La Scala Santa, meta di pellegrinaggio dei cattolici di tutto il Mondo, ha riaperto l’11 aprile, dopo circa un anno di lavori di restauro dei dipinti che la circondano. Custodita nel santuario omonimo costruito da Domenico Fontana per volere di papa Sisto V nel 1589 in piazza San Giovanni in Laterano a Roma, sarà possibile visitarla per 60 giorni: ventotto gradini in marmo sui quali, secondo i cristiani, pose i piedi Gesù nel giorno della sua morte, per andare incontro a Ponzio Pilato e sui quali sarebbero ancora presenti quattro macchie del sangue di Cristo.
Ad annunciare l’apertura straordinaria che cade proprio nel mese della celebrazione della Santa Pasqua, i padri passionisti: resterà esposta priva della protezione in legno di noce ordinata nel 1723 da papa Innocenzo XIII. A presenziare la benedizione della riapertura sarà il cardinal Angelo De Donatis.
La Scala Santa resterà aperta fino a domenica 9 giugno, Pentecoste, trascorsi cinquanta giorni dalla Pasqua, festa in cui viene celebrata l’effusione dello Spirito Santo, poi verrà ricoperta di nuovo. Si tratta di una scala molto particolare, che nessun piede umano ha mai toccato, se non quelli di Cristo. Quando è stata costruita, infatti, i muratori hanno posto ultimo scalino, per primo, e, poi, scendendo, tutti gli altri, proprio per non doversi appoggiare coi piedi, durante il suo posizionamento.
La storia della Scala Santa percorsa da Gesù
Secondo la tradizione, la Scala Santa apparteneva al governatore romano Ponzio Pilato e nel 326 arrivò a Roma, portata nella Città Eterna da Sant’Elena, madre dell’Imperatore Costantino.
La copertura è stata posta per non compromettere ulteriormente i gradini, usurati dallo sfregamento continuo delle ginocchia di fedeli provenienti da tutto il mondo che l’hanno percorsa in preghiera, meditando il calvario di Gesù al Golgota e la sua Passione.
Sotto il legno di copertura i fedeli hanno lasciato migliaia di lettere e foto.