Categoria: Teatro

  • Domenica 30 ottobre dalle ore 15.30, Lunedì 31 ottobre dalle ore 20
    HALLOWEEN alla CASA del TEATRO

    Animazioni con ragnatele viventi, dolcetto o scherzetto con la strega giocoliera e photo-set durante l’accoglienza del pubblico nel foyer per un pomeriggio di paura e divertimento indimenticabile!

    STRIZZACERVELLI: VISITA GRATUITA DAL DOTT. MATTARELLI!
    Artemakia
    Di e con Milo Scotton
    Capita che anche i migliori si affatichino… e così accade che anche i nostri amati mostri di Halloween abbiano bisogno di un po’ di relax e conforto. Il dottor Mattarelli saprà aiutarli a trovare la vena giusta per un Halloween di risate e acrobazie!

                                                                                                                                                                                                                     Per tutti!

    Tornano le fiabe di FILA A NANNA!

    A partire dal mese di novembre, ogni lunedì e giovedì, una nuova fiaba della buonanotte letta e interpretata dai nostri attori.
    Un tuffo nella fantasia con un unico requisito: la storia va ascoltata con la testa sul cuscino.
  • Dal 4 al 16 agosto al festival estivo di Salisburgo diretto da Cecilia Bartoli e con la regia di Rolando Villanzon

    Una nuova, insolita trasformazione per Arturo Brachetti, leggenda del quick-change e artista a tutto tondo, che questa volta approda nel mondo dell’opera in uno speciale Barbiere di Siviglia al Festival di Salisburgo, il più importante al mondo.

    La messa in scena dell’opera è diretta da Rolando Villanzon che per Brachetti ha ideato un nuovo personaggio, muto, un deus ex machina, presente in scena per tutta la durata dello spettacolo: Arturo, come il nome del suo interprete. Insieme a lui nei panni di Rosina troviamo Cecilia Bartoli, che è anche direttrice del Festival, Nicola Alaimo (Figaro), Alessandro Corbelli (Don Bartolo), Edgardo Rocha (il Conte), Ildebrando d’Arcangelo (Don Basilio).

    È stata proprio Cecilia Bartoli a chiedere a Villanzon di dirigere l’opera cercando di ritrovare la tradizione italiana della commedia dell’arte, espressa pienamente da Brachetti che riveste un ruolo centrale in tutta l’opera.

    Il regista ha trasposto l’azione dell’opera rossiniana agli anni ’30. La produzione gioca sul confine tra realtà e finzione cinematografica, ispirandosi ad altre contaminazioni famose come l’in and out del film di Woody Allen La rosa purpurea del Cairo e la poetica naif di Cinema Paradiso.

    Brachetti impersona un magazziniere impacciato di uno studio cinematografico dove si girano film muti, un mondo che lui sogna quotidianamente. Ma la sua fantasia viene travolta da una storia ancora più surreale: il film prende vita sul palcoscenico e lui si trova catapultato in esso.

    Il regista ha ripescato per questo spettacolo decine di routine comiche, lazzi e pantomime tipiche dei Fratelli Marx, di Buster Keaton e del cinema muto.

    Questo originale allestimento si è posto sin da subito all’attenzione del pubblico e della critica internazionale in occasione dell’edizione di Pentecoste del Festival, tanto che le repliche in programma dal 4 al 16 agosto sono totalmente sold-out.

    Arturo Brachetti, leggenda del trasformismo e tra gli artisti di teatro italiani più celebri nel mondo racconta “Cecilia Bartoli voleva fare il Barbiere il Siviglia con me e ha chiesto al regista Villanzon di creare un’idea originale. Lui ha avuto questa trovata incredibile che porta l’opera di Rossini direttamente nel XX secolo con un personaggio aggiunto, quello di Arturo, una specie di Mr. Bean artefice, complice e vittima di un sogno che sta tra l’opera, il cinematografo e la Commedia dell’arteAmmetto che non è stato facile, perché l’opera è diversa dal varietà, ma la commistione finale è unica ed eccezionaleIl Barbiere di Siviglia non è un’opera semplice perché è fatta di sottintesi, travestimenti, bigliettini scambiati, coincidenze e attimi brevissimi ma fondamentali per la dinamica comica della scena. Ho dovuto portare il mio knowhow in un mondo che non conoscevo ma che mi ha trasmesso un’energia straordinaria e un bagaglio di esperienza importante”.

    Non si tratta tuttavia del “vero” debutto di Brachetti nell’opera. In realtà, ancora ragazzo, interpretò uno dei toreri al seguito di Escamillo in occasione di una Carmen in scena al Teatro Regio di Torino.

  • Dal 22 al 24 luglio Operaestate celebra il bicentenario canoviano con un ricco programma di eventi, con grandi compagnie e progetti di comunità

    DEDICATO A CANOVA”: A OPERAESTATE LA DANZA METTE IN MOVIMENTO IL PATRIMONIO CULTURALE

    (Bassano del Grappa) Nel 2022 Operaestate, la lunga rassegna estiva promossa dalla città di Bassano del Grappa, le Città Palcoscenico e la Regione Veneto e sostenuto dal Ministero della Cultura, dall’Unione Europea e da aziende e Fondazioni “Amici del Festival” – celebra in danza il bicentenario Canoviano.

    Il programma di danza 2022 apre quindi con un focus sulla relazione tra Antonio Canova e la danza, in occasione del bicentenario della morte dell’artista: un percorso lungo un finesettimana (dal 22 al 24 luglio) nato da una ricerca sulle opere, i diari e gli album custoditi nei musei bassanesi, che Operaestate porta nel centro storico di Bassano del Grappa, attraverso i corpi di danzatrici, danzatori e cittadini.

    Riflettono sull’opera canoviana grandi compagnie italiane e internazionali, attraverso nuovi titoli o creazioni rilette per l’occasione. È il caso di Aterballetto, che presenta due titoli di coreografi israeliani, Shoot me la nuova creazione di Diegoo Tortelli e Secus del noto Ohad Naharin (Teatro al Castello, 22/7): due coreografie che, tra plasticità ed energia, sembrano giocare a tradurre in movimento le opere di Canova. E se Shoot me, gioca con le musiche del gruppo rock Spiritualized, in una coreografia astratta ma tesissima e carica di energia, Secus fa esplodere gesti improvvisi e sinuose articolazioni in tutte le direzioni.

    Sempre da Aterballetto arriva il programma di Microdanze Re-enactment: un’antologia di brevi coreografie per lo spazio pubblico ispirate a Canova, a firma di Elena Kekkou, Hélias Tur-Dorvault, Roberto Tedesco, Yannis Nikolaidis, Francesca Lattuada e Giovanni Insaudo (23/7).

    Anche la compagnia Kor’sia, in IGRA, riflette su un patrimonio coreografico importante: quello dei balletti russi di inizio Novecento, attraverso una versione di Jeux di Nižinskij osservata da sculture che potrebbero essere quelle di Canova, custodi silenziose di epoche, stili e opere che tornano in forme diverse, qui su un campo da tennis (23/7).
    Il Collettivo Giulio e Jari di Giulio Petrucci e Jari Boldrini riprende un ideale e una tecnica classici, il passo a due, indagandolo, analizzandolo e ricostruendolo in forma contemporanea in Pas des deux / Canova (24/7).

    Infine, Promise, di Sharon Eyal per la compagnia tedesca TanzMainz indaga le relazioni tra personaggi sconosciuti che abitano il palcoscenico come statue neoclassiche: una creazione in cui vicinanza e desiderio, estasi e solitudine scompaiono in una nuvola di musica elettronica (24/7).

    Numerosi i processi creativi che coinvolgono i cittadini: a partire dalle camminate coreografiche del giovane gruppo di artisti Base9, che porteranno il pubblico alla scoperta dei luoghi canoviani bassanesi (Canova walk: Choices, 22 e 24/7); a due progetti di comunità firmati dai coreografi Beatrice Bresolin e Marco D’Agostin: la prima invita a riscrivere il concetto di bellezza in una danza creata con cittadine di ogni età (L’oro  -versione Canova, 23 e 24/7); il secondo a riscoprire il valore di un carteggio privato, attraverso lettere che contengono istruzioni per una coreografia che andrà in scena senza che i partecipanti si siano incontrati prima (Scrivere lettere è sempre pericoloso, 22, 23 e 24/7).

    Un fine settimana in dialogo con un artista vissuto oltre 200 anni fa, e che ancora oggi ispira riflessioni su cosa sia classico, sul ruolo dell’arte, sulla bellezza e il patrimonio culturale.

    Tutto il programma su: www.operaestate.it

  • Da giugno a settembre un’estate di teatro, musica, danza, cinema.

    Il programma di iniziative che animerà la città è consultabile su  http://www.comune.torino.it/eventi/ e sui siti dei singoli punti verdi.

    Con l’estate torna la voglia di stare all’aperto, di trascorrere del tempo in compagnia, di partecipare con gli amici e familiari a occasioni di svago e socialità.

    Per il 2022 l’assessorato alla Cultura della Città attraverso la Fondazione per la Cultura Torino e grazie al sostegno di Intesa Sanpaolo ha selezionato un cartellone variegato di proposte ad alto profilo culturale: 12 progetti organizzati da altrettante associazioni e dislocati in diversi punti della città che, per tre mesi, da giugno fino a settembre offriranno – a cittadini e turisti – spettacoli teatrali, musica, danza, cinema, laboratori per bambini e giovani, attività di wellness a contatto con la natura, talk e seminari nei cortili, parchi e giardini in diverse zone della città. Un palinsesto diffuso e multiforme rivolto a tutte le fasce d’età che saprà incuriosire, coinvolgere e soddisfare interessi diversi.

    “Sarà l’estate del ritorno alla socialità e allo stare insieme – sottolinea il Sindaco Stefano Lo Russo – dopo un lungo periodo di limitazioni. La Città di Torino vuole promuovere in ogni modo la voglia di stare all’aperto, di condividere il tempo con amici e familiari nei tanti luoghi della città. Il programma per l’estate è ricco e offre tante opportunità per i cittadini e i turisti, vogliamo rendere Torino sempre più accogliente, vivace e con un programma diffuso in tutti i quartieri. Infine, ringrazio – continua il Sindaco – tutti coloro che stanno lavorando con noi per rendere il cartellone di ‘Torino che Spettacolo! Estate 2022’ un programma di qualità per i prossimi tre mesi”.

     

    PUNTI ESTIVI:
    Associazione Tedacà
    EVERGREEN FEST 2022
    Parco della Tesoriera, corso Francia 186-192, Torino
    www.evergreenfest.it – www.tedaca.it

    Hiroshima Mon Amour
    HIROSHIMA SOUND GARDEN
    via Carlo Bossoli 83, Torino
    https://hiroshimamonamour.org/

    l’ARTeficIO
    APS ESTATE IN CIRCOLO
    Giardino dell’Anagrafe Centrale, via Carlo Ignazio Giulio 14/A, Torino
    www.larteficio.com

    Associazione sPAZImUSICALI- sPAZIO211
    SUN OF A BEACH Vol. IV
    SPAZIO211, via Cigna 211, Torino
    www.spazio211.com

    Agenzia per lo sviluppo locale di San Salvario onlus
    ESTATE SENZA CONFINI
    Casa del Quartiere San Salvario, via Morgari 14, Torino
    www.casadelquartiere.it

    Associazione Museo Nazionale del Cinema
    BARRIERA A CIELO APERTO 2022
    Bagni pubblici, via Agliè 9, Torino
    Laboratori di Barriera, via Baltea 3, Torino
    Arena Monterosa, via Brandizzo 65, Torino
    Agrobarriera, Orto urbano del Boschetto, via Petrella 28, Torino
    Centro Interculturale, corso Taranto 160, Torino
    www.amnc.it

    Fondazione della Comunità di Mirafiori Onlus
    ESTATE A SUD 2022
    Casa nel Parco, via Panetti 1, Torino
    CPG, Strada delle cacce 36, Torino
    www.casanelparco.it – www.fondazionemirafiori.it

    Associazione Culturale Goodness
    IL GIARDINO DI OFF TOPIC OFF TOPIC
    Via Pallavicino 35, Torino
    https://www.thegoodnessfactory.it

    Associazione Nessuno
    IL CORTILE DELLA FELICITÀ
    Via Lombroso 16, Torino
    www.lombroso16.it

    Assemblea Teatro
    ANCORA TI RACCONTO UN LIBRO dalla pagina alla scena
    MAUSOLEO DELLA BELA ROSIN, strada Castello di Mirafiori 148/7, Torino
    CASCINA ROCCAFRANCA, via Rubino 45, Torino
    Spazio ARENA TEATRAZIONE, via Artom 23, Torino
    www.assembleateatro.com

    Stalker Teatro Soc. Coop.
    IL CORAGGIO DI ESSERE FELICI
    Cortile officine CAOS, piazza Montale 14/A, Torino
    www.officinecaos.net – www.stalkerteatro.net

    Banda Larga
    APS IMBARCHINO ESTATE OF MIND
    Imbarchino, viale Umberto Cagni 37, Parco del Valentino, Torino
    PAV, Parco d’Arte Vivente, via Giordano Bruno 31, Torino
    https://rbl.media/it/

  • Un invito a riflettere sulla verità e sulla scienza, uno sguardo al contemporaneo servendosi della particolare lente del teatro

    Il progetto artistico di Andrea De Rosa, nuovo direttore del TPE , si sviluppa lungo l’intero corso del prossimo triennio (2022-2024) mettendo al centro di ciascuna stagione teatrale una forte continuità tematica.

    La pandemia, la guerra e, ancora prima, la crisi economica e il terrorismo sembrano averci scaraventato in un tempo che credevamo non sarebbe mai più tornato: oscuro, minaccioso e incomprensibile. Se è vero che l’attualità arranca dietro a fatti che sfuggono da tutte le parti, inondandoci di parole e immagini, e se è vero che la voce del mondo ci insegue dovunque con la sua chiacchiera incessante, è altrettanto evidente la sensazione di confusione e stordimento nella quale tutti siamo precipitati. Per questo motivo, forse, il teatro può essere, o tornare ad essere, il luogo privilegiato dove la comunità può incontrarsi, interrogarsi e compiere un’esperienza collettiva di confronto ma anche di conoscenza, dando voce in questo modo al desiderio di molti artisti, e senz’altro anche del pubblico, di confrontarsi con il presente. Un presente che ci ha mostrato gli ingranaggi di un meccanismo che, una volta interrotto, ha condotto tutti noi a mettere in discussione molte delle certezze e verità che davamo per assodate.

    Il programma triennale di TPE – Teatro Astra vuole riflettere proprio sulla trasformazione in atto del nostro rapporto con la certezza e con la verità, esplorandole da vari punti di vista e attraverso la particolare lente del teatro. La Stagione 2022/23 s’intitola Buchi Neri e si concentra in modo specifico su come si sia trasformato il nostro rapporto con la verità scientifica.

    Il difficile rapporto tra scienza e potere sarà al centro di alcuni spettacoli. La recente crisi sanitaria ha infatti evidenziato quanto l’apparato tecnico-scientifico sia centrale per le nostre società ma, nello stesso tempo, ha anche mostrato quanto il retrocedere della politica di fronte a quell’apparato possa costituire un problema.

    Altri spettacoli, invece, guarderanno al paradosso nel quale si è mossa la ricerca scientifica dell’ultimo secolo, che ci ha mostrato come ci siano alcune verità che sono “verificate”, ma che non sappiamo spiegare. C’è forse un limite insormontabile della conoscenza? C’è forse una zona tanto buia nella quale non arriveremo mai a posare lo sguardo? Buchi neri, materia oscura, energia oscura, sono concetti entrati a far parte del nostro immaginario quotidiano, concetti che ci raccontano di un mistero della “materia” che tanto somiglia a quello con il quale il teatro si trova ad avere a che fare da sempre.

    Rovesciando il rapporto abituale vigente nel mondo del teatro italiano, De Rosa ha chiesto ai registi e ai drammaturghi di confrontarsi con questa chiara e specifica direzione artistica, chiedendo loro di farsi parte attiva, di contribuire con le loro creazioni a un programma che, almeno nelle sue principali produzioni, cercherà di dare un contributo di riflessione e di approfondimento, oltre che artistico, su questo tema.

     

    Gli spettacoli che si occuperanno direttamente del tema del rapporto con la verità scientifica sono:

    Processo Galileo scritto da Angela Dematté e Fabrizio Sinisi con la regia di Carmelo Rifici e Andrea De Rosa. Quasi un secolo dopo il testo di Brecht (Vita di Galileo), lo spettacolo si confronterà di nuovo con il pensiero del grande scienziato fiorentino che, soprattutto grazie al suo metodo, diede origine a una evoluzione dell’apparato tecnico-scientifico che oggi sembra non conoscere più limiti. Quanto abbiamo guadagnato ma anche quanto abbiamo perso grazie alla rivoluzione innescata dal suo pensiero?

    Costellazioni di Nick Payne per la regia Raphael Tobia Vogel, parte da uno dei risvolti più bizzarri della fisica quantistica, secondo il quale potrebbero esistere un numero infinito di universi, e lo applica a un rapporto di coppia. Una drammaturgia irresistibile nella quale anche la più sottile delle sfumature può drasticamente cambiare una scena, una vita, il futuro.

    Frankenstein, tratto dal romanzo di Mary Shelley, sarà riletto da Filippo Andreatta come una profetica anticipazione delle ansie contemporanee sul destino dell’ambiente e della superbia dell’uomo nel voler manipolare il corpo, la vita e le leggi della natura.

    Con Principia, Alessio Maria Romano costruirà un gioco scenico in cui, a partire dagli studi sulla “materia oscura”, danza, suono, spazio e luce lavoreranno sulla complessità affascinante di un linguaggio scientifico che sfida i confini della logica pur radicandosi fortemente nella realtà quotidiana di tutti noi.

    Nottuari, tratto dai racconti di horror filosofico di Thomas Ligotti, è uno spettacolo in cui Fabio Condemi ci metterà a contatto con i lati più oscuri della realtà, attraverso marionette inquietanti e misteri di ogni sorta, in un continuo vagare ipnotico tra il sogno, il ricordo e la vita.

    Ne La tecnologia del silenzio, Giorgina Pi si chiede, con la collaborazione drammaturgica di Erika Z. Galli e Martina Ruggeri (Industria Indipendente), se le democrazie non abbiano strumentalizzato la scienza come pratica di sottomissione e se «il veleno del potere» non sia entrato nel loro corpo. Lo spettacolo vuole rispondere a queste domande a partire dal pensiero di scienziate, filosofe e scrittrici di fantascienza.

    Questo ciclo di spettacoli sarà accompagnato da un serie di incontri con scrittori, divulgatori, scienziati e filosofi che si occupano di questi argomenti ai quali verrà chiesto di affrontare le tematiche degli spettacoli dal punto di vista delle proprie discipline. Un terreno fertile di discussione per assistere alle rappresentazioni con un accresciuto senso critico.

    Oltre alle produzioni che rientrano nel nucleo tematico sin qui descritto, il cartellone si arricchirà di coproduzioni e ospitalità, per un totale di ventinove spettacoli, che coinvolgeranno alcuni degli artisti più rappresentativi della scena contemporanea italiana e internazionale:

    Filippo Andreatta / Fabrizio Arcuri / Alessandro Averone / Balletto Civile / Bluemotion / Elena Bucci / Roberta Caronia / Renato Carpentieri / Massimiliano Civica / Fabio Condemi / Anna Coppola / Silvia Costa / Maddalena Crippa / Francesca Cutolo / Linda Dalisi / Andrea De Rosa / Anna Della Rosa / Angela Dematté / Marcial Di Fonzo Bo / Claire Dowie / Fanny & Alexander / Liv Ferracchiati / Elena Ferrante / David Foster Wallace / David Harrower / Industria Indipendente / Matthias Langhoff / Luca Lazzareschi / Elena Lietti / Thomas Ligotti / Frédérique Loliée / Marco Lorenzi / Michela Lucenti / Olivia Manescalchi / Milvia Marigliano / Laura Marinoni / Paolo Mazzarelli / Pietro Micci / Luca Micheletti / Heiner Müller / Lino Musella / Henry Naylor / Danilo Nigrelli / Filippo Nigro / OHT / Umberto Orsini / Nick Payne / Giorgina Pi / Piccola Compagnia della Magnolia / Harold Pinter / Armando Pirozzi / Gabriele Portoghese / Carmelo Rifici / Alessio Maria Romano / Elena Serra / Marco Sgrosso / Fabrizio Sinisi / Peter Stein / Antonio Tarantino / Giovanni Testori / Raphael Tobia Vogel / Daniel Veronese / Thomas Vinterberg.

    È in via di definizione una serata con il regista Paolo Sorrentino durante la quale saranno proiettati i monologhi presenti nei suoi film. La serata sarà l’occasione per esplorare lo speciale rapporto che c’è tra il suo cinema e il teatro.

    Citazioni di firme celebri, assunti che evidenziano la molteplicità delle domande che si celano dietro ogni verità compaiono a rotazione nella campagna multisoggetto realizzata dall’agenzia pubblicitaria e di comunicazione Arkè. La nuova Stagione TPE ha un nuovo volto, un nuovo logo che mette al centro, non solo l’ente, ma soprattutto il teatro. Il Teatro Astra, che è il cuore della programmazione 2022/23 ed è casa del TPE, almeno fino al 2039, grazie alla convenzione rinnovata nel 2019 con la Città di Torino.

    Un teatro che accoglie le collaborazioni con enti e con istituzioni locali e oltre confine, racconta un programma che include proposte frutto di una progettualità congiunta. È il caso dello spettacolo Ciara. La donna gigante, regia di Elena Serra con la pluripremiata Roberta Caronia, produzione TPE – Teatro Astra, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, in replica dal 21 febbraio al 12 marzo 2023 presso l’Area X, già palcoscenico della stessa fortunatissima rappresentazione. Anche la Fondazione Piemonte dal Vivo è parte della rete di collaborazioni con gli spettacoli, Principia di Alessio Maria Romano e Made4you.eu di Eko Dance Project, entrambi all’interno del progetto Residenze coreografiche Lavanderia a Vapore. Frutto della sinergia con alcune attivissime realtà del territorio, la sezione A Porte Aperte chiude la stagione con Benjii, di Claire Dowie e la regia di Lorenzo Fontana, e con Favola, lo spettacolo della Piccola Compagnia della Magnolia, oltre alla collaborazione con Play with Food, Interplay e Torino Fringe Festival.

    Il tema 2023 di Palcoscenico Danza, con la direzione artistica di Paolo Mohovich è “Volare oltre”: sette spettacoli di danza italiana e internazionale, in dodici rappresentazioni complessive. Rifare Bach di Roberto Zappalà, da questa edizione coreografo associato a TPE fino al 2024, Elias Aguirre Ibernon con il suo Insecto Primitivo, Michele Di Stefano che firma per il Nuovo Balletto di Toscana Bayadère – Il regno delle ombre. Torna Made4You.eu di Eko Dance Project, la compagnia fondata e diretta a Torino da Pompea Santoro, nella stessa serata sarà possibile scoprire il giovane coreografo emergente della sezione Interplay Link. La compagnia italo-spagnola Kurtidos è formata interamente da danzatori over 50 e propone con ironia e consapevolezza lo spettacolo El Ensayo. Infine la sinergia Palcoscenico Danza e Stagione TPE – Teatro Astra vede Principia, spettacolo del regista e coreografo Alessio Maria Romano, parte integrante della stagione tematica TPE.

    Il Festival delle Colline Torinesi, dal 2018 è realizzato dalla Fondazione TPE, torna in autunno, dall’11 ottobre al 6 novembre 2022 con il suo slogan «confini/sconfinamenti». Nella nuova formula il programma prevede la presenza di un paese ospite, una monografia d’artista, dedicata alle compagnie che hanno avuto importanza nella storia sia del festival che del teatro italiano, e la contaminazione del teatro con l’arte contemporanea, condivisa con la Fondazione Merz. Anticipazione di rilievo della prossima edizione è Bros, lo spettacolo di Romeo Castellucci frutto della collaborazione tra Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale e TPE Teatro Piemonte Europa e Festival delle Colline Torinesi, in programma il 29 e 30 ottobre alle Fonderie Limone.

     

    INFO & BIGLIETTERIA

    Dal 16 giugno è possibile abbonarsi alla Stagione TPE 2022/23. Sono sei le formule classiche che includono under 30, studenti universitari e over 65, alle quali si aggiungono due abbonamenti tematici e quattro soluzioni per adulti con bambini che possono usufruire del servizio di babysitting lab.

    Entro il 15 luglio il prezzo degli abbonamenti resta bloccato alla stagione precedente, una promozione che premia i più veloci e affezionati. Gli abbonamenti TPE possono essere utilizzati per assistere agli spettacoli del Festival delle Colline Torinesi 27.

    TEATRO ASTRA
    Biglietteria Teatro Astra, via Rosolino Pilo 6, Torino, 011 / 5634352 fino al 15 luglio: dal martedì al venerdì ore 16-19
    dal 6 settembre: dal martedì al sabato ore 16-19

    ONLINE
    fondazionetpe.vivaticket.it
    Scopri tutti i vantaggi degli abbonati su fondazionetpe.it

     

     

  • Il manager dello spettacolo Antonio Desiderio e tanti altri artisti tra cui étoile e coreografi di fama internazionale della Antonio Desiderio Management hanno lanciato un appello per chiedere la riapertura dei teatri immediata.

    La situazione per il mondo dello spettacolo è sempre più drammatica e le riaperture dei teatri annunciate con numeri ridotti e modalità di accesso difficilmente sostenibili, si parla di tampone obbligatorio prima dello spettacolo, potrebbero dare il colpo di grazia ad un settore già martoriato. Antonio Desiderio e tantissime stelle della danza e dell’opera nazione ed internazionale – di cui molti facenti parte della sua Desiderio Management – si sono voluti riunire lanciando un accorato appello alle istituzioni.

    Antonio Desiderio manager di opera lirica e balletto internazionale: “La  riapertura dei teatri sottoposta al solo pubblico vaccinato, è l’ennesima discriminazione di un luogo che dall’inizio ha patito e sta ancora patendo la mal volontà ed un accanimento immotivato del nostro governo. Non si è voluta trovare da un anno nessuna soluzione per i teatri e la cosa piu semplice è stata per loro tenerli chiusi, portando allo sfinimento questo settore che da sempre è motivo di vanto nel mondo ed infrangendo i dettami della nostra Costituzione fondata sul lavoro e sulla democrazia.

    I teatri vanno aperti, contingentando il pubblico proporzionalmente in base alla capienza del teatro stesso (no con capienza uguale per tutti) nella stessa identica maniera in cui lo si è fatto per i programmi televisivi che già da tempo hanno ripreso con pubblico in presenza.”

    Kristian Cellini coreografo internazionale: “In attesa di essere tutti vaccinati e tornare alla “normalità”, credo che una soluzione potrebbe essere quella di richiedere l’esito del tampone  rapido al pubblico fatto 72 ore prima dello spettacolo ( come già avviene per i viaggi di lavoro e in alcune produzioni  teatrali e televisive); oppure predisporre il giorno stesso dello spettacolo un presidio medico all’interno del teatro per il tampone rapido considerando che ci sarà ancora per un po’ un numero ridotto di pubblico.”

    Sabrina Borzaga docente Kino Centro Danza ed ideatrice del Metodologia Entolè: “Personalmente credo che l’inserimento dell’obbligo vaccinale per entrare nei teatri contribuirà ancora di più ad allontanare il pubblico, considerato che tutti coloro che non accetteranno ricatti (me compresa) piuttosto che vaccinarsi rinunceranno; tra l’altro un ricatto simile viola l’articolo 31 della costituzione italiana e non dimentichiamo quanti dei nostri nonni sono morti per la nostra libertà. Inoltre non si comprende tutto questo accanimento nei confronti dei teatri a fronte di luoghi molto più pericolosi dal punto di vista degli assembramenti come i mezzi di trasporto o i centri commerciali…quindi si può entrare in un centro commerciale o in un aereoporto senza vaccino ma in teatro no? Vista così sembra una congiura nei confronti del mondo teatrale”.

    Matteo Addino, coreografo della trasmissione tv Il Cantante Mascherato in onda su Rai 1 e direttore della Compagnia Experience Danze Company: “Come si può vivere senza arte lo abbiamo capito. E credo che si viva male. Male perché  esprimere il nostro sentire attraverso il movimento, la parola ci mette in comunione con qualcosa di più alto che non è solo esibizione ed ego. Ci riconcilia con i rifiuti i lutti, la rabbia: le esperienze dure difficili si incanalano e si risolvono. Oppure si celebra la vita, la forza, la determinazione. Tutto questo in uno scambio con il pubblico che respira e vive con l’arte lo stupore. Chiedere i teatri significa questo. Significa perimetrare la natura umana. Rinchiuderla. È un anno questo, di nebbia. I professionisti sono monchi con  bonus che servono solo a sopravvivere. Ti tengono in piedi come un’impalcatura,  l’arte chiede uno scheletro, la forza dei muscoli, la testa alta, gli occhi rivolti all’orizzonte per sognare. E siamo stanchi, tutti,  dentro questa cattività forzata. Escludere i non vaccinati sarebbe una discriminazione, chiediamo un protocollo che permetta buona sicurezza senza tagliare fuori nessuno”.

    Andrea Volpintesta primo ballerino del Teatro Alla Scala di Milano: “Le richiesta dei vaccini per la riapertura dei teatri potrebbe essere ulteriore freno alla ripresa, dovuto allo scetticismo ancora imperversante nella popolazione e questo prevederebbe una platea poco nutrita e che sarà contingentata; inoltre la popolazione è ancora indietro sulle tempistiche di vaccinazione e di certo non si può attendere l’immunità di gregge. Il nostro pensiero è più orientato su misure preventive, come si era pensato da subito, e quindi sanificazione di persone e ambiente e capienza contingentata, mascherine obbligatorie per tutta la durata dello spettacolo. Forse il tampone sarebbe una buona soluzione, ma di certo non la vaccinazione considerando le tempistiche per questo, no. E cmq il vaccino serve solo per entrare in teatro?! E i supermercati e i centri commerciali?! Allora il vaccino per poter andare ovunque non solo in teatro”.

    Sabrina Brazzo, étoile Teatro alla Scala di Milano: “Ancora una volta la politica ci chiede di dare esempio. Ma questo è strano, abbiamo tenuto duro definendoci soggetti che sanno far divertire ma il messaggio non doveva essere questo. Ci daranno ora la possibilità di andare avanti e riprendere? Ancora si parla di una falsa idea di settore elitario quando invece non è cosi. Non si vuole dare il giusto rilievo alla Danza. Al di la di vaccinarsi per il bene di tutti, non si può chiedere ancora di essere di esempio in questa situazione drammatica, non avendo poi dei veri numeri di contagio sul quale fondare tutto questo”.

    Maria Grazia Gargioli coreografa e già direttrice del Coropp di Ballo della Fondazione Arena di Verona: “Friedrich Nietzsche diceva “Conta per perduto un giorno senza danza” Quanti giorni ancora dobbiamo perdere della nostra vita, della nostra storia, del nostro essere artisti. Fateci tornare a vivere e risorgere come la fenice più forti e più belli dalle nostre ceneri 

    In Italia ogni piazza, borgo è un palcoscenico naturale, aspettateci stiamo arrivando!”

    Giuseppe Picone étoile internazionale, già Direttore del Ballo del Teatro San Carlo di Napoli: “Un famoso detto dice ” Impara l’arte e mettila da parte”. La mia paura è dover testimoniare che l’arte può essere tranquillamente messa da parte”.

  • La Presidenza del Consiglio ha adottato a partire dall’8 marzo 2020, nuove misure di contenimento dell’emergenza epidemiologica COVID-19 nelle cosiddette zone rosse e sull’intero territorio nazionale.

    In tutta Italia è prevista:

    • la sospensione di manifestazioni, eventi e spettacoli di qualsiasi natura, ivi inclusi quelli cinematografici e teatrali, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato;
    • la sospensione del servizio di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura di cui all’’art. 101 del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (sono quindi inclusi musei, archivi, biblioteche, aree e parchi archeologici).
  • In scena dal 1993, oltre 7000 spettacoli in tutto il mondo, 400 spettacolo ogni anno, oltre 4 milioni di spettatori.

    Slava Polunin nasce in una piccola città russa, lontano dai grandi centri urbani. Trascorre tutta la sua infanzia in mezzo alle foreste, ai campi e ai fiumi. Vive in un mondo incontaminato che ha sviluppato le sua capacità di inventare cose e storie sempre nuove: Slava ama costruire le case sugli alberi, anche di quattro piani e piccole città di neve, organizzando divertenti feste con i suoi amici. Grazie alla televisione e al cinema, conosce e si innamora dei grandi clown e dei grandi mimi. Il suo sogno è quello di poter diventare un clown; un desiderio talmente forte che lo spinge a non aspettare il conseguimento del diploma. All’età di 17 anni si trasferisce a San Pietroburgo (all’epoca Leningrado) con l’intenzione di studiare ingegneria. In realtà, si iscrive a una scuola di mimo; inizia così il lungo cammino di Slava verso la riscoperta e la riaffermazione dell’arte del vero clown. Grazie all’influenza di grandi artisti come Chaplin, Marcel Marceau, Engibarov e al suo innato talento, Slava e la sua Compagnia – fondata nel 1979 – danno una nuova valenza al ruolo del clown, estrapolandolo dal mondo circense e portandolo nelle strade prima e nei più grandi teatri del mondo poi.

    Negli anni ’80 fonda la compagnia teatrale “Licedei”, in questo periodo nasce l’idea del clown giallo. Nel 1993 raccoglie le gag e gli sketch più famosi del suo repertorio in un unico spettacolo SLAVA’S SNOWSHOW (precedentemente intitolato Yellow), che è un vero e proprio trionfo tanto da valergli il Time Out Award. Da allora lo spettacolo ha girato il mondo, ricevendo prestigiosi premi teatrali e riconoscimenti, come: Lawrence Olivier, Drama Desk, Triumph, Golden Nose…

    Come tutte le opere di Slava, SLAVA’S SNOWSHOW dovrebbe essere descritto come un “work in progress” in continua evoluzione di idee, innovazioni ed invenzioni.
    L’ispirazione creativa di Slava ha uno scopo ben preciso: portare il clown teatrale nel XXI secolo continuando a incantare le famiglie di tutto il mondo.

    Palloni colorati sul pubblico, una ragnatela che abbraccia tutta la platea,
    una nevicata che copre tutto il teatro a fine spettacolo,
    emozioni allo stato puro…
    Uno spettacolo che non si può spiegare: si deve vedere!

  • La Villa Museo di Torre del Lago, dove Giacomo Puccini visse, musicò parte della sua opera, e, per desiderio del figlio Antonio, venne sepolto, diventa un fondamentale polo di ricerca per studiosi ed appassionati, e punto di riferimento per chiunque ami Puccini e l’Opera.

    Per volontà di Simonetta Puccini, nipote ed ultima erede del Maestro, la storica Villa (riconosciuta dallo Stato come Monumento Nazionale) è destinata ad accogliere, tra le altre testimonianze, l’imponente Archivio di Casa Puccini, dal cui studio approfondito sono attese molte conferme e novità sul Maestro, la sua musica e la sua famiglia.

    Con l’Archivio, a Torre del Lago sono conservati arredi, cimeli, e documenti che hanno accompagnato la vita del Maestro. Oggi, accostato alla Villa, l’edificio, acquisito da Simonetta Puccini, diverrà il punto di accoglienza per i visitatori della Villa Mausoleo del Maestro, sede per concerti ed esposizioni, oltre che foresteria, con stanze personalizzate con arredi d’epoca.
    “A lavori ultimati – sottolinea l’architetto Glauco Borella, membro e consigliere del Comitato Scientifico della Fondazione – il complesso del Museo Puccini sarà corredato da questo nuovo fabbricato nel quale si svolgeranno al piano terreno attività di corredo e servizio al Museo, alleggerendo così il carico sulla villa del Maestro; ai piani superiori primo e secondo verrà mantenuta la destinazione ricettiva e saranno realizzate cinque camere per ospiti e una piccola foresteria.
    Il grande vano che ospitava la sala da pranzo dell’albergo sarà recuperato per ottenere una sala multifunzionale per mostre e musica, che consentirà di allestire delle esposizioni con il cospicuo materiale conservato nel Museo e non esposto al pubblico”.

    Per gestire l’importante patrimonio culturale e d’arte pucciniano, Simonetta Puccini aveva dato vita ad una Fondazione da lei stessa presieduta sino a quando, nel 2017, ne affidò la guida al professor Giovani Godi, storico dell’arte e attento musicofilo, affiancandogli un Consiglio d’amministrazione composto da esperti dei singoli ambiti di attività.

    “La Fondazione – anticipa il Presidente Godi – dovrà portare a termine i progetti e le iniziative pensate e volute dalla donatrice come quello di far sorgere accanto
    alla Villa, i nuovi uffici, la biblioteca, l’archivio e un auditorium che porterà il suo nome.
    Questo è l’impegno che ci accingiamo a compiere, con l’orgoglio e la consapevolezza di proseguire e di onorare il ricordo e le volontà di Simonetta Puccini”.

    Uno dei più importanti compiti che attendono la Fondazione è il lavoro di catalogazione e studio dell’Archivio Puccini che, grazie alle disposizioni della nipote, sarà, una volta catalogato, disponibile agli studiosi.

    “L’Archivio Storico comprende – afferma il professor Claudio Toscani, docente all’Università di Milano e componente del Consiglio e del Comitato Scientifico della Fondazione – un’ampia documentazione, costituita da lettere inviate e ricevute da Puccini, fotografie, carteggi e documenti amministrativi, musica manoscritta e a stampa.

    L’Archivio è stato recentemente dichiarato «di interesse storico particolarmente importante» dalla Soprintendenza Archivistica per la Toscana, in quanto «la documentazione costituisce una testimonianza di straordinario valore per la ricostruzione della vita e dell’opera di Giacomo Puccini».

    I beni custoditi presso l’Archivio, del resto, furono segnalati già molti decenni orsono alla Soprintendenza, che all’epoca ne stilò un inventario e in seguito lo aggiornò periodicamente. Prima che ne entrasse in possesso Simonetta Puccini, il Museo ha purtroppo subito, negli anni, qualche perdita: il confronto tra i successivi inventari fa registrare la sparizione di oggetti e documenti (alcuni dei quali sono ricomparsi sul mercato antiquario).
    Oltre alle lettere, alle fotografie e agli altri documenti pucciniani, l’Archivio contiene un prezioso fondo di circa 450 manoscritti musicali di autori di epoca più antica. Si tratta della biblioteca musicale di famiglia, cioè delle partiture arrivate a Giacomo in eredità dai suoi antenati musicisti. Com’è noto, Giacomo e il fratello Michele sono gli ultimi rappresentanti di una lunga dinastia familiare di professionisti della musica – iniziata cinque generazioni prima con un altro Giacomo Puccini (1712-1781) – che furono organisti, maestri di cappella, autori di musica per il teatro. I manoscritti autografi dei musicisti della famiglia Puccini, in verità, sono presenti nell’Archivio in quantità molto limitata: Giacomo ne fece dono all’Istituto Musicale di Lucca; cospicua è invece la presenza di musica d’altri autori.
    Altre voci dell’Archivio sono direttamente riconducibili agli interessi e al lavoro di Giacomo Puccini. Ne fanno parte, per esempio, gli spartiti a stampa e gli estratti delle opere dei musicisti suoi contemporanei. Ma anche alcuni materiali di lavoro, costituiti da abbozzi e frammenti che a volte si limitano ad annotare una breve idea musicale, altre fissano sulla carta porzioni più ampie di una composizione progettata, da sviluppare in seguito”.

  • Il Teatro Regio di Torino è il teatro della città di Torino, e uno dei più grandi ed importanti d’Italia.

    Costruito nel 1740,  quando Vittorio Amedeo II decise di commissionare all’architetto Filippo Juvarra la progettazione e la costruzione di un nuovo grande teatro nell’ambito del più generale riassetto urbano della Piazza Castello.

    L’intento venne però perfezionato solo qualche anno più tardi da Carlo Emanuele III (incoronato re nel 1730) il quale, in seguito alla morte di Juvarra, scelse di affidare il progetto all’architetto Benedetto Alfieri con la richiesta di progettare un teatro di grande prestigio.

    Il «Regio Teatro» di Torino, edificato nel tempo record di due anni, venne inaugurato il 26 dicembre 1740 per diventare un punto di riferimento internazionale per la capienza – circa 2.500 posti tra platea e cinque ordini di palchetti –, le magnifiche decorazioni della sala fra le quali spiccava la volta dipinta da Sebastiano Galeotti, gli imponenti scenari e le attrezzature tecniche.

    Nella notte tra l’8 e il 9 febbraio 1936 il Teatro viene distrutto da un violento incendio: saranno necessari quasi quarant’anni per la sua ricostruzione. Della vecchia struttura rimane la facciata, si sono salvati pochi cimeli, tra i quali un antico caminetto in marmo ricollocato in una sala del nuovo teatro.

    Dopo l’incendio del 1936, si pone il problema di stabilire a chi affidare il progetto di ricostruzione del Teatro,  l’amministrazione comunale promuove  l’affidamento dell’incarico all’architetto Carlo Mollino. I lavori hanno inizio nel settembre 1967 per concludersi nei primissimi mesi del 1973.

    Nel 1977 la facciata del Teatro Regio viene inserita nel sito seriale UNESCO Residenze Sabaude iscritto alla Lista del Patrimonio dell’Umanità

    Per visitare il Teatro è sufficiente visitare la sezione dedicata del Sito del Teatro Regio 

HTML Snippets Powered By : XYZScripts.com