senza tempo, per una Saluzzo che sa riconfermarsi Capitale dell’antiquariato, con una mostra che è un contenitore di eleganza riconosciuto a livello italiano, sempre capace di cambiare pelle e rinnovarsi, pur rimanendo fedele e attento alla qualità dell’arte antica.

    L’edizione 2019 si presenta con una prima novità che riguarda la scelta degli spazi di allestimento: saranno infatti le suggestive stanze del castello dei Marchesi di Saluzzo, ricche di fascino e storia, a ospitare gli antiquari e il loro pezzi pregiati e ad accogliere un pubblico attento, curioso e, soprattutto, avvezzo ad arte e bellezza.

    In mostra presenti una trentina di antiquari: oltre alle storiche imprese saluzzesi, la 42° Mostra Nazionale dell’Antiquariato vedrà la partecipazione di nomi importanti del settore provenienti da tutta Italia, che porteranno in mostra opere di epoche diverse. Il pubblico compirà così un vero e proprio viaggio nel tempo, tra opere dal Medioevo al Periodo Impero, monetari in tartaruga, sculture lignee medievali, dipinti del ‘600 e ’800, maioliche, arredi di alto antiquariato e fondi oro.

    Gli antiquari dell’edizione 2019 sono: Mauro Giordanino (Saluzzo), L’Antiquasi (Torino), Antichità Brancaccio (Saluzzo), Art Collectors (Milano), Raffaello Pernici (Rosignano Marittimo), Flart di Gallo Flavio (Sommariva Perno), Antichità Costa (Saluzzo – Limone Piemonte), Antichità Avico – 900 & Design (Niella Tanaro), Ars Antiqua (Milano), Opo S.R.L. (Salò), Antichità Alessandro Bruna (Saluzzo), Bonanomi Antiquariato (Moncalvo), Galleria Il Portico (Pinerolo), Antichità Macrì (Torino), Ambrosi (Monselice), Francesco Obligato (Torino), Trionfante Antichità (Milano), La Gallerya di Audino e Sarietto (Fontanelle di Boves), Fabbri Arte Alto Antiquariato (Mantova), Matta Antichità (Verolengo), Lentini Antichità (Villanova D’Asti), Art Fine (Milano), Arts & Houses di Alex Barra (Paesana), Centro Arte La Tesoriera di Andrea Armato (Torino), Architechture (Bergamo), Lombardo & Partners Antiques (Rivoli), Mauro Reinaudo Antichità (Torino), Galleria Antiquaria Di Brisco (L’Aquila).

    L’edizione 2019 sarà arricchita da una serie di eventi collaterali. Tra questi la presentazione in Castiglia giovedì 16 maggio ore 18, a cura del Prof. Piccat e del FAI Saluzzo, del pittore fiammingo Hans Clemer, detto Maestro d’Elva(Fiandre, ante 1480 – Piemonte, post 1512), esponente della pittura gotico-fiamminga e che è stato attivo in Piemonte nella zona di Saluzzo.

    Inoltre il 15 maggio inaugurerà sempre in Castiglia la mostra fotografica Cento Donne Per La Storia, la mostra fotografica itinerante che celebra il Centenario di Zonta International.

    Partita da Alessandria i primi giorni di aprile, la mostra toccherà tutte le città del Nord Ovest Italia dell’Area 03 del Distretto 30, in cui si trova un Club Zonta. Nell’anno del Centenario, i Club Zonta dell’Area 03 del Distretto 30, vogliono onorare le Donne che hanno contribuito a cambiare il mondo dal contesto locale a quello mondiale. Tra queste saranno anche presenti due Donne Saluzzesi, una di nascita e una di adozione: Magda Olivero e Madre Elvira.

    Proseguono inoltre gli appuntamenti di Start/storia e arte Saluzzo che fino al 26 maggio permettono di scoprire l’arte contemporanea e l’artigianato, con le mostre per Start/Arte Il Labirinto dei Simboli e Ritmo Bodoni in Castiglia, l’opera vincitrice del Premio Matteo Olivero Harp esposta alla Sacrestia di Sant’Ignazio, l’esposizione del progetto vincitore dell’hackathon per Start/Artigianato dal 17 al 26 maggio in Casa Cavassa, e gli eventi di Start Off che tutti i giorni animano Saluzzo.

     

     

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    Il 23 aprile ricorre la giornata mondiale del libro e della lettura ed è l’occasione per noi popolo di lettori timidi e quasi impauriti di prendere coscienza di quanta sia la distanza che ci separa dai nostri cugini europei (4 su 10 italiani leggono un libro l’anno contro i 7 su 10 tedeschi e i 9 su 10 della Norvegia)  è un esercizio che, sinceramente, dopo anni che lo vedo riproporre, trovo quasi stucchevole. perché ferma la nostra attenzione alla classifica e non su quanto il Paese con quella classifica perde di opportunità per sé e per i propri cittadini.

    Oggi parlare di libri e di lettura in Italia è elitario, non nel senso proprio di un’élite, ma nel senso di riservato a pochi, che diversamente dalla massa la considerano importante per sé e per le loro comunità; ed è proprio questo il problema principale: la lettura, come anche la cultura in generale, in Italia non è mai stata considerata come un’opportunità da cogliere per lo sviluppo socio-economico del Paese, ma è sempre stata vista come un diversivo, un ozio per chi non sa cosa fare di meglio; eppure, se andiamo a guardare sia nel resto d’Europa sia in alcune parti d’Italia, scopriamo che laddove come sistema Paese si crede nella lettura, e quindi si investono risorse importanti per la sua diffusione, cresce il benessere socio-economico.

     

     

  • Future Park, il parco giochi del futuro alle OGR dove i disegni prendono vita, i colori si muovono e si possono spostare cose che non ci sono, propone l’ingresso ridotto a 5 Euro ogni giovedì e venerdì, fino alla fine di marzo. Non solo: nei giorni clou della Settimana Grassa, lunedì 4, martedì 5 e mercoledì 6 marzo, apertura straordinaria! Un modo originale per trascorrere la giornata in cui, con le scuole chiuse, i bambini festeggiano la ricorrenza più divertente dell’anno.

    Future Park, all’interno del Binario 3 di OGR Torino, è un luogo pensato per i bambini da 3 a 10 anni in cui possono vivere un’esperienza di realtà virtuale interattiva, che coniuga modalità di gioco tradizionali e digitali, creatività e nuove tecnologie, entertainment ed educazione.

    In questo spazio unico in Europa, realizzato dal collettivo teamLab (già autore del padiglione del Giappone a Expo 2015), i piccoli si trasformeranno in creatori di scenari e storie che cambieranno in continuazione: i loro disegni, nati da un foglio bianco, prenderanno vita sui ledwall, grazie all’interazione diretta con gli ambienti digitali, sensibili al tocco, proposti all’interno degli ambienti ludici proiettati nel futuro.

    Future Park si sviluppa in quattro differenti postazioni, ognuna delle quali corrisponde a un’esperienza creativa specifica.

    Light Ball Orchestraè l’area in cui si può interagire con sfere luminose che mutano colore e suono, rispondendo agli stimoli esterni generati dai movimenti dei bambini, fino a formare un’orchestra. Altre sfere sospese reagiscono ai cambiamenti delle sfere a terra, modificandosi in base all’interazione dei partecipanti.

    A table where Little People Liveè un’installazione con tavoli interattivi e proiezioni sensibili che cambiano a seconda degli input immessi dai bambini.

    La terza proposta si articola in due ambienti futuristici: Sketch Aquariume Sketch Town.
    In Sketch Aquarium le creature marine disegnate dai bambini si animano subito dopo essere state inserite in uno scanner: pesci multicolori, sirene, squali, diventano proiezioni all’interno del mare virtuale e iniziano a nuotare liberamente reagendo al tocco dei piccoli disegnatori. Si possono creare gruppi di pesci e far sì che nuotino insieme oppure, toccando i sacchetti di cibo, si possono “nutrire” gli abitanti del mondo marino.
    Sketch Town è invece la città immaginaria, sempre diversa, in cui lo spazio urbano si modifica in base ai disegni dei bimbi: macchine, edifici e perfino navicelle spaziali sono proiettati nel paesaggio del futuro e iniziano a muoversi “comandati” dai piccoli.

    INFORMAZIONI PRATICHE
    Future Park
    Binario 3 OGR Torino
    Corso Castelfidardo, 22 – Torino

    Orari
    Giovedì e venerdì dalle 15 alle 19
    Sabato e domenica dalle 11 alle 19
    Ultimo accesso un’ora prima della chiusura
    Apertura straordinaria lunedì 4, martedì 5 e mercoledì 6 marzo dalle 15 alle 19

    Biglietti
    Giovedì e venerdì 5 euro (fino a fine marzo)
    bambino + adulto 15 euro
    2 bambini + adulto 21 euro
    2 adulti + 1 bambino 21 euro
    10 bambini + 1 accompagnatore 50 euro
    Biglietti acquistabili su Ticketone o alla biglietteria di OGR Torino.

  • La Villa Museo di Torre del Lago, dove Giacomo Puccini visse, musicò parte della sua opera, e, per desiderio del figlio Antonio, venne sepolto, diventa un fondamentale polo di ricerca per studiosi ed appassionati, e punto di riferimento per chiunque ami Puccini e l’Opera.

    Per volontà di Simonetta Puccini, nipote ed ultima erede del Maestro, la storica Villa (riconosciuta dallo Stato come Monumento Nazionale) è destinata ad accogliere, tra le altre testimonianze, l’imponente Archivio di Casa Puccini, dal cui studio approfondito sono attese molte conferme e novità sul Maestro, la sua musica e la sua famiglia.

    Con l’Archivio, a Torre del Lago sono conservati arredi, cimeli, e documenti che hanno accompagnato la vita del Maestro. Oggi, accostato alla Villa, l’edificio, acquisito da Simonetta Puccini, diverrà il punto di accoglienza per i visitatori della Villa Mausoleo del Maestro, sede per concerti ed esposizioni, oltre che foresteria, con stanze personalizzate con arredi d’epoca.
    “A lavori ultimati – sottolinea l’architetto Glauco Borella, membro e consigliere del Comitato Scientifico della Fondazione – il complesso del Museo Puccini sarà corredato da questo nuovo fabbricato nel quale si svolgeranno al piano terreno attività di corredo e servizio al Museo, alleggerendo così il carico sulla villa del Maestro; ai piani superiori primo e secondo verrà mantenuta la destinazione ricettiva e saranno realizzate cinque camere per ospiti e una piccola foresteria.
    Il grande vano che ospitava la sala da pranzo dell’albergo sarà recuperato per ottenere una sala multifunzionale per mostre e musica, che consentirà di allestire delle esposizioni con il cospicuo materiale conservato nel Museo e non esposto al pubblico”.

    Per gestire l’importante patrimonio culturale e d’arte pucciniano, Simonetta Puccini aveva dato vita ad una Fondazione da lei stessa presieduta sino a quando, nel 2017, ne affidò la guida al professor Giovani Godi, storico dell’arte e attento musicofilo, affiancandogli un Consiglio d’amministrazione composto da esperti dei singoli ambiti di attività.

    “La Fondazione – anticipa il Presidente Godi – dovrà portare a termine i progetti e le iniziative pensate e volute dalla donatrice come quello di far sorgere accanto
    alla Villa, i nuovi uffici, la biblioteca, l’archivio e un auditorium che porterà il suo nome.
    Questo è l’impegno che ci accingiamo a compiere, con l’orgoglio e la consapevolezza di proseguire e di onorare il ricordo e le volontà di Simonetta Puccini”.

    Uno dei più importanti compiti che attendono la Fondazione è il lavoro di catalogazione e studio dell’Archivio Puccini che, grazie alle disposizioni della nipote, sarà, una volta catalogato, disponibile agli studiosi.

    “L’Archivio Storico comprende – afferma il professor Claudio Toscani, docente all’Università di Milano e componente del Consiglio e del Comitato Scientifico della Fondazione – un’ampia documentazione, costituita da lettere inviate e ricevute da Puccini, fotografie, carteggi e documenti amministrativi, musica manoscritta e a stampa.

    L’Archivio è stato recentemente dichiarato «di interesse storico particolarmente importante» dalla Soprintendenza Archivistica per la Toscana, in quanto «la documentazione costituisce una testimonianza di straordinario valore per la ricostruzione della vita e dell’opera di Giacomo Puccini».

    I beni custoditi presso l’Archivio, del resto, furono segnalati già molti decenni orsono alla Soprintendenza, che all’epoca ne stilò un inventario e in seguito lo aggiornò periodicamente. Prima che ne entrasse in possesso Simonetta Puccini, il Museo ha purtroppo subito, negli anni, qualche perdita: il confronto tra i successivi inventari fa registrare la sparizione di oggetti e documenti (alcuni dei quali sono ricomparsi sul mercato antiquario).
    Oltre alle lettere, alle fotografie e agli altri documenti pucciniani, l’Archivio contiene un prezioso fondo di circa 450 manoscritti musicali di autori di epoca più antica. Si tratta della biblioteca musicale di famiglia, cioè delle partiture arrivate a Giacomo in eredità dai suoi antenati musicisti. Com’è noto, Giacomo e il fratello Michele sono gli ultimi rappresentanti di una lunga dinastia familiare di professionisti della musica – iniziata cinque generazioni prima con un altro Giacomo Puccini (1712-1781) – che furono organisti, maestri di cappella, autori di musica per il teatro. I manoscritti autografi dei musicisti della famiglia Puccini, in verità, sono presenti nell’Archivio in quantità molto limitata: Giacomo ne fece dono all’Istituto Musicale di Lucca; cospicua è invece la presenza di musica d’altri autori.
    Altre voci dell’Archivio sono direttamente riconducibili agli interessi e al lavoro di Giacomo Puccini. Ne fanno parte, per esempio, gli spartiti a stampa e gli estratti delle opere dei musicisti suoi contemporanei. Ma anche alcuni materiali di lavoro, costituiti da abbozzi e frammenti che a volte si limitano ad annotare una breve idea musicale, altre fissano sulla carta porzioni più ampie di una composizione progettata, da sviluppare in seguito”.

  • Come i libri gialli, che si chiamano così in Italia per il colore che aveva la prima collana Mondadori dedicata al genere polizesco, anche i romanzi sentimentali (romance, romantici, in inglese) presero il nome di romanzi rosa per l’aspetto che avevano all’origine.

    Negli Anni Trenta, l’editore Salani ristampò infatti una sua celebre collana, La Biblioteca delle Signorine, in una versione più moderna e riconoscibile.

    Presto i titoli della collana, dai risvolti romantici e pubblicati con grande successo, vennero chiamati I romanzi della rosa, dal logo d’oro a forma di fiore che capeggiava sulla tela rosa acceso delle copertine.

    Da allora, tutti noi con romanzi rosa intendiamo libri romantici che hanno una storia d’amore come motore della narrazione.

    In occasione di San Valentino, festa degli innamorati, ecco una piccola lista di libri romantici freschi di stampa, che raccontano storie d’amore speciali, capaci di portare lontano e di farci sognare.


  • Ieri a Linea Verde è stato il nostro turno!

    Daniela Ferolla, Federico Quaranta e Peppone hanno portato “on the road” i telespettatori nel nostro meraviglioso territorio, ricco di storia e tradizioni agroalimentari.

    Un bellissimo servizio sulla Sacra di San Michele, la Reggia di Venaria con le sue mostre, il grattacielo green di Renzo Piano si vedono i simboli di #Torino: stadi, architetture importanti …tutto l’arco alpino, lo charme, il carisma, la storia, le tradizioni culinarie e il lato innovativo di una città che pulsa di sperimentazione.

    Federico e Peppone a bordo di una vecchia 500 ci hanno mostrato la provincia torinese facendoci vivere intensamente le storie e le passioni di famiglie di allevatori.

    Potete rivedere la puntata su #RaiPlay

    https://www.raiplay.it/video/2019/02/Linea-verde—In-Piemonte-dalla-Reggia-di-Venaria-alle-Alpi-5b4d4f4f-cd84-4c85-8d45-02d3cb59369a.html

  • Cinema e Fumetti – Museo Nazionale del Cinema, Mole Antonelliana 

    Via Montebello 20 – Torino

    Calcio e Fumetti – Juventus Museum

    Via Druento 153/42 – Torino

    Si inaugura oggi e fino al 20 maggio 209 la mostra multimediale “Cinema e Fumetti” alla Mole Antonelliana presenta le analogie e le differenze del linguaggio cinematografico e di quello dei fumetti in oltre cento anni di storia, con l’esposizione di tavole originali dei più importanti fumetti, proiezioni e postazioni interattive. 

    La mostra “Calcio e Fumetti” allo Juventus Museum attraverso i materiali multimediali esposti offre un panorama del rapporto tra calcio e fumetto, un tuffo nelle pagine dei fumetti e nelle gesta dei loro eroi.

    Visita ad entrambi i Musei e Mostre con un biglietto unico a € 20 .

    Sono escluse agevolazioni per le altre tipologie di biglietto e le promozioni non sono cumulabili.

    Ulteriori informazioni e prenotazioni su  Museo Nazionale del Cinema, Mole Antonelliana eJuventus Museum


  • Normalmente scrivo di Arte e Cultura, croce e delizia delle mie giornate lavorative (sono comunque maggiori le delizie, pur essendo un lavoro a cui bisogna dedicare molto tempo e passione).

    Mah, vorrei però raccontare una bella esperienza fatta stamattina.

    Ho assistito al lancio di un Capitolo di BNI, un nuovo modo di fare business, e nonostante l’ora in cui l’organizzazione prevede i lanci e gli incontri dei Capitoli, ore 7 del mattino, la Sala della Conceria a Chieri, era affollatissima.

    Quello che vorrei raccontare non è il metodo, ma la filosofia: DARE per RICEVERE! Mi risuonano in testa queste tre parole DARE per RICEVERE.

    In un tempo in cui è normale sentirsi CHIEDERE aiuto, favori, disponibilità … sentire dire che uno dei cardini della struttura è DARE per RICEVERE in un tempo successivo ciò che hai dato, e che lo devi dare perché cosi deve essere, è stata un rivelazione.

    E’ necessario approfondire molte cose di questa organizzazione, i costi prima di tutto, la disponibilità che è necessaria ai risultati che si vogliono ottenere da questo modo di fare business, ma quello che mi ha colpito è l’entusiasmo che i componenti di questo gruppo mettono in questo progetto: l’affiatamento, la condivisione delle proprie competenze e il fatto che in loro sia chiaro il rispetto, le competenze dell’uno e la necessità che il gruppo abbia della professionalità dell’altro, e che sia implicito consigliare ad un amico o a un conoscente il proprio compagno di Capitolo.

     

  • Riprende,dopo un periodo di sospensione, Cinema italiano anno per anno, la tradizionale rassegna dell’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, organizzata con il Museo Nazionale del Cinema e la Cineteca Nazionale. Millenovecento68coincide con il 50° anniversario di quel fatidico anno, quello della contestazione giovanile, della volontà di disgregare una società che appariva immobile e mummificata. La rassegna, in programma al Cinema Massimo dal 5 al 16 dicembre 2018,ci aiuta a capire se e come il cinema italiano fu capace di rappresentare i fermenti e le pulsioni di quel periodo. Attraverso la visione di un gruppo di film, selezionati a rappresentare diversi generi, autori e modalità espressive, si tenta di mettere a fuoco la complessa e talvolta contraddittoria relazione tra il cinema e la realtà del suo tempo.

    Si inizia mercoledì 5 dicembre alle ore 20.30 con la proiezione di Eat It che, oltre ad essere l’esordio cinematografico di Paolo Villaggio – il cui figlio Pierosarà in sala -, rappresenta in modo volutamente sgangherato e surreale l’affiorare di velleità e irrisolte intenzioni che prendono diverse e contrastanti direzioni.

    Ingresso 6.00/4.00 euro.

    Francesco Casaretti

    Eat It

    (Italia 1968, 84’, 35mm, col.)

    Trovato nei campi un uomo primitivo (P. Villaggio), un industriale alla disperata ricerca di una trovata pubblicitaria, decide di servirsene per la réclame del suo prodotto: la carne in scatola “Eat it”. Con l’ausilio delle telecamere, davanti a milioni di spettatori, il selvaggio deve convincere il pubblico che la carne “Eat it”, mangiata in grande quantità, abbia poteri afrodisiaci.

     

    Per vedere tutto il programma della rassegna clicca qui

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