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  • Art Site Fest 2019 è alla sua  5° edizione. In questi anni ha coinvolto finora 15 sedi, tra le quali 5 residenze reali, con oltre 120 artisti provenienti da diversi paesi che hanno presentato oltre 180 opere, tra fotografia, installazione, performance, teatro, musica, ed è stata seguita nel corso del tempo, da un pubblico stimato di 10.000 persone che attraverso il Festival e i molti eventi in programma, hanno avuto modo di scoprire o riscoprire le dimore storiche del proprio territorio.

    Art Site Fest si è svolta in sedi prestigiose: al Castello di Buronzo, Castello di Castelnuovo Calcea, nel Monferrato astigiano nelle cantine dei viticoltori dei paesaggi Unesco di Langhe Roero e Monferrato, nelle residenze reali di Govone, Venaria, Racconigi e Stupinigi, a Palazzo Madama, a Palazzo Chiablese, Palazzo Biandrate, Museo Egizio.

    In ogni sede sono stati individuati ambienti adatti alla collocazione di opere, anche di grandi dimensioni e all’accoglienza di un pubblico numeroso e interessato nell’assoluto rispetto del luogo che ha ospitato la rassegna.

    Il suo curatore Domenico Papa è al lavoro per la realizzazione della nuova edizione, nell’assoluto riserbo su quali saranno gli artisti presenti alla prossima edizione.

    Nell’attesa, un paio di artisti presenti nella rassegna 2018.

     

     

     

     

    SvetlanaAntonyan  presente al Castello di Govone con le sue Memorie

    Credit Photo donatellolorenzo.it

     

     

     

     

     

     

     

    “Dialoghi” opera di Elizabeth Aro esposta al Castello Cavour di Santena.

    Credit Photo donatellolorenzo.it

     

  • Un finale alternativo al “vissero felici e contenti”?

    Dina Goldstein ce lo offre con le sue opere in mostra fino al  25 novembre al Castello di Cavour a Santena (To)

    Grazie ad  Art Site Fest con un progetto dedicato alla fotografia e in particolare alle immagini della fotografa canadese Dina Goldstein con una riflessione sul potere distorsivo dei media.

    In collaborazione con Opus in Artem e con il patrocinio dell’Ambasciata del Canada, Dina Goldstein mostra le sue “Fallen Princesses” in una versione moderna.

    Pluripremiata, Dina Goldstein posa sulla nostra società uno sguardo divertito e privo di qualsiasi giudizio di valore, scardinando e rivoltando quei valori che ci sono stati dati fin da bambini, con le favole, giocando con la nostra percezione.

    Lo fa con le principesse della Walt Disney,  le bambole della Mattel, la Goldstein prova ad offrirci un nuovo punto di vista, assolutamente alternativo al lieto fine che noi tutti conosciamo e che immaginiamo soprattutto indagando su ciò che è stato dopo il finale che conosciamo, indagando il probabile futuro dei protagonisti.

    Senza scendere a compromessi, spogliando le storie di qualsiasi magia, Dina rilegge tutte le storie e inserisce i malesseri sociali cui noi oggi siamo afflitti: solitudine, obesità, alcolismo, malattia. S

    Ci si chiede cosa ne è stato dei personaggi, umani come noi, dopo il finale e questo la spinge a sfatare gli ideali di perfezione che, con le favole, ci hanno sempre imposto.

    La candida Biancaneve allora si troverà ad essere una casalinga disperata mentre il suo bel principe, incurante della bella, si guarda la tv.

    Ariel la Sirenetta chiusa in un acquario, Cappuccetto Rosso che si è lasciata andare al vizio della gola?

    Una mostra che ci fa sentire un po’ tutti umani.

    The Fallen Princesses

    About Dina Goldstein

     

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