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  • La Fondazione Torino Musei in collaborazione con la Fabbrica di San Pietro in Vaticano e con il patrocinio dell’Arcidiocesi di Torino, dal 16 giugno al 29 agosto 2022, presenta nella Corte Medievale di Palazzo Madama La tavola di Ugo da Carpi per l’altare del Volto Santo nella Basilica Vaticana (1524-1525).

    L’opera viene esposta al vasto pubblico grazie al sostegno di Reale Mutua e al contributo tecnico di Targetti Sankey Spa attraverso tecnologie illuminotecniche ad accensione diversificata per una narrazione visiva abbinata.

    Nel prestigioso spazio espositivo di Palazzo Madama, i visitatori potranno ammirare la pala d’altare di Ugo da Carpi con la Veronica che dispiega il velo del Volto Santo tra gli Apostoli Pietro e Paolo – un’opera di straordinaria importanza per arte e fede. Si tratta di una tavola “fatta senza pennello”, come è scritto dall’autore accanto alla firma e come riferisce Giorgio Vasari che la vide in San Pietro insieme a Michelangelo.

    Quella di Ugo da Carpi “intagliatore” fu una sperimentazione audace, ingegnosa e senza precedenti che nessuno ebbe in seguito l’ardire di ripetere; un’opera unica nel suo genere perché eseguita non con l’arte della pittura, ma con la tecnica della stampa a matrici sovrapposte.

    La tavola viene esposta al pubblico per condividere, oltre un’opera di formidabile interesse tecnico e artistico, i risultati di uno studio articolato e complesso, che, grazie al lavoro di figure professionali di altissimo profilo e a scrupolose ricerche, hanno permesso di svelare la storia e la tecnica d’esecuzione dell’opera che si appresta a compiere cinquecento anni di età. Una vita compresa tra due Giubilei: quello del 1525 durante il pontificato di Clemente VII e l’ormai prossimo Anno Santo del 2025.

    Un percorso di devozione tra antica e nuova basilica, un viaggio nel tempo e nella fede che si potrà apprezzare per la prima volta in questa mostra. Grazie a ricerche multidisciplinari, a immagini multispettrali e a diversificate indagini diagnostiche eseguite dai laboratori dei Musei Vaticani in spirito di fattiva collaborazione con la Direzione dei medesimi Musei del Papa, è stato possibile realizzare una replica a grandezza naturale della tavola del Volto Santo che ripropone gli originari valori cromatici e chiaroscurali consentendo così una più equa valutazione della pala di Ugo da Carpi, i cui colori sono oggi in gran parte perduti o alterati.

    Il suggestivo progetto espositivo, ideato dall’arch. Roberto Pulitani, presenta la pala d’altare con l’ostensione del Volto Santo sotto un secentesco affresco con l’ostensione della Sacra Sindone presente nella Corte Medievale. “Due immagini che riassumono in modo mirabile un secolare dialogo di storia, fede e devozione e che costituiscono un invito alla preghiera e un forte richiamo alla basilica vaticana, luogo di accoglienza per tutte le genti della terra desiderose di giungere presso la tomba dell’Apostolo Pietro, primo Papa nella guida della Chiesa” (Card. Mauro Gambetti). “Due immagini che inevitabilmente riportano il nostro pensiero all’anno 33 dopo Cristo, alla salita al Calvario, alla Passione di Cristo fino alla morte di Croce e all’immenso atto d’amore compiuto per noi da Nostro Signore” (Dott. Maurizio Cibrario).

    Una sezione della mostra è infine dedicata alla figura e all’opera dell’artista Ugo da Carpi, al quale fa riferimento un bel saggio del catalogo a firma della Dott.ssa Laura Donati, e del quale si espone il settecentesco ritratto del Postetta dal Museo di Carpi. Del celebre intagliatore sono presentati alcuni chiaroscuri del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, da cui proviene anche il disegno preparatorio di Parmigianino per la tavola di San Pietro, mutuato da una xilografia di Dürer del 1510, concessa in prestito dalla Galleria Sabauda dei Musei Reali Torino.
    La curatela della mostra è di Pietro Zander.

     

    Ph: La tavola di Ugo da Carpi per l’altare del Volto Santo nella Basilica Vaticana (© Fabbrica di San Pietro in Vaticano)

  • [xyz-ihs snippet=”Marzo-2020″

     Sabato 26 e domenica 27 settembre 2020

    Ingresso a 1 euro alla GAM – Palazzo Madama e MAO Torino

    Come ogni anno, la Fondazione Torino Musei aderisce alle Giornate Europee del Patrimonio, il più partecipato degli eventi culturali in Europa, promosso sin dal 1991 dal Consiglio d’Europa e dalla Commissione Europea. L’appuntamento annuale ha l’obiettivo di far conoscere e apprezzare a tutti i cittadini l’enorme patrimonio di arte e storia che appartiene a ciascuno di noi, di incoraggiare la partecipazione attiva per la sua tutela e di riaffermarne la centralità e il valore non solo artistico, ma culturale e identitario. 

    Nelle due Giornate Europee del Patrimonio, sabato 26 e domenica 27 settembre i visitatori potranno quindi beneficiare dell’ingresso al prezzo simbolico di 1 euro alla GAM, a Palazzo Madama e al MAO: uno stimolo concreto a scegliere la cultura e la bellezza, oltre che un’ottima occasione per visitare le mostre in programma e le collezioni permanenti, tra cui il nuovo allestimento del Novecento alla GAM al suo primo giorno di apertura al pubblico.

    Di seguito le tariffe speciali per sabato 26 e domenica 27 settembre:

    • GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea

    Le nuove Collezioni del Novecento “Il primato dell’opera” e del Contemporaneo + mostre FORMA/INFORME. La fase non-oggettiva nella fotografia Italiana 1935-1958 (prorogata all’8 novembre) e GIUSEPPE CHIARI (prorogata al 4 ottobre) – 1 euro (chiuse le collezioni dell’Ottocento).

    Mostra HELMUT NEWTON. WORKS (prorogata all’8 novembre) – secondo tariffa ordinaria (compresa nel costo anche la mostra CAVALLI, COSTUMI E DIMORE. La riscoperta della “Fiera di Saluzzo (sec. XVII)” di Carlo Pittara (prorogata all’8 novembre)

    La tariffa di 1 euro sarà applicata anche agli Abbonati Musei (escluso Newton).

    • PALAZZO MADAMA – Museo Civico d’Arte Antica

    Collezioni + mostra ARGENTI PREZIOSI. Opere degli argentieri piemontesi nelle collezioni di Palazzo Madama e ArtSite1 euro

    La tariffa sarà applicata anche agli Abbonati Musei.

    • MAO – Museo d’Arte Orientale

    Collezioni permanenti + nuova rotazione di kesa giapponesi “Petali e draghi tra i fili di seta” – 1 euro

    La tariffa sarà applicata anche agli Abbonati Musei.

    I musei osserveranno il consueto orario di apertura dalle 10 alle 19 (le biglietterie chiudono alle 18).  

    Programma degli appuntamenti:

    Sabato 26 settembre ore 17

    SHAKUHACHI. MELODIE PER UN GIARDINO

    MAO – concerto in occasione di Torino Spiritualità

    con Marco Lienhard, suonatore di shakuhachi

    letture Francesco Puleo | selezione dei testi rev. Elena Seishin Viviani

    Lo shakuhachi è il tradizionale flauto verticale giapponese in bambù, strumento di cui l’artista svizzero Marco Lienhard è un vero virtuoso. Ascoltare il soffio che si fa suono nell’incantevole cornice dei giardini giapponesi del MAO è esperienza di delicata bellezza.

    In occasione di Torino Spiritualità, il MAO Museo d’Arte Orientale ha il piacere di ospitare nei suoi giardini giapponesi il concerto di Marco Lienhard, che proporrà alcuni brani del suo repertorio, accompagnati dalla voce di Francesco Puleo, che leggerà testi selezionati dal reverendo Elena Seishin Viviani.

    Ingresso € 8 | Ridotto Carta Extra € 5

    Per info e biglietti è possibile visitare il sito di Torino Spiritualità, chiamare il numero 366 2107136  o scrivere a prenotazioni@torinospiritualita.org.

    Domenica 27 settembre ore 11

    CLOROFILLA VERDEFOGLIA

    Palazzo Madama – attività per bambini di 5/10 anni

    Esplorare il giardino di Palazzo Madama per scoprire tra il verde i segreti delle foglie. Mettendo alla prova i cinque sensi, i bambini sperimentano le diverse sensazioni date dalle foglie, dalle loro forme, colori e tonalità. L’attività si conclude con un laboratorio dove la tecnica del frottage e della stampa aiutano i bambini nell’osservazione dei dettagli e allo stesso tempo stimolano la creazione di nuove forme dalle originali texture.

    Costo: bambini € 7 per l’attività; accompagnatori biglietto di ingresso secondo regolamento del museo

    Prenotazione obbligatoria: Tel. 011 4429629 (dal lunedì al venerdì ore 9.30-13; 14-16) oppure via mail

    madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

    Domenica 27 settembre ore 16

    MANDALA

    MAO – attività per famiglie

    Le preziose thang-ka, dipinti su stoffa presenti nell’affascinante galleria dedicata alla Regione Himalayana, ci sveleranno il significato dei mandala tibetani fornendo lo spunto per realizzare in laboratorio dei “contemporanei” mandala colorati con permanent marker su acetati.

    Età consigliata: da 8 anni in su

    Costo: bambini € 7 per l’attività; adulti ingresso ridotto alle collezioni € 8 (gratuito con Carta Musei)

    Prenotazione obbligatoria t. 011.4436927 oppure via mail maodidattica@fondazionetorinomusei.it

    entro le ore 15.00 del venerdì precedente.

    Inoltre Theatrum Sabaudiae propone le seguenti visite guidate:

    GAM

    Sabato 26 settembre – ore 16.00 – La potenza di uno scatto. Helmut Newton – costo 6€

    Sabato 26 settembre – ore 17.30 – Carlo Pittara – costo 6€

    Domenica 27 settembre – ore 15.00 – Il primato dell’opera – costo 6€

    Domenica 27 settembre – ore 16.30 – La potenza di uno scatto. Helmut Newton – costo 6€

    MAO

    Sabato 26 settembre – ore 16.00 – Appuntamento in Museo. Gallerie dedicate all’Asia Meridionale e sud-est asiatico – costo 6€

    Domenica 27 settembre – ore 15.00 – Appuntamento in Museo. Gallerie dedicate all’Asia Meridionale e sud-est asiatico – costo 6€

    Palazzo Madama

    Sabato 26 settembre – ore 16.00 – Appuntamento in Museo – costo 6€

    Domenica 27 settembre – ore 15.00 – Appuntamento in Museo – costo 6€

    Domenica 27 settembre – ore 16.30 – Argenti preziosi a Palazzo Madama – costo 6€

    Per informazioni e prenotazioni visite guidate: 011 5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

     

  • Sabato 18 maggio apertura straordinaria di GAM, Palazzo Madama a partire dalle 18.00 e del MAO a partire dalle 19.00 fino alle 23.00, tutti con ingresso a tariffa speciale: 1 euro le collezioni permanenti e le mostre temporanee. Visite guidate serali alle mostre.

    La Fondazione Torino Musei aderisce anche quest’anno alla Notte Europea dei Musei che torna in tutta Europa per la Quindicesima edizione, proponendo l’apertura straordinaria serale delle collezioni e delle mostre in corso alla GAM– Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, a Palazzo Madama– Museo Civico d’Arte Antica(a partire dalle 18.00) e al MAO Museo d’Arte Orientale (a partire dalle 19.00), con ingresso a tariffa speciale fino alle 23.00 di 1 euro per le collezioni permanenti e le mostre temporanee. Inoltre completano l’offerta due visite guidate serali(alle 19.00 e alle 21.00) per ogni mostra.

    I musei chiuderanno alle 23.00, con ultimo ingresso alle 22.00.

    In particolare:

    alla GAM – Apertura straordinaria dalle 18.00 alle 23.00

    Collezioni permanenti e mostre: Giorgio de Chirico Ritorno al futuro, Ando Gilardi reporter, Ketty la Rocca. Appendice per una supplica, Pittura spazio scultura 1 euro

    a Palazzo Madama – Apertura straordinaria dalle 18.00 alle 23.00

    Collezione permanente dedicata alle arti dalGotico al Rinascimentoe mostre: Steve Mc Curry. Leggere, Notre Dame de Paris. Sculture gotiche dalla grande cattedrale 1 euro

    Chiudono alle ore 18.00 il primo e secondo piano il piano, il fossato e il Giardino della Principessa.

    al MAO Museo d’Arte Orientale – Apertura straordinaria dalle 19.00 alle 23.00

    Collezioni permanenti e mostre: Goccia a goccia dal cielo cade la vita, Safar. Viaggio in Medio Oriente 1 euro

  • Dal 13 luglio al 23 ottobre 2017 un nuovo importante appuntamento con la fotografia d’autore nella splendida cornice della Corte Medievale.

    La mostra, a cura di Walter Guadagnini, direttore di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino, rende omaggio al celebre fotografo Franco Fontana (Modena, 1933) attraverso venticinque immagini di grande formato in prestito dalla UniCredit Art Collection, una delle principali raccolte d’arte in Europa a livello corporate.

    Leitmotiv del percorso espositivo è il colore, inteso come rivelazione, come fondamento di poetica, come linguaggio assoluto attraverso il quale passa ogni possibilità di espressione. Questo è, sin dai precoci inizi alla fine degli anni Sessanta, il fondamento della poetica di Fontana, maestro di una fotografia di paesaggio intimamente e profondamente anti-naturalistica e anti-documentaristica, paradosso questo che da sempre rappresenta la sua forza, la sua caratteristica primaria.

    Nel colore Fontana cerca e trova gli equilibri compositivi, e con il colore risolve lo spazio: nulla importa, a chi guarda, dove quella fotografia sia stata scattata, né quando, nulla importa del contesto. In questo senso, il suo è un paesaggio puro, liberato dalle necessità e dai vincoli della contingenza, poiché il vero soggetto della sua fotografia è il gioco delle cromie e delle luci, il taglio dell’inquadratura, l’estensione emotiva di questi elementi, non della natura in quanto tale.

    L’esposizione – realizzata con la collaborazione della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la Città Metropolitana di Torino – arricchisce con un nuovo capitolo il filone delle mostre fotografiche che ormai da qualche anno Palazzo Madama accoglie in Corte Medievale.

    Nato a Modena nel 1933, Franco Fontana inizia a fotografare nel 1961, e realizza i suoi primi scatti celebri nella seconda metà degli anni Sessanta, quando inizia a esporre quelle fotografie a colori che ne caratterizzeranno l’attività sino ai giorni nostri, conferendogli una fama mondiale come uno degli “inventori” della moderna fotografia a colori.

    Negli anni Settanta tiene una personale all’interno di “Photokina”, dove espone i suoi paesaggi, ottenendo un grande riscontro di critica e di pubblico. In seguito a un primo viaggio negli Stati Uniti nel 1979 approfondisce la ricerca sugli spazi urbani che proseguirà anche nei decenni successivi; nel 1982 pubblica “Presenzassenza”, volume dedicato alla ricerca sull’ombra e nel frattempo prosegue anche la sua ricerca nell’ambito del nudo.

    Nel 2000 pubblica il volume “Sorpresi nella luce americana”, nel quale concentra la sua attenzione sulla figura umana in rapporto allo spazio urbano.

    Negli ultimi anni si dedica con frequenza anche all’elaborazione digitale della fotografia, in un continuo rinnovamento della propria ricerca. Nel 2003 è pubblicata la monografia “Franco Fontana – Retrospettiva”, con introduzione di A.D.Coleman, che ripercorre l’intero suo percorso creativo.

    Nel 2006 ha ricevuto la Laurea Magistrale ad Honorem in Design eco compatibile dal Consiglio della Facoltà di architettura del Politecnico di Torino.

    Le sue opere sono presenti nelle collezioni dei più importanti musei del mondo.

    Accompagna la mostra un ricco programma di eventi collaterali.

    Si parte il 21 e 22 luglio con un workshop fotografico sul paesaggio urbano a cura dell’Accademia Torinese di fotografia (info e prenotazioni t. 011 2484308 – www.accademiatf.eu).

    A seguire, la sera del 26 luglio per la rassegna Cinema a Palazzo Reale organizzata da Distretto Cinema nel Cortile di Palazzo Reale, verrà proiettato il film di Paolo Sorrentino Youth – La Giovinezza, su suggerimento di Franco Fontana quale contrappunto cinematografico alla sua poetica fotografica (info www.distrettocinema.it).

    Infine, per tutta la durata della mostra, il museo propone un calendario di visite guidate e laboratori famiglia consultabili al sito www.palazzomadamatorino.it.

     

     

  • Talent Garden e la Fondazione Torino Musei, in collaborazione con la Compagnia di San Paolo e con il contributo della Camera di commercio di Torino, sfidano startup, freelance e sviluppatori di software a ideare un nuovo modello di gestione dei dati e di sviluppo di progetti per personalizzare l’esperienza-museo.

    Torino, lunedì 15 maggio 2017Sabato 27 e domenica 28 maggio Talent Garden e la Fondazione Torino Musei, in collaborazione con la Compagnia di San Paolo e con il contributo della Camera di commercio di Torino, lanciano Museum Hack, un invito a “hackerare” la cultura. I musei civici di Torino – GAM, Palazzo Madama, MAO e Borgo Medievale – si mettono alla prova con un hackathon culturale per creare nuove soluzioni tecnologiche che permettano di ridisegnare strategie e trovare nuovi metodi e idee per migliorare la gestione della propria offerta culturale e della relazione con i pubblici della cultura

    Una maratona di 30 ore in cui il mondo dei musei incontra quello della new economy: startup, freelance e sviluppatori di software, insieme per immaginare un progetto innovativo, scalabile e replicabile per tutto il mondo della cultura.

    Il progetto mira a coinvolgere community di innovatori per individuare un paradigma di CRM e customer experience adattabile ai bisogni dei quattro musei torinesi e dei loro visitatori, e a sviluppare un nuovo modello di gestione dei dati e di sviluppo di progetti che abbiano al centro la personalizzazione dell’esperienza-museo, online e insite. Focalizzandosi su un aspetto per l’innovazione culturale in ambito museale, la soluzione sviluppata attraverso Museum Hack ambisce a divenire un vero e proprio prodotto: replicabile, scalabile, trasferibile e sostenibile in un contesto di partnership fra Fondazione Torino Musei e startup culturali. La sfida lanciata attraverso Museum Hack è quella di favorire l’incontro tra le competenze digitali e i modelli dell’open innovation con il mondo culturale attraverso una proposta che risponda a specifiche esigenze del sistema culturale stesso. L’ambito sul quale si è deciso di operare per questa prima sperimentazione è quello dell’audience engagement, proponendosi in particolare tre finalità principali:

    • rendere possibile un’efficace strategia di comunicazione per target differenti;
    • consentire di attivare e coltivare, a partire da questa strategia, community diverse;
    • abilitare nuove soluzioni progettuali negli ambiti dell’e-commerce e del mobile ticketing, dell’internazionalizzazione, dell’accessibilità e del multilinguismo.

    Nello specifico, Museum Hack è un incontro immersivo di 30 ore, dalle ore 9 di sabato 27 alle ore 15 di domenica 28 maggio, durante il quale i partecipanti saranno chiamati a produrre un prototipo che soddisfi i bisogni dei quattro musei che fanno parte della Fondazione Torino Musei (GAM, Palazzo Madama, MAO e Borgo Medievale) e a definire un modello di customer experience e comunicazione che sfrutti a pieno le potenzialità del CRM per coinvolgere i pubblici di ciascun museo. Questi due giorni sono rivolti a team già formati (a partire dalle startup) o singoli developer, designer, maker e strategic thinker perché, partendo da stimoli di esperienze nazionali e internazionali, arrivino a costruire un prototipo da implementare nel contesto della Fondazione Torino Musei.

    Una giuria di esperti riconoscerà ai tre migliori prototipi prodotti nel corso di Museum Hack: 5.000 euro al primo progetto classificato, 2.000 euro al secondo classificato e 1.000 euro al terzo classificato. La Fondazione Torino Musei valuterà la sostenibilità e la scalabilità delle soluzioni proposte e verificherà la possibilità di proseguire lo sviluppo dei prototipi con i team vincitori.

    Per maggiori informazioni e per iscriversi e partecipare alla competizione è possibile visitare il sito museumhack.talentgarden.org. L’appuntamento per la premiazione è nella sede di Talent Garden a Torino, in via Giacosa 38, domenica 28 maggio alle ore 14.

    I PARTNER DEL PROGETTO

    Talent Garden “Museum Hack – ha spiegato Fabio Sferruzzi, Managing Director di Talent Garden Connect – è un’opportunità concreta per giovani professionisti, sviluppatori di software e startup che si occupano di innovazione culturale, che grazie al sostegno della Compagnia di San Paolo e al contributo della Camera di commercio di Torino potranno mettersi alla prova insieme a un’importante istituzione museale come Fondazione Torino Musei per progettare insieme un nuovo modo di concepire la relazione fra i visitatori e i musei stessi. Questa iniziativa si inserisce in un ambito progettuale che con Talent Garden ci vede impegnati a tutto campo con le istituzioni del territorio per favorire la condivisione delle competenze digitali e dell’open innovation.”

    Fondazione Torino Musei – “Il percorso intrapreso con Talent Garden e Compagnia di San Paolo, che culminerà con Museum Hack, rientra nelle linee strategiche di sviluppo della Fondazione Torino Musei tese a innovare le pratiche della cultura adottando soluzioni e strumenti anche non propri del settore, ma che si arricchiscono con la contaminazione. – ha detto Cristian Valsecchi, Segretario Generale della Fondazione Torino Musei. – Museum Hack per noi è un punto di partenza per migliorare e sviluppare nuove pratiche di coinvolgimento del pubblico. Dall’hackathon dovrà partire un percorso di incubazione del progetto e imprenditorialità che coinvolga i vincitori, la Fondazione Torino Musei e tutti i soggetti coinvolti, per uno sviluppo virtuoso che possa ricadere sul settore culturale territoriale e nazionale.”

    Compagnia di San Paolo“Museum Hack rappresenta l’esito del percorso progettuale Open Innovation Tag Cultural Lab che la Compagnia di San Paolo ha avviato con Talent Garden ormai diversi mesi fa, – ha dichiarato Matteo Bagnasco, Responsabile Area Innovazione Culturale della Compagnia di San Paolo. – L’iniziativa si propone di far incrociare alcuni dei principali enti culturali del territorio con nuovi saperi, avvicinandoli ai paradigmi dell’innovazione e del digitale attraverso specifiche attività progettuali da sviluppare in partnership con alcune startup selezionate per risolvere istanze specifiche poste dal sistema culturale stesso. Il percorso realizzato con la Fondazione Torino Musei potrà rappresentare un modello da estendere e sperimentare anche in altri contesti.”

    Camera di commercio di Torino“Come Camera di commercio di Torino sosteniamo l’iniziativa Museum Hack per la valorizzazione da un lato del nostro ricco patrimonio culturale, dall’altro delle abilità delle nostre aziende innovative digitali – ha spiegato Vincenzo Ilotte, Presidente della Camera di commercio di Torino. – Il progetto, infatti, rappresenta essenzialmente un’importante occasione di incontro tra queste due realtà e un’opportunità di crescita reciproca, per la creazione e lo sviluppo di soluzioni gestionali e di marketing che diventano ogni giorno di più strumenti quotidiani e indispensabili anche per le imprese culturali.”

  • La mostra è promossa dalla Presidenza della Repubblica

    Palazzo del Quirinale e

    a Torino dalla Fondazione Torino Musei

    MAO Museo d’Arte Orientale MAO Museo d’Arte Orientale

    via San Domenico 11 – Torino

     

    Alcuni dei più importanti musei italiani ed europei – tra i quali il Museé du Louvre e il Musée Guimet di Parigi, il Museum für Byzantinische Kunst di Berlino, il Museo Nazionale d’Arte Orientale “Giuseppe Tucci” di Roma, la Biblioteca Apostolica Vaticana, il Museo Nazionale del Bargello di Firenze – hanno messo a disposizione le loro preziose opere per realizzare una grande mostra che ripercorre la storia millenaria dei rapporti tra l’Oriente e l’Europa e si riallaccia al grandioso progetto del Presidente Xi Jinping di apertura di una nuova Via della Seta.

    Al MAO Museo d’Arte Orientale di Torino, dal 31 marzo al 2 luglio 2017, “Dall’antica alla nuova Via della Seta”, mostra che raccoglie 70 antiche e preziose opere a rappresentare la storia millenaria dei rapporti tra la Cina e l’Occidente, in particolare l’Italia. Dopo una prima esposizione al Palazzo del Quirinale la mostra trova spazio per la prima volta in un museo che offre un ampio panorama dell’arte delle antiche culture dell’Asia.

    Per almeno due millenni l’Antica Via della Seta ha unito Oriente e Occidente, incoraggiando i contatti all’interno di uno spazio immenso, e ha permesso alle diverse culture di crescere, attingendo reciprocamente alle conquiste scientifiche e culturali degli uni e degli altri attraverso l’intermediazione e il dialogo.

    Mercanti, ambasciatori, monaci, esploratori, avventurieri e missionari di varie fedi, provenienti dai luoghi più disparati, si incontravano lungo le strade confrontando senza sosta usanze, pratiche e fedi religiose. Il Cammelliere su cammello battriano (VI-VII secolo), animale simbolo delle vie carovaniere, lo Straniero dal volto velato (VII-VIII secolo), piccolo capolavoro dell’arte funeraria cinese, la Mattonella con giocatori di polo (1256-1335), dipinta a lustro e blu cobalto, una importante e rara manifestazione artistica dell’Iran durante il dominio degli Ilkhanidi di origine mongola, la Descrizione illustrata del mondo di P. Ferdinand Verbiest (1674), un lavoro monumentale che rappresenta la sintesi più avanzata delle conoscenze geografiche dell’epoca, sono solo alcuni degli importanti oggetti presenti in mostra.

    Grazie alle preziose opere custodite al MAO, ai prestiti concessi dalle più importanti istituzioni museali, bibliotecarie e archivistiche europee e italiane – tra gli altri il Musée du Louvre, Musée Guimet e Musée Cernuschi di Parigi, il Museum für Byzantinische di Berlino, il Museo delle Civiltà/Museo Nazionale d’Arte Orientale ‘Giuseppe Tucci’ di Roma, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, la Biblioteca Apostolica Vaticana, il Museo Nazionale del Bargello, la Biblioteca Nazionale e l’Archivio Centrale di Firenze, il Museo Civico di Bologna, il Museo del Tesoro di San Domenico e Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, la Biblioteca Marciana e la Procuratoria della Basilica di San Marco di Venezia – e a una ventina di opere moderne provenienti dalla Cina e realizzate da artisti cinesi contemporanei, l’esposizione testimonia quindi la varietà e la ricchezza degli scambi tra Oriente e Occidente, l’abilità dei maestri artigiani, la velocità di circolazione delle informazioni.

    L’Italia ha avuto un ruolo fondamentale nella storia dei rapporti con la Cina: si tramanda che già Marco Aurelio, nel 166 d.C., invia un’ambasceria alla corte del Figlio del Cielo permettendo ai due imperi più grandi e longevi della storia di entrare in contatto; Marco Polo, nel Duecento, celebra lo splendore della Cina ne Il Milione, contribuendo a migliorare le conoscenze di popoli e mondi ancora poco noti in Occidente; il gesuita Matteo Ricci, accolto nel 1601 nella Città proibita come ambasciatore d’Europa, è ammesso dall’imperatore Wanli nella cerchia ristrettissima dei Mandarini e gli è concesso di fondare una chiesa a Pechino; Martino Martini, durante la sua lunga permanenza in Cina, redige il Novus Atlas Sinensis, primo atlante moderno della Cina che verrà pubblicato in Europa nel 1655. Come in passato, saranno gli uomini capaci di proiettare verso il futuro questa antica realtà i protagonisti di questo nuovo corso, che non va inteso come un fenomeno esclusivamente economico, ma come un cantiere aperto di interconnessioni e di arricchimento reciproco.

    La mostra è curata da Louis Godart, David Gosset e Maurizio Scarpari – l catalogo è a cura dei Proff. Louis Godart e Maurizio Scarpari.

    TARIFFE

    Mostra Intero €10; ridotto €8; Gratuito Abbonati Musei Torino Piemonte

    Mostra + collezioni Intero €14; ridotto €11; Gratuito Abbonati Musei Torino Piemonte

    INFO t. 011.4436932

    mao@fondazionetorinomusei.it

  • Klee, Kandinsky, Munch, Matisse, Delaunay, Warhol, Fontana, Boetti, Paolini, Hirst…

    Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea – GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea dal 14 marzo – 23 luglio 2017

    La mostra L’emozione dei COLORI nell’arte è presentata nella Manica Lunga del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e nelle sale della GAMGalleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, con l’esposizione di una straordinaria raccolta di 400 opere d’arte realizzate da oltre 130 artisti provenienti da tutto il mondo che datano dalla fine del Settecento al presente.

    La mostra collettiva ripercorre la storia, le invenzioni, l’esperienza e l’uso del colore nell’arte. Attraverso una molteplicità di racconti e presentazioni di opere d’arte importanti, si affronta l’uso del colore da svariati punti di vista, tra i quali quello filosofico, biologico, quello antropologico e quello neuroscientifico.

    Durante il secolo scorso sono state organizzate numerose mostre sul colore a partire dalle teorie della percezione divenute popolari negli anni Sessanta. Quel tipo di approccio discende da una nozione universalistica della percezione e da una sua pretesa valenza oggettiva, molto distante dalla consapevolezza odierna della complessità di significati racchiusa nel colore”, afferma Carolyn Christov-Bakargiev.

    La mostra indaga l’utilizzo del colore nell’arte dando conto di movimenti e ricerche artistiche che si discostano dalle storie canoniche sul colore e l’astrazione, attraverso molteplici narrazioni che si ricollegano alla memoria, alla spiritualità, alla politica, alla psicologia e alla sinestesia.

    Le opere provengono dalle collezioni di musei quali il Reina Sofia di Madrid, il MNAM Centre Georges Pompidou di Parigi, il Paul Klee Zentrum di Berna, il Munchmuseet di Oslo, lo Stedelijk Museum di Amsterdam, la Tate Britain di Londra, la AGNSW Art Gallery of New South Wales di Sydney, la Dia Art Foundation di New York, la Paul Guiragossian Foundation di Beirut, la Fondazione Lucio Fontana di Milano, la Cruz-Diez Foundation di Parigi, oltre che dai due musei GAM Torino e Castello di Rivoli e da numerose collezioni private.

    I precedenti dell’arte astratta moderna sono indagati attraverso opere dei seguaci Hindu Tantra (XVIII secolo) e dei Teosofisti (XIX secolo) che utilizzavano le forme-colore come fonti per la meditazione e la trasmissione immateriale del pensiero.

    Il punto di avvio nell’astrazione teosofica è legato alle ricerche di Annie Besant (1847-1933), la quale scrisse attorno al 1904, “dipingere le forme vestite dalla luce di altri mondi con i colori ottusi della terra è un compito arduo; esprimiamo gratitudine a chi ha tentato di farlo. Avrebbero bisogno di fuoco colorato, ma hanno solo pigmenti e terre a disposizione”.

    Alla fine del Settecento, Isaac Newton scopre che i colori che vediamo corrispondono a specifiche e oggettive onde elettromagnetiche non assorbite da materiali. Johann Wolfgang von Goethe, che pubblica nel 1810 la sua Zur Farbenlehre (La teoria dei colori) si oppone a Newton, affermando che i colori sono prodotti dalla mente e non oggettivi. Goethe scopre il fenomeno degli Afterimage colors (il fatto che l’occhio umano percepisce come immagine residua il colore complementare a un colore osservato con persistenza su di una superficie bianca). All’epoca prevalse la teoria di Newton.

    L’Ottocento è anche il secolo del grande sviluppo della chimica e della scoperta dei colori sintetici derivati dal catrame di carbone. Nell’Ottocento e Novecento si sviluppa la standardizzazione industriale dei colori con i vari codici RAL e Pantone.

    Gli artisti reagiscono con sfumature, esperienze sinestetiche, spirituali e psichedeliche del colore, oppure ironizzano sui codici e gli standard con un impulso profondamente libertario. Con il relativismo culturale che caratterizza l’epoca attuale e attraverso le recenti ricerche neuroscientifiche, si torna alla visione di Goethe, attribuendovi un valore nuovo.

    L’emozione dei COLORI nell’arte riflette sul tema da un punto di vista che tiene conto della luce, delle vibrazioni e del mondo affettivo. Si pone in discussione la standardizzazione nell’uso del colore nell’era digitale, standardizzazione che riduce sensibilmente le nostre capacità di distinguere i colori nel mondo reale.

    Nel corso della mostra, il neuroscienziato Vittorio Gallese che insieme a Giacomo Rizzolati ha scoperto i neuroni specchio – dirigerà, per la prima volta a livello mondiale, un laboratorio di studio neuroscientifico incentrato sull’esperienza del pubblico di fronte a opere d’arte.

    A cura di Carolyn Christov-Bakargiev, Marcella Beccaria, Elena Volpato, Elif Kamisli

    Consulenza scientifica di Vittorio Gallese e Michael Taussig

    In mostra opere di: Anonymous Tantra drawings, Isaac Newton, Johann Wolfgang von Goethe, William Turner, Friedlieb Ferdinand Runge, Michel Eugène Chevreul, Antonio Mancini, Édouard Manet, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Annie Besant, Lea Porsager, Erin Hayden, Stanislao Lepri, Mikalojus Konstantinas Čiurlionis, Piet Mondrian, Gabriele Münter, Wassily Kandinsky, Alexej von Jawlensky, Marianne von Werefkin, Edvard Munch, Hans Richter, Henri Matisse, Leo Gestel, Luigi Russolo, František Kupka, Giacomo Balla, Hilma af Klint, Paul Klee, Johannes Itten, Fortunato Depero, Sonia Delaunay, Oskar Fischinger, Francis Picabia, Alexander Calder, Josef Albers, Mario Nigro, Giulio Turcato, Nicolas De Staël, Hans Hofmann, Mark Rothko, Pinot Gallizio, Karel Appel, Asger Jorn, Paul Guiragossian, Fahrelnissa Zeid, Atsuko Tanaka, Shōzō Shimamoto, Lucio Fontana, Yves Klein, Enrico Castellani, Piero Dorazio, Carla Accardi, Victor Vasarely, Tancredi Parmeggiani, Giulio Paolini, Mario Schifano, Alejandro Puente, Sergio Lombardo, Estuardo Maldonado, Carlos Cruz-Diez, Luis Tomasello, Warlimpirrnga Tjapaltjarri, Kenny Williams Tjampitjinpa, Michelangelo Pistoletto, Arman, Andy Warhol, Gerhard Richter, Alighiero Boetti, Ellsworth Kelly, Donald Judd, Dan Flavin, James Turrell, Jordan Belson, James Whitney, John Latham, Pietro Caracciolo / Agata Marta Soccini / Ruben Spini, Gustav Metzger, Claude Bellegarde, Gruppo MID, Rupprecht Geiger, Piero Gilardi, Pino Pascali, Helio Oiticica, Raymundo Amado, André Cadere, Franz Erhard Walther, Bas Jan Ader, Lawrence Weiner, Gilberto Zorio, Giovanni Anselmo, Lothar Baumgarten, Mel Bochner, John Baldessari, Robert Barry, Sigmar Polke, Gotthard Graubner, Giorgio Griffa, Channa Horwitz, Nicola De Maria, Tony Cragg, Anish Kapoor, Ettore Spalletti, Haim Steinbach, Wolfgang Laib, Katharina Fritsch, David Hammons, Irma Blank, Thomas Ruff, Damien Hirst, Liam Gillick, Jim Lambie, Arturo Herrera, Olafur Eliasson, Walid Raad & The Atlas Group, Edi Rama, Anri Sala, Ryan Gander, Ed Atkins, Hito Steyerl, Theaster Gates, Etel Adnan, Eugénie Paultre, Giuliano Dal Molin, Cheyney Thompson, Ye Xianyan, Maria Morganti, Mika Tajima, Basim Magdy, Rose Shakinovsky, Simon Starling, Moon Kyungwon & Jeon Joonho, Aslı Çavuşoğlu, Lara Favaretto, Liu Wei, Kerstin Brätsch, Camille Henrot, Heather Phillipson, Otobong Nkanga, Bracha Ettinger, Vittorio Gallese & Martina Ardizzi / Università di Parma.

    Finché siamo vivi, siamo vivi. Il colore è la vita.”

    (Etel Adnan, 29 settembre 2016

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