AGENDA APPUNTAMENTI FONDAZIONE TORINO MUSEI
20-26 gennaio 2023
VENERDI 20 GENNAIO
Venerdì 20 gennaio ore 18
GIANMARCO PORRU
MAO – inaugurazione della nuova installazione nel t-space X MAO
Il canto del capro è un’opera installativa concepita da GianMarco Porru per gli spazi del MAO di Torino, a seguito dell’invito di t-space per la realizzazione di un’opera inedita in dialogo con la collezione del museo. L’opera prolunga una serie di riflessioni già presenti nel lavoro dell’artista ed espande una mitologia mediterranea attraverso una riflessione sulla presenza di un certo sincretismo religioso tra le diverse aree geografiche presenti – e non – all’interno delle collezioni del museo.
Il canto del capro è la ricostruzione fantastica e una visualizzazione tridimensionale di una narrazione che si innesta nel processo di interpretatio religiosa: la ricezione di influssi e, in alcuni casi, l’assimilazione e reinterpretazione del pantheon di ciascuna componente etnica e culturale presente in una determinata area geografica. In alcuni casi le diverse versioni di “credo” si sono amalgamate, in altri casi è sopravvissuta la versione pagana. Dalla versione pagana risulta in modo non trascurabile quanto fosse radicato il culto delle acque e come gran parte delle ritualità fossero destinate a propiziarsi la divinità responsabile dei temporali.
Come di consueto, nello spazio del t-space i visitatori potranno anche servirsi una tazza di tè giallo, selezionata per l’occasione da Claudia Carità (The Tea Torino).
Ingresso libero.
SABATO 21 GENNAIO
Sabato 21 gennaio ore 11 e ore 15
MARGHERITA IN MUSICA
Palazzo Madama – il concerto del sabato con l’orchestra del Liceo Classico Musicale Cavour
Nell’ambito del progetto Quattro scuole per una Regina, ideato dai Servizi Educativi di Palazzo Madama in occasione della mostra Margherita di Savoia, Regina d’Italia, le classi della sezione musicale del Liceo C. Cavour di Torino propongono una serie di concerti che immergerà il pubblico nelle musiche più amate dalla Regina Margherita, grande appassionata di musica fin dalla giovinezza: per tutta la sua vita praticò quest’arte e promosse in Italia la conoscenza della musica da camera e sinfonica, e di Beethoven in particolare, come testimonia questa sua frase: “Ho un culto per Beethoven, è così grande e sempre nuovo, mi sembra proprio di stare presso Dante e Shakespeare!”.
Il programma presenterà ascolti tratti dalla musica europea, in un excursus che va dal Barocco all’Ottocento.
Ultimo appuntamento
28 gennaio 2023 ore 15
Info: tutti i concerti si terranno al primo piano del museo, nella Sala Feste
Ingresso gratuito
Prenotazione: madamadidattica@fondazionetorinomusei.it ; 0114429629
DOMENICA 22 GENNAIO
Domenica 22 gennaio ore 15
FILI-FORME
GAM – attività per famiglie (bambini dai 6 anni in su)
La GAM propone alle famiglie un’attività in cui tutti, bambini e genitori, saranno coinvolti in un laboratorio a tema, un’occasione per lavorare con la stessa tecnica, ciascuno secondo le proprie attitudini.
Il percorso di visita porterà i partecipanti alla scoperta di opere in cui la forma si riduce in una semplice linea, curva o spezzata, chiusa o aperta: una sorta di filo che si allunga e si assottiglia creando percorsi ricchi di significato. Presso l’Educational Area genitori e figli lavoreranno in spazi dedicati, per creare originali sculture filiformi, rievocazioni di artisti come Fausto Melotti e Alexander Calder.
Al termine dell’attività le famiglie potranno unire le loro opere nella ricomposizione di un’unica installazione.
Costo: 7€ a partecipante
Costo aggiuntivo: adulti biglietto di ingresso ridotto; gratuito per i possessori di Abbonamento Musei
Informazioni e prenotazioni: 011 5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com
LUNEDI 23 GENNAIO
Lunedì 23 gennaio ore 17
LE PIANTE NELLA STORIA DEL GIARDINO: AGRUMI
Palazzo Madama – conferenza botanica con Edoardo Santoro, curatore del Giardino Botanico Medievale di Palazzo Madama
Limoni e aranci, pompelmi e mandarini sono solo alcuni dei frutti appartenenti alla famiglia degli agrumi che conta centinaia di specie in tutto il mondo. Sono coltivati da secoli in Italia, pur essendo originari di zone geograficamente molto lontane dalla nostra. Oltre agli impieghi alimentari ed erboristici (ad esempio di bergamotto, chinotto, lime e cedro), ne scopriremo l’uso ornamentale, iniziato in epoca romana e ancora oggi in voga in molti ambienti mediterranei.
L’appuntamento fa parte del ciclo di conferenze Le piante nella storia del giardino, volto ad approfondire aspetti storici e botanici, officinali e alimentari di piante che nei secoli hanno avuto un ruolo fondamentale nel giardino ornamentale e nell’orto, nei parchi e giardini pubblici.
Prossimi appuntamenti
- Lunedì 20 febbraio 2023 ore 17: Pomacee – Pero e Melo
- Lunedì 20 marzo 2023 ore 17: Rose
Costo: €15
Prenotazione obbligatoria: t. 011.4429629 (dal lun. al ven. 09.30 – 13.00; 14.00 – 16.00)
Per motivi organizzativi, il pagamento della quota dovrà essere effettuato tramite bonifico bancario. Non è consentito il pagamento in biglietteria.
MARTEDI 24 GENNAIO
Martedì 24 gennaio ore 18.30
DIASPORAS NOW: RIEKO WHITFIELD + MICAELA TOBIN (WHITE BOY SCREAM). Conversazioni e narrazioni alternative su identità migranti, background intersezionali, decolonizzazione, self-empowerment, cura e supporto reciproco.
MAO – rituale sonoro + talk nell’ambito della mostra Buddha10
Il termine diaspora è usato in relazione all’arte per parlare di artisti emigrati di prima o successive generazioni, che riprendono e utilizzano le proprie diverse esperienze culturali e identitarie, spesso creando nelle loro opere narrazioni alternative in contrasto a idee e strutture consolidate. Mai prima d’ora è stato così importante per gli artisti raccontare le loro storie alle proprie condizioni, quindi mettiamoci in ascolto!
In questo pomeriggio molto speciale accoglieremo due ospiti: Rieko Whitfield, artista, scrittrice e musicista giapponese-americana di base a Londra, una delle fondatrici di Diasporas Now, piattaforma di solidarietà diasporica che si occupa di discorsi contemporanei sulle identità migranti; e Micaela Tobin, soprano e sound artist, filippina-americana di prima generazione di base a Los Angeles.
Le due artiste presenteranno due dei loro più recenti lavori: due film/opere musicali che partono da mitologie speculative per togliere centralità alle traiettorie storiche del colonialismo eurocentrico.
In parte rituale sonoro, in parte narrazione diasporica, “BAKUNAWA: Opera of the Seven Moons” di Micaela Tobin è un’opera sperimentale e coinvolgente basata sull’omonimo album acclamato dalla critica di Tobin, che rivendica la mitologia pre-coloniale delle Filippine dopo secoli di violenta cancellazione culturale.
Raccontando la storia di Bakunawa, un drago simile a un serpente della mitologia filippina, Tobin porta la sua voce al di fuori delle mura imperialistiche del teatro dell’opera e sulla Costa della California di fronte all’Oceano Pacifico – creando un ponte sonoro verso le isole delle Filippine in un atto di guarigione.
“Regenesis: An Opera Tentacular” di Rieko Whitman è una storia sui cicli della vita, sulla morte, sull’importanza della comunità ambientata in un mondo post apocalittico e narrata in modo non lineare tramite l’impersonificazione di avatar soprannaturali. La narrazione in tre atti è ispirata a Izanami, dea shintoista della creazione e della distruzione, che brucia fino a morire per dare vita al mondo. “Regenesis” mette in scena una mitologia speculativa evocando esseri soprannaturali che guariscano il corpo sofferente della terra, attraverso l’utilizzo di metodi di collective care e creando al contempo prototipi alternativi di futuri sostenibili.
Lo screening delle due opere musicali sarà seguito da una talk su temi diasporici in cui interverranno le due artiste, moderato da Ilaria Benini, editor della collana Asia di Add editore, ed esploratrice della scena culturale asiatica contemporanea.
*L’incontro si svolge in inglese
MERCOLEDI 25 GENNAIO
Mercoledì 25 gennaio ore 18.30
CHINABOT: JPN KASAI & NEO GEODESIA. Una serata con Chinabot, collettivo che vuole cambiare la discussione sulla musica asiatica. Canti Khmer, samples di karaoke, musica popolare giapponese, juke e batteria metal.
MAO – concerto + talk nell’ambito della mostra Buddha10
Sin dal suo lancio l’etichetta-collettivo londinese Chinabot ha ampliato e demistificato la percezione pubblica delle scene musicali sperimentali asiatiche pubblicando opere bizzarre, imprevedibili e innovative di artisti provenienti da varie regioni dell’Asia. Ogni uscita è stilisticamente varia e significativamente concettualizzata attraverso riferimenti culturali locali, esperienze di ascolto immersive che sono più adatte per il teatro d’avanguardia che per i club.
L’etichetta lavora per dare spazio alle varie unicità del continente asiatico a livello di culture, tradizioni e generi (sia musicali che identitari) e per dare spazio agli artisti provenienti dai paesi in via di sviluppo dell’Asia. Ciò include come parte del suo modus operandi uno sforzo per l’ampliamento della conoscenza del continente che vada al di là delle scene giapponesi e cinesi, che ormai da tempo rappresentano la produzione creativa dell’Asia sulla scena mondiale, e la rappresentazione di temi di attualità e politica asiatica. Gran parte della produzione di Chinabot è infatti tematica, incentrata su governi, geopolitica e ambiente nel tentativo di stimolare la discussione e far luce su questioni sottorappresentate con artisti le cui opere abbracciano argomenti come disordini nazionali, decolonizzazione, femminismo, fluidità di genere e futurismo cyborg.
Per questa serata speciale ospiteremo una selezione di videoclip di artisti Chinabot e una talk con Saphy Vong, fondatore dell’etichetta, e Giulia Mengozzi, assistente curatrice presso il PAV Parco Arte Vivente, parte di ALMARE, collettivo dedicato alle pratiche contemporanee che usano il suono come mezzo espressivo, e di AWI – Art Workers Italia.
A seguire il concerto in streaming da Kyoto di JPN Kasai, che abbina musica popolare giapponese Ondo e Minyo a juke e footwork minimali, ed un live dello stesso Vong che mixa samples di canti Khmer, karaoke e batteria metal sotto lo pseudonimo di Neo Geodesia.
*L’incontro si svolge in inglese
Costo per i due eventi del 24 e 25 gennaio: 15 € | ridotto studenti 10 €.
Info e prenotazioni: eventiMAO@fondazionetorinomusei.it
Theatrum Sabaudiae propone visite guidate in museo
alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.
Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com
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Doppio appuntamento per il public program di Buddha 10 :
Diasporas Now: Rieko Whitfield + Micaela Tobin (White Boy Scream) e
Diasporas Now: Rieko Whitfield + Micaela Tobin (White Boy Scream) e
Chinabot: Jpn Kasai & Neo Geodesia
Martedì 24 e mercoledì 25 gennaio 2023 ore 18.30
MAO Museo d’Arte Orientale, Torino
Il 24 e 25 gennaio il MAO Museo d’Arte Orientale ospita un doppio appuntamento nell’ambito del public program della mostra Buddha 10.
Martedì 24 gennaio ore 18.30 saranno ospiti del museo Reiko Whitfield e Miacaela Tobin per una conversazione e narrazioni alternative su identità migranti, background intersezionali, decolonizzazione, self-empowerment, cura e supporto reciproco.
Il termine diaspora è usato in relazione all’arte per parlare di artisti emigrati di prima o successive generazioni, che riprendono e utilizzano le proprie diverse esperienze culturali e identitarie, spesso creando nelle loro opere narrazioni alternative in contrasto a idee e strutture consolidate.
Mai prima d’ora è stato così importante per gli artisti raccontare le loro storie alle proprie condizioni, quindi mettiamoci in ascolto!
In questo pomeriggio molto speciale Rieko Whitfield, artista, scrittrice e musicista giapponese-americana di base a Londra, una delle fondatrici di Diasporas Now, piattaforma di solidarietà diasporica che si occupa di discorsi contemporanei sulle identità migranti, e Micaela Tobin, soprano e sound artist, filippina-americana di prima generazione di base a Los Angeles, presenteranno due dei loro più recenti lavori: due film/opere musicali che partono da mitologie speculative per togliere centralità alle traiettorie storiche del colonialismo eurocentrico.
In parte rituale sonoro, in parte narrazione diasporica, “BAKUNAWA: Opera of the Seven Moons” di Micaela Tobin è un’opera sperimentale e coinvolgente basata sull’omonimo album acclamato dalla critica di Tobin, che rivendica la mitologia pre-coloniale delle Filippine dopo secoli di violenta cancellazione culturale. Raccontando la storia di Bakunawa, un drago simile a un serpente della mitologia filippina, Tobin porta la sua voce al di fuori delle mura imperialistiche del teatro dell’opera e sulla Costa della California di fronte all’Oceano Pacifico – creando un ponte sonoro verso le isole delle Filippine in un atto di guarigione.”Regenesis: An Opera Tentacular” di Rieko Whitman è una storia sui cicli della vita, sulla morte, sull’importanza della comunità ambientata in un mondo post apocalittico e narrata in modo non lineare tramite l’impersonificazione di avatar soprannaturali. La narrazione in tre atti è ispirata a Izanami, dea shintoista della creazione e della distruzione, che brucia fino a morire per dare vita al mondo. “Regenesis” mette in scena una mitologia speculativa evocando esseri soprannaturali che guariscano il corpo sofferente della terra, attraverso l’utilizzo di metodi di collective care e creando al contempo prototipi alternativi di futuri sostenibili.
Lo screening delle due opere musicali sarà seguito da una talk su temi diasporici in cui interverranno le due artiste, moderato da Ilaria Benini, editor della collana Asia di Add editore, ed esploratrice della scena culturale asiatica contemporanea.
Mai prima d’ora è stato così importante per gli artisti raccontare le loro storie alle proprie condizioni, quindi mettiamoci in ascolto!
In questo pomeriggio molto speciale Rieko Whitfield, artista, scrittrice e musicista giapponese-americana di base a Londra, una delle fondatrici di Diasporas Now, piattaforma di solidarietà diasporica che si occupa di discorsi contemporanei sulle identità migranti, e Micaela Tobin, soprano e sound artist, filippina-americana di prima generazione di base a Los Angeles, presenteranno due dei loro più recenti lavori: due film/opere musicali che partono da mitologie speculative per togliere centralità alle traiettorie storiche del colonialismo eurocentrico.
In parte rituale sonoro, in parte narrazione diasporica, “BAKUNAWA: Opera of the Seven Moons” di Micaela Tobin è un’opera sperimentale e coinvolgente basata sull’omonimo album acclamato dalla critica di Tobin, che rivendica la mitologia pre-coloniale delle Filippine dopo secoli di violenta cancellazione culturale. Raccontando la storia di Bakunawa, un drago simile a un serpente della mitologia filippina, Tobin porta la sua voce al di fuori delle mura imperialistiche del teatro dell’opera e sulla Costa della California di fronte all’Oceano Pacifico – creando un ponte sonoro verso le isole delle Filippine in un atto di guarigione.”Regenesis: An Opera Tentacular” di Rieko Whitman è una storia sui cicli della vita, sulla morte, sull’importanza della comunità ambientata in un mondo post apocalittico e narrata in modo non lineare tramite l’impersonificazione di avatar soprannaturali. La narrazione in tre atti è ispirata a Izanami, dea shintoista della creazione e della distruzione, che brucia fino a morire per dare vita al mondo. “Regenesis” mette in scena una mitologia speculativa evocando esseri soprannaturali che guariscano il corpo sofferente della terra, attraverso l’utilizzo di metodi di collective care e creando al contempo prototipi alternativi di futuri sostenibili.
Lo screening delle due opere musicali sarà seguito da una talk su temi diasporici in cui interverranno le due artiste, moderato da Ilaria Benini, editor della collana Asia di Add editore, ed esploratrice della scena culturale asiatica contemporanea.
Mercoledì 25 gennaio alle ore 18.30 il MAO ospita invece una serata con Chinabot, collettivo che vuole cambiare la discussione sulla musica asiatica. Canti Khmer, samples di karaoke, musica popolare giapponese, juke e batteria metal.
Sin dal suo lancio l’etichetta-collettivo londinese Chinabot ha ampliato e demistificato la percezione pubblica delle scene musicali sperimentali asiatiche pubblicando opere bizzarre, imprevedibili e innovative di artisti provenienti da varie regioni dell’Asia. Ogni uscita è stilisticamente varia e significativamente concettualizzata attraverso riferimenti culturali locali, esperienze di ascolto immersive che sono più adatte per il teatro d’avanguardia che per i club.
L’etichetta lavora per dare spazio alle varie unicità del continente asiatico a livello di culture, tradizioni e generi (sia musicali che identitari) e per dare spazio agli artisti provenienti dai paesi in via di sviluppo dell’Asia. Ciò include come parte del suo modus operandi uno sforzo per l’ampliamento della conoscenza del continente che vada al di là delle scene giapponesi e cinesi, che ormai da tempo rappresentano la produzione creativa dell’Asia sulla scena mondiale, e la rappresentazione di temi di attualità e politica asiatica. Gran parte della produzione di Chinabot è infatti tematica, incentrata su governi, geopolitica e ambiente nel tentativo di stimolare la discussione e far luce su questioni sottorappresentate con artisti le cui opere abbracciano argomenti come disordini nazionali, decolonizzazione, femminismo, fluidità di genere e futurismo cyborg.
Sin dal suo lancio l’etichetta-collettivo londinese Chinabot ha ampliato e demistificato la percezione pubblica delle scene musicali sperimentali asiatiche pubblicando opere bizzarre, imprevedibili e innovative di artisti provenienti da varie regioni dell’Asia. Ogni uscita è stilisticamente varia e significativamente concettualizzata attraverso riferimenti culturali locali, esperienze di ascolto immersive che sono più adatte per il teatro d’avanguardia che per i club.
L’etichetta lavora per dare spazio alle varie unicità del continente asiatico a livello di culture, tradizioni e generi (sia musicali che identitari) e per dare spazio agli artisti provenienti dai paesi in via di sviluppo dell’Asia. Ciò include come parte del suo modus operandi uno sforzo per l’ampliamento della conoscenza del continente che vada al di là delle scene giapponesi e cinesi, che ormai da tempo rappresentano la produzione creativa dell’Asia sulla scena mondiale, e la rappresentazione di temi di attualità e politica asiatica. Gran parte della produzione di Chinabot è infatti tematica, incentrata su governi, geopolitica e ambiente nel tentativo di stimolare la discussione e far luce su questioni sottorappresentate con artisti le cui opere abbracciano argomenti come disordini nazionali, decolonizzazione, femminismo, fluidità di genere e futurismo cyborg.
Per questa serata speciale il MAO ospita una selezione di videoclip di artisti Chinabot e una talk con Saphy Vong, fondatore dell’etichetta, e Giulia Mengozzi, assistente curatrice presso il PAV Parco Arte Vivente, parte di ALMARE, collettivo dedicato alle pratiche contemporanee che usano il suono come mezzo espressivo, e di AWI – Art Workers Italia.
A seguire il concerto in streaming da Kyoto di JPN Kasai, che abbina musica popolare giapponese Ondo e Minyo a juke e footwork minimali, ed un live dello stesso Vong che mixa samples di canti Khmer, karaoke e batteria metal sotto lo pseudonimo di Neo Geodesia.
A seguire il concerto in streaming da Kyoto di JPN Kasai, che abbina musica popolare giapponese Ondo e Minyo a juke e footwork minimali, ed un live dello stesso Vong che mixa samples di canti Khmer, karaoke e batteria metal sotto lo pseudonimo di Neo Geodesia.
*Entrambi gli incontri si svolgeranno in inglese
Info e prenotazioni: eventiMAO@fondazionetorinomusei.it .
Costo per i due appuntamenti: 15 € intero | 10 € ridotto studenti
Info e prenotazioni: eventiMAO@fondazionetorinomusei.it .
Costo per i due appuntamenti: 15 € intero | 10 € ridotto studenti