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  • Teatro Fondazione Collegio San Carlo, Modena
    Venerdì 4 novembre, ore 17.30

    ANTONIO LIGABUE IN VIAGGIO,
    DA MODENA A REGGIO EMILIA.

    Tavola rotonda aperta al pubblico con interventi di:
    Sabrina Bianchi, Davide Zanichelli,
    Sandro Parmiggiani, Giorgio Bedoni,
    Chiara Bombardieri

     

    Teatro Fondazione Collegio San Carlo, Modena
    Venerdì 4 novembre, ore 17.30
    Partecipazione gratuita, richiesta la prenotazione

     

    La Galleria BPER Banca e la Fondazione Palazzo Magnani insieme per una tavola rotonda aperta al pubblico sul tema Antonio Ligabue in viaggio, da Modena a Reggio Emilia, in programma venerdì 4 novembre, alle ore 17.30, presso il Teatro Fondazione Collegio San Carlo a Modena (via San Carlo, 5).

    Dopo i saluti istituzionali di Sabrina Bianchi, responsabile Brand e Marketing Communication e del Patrimonio culturale di BPER Banca, e di Davide Zanichelli, direttore della Fondazione Palazzo Magnani di Reggio Emilia, interverranno Sandro Parmiggiani e Giorgio Bedoni, rispettivamente curatori delle mostre Antonio Ligabue. L’ora senz’ombra. Il riconoscimento come artista e come persona (La Galleria BPER Banca, Modena, fino al 5 febbraio 2023) e L’arte inquieta.
    L’urgenza della creazione (Palazzo Magnani, Reggio Emilia, 18 novembre – 12 marzo 2023). La tavola rotonda si concluderà con la relazione di Chiara Bombardieri, responsabile dell’Archivio ex Ospedale Psichiatrico San Lazzaro di Reggio Emilia, che ricostruirà la storia personale di Ligabue e la sua tormentata vicenda psichiatrica.

    Un momento di confronto sulla figura di Antonio Ligabue e su una delle sue opere principali, Autoritratto con cavalletto, punto di congiunzione tra due esposizioni, allestite in città diverse ma vicine, che affrontano tematiche affini, legate all’arte più visionaria e irregolare.

    «La mostra Antonio Ligabue. L’ora senz’ombra a Modena – dichiara Sabrina Bianchi – rende sempre più concreto l’obiettivo de La Galleria BPER Banca di offrirsi come polo culturale continuamente propositivo, aperto, accessibile e inclusivo, Con questo intento abbiamo avviato un dialogo molto interessante con la Fondazione Palazzo Magnani di Reggio Emilia per creare una connessione tra la nostra mostra e l’esposizione L’arte inquieta. Entrambi i percorsi pongono l’attenzione a tematiche simili che richiamano gli stessi concetti di inquietudine, diversità e accettazione del sé. Per concretizzare l’intento comune di stimolare un’aperta riflessione sul valore della diversità, abbiamo voluto creare un ponte tra le due esposizioni approfondendo l’opera di Antonio Ligabue Autoritratto con cavalletto».

    «La Fondazione Palazzo Magnani – prosegue Davide Zanichelli – è particolarmente felice di questa collaborazione poiché ci consente di dare ulteriore visibilità al patrimonio artistico del nostro territorio, mettendolo in dialogo con altri ambiti nazionali e internazionali. È anche l’occasione per accendere una luce sulla necessità urgente della collaborazione tra economia e cultura, in un momento storico in cui le preoccupazioni di ordine economico sembrano divorare e annullare qualsiasi altro ambito dell’umano, mentre è proprio da momenti di incontro e riflessione stimolati dall’arte che possiamo trovare quelle forze individuali e sociali che ci consentiranno di non perderci».

    L’intervento di Sandro Parmiggiani evidenzierà l’importanza dell’opera Autoritratto con cavalletto nel percorso di Ligabue, non solo per le dimensioni eccezionali e per il periodo in cui viene realizzata, ma anche per il modo in cui l’artista rappresenta se stesso, a figura intera nel folto di una foresta golenale.

    Giorgio Bedoni, Psichiatra e Docente all’Accademia di Brera di Milano, dialogherà con Sandro Parmiggiani, portando all’attenzione del pubblico ciò che differenzia quest’opera di Ligabue da tutti gli altri suoi autoritratti. L’artista qui, per la prima volta, si ritrae come artista sicuro e certo, immerso nel suo scenario antropologico, riflesso di un suo originale genius loci che, seppure escluso ed esiliato, lo identifica come essere umano. Un’opera fondamentale, quindi, nel percorso espositivo di L’arte Inquieta. L’urgenza della creazione, una mostra che si propone di indagare proprio quell’Identità che solo attraverso l’arte può restituire il vero volto del nostro tempo.

    Al termine della tavola rotonda, sarà possibile visitare la mostra Antonio Ligabue. L’ora senz’ombra. Il riconoscimento come artista e come persona nella vicina sede de La Galleria BPER Banca (via Scudari, 9), il cui orario di apertura sarà esteso sino alle ore 20.00. La partecipazione all’evento è gratuita, richiesta la prenotazione all’indirizzo lagalleria@bper.it.

    Il catalogo dell’esposizione, arricchito da alcune testimonianze documentarie provenienti dall’Archivio ex Ospedale psichiatrico San Lazzaro di Reggio Emilia, sarà disponibile in loco a fronte di un’offerta libera in favore dell’Associazione di Promozione Sociale “Il Tortellante”, nata a Modena nel 2018 a sostegno dei ragazzi con disturbo dello Spettro Autistico e delle loro famiglie.

    La mostra Antonio Ligabue. L’ora senz’ombra. Il riconoscimento come artista e come persona è promossa da La Galleria BPER Banca in collaborazione con la Fondazione Palazzo Magnani e si inserisce nel programma di eventi, mostre e performance di Identità Inquieta, il cartellone che riunisce istituzioni culturali del territorio per esplorare il tema dell’identità da diversi punti di vista.

    Per informazioni: La Galleria BPER Banca (T. +39 059 2021598, lagalleria@bper.it, www.lagalleriabper.it); Fondazione Palazzo Magnani (T. +39 0522 444446, info@palazzomagnani.it, www.palazzomagnani.it).

    ANTONIO LIGABUE. L’ORA SENZ’OMBRA
    Il riconoscimento come artista e come persona
    A cura di Sandro Parmiggiani

    La Galleria BPER Banca
    Via Scudari 9, 41121 Modena
    16 settembre 2022 – 5 febbraio 2023
    Orari di apertura ordinari: venerdì, sabato e domenica ore 10.00-18.00
    Chiusura natalizia: 23, 24 e 25 dicembre 2022 e 30, 31 dicembre e 1 gennaio 2023
    Ingresso libero e gratuito, senza necessità di prenotazione
    Visite guidate per scolaresche su prenotazione
    Catalogo disponibile presso la sede della mostra
    Si ringrazia: Archivio ex Ospedale psichiatrico San Lazzaro di Reggio Emilia

    L’ARTE INQUIETA
    L’urgenza della creazione
    A cura di Giorgio Bedoni, Johann Feilacher e Claudio Spadoni
    Palazzo Magnani
    Corso Garibaldi 31, 42121 Reggio Emilia
    18 novembre 2022 – 12 marzo 2023
    Orari di apertura ordinari: mercoledì e giovedì 10.00-13.00 e 15.00-18.00, venerdì, sabato, domenica
    e festivi 10.00-19.00, chiuso lunedì e martedì (la biglietteria chiude un’ora prima)
    Aperture straordinarie: 24 novembre, 8 dicembre, 26 dicembre 2022, 6 gennaio 2023, 10.00-19.00;
    1 gennaio 2023, 15.00-19.00 (la biglietteria chiude un’ora prima)
    Chiusura natalizia: 24-25 dicembre 2022, 31 gennaio 2023.
    Ingresso 12 euro Intero, 10 euro Ridotto, 8 euro Studenti dai 19 ai 26 anni, 6 euro Ragazzi dai 6 ai
    18 anni, 10 euro Gruppo da 10 a 20 persone

    PER INFORMAZIONI
    Fondazione Palazzo Magnani
    Corso Garibaldi 29/31, 42121 Reggio Emilia
    info@palazzomagnani.it | www.palazzomagnani.it
    www.facebook.com/FondazionePalazzoMagnani – @fondazione_palazzomagnani
    www.instagram.com/fondazione_palazzomagnani/

  • La Villa Museo di Torre del Lago, dove Giacomo Puccini visse, musicò parte della sua opera, e, per desiderio del figlio Antonio, venne sepolto, diventa un fondamentale polo di ricerca per studiosi ed appassionati, e punto di riferimento per chiunque ami Puccini e l’Opera.

    Per volontà di Simonetta Puccini, nipote ed ultima erede del Maestro, la storica Villa (riconosciuta dallo Stato come Monumento Nazionale) è destinata ad accogliere, tra le altre testimonianze, l’imponente Archivio di Casa Puccini, dal cui studio approfondito sono attese molte conferme e novità sul Maestro, la sua musica e la sua famiglia.

    Con l’Archivio, a Torre del Lago sono conservati arredi, cimeli, e documenti che hanno accompagnato la vita del Maestro. Oggi, accostato alla Villa, l’edificio, acquisito da Simonetta Puccini, diverrà il punto di accoglienza per i visitatori della Villa Mausoleo del Maestro, sede per concerti ed esposizioni, oltre che foresteria, con stanze personalizzate con arredi d’epoca.
    “A lavori ultimati – sottolinea l’architetto Glauco Borella, membro e consigliere del Comitato Scientifico della Fondazione – il complesso del Museo Puccini sarà corredato da questo nuovo fabbricato nel quale si svolgeranno al piano terreno attività di corredo e servizio al Museo, alleggerendo così il carico sulla villa del Maestro; ai piani superiori primo e secondo verrà mantenuta la destinazione ricettiva e saranno realizzate cinque camere per ospiti e una piccola foresteria.
    Il grande vano che ospitava la sala da pranzo dell’albergo sarà recuperato per ottenere una sala multifunzionale per mostre e musica, che consentirà di allestire delle esposizioni con il cospicuo materiale conservato nel Museo e non esposto al pubblico”.

    Per gestire l’importante patrimonio culturale e d’arte pucciniano, Simonetta Puccini aveva dato vita ad una Fondazione da lei stessa presieduta sino a quando, nel 2017, ne affidò la guida al professor Giovani Godi, storico dell’arte e attento musicofilo, affiancandogli un Consiglio d’amministrazione composto da esperti dei singoli ambiti di attività.

    “La Fondazione – anticipa il Presidente Godi – dovrà portare a termine i progetti e le iniziative pensate e volute dalla donatrice come quello di far sorgere accanto
    alla Villa, i nuovi uffici, la biblioteca, l’archivio e un auditorium che porterà il suo nome.
    Questo è l’impegno che ci accingiamo a compiere, con l’orgoglio e la consapevolezza di proseguire e di onorare il ricordo e le volontà di Simonetta Puccini”.

    Uno dei più importanti compiti che attendono la Fondazione è il lavoro di catalogazione e studio dell’Archivio Puccini che, grazie alle disposizioni della nipote, sarà, una volta catalogato, disponibile agli studiosi.

    “L’Archivio Storico comprende – afferma il professor Claudio Toscani, docente all’Università di Milano e componente del Consiglio e del Comitato Scientifico della Fondazione – un’ampia documentazione, costituita da lettere inviate e ricevute da Puccini, fotografie, carteggi e documenti amministrativi, musica manoscritta e a stampa.

    L’Archivio è stato recentemente dichiarato «di interesse storico particolarmente importante» dalla Soprintendenza Archivistica per la Toscana, in quanto «la documentazione costituisce una testimonianza di straordinario valore per la ricostruzione della vita e dell’opera di Giacomo Puccini».

    I beni custoditi presso l’Archivio, del resto, furono segnalati già molti decenni orsono alla Soprintendenza, che all’epoca ne stilò un inventario e in seguito lo aggiornò periodicamente. Prima che ne entrasse in possesso Simonetta Puccini, il Museo ha purtroppo subito, negli anni, qualche perdita: il confronto tra i successivi inventari fa registrare la sparizione di oggetti e documenti (alcuni dei quali sono ricomparsi sul mercato antiquario).
    Oltre alle lettere, alle fotografie e agli altri documenti pucciniani, l’Archivio contiene un prezioso fondo di circa 450 manoscritti musicali di autori di epoca più antica. Si tratta della biblioteca musicale di famiglia, cioè delle partiture arrivate a Giacomo in eredità dai suoi antenati musicisti. Com’è noto, Giacomo e il fratello Michele sono gli ultimi rappresentanti di una lunga dinastia familiare di professionisti della musica – iniziata cinque generazioni prima con un altro Giacomo Puccini (1712-1781) – che furono organisti, maestri di cappella, autori di musica per il teatro. I manoscritti autografi dei musicisti della famiglia Puccini, in verità, sono presenti nell’Archivio in quantità molto limitata: Giacomo ne fece dono all’Istituto Musicale di Lucca; cospicua è invece la presenza di musica d’altri autori.
    Altre voci dell’Archivio sono direttamente riconducibili agli interessi e al lavoro di Giacomo Puccini. Ne fanno parte, per esempio, gli spartiti a stampa e gli estratti delle opere dei musicisti suoi contemporanei. Ma anche alcuni materiali di lavoro, costituiti da abbozzi e frammenti che a volte si limitano ad annotare una breve idea musicale, altre fissano sulla carta porzioni più ampie di una composizione progettata, da sviluppare in seguito”.

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