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  • Opere dalle collezioni di Giuseppe Iannaccone, della GAM e dei Musei Reali di Torino  in favore della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro

    a cura di Annamaria Bava, Riccardo Passoni, Rischa Paterlini

    5 maggio – 12 settembre 2021

    GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino

    La GAM di Torino inaugura una mostra dedicata a un periodo storico molto intenso per l’arte italiana, tra la fine della Grande Guerra e il termine della Seconda Guerra Mondiale: 25 anni di storia raccontati con circa 130 opere attinte dal patrimonio del museo e da alcune opere scelte dalla Galleria Sabauda, facendo ruotare le due raccolte pubbliche intorno a una significativa selezione di 73 capolavori dalla ricca collezione privata dell’Avvocato Giuseppe Iannaccone di Milano.

    La mostra, curata da Annamaria Bava, responsabile Area Patrimonio dei Musei Reali, dal direttore della GAM Riccardo Passoni e dalla curatrice della collezione Iannaccone Rischa Paterlini, è stata voluta e ideata per evidenziare il ruolo curativo dell’Arte, quale veicolo di guarigione che attraverso la bellezza sollecita la salute del corpo come dell’anima. L’evento sostiene una raccolta fondi a favore della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro Onlus in occasione dei suoi 35 anni di attività. L’esposizione è realizzata in collaborazione con Fondazione CRT e Intesa Sanpaolo.

    Dal dialogo tra le tre collezioni, due pubbliche e una privata, nasce quindi questa mostra dove si è voluto indagare, attraverso opere di grande qualità artistica, la storia, le idee, i progetti e gli scontri che caratterizzarono gli anni tra le due guerre. Questi venticinque anni della nostra storia videro nascere, dopo i turbolenti anni dell’Avanguardia, i principi di “Valori Plastici” che, prendendo ispirazione dalla solennità del grande passato italiano, certamente influenzarono la retorica di un’arte fascista, che in seguito si sviluppò nel richiamo al classicismo: un’arte che prediligeva le impostazioni chiare e sobrie, con riferimento alla purezza delle forme e all’armonia nella composizione.

    La collezione di arte italiana tra le due guerre di Giuseppe Iannaccone rappresenta oggi un unicum nel panorama italiano e internazionale, e nasce nei primi anni Novanta con la volontà manifesta di ricostruire un’alternativa a questa dimensione retorica e ufficiale, riuscendo a rintracciare le opere di un significativo gruppo di artisti che credettero in un’arte dalle molte possibilità espressive, in un arco temporale che va dal 1920 al 1945. 

    La raccolta riunisce dunque le opere di artisti le cui ricerche hanno sviluppato visioni individuali e collettive controcorrente rispetto alle politiche culturali fasciste di ritorno all’ordine e classicità monumentale novecentista. Dalla poesia del quotidiano di Ottone Rosai e Filippo De Pisis all’espressionismo della Scuola di via Cavour (Mario Mafai, Scipione, Antonietta Raphaël), dal lavoro di scavo nel reale di Fausto Pirandello, Renato Guttuso e Alberto Ziveri, alle correnti dei Sei di Torino (Jessie Boswell, Gigi Chessa, Nicola Galante, Carlo Levi, Francesco Menzio, Enrico Paulucci) e del Chiarismo lombardo (Angelo Del Bon, Francesco De Rocchi, Umberto Lilloni), fino alle forze innovatrici dei pittori e scultori di Corrente (Ernesto Treccani, Renato Birolli, Lucio Fontana, Aligi Sassu, Arnaldo Badodi, Luigi Broggini, Giuseppe Migneco, Italo Valenti, Bruno Cassinari, Ennio Morlotti, Emilio Vedova), la collezione rappresenta un’originale e importante testimonianza di una stagione creativa, complessa e vitale, dell’arte italiana del Novecento.

    La mostra prevede un confronto incrociato con circa 60 opere provenienti dalle collezioni della GAM e dei Musei Reali: un accostamento che è stato possibile perché la maggior parte degli artisti della collezione Iannaccone sono presenti nelle raccolte della GAM grazie all’incremento del patrimonio, avvenuto proprio negli anni specifici del progetto, poi proseguito fino ad oggi con la recente acquisizione del Nudo rosso di Francesco Menzio da parte della Fondazione De Fornaris. Pochi sanno che la Galleria Sabauda, oltre a capolavori dal Trecento al primo Ottocento, possiede una cospicua raccolta di primo Novecento, confluita nelle sue collezioni in seguito al riaccorpamento delle opere acquisite dal 1935 al 1942 dalla Soprintendenza all’Arte Medievale e Moderna per il Piemonte e la Liguria, investendo importanti risorse finanziarie per rappresentare gli esiti dell’attività degli artisti piemontesi contemporanei. Una sfida particolare è stata inoltre quella di presentare, accanto alle opere novecentesche, alcune mirate opere di arte antica della Galleria Sabauda, che si scalano tra il Cinquecento e il Settecento, particolarmente efficaci per evocare lontani ricordi, suggestioni e confronti, tematici o stilistici, che consciamente o inconsciamente sembrano aver influenzato e stimolato i nostri artisti di primo Novecento.

    L’esposizione si articola in sezioni tematiche: Interni; Figure; Allegorie e Ritratti; Nature morte;
    Paesaggi / vedute ed è accompagnata da un catalogo edito da Silvana Editoriale, curato da Annamaria Bava, Riccardo Passoni e Rischa Paterlini, che include tutte le riproduzioni delle opere in mostra e testi di approfondimento.

    La Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro Onlus opera dal 1986 e grazie alla generosità di oltre tre milioni di sostenitori – privati, associazioni, fondazioni, imprese e istituzioni del territorio – ha realizzato un grande progetto: l’Istituto di Candiolo IRCCS, che con il quotidiano impegno di medici, ricercatori, infermieri e tecnici è divenuto un centro oncologico di eccellenza e di rilievo internazionale al servizio di tutta la comunità. La Fondazione taglia quest’anno il traguardo dei 35 anni di attività dando avvio a un piano di ampliamento dell’Istituto che nei prossimi anni metterà a disposizione di pazienti, medici e ricercatori nuovi spazi di cura e di ricerca.

    GAM – GALLERIA CIVICA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA | Via Magenta, 31 – 10128 Torino 

    Informazioni e orari di apertura: https://www.gamtorino.it/it 

  • SUL PRINCIPIO DI CONTRADDIZIONE
    Francesco Barocco, Riccardo Baruzzi, Luca Bertolo, Flavio Favelli, Diego Perrone

    5 maggio — 3 ottobre 2021
    GAM — Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea Torino

    “Non è un tema, né un linguaggio quello che unisce i cinque artisti presenti in questa esposizione. È piuttosto la presenza di uno spazio di possibilità all’interno delle loro opere, composte, quasi sempre, da almeno due elementi, da due o più nature, da due o più immagini non pienamente conciliabili tra loro e legate da un vincolo di ambiguità che talvolta diviene chiaro rapporto di contraddizione. La forza emotiva del loro lavoro, pur nella grande diversità del loro procedere, sembra nascere dalla vibrazione di quello spazio generato tra elementi che non possono compiutamente sovrapporsi, né coincidere in un’affermazione univoca, che continuano a scivolare l’uno sull’altro e a pretendere attenzione uno a dispetto dell’altro.

    Ciò che unisce questi cinque artisti è la capacità di tenere all’interno delle loro opere lo spazio che separa e congiunge più rappresentazioni e di riconoscere il loro sovrapporsi nel tempo, di accogliere nel corpo stesso dell’opera il cono d’ombra da cui provengono svelando l’inesauribilità delle immagini, il loro emergere continuo e ripetuto. Una inesauribilità che è anche consapevolezza della perdita. A ogni apparire qualcosa si chiarifica e qualcosa recede nel fondo, sparisce nel buio.

    È lo spazio della dimensione umana quello della contraddizione, dell’ambiguo sovrapporsi di opposti, dove ogni immagine conduce per mano la sua ombra, ogni parola porta con sé l’impossibilità di dire e ogni nuovo sorgere è un separare.

    Parlare di un principio di contraddizione, porre queste parole a titolo di una mostra è un gioco antinomico, provoca in chi lo legge l’istinto a correggere la frase riportandola alla sua formulazione aristotelica. Il principio che tutti noi conosciamo è quello di non contraddizione. E su quel principio si regge la costruzione del pensiero su cui si fonda l’argomentazione logica e la solidità della scienza il cui progresso è stato determinato per esclusione di teorie contrapposte. L’accoglimento della contraddizione può sembrare una libertà che l’arte può rivendicare per amore di bizzarria, una libertà contro la ragione. Le due strade, quella del mito e quella del logos si sono divaricate all’inizio della filosofia, da una parte un racconto molteplice, indefinitamente variato e intessuto di una polisemia di simboli, dall’altra la logica e l’esercizio della dialettica che ad ogni bivio impongono una scelta, un vero e un falso. Eppure le odierne teorie scientifiche e filosofiche, dalla fisica quantistica alla logica paraconsistente e al dialeteismo, ci pongono a confronto con la contraddizione ammettendo all’interno dei loro campi la sovrapposizione e la compresenza di verità opposte, di determinazioni contrarie. Anche questo ci offre una piccola conferma che lo spazio di ambiguità e di vibrazione di significati inconciliati che le opere di questi cinque artisti ci presentano sia un luogo in cui vale la pena sostare: luogo della consapevolezza, della irrisolta condizione umana e spazio di pensiero che ci proietta all’indietro nel tempo, verso i dualismi originari propri di ogni cultura, e in avanti, verso le nuove rappresentazioni del mondo che più progrediscono e più si scoprono antiche.

    Molteplici sono le ragioni per le quali il lavoro di ciascun artista è stato considerato necessario all’esposizione e più complesse di quanto possa essere accennato qui in poche righe, ma certo le riflessioni che hanno preceduto questa mostra nascono in risposta all’immaginario di Flavio Favelli (Firenze, 1967), delle sue composizioni architettoniche fatte di note impassibili e insieme di echi viscerali, dei suoi retri di specchio che imprigionano le immagini invece di rifletterle, della sua capacità di far riemergere dal fondo del tempo la tragicità di avvenimenti storici insieme all’apparente leggerezza delle pubblicità che li accompagnarono sulle pagine dei giornali, di mostrarci come la memoria tenga insieme gli uni e le altre, per scoprire poi che, tra i due elementi, il vero geroglifico, l’immagine sprofondata in un tempo lungo e immutabile, non è l’avvenimento storico ma il simbolo pubblicitario. 

    Allo stesso modo, le ragioni di questa mostra si sono formate di fronte alle Veroniche di Luca Bertolo (Milano, 1968), indugiando sulla loro ostensione fatta di nascondimento, considerando la bellezza dei suoi dipinti paradossalmente protetta sotto tracce sfiguranti di spray, le sue eclettiche scelte stilistiche fatte in contrasto con l’oggetto del quadro, le sue ambigue superfici pittoriche composte di piani che paiono scivolare gli uni sugli altri contraddicendosi. 

    La mostra nasce pensando al lavoro di Diego Perrone (Asti, 1970) perché guardare una sua scultura di vetro significa guardare un volume e insieme un vuoto, un buco nello spazio dove lo sguardo a tratti passa attraverso e a tratti si arresta sua materia, sul dettaglio definito del bassorilievo, mentre l’attenzione corre già alle lingue di colore acceso che non coincidono con le figure scolpite, ma vi si sovrappongono. E mentre il nostro sguardo è catturato da queste diverse lusinghe, il peso del nostro corpo e le sculture col loro basamento fluttuano su un ulteriore piano: un pavimento reso liquido e instabile dalla presenza di altre immagini, di altri colori.

    Il pensiero dell’indecidibile si è nutrito dell’osservazione delle opere di Francesco Barocco (Susa, 1972) dell’impossibilità di dire se i suoi disegni di nera grafite siano il fondo oscuro da cui emerge il bianco della sua scultura o se siano le ombre a posarsi sul gesso per animarne il corpo in diverse presenze. Così come si è nutrito del suo non-finito fatto di perdita e insieme di possibilità, dei suoi titoli di altre opere incisi sulle sue opere, a evocare altre immagini, altri tempi, altri artisti.

    Così come quel medesimo pensiero ha trovato nuove conferme, nuovo terreno di riflessione, nelle trasparenze di Riccardo Baruzzi (Lugo, 1976), nelle sue tele fatte di figure abitate da altre figure, di contorni che si sovrappongono in uno spazio contraddittorio, di sfondi profondi e senza tempo da cui emergono immagini sempre sul punto di dissolversi nuovamente. Il suo immaginario si nutre della conoscenza dell’arte passata così come di forme di decorazione popolare e l’apparente contrasto si scioglie nella leggerezza di una pratica che si muove libera tra la linea pittorica, il disegno digitale, il riverbero sonoro e l’azione performativa.”    Elena Volpato

    La mostra è accompagnata da un catalogo pubblicato da Viaindustriae

    GAM – GALLERIA CIVICA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA | Sala del Contemporaneo, piano -1 | 

    Via Magenta, 31 – 10128 Torino 

    Per informazioni e orari di apertura: https://www.gamtorino.it/it

  • Per tutto il mese di aprile purtroppo la GAM resterà ancora chiusa al pubblico. In attesa della riapertura abbiamo allestito nuove mostre, già pronte per essere visitate, e lavorato per garantire un ricco programma di visite guidate virtuali alle collezioni, attività online per le famiglie e, sui nostri canali social, gli approfondimenti e le curiosità sulle nuove esposizioni e quelle in corso.

    Continuate a seguirci su InstagramYoutube e Facebook.

    Nell’attesa di rivederci presto in museo con le nuove mostre!

    LE NUOVE MOSTRE

    Testo alternativo

    VIAGGIO CONTROCORRENTE

    Arte italiana 1920-1945

    dalle collezioni Giuseppe Iannaccone, della GAM e dei Musei Reali di Torino

    in favore della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro

    La GAM ha allestito una mostra dedicata a un periodo storico molto intenso per l’arte italiana, tra la fine della prima e il termine della Seconda Guerra Mondiale: 25 anni di storia raccontati con circa 130 opere attinte dal patrimonio del museo e da alcune opere scelte dalla Galleria Sabauda, facendo ruotare le due raccolte pubbliche intorno a una significativa selezione di 75 capolavori dalla ricca collezione privata dell’Avvocato Giuseppe Iannaccone di Milano.

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    SUL PRINCIPIO DI CONTRADDIZIONE

    Francesco Barocco, Riccardo Baruzzi, Luca Bertolo, Flavio Favelli,

    Diego Perrone

    Non è un tema, né un linguaggio quello che unisce i cinque artisti presenti in questa esposizione. È piuttosto la presenza di uno spazio di possibilità all’interno delle loro opere, composte, quasi sempre, da almeno due elementi, da due o più nature, da due o più immagini non pienamente conciliabili tra loro e legate da un vincolo di ambiguità che talvolta diviene chiaro rapporto di contraddizione.

    La mostra è accompagnata da un catalogo pubblicato da Viaindustriae

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    ANCORA LUCE. LUIGI NERVO

    Nell’ambito del public program del progetto Luci d’artista – XXIII edizione

    La GAM è in attesa di aprire al pubblico, negli spazi dell’Educational Area, la mostra dedicata a Luigi Nervo pensata e organizzata dal Dipartimento Educazione GAM insieme alla Circoscrizione 5, nell’ambito della XXIII edizione di Luci d’Artista promossa dalla Città di Torino.

    Aprirà anche una seconda esposizione dedicata al maestro, allestita negli spazi del Centro Civico della Circoscrizione 5, nel territorio dove Nervo ha lavorato e vissuto. Intanto sono disponibili sui nostri canali social le interviste ai curatori e diversi approfondimenti.

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    LE MOSTRE IN CORSO

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    ALIGHIERO BOETTI

    La VideotecaGAM ospita la mostra dedicata ad Alighiero Boetti, realizzata in collaborazione con l’Archivio Storico della Biennale di Venezia.

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    PHOTO ACTION PER TORINO 2020

    Nello spazio Wunderkammer è allestita Photo Action per Torino 2020 per contribuire al fondo Covid19 in favore di UGI Onlus.

    Scopri di più

    In attesa di poter riaprire le mostre seguite gli approfondimenti sui nostri canali InstagramYoutube e Facebook.

    Le attività e i Laboratori

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    Il mistero del quadro scomparso

    gioco online per le famiglie

    da sabato 10 aprile

    Vi piacciono gli enigmi? Vi proponiamo una nuova sfida: collegandosi a questo link (la pagina sarà attiva dal 10 aprile) potrete partecipare ad una ESCAPE ROOM virtuale davvero unica!

     

    Per farlo, sarà necessario acquistare il video “I materiali dell’arte” al seguente link e guardarlo attentamente per scovare tutti gli indizi!

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    Semplicemente carta

    Attività online per le famiglie

    Domenica 11 aprile alle 15.00

    Il gusto per il magico, la fiaba e il sorprendente sarà lo spunto per l’attività Semplicemente carta. Con materiali come carta, cartoncini, colori e fermacampioni si costruiranno ingegnosi marchingegni semimobili che ricorderanno gli automi o le macchine gioco che Luigi Nervo costruiva per i suoi racconti teatrali e per i bambini delle scuole portando ovunque gioia e divertimento.
    L’acquisto del laboratorio a questo LINK

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    COLORS

    PLATINUM.  Valore, rarità e unicità nell’arte

    Visita virtuale in collaborazione con OFT

    23 e 24 aprile

    Anche quest’anno Fondazione Torino Musei, OFT – Orchestra Filarmonica di Torino e Abbonamento Musei propongono il progetto di collaborazione che avvicina il pubblico dell’arte a quello della musica e viceversa. Ogni venerdì e ogni sabato precedente i concerti del martedì, i musei organizzano una visita guidata che si ispira alla tematica – COLORS – proposta dall’Orchestra Filarmonica.

    Scopri di più

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    CONNESSIONI D’ARTE

    Visite virtuali alle collezioni del Novecento

    5-18-25 aprile

    Il percorso guidato consente al visitatore di soffermarsi nei diversi ambienti del museo, cogliendo l’aspetto d’insieme delle sale e delle opere, per proseguire con la descrizione di dipinti, sculture e installazioni attraverso video e fotografie esclusive. Visite guidate on-line

    Testo alternativo

    IN ONDA

    Sulla piattaforma digitale di Fondazione Torino Musei sono disponibili contenuti didattici destinati alle scuole e alle famiglie.

    Curati dal Dipartimento Educazione della GAM e dai Servizi Educativi del MAO e di Palazzo Madama, contengono video per realizzare i laboratori costruiti sul patrimonio dei musei. Sono forniti kit con il materiale necessario alla realizzazione delle attività.

  • Il gruppo di lettura del Circolo dei lettori incontra le collezioni della GAM

    Il martedì alle 19.00: Movimenti, protagonisti e fatti d’arte dal secolo scorso a oggi con Luca Beatrice

    Il mercoledì alle 16.00: Visita guidata a tema nelle sale della collezione del ’900 alla GAM

    Dal 16 febbraio al 3 marzo

    Insieme alla Fondazione Circolo dei lettori, la GAM offre la possibilità di seguire visite guidate in museo legate alle tematiche affrontate il giorno prima nel gruppo di lettura guidato da Luca Beatrice, a tu per tu con le opere d’arte esposte.

    Ogni martedì sera il gruppo di lettura, scandito in episodi, ripercorre movimenti, protagonisti e fatti d’arte che attraversano il ‘900. Il mercoledì alle 16.00 coloro che hanno seguito la lezione potranno partecipare alla visita alle rinnovate collezioni del Novecento: Il primato dell’opera, della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea e scoprire da vicino gli artisti e le opere di cui si è discusso.

    Il programma:

    –      martedì 16 febbraio h 19-20

    Dal Secondo Futurismo al ritorno alla pittura

    Negli Anni ’20 alla ricerca avanguardista dei seguaci di Marinetti & c. si sovrappone una figurazione sobria, che non scende a patti con la propaganda del regime. Sono i Sei di Torino, cresciuti nell’egida di Felice Casorati.

    –     mercoledì 17 febbraio h 16

    Visita guidata a tema alle collezioni GAM

    –         martedì 23 febbraio h 19-20

    Eccentrici, visionari, informali

    Torino città di luci e ombre, dietro l’apparente rigore si alimenta di figure misteriose e di difficile lettura. Parliamo di Carol Rama, Carlo Mollino, Italo Cremona, Luigi Carluccio, Piero Ruggeri, Riccardo Gualino e altri protagonisti.

    –         mercoledì 24 febbraio h 16

    Visita guidata a tema alle collezioni GAM

    –         martedì 2 marzo h 19-20

    L’Arte Povera e gli “altri” Anni Sessanta

    Nel 1967 l’Arte Povera anticipa l’età della contestazione e dei grandi cambiamenti. Ma gli anni ’60 sono molto più complessi e articolati: la pop, il design, la pittura monocroma per una Torino laboratorio di sperimentazioni.

    –     mercoledì 3 marzo h 16

    Visita guidata a tema alle collezioni GAM

    Gruppo di lettura con Luca Beatrice:

    abbonamento 4 incontri € 30

    acquisti su vivaticket.it

    Visite guidate alle collezioni GAM:

    a cura di Theatrum Sabaudiae

    Prenotazione obbligatoria, disponibilità fino ad esaurimento posti.

    Costo: 6 € a visita per partecipante

    Costi aggiuntivi: biglietto di ingresso al museo; gratuito per possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte. Appuntamento 15 minuti prima dell’inizio

    Prenotazioni allo 011 5211788, oppure scrivendo a info@arteintorino.com

    Acquista la tua visita

  • La GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino apre la stagione espositiva del 2020 inaugurando la grande retrospettiva Helmut Newton. Works, promossa da Fondazione Torino Musei e prodotta da Civita Mostre e Musei con la collaborazione della Helmut Newton Foundation di Berlino.
    Il progetto espositivo è a cura di Matthias Harder, direttore della fondazione tedesca, che ha selezionato 68 fotografie con lo scopo di presentare una panoramica, la più ampia possibile, della lunga carriera del grande fotografo che sin dagli inizi non ha mai smesso di stupire e far scalpore per i suoi concetti visivi veramente unici. Il risultato è un insieme di opere non solo particolarmente personali e di successo, ma che hanno raggiunto un pubblico di milioni di persone anche grazie alle riviste e ai libri in cui sono apparse, e alle mostre delle sue foto.

    “La fotografia di Helmut Newton, che abbraccia più di cinque decenni, sfugge a qualsiasi classificazione e trascende i generi, apportando eleganza, stile e voyeurismo nella fotografia di moda, esprimendo bellezza e glamour e realizzando un corpus fotografico che continua a essere inimitabile e ineguagliabile”, afferma Matthias Harder.

    Nel percorso di mostra si spazia dagli anni Settanta con le numerose copertine per Vogue, sino all’opera più tarda con il bellissimo ritratto di Leni Riefenstahl del 2000, offrendo la possibilità ai visitatori di comprendere fino in fondo il suo lavoro come mai prima d’ora.

    Quattro sezioni che rendono visibile come in questo lungo arco di tempo, Newton abbia realizzato alcuni degli scatti più potenti e innovativi del suo tempo. Numerosi ritratti a personaggi famosi del Novecento, tra i quali Andy Warhol (1974), Gianni Agnelli (1997), Paloma Picasso (1983), Catherine Deneuve (1976), Anita Ekberg (1988), Claudia Schiffer (1992) e Gianfranco Ferré (1996). Delle importanti campagne fotografiche di moda, invece, sono esposti alcuni servizi realizzati per Mario Valentino e per Thierry Mugler nel 1998, oltre a una serie di importanti fotografie, ormai iconiche, per le più importanti riviste di moda internazionali.

    L’obiettivo di Newton aveva la capacità di scandagliare la realtà che, dietro il gesto elegante delle immagini,permetteva di intravedere l’esistenza di una realtà ulteriore, che sta allo spettatore interpretare.

    “Helmut è un gran manipolatore. Sa esattamente quello che vuole ed è implacabile nel cercare di ottenerlo sulla pellicola. Gli piace la teatralità della fotografia. Le modelle diventano le sue creature, i suoi personaggi” (June Newton)
    La fotografia di moda, ad esempio, non solo descrive ma ridefinisce lo spirito dei tempi, mira a raccontare con le immagini storie emozionanti e sorprendenti, compito per il quale Newton si è sempre mostrato all’altezza spingendosi sempre oltre la normale prassi, intrecciando una narrazione parallela, talvolta tinta di surrealismo o di suspense, travalicando i tradizionali approcci narrativi, è intrisa non solo di lussuosa eleganza e sottile seduzione, ma anche di riferimenti culturali e di un sorprendente senso dell’umorismo.

    Il chiaro senso estetico di Newton pervade tutti gli ambiti della sua opera, oltre alla moda, anche nella ritrattistica e nella fotografia di nudi. Al centro di tutto le donne. Ma l’interazione tra uomini e donne è un altro motivo frequente della sua opera.

    “La moda è stato il mio primo desiderio, sin da ragazzo. E, ovviamente, volevo diventare un fotografo di Vogue” (Helmut Newton).

    Newton era in grado di trasformare luoghi banali in palcoscenici teatrali dai forti contrasti o particolarmente minimalisti per i suoi scenari assolutamente non convenzionali: “Non m’interessa il buon gusto. (…) Mi piace essere l’enfant terrible” (Helmut Newton).

    Uno dei set fotografici preferiti era il garage del suo condominio a Monaco, con modelle e auto parcheggiate disposte a formare un dialogo visivo.
    Helmut Newton morì improvvisamente il 23 gennaio 2004 a Los Angeles, prima di poter assistere alla completa realizzazione della Fondazione a lui dedicata.

    Helmut Newton Works è il titolo del grande volume edito da Taschen che comprende anche le foto esposte in mostra e ne rappresenta idealmente il catalogo.

    Foto di copertina

    Helmut Newton / Marlene Dietrich, Hollywood ©Helmut Newton Estate

     

  • Si è conclusa ieri, domenica 24 marzola mostra I MACCHIAIOLI Arte italiana verso la modernità allestita nelle sale della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, organizzata e promossa da Fondazione Torino Musei, GAMTorino e 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, a cura di CristinaAcidini e Virginia Bertone, con il coordinamento tecnico-scientifico di Silvestra Bietoletti e Francesca Petrucci.

    L’esposizione, che ha presentato circa 80 opere provenienti dai più importanti musei italiani, enti e collezioni private,è stata visitata in questi mesi da : .  Un ricco racconto artistico sulla storia del movimento della Macchia, dalle origini al 1870, con affascinanti confronti con i loro contemporanei italiani.

    La mostra ha visto la collaborazione dell’Istituto Matteucci di Viareggio e ha permesso non solo di ammirare capolavori assoluti della pittura macchiaiola, ma di permetterne una migliore comprensione del movimento macchiaiolo, sottolineando il dialogo che ha unito gli artisti divarie parti d’Italia nella ricerca tesa alla modernità.

     

  • UNA MOSTRA IN QUATTRO DATE: PARIGI 1855, TORINO 1861, FIRENZE 1867, TORINO 1926

    Il 5 dicembre l’Associazione Amici della Biblioteca d’Artedà avvio alla sua attività con un ciclo di incontri che avrà al centro la Biblioteca della Fondazione Torino Museie il suo patrimonio di libri, documenti e fotografie, strumenti fondamentali per lo storico dell’arte nel suo rapporto con le opere.

    Le mostre, le ricerche, i libri faranno da filo conduttore delle conversazioni, con l’intento di aprirsi alla cittadinanza, facendo scoprire la Biblioteca e avvicinandola a un lavoro, quello dello storico dell’arte e del curatore, molto concreto e dentro la realtà quotidiana, più di quanto si possa pensare.

    Primo appuntamento:

    Presentazione della mostra I Macchiaioli. Arte italiana verso la modernità

    Una mostra in quattro date: Parigi 1855, Torino 1861, Firenze 1867, Torino 1926.

    Intervengono Virginia Bertone e Silvestra Bietoletti

    Inaugurata lo scorso 25 ottobre, la mostra I Macchiaioli. Arte italiana verso la modernità sta riscuotendo un considerevole interesseda parte del pubblico, superando in sole 3 settimane le 27.000 presenze. Silvestra Bietoletti e Virginia Bertone svelano alcuni aspetti dell’impegnativo lavoro di preparazione: la scelta delle opere considerate irrinunciabili, il taglio critico che rinnova la tradizionale presentazione dell’esperienza dei macchiaioli, gli accordi stipulati tra i musei per alcuni tra i prestiti più delicati e infine il contributo della nostra Biblioteca d’Arte: il tutto attraverso quattro date, che rappresentano gli snodi cruciali del percorso.

  • Gli antefatti, la nascita e la stagione iniziale e più felice della pittura macchiaiola, ossia il periodo che va dalla sperimentazione degli anni Cinquanta dell’Ottocento ai capolavori degli anni Sessanta, saranno i protagonisti della mostra che per la prima volta alla GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino valorizzerà il dialogo artistico tra Toscana, Piemonte e Liguria nella ricerca sul vero.

    “I macchiaioli. Arte italiana verso la modernità”, organizzata e promossa da Fondazione Torino Musei, GAM Torino e 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, a cura di Cristina Acidini e Virginia Bertone, con il coordinamento tecnico-scientifico di Silvestra Bietoletti e Francesca Petrucci, vede la collaborazione dell’Istituto Matteucci di Viareggio e presenta circa 80 opere provenienti dai più importanti musei italiani, enti e collezioni private, in un ricco racconto artistico sulla storia del movimento, dalle origini al 1870, con affascinanti confronti con i loro contemporanei italiani.

    L’esperienza dei pittori macchiaioli ha costituito uno dei momenti più alti e significativi della volontà di rinnovamento dei linguaggi figurativi, divenuta prioritaria alla metà dell’Ottocento. Fu a Firenze che i giovani frequentatori del Caffè Michelangiolo misero a punto la ‘macchia’.

    Questa coraggiosa sperimentazione porterà a un’arte italiana “moderna”, che ebbe proprio a Torino, nel maggio del 1861, la sua prima affermazione alla Promotrice delle Belle Arti. Negli anni della sua proclamazione a capitale del Regno d’Italia, Torino visse una stagione di particolare fermento culturale. È proprio a questo periodo, e precisamente nel 1863, che risale la nascita della collezione civica d’artemoderna – l’attuale GAM – che aveva il compito di documentare l’arte allora contemporanea.

    A intessere un proficuo dialogo con la pittura macchiaiola è la prestigiosa collezione ottocentescadella GAM, che favorisce un’inedita occasione di studio. In questa prospettiva un’attenzione particolare viene restituita ad Antonio Fontanesi, nel bicentenario della nascita, agli artisti piemontesi della Scuola di Rivara (Carlo Pittara, Ernesto Bertea, Federico Pastoris e AlfredoD’Andrade) e ai liguri della Scuola dei Grigi (Serafino De Avendaño, Ernesto Rayper), individuando nuovi e originali elementi di confronto con la pittura di Cristiano Banti, Giovanni Fattori, Telemaco Signorini, Odoardo Borrani, protagonisti di questa cruciale stagione artistica.

    A cura di: Cristina Acidini, Virginia Bertone Coordinamento tecnico-scientifico: Silvestra Bietoletti, Francesca Petrucci

  • Gallery Conferenza Stampa

    A Guttuso è dedicata la mostra Renato Guttuso. L’arte rivoluzionaria nel cinquatesimo del ‘68

    Nei giorni seguenti alla morte di  Togliatti Guttuso  scriveva di sentire la necessità di dipingere un quadro sui funerali. Lo realizzo solo 8 anni dopo.

    Ritrasse gli amici di Togliatti, i compagni di partito, il popolo delle bandire rosse, ma anche: Dimitrovv, Stalin Lenin un’opera monumentale  che divenne  l’opera manifesto dell’artista.

    Curata da Pier Giovanni Castagnoli, con la collaborazione degli Archivi Guttuso, la mostra raccoglie e presenta circa 60 opere provenienti da importanti musei e collezioni pubbliche e private europee. Primeggiano alcune delle più significative tele di soggetto politico e civile dipinte dall’artista lungo un arco di tempo che corre dalla fine degli anni Trenta alla metà degli anni Settanta.

    Nell’ottobre del 1967, cinquantesimo anniversario della rivoluzione d’ottobre, Renato Guttuso scriveva su Rinascita, rivista politico-culturale del Partito Comunista Italiano, un articolo intitolato Avanguardie e Rivoluzione, nel quale il pittore riconosceva alla rivoluzione il titolo inconfutabile e meritorio di essere stata il fondamento di una nuova cultura, con la quale profondamente sentiva di identificarsi e che lo induceva a chiudere il suo scritto con l’esplicita professione di fede: “L’arte è umanesimo e il socialismo è umanesimo”.

    Guttuso era stato, a partire dagli anni della fronda antifascista e tanto più nel secondo dopoguerra, un artista che, come pochi altri in Italia, si era dedicato con perseverante dedizione e ferma convinzione a ricercare una saldatura tra impegno politico e sociale ed esperienza creativa, nella persuasione che l’arte, nel suo caso la pittura, possa e debba svolgere una funzione civile e sia costitutivamente dotata di una valenza profondamente morale.

    A poco più di cinquant’anni dalla pubblicazione dell’articolo e nella ricorrenza del cinquantenario del ‘68, la GAM di Torino si propone di riconsiderare il rapporto tra politica e cultura, attraverso una mostra dedicata all’esperienza dell’artista siciliano, raccogliendo alcune delle sue opere maggiori di soggetto politico e civile.

    A partire da un dipinto quale Fucilazione in campagna del 1938, ispirato alla fucilazione di Federico Garcia Lorca, che a buon diritto può essere assunto a incunabolo di una lunga e ininterrotta visitazione del tema delle lotte per la libertà, per giungere alla condanna della violenza nazista, nei disegni urlati e urticanti del Gott mit uns (1944) e successivamente, dopo i giorni tragici della guerra e della tirannia, alle intonazioni di una reinventata epica popolare risuonanti in opere nuove per stile e sentimento come: Marsigliese contadina, 1947 o Lotta di minatori francesi, 1948.

    Un grande, ininterrotto racconto che approda, negli anni Sessanta a risultati di partecipe testimonianza militante, come in Vietnam (1965) o a espressioni di partecipe affettuosa vicinanza, come avviene, nel richiamo alle giornate del maggio parigino, con Giovani innamorati (1969) e più tardi, in chiusura della rassegna, a quel compianto denso di nostalgia che raffigura i Funerali di Togliatti (1972) e in cui si condensa la storia delle lotte e delle speranze di un popolo e le ragioni della militanza di un uomo e di un artista. “Nel secondo dopoguerra – afferma Carolyn Christov-Bakargiev Direttore della GAM – negli ambienti della cultura di sinistra si discuteva tra avanguardia formalista e realismo figurativo.

    Ci si chiedeva quale fosse più rivoluzionaria e quale più reazionaria. Oggi, paradossalmente, nell’era della realtà aumentata e della virtualità, la pittura di Guttuso può sembrarci tanto reale e materica quanto il mondo che stiamo perdendo”. A fronte dell’antologia di tali dipinti e in dialogo con essi, la mostra offre anche un repertorio variegato di opere di differente soggetto: ritratti e autoritratti, paesaggi, nature morte, nudi, vedute di interno, scene di conversazione.

    Quadri tutti coevi ai tempi di esecuzione dei dipinti di ispirazione politica e sociale, selezionati con il proposito di offrire indiscutibile prova dei traguardi di alta qualità formale conquistati da Guttuso nell’esercizio di una pittura che – afferma il curatore Pier Giovanni Castagnoli – “per comodità, potremmo chiamare pura, con l’intendimento di saggiare, attraverso il confronto dei diversi orizzonti immaginativi, l’intensità dei risultati raggiunti su entrambi i versanti ideativi su cui si è esercitato il suo impegno di pittore e poter consegnare infine all’esposizione, pur nel primato assegnato al cardine tematico su cui la mostra si incerniera, un profilo ampiamente rappresentativo della ricchezza dei registri espressivi presenti nel ricchissimo catalogo della sua opera e della poliedrica versatilità del suo estro creativo”.

    La mostra è accompagnata da un catalogo, edito da Silvana Editoriale, con saggi di Pier Giovanni Castagnoli, Elena Volpato, Fabio Belloni, Carolyn Christov-Bakargiev e un’antologia di scritti di Renato Guttuso.

    GAM – GALLERIA CIVICA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

    • Via Magenta, 31 –
    • 10128 Torino
    • tel. +39 011 4429518 – +39 011 4436907
    • email: gam@fondazionetorinomusei.it
    • www.gamtorino.it

    Orari di apertura

    • da martedì a domenica: 10.00 – 18.00, lunedì chiuso.
    • La biglietteria chiude un’ora prima.

    Biglietti

    Intero 12€ Ridotto 9€ Ingresso libero Abbonamento Musei e Torino Card info, prenotazioni e prevendita: www.ticketone.it

    Call center e info-line 011-0881178

     

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    La Giornata del Contemporaneo, promossa da AMACI, è la grande manifestazione organizzata ogni anno per portare l’arte del nostro tempo al grande pubblico.

    Anche per questa edizione la Giornata del Contemporaneo aprirà gratuitamente le porte dei 24 musei AMACI e di un migliaio di realtà in tutta Italia. Un programma multiforme che di anno in anno ha saputo regalare al grande pubblico un’occasione per vivere da vicino il complesso e vivace mondo dell’arte contemporanea, portando la manifestazione organizzata da AMACI a essere considerata lappuntamento annuale che ufficialmente inaugura la stagione dell’arte in Italia

    La GAM, museo associato AMACI partecipa alla tredicesima giornata del Contemporaneo offrendo l’ingresso gratuito per tutta la giornata di sabato 14 ottobre.

    L’accesso libero prevede la visita alle Collezioni permanenti e alle mostre in corso:

     

    Dalle bombe al museo 1942-1959 (che terminerà il 5 novembre)

    ARCHIVI 2 | 1960-1962 IL GIAPPONE A TORINO. Omaggio a Sofu Teshigahara (Giardino) installazione permanente 
    La mostra Strutture e stile alla GAM
    (Secondo piano) (che terminerà il 21 gennaio)

     

    GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea Torino

    Via Magenta 31, Torino

    orario: martedì – domenica 10.00-18.00 (la biglietteria chiude un’ora prima)

    Chiuso il lunedì

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