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  • Il misterioso artista pubblica un video su Instagram in cui racconta di aver nascosto il meccanismo trita-documenti anni fa nel quadro, “nel caso in cui fosse finito all’asta”. “Anche l’urgenza di distruggere è un’urgenza creativa”, scrive citando Picasso

    Banksy cita Picasso per spiegare la sua ultima provocazione: l’opera che si è autodistrutta dopo essere stata venduta all’asta da Sotheby’s, a Londra, per un milione di sterline. “Anche l’urgenza di distruggere è un’urgenza creativa”, scrive l’artista sul suo profilo Instagram prendendo in prestito le parole del pittore spagnolo. E allega un video in cui racconta cos’è successo.

    Il racconto di Banksy 

    Nel breve filmato, il misterioso artista rivela di aver costruito “segretamente”, qualche anno fa, un trita-documenti all’interno dell’opera “Bambina con il palloncino”. “Nel caso in cui fosse finita all’asta”, racconta intervallando delle scritte alle immagini che mostrano una persona incappucciata che installa il meccanismo nel quadro. Seguono, poi, le immagini della vendita a Londra, con una sirena che suona nel momento in cui il battitore dichiara venduto il quadro e, pochi istanti dopo, la tela che inizia a scorrere verso il basso e viene tagliuzzata in decine di strisce dal trita-documenti nascosto nella cornice.

    Non è chiaro se l’artista fosse in sala ed abbia azionato egli stesso il meccanismo nascosto. Poco dopo l’incidente, un uomo vestito di nero con cappello e occhiali da sole è stato visto parlottare con le guardie all’ingresso della casa d’aste.

    A far propendere per questa ipotesi è anche il fatto che, sulla sua pagina Instagram, Banksy ha condiviso una foto del dipinto con il commento: “Vai, vai… andato”.

    Stimato tra le 200mila e le 300mila sterline (225mila e 341mila euro), ad aggiudicarsi il quadro era stato un anonimo compratore per telefono, offrendo 1.042.000 sterline (1.180.000 euro). Una cifra da record per l’artista.

    Il quadro era stato autenticato da Pest Control, l’organizzazione che agisce per conto di Banksy. Aveva firma e dedica sul retro e “cornice fatta dall’artista”. Era stato acquistato dal venditore direttamente dall’artista nel 2006.

    “Siamo stati Banksyzzati”, ha ironizzato Alex Branczik, senior director di Sotheby’s. “Non ci è mai capitato in passato che un quadro si distruggesse spontaneamente dopo aver raggiunto una cifra da record per l’artista. Siamo impegnati a capire che cosa possa significare nel contesto di un’asta”.

    Ora il quadro potrebbe valere il doppio

    Prima dell’asta, Sotheby’s aveva presentato la cornice dorata posta attorno alla tela “Girl with balloon” come “un elemento integrante dell’opera, scelta dallo stesso Banksy”. Le immagini della vendita hanno fatto il giro del mondo. C’è chi giura che l’artista – la cui identità è segreta – fosse in sala a Londra e abbia azionato lui stesso il meccanismo e girato il video finito subito sui social. Altri ipotizzano, invece, che fosse lui l’acquirente della “Bambina con il palloncino”. Poche ore dopo l’asta, Banksy aveva già pubblicato una foto sul suo profilo Instagram del momento in cui il dipinto veniva tagliuzzato a striscioline. “Going, Going, Gone!”, aveva scritto sotto all’immagine, citando le parole pronunciate dal banditore quando aggiudica a un cliente il lavoro di un artista. Il quadro tagliuzzato, proprio per il sorprendente finale dell’asta, potrebbe adesso valere il doppio.

    Credit: Instagram/Banksy 

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