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  • PALAZZO MADAMA. AL VIA LE VISITE GRATUITE AL CANTIERE DELLA FACCIATA A 28 METRI D’ALTEZZA

    • Prime visite guidate il 22 aprile, poi ogni terzo sabato del mese
    • Per la prima volta si potranno osservare da vicino le decorazioni in marmo, i capitelli e i fregi juvarriani, oltre alle quattro monumentali statue di Giovanni Baratta appena restaurate e consolidate
    • Fondazione Torino Musei apre a tutti il cantiere di restauro e consolidamento del primo lotto di lavori interamente finanziato dalla
      Fondazione CRT con 2,4 milioni di euro

    Partiranno sabato 22 aprile 2023, alle ore 9.30, le prime visite guidate gratuite al cantiere di restauro e consolidamento della facciata juvarriana di Palazzo Madama e alle monumentali statue di Giovanni Baratta riportate al loro antico splendore con il contributo straordinario della Fondazione CRT, che ha stanziato 2,4 milioni di euro per l’intera operazione.

    Tramite l’ascensore di cantiere accessibile anche alle persone con disabilità, i visitatori saranno guidati dai restauratori lungo uno spettacolare percorso sui ponteggi sino a quota 28 metri dal suolo, in corrispondenza del terrazzo soprastante la facciata.

    La balconata attrezzata per la movimentazione a terra delle quattro statue allegoriche del “Buon Governo” – Giustizia, Liberalità, Magnanimità e Abbondanza – appena restaurate, offrirà una prospettiva privilegiata e inedita della città e del territorio circostante fino alla corona alpina, abbracciando a 360° le principali architetture di Torino: Palazzo Reale, la cappella della Sindone, la Real chiesa di San Lorenzo, la Mole Antonelliana, Palazzo Carignano, Superga.

    Sulla sommità del ponteggio compaiono in primo piano le parti superiori delle due torri romane della porta decumana, rimaneggiate nel Medioevo. Alcune immagini fotografiche, qui collocate, mostrano come si presentava il luogo nell’Ottocento e nei primi anni del secolo scorso. Un disegno in grande dimensione rivela il progetto completo preparato da Filippo Juvarra per la facciata di Palazzo Madama, rimasta incompiuta.

    I visitatori potranno osservare gli interventi in corso per il restauro delle decorazioni in marmo e il consolidamento strutturale della trabeazione, con l’inserimento delle strutture in acciaio, in fase di montaggio nelle tre “camere cieche” ricavate da Juvarra durante la costruzione, all’interno del cornicione.

    A un livello intermedio, dietro al grande telone che ricopre i ponteggi, sarà possibile ammirare i grandi capitelli delle colonne che decorano il corpo centrale della facciata: qui, a tu per tu con il gigantismo della monumentale architettura barocca, saranno visibili le fasi di restauro delle colonne, con gli artigiani scalpellini che stanno ponendo in opera i tasselli in marmo sui fusti delle colonne e nel fregio dell’architrave. I restauratori illustreranno i procedimenti adottati per risanare il deterioramento dei marmi e “ricucire” le lesioni, i danni di guerra e il degrado che aveva intaccato cornici, sculture e ornamenti.

    Un piccolo, ma affascinante brano sulla storia di un’architettura storica monumentale, che rivelerà i segreti impiegati nelle antiche tecniche per l’edificazione di un palazzo divenuto simbolo di Torino nel mondo.

    La visita sarà integrata da un racconto del professor Giovanni Carlo Federico Villa sulla storia millenaria di Palazzo Madama: da porta romana a castello medievale, da capolavoro del Barocco europeo a sede del Senato, oggi Museo Civico d’Arte Antica con oltre 70.000 opere di pittura, scultura e arti decorative dal periodo romano all’Ottocento.

    “Cittadini e turisti, a partire dalle persone con disabilità, potranno vivere in maniera partecipata e inclusiva lo straordinario restauro di Palazzo Madama: un’operazione resa possibile dalla Fondazione CRT per far rinascere la Grande Bellezza di un luogo simbolo di storia, arte, cultura che appartiene a tutti”, dichiara il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia.

    “L’apertura delle visite anche alle persone con disabilità è un passo avanti per creare una società per tutti – spiega Giovanni Ferrero, direttore della Consulta per le Persone in difficoltà –. Crediamo che questo approccio di Fondazione CRT e Fondazione Torino Musei debba diventare uno stimolo e una modalità di coinvolgimento condivisa da tutto il mondo culturale, in linea con lo spirito che anima l’Agenda della Disabilità, quale modello di inclusione partecipato”.

    “Il cantiere costituisce una sfida dal punto di vista metodologico e tecnico-operativo, per la peculiarità dei materiali impiegati e per l’arditezza di Juvarra – commenta Lisa Accurti, Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino –. In particolare, si è rivelato di grande fascino e di estrema complessità lo studio del sistema strutturale di ancoraggio del rivestimento lapideo alle retrostanti strutture murarie, la cui articolazione ha nei secoli prodotto problematiche di non poco conto. Lo studio condotto per ‘gestire’ nell’ambito dell’ attuale consolidamento, gli interventi pregressi ha richiesto particolari competenze ingegneristiche, ma ha anche consentito di comprendere la genialità delle soluzioni adottate nei restauri tra XIX e XX secolo, a loro volta degni di tutela quali documenti di altissimo valore testimoniale dell’ avanzamento della tecnica del costruire applicata al restauro dei monumenti antichi”.

    “L’apertura al pubblico del cantiere di Palazzo Madama – afferma il Presidente della Fondazione Torino Musei, Massimo Broccioè un ulteriore passo nella direzione della piena condivisione dell’edificio che da due millenni incarna il ruolo di Torino nella storia italiana ed europea. La scoperta di nuovi punti di vista, spazi e potenzialità saranno una piacevole e interessante sorpresa anche per i torinesi. Siamo profondamente grati alla Fondazione CRT per l’importante atto di mecenatismo che, insieme al fondamentale ruolo istituzionale svolto dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino, ha consentito lo stanziamento di un fondo aggiuntivo, rendendo possibile il completamento del restauro dell’intera facciata”.

    “Lo straordinario restauro di Palazzo Madama è una importante valorizzazione del patrimonio della Città di Torino. La possibilità di poter condividere i lavori con la visita al cantiere è un elemento di partecipazione attiva per i cittadini e per i turisti condividendo l’avanzamento dei grandi interventi che coinvolgeranno la città in questi anni”, sottolinea Michela Favaro, Vicesindaca di Torino.

     

    INFO VISITE

    Date:

    • sabato 22 aprile,
    • 20 maggio,
    • 17 giugno,
    • 16 settembre,
    • 21 ottobre 2023

    Orari:

    • 9.30,
    • 11.30,
    • 14.30,
    • 16.30

    Durata: 1 ora

    Visita gratuita con prenotazione obbligatoria dal venerdì al mercoledì antecedenti alla data

    In caso di maltempo la visita sarà annullata e riprogrammata
    Tel. 0115211788prenotazioniftm@arteintorino.com

    Al momento della prenotazione saranno forniti il regolamento di accesso al cantiere e la modulistica da compilare.
    Posti limitati

    CONCLUSO IL RESTAURO DELLE STATUE DI GIOVANNI BARATTA
    È stato ultimato il restauro delle quattro monumentali statue allegoriche della Giustizia, della Liberalità, della Magnanimità e dell’Abbondanza, realizzate dallo scultore carrarese Giovanni Baratta (1670-1747) su incarico di Filippo Juvarra, a completamento della balaustra del corpo centrale di Palazzo Madama.

    L’intervento, iniziato nell’autunno del 2022, è stato eseguito dall’équipe della restauratrice Cristina Arlotto per conto della ditta Denimo S.r.l. all’interno di un apposito padiglione eretto dinanzi alla facciata di Palazzo Madama in piazza Castello. I lavori, per circa 160.000 euro, sono stati interamente finanziati dalla Fondazione CRT.

    Il restauro si è rivelato particolarmente complesso per le problematiche condizioni di conservazione delle statue e per l’avanzato stato di degrado del delicato marmo delle antiche cave di Brossasco, usato per scolpirle. Ogni figura è composta da cinque blocchi separati e sovrapposti. Decine di staffe e perni in ferro fissati con piombo, molti aggiunti nel corso dei secoli, trattengono tra loro le singole parti e le molte lesioni che avevano causato il distacco di grossi frammenti scultorei. L’intera superficie risultava erosa a causa degli agenti atmosferici e dell’aggressività dei gas inquinanti.

    È stato effettuato un preventivo trattamento di pulizia con più cicli di biocida per eliminare l’attacco microbiologico di muffe e funghi, che ricoprivano quasi interamente tutte le superfici; è seguita una fase di lavaggi e di rimozione delle muffe e delle croste nere, causate principalmente dai depositi atmosferici saturi di gas di combustione, depositi tenaci concentrati soprattutto nelle zone non soggette a dilavamento e tra le pieghe dei panneggi.

    Dopo l’asportazione delle vecchie stuccature incongrue e il controllo di tutte le staffe antiche per verificarne lo stato di efficienza, sono state rimosse le lunghe aste metalliche in ferro posteriori, risultate obsolete e non efficienti dal punto di vista statico. Contestualmente, per settori, sono stati inseriti alcuni elementi e perni in acciaio inox e fasce in fibra di carbonio per stabilizzare le parti in precario stato e suturare alcune lesioni importanti.

    La stuccatura con malte selezionate e polvere di marmo, in corrispondenza dei giunti e delle lesioni e a copertura delle vecchie staffe metalliche, ha preceduto l’intervento di ritocco cromatico per ridurre le interferenze più evidenti lungo le linee di sovrapposizione dei blocchi principali, con applicazione finale di un protettivo superficiale idrorepellente.

    Le statue saranno posizionate su cavalletti provvisori per consentire di rimuovere i perni ossidati inseriti nei piedistalli e sostituirli con nuovi elementi in acciaio inox conformati, che permetteranno in futuro più agili operazioni di traslazione ed esposizione.

    L’AVANZAMENTO DEI LAVORI DI RESTAURO DELLA FACCIATA
    Il restauro della facciata juvarriana di Palazzo Madama – su progetto affidato allo Studio Arch. Gritella & Associati, con la direzione dei lavori dell’arch. Gianfranco Gritella, coadiuvato per le opere strutturali dall’ing. Franco Galvagno –, è iniziato a marzo 2022 e ha raggiunto circa il 50% di avanzamento.

    Il cantiere sta entrando in una nuova fase significativamente più impegnativa, con l’aggiunta di nuovi lavori determinati dalla necessità di intervenire anche su alcune strutture interne allo scalone che hanno rivelato problematiche strutturali impreviste. Questo elemento, unitamente
    alla volontà di utilizzare tutte le somme disponibili per migliorare alcune criticità su parti della facciata non incluse nel primo lotto, portano a stimare l’ultimazione dei lavori del corpo centrale nel 2024.

    Sono stati completati il ciclo di pulizia dell’intera facciata, lo smontaggio e il successivo rimontaggio delle scaglie e dei frammenti lapidei – oltre un centinaio – in precaria stabilità strutturale, e sono in corso le operazioni di stuccatura che interessano una superficie di circa 800 metri quadrati.

    Una squadra di restauratori e tecnici specializzati si sta occupando del restauro e dell’integrazione dei tasselli di marmo sulle diverse parti della facciata: circa 180 pezzi di differente forma e dimensione, lavorati a incastro e debitamente sagomati sul posto, tutti ricavati da blocchi di recupero dello stesso materiale, provenienti dalle antiche cave di Chianocco in bassa Valle di Susa.

    In questo scenario si affianca la necessità di dare corso a due nuovi interventi. Una  maggiore complessità delle lavorazioni è prevista per il restauro e il risanamento dei capitelli delle colonne principali, che, rimuovendo le malte applicate in più strati nel corso dei secoli, hanno rivelato il profondo degrado delle sculture, in particolare delle foglie e delle volute, molte delle quali sorrette da staffe in ferro inserite in profondità nel marmo e risultate completamente corrose. Il consolidamento avverrà mediante l’inserimento di barre filettate in acciaio inox e l’impiego di nastri adesivi in fibra di carbonio.

    Anche la struttura costituente la fodera in pietra dei tre grandi pilastri del piano terra, a lato dei tre archi dell’ingresso principale, ha rivelato dei cedimenti più o meno concentrati in corrispondenza dell’architrave dei tre balconi del piano nobile, lesioni e scagliature dei blocchi in pietra oggi occultati al di sotto degli scialbi e degli intonaci novecenteschi a base di malte cementizie. Con l’asportazione di queste malte seguiranno i lavori di rifacimento degli intonaci e di consolidamento dei blocchi in pietra delle arcate principali a piano terra e delle grandi mensole scolpite con teste di leoni coronati: queste operazioni saranno eseguite mediante imperniaggi in acciaio inox fissati ai basamenti delle colonne principali.

    L’interesse della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino, guidata dall’architetto Lisa Accurti, è tentare di risolvere anche le problematiche strutturali derivanti dalla presenza del solaio in calcestruzzo armato, costruito negli anni 1947-48 al di sopra della volta juvarriana dello scalone. Questa struttura, di circa 500 metri quadrati, è costituita da una serie di travi in cemento sorreggenti una copertura piana inclinata, che sostituisce un precedente tetto settecentesco a falde in coppi su travi lignee, andato distrutto da un bombardamento nel 1943. Per migliorare le problematiche strutturali dell’opera, assolvendo nel contempo alle normative in materia antisismica, si prevede di sostituire il solaio esistente con una struttura reticolare in acciaio che, in futuro, potrebbe divenire anche praticabile per un utilizzo pubblico. In tale senso è già stato presentato un progetto definitivo per il quale sono in corso le valutazioni tecnico economiche di fattibilità e il reperimento dei fondi necessari, nell’ipotesi di attuare l’opera nell’ambito delle tempistiche previste per il II lotto di lavori.

    Alle lavorazioni in corso, cui si aggiungerà a breve il cantiere di restauro dei grandi serramenti vetrati che partirà a maggio 2023 per una durata di 9 mesi, si affiancherà il secondo lotto dei lavori, finanziato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali attraverso il Segretariato Regionale per il Piemonte, che concerne il restauro delle ali laterali del palazzo e alcuni interventi accessori, il cui importo è di circa 1.800.000 euro.

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    Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica
    Un palazzo unico al mondo, perfetta compenetrazione di duemila anni di storia: da porta romana a castello medievale, da capolavoro del Barocco europeo a sede del Senato. Nel luogo ove si è fatta l’Italia sono ora ospitate oltre 70.000 opere di pittura, scultura e arti decorative dal periodo romano all’Ottocento.

  • LE NUOVE ACQUISIZIONI DELLA FONDAZIONE PER L’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA CRT AD ARTISSIMA 2022 PER LA GAM

    Acquisite 4 opere di altrettanti artisti

    a favore della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino

     Torino, 5 novembre 2022 – La Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT rinnova il proprio ventennale sostegno alla fiera internazionale Artissima 2022 acquistando 10 nuove opere realizzate da 7 artisti. Le opere diverranno parte della collezione che la Fondazione da anni arricchisce, destinandola alla fruizione pubblica: importanti lavori di Klaus Rinke, Rossella Biscotti e Pietro Moretti confluiranno nella collezione permanente del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, mentre le 4 opere di Claudia Losi, Francesco Gennari, Simone Forti e Nicolò Cecchella saranno rese disponibili per le sale della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino.

    Da vent’anni la Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, ente strumentale della Fondazione CRT, è assiduo partner della fiera internazionale di Artissima, sostenendola con azioni concrete imperniate in particolare su un esteso processo di acquisizioni; questo nella convinzione che Artissima rappresenti per la città di Torino un’opportunità straordinaria di confermare e consolidare il proprio ruolo sulla scena internazionale.

    “Anche quest’anno  la Fondazione Arte CRT conferma il suo sostegno ad Artissima – commenta Luisa Papotti, presidente della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT – attraverso un processo di acquisizione dalle gallerie presenti in fiera  di  opere destinate alle raccolte permanenti dei musei: opere scelte dai direttori secondo criteri di coerenza con le proprie raccolte, condivisi con il Comitato scientifico della Fondazione,  che consentiranno ai due musei di incrementare, ma soprattutto di mantenere vive  ed autenticamente contemporanee, le raccolte stesse”.

    “Con le acquisizioni presso Artissima 2022, la GAM si propone arricchire la collezione della Fondazione per l’Arte CRT e la collezione del museo di opere di autori che rappresentano il meglio dell’arte italiana internazionalmente nota, assicurando la presenza di rare opere storiche e di lavori recenti, avendo cura di tessere relazioni significanti con il patrimonio già acquisito. La serie storica di Simone Forti, “Illuminations (Illuminazioni)”, del 1972, andrà a unirsi al video del 1973 della stessa artista, già della collezione CRT. “Arazzo”, di Claudia Losi, entra in collezione come opera vivente, iniziata nel 1995 e ancora in fieri. Il museo accoglierà l’artista annualmente perché ne continui il ricamo secondo un ritmo stagionale. L’”Autoritratto su menta” di Francesco Gennari, del 2020, si unirà alla scultura dello stesso artista presente in collezione, andando a comporre una doppia presenza, metafisica e figurativa insieme. Infine, con il desiderio di dare giusta rappresentazione alle ricerche di artisti più giovani, la GAM ha selezionato l’opera “Marsia” 2017-2022 di Nicolò Cecchella che ha la forza di ripensare e riattualizzare l’antica tecnica del calco“ ha dichiarato Riccardo Passoni, direttore della GAM.

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    LE NUOVE ACQUISIZIONI DELLA FONDAZIONE PER L’ARTE MODERNA E
    CONTEMPORANEA CRT
    AD ARTISSIMA 2022

    Acquisite 10 opere d’arte di 7 artisti a favore del
    Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e della
    GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino

    Torino, 5 novembre 2022 – La Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT rinnova il proprio ventennale sostegno alla fiera internazionale Artissima 2022 acquistando 10 nuove opere realizzate da 7 artisti. Le opere diverranno parte della collezione che la Fondazione da anni arricchisce, destinandola alla fruizione pubblica: importanti lavori di Klaus Rinke, Rossella Biscotti e Pietro Moretti confluiranno nella collezione permanente del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, mentre le 4 opere di Claudia Losi, Francesco Gennari, Simone Forti e Nicolò Cecchella saranno rese disponibili per le sale della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino.

    Da vent’anni la Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, ente strumentale della Fondazione CRT, è assiduo partner della fiera internazionale di Artissima, sostenendola con azioni concrete imperniate in particolare su un esteso processo di acquisizioni; questo nella convinzione che Artissima rappresenti per la città di Torino un’opportunità straordinaria di confermare e consolidare il proprio ruolo sulla scena internazionale.

    “Anche quest’anno la Fondazione Arte CRT conferma il suo sostegno ad Artissima – commenta Luisa Papotti, presidente della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT – attraverso un processo di acquisizione dalle gallerie presenti in fiera di opere destinate alle raccolte permanenti dei musei: opere scelte dai direttori secondo criteri di coerenza con le proprie raccolte, condivisi con il Comitato scientifico della Fondazione, che consentiranno ai due musei di incrementare, ma soprattutto di mantenere vive ed autenticamente contemporanee, le raccolte stesse”.

    Negli anni, attraverso le acquisizioni in Artissima, la Fondazione ha alimentato una estesa collezione di opere di arte contemporanea, oggi tra le più prestigiose a livello nazionale e internazionale: oltre 900 opere che spaziano dalla pittura alla scultura, dal video alla fotografia, dalle grandi installazioni agli NFT, realizzate da circa 300 artisti – per un investimento complessivo di oltre 40 milioni di euro.
    Le opere sono tutte rese disponibili per la pubblica fruizione attraverso la concessione in comodato ai due Musei, che ne gestiscono l’esposizione e l’attività di prestito ad altre istituzioni museali, a confermare l’importanza dell’azione della Fondazione a sostegno dei musei d’arte contemporanea dell’area urbana.

     

    Le opere acquisite a favore del Castello di Rivoli Museo d’ Arte Contemporanea

    “Le nuove acquisizioni per il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea accrescono la Collezione in linea con l’impegno del Museo nei confronti degli sviluppi dell’arte nazionale e internazionale, dalla metà degli anni sessanta al presente, ponendo attenzione tanto ad artisti affermati quanto alle generazioni più giovani. In dialogo con l’importante nucleo di Arte povera, una delle acquisizioni porta per la prima volta in un museo italiano un’opera dell’artista del Gruppo di Düsseldorf, Klaus Rinke (1939), intitolata Durchs Bild Format gehen von rechts nach links (Attraverso il formato del quadro andando da destra verso sinistra), 1972. L’opera unica ha una importante storia espositiva, ed è stata esposta al MoMA – Museum of Modern Art di New York nel 1974. Una seconda acquisizione concerne l’artista italiana Rossella Biscotti (1978) di cui viene acquisita l’opera Trees on Land (Alberi sulla terra), 2021, che si riferisce all’epidemia di xylella fastidiosa, che dal 2013 in Puglia ha gravemente danneggiato gli ulivi. Le quattro anfore di argilla mescolata con ceneri provenienti da alberi bruciati, vanno a comporre una grande installazione. Ulteriore acquisizione riguarda infine l’artista esordiente Pietro Moretti (1996), la cui pittura di ascendenza espressionista racconta la fragilità del momento attuale. Di Moretti viene acquisita La visita, un’altra visita, 2022, tela di dimensioni generose il cui soggetto descrive una scena in ospedale connotandola di tratti che ricordano atmosfere kafkiane rese con colori acidi e non naturalistici” ha commentato Carolyn Christov-Bakargiev, direttore del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea.

     

  • Le OGR-Officine Grandi Riparazioni di Torino, interamente riqualificate dalla Fondazione CRT, hanno vinto il “Corporate Art Awards 2018” premio Mecenati del XXI secolo: un’iniziativa internazionale promossa da PPTArt con il Parlamento europeo, quale riconoscimento a istituzioni, fondazioni e imprese che hanno contribuito attivamente allo sviluppo delle arti nella società.

    La cerimonia con cui la giuria ha premiato come “mecenate” delle OGR la Fondazione CRT – rappresentata per l’occasione della vice Presidente Anna Ferrino – si è tenuta al Parlamento europeo a Bruxelles, con questa motivazione: “Per aver dato una seconda vita alle Officine Grandi Riparazioni, trasformando un capolavoro architettonico abbandonato in una culla di creatività e innovazione”.

    “Siamo onorati di aver vinto il premio Mecenati del XXI secolo, un prestigioso riconoscimento internazionale per le OGR di Torino, che hanno da poco tagliato il traguardo del primo anno di vita come laboratorio di contemporaneità aperto al mondo con oltre 200.000 visitatori – dichiara il Segretario Generale della Fondazione CRT e Direttore Generale delle OGR Massimo Lapucci –. In linea con la propria mission filantropica, Fondazione CRT è stata un vero mecenate per le OGR, investendo oltre mille giorni di lavoro e circa cento milioni di euro per il recupero e la trasformazione dell’antica ‘fabbrica’ dismessa dei treni in una ‘fabbrica’ di creatività e innovazione con tre anime tra loro integrate: cultura contemporanea e arte, ricerca e start-up, enogastronomia”.

    Hanno concorso per il premio oltre 90 progetti provenienti da tutto il mondo (in particolare, Stati Uniti, Canada, Nuova Zelanda, Cina, Argentina, Brasile, Russia, Francia, Germania, UK), presentati da imprese e multinazionali come Google, istituzioni quali la FAO, università italiane e straniere, realtà filantropiche come, appunto, la Fondazione CRT.

    Il Comitato Scientifico che ha esaminato le candidature era presieduto da Luca Desiata, docente alla LUISS Business School e curatore presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, e composto, tra gli altri, dal Direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt, dal Direttore del Parco archeologico di PaestumGabriel Zuchtriegel, dal Direttore di MAXXI Arte Bartolomeo Pietromarchi, dalla Direttrice di Ales e responsabile per il MiBAC del programma Art Bonus Carolina Botti.

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    Le OGR di Torino

    Ex Officine dei treni sorte nell’Ottocento su un’area di 35.000 mq, le OGR sono state interamente riqualificate dalla Fondazione CRT e rinate il 30 settembre 2017 come Officine delle idee, della creatività, dell’innovazione: un luogo aperto al mondo per la sperimentazione artistica (compresa la virtual reality), la ricerca scientifica, tecnologica e industriale, l’enogastronomia.

    Alle OGR si sono alternati protagonisti delle arti visive contemporanee (William Kentridge, Patrick Tuttofuoco, Arturo Herrera, Liam Gillick, Tino Sehgal, Susan Hiller, Rokni Haerizadeh, Mike Nelson), della musica (in particolare, Kraftwerk, Kamasi Washington, New Order, John Cale, Michael Nyman), e realizzate importanti partnerships internazionali, quali, ad esempio, con il Manchester International Festival e il Wiener Festwochen.

    Nel 2019 le OGR si caratterizzeranno ancora di più come innovation hub internazionale, con spazi per acceleratori di imprese, laboratori di ricerca e un centro sui Big Data per la filantropia.

    Diventeranno inoltre la “casa” italiana di BEST, il programma bilaterale Italia-USA per promuovere la cultura imprenditoriale high-tech nel nostro Paese: un nuovo ponte con gli Stati Uniti e, in particolare, con la Silicon Valley, passerà dalle OGR di Torino.

    www.ogrtorino.it

  • Pop Art Italiana dalle collezioni della GAM – Torino  a cura di Riccardo Passoni, in mostra a Cuneo, nel Complesso Monumentale di San Francesco

    La mostra – promossa dalla Fondazione CRC in occasione dei 25 anni dalla nascita, nel gennaio 1992 – propone un excursus intorno alla Pop Art italiana, attraverso una selezione di cinquanta opere tra dipinti, sculture e video, tutte provenienti dalla GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino.

    L’esposizione nasce dalla volontà di riflettere sulla vicenda storica della Pop Art in Italia, alla luce della recente rinnovata attenzione da parte della critica. Gli aspetti principali su cui la critica si è soffermata nel rileggere il fenomeno includono, da una parte, lo studio della cronaca di quegli anni, alla ricerca di corrispondenze dirette con l’arrivo e l’esplosione del fenomeno Pop americano sul suolo italiano e dall’altra, la messa a fuoco della provenienza culturale e linguistica degli artisti italiani, evidenziandone contiguità e differenze rispetto agli internazionali.

    La mostra occupa i suggestivi spazi del Complesso monumentale di San Francesco − restaurato e restituito alla città nel 2011 grazie a un ingente finanziamento della Fondazione CRC e adiacente al Museo Civico di Cuneo − e vuole ricostruire l’ampio ventaglio delle proposte italiane maturate nei primi anni Sessanta. In quegli anni numerose furono le corrispondenze tra il progressivo ma rapido affermarsi della Pop Art americana e la scena italiana, in particolare nelle città di Roma e Torino, così come la circolazione degli artisti e delle loro proposte linguistiche.

    Il percorso espositivo illustra, per campionamenti, le differenti declinazioni di stile degli artisti, tra cui Mario Schifano, Franco Angeli, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Sergio Lombardo, Fabio Mauri, Mario Ceroli, attivi sulla scena romana, accanto a personaggi come Jannis Kounellis e Pino Pascali. Sul versante torinese, la mostra raccoglie opere di Ugo Nespolo, Aldo Mondino, Michelangelo Pistoletto, Antonio Carena. Sullo sfondo, tra le tante altre proposte in mostra – volte anche a presentare importanti esiti collaterali, non dichiaratamente Pop ma contestualizzabili in quella temperie di sviluppo e ricerca – esempi delle ricerche pioneristiche di Mimmo Rotella e Enrico Baj.

    Completano la mostra opere della Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris e della Fondazione CRT per l’Arte Moderna e Contemporanea, tutte custodite presso la GAM di Torino.

    «Una mostra che siamo orgogliosi di promuovere insieme alla Fondazione CRC e che permette di esporre a Cuneo, in una cornice davvero particolare come il complesso monumentale di San Francesco, opere del prestigioso patrimonio del nostro museo, che possono così riemergere in un nuovo contesto espositivo» aggiunge Carolyn Christov-Bakargiev, direttore della GAM di Torino. 

    «Tutte le opere esposte provengono dalla GAM» racconta Riccardo Passoni, curatore della mostra e vicedirettore della GAM di Torino «Ed è importante sottolineare come la maggior parte di esse abbia trovato posto nelle nostre collezioni già da molto tempo. Questo è stato possibile soprattutto grazie all’arrivo nel museo, alla metà degli anni Sessanta, della collezione del Museo Sperimentale di Arte Contemporanea fondato nel 1963 da Eugenio Battisti presso l’Istituto di Storia dell’Arte dell’Università di Genova. Rileggere quella importante collezione da questo nuovo angolo visuale, ha costituito per noi una vera sorpresa, proprio per la ricchezza di opere sul tema Pop e dintorni. »

    «Siamo estremamente felici di questa collaborazione con la GAM» dichiara Giandomenico Genta, Presidente della Fondazione CRC «Io non amo la natura è prima di tutto un evento di grande richiamo e rilievo per la promozione turistica e culturale di Cuneo e provincia. Proprio quest’anno, inoltre, la Fondazione CRC compie i suoi primi 25 anni: una ricorrenza che abbiamo voluto celebrare con questa mostra, occasione unica per avvicinare al mondo dell’arte i nostri concittadini, i giovani e le scuole».

    L’esposizione sarà corredata da un catalogo edito da Silvana Editoriale.

    Orari:

    martedì-domenica: 15.30-18.30

    Ingresso gratuito

    Per informazioni: tel. 0171 634175 progetti@fondazionecrc.it

    Immagine di:

    Pino Pascali | Omaggio a Billie Holiday (Labbra Rosse), 1964
    Tela dipinta a smalto su centine in legno | 64 x 120 x 22 cm
    Acquisto della Fondazione Guido ed Ettore de Fornaris da Vittorio Rubiu, Roma, 1985
    GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino
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