Tag: #artecontemporanea

  • In occasione della manifestazione annuale della Città di Chieri Di freisa in freisa, la Compagnia della Chiocciola, associazione culturale nata nel 2010 per promuovere e valorizzare il patrimonio storico, artistico e culturale del chierese, presenta l’evento coordinato dalla curatrice artistica Monica Ferri  CHIERI IL GUSTO DELL’ARTE, chiamando ad esporre artisti di fama internazionale che hanno intrecciato alle loro forme artistiche l’idea e l’essenza del vino.

    Nel cuore del suo centro storico, Chieri ritrova il piacere di condividere la sua storia e il suo gusto. Dove la grande città si apre alle atmosfere della campagna e l’orizzonte si perde nelle colline del Monferrato, il Piemonte si unisce simbolicamente all’arte con la sua luce, i suoi sapori, le sue memorie.

    CHIERI IL GUSTO PER L’ARTE è un evento prodotto e organizzato dalla Compagnia della Chiocciola, in collaborazione con la scuola media Holden e il Liceo Pascal.

    CALENDARIO APPUNTAMENTI

    11-12 settembre

    Showroom Bonetto design, esposizione di opere di artisti-designer Milena Bini, Marcella Bacca e Michela Nardin. Orari negozio.

    Collettiva artistica “ I colori dell anima”: Davide Sforzini, Marcello Gobbi, Amos Vianelli, Federica Frati. Olio su tela e sculture

    Galleria d’arte  Fine-Art di Giorgio Gatti,  mostra fotografica con esposizione opere artista Dora Creminata. Orario negozio

    La manifestazione  è stata organizzata da un gruppo di volontari esperti di arte e sarà  gestita dai volontari stessi supportati dagli studenti della Scuola Media Holden e del Liceo Pascal, che si occuperanno dell’installazione delle opere nel rispetto della normativa sulla sicurezza e supervisioneranno gli spazi espositivi.

  • Mostra Virtuale

    E’ uscito in libreria il volume “Fragile bellezza: arte e oreficeria contemporanea”, pubblicato da Silvana editoriale.

    Il volume racconta la collaborazione fra artisti e aziende orafe di Valenza a partire dagli anni ’50 e documenta la creazione, proprio per questo progetto, di dieci nuove opere frutto della fusione fra il pensiero artistico e il saper fare artigianale.

    Protagonisti dell’iniziativa sono stati gli artisti Elizabeth Aro, Güler Ates, Enrica Borghi, Antonio De Luca, Paolo Delle Monache, Mario Fallini, Fukushi Ito, Carlo Galfione, Project-To, Alice Zanin e le aziende orafe valenzane Ceva Gioielli Srl, Crivelli Srl, Il Diamante Snc, Gioj Srl, Leo Pizzo Spa, Margherita Burgener, Ofir Srl, Scuola Orafa For.Al “Vincenzo Melchiorre”, Vendorafa Lombardi Srl e Villa Pedemonte Atelier (VPA) Srl.

    Una mostra con l’esposizione dei dieci oggetti frutto di questa collaborazione avrebbe dovuto inaugurare la scorsa primavera ma, a causa delle limitazioni causate dalla crisi pandemica, non si è potuta per ora ancora realizzare.

    Dal 21 dicembre 2020 è, possibile accedere al tour virtuale della mostra collegandosi alla pagina facebook del Centro Comunale di Cultura di Valenza o al portale www.archiviorafivalenza.it.

    Il volume è anche il catalogo delle mostre della rassegna “Fragile bellezza” che sono state realizzate tra dicembre 2019 e febbraio 2020 nelle città di Valenza e di Casale Monferrato: Memoria e Territorio con le opere di Ezio Campese, Saverio Cavalli, Laura Rivalta e Paolo Spalla, Ritratto di Signora con gioiello con le fotografie di Walter Zollino, Acqua…un mormorar di fiume con i progetti grafici elaborati dagli allievi del corso di design dell’IIS “Benvenuto Cellini” di Valenza e i gioielli realizzati dai ragazzi della scuola orafa For.Al “Vincenzo Melchiorre” di Valenza.
    La pubblicazione di “Fragile bellezza”, proprio in questo periodo storico, è una ulteriore dimostrazione di come i valenzani sappiano reagire e trarre da un progetto interrotto, qualcosa di ancora più utile e bello.

    Noi crediamo che l’arte sia sempre, anche in momenti di crisi sociale ed economica, necessaria (Maurizio Oddone, Sindaco di Valenza – Alessia Zaio, Assessore ai Beni Culturali)

    Arte e gioielli a Valenza: dialogo tra passato e contemporaneità. Lungo i decenni è avvenuto un dialogo tra il mondo dell’arte e l’oreficeria: artisti , maestri orafi e designer che a partire dagli anni ’50 hanno condotto ricerche e sperimentazioni connettendo ambiti come le arti visive, quelle plastiche e il gioiello. Presenze e esperienze coinvolte in un confronto desiderato, seppure a volte complicato, che trova nell’oro, come preziosa materia dell’arte, un elemento di unione, una trama

    lucente di individui, pensieri, opere, intenti.

    (Lia Lenti)

    Il diffondersi di una terribile pandemia segna l’attualità che viviamo, lasciandoci terribilmente indifesi di fronte a un’insidia pericolosa.

    Il tema della fragilità apre a una nuova prospettiva estetica, grazie alla quale è possibile istituire una più autentica relazione con il mondo. Fragile bellezza vuole dunque essere qualcosa di più del titolo di un progetto e nasce come un programma di sperimentazione per un rinnovato rapporto tra arte contemporanea e produzione orafa.

    (Domenico Maria Papa)

    Il volume “Fragile bellezza: arte e oreficeria contemporanea” e le esposizioni inaugurate lo scorso inverno sono state realizzate grazie al fondamentale contributo della Regione Piemonte e delle Fondazioni CRAL e CRT.

  • Presenza della figurazione nella scultura italiana.

    Ritornanti, che vuole riprendere il termini in francese “revenant”, redivivo o fantasma.

    L’obiettivo è quello di  stimolare una riflessione sulla presenza della figurazione nella scultura italiana, in un rapporto di prossimità tra i maestri del Novecento e gli artisti delle ultime generazioni. L’intento è quello di documentare quanto un modus attuale che non è solo pratica di lavoro, ma anche di sensibilità e capacità di sperimentazione, persista nel tempo.

    La figurazione, infatti, sembra attraversare tempi e correnti e, sebbene a volte sia stata relegata a un ruolo marginale, riemerge periodicamente nell’avvicendarsi delle generazioni artistiche. È possibile perciò cogliere rimandi costanti tra la ricerca di artisti distanti nel tempo e nelle estetiche attraverso tutto il Novecento.

    La mostra, a cura di Domenico Maria Papa, presenta una rassegna sulla scultura italiana attraverso opere, anche di grandi dimensioni, di: Arturo Martini, Francesco Messina, Giuseppe Maraniello, Giuliano Vangi, Luciano Minguzzi, Paolo Delle Monache e Giacomo Manzù. A queste si accompagnano 6 sculture di Aron Demetz, uno dei più rappresentativi artisti di una giovane generazione che in Val Gardena reinterpreta la tradizione della scultura in legno attraverso un linguaggio figurativo contemporaneo.

    L’esposizione è completata da 12 grafiche di Mimmo Paladino dedicate a Pinocchio, metafora di una materia che attraverso lo scalpello diviene persona viva, allegoria dell’arte stessa della scultura. In mostra anche fotografie in bianco e nero della fotografa torinese Carola Allemandi, realizzate espressamente per l’occasione.

    Oltre 30 opere per un viaggio nell’arte del Novecento, dalle sperimentazioni del dopoguerra alle produzioni più recenti. Un percorso che si inserisce nell’esposizione permanente del Castello e del Parco con la quale andrà a creare un dialogo serrato. Molti degli autori scelti sono, infatti, già presenti nella ricca collezione permanente del Castello. La mostra propone una lettura della raccolta, sottolineando e commentando le affinità o le differenze tra le opere in esposizione temporanea con quelle permanenti, nonché con opere che per caratteristiche storiche e formali vi entrano in relazione. La scelta delle sculture e la loro collocazione lungo il parco e il percorso della collezione permanente del Castello Gamba, evidenzia il rapporto formale e di correzione artistica tra le opere in esposizione e quelle della collezione permanente.

    La mostra, a cura di Domenico Maria Papa con il supporto tecnico di Museumstudio s.r.l.s di Torino, è corredata da un catalogo a stampa delle opere.

     

    Castello Gamba – Museo d’arte moderna e contemporanea della Valle d’Aosta
    Località Crêt-de-Breil
    Châtillon – Valle d’Aosta

    Tel. +39 0166 563252
    info.castellogamba@regione.vda.it

    Orari:
    Dalle 9.00 alle 19.00
    Tariffe Ingresso Castello:
    Intero: € 5,00
    Ridotto: € 3,00
    Ridotto (6-18 anni): € 2,00
    Gratuito: bambini fino a 6 anni non compiuti

    Locandina

     

     

  • Nella bellissima campagna piemontese, e più precisamente nella zona delle Langhe cuneesi nel territorio del comune de La Morra, si nasconde una incredibile chiesetta colorata unica nel suo genere in Italia.

    Costruita nel 1914 come riparo per i lavoratori dei vigneti circostanti in caso di temporali o grandinate, la Cappella di SS. Madonna delle Grazie, meglio conosciuta oggi come Cappella del Barolo, fu acquistata dalla famiglia Ceretto nel 1970 insieme ai 6 ettari del prestigioso vigneto di Brunate.
    La chiesa, mai consacrata, oggi si trova ancora in questo vigneto di La Morra ed è sempre proprietà della famiglia Ceretto.

    Diroccata, abbandonata per anni e ridotta a rudere, la chiesa è stata ristrutturata dalla famiglia Ceretto alla fine degli anni ’90 ed è oggi diventata uno degli edifici più conosciuti e ammirati della zona.

    La ristrutturazione venne affidata agli artisti Sol LeWitt e David Tremlett che seppero trasformare un edificio in rovina in una splendida testimonianza di arte contemporanea.

    Per i lavori di ristrutturazione LeWitt si occupò dell’esterno con un gioco di colori giocoso e vivace, mentre Tremlett si occupò delle decorazioni interne calde e serene.

    Un altro piccolo gioiello immerso nella campagna piemontese e circondato da vigneti e piante assolutamente da scoprire.

    L’azienda Ceretto propone inoltre anche altre iniziative culturali e gastronomiche: degustazioni, tour, visite guidate e molto altro.

    Cappella del Barolo – La Morra CN, Italia
    Coordinate GPS 44°37’41.312″N 7°56’41.824″E;

    Orari:
    tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00

    Tariffe:
    Ingresso libero

    Per maggiori informazioni potete consultare il sito di Ceretto Experience.

     

  • L’antica necropoli paleocristiana, emersa dai lavori di realizzazione della Nuvola Lavazza, ospita la  mostra di sculture di Aron Demetz nuovamente visitabile a partire da Domenica 15 dicembre

    Il dialogo tra un gioiello dell’architettura contemporanea e un passato tanto antico quanto affascinante.

    Si tratta della Nuvola Lavazza, sede dell’azienda torinese che, nell’ambito di Art Site Fest, progetto espositivo arrivato alla quinta edizione ospita una mostra di Aron Demetz, curata da  Domenico Maria Papa e in collaborazione con la Galleria Doris Ghetta.

    Sette sculture, scelte nell’ampia produzione dell’artista altoatesino, sono state collocate all’interno del perimetro della necropoli paleocristiana. Figure vagamente umane, che emergono dalle rimanenze archeologiche e che intrattengono un dialogo serrato con le superfici terrose, i resti delle pareti, il perimetro delle tombe, come a segnare il recupero della radice originaria della scultura.

     

    Aron Demetz

    … “Anche se il mio è un ritorno alla scultura classica, non è tanto importante la figura, quanto la ricerca sulla trasformazione dei materiali e il legno carbonizzato mi permette di trasmettere questa idea di metamorfosi”.

    Si è guadagnato notorietà internazionale grazie a un personale linguaggio scultoreo che coniuga la figurazione con una sensibilità assolutamente contemporanea.

    Il legno soprattutto, ma anche il bronzo e più di recente l’alluminio e l’argento, sono i materiali che restituiscono forma a corpi, colti spesso in una condizione di sospensione. Nel lavoro di Demetz è presenta una profonda riflessione sul rapporto dell’uomo con la natura, dalla quale origina la consapevolezza di una mancata unione.

    In alcuni casi Demetz ricopre la superficie delle strutture con resina naturale che l’artista stesso raccoglie dagli alberi delle foreste della Val Gardena.

    La resina, materiale in costante mutamento ha caratteristiche fortemente evocative e contribuisce di esprimere una nozione arcaica e metafisica. Utilizzate malte per conservare tessuti nei metodi di mummificazione, rinvia anche un’idea di durata di ricomprendere composizione.

    Utilizzata nei secoli anche come luogo di culto. Demenza colloca alcune delle sue opere in interno dell’area archeologica, tra le tombe, disegnando un percorso che assume una valenza quasi religiosa.

    Nato nel 1972 Vipiteno Bolzano da una famiglia ladina di scultori che, già da secoli, lavoravano come intagliatori in Val Gardena. Tra il 1997 1998 studiò cultura nella classe di Christian  Hofner presso l’Accademia delle belle arti di Norimberga. Ha esposto in musei e gallerie di tutto il mondo. Del 2018 è l’importante personale presso il Museo Nazionale Archeologico di Napoli.

    Dl 2010 è titolare della cattedra di Belle Arti di Carrara. Vive e lavora  a Selva di Val Gardena.

    Per prenotazioni prenotazioni.museo@lavazza.com

    biglietti disponibili su www.ticketlandia.com/m/museolavazza (prenotazione obbligatoria)
    ingresso euro 5,00 , gratuito sotto i 6 anni, fino a esaurimento posti disponibili (26 posti per visita)

     

  • Sei Sculture dell’artista alto-atesino ridanno vita ad un’antica necropoli.

    Venuta alla luce durante i lavori per la ricostruzione della Nuvola, sede della storica Azienda torinese, accoglie l’arte contemporanea di Art Site Fest.

    L’Area Archeologica della Nuvola Lavazza di Torino apre per la prima volta all’arte contemporanea nell’ambito della quinta edizione di Art Site Fest, un percorso nei linguaggi della contemporaneità in luoghi insoliti, curato da Domenico Maria Papa.

    La mostra.

    L’area archeologica  ospita un progetto dello scultore alto-atesino Aron Demetz. Le opere selezionati per questa mostra, sono una rielaborazione della tradizionale lavorazione del legno tipica della Val Gardena, terra dell’artista. “Ho scelto dal suo studio di Ortisei le opere più rappresentative della sua ricerca”, ha spiegato il curatore Papa, “e nello stesso tempo, quelle in grado di instaurare un dialogo con il particolare spazio circostante”.  Luogo suggestivo e che non ti aspetteresti.

    Francesca Lavazza e il luogo.

    Quando abbiamo iniziato i lavori di ripristino dell’area non ci aspettavamo di trovare questo tesoro”, ha commentato Francesca Lavazza, membro del board del Gruppo. “Avere i nostri uffici che poggiano le fondamenta su questa basilica è molto importante per noi, come anche il fatto che ora si riempia di opere di arte contemporanea composte da materiali naturali e incentrate sull’uomo: due elementi che rientrano negli obiettivi del progetto Nuvola”.

    Sono stati individuati i resti di un’antica Basilica Paleocristiana collocabile tra la seconda metà del IV secolo e il V secolo d.C., sviluppatasi sopra le strutture di una precedente necropoli. La chiesa, a navata unica, ed è caratterizzata da una serie di tombe sia all’interno che all’esterno del suo perimetro.


    Aron Demetz

    … “Anche se il mio è un ritorno alla scultura classica, non è tanto importante la figura, quanto la ricerca sulla trasformazione dei materiali e il legno carbonizzato mi permette di trasmettere questa idea di metamorfosi”.

    Si è guadagnato notorietà internazionale grazie a un personale linguaggio scultoreo che coniuga la figurazione con una sensibilità assolutamente contemporanea.

    Il legno soprattutto, ma anche il bronzo e più di recente l’alluminio e l’argento, sono i materiali che restituiscono forma a corpi, colti spesso in una condizione di sospensione. Nel lavoro di Demetz è presenta una profonda riflessione sul rapporto dell’uomo con la natura, dalla quale origina la consapevolezza di una mancata unione.

    In alcuni casi Demetz ricopre la superficie delle strutture con resina naturale che l’artista stesso raccoglie dagli alberi delle foreste della Val Gardena.

    La resina, materiale in costante mutamento ha caratteristiche fortemente evocative e contribuisce di esprimere una nozione arcaica e metafisica. Utilizzate malte per conservare tessuti nei metodi di mummificazione, rinvia anche un’idea di durata di ricomprendere composizione.

    Utilizzata nei secoli anche come luogo di culto. Demenza colloca alcune delle sue opere in interno dell’area archeologica, tra le tombe, disegnando un percorso che assume una valenza quasi religiosa.

    Nato nel 1972 Vipiteno Bolzano da una famiglia ladina di scultori che, già da secoli, lavoravano come intagliatori in Val Gardena. Tra il 1997 1998 studiò cultura nella classe di Christian  Hofner presso l’Accademia delle belle arti di Norimberga. Ha esposto in musei e gallerie di tutto il mondo. Del 2018 è l’importante personale presso il Museo Nazionale Archeologico di Napoli.

    Dl 2010 è titolare della cattedra di Belle Arti di Carrara. Vive e lavora  a Selva di Val Gardena.

    L’ingresso alla mostra, è limitato a 15 persone per volta tramite visite guidate, esclusivamente su prenotazione.

    L’Area Archeologica sarà chiusa dal 4 novembre al 7 dicembre compresi.

    Per maggiori informazioni clicca QUI

     

  • Venti opere fotografiche collocate lungo il percorso di visita del Museo della Arti Orientali di Torino, sono il progetto che la fotografa inglese di origini turche, Güler Ates, ha realizzato per il MAO, all’interno di una proposta didattica formulata dalle Aziende e dagli Enti Soci della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino per gli allievi dell’Accademia Albertina, con la Royal Academy of Schools di Londra, dove l’artista è Tutor.

    La mostra è parte di Art Site Fest 2019, curata da Domenico Maria Papa, giunge quest’anno alla quinta edizione e propone un percorso attraverso i linguaggi della contemporaneità – scultura, pittura, teatro, musica, letteratura – in dialogo con alcune delle più belle residenze del Piemonte.

    Le opere fotografiche di Güler Ates riprendono autentiche perfomance tra danza e teatro, contestualizzate per gli ambienti in cui hanno luogo.

    Le modelle, delle quali si intuisce appena la fisionomia, sono abbigliate con stoffe colorate, spesso preziose, rappresentano presenze metafisiche che si muovono all’interno degli ambienti storici, restituendone lo spirito.

    I progetti realizzati da Güler Ates sono ambientati in dimore e musei situati in diversi Paesi europei, Medio Oriente, India e Sud America.

    Nel corso della sua residenza torinese, Güler Ates ha prodotto alcune immagini tratte da shooting fotografici all’interno delle sale del MAO, dove ha allestito un vero e proprio set, per proporre e raccontare con il suo linguaggio una personale visione del Museo.

    Durante il suo lavoro l’artista è stata seguita da 25 selezionati studenti dell’Accademia Albertina, che hanno potuto partecipare alle diverse fasi del lavoro dell’artista e seguire un workshop sulla creatività e i contenuti del progetto che ha portato a SHORELESS.

    Le foto scattate al MAO, insieme ad altre immagini riprese in diversi Paesi e in particolare in India, costituiscono il nucleo della mostra SHORELESS, un dialogo aperto a livelli di interpretazione a confronto con le preziose collezioni del museo, un invito a riflettere sulla migrazione che da sempre caratterizza la storia dei popoli e l’incontro/scontro tra le culture. La mostra è, dunque, la condizione di un approdo sempre rimandato e mai definitivo, della costante messa in discussione delle identità culturali.

    Nella sua ricerca Ates è soprattutto interessata al dialogo tra Oriente e Occidente.

    Nell’approfondire i molti rapporti, intessuti nel corso dei secoli, rimango affascinatadice l’artistada come la cultura occidentale sia debitrice di forme e immagini verso l’Oriente, prossimo o lontano. E da come l’Oriente guardi da sempre all’arte europea come ad una fonte di ispirazione. La nostra epoca spesso dimentica questa millenaria storia di scambi, finendo paradossalmente per allungare le distanze, proprio in un momento storico che ci permette di accorciarle.”

    Secondo il curatore della mostra e direttore artistico di Art Site Fest, Domenico Maria Papa, “le opere di Güler Ates sono site responsive. Quando non sono create per gli spazi in cui sono esposte, sono sensibili ad essi. Si caricano delle qualità e dei significati dei luoghi. A differenza di una parte importante della produzione contemporanea, che spesso si astrae da un contesto per essere osservata nello spazio neutro di una galleria, la ricerca di Ates è da sempre indirizzata a cultura e storia degli ambienti ai quali si rivolge. Ogni sua opera mira, attraverso lo spiazzamento provocato dalle sue misteriose figure, a sollecitare lo spettatore, inducendolo a riconsiderare le sue abitudini percettive.”

    Il MAO – dice il direttore Marco Guglielminotti Trivelnasce come museo di arte orientale antica, ma si è aperto fin dal 2010 all’esplorazione della contemporaneità – ospitando in diverse occasioni sia le opere di artisti asiatici sia i lavori di artisti europei che si ispirano alle culture dell’Asia da varie prospettive. Il lavoro di Güler Ates coniuga queste due possibilità: artista di origine asiatica ma naturalizzata europea, guarda a un museo europeo di oggetti asiatici con uno sguardo da cittadina del Mondo. E in questo sguardo, attraverso il velo delle sue misteriose figure, si disvela la Musa ispiratrice della natura stessa di un museo come il MAO, che è stato creato e continua a vivere proprio per il superamento di dicotomie e di confini. Shoreless, per l’appunto”.

    Il Progetto Didattico promosso e sostenuto dalla Consulta di Torino è nato con l’intento di offrire una straordinaria opportunità agli allievi dell’Accademia Albertina: poter seguire un’artista nelle diverse fasi di realizzazione di un progetto espositivo, analizzarne i contenuti e osservarne la messa in opera.

    Afferma la Presidente Adriana Acutis: “Le imprese della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino sono desiderose di offrire a studenti esperienze di alto livello, contestualizzate nel patrimonio sul quale si fonda l’identità della Città Metropolitana di Torino. Tale impegno vede nell’identità ereditata un punto di partenza per comunicazione, apertura e creatività e nella contestualizzazione un punto d’unione fra formazione artistica e realizzazione creativa e imprenditoriale.

     

    MAO Museo d’Arte Orientale Via San Domenico 11, Torino

    ORARIO da martedì a venerdì 10-18; sabato e domenica 11-19

    Photo di copertina: Guler Ates © Whirled.100×51.5cm.

  • Quale obiettivo si pone il curatore Domenico Maria Papa coinvolgendo artisti provenienti da diversi paesi con opere spesso realizzate appositamente per le sedi espositive, o creando ambientazioni per i percorsi museali scelti?

    Art Site Fest, quest’anno alla quinta edizione, vuole essere il tentativo di disegnare una geografia di luoghi, diversi per architettura, origine, gestione, uso, che siano, seppure in modo temporaneo, contesto per opere d’arte aperte alla relazione con essi.

    Agli artisti invitati è stato chiesto di collocare negli ambienti, nelle sale e nei giardini di dimore storiche e musei piemontesi, opere che avessero la capacità di intrattenere un serrato dialogo con il proprio intorno. In alcuni casi, gli artisti coinvolti hanno risposto con proposte originali, pensate e realizzate per gli ambienti scelti, con opere cioèsite specific.

    Quella del site specific è, infatti, una categoria molto utilizzata nella produzione recente: indica una classe di opere che non hanno ragione al di fuori dello spazio per il quale sono state concepite ed è sintomatica proprio di quel ritorno di attenzione al contesto al quale si accennava.

    Tutte le opere di Art Site Fest, tuttavia, anche quando non appositamente realizzate per l’occasione, più generale, si può affermare siano site responsive, prendendo in prestito una terminologia informatica per dire che sono sensibili al contesto.

    Cos’è Art Site Fest?

    Opera di Viola Pantano edizione Art Site Fest 2018 posizionata nella Sala Diplomatica.

    E’ un progetto dell’Associazione Phanes, con il patrocinio della Regione Piemonte, e della Città di Torino, in collaborazione con il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Torino, la Fondazione Torino Musei, Fondazione Ordine Mauriziano, Fondazione Cavour, il Museo storico della Reale Mutua, Casa Martini, e il Museo Lavazza.

    E’ un percorso in dimore e residenze storiche del Piemonte, che ha come obiettivo la valorizzazione del patrimonio storico piemontese, e utilizza l’arte contemporanea come mezzo di promozione del luogo, un percorso nei linguaggi della contemporaneità, tra fotografia, scultura, pittura, teatro, musica.

    Un po’ di numeri di Art Site Fest.

    Per le scorse edizioni Si è svolta in sedi prestigiose: al Castello di Buronzo, Castello di Castelnuovo Calcea, nel Monferrato astigiano nelle cantine dei viticoltori dei paesaggi Unesco di Langhe Roero e Monferrato, nelle residenze reali di Govone, Venaria, Racconigi e Stupinigi, a Palazzo Madama, a Palazzo Chiablese, Palazzo Biandrate, Museo Egizio. In ogni sede sono stati individuati ambienti adatti alla collocazione di opere, anche di grandi dimensioni e all’accoglienza di un pubblico numeroso e interessato.

    Quella del 2019 sarà la 5° edizione. Negli anni ha coinvolto 15 sedi, tra le quali 5 residenze reali, con oltre 120 artisti provenienti da diversi paesi che hanno presentato oltre 180 opere, tra fotografia, installazione, performance, teatro, musica.

    La manifestazione è stata seguita nel corso del tempo da un pubblico stimato di 10.000 persone che attraverso il Festival e i molti eventi in programma hanno avuto modo di scoprire o riscoprire le dimore storiche del proprio territorio.

    Foto di Copertina: Scatto di Guler Ates al Castello di Govone – Esposta al Castello di Santena nell’edizione 2018 – 

  • La manifestazione prevede una kermesse di  Artisti contemporanei, provenienti dall’Italia e dall’estero che esporranno le proprie opere al pubblico,.

    La presentazione delle opere, il dialogo con i visitatori e quant’altro  offriranno un quadro interessante del vasto mondo dell’Arte Contemporanea.

    Pittura. Disegno, Scultura e altro ancora saranno protagonisti indiscussi della manifestazione, a Chieri  dal 31 Agosto al 08 Settembre 2019 con diversi e interessanti appuntamenti  e iniziative collaterali.

    Artisti 

    _______________________ 

    Attilio Collimedaglia               Pittura – Chieri To.

    Francesco Yuri Colangelo    Pittura Disegno – Chieri To.

    Grazino Rey                               Pittura – T. Pellice – To. 

    Juan Sanm… Urbina             Scultura – To.

    Lino Baldassa                          Pittura – Chieri To.

    Loreno Lollo Ricci                  Scultura – Bo.

    Mariano Tomasi                      Pittura – Tn.

    Maurizio Sicchiero                Pittura Incisioni – Chieri To.

    Pier Tancredi De Coll’           Pittura – Chieri To.        

     

    Art Live Festival CONTEMPORARY ART 2° Edizione 2019 – Città di Chieri

     Dal 31 Agosto al 08 Settembre 2019 Sala Conceria Via Conceria 1 Chieri To.

    Orario Mostra

    Tutti i giorni

     Dalle ore 10.00 alle ore 12.30  –   Dalle ore 15.30 alle ore 19.30

    Ingresso libero.

    Nei giorni che ospiteranno gli eventi collaterali, l’orario della mostra   sarà prorogato fino al termine degli spettaco

  • I linguaggi della contemporaneità con Art Site Fest diventano la chiave per interpretare l’eredità culturale e fare della memoria una ragione di identità, quanto mai attuale, nell’Anno europeo del patrimonio culturale.

    Art Site Fest nel Museo di Enologia…un’occasione particolare in uno spazio affascinante, pieno di riferimenti.
    I materiali come il mattone dei muri e dei voltati, i profumi, le forme…tutto ricorda la storia del luogo e la storia della Martini.
    D’altra parte il museo è nato e vive per quello: è un mezzo, un tramite per “ricordare” e fissare nel tempo i ricordi e le emozioni e quando l’arte incontra l’emozione…prende forma.

    Gli sguardi attenti e coinvolti degli invitati hanno confermato che le opere dei maestri Badolato, Galfione, Luiselli, Marchi, Pantano hanno trovato la loro giusta collocazione, ma anche i temi “materici” delle opere esposte hanno agevolato la lettura e “l’impaginazione” nel “libro” del museo.
    Così, con i colori dell’arte, tornano anche i sapori della vita: il connubio fra un bicchiere di bianco Martini gustato con gli amici e il quadro, l’opera d’arte che: “…riceve la propria vita e il proprio contenuto solo dalla riflessione di chi lo osserva”.

    L’isolarsi dell’artista in complicate ricerche estetiche alla ricerca del trascendente si è calata sempre più in forme concrete, tangibili, quotidiane … ecco la risposta alla scelta del luogo: “arte in un museo enologico” significa apertura ad un spazio originale e flessibile che ci ricorda l’arte di trasformare un elemento naturale in un prodotto finale, con una sua storia, una sua cultura, una sua poesia densa di profondi significati… e gli artisti che hanno esposto hanno colto questo messaggio universale di armonia.

    La Reggia di Venaria, la Palazzina di Caccia di Stupinigi, il Castello Cavour di Santena, il Castello di Govone, il Museo Egizio, Palazzo Madama, Palazzo Chiablese, Palazzo Biandrate e Casa Martini a Pessione, sono i luoghi che accolgono opere e immagini in dialogo con gli ambienti storici fino al 25 novembre, visitabili anche grazie alle convenzione di Abbonamento Musei Piemonte.

    Art Site Fest, è un progetto dell’Associazione Phanes, con il patrocinio della Regione Piemonte, della Città di Torino, dell’Ambasciata del Canada e la collaborazione di:

    • Segretariato Regionale per il Piemonte del Ministero dei beni e delle attività culturali,
    • Consorzio delle Residenze Reali Sabaude,
    • Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Torino,
    • Fondazione Torino Musei,
    • Fondazione Ordine Mauriziano,
    • Fondazione Cavour,
    • Associazione Terre dei Savoia,
    • Casa Martini,
    • Teatro di Dioniso – Parole d’artista.

    Il Festival si avvale del sostegno di Fondazione CRT e Reale Mutua e del contributo di: Museumstudio, HST, Webaudio, Tipografia Sosso, Villa Giada.

    Per Info  – www.artsitefest.it

     

HTML Snippets Powered By : XYZScripts.com