L’antica necropoli paleocristiana, emersa dai lavori di realizzazione della Nuvola Lavazza, ospita la mostra di sculture di Aron Demetz nuovamente visitabile a partire da Domenica 15 dicembre
Il dialogo tra un gioiello dell’architettura contemporanea e un passato tanto antico quanto affascinante.
Si tratta della Nuvola Lavazza, sede dell’azienda torinese che, nell’ambito di Art Site Fest, progetto espositivo arrivato alla quinta edizione ospita una mostra di Aron Demetz, curata da Domenico Maria Papa e in collaborazione con la Galleria Doris Ghetta.
Sette sculture, scelte nell’ampia produzione dell’artista altoatesino, sono state collocate all’interno del perimetro della necropoli paleocristiana. Figure vagamente umane, che emergono dalle rimanenze archeologiche e che intrattengono un dialogo serrato con le superfici terrose, i resti delle pareti, il perimetro delle tombe, come a segnare il recupero della radice originaria della scultura.
Aron Demetz
… “Anche se il mio è un ritorno alla scultura classica, non è tanto importante la figura, quanto la ricerca sulla trasformazione dei materiali e il legno carbonizzato mi permette di trasmettere questa idea di metamorfosi”.
Si è guadagnato notorietà internazionale grazie a un personale linguaggio scultoreo che coniuga la figurazione con una sensibilità assolutamente contemporanea.
Il legno soprattutto, ma anche il bronzo e più di recente l’alluminio e l’argento, sono i materiali che restituiscono forma a corpi, colti spesso in una condizione di sospensione. Nel lavoro di Demetz è presenta una profonda riflessione sul rapporto dell’uomo con la natura, dalla quale origina la consapevolezza di una mancata unione.
In alcuni casi Demetz ricopre la superficie delle strutture con resina naturale che l’artista stesso raccoglie dagli alberi delle foreste della Val Gardena.
La resina, materiale in costante mutamento ha caratteristiche fortemente evocative e contribuisce di esprimere una nozione arcaica e metafisica. Utilizzate malte per conservare tessuti nei metodi di mummificazione, rinvia anche un’idea di durata di ricomprendere composizione.
Utilizzata nei secoli anche come luogo di culto. Demenza colloca alcune delle sue opere in interno dell’area archeologica, tra le tombe, disegnando un percorso che assume una valenza quasi religiosa.
Nato nel 1972 Vipiteno Bolzano da una famiglia ladina di scultori che, già da secoli, lavoravano come intagliatori in Val Gardena. Tra il 1997 1998 studiò cultura nella classe di Christian Hofner presso l’Accademia delle belle arti di Norimberga. Ha esposto in musei e gallerie di tutto il mondo. Del 2018 è l’importante personale presso il Museo Nazionale Archeologico di Napoli.
Dl 2010 è titolare della cattedra di Belle Arti di Carrara. Vive e lavora a Selva di Val Gardena.
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