07.10 – 07.12. 2023
A cura di Lorena Tadorni
Tra le sedi di Art Site Fest, quest’anno figura il Museo Nazionale della Montagna – CAI Torino.
Nell’edizione 2023 del Festival, dedicata ai temi della sostenibilità e del rapporto con l’ambiente, non poteva mancare il confronto con uno degli ambienti naturali più delicati e minacciati, quello appunto della montagna.
Il Museo, nato al Monte dei Cappuccini nel 1874 per iniziativa dei soci del Club Alpino Italiano, è un riferimento imprescindibile per la cultura della montagna, dell’esplorazione, dell’alpinismo nelle loro diverse manifestazioni. Organizzato in tre strutture complementari – una dedicata alle esposizioni temporanee e permanenti, una alla documentazione e una agli incontri – da cinque anni il Museo realizza progetti espositivi dedicati al contemporaneo, accogliendo l’arte come forma di conoscenza e interpretazione.
Caratteristica del Museo è la terrazza con la Vedetta alpina, dalla quale è possibile avere una straordinaria panoramica dell’arco alpino e della città di Torino con il Po.
Proprio dalla particolare collocazione della terrazza nasce il progetto di Cosimo Veneziano, per Art Site Fest. L’installazione site-specific realizzata sul lucernario di vetro della terrazza è infatti una riflessione dell’influenza umana sul paesaggio.
Il fulcro è una scultura con le fattezze di una testa di un uomo barbuto ispirata all’iconografia della Fontana del Po in piazza CLN a Torino, creata da Umberto Baglioni nel 1936. Baglioni, che realizzò anche la Fontana della Dora, scelse di rappresentare i due corsi d’acqua sotto forma di figure umane, rispettivamente un uomo per il Po e una donna per la Dora, creando due opere ormai parte dell’immaginario collettivo di tutti i Torinesi.
Cosimo Veneziano da sempre focalizza la propria pratica sullo sviluppo del disegno e della scultura in stretto legame con i luoghi. In questo caso, parte da queste suggestioni per creare un sistema di rimandi che convergono e si diramano dalla scultura, immersa in un vaso di acqua colorata con pigmenti ceramici. L’opera è intesa come elemento “in progress” in cui l’artefice umano, paradossalmente, dopo il posizionamento nel vaso, non concorre pienamente alla sua definizione. Saranno gli eventi atmosferici a farlo: esposta a pioggia e variazioni della temperatura, la scultura potrà continuare a essere immersa nel liquido o a essere svelata al pubblico grazie all’evaporazione. Tutto intorno, a ricoprire lo spazio di vetro del lucernario, una serie di sculture di ceramica con rielaborazioni di immagini del Po, della flora e della fauna.
Con questa installazione, Cosimo Veneziano riflette poeticamente sulla crisi climatica che sta cambiando la morfologia del nostro territorio con effetti disastrosi, in stretta relazione con l’elemento morfologico del paesaggio che la ospita: l’affaccio diretto sul Po, che scorre inconsapevole proprio sotto la terrazza del Museo. IX EDIZIONE 19.09/12.12.2023