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  • La Fondazione Vacchi presenta una nuova mostra personale di Adriano Bimbi formata da un importante gruppo di sculture e di disegni che dialogano con gli affascinanti spazi del giardino e delle sale espositive del Castello di Grotti in provincia di Siena.

    Bimbi (Bibbona 1952, vive a Firenze), è uno scultore di fama internazionale che lavora con rigore e raffinatezza sulla forma e sulla materia delle sue opere, evocando fastose discendenze dalla grande storia dell’arte, impreziosendo le cose povere del mondo quotidiano, trasformando i piccoli oggetti e i vestiti delle nostre giornate in gioielli di oro e lapislazzulo, in gemme sontuose dove gli stili si fondono per dare vita a qualcosa di nuovo dove si avverte tuttavia il respiro dell’antichità.

    Bimbi fonda infatti il suo mondo visivo su un raffinato talento disegnativo che si declina nella costruzione severa ed elegante delle sue figure, ma anche nella sintesi metafisica dei suoi paesaggi, nei canoni e nella misura architettonica dei corpi e degli spazi.

    La mostra, dunque, vuole dare vita a un viaggio allusivo che, come in un labirinto, ci accompagna in un percorso iniziatico composto dalle sculture dell’artista, in una sorta di anello mistico al confine tra terra e cielo.

    Accompagnati dalla misteriosa presenza di un rabdomante ci si potrà quindi avventurare negli spazi geometrici ed enigmatici di un giardino incantato, simbolo archetipo di un altrove perduto che possiamo forse ritrovare grazie ai messaggi silenziosi di giovani donne che si mostrano come sospese al di fuori del tempo.

    In questo itinerario tracciato dallo sguardo ermetico di un saggio disteso(forse in un triclinio o su un antico sarcofago)ci immergiamo così nelle lacrime di una ragazza che imperlano d’oro un cipresso magico, camminiamo verso una porta dischiusa oltre il confine del tempo, arriviamo a una scala appoggiata sul nulla per ascendere al cielo, liberandoci dal peso terreno e metaforico di pesanti scarpe di fango, sollevandoci verso l’alto come le mani di una giovane orante immersa nel silenzio della preghiera.

    La mostra resterà aperta dal 16 luglio fino al 30 novembre 2022

    Orari di apertura al pubblico: da martedì a domenica 10.30-12.30 – 17.00-19.30 – Lunedì chiuso

  • 7 luglio – 18 settembre 2022
    Palazzo Martinengo Cesaresco Novarino, via dei Musei 30, Brescia

    La Fondazione Provincia di Brescia Eventi è lieta di presentare la mostra Clouds Never Say Hello, grande personale dell’artista bresciano Gabriele Picco a cura di Claudio Musso negli spazi di Palazzo Martinengo Cesaresco Novarino. L’esposizione – organizzata in collaborazione con Provincia di Brescia, Fondazione Provincia di Brescia Eventi e Fondazione Brescia Musei nell’ambito del progetto Una Generazione di Mezzo – si sviluppa su due piani dello storico edificio e presenta una selezione articolata di opere inedite che conducono gli spettatori in un viaggio immersivo nell’immaginario dell’autore.

    Picco riesce ad affrontare con leggerezza temi delicati come la morte, il sesso, la solitudine dell’uomo contemporaneo, mettendo spesso in luce le contraddizioni della nostra società, e mostrando come la vita e il mondo siano un immenso teatro visionario.

    Ecco per esempio The wall, la stanza le cui pareti sono state completamente ricoperte da 18mila biscotti savoiardi, un intervento dell’artista che modifica la percezione sensoriale dello spazio e che insieme segna l’accesso al nucleo centrale della mostra. Una sala di decompressione ricca di reminiscenze infantili, via di evasione fiabesca non priva però di elementi sinistri, implicito al muro è infatti il riferimento all’incomunicabilità e a tutti quei muri che ancora abitano il mondo.

    Le nuvole, di pasoliniana memoria, simbolo di leggerezza, di sospensione e di poesia, sono un tema ricorrente nel lavoro di Gabriele Picco. Visibili e presenti sia nella storia dell’arte che nella vita di tutti giorni, al contempo così impalpabili ed evanescenti, rappresentano metaforicamente l’ambiguità e la contraddizione che regnano nell’immaginario dell’autore bresciano.

    Due delle sale della mostra sono dedicate proprio alle nuvole. In una le ritroviamo sul portapacchi di modelli in scala di auto storiche del secondo Novecento. Sono le automobili diventate vere e proprie icone, come la Dyane o la Citroen DS, che fanno seguito alla prima opera di questa serie intitolata Cloud, che Picco realizzò nel 2005 con una vera Fiat 500 come scultura permanente nel Parco delle Madonie in Sicilia.

    Nell’altra sala lo spettatore incontrerà, sospese a mezz’aria, quelle che potrebbero essere descritte come cinque piccole poesie. Nuvole di vari colori scolpite in marmi diversi, dal nero portoro, al bianco statuario di Carrara, al blu Bahia, al rosa del Portogallo fino alla pietra dorata. Su ogni nuvola scorgerà, in un sottile rimando alla pittura tonale, un piccolo volatile imbalsamato dello stesso colore della roccia. Qui lievità e gravità si incontrano creando un ossimoro visivo e concettuale.

    In una terza sala si trova Il collezionista di amore: un omino in marmo rosa del Portogallo il cui lunghissimo fallo è ornato da anelli con diverse pietre preziose. La sessualità esplicita trattata con linguaggio iperbolico, sia verbale che visivo, è tra i temi ricorrenti nel lessico dell’artista che fonde elementi Pop con quelli della scultura classica. A seguire una lapide in granito nero che commemora una nuvola svanita. La poesia e l’ironia tagliente, che a volte sfiora un cinico sarcasmo, è una delle modalità con cui Picco affronta nelle sue opere argomenti complessi e delicati come la vita e la morte, il pubblico e il privato, la religione e i tabù, senza lesinare riferimenti all’attualità.

    Nella sala più grande i visitatori sono accolti da un’installazione parietale di nove metri per quattro: una carta da parati composta da disegni che tagliano trasversalmente tutta la sua produzione in un cortocircuito continuo tra parole e immagini.

    La scrittura, sia quella breve di natura quasi poetica che gioca con il linguaggio scarno e ficcante dello slogan pubblicitario, sia quella più verbosa, automatica, che si colloca tra il flusso di coscienza e la letteratura d’avanguardia, è un altro tratto distintivo del modus operandi di Picco che, come uno dei personaggi dei suoi romanzi, vede la vita e le esperienze che la attraversano come un grande teatro surreale.

    Surreale è anche l’opera Eternal love: due mani in lattice che sbucano da una parete, con i palmi attraversati dai gambi di due rose rosse i cui vasi poggiano su due mensole di legno grezzo. Un chiaro riferimento a Eros e Thanatos in una nuova forma contemporanea di crocifissione.

    Nell’ultima sala la dimensione onirica trova la sua rappresentazione in una scultura composta da un letto di legno antico, dal cui materasso si innalza un albero dai rami spogli, abitati da un solitario canarino rosso. L’immagine, che richiama l’idea della nascita, della morte e del sogno, diventa anche metafora della solitudine e della capacità dell’essere umano di rinascere costantemente.

    La mostra sarà accompagnata da un corposo volume monografico edito da SKIRA in cui saranno raccolte attraverso il filtro di specifiche sezioni tematiche centinaia di opere prodotte dall’artista tra il 1998 e il 2022, un settore specifico sarà dedicato in forma di cahier al disegno e la parte testuale sarà composta da un saggio firmato dal curatore Claudio Musso, una conversazione tra l’artista e Davide Ferri, note biografiche e bibliografiche.

  • Dal 22 Giugno 2022 a 13 Novembre 2022 in VideotecaGAM

    Prosegue il ciclo di esposizioni dedicate alla storia del video d’artista italiano tra anni Sessanta e Settanta. La mostra, sesto e ultimo appuntamento della collaborazione con l’Archivio Storico della Biennale di Venezia, si compone di tre diverse manifestazioni dell’immagine di Apollo che Kounellis mise in opera, tra il 1972 e il 1973, nascondendo il proprio volto dietro una maschera di gesso recante le fattezze del dio.

    La prima, del 1972, ebbe luogo all’Attico di Roma. Ad essa, in quanto immagine di una soglia, è affidato l’inizio del percorso: in uno scatto di Claudio Abate, Kounellis appare a cavallo, all’interno di una sala. La testa dell’animale avanza verso l’osservatore, oltre la porta. È un’immagine attraversata da inquietudine e tensione per i molti tratti di ambiguità che ne emergono: un cavallo all’interno della sala di un palazzo, la classicità della maschera unita alla contemporaneità degli abiti del cavaliere, l’aprirsi della visione e il sovrapporsi della porta all’imponente presenza che inibisce il passaggio. Tuttavia, il più rimarcabile segno di contraddizione è dato dalla dimensione temporale dell’apparizione: da un lato c’è la vita animale, il respiro del cavallo, il calore e l’odore del suo corpo, la sua incapacità a restare immobile; dall’altro c’è il bianco assoluto del gesso, la fissità imperturbabile della maschera, la terribilità di uno sguardo vuoto, il silenzio solenne.

    L’animale vive nell’ora, il dio si mostra nella continuità del suo essere. L’opera abita uno spazio indecidibile tra le due temporalità. Ricongiunge il divenire all’immutabile, il presente all’eterno e sovrappone la sua contemporaneità al passato dell’arte.

    La seconda, del 1973, è una diversa fotografia scattata in occasione della performance di Kounellis presso la galleria La Salita di Roma. L’artista siede al centro dell’inquadratura con la maschera di Apollo sul volto. Davanti a lui, su un tavolo, sono disposti i frammenti di una scultura classica che appare come il corpo smembrato del dio. Sopra il torso sta appollaiato un corvo impagliato. Alla sinistra di Kounellis un suonatore di flauto esegue musiche di Mozart e alla sua destra c’è una finestra aperta. Anche in questa apparizione la tensione è creata dall’intreccio di opposti. La ieratica presenza del volto di Apollo si confronta con l’immagine di morte della scultura disgregata e del corvo il cui corpo imita la vita ma ne è privo, al contempo, però, si unisce al corpo vivo di Kounellis che perpetua la divinità assumendone le fattezze.

    Questo ciclo di morte e di rinascita trova un contrappunto, ai due lati, dalla presenza del flautista e della finestra, forse immagini di due diversi soffi vitali e di due diversi spazi che vanno mescolandosi: quello interno, abitato dall’arte e dal dio, risuonante di musica, e quello all’esterno, oltre il recinto sacro, immerso nella quotidianità.

    La terza e ultima opera è un videoNo title del 1973, proveniente dall’Archivio Storico della Biennale di Venezia, l’unica opera video che Kounellis abbia mai realizzato. La sua visione, nel piccolo percorso di mostra, avviene oltre una tenda nera, in una stanzetta ricavata all’interno dello spazio espositivo perché i visitatori entrino uno alla volta. È da soli che ci si reca a interrogare l’oracolo. Da un monitor, posto più in alto dell’usuale, la maschera di Apollo appare nella sua inscalfibile immobilità. Kounellis la regge con la mano destra, mentre nella sinistra tiene una lampada a petrolio accesa.

    Esiste il tempo misurabile del video, i 25 minuti della sua durata fisica; esiste il tempo storico in cui l’artista si offrì all’inquadratura fissa della telecamera, il tempo narrato dalla foggia della camicia che indossa; esiste infine il tempo perenne, il ciclo incorrotto della divinità antica che da sempre presiede alla manifestazione della luce e dell’arte e di cui l’opera di Kounellis non è che una delle infinite epifanie.

     

    ORARI
    NUOVO ORARIO

    Martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18
    Lunedì chiuso
    Le biglietterie chiudono un’ora prima

    I musei garantiscono una visita in piena sicurezza, nel rispetto delle normative anti-Covid
    La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011 5211788 o via mail a ftm@arteintorino.com
    Prevendita: TicketOne
    Come di consueto, GAM, MAO e Palazzo Madama, nel rispetto di tutte le linee guida ministeriali, riaprono mettendo in atto tutte le misure necessarie a garantire una visita in completa sicurezza.

    BIGLIETTI
    Collezioni permanenti

    Intero: € 10
    Ridotto: € 8
    Gratuito: minori 18 anni, Abbonamento Musei Torino, Torino + Piemonte card
    E’ sospesa la gratuità del primo martedì del mese

    Le tariffe possono subire variazioni in presenza di mostre temporanee.

  • FLAVIO FAVELLI – I Maestri Serie Oro
    da 26 Maggio 2022 a 6 Novembre 2022

    La GAM di Torino è felice di presentare nelle sale della Wunderkammer I Maestri Serie Oro di Flavio Favelli, a cura di Elena Volpato.

    Il progetto è vincitore dell’avviso pubblico PAC2020 – Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

    L’esposizione presenta un’unica opera composta dai 278 fascicoli monografici della nota serie I Maestri del Colore della Fratelli Fabbri Editori, uscita nelle edicole italiane tra il 1963 e il 1967. Si trattò di un fenomeno culturale di prima grandezza che rivoluzionò il mercato editoriale negli anni del boom economico. I fascicoli rappresentarono per molte famiglie italiane un oggetto simbolico, una dichiarazione di appartenenza a una fascia sociale in crescita, attraversata da un desiderio di cultura e di benessere intrecciati insieme.

    Flavio Favelli ha lavorato su ciascuna delle iconiche copertine, interagendo con la loro eleganza formale, con il loro equilibrio tra grafica e taglio fotografico dei particolari pittorici. Ha utilizzato una o più cartine dorate dei Ferrero Rocher per occultare i volti dei ritratti, le scene aneddotiche, le porzioni di quadri, affreschi e mosaici dove campeggia la figura umana, dove gli sguardi dipinti sembrano cercare la risposta e la complicità dello sguardo degli osservatori. Favelli riporta le riproduzioni delle grandi opere d’arte ad uno stato di impenetrabilità, quasi di chiusa sacralità: è un gesto che mescola la cura all’iconoclastia, quasi fosse necessaria una nuova ricarica del senso per delle immagini forse troppo note, persino troppo ammiccanti nella loro conquistata emblematicità.

    Favelli però, se da un lato cela parti di opere dietro il bagliore dell’oro, dall’altro apre a una visione panottica lo svolgimento della storia dell’arte così come l’avventura editoriale Fabbri fu capace di raccontarla. I 278 fascicoli/collages sono esposti in tre file ad abbracciare interamente lo spazio della Wunderkammer della GAM. La disposizione accoglie il visitatore come nel perimetro di una basilica dove il susseguirsi regolare delle riproduzioni e dei nomi degli artisti, tutt’attorno, restituisce una sorta di ideale ritratto di gruppo dove ciascun ‘quadro’ rappresenta il compiersi di una diversa misura, di un diverso canone, di una diversa maniera e sensibilità.

    Poter vedere tutte le copertine della serie dispiegate in un’unica sala sembra esaltare lo spirito enciclopedico cui l’impresa editoriale dei Fratelli Fabbri tese, ma la scelta di Favelli di spezzare le linee del disegno, di complicare la bidimensionalità della pittura, di nascondere il senso di completezza e perfezione che emana da molte di quelle opere, lascia intuire un rapporto più contrastato con la storia e il valore del passato. Esprime un’inquietudine estetica tutta contemporanea, per la quale la pienezza di senso e di forma non è mai data e ogni Maestro è allo stesso tempo riconosciuto e obliterato, oggetto di una celebrazione sincera ed insieme finta, come finta è la foglia d’oro di Favelli: luccicante, ma di carta, d’aspetto prezioso, ma prelevata da una scatola di praline.

    L’opera I Maestri Serie Oro, che entra a far parte delle collezioni del museo, rappresenta un nuovo sviluppo del lavoro di Favelli che negli ultimi anni ha più volte indagato il tema dell’oro sotto molteplici forme, rispecchiando il proprio animo nella lucentezza opaca e cieca di questo materiale che è andato prelevando da latte di biscotti, da fondi di specchi, da cartelli pubblicitari di gelati: una lucentezza pervasiva, da Eldorado, in cui la nostra cultura si specchia alla ricerca di un bagliore di cui ammantarsi proprio mentre si va offuscando.

    La mostra è accompagnata da una pubblicazione edita e distribuita da Viaindutriae

    Si ringrazia la Fondazione Ferrero Onlus per la collaborazione e il sostegno.

     

    ORARI
    NUOVO ORARIO

    Martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18
    Lunedì chiuso
    Le biglietterie chiudono un’ora prima

    I musei garantiscono una visita in piena sicurezza, nel rispetto delle normative anti-Covid
    La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011 5211788 o via mail a ftm@arteintorino.com
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    Come di consueto, GAM, MAO e Palazzo Madama, nel rispetto di tutte le linee guida ministeriali, riaprono mettendo in atto tutte le misure necessarie a garantire una visita in completa sicurezza.

    BIGLIETTI
    Collezioni permanenti

    Intero: € 10
    Ridotto: € 8
    Gratuito: minori 18 anni, Abbonamento Musei Torino, Torino + Piemonte card
    E’ sospesa la gratuità del primo martedì del mese

    Le tariffe possono subire variazioni in presenza di mostre temporanee.

  • Oltre 20 opere di Paul Gauguin, Auguste Rodin, Marc Chagall, Georges Rouault, Henri Matisse e di altri protagonisti dell’arte francese a cavallo tra il XIX e XX secolo, provenienti dalla Collezione di Arte Contemporanea dei Musei Vaticani, ripercorrono i temi della Passione, del Sacrificio e della Speranza.

    Dal 21 febbraio al 17 maggio 2020, il Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano e i Musei Vaticani presentano la mostra GAUGUIN MATISSE CHAGALL. La Passione nell’arte francese dai Musei Vaticani, che propone una selezione di capolavori dell’arte francese del XIX e XX secolo, proveniente dalla Collezione di Arte Contemporanea dei Musei Vaticani.

    La rassegna, curata da Micol Forti, responsabile della Collezione d’Arte Contemporanea dei Musei Vaticani, e da Nadia Righi, direttrice del Museo Diocesano, con il patrocinio della Regione Lombardia, del Comune di Milano, dell’Arcidiocesi di Milano, segna un nuovo capitolo nella collaborazione tra le due istituzioni, iniziata nel 2018 con l’esposizione Gaetano Previati. La Passione, che proponeva un nucleo di opere sacre dell’artista provenienti da entrambi i musei.

    L’iniziativa offre spunti di riflessione sulla Passione e sulla Resurrezione di Cristo, e nel contempo sul delicato e fertile rapporto fra modernità e tradizione nell’arte sacra tra fine Ottocento e Novecento. Gli oltre 20 capolavori di artisti quali Paul Gauguin, Auguste Rodin, Marc Chagall, Maurice Denis, Henri Matisse, Georges Rouault, sono stati scelti nel ricco nucleo di arte francese presente nella Collezione di Arte Contemporanea dei Musei Vaticani, voluta fin dal 1964 da papa Paolo VI. In quell’anno papa Montini incontra in Cappella Sistina gli artisti, da lui stesso definiti “custodi della bellezza del mondo”, per riallacciare lo storico legame tra Chiesa e contemporaneità.

    All’arte e al suo misterioso processo di creazione, Paolo VI riconosceva “una capacità prodigiosa di esprimere, oltre l’autentico, il religioso, il divino, il cristiano”, ovvero la possibilità di farsi tramite e incarnazione dell’invisibile, di ciò che non si può afferrare solo con la razionalità. Da queste riflessioni nasce la prima raccolta di 900 opere di autori contemporanei – la Collezione sarà inaugurata nel 1973 – provenienti da diversi ambiti geografici e culturali. Proprio la Francia era la nazione con la collezione più ricca e preziosa in virtù dei nomi degli artisti e delle opere selezionate; con il paese transalpino Montini aveva avuto un rapporto privilegiato grazie a importanti amicizie, come quella con Jacques e Raïssa Maritain, Jean Guitton, e a numerose frequentazioni artistiche con Georges Rouault, Marc Chagall, Gino Severini, Maurice Denis, Alexandre Cingria, come anche con Jean Cocteau e con l’ambiente surrealista.

    La mostra ruota attorno ai temi della Passione, del Sacrificio e della Speranza, interpretati dagli artisti con una capacità di visione potentemente innovativa e attuale; le opere sono esposte in quattro ambienti, corrispondenti ad altrettanti nuclei tematici, che dall’Annunciazione conducono il pubblico fino alla Resurrezione di Cristo.

    La prima sala è dedicata alla Vergine Maria e a Gesù Bambino. Le xilografie di Maurice Denis introducono la narrazione con le illustrazioni del momento dell’Annunciazione, mentre Henri Matisse e Léonard Tsuguharu Foujita, artista giapponese naturalizzato francese, convertitosi al Cattolicesimo, mostrano l’intimità della relazione tra la Madre e il Figlio.

    Nella seconda, le vedute di processioni realizzate da Paul Gauguin e Auguste Chabaud accompagnano lo sguardo del visitatore verso il Golgota, dove si consuma il dramma del Martirio di Cristo sofferente in croce, interpretato da Georges Rouault e Henri Matisse.

    La sofferenza di Cristo in croce è protagonista della terza sala, dove s’incontrano capolavori di Marc Chagall, Jean Fautrier, e ancora di Henri Matisse, oltre alle graffianti incisioni di Bernard Buffet.

    Il percorso si chiude con la Resurrezione di Émile Bernard e il grande trittico di George Desvallières che raffigura il “velo della Veronica”, il panno sporco di sangue e sudore che una pia donna usò per detergere il volto di Gesù durante la Via Crucis.

    Nel delicato passaggio tra XIX e XX secolo e nel drammatico superamento di due guerre mondiali, le culture e le arti che si sviluppano in Francia, mantengono vivo il dibattito e il confronto tra arte e fede. La diversità degli approcci e delle prospettive, delle sensibilità e degli interessi, da parte dei tanti artisti che si sono confrontati con i temi religiosi, definisce un tessuto variegato, nel quale le storie della Passione, il dolore e la morte, il mistero del sacrificio e della redenzione, sono stati presi in carico e restituiti con autentica partecipazione e sincera emozione.

  • CAPOLAVORI DALLA COLLEZIONE PEINDRE EN NORMANDIE’ AD ASTI

    Fino al 16 febbraio a Palazzo Mazzetti di Asti un eccezionale corpus di 75 opere che racconta il movimento impressionista e i suoi stretti legami con la Normandia.

    Sul palcoscenico di questa terra, pittori come Monet, Renoir, Delacroix e Courbet – in mostra insieme a molti altri – colgono l’immediatezza e la vitalità del paesaggio imprimendo sulla tela gli umori del cielo, lo scintillio dell’acqua e le valli verdeggianti della Normandia, culla dell’Impressionismo.

    Grazie alla Fondazione Asti Musei, la mostra “Monet e gli impressionisti in Normandia” curata da Alain Tapié, ripercorre le tappe salienti della corrente artistica: opere come Falesie a Dieppe (1834) di Delacroix, La spiaggia a Trouville (1865) di Courbet, Camille sulla spiaggia (1870) e Barche sulla spiaggia di Étretat (1883) di Monet, Tramonto, veduta di Guernesey (1893) di Renoir – tra i capolavori presenti in mostra – raccontano gli scambi, i confronti e le collaborazioni tra i più grandi dell’epoca che – immersi in una natura folgorante dai colori intensi e dai panorami scintillanti – hanno conferito alla Normandia l’immagine emblematica della felicità del dipingere.

    Un progetto espositivo che si concentra sul patrimonio della Collezione Peindre en Normandie, una delle collezioni più rappresentative del periodo impressionista, accanto a opere provenienti dal Musée de Vernon, dal Musée Marmottan Monet di Parigi e dalla Fondazione Bemberg di Tolosa.

    Furono gli acquarellisti inglesi come Turner e Parkes che, attraversata la Manica per abbandonarsi allo studio di paesaggi, trasmisero la loro capacità di tradurre la verità e la vitalità naturale ai pittori francesi: gli inglesi parlano della Normandia, della sua luce, delle sue forme ricche che esaltano i sensi e l’esperienza visiva. Luoghi come Dieppe, l’estuario della Senna, Le Havre, la spiaggia di Trouville, il litorale da Honfleur a Deauville, il porto di Fécamp – rappresentati nelle opere in mostra a Palazzo Mazzetti – diventano fonte di espressioni artistiche di grande potenza, dove i microcosmi generati dal vento, dal mare e dalla bruma possiedono una personalità fisica, intensa ed espressiva, che i pittori francesi giungono ad afferrare dipingendo en plein air dando il via così al movimento impressionista.

    La mostra è realizzata dalla Fondazione Asti Musei, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, dalla Regione Piemonte e dal Comune di Asti, in collaborazione con Ponte – Organisation für kulturelles management GMBH, organizzata da Arthemisia, sponsor Gruppo Cassa di Risparmio di Asti e con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino.

    SEDE

    Palazzo Mazzetti
    Corso Vittorio Alfieri, 357 14100 Asti

    INFORMAZIONI
    FONDAZIONE ASTI MUSEI www.fondazioneastimusei.it www.astimonet.it segreteria@fondazioneastimusei.it info@fondazioneastimusei.it
    T. +39 0141 530403

    ORARI

    Martedì – domenica 10.00 – 19.00 (la biglietteria chiude un’ora prima) Lunedì chiuso

     

  • Maranello (Italia), 13 gennaio 2020 – I Musei Ferrari hanno segnato un nuovo record nel 2019, registrando più di 600.000 ingressi e una crescita di circa il 12% rispetto all’anno precedente. Entrambe le strutture espositive hanno beneficiato di un forte trend di crescita, che nel 2019 ha portato il MEF di Modena oltre i 200.000 visitatori e il Museo Ferrari di Maranello oltre i 400.000 visitatori.

    Il successo delle vendite del biglietto unico per entrambi i Musei, aumentate di oltre il 50% nel 2019 rispetto all’anno precedente, dimostra l’ottima risposta del pubblico alla crescente specializzazione delle due strutture. Il Museo di Modena celebra infatti la figura del fondatore, i motori e le vetture Ferrari Gran Turismo più eleganti ed esclusive, mentre il Museo di Maranello offre un’esperienza di visita alla scoperta della storia del Gruppo, della Scuderia Ferrari in Formula 1 e delle vetture sportive da pista e da strada più iconiche che hanno scritto e continuano a scrivere la storia del Cavallino Rampante.

    In linea con tale specializzazione dei percorsi di visita, la prima mostra del nuovo anno al Museo di Maranello sarà “Ferrari at 24 Heures du Mans”, che dal 15 gennaio celebrerà settant’anni di vittorie Ferrari alla 24 Ore di Le Mans. La nuova esposizione si affiancherà alle mostre in corso “90 Anni” sulla storia di Scuderia Ferrari e “Hypercars” sulle serie speciali limitate che più hanno beneficiato del trasferimento di innovazioni tecnologiche dalla pista alla strada.

     

  • Visitata da oltre 90.000 persone, la #mostra sarà aperta straordinariamente di sera ogni sabato e domenica fino alla chiusura del 15 marzo

    Fino al prossimo 15 marzo, per soddisfare la grande richiesta del pubblico che, dall’inaugurazione fino a oggi, ha superato la soglia dei 90.000 visitatori, la mostra Canova. Eterna bellezza proseguirà con le aperture straordinarie serali tutti i sabati e le domeniche fino alle ore 22.00 (chiusura biglietteria alle 21.00).

    Il prolungamento di orario – che si aggiunge a quello di apertura ordinaria tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.00 con ultimo ingresso alle 18.00 – partirà sabato 11 e domenica 12 gennaio,per proseguire sabato 18 e domenica 19 gennaio, sabato 25 e domenica 26 gennaio, sabato 1 e domenica 2 febbraio, sabato 8 e domenica 9 febbraio, sabato 15 e domenica 16 febbraio, sabato 22 e domenica 23 febbraio, sabato 29 febbraio e domenica 1 marzo, sabato 7 e domenica 8 marzo, sabato 14 e domenica 15 marzo 2020.

    Per i possessori della MIC card è previsto l’ingresso alla #mostra con biglietto ridotto.

    La MIC può essere acquistata da tutti i maggiorenni che siano residenti o studenti in atenei pubblici e privati o domiciliati temporanei a Roma e nella città metropolitana di Roma e al costo di 5 euro dà diritto per 12 mesi all’ingresso illimitato in tutti i siti del sistema Musei in Comune e a speciali riduzioni, tra l’altro, per le grandi mostre che si svolgono al Museo dell’Ara Pacis e al Museo di Roma. Tutte le info su www.museiincomuneroma.

    La #mostra – promossa dall’Assessorato alla Crescita culturale di Roma Capitale, prodotta dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e Arthemisia, e organizzata con Zètema Progetto Cultura – è curata da Giuseppe Pavanello e realizzata in collaborazione con l’Accademia Nazionale di San Luca e con Gypsotheca e Museo #antoniocanova di Possagno.

    L’esposizione vanta oltre 170 opere provenienti dalle maggiori collezioni pubbliche e private di Canova che comprendono anche esemplari di artisti a lui contemporanei.

    Incorniciate all’interno di un allestimento di grande impatto visivo e raccolte in 13 sezioni, le opere in #mostra raccontano l’arte canoviana e il contesto che lo scultore trovò giungendo nell’Urbe nel 1779. Attraverso ricercate soluzioni illuminotecniche, lungo il percorso espositivo è rievocata la calda atmosfera a lume di torcia con cui l’artista, a fine Settecento, mostrava le proprie opere agli ospiti, di notte, nel suo atelier di via delle Colonnette

     

  • Per la prima volta al mondo una mostra d’arte permanente sarà allestita su una nave da crociera: la nuova ammiraglia MSC Grandiosa.

    MSC Grandiosa, l’ammiraglia della flotta MSC Crociere che sarà varata il prossimo 9 novembre, ospiterà la mostra d’arte interattiva “Degas Danse Dessin” con l’esposizione di 26 opere originali sullo studio della danza realizzate da Edgar Degas, uno dei più celebri maestri dell’impressionismo francese noto soprattutto per le rappresentazioni delle ballerine. Per la prima volta al mondo, quindi, una nave da crociera ospiterà una mostra d’arte permanente con opere originali, un’iniziativa che mira ad avvicinare i viaggiatori al mondo delle ‘belle arti’.

    In numerose destinazioni in cui le nostre navi fanno scalo è possibile visitare musei, collezioni artistiche e luoghi di cultura. Noi di MSC Crociere vogliamo spingerci oltre e portare l’arte anche direttamente a bordo delle nostre navi, regalando ai crocieristi un’esperienza unica e irripetibile altrove. È con questo spirito che abbiamo intrapreso questo percorso che ci ha portato a Edgar Degas, uno dei più celebri pittori e scultori impressionisti conosciuto per le sue opere sulle giovani danzatrici, ritratte per la prima volta in maniera realistica al di fuori del momento dell’esibizione, ma in pose spontanee prima o dopo il balletto” ha affermato Leonardo Massa, Country Manager di MSC Crociere.

     “Le navi ormai non sono più un mero mezzo di trasporto ma sono esse stesse destinazione del viaggio ed è importante per noi poter regalare esperienze sempre più ricche a chi sceglie MSC. I crocieristi a bordo delle nostre navi non trovano soltanto divertimento, relax, piscine e karaoke, ma molto di più. La permanenza sulla nave è un viaggio alla scoperta di nuove emozioni, nuovi luoghi e nuove persone. Il nostro obiettivo è incentivare i crocieristi ad arricchire durante le vacanze il loro bagaglio di esperienze non solo con ricordi belli da conservare per sempre, ma anche con nuove conoscenze che vanno ad aggiungersi alla loro cultura personale” ha concluso Massa.

    Sarà allestita con 26 opere originali di Edgar Degas e un’istallazione interattiva appositamente progettata.

    La mostra sarà allestita presso L’Atelier Bistro,nel cuore della promenade interna della nave, con un’installazione interattiva appositamente predisposta. La serie DegasDanse Dessin è costituita da 26 disegni sullo studio di movimento e danza ed è stata precedentemente esposta nei principali musei e gallerie internazionali. L’opera di Degas racchiude l’anima di una Parigi romantica, che si inserisce perfettamente nella cornice del nuovo Bistro francese a bordo di MSC Grandiosa. La mostra offrirà inoltre un’esperienza coinvolgente per gli ospiti con cinque video che scorrono accanto alle opere d’arte per raccontare nel dettaglio il lavoro e la vita di Degas.

    Con quest’iniziativa continua il percorso di MSC Crociere che ha l’obiettivo di arricchire l’esperienza degli ospiti attraverso elementi innovativi e unici, che non possono essere vissuti altrove. Questa nuova proposta unisce il mondo dell’arte e della tecnologia per creare un’emozione unica nel suo genere esclusivamente per gli ospiti della Compagnia, avvicinandoli al mondo dell’arte.

    L’esposizione di queste celebri opere d’arte nasce dalla collaborazione tra MSC Crociere e THE AIMES, società specializzata nella creazione di esperienze di intrattenimento culturali attraverso tecnologie innovative. La mostra è stata curata dallo storico d’arte, critico e membro dei curatori THE AIMES, Marcello Smarrelli. 

    “Nonostante i suoi soggetti apparentemente romantici, Degas è stato un grande sperimentatore, profondamente interessato all’uso di nuove tecnologie disponibili in quegli anni di grande rinnovamento scientifico e industriale. L’obiettivo della sua ricerca artistica è stato lo studio del movimento del corpo umano e il tentativo di riprodurlo in un’opera d’arte. Per questo motivo la sua pratica artistica è stata fondamentale per la nascita della fotografia e del cinema, di cui Degas è considerato un pioniere. Sono sicuro che lui stesso avrebbe amato questa mostra d’arte interattiva, la prima nel suo genere a essere ospitata in mare. Questa esposizione è un’opportunità incredibile per far avvicinare le persone alle opere di Degas in un modo nuovo e farle vivere attraverso contenuti digitali per gli ospiti di MSC Crociere” ha commentato il curatore della mostra MarcelloSmarrelli.

    MSC Grandiosa diventerà la nuova ammiraglia della flotta MSC Crociere. Una nave all’avanguardia che offrirà un’ampia scelta di esperienze per ogni ospite, dall’intrattenimento che comprende anche spettacoli inediti del Cirque du Soleil at Sea, alla variegata offerta di ristorazione internazionale, da nuove attività rivolte alle famiglie all’implementazione dell’MSC Yacht Club, area esclusiva riservata agli ospiti alla ricerca del massimo comfort e lusso.

    Ogni cabina di MSC Grandiosa sarà dotata dell’assistente personale virtuale ZOE – già presente anche a bordo di MSC Bellissima – oltre al programma digitale multicanale MSC for Mea ggiornato, che consente agli ospiti di interagire con la nave e i membri dell’equipaggio in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo, per soddisfare al meglio le loro esigenze, risparmiare tempo e ottenere il massimo dalle loro vacanze.

    In linea con il programma ambientale intrapreso da MSC Crociere, basato su un profondo impegno verso i principi ecologici, MSC Grandiosa estende ulteriormente i confini delle prestazioni ambientali delle navi da crociera, grazie ad alcuni dei più recenti sistemi volti a ridurre l’impatto ambientale e a salvaguardare l’ecosistema marino. La nave opera con un significativo incremento di efficienza energetica ed è dotata di impianti di riciclaggio e sistemi di gestione dei rifiuti all’avanguardia, nonché di tecnologie avanzate per emissioni pulite.

    THE AIMES

    The Aimes è un gruppo di aziende individuali, ognuna leader nel proprio settore, unite da un obiettivo comune e dalla messa a disposizione delle loro competenze, della loro immaginazione, risoluzione e abilità. Questo permette loro di creare esperienze artistiche multisensoriali ed emozionali profondamente coinvolgenti, in cui lo storytelling altamente inventivo si fonde con la creatività umana. 5 aziende, per un totale di 120 professionisti operanti in 4 paesi diversi: Italia e Svizzera in Europa, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita in Medio Oriente.

    MARCELLO SMARRELLI

    Storico dell’Arte, critico e curatore con base a Roma. Dopo aver conseguito la laurea in Storia dell’Arte presso l’Università di Roma La Sapienza e un Master in Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università di Siena, Smarrelli si è dedicato allo studio dei rapporti tra estetica e pedagogia. È stato professore di Storia dell’Arte e Design alla facoltà di Architettura dell’Università di Roma La Sapienza.

    Dal 2016 è Direttore Artistico del Centro di Arti Visive Pescheria di Pesaro. Dal 2014 è visiting curator presso la Fondazione Memmo Arte Contemporanea di Roma. Dal 2011 è Direttore Artistico della Fondazione Pastificio Cerere di Roma. Dal 2007 è Direttore Artistico della Fondazione Ermanno Casoli di Fabriano (An). È anche fondatore e curatore del programma per giovani artisti 6ARTISTA. Dal 2009 al 2014 è stato membro di “Nuovi Mecenati”, la fondazione franco-italiana per il sostegno all’arte contemporanea in Italia. È consulente di arte contemporanea per diverse istituzioni come l’Ambasciata di Francia, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici, l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, Sistema Museo. È corrispondente di numerose riviste di arte contemporanea tra le quali “Flash Art”, “Exibart” e “Artribune”, collabora inoltre come critico d’arte con RAI Radio 3. Ha curato diversi progetti artistici e creato numerosi seminari di formazione per dipendenti di prestigiose aziende internazionali (Elica, Whirpool, Alliance, Angelini, Accor Hotel, ecc.).

     

  • L’uomo come non l’avete mai visto. Scomposto, analizzato, studiato, e ricostruito grazie a occhi tecnologici, inquadrature virtuali e protesi bioniche che compongono un corpo nuovo. Questa è ‘Uomo Virtuale. Corpo, Mente, Cyborg’, la mostradi divulgazione scientifica dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare allestita al Mastio della Cittadella di Torino fino al 13 ottobre 2019.

    VIDEO TRAILER MOSTRA 

    Il nostro corpo è un mondo straordinario, un universo segreto, che abbiamo esplorato, fin dagli albori della scienza, come gli spazi cosmici più remoti o il nucleo infinitamente piccolo della materia. Dall’inizio del secolo scorso, con la scoperta dei raggi X e della radioattività, e poi con l’invenzione di tecnologie sempre più potenti e precise, come la tomografia computerizzata, l’ecografia, la risonanza magnetica, la PET, la ricerca scientifica ha completamente rivoluzionato la nostra conoscenza dei processi vitali e dell’intima struttura del nostro corpo.

    ‘Uomo Virtuale’propone un viaggio in questo affascinante paesaggio interiore fino dentro il cervello e l’intrico di miliardi di connessioni neuronali in cui si nasconde il segreto della nostra mente. E da lì a scoprire come, con strumenti sempre più sofisticati, proviamo a riparare il corpo, a ricreare organi artificiali o addirittura a riprodurre i nostri comportamenti intelligenti.

    I visitatori potranno entrare nell’intrico di neuroni di una porzione di cervello e attivarli con i propri gesti, vedere le proprie mani trasformarsi virtualmente secondo le rappresentazioni del corpo, muovere l’estremità dell’arto bionico e insegnare a un computer intelligente a riconoscere oggetti espressioni del viso.

    Un viaggio scientifico e tecnologico – in uno spazio di 1000 metri quadri diviso in grandi isole tematiche – che comincia all’inizio del Novecento, con la scoperta dei raggi x, e porta al futuro con le nuove frontiere dell’imaging e della robotica.

    Un coinvolgente racconto fatto di oggetti, installazioni e giochi interattivi guiderà lo spettatore dalle tecnologie che ci guardano dentro fino all’ingegneria bionica e alle promesse dell’intelligenza artificiale o di una medicina, che curi ogni individuo in modo personalizzato. L’uomo virtuale ricostruito al computer, ci fa riconoscere l’unicità e la complessità di ognuno di noi.

    La mostra è inserita nel programma di iniziative, coordinato dalla Città di Torino, per celebrare i 500 anni della morte di Leonardo da Vinci.

    Uomo Virtuale. Corpo, Mente, Cyborg è una mostra a cura dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) realizzata in collaborazione con IIT – Istituto Italiano di Tecnologia e con il sostegno della Compagnia di San Paolo, il contributo della Regione Piemonte e della Fondazione Palazzo Blu e con il supporto dell’Associazione CentroScienza Onlus. Con il patrocinio di: Città di Torino, Città metropolitana di Torino e AIFM (Associazione Italiana Fisica Medica).  Con il supporto di Turismo Torino Piemonte.

    Partner scientifici:

    Politecnico di Torino, NICO Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi e NIT Neuroscience Institute Torino dell’Università di Torino, INN-Istituto Nazionale di Neuroscienze, Fondazione Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”, Museo Regionale Scienze Naturali della Regione Piemonte, IRCCS Fondazione Stella Maris e Università di Pisa.

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