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  • Mostra fotografica di Carla e Giorgio Milone

    Mostra promossa e realizzata dal Comune Sauze d’Oulx e Fondazione Torino Musei

    30 luglio – 4 settembre 2022

    Ufficio del Turismo – Sauze d’Oulx

     

    Il Comune di Sauze d’Oulx insieme alla Fondazione Torino Musei presentano nelle sale dell’Ufficio del Turismo di Sauze il progetto fotografico di Carla e Giorgio Milone, coppia di appassionati viaggiatori a cui il MAO Museo d’Arte Orientale di Torino dedicò nel 2018 l’esposizione fotografica Nomadi dell’Asia. Storie di donne e uomini tra steppe e altopiani.

    L’interazione tra uomo e montagna è il soggetto di questa mostra, che fa scoprire come una parete di roccia diventi focolare domestico in un remoto villaggio dell’Iran, o un pendio delle Ande divenga una scacchiera, stupefacente e abbacinante distesa a nido d’ape delle saline di costruzione incaica.

    Più a nord, aldilà degli Urali, le montagne si abbassano distendendosi negli immensi spazi della Siberia: oceani di tundre infinite, lande inospitali e difficili, abitate per nove mesi all’anno dalla notte polare, schiantate dal vento e dal gelo.

    Tra nevi perenni, tra pietraie e mulattiere, le vite si srotolano secondo ritmi ancestrali, l’uomo asseconda la natura e la piega all’approvvigionamento di ciò che serve per la sua sopravvivenza, propiziandola con riti apotropaici o semplicemente rivolgendole silenziose preghiere.

    Di fronte alla montagna l’uomo si può porre come il “Viandante sul mare di nebbia” di Caspar David Friedrich – assorto in contemplazione romantica di un paesaggio simbolico, oppure fare della montagna materia da scolpire, lavorare, decorare con graffiti e pitture, materia crudele da addomesticare per renderla cornice della vita quotidiana.

    La mostra fa parte delle attività della Fondazione Torino Musei che dal 2018 si è posta l’obiettivo di diventare un punto di riferimento per gli enti locali, pertanto alla gestione diretta di tre musei si è affiancata un’attività di sostegno allo sviluppo delle realtà culturali presenti sul territorio regionale.

    Carla e Giorgio Milone

    Dai tardi anni Sessanta Carla e Giorgio Milone, compagni di una vita, viaggiano per cercare, comprendere, scoprire angoli di mondo che riservano ancora delle sorprese e delle meraviglie. Disposti a tornare sugli stessi luoghi più volte, e quasi sempre verso regioni ai margini delle mete più celebrate, gli autori viaggiano per nutrire la curiosità e la consapevolezza, per cogliere i mutamenti e approfondire di ogni luogo gli aspetti della cultura e della presenza dell’uomo – ciò che vivifica e dà un senso al tutto.

    Molti viaggi, molti ricordi, molte immagini: Carla e Giorgio hanno dato vita negli anni a pubblicazioni e reportage fotografico-narrativi che raccontano il mondo in tutte le manifestazioni più seducenti e incantatrici

    Informazioni:

    L’uomo e la montagna Dal 30 luglio al 4 settembre 2022

    UFFICIO DEL TURISMO DI SAUZE D’OULX

    Viale Genevris 7 –  Sauze d’Oulx

    Ingresso libero

    Orari: dal lunedì alla domenica 9 -12.30 / 14.30 – 18.30

    info: tel. +39 0122858009 email info.sauze@turismotorino.org

  • Fino al 30 settembre 2022

    TUTTE LE GUERRE. Fotografie 1998-2019

    FRANCO PAGETTI 

    Vent’anni di conflitti raccontati in più di 250 foto da uno dei più autorevoli fotoreporter internazionali al Palazzo Senza Tempo di Peccioli (PI)

     

    Afghanistan, Kosovo, Timor Est, Kashmir, Palestina, Sierra Leone, Sud Sudan, Siria: Franco Pagetti, uno dei più autorevoli fotoreporter internazionali per Time, The New York Time, Le Monde, The Independent, ha trascorso vent’anni a fotografare la guerra confrontandosi ogni volta con la violenza e l’arbitrarietà dei conflitti.

    La mostra “Tutte le guerre. Fotografie 1998-2019” al Palazzo Senza Tempo di Peccioli (PI), inaugurata nell’ambito della kermesse Pensavo Peccioli curata da Luca Sofri, conduce i visitatori proprio dentro l’orrore della guerra, per dimostrarne la sua orribilità ed inutilità.

    Il collage di 250 foto del grande parallelepipedo centrale vuole testimoniare le sofferenze subite dalle vittime dell’assurdità della guerra, vuole raccontare l’annullamento dell’identità delle cose, degli spazi, della cultura, della storia e dell’educazione che ogni conflitto provoca, vuole infine mostrare l’umanità delle persone. In mostra, le foto della guerra in Iraq, dove Pagetti ha vissuto per sei anni, dal 2003 al 2008, raccontando la caduta del regime di Saddam Hussein, l’ascesa dei gruppi terroristici e insurrezionalisti e la guerra civile. Ma anche le storie e le immagini dall’Afghanistan che trasmettono la sua capacità empatica e l’assenza di pregiudizio. E poi, in una sala dedicata, The Veils of Aleppo, sulle tende di Aleppo, realizzato nel 2013, il reportage con cui Pagetti ha cambiato il modo di fotografare la guerra: i soggetti delle immagini non sono persone morte, ferite o armi, ma le tende colorate che vedeva per strada, rivelatrici della vita degli abitanti di una città devastata dai bombardamenti. Le tende a righe, un tempo tende da sole, sollevano una riflessione su come è cambiato il loro utilizzo: se prima erano un oggetto quotidiano per proteggere la privacy di una famiglia, o ripararsi dal sole, adesso sono cucite insieme dalle donne e messe in mezzo alle strade per proteggere gli uomini della famiglia dai cecchini. La serie di fotografie rappresenta “Una reazione umana – racconta Franco Pagetti – per proteggermi dall’orrore del mondo in cui camminavo: concentrarsi su un elemento di bellezza nel caos, o creare una distanza tra me e gli eventi. Io proteggevo la mia stabilità mentale, i siriani la loro vita”.  

    TESTO CRITICO

    L’invasione russa dell’Ucraina, le sue stragi e le sue distruzioni, le persone che sono vittime, sono di nuovo raccontate dalle immagini dei fotoreporter di guerra, anche in questi tempi di social network, influencer e cambiamenti nella comunicazione di ogni cosa. E sono immagini che da una parte sembrano sempre le stesse, per ogni guerra, e dall’altra rinnovano il loro effetto e la loro capacità di mostrare cose terribili e incredibili e che pensavamo lontane: lontane nel tempo o lontane nello spazio. Ma le guerre non hanno mai smesso di essere combattute e di essere usate per avidità, prepotenza, ignoranza, e niente come le immagini dei fotoreporter ha cercato di ricordarcelo anche negli anni passati, quando la guerra in Europa ci sembrava impensabile. Le foto di Franco Pagetti, fotoreporter che ha seguito alcune delle guerre recenti più lunghe e gravi, sono fra quelle che con più insistenza e professionalità hanno anticipato quello che saremmo tornati a vedere quest’anno. 

    Luca Sofri, curatore di Pensavo Peccioli

    BIOGRAFIA DI FRANCO PAGETTI

    Franco Pagetti, nasce a Varese nel 1950. Studia chimica a Milano. Si avvicina alla fotografia nel 1980: inizialmente come assistente della fotografa di architettura Carla De Benedetti ma in seguito inizia a produrre immagini per i mondi della moda e commerciale. Nella sua prima vita da fotografo, da metà anni Ottanta a metà anni Novanta, collabora con i giornali italiani Vogue, Elle, Marie Claire, Amica. Mentre firma campagne pubblicitarie internazionali, nel 1988 realizza il suo primo reportage sulle donne torturate dal regime cileno. Nel 1997, decide di dedicarsi esclusivamente al fotogiornalismo.

    A quasi cinquant’anni inizia la sua seconda vita, che nel 2007 lo vede diventare membro della nota agenzia VII, di cui fa tuttora parte. Copre le zone di conflitto più calde: nel 1998 è in Sudan del Sud e in Afghanistan, dove torna nel 2001, nel 2009 e nel 2010; nel 1999 è in Kosovo e a Timor Est, nel 2000 e nel 2001 è in Kashmir; nel 2000 in Sierra Leone e nel 2001 e 2002 in Palestina. Le sue fotografie di guerra ritraggono esseri umani in condizioni estreme e si fanno testimonianza di atti di incredibile eroismo. Ma anche di enormi brutalità. I suoi reportage vengono pubblicati in America su Newsweek, The New York Times, The New Yorker, Stern, Sunday TimesVogue America e in Europa su Le Figaro, Paris Match, Le Monde, The Times of London, The Independent. Per il settimanale TIME, da gennaio 2003 fino a dicembre 2008 è in Iraq dove, grazie al suo intuito, arriva già tre mesi prima dell’invasione americana di Baghdad che segna l’inizio della guerra. Le sue immagini dal fronte sono uno fra i più accurati e completi reportage dall’Iraq, catturano gli orrori della guerra, i saccheggi, le battaglie, la formazione di gruppi di ribelli e di terroristi: l’inesorabile discesa verso una sanguinosa guerra civile nonostante la flebile speranza di rinascita dopo la caduta del regime di Saddam Hussein. Nel 2012, al Pictures of the Year International Contest gli è stato conferito l’Award of Excellence e, sempre nel 2012 ha ricevuto una nomination agli Emmy Awards for News & Documentary, per il documentario: DRC, Starved For Attention. New York. Nel 2012 e nel 2013 viene premiato al PX3 PRIX DE LA PHOTOGRAPHIE PARIS e la regista Aeyliya Husain gira un film su di lui, Shooting War, presentato al Tribeca Film Festival. Le sue fotografie sono state esposte in numerose mostre nazionali e internazionali e fanno parte di collezioni private e istituzionali.

  • Con “Oliviero Toscani. Professione fotografo” Milano rende omaggio a un suo concittadino, un artista dell’immagine che ha cambiato per sempre il mondo della comunicazione con campagne rivoluzionarie e indimenticabili.

    Questa mostra ripropone a Palazzo Reale il tributo realizzato il 28 febbraio scorso. Nel giorno del suo ottantesimo compleanno, Milano s’era risvegliata con la meraviglia negli occhi grazie alle immagini di Oliviero Toscani che tappezzavano tutta la città.

    Un regalo per lui e per la città, da riammirare per tutta l’estate nel museo più prestigioso di Milano, Palazzo Reale. La retrospettiva di “Oliviero Toscani. Professione fotografo”, curata da Nicolas Ballario, promossa e realizzata dal Comune di Milano, Palazzo Reale, Arthemisia Arte e Cultura, racconta per immagini sessant’anni di carriera.

    Un viaggio che parte dai lavori iniziali, meno conosciuti, e omaggia i successi internazionali collezionati da uno dei fotografi più acclamati al mondo.

    La retrospettiva mette in evidenza l’incredibile talento artistico di Oliviero Toscani e il suo linguaggio capace di contaminare mondi e codici, per dare ancora più risalto a tematiche sociali quali l’uguaglianza tra le diverse etnie, la guerra, la lotta all’omofobia, la sensibilizzazione all’AIDS.

    Milano riconosce in Oliviero Toscani numerose doti alla base dell’apprezzamento globale per la nostra città: il coraggio, l’intraprendenza, l’attenzione ai cambiamenti sociali, la creatività, la capacità di rendere arte i prodotti di uso quotidiano e il talento di regalare bellezza in modo inaspettato.

  • L’EDIZIONE 2021

    L’edizione 2021 di Art Site Fest è dedicata al tema della prossimità e intende interrogarsi sul valore che la vicinanza, il contatto, la contiguità fisica oltre che mentale e sociale, hanno per la nostra cultura.

    LA PROSSIMITÀ CON IL VIVENTE

    La pandemia ci ha fatto scoprire quanto tutto il vivente sia in contiguità. Con la diffusione del virus, abbiamo imparato che il salto di specie avviene tanto più facilmente quanto più gli habitat si sovrappongono. Deforestazione, urbanizzazione e alterazione del clima impoveriscono la diversità biologica, garanzia di spazio di vita. Ripensare la prossimità del vivente, nel rapporto con le altre specie animali e vegetali, conservare il nostro pianeta come casa comune, diviene perciò necessario e urgente.

    IL PROGETTO PER HERITAGE LAB DI ITALGAS

    Italgas è il primo operatore in Italia nella distribuzione del gas e il terzo in Europa: gestisce una rete di distribuzione che si estende complessivamente per circa 74.000 chilometri attraverso la quale, nel corso dell’ultimo anno, ha distribuito circa 9 miliardi di metri cubi di gas a 7,7 milioni di utenze. Il Gruppo è titolare di 1.886 concessioni, con una presenza storica nelle maggiori città del Paese. Oggi l’azienda guarda soprattutto al futuro, con obiettivi di crescita e di sviluppo chiari, un importante piano di investimenti per la progressiva estensione del servizio e l’adozione delle tecnologie digitali che rendono ogni giorno la gestione delle reti sempre più efficiente e che preparano l’infrastruttura all’arrivo dei gas rinnovabili come biometano, metano sintetico e idrogeno.

    Italgas si impone sul mercato internazionale per la forte spinta all’innovazione e l’attenzione alla sostenibilità. La sostenibilità guida le scelte aziendali, diventando parte integrante della quotidianità, caratterizzata sempre più da mobilità flessibile, digitalizzazione e stili di vita green e responsabili. Proprio alle operazioni di digitalizzazione e meta-datazione è dedicata la nuovissima struttura dell’Heritage Lab di Italgas, che lavora su tre chilometri lineari didocumenti conservati presso l’Archivio storico aziendale. Un progetto importante, una nuova “officina digitale” per portare il passato nel futuro.

    In questo orizzonte di valori, Art Site Fest propone per l’edizione 2021 un progetto per gli spazi dell’Heritage Lab di Italgas, in Corso Palermo 4, a Torino. La moderna struttura che incarna l’attenzione che la storica azienda torinese dedica al tema della sostenibilità e dell’innovazione si sposa perfettamente con l’attenzione di Art Site Fest alle tematiche ecologiche.

    SHAPES OF LIVING – LIVING EARTH

    Il progetto comprende un’esposizione fotografica e una performance live audio-visiva. Vuole raccontare attraverso le immagini la varietà della vita, la ricchezza delle sue forme e, al tempo stesso, la sua unicità, così da sollecitare nel pubblico una riflessione sulla sostenibilità delle risorse naturali e la necessità dell’attenzione all’ecologia.

    Il progetto consiste in una mostra che nasce da una call, avviata il 22 aprile scorso, giornata mondiale della Terra, indirizzata a decine di fotografi da tutto il mondo.

    Una commissione composta da Luca Mercalli, Elena Franco, Tiziana Bonomo, Domenico Maria Papa e Chiara Ganz, ha scelto le 50 foto più interessanti che saranno esposte all’interno degli spazi dell’Heritage Lab.

    Su centinaia di immagini da tutto il mondo, la commissione di esperti ha effettuato un’attenta selezione per comporre un mosaico visivo che documenta la varietà delle forme di vita sul nostro pianeta: un corale richiamo alla bellezza della natura e alla necessità di prendersene cura.

    Alla rassegna fotografica è dedicato uno spazio web, consultabile in mostra, attraverso QR Code e un catalogo cartaceo che verrà presentato nel corso della mostra, edito da Teca.

    La serata inaugurale prevede una conversazione tra Luca Mercalli e Domenico M Papa, su come i media, in particolare la fotografia, ma per estensione tutte le arti visive possono contribuire a una maggiore coscienza ecologica.

    Alla conversazione segue una performance sonoro-visiva realizzata da Project-To, gruppo multimediale torinese che si è distinto nel panorama della musica elettronica, con importanti progetti multimediali per eventi e musei.

    Passato e innovazione si intrecciano nelle proiezioni visive dell’artista Laura Pol, con rielaborazioni in chiave moderna di file e documenti provenienti proprio dall’Archivio storico di Italgas. Le creazioni visive sono strettamente connesse alle interpretazioni artistiche sonore elaborate in live da Riccardo Mazza. Un live audio-visuale dedicato alla sostenibilità e al concetto di prossimità tra gli individui nel loro rapporto con il vivente.

    LA COMMISSIONE

    Elena Franco (Torino, 1973) è architetto e fotografa. Lavora su progetti artistici di valorizzazione urbana e territoriale. Dal 2014 espone con regolarità in sedi istituzionali e musei in Italia e all’estero. Le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private e con il progetto Imago Pietatis realizzato per la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna che è tra i vincitori del Premio New Post Photography di MIA Fair 2020. Scrive per «Il Giornale dell’Architettura». È direttore artistico di Fondazione Arte Nova e collabora come curatrice con il Museo Villa Bernasconi a Cernobbio (CO). È consigliere di Compagnia di San Paolo.

    Tiziana Bonomo ha lavorato a lungo nel marketing e nella comunicazione di grandi aziende internazionali comeL’Oreal e Lavazza. Ha fondato ArtPhotò per la promozione di progetti legati alla fotografia di documentazione e impegno sociale. Per ArtPhotò ha ideato e curato numerose mostre ed eventi, tra questi la collaborazione con Domenico Quirico che ha portato alla pubblicazione del libro Il fascino dell’imperfezione. Dialoghi con Domenico Quirico. Ha inoltre curato la mostra Chi Legge di Claudio Montecucco inserita nel programma Piemonte che legge e l’esposizione Transmissions People-to-People dei fotografi Baldizzone al Museo Nazionale del Risorgimento.

    Domenico Maria Papa è il direttore artistico di Art Site Fest, festival dedicato ai linguaggi della contemporaneità nei luoghi storici del Piemonte, giunto nel 2021 alla settima edizione. È stato docente presso l’Università La Sapienza di Roma, Link Campus e presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Da molti anni si occupa di progettazione culturale per enti pubblici e di comunicazione dei beni culturali per il Ministero della cultura. Ha curato numerose mostre inspazi pubblici e privati.

    Chiara Ganz, Direttore Relazioni Esterne e Sostenibilità di Italgas è laureata in Economia, nel 2001 entra nella Direzione Global Relationship Banking di Banca Intesa BCI dove collabora a supporto dei team di sviluppo e advisory di grandi progetti. Nel 2003 entra nella Direzione Relazioni Esterne e Comunicazione di Finmeccanica – oggi Leonardo – dove si occupa di Comunicazione Esterna e Immagine e segue in particolare il progetto di realizzazione del nuovo marchio Finmeccanica e il restyling della brand architecture di gruppo. Nel 2009 diventa responsabile delle Relazioni Esterne e Comunicazione di Thales Alenia Space Italia. Dal 2013 al 2016 è Responsabile della Comunicazione di Telespazio.

    Luca Mercalli, docente universitario è autore di numerosi titoli di divulgazione scientifica sui temi della meteorologia, dell’ecologia e del cambiamento climatico. Scrive regolarmente su riviste quotidiani come «La Stampa» e «Repubblica» con cui collabora dal 1991 o «Rivista della Montagna», «Donna Moderna», «Gardenia».

    Ha tenuto conferenze in Italia e all’estero, i suoi primi interventi televisivi datano 1990 per Rai 3 Ambiente Italia. Dal 2003 è a Che tempo che fa, dal 2005 a Rai 2 TG Montagne e dal 2008 Buongiorno Regione (TG Piemonte). Dal 2007 fa parte di Climate Broadcaster Network-Europe, gruppo di presentatori meteo televisivi voluto dalla Comunità europea per diffondere corretta informazione sui cambiamenti climatici. Nel 2015 ha condotto la trasmissione televisiva in prima serata Scala Mercalli, in onda per 6 puntate il sabato sera su Rai 3, incentrata sulla sostenibilità ambientale, con interventi dallo studio e documentari.

    Project-To

    Project-To nasce da un’idea di Riccardo Mazza, sperimentatore sonoro e docente presso la Scuola di AltoPerfezionamento Musicale di Saluzzo, noto in Italia e all’estero per le sue ricerche nel campo della psicoacustica e della valutazione del suono spaziale, e Laura Pol fotografa e videomaker, autrice di numerosi lavori nel mondo dell’arte, della cultura e dei musei. Si tratta di un progetto “autoriale” di musica elettronica e visiva, si sviluppa dall’interazione di elementi puramente elettronici con composizioni originali eseguite dal vivo insieme a elementi visivi realizzati anche in tempo reale durante il Live Set.

    TEMPI

    La serata inaugurale è giovedì 25 novembre 2021 a partire dalle ore 18,00. L’ingresso per la serata inaugurale è da Corso Palermo n° 4.

    Per la partecipazione alla serata inaugurale il 25 novembre è necessaria la prenotazione a heritagelab@italgas.it

    La mostra sarà visitabile il martedì e il giovedì dalle ore 15,00 alle ore 17,00 a partire dal 30 novembre 2021 fino al 27 gennaio 2022 compresi, previa prenotazione a heritagelab@italgas.it

    Aperture straordinarie:

    Sabato 4 Dicembre, dalle ore 15,00 alle ore 18,00

    Sabato 22 Gennaio, dalle ore 15,00 alle ore 18,00

    Per maggiori informazioni

    Art Site Fest

    https://www.artsitefest.it

    @artsitefest

    info.artsitefest@gmail.com

    Heritage Lab Italgas

    https://www.italgas.it/gruppo/la-nostra-storia/heritage-lab/

    heritagelab@italgas.it

  • Dina Goldstein  è una fotografa, che vive a Vancouver – Canada  – pop surrealista con un background nella fotografia documentaria: crea  un linguaggio visivo collocando  il banale e il quotidiano in contesti insoliti per ispirare la visione della condizione umana.

    Famosa per la serie “Fallen Princesses”, creata nel 2007, che descrive le principesse Disney umanizzate collocate in scenari realistici e moderni. La serie immagina come le vite di questi personaggi famosi si sarebbero esibiti nel mondo reale e tocca questi flagelli quotidiani come povertà, obesità, cancro e inquinamento.

    Dina Goldstein ha vinto il premio speciale Arte Laguna nel 2012. 

    Nel 2014, Dina Goldstein ha vinto il primo premio al Prix Virginia;

    Ha esposto il suo lavoro a Parigi, in Francia. 

    Ora, espone per la prima volta in un Museo Italiano con la una serie di  “Istantanee dal giardino dell’eden” al Museo ebraico di Venezia a cura di Domenico Maria Papa ispirata ai racconti biblici della tradizione ebraica.

    La mostra verrà inaugurata il 2 settembre alle ore 11,00, e resterà visitabile fino al 4 novembre negli orari di apertura del museo.

    About Dina Goldstein

     

     

  • Sebastião Salgado racconta la bellezza del nostro pianeta.

    Genesi è la ricerca del mondo delle origini, come ha preso forma, si è evoluto, è esistito per millenni prima che la vita moderna accelerasse i propri ritmi e iniziasse ad allontanarci dall’essenza della nostra natura. È un viaggio attraverso paesaggi terrestri e marini, alla scoperta di popolazioni e animali scampati all’abbraccio del mondo contemporaneo. La prova che il nostro pianeta include tuttora vaste regioni remote, dove la natura regna nel silenzio della sua magnificenza immacolata; autentiche meraviglie nei Poli, nelle foreste pluviali tropicali, nella vastità delle savane e dei deserti roventi, tra montagne coperte dai ghiacciai e nelle isole solitarie. Regioni troppo fredde o aride per tutto tranne che per le forme di vita più resistenti, aree che ospitano specie animali e antiche tribù la cui sopravvivenza si fonda proprio sull’isolamento. Fotografie, quelle di Genesi, che aspirano a rivelare tale incanto; un tributo visivo a un pianeta fragile che tutti abbiamo il dovere di proteggere.   Lélia Wanick Salgado curatrice della mostra.

    Uffici stampa

    Venaria Reale Comunicazione e Stampa Residenze Reali Sabaude
    Catalogo Mostra Contrasto 
    Immagini Civita

  • Le culture si incontrano a Palazzo Madama: oriente e occidente nelle figure velate di Güler Ates.

    Güler Ates  artista londinese, di origine turche, crea  con la sua modella Gemma dei veri e propri  backstage d’opere d’arte contemporanea, i suoi shooting fotografici attraversano i luoghi contaminando gli spazi, crea vere e proprie performance, tra danza e teatro.

    Le manifestazioni del suo lavoro sono realizzate attraverso attività “adattive” (site-responsive) in aree che fondono sensibilità orientali ed occidentali.

    Le donne invisibili sotto i veli colorati attraversano con  leggerezza silenziosa  luoghi fortemente evocativi, i siti architettonici in cui lavora appartengono solitamente ad epoche specifiche.  Normalmente effettua delle ricerche sulla storia dei  siti ,  sopraluoghi che le forniscono  informazioni,  per poi scegliere il  tessuto che diventerà poi  il velo o il costume da far indossare a Gemma.

    Essendo parte della performance, il soggetto narra una vicenda disegnata dalla storia del sito, esplorando il suo sentimento di dualismo culturale. Usa il paragone storico per evidenziare questioni riguardanti il significato del velo nelle diverse politiche e culture, che per l’artista ha un significato spirituale più che religioso.

    L’artista, per la prima volta in Piemonte,  ha lavorato  con la sua modella Gemma presso la Reggia di Venaria, la Palazzina di Caccia di Stupinigi e il Castello di Govone, per concludere proprio con Palazzo Madama. 

    Le foto saranno  in mostra in autunno ad Art Site Fest  dal 19 settembre al 25 novembre, tema  della nuova edizione il “senso del luogo”, in un percorso all’interno di alcune delle più belle Residenze Reali.

     

     

  • FRAMMENTI DI UN BESTIARIO AMOROSO

    Galleria Sabauda, Spazio Scoperte –

    Il percorso presenta alcuni lavori di Marilaide Ghigliano, fotoreporter, si potrebbe dire, non di fatti ma di sentimenti, qui incentrati sull’importanza degli animali nella vita dell’uomo e sul legame affettivo che ne scaturisce.

    Un tema particolarmente attuale, e documentato nelle arti figurative sin dai tempi più antichi.

    Quarantasei fotografie scattate dal 1974 al 2010 in diversi paesi dell’Europa, dell’Asia e dell’Africa, che hanno per protagonisti, assieme alle persone, cani, gatti, asini, oche, colombe, cavalli, mucche.

    I soggetti, dai quali la fotografa sembra ogni volta sorpresa e conquistata, sono catturati dal teleobbiettivo con discrezione, senza messa in posa.

    Come scriveva nel 1988 la storica dell’arte Adalgisa Lugli, Ghigliano «è una sorta di miracolata dello strumento che usa, dal quale è sorprendentemente libera, spontanea, slegata. Lavora viaggiando, guardando con una sorta di amore trasversale per le cose così poco classificatorio».

    La passione per gli animali affiora costantemente nel percorso della fotografa torinese ed è documentata anche dai calendari con immagini di cani e gatti, tutti rigorosamente senza pedigree. Animali e persone sono immortalate allo stesso modo, con analoga empatia; il bianco e nero comunica in modo diretto, senza distrazioni, ed esplora, attraverso i tagli di forma e di luce, l’anima di persone e animali.

    Le immagini potranno entrare in dialogo con due importanti opere del Seicento di Carlo Cignani (Bologna 1628 – Forlì 1729) della Galleria Sabauda, Adone e Venere e Cupido.

    I dipinti arricchiscono il percorso fotografico ricordando la lunga fortuna del tema nella storia dell’arte, anche qui trattato attraverso un linguaggio figurativo intimo e aggraziato, sottolineato dai gesti affettuosi. Adone accarezza il suo fidato cane, compagno di appassionate battute di caccia, mentre Cupido, a cui Venere ha sottratto l’arco, abbraccia due colombe, simbolo di amore e fede eterna.

    Le opere facevano parte della quadreria del principe Eugenio di Savoia-Soissons (Parigi 1663 – Vienna 1736), allestita nella residenza del Belvedere di Vienna, dove, oltre a un consistente gruppo di dipinti fiamminghi e olandesi del Seicento, era presente anche una selezione di quadri italiani, tra cui spiccavano quelli di gusto classicista dei grandi maestri della tradizione emiliana come Guido Reni, Francesco Albani e Carlo Cignani.

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