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  • GLI APPUNTAMENTI DI FEBBRAIO

    LA NUOVA ESPOSIZIONE

    CONGO ITALIA. RIPENSARE IL PASSATO
    3 – 27 febbraio 2023
    Piccola Guardaroba e Gabinetto Cinese
    (primo piano)

     

    In occasione del Black History Month Torino – Seconda edizione, Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica propone la mostra Congo Italia. Ripensare il passato, a cura di Palazzo Madama, del Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino e del Centro Interculturale della Città di Torino.
    L’esposizione presenta una selezione di sedici fotografie scattate da Carlo Sesti (1873-1954), un ingegnere, che dal 1900 al 1919 fu al servizio delle compagnie di costruzione delle linee ferroviarie dello Stato libero del Congo, poi Congo belga (1908-1960), oltre ad alcune figure di potere realizzate in legno dalle popolazioni Luba e Songye, che furono acquisite da un altro ingegnere, Tiziano Veggia (1893-1957), durante il suo soggiorno in Congo e donate nel 1955 al Museo Civico di Torino – Palazzo Madama.

     

     

    DA VISITARE

     

    TEXTILES ARE BACK
    la Sala tessuti del museo
    secondo piano

     

    LA PORTA DELLA CITTÀ.
    UN RACCONTO DI 2.000 ANNI
    Corte Medievale

     

     

    LE VISITE GUIDATE A CURA DI THEATRUM SABAUDIAE

    Visite guidate alle collezioni permanenti:
    tutti i sabati e domenica ore 15: Da porta romana a castello a museo
    Visite tematiche:
    5/02 ore 16.30 Tra Gotico e Rinascimento
    11/02 ore 16.30 Velluti, ricami, lampassi, banyan e marsine
    12/02 ore 16.30 Amore e mito. San Valentino fra gli dei
    18/02 ore 16.30 Venti dal Nord. L’influsso dell’arte fiamminga in Piemonte 
    19/02 ore 16.30 I fasti del Barocco
    25 e 26/02 ore 16.30 Legami metallici

     

     

    PIOMBO / SATURNO
    visita guidata in collaborazione con OFT Orchestra Filarmonica di Torino
    Sabato 4 febbraio ore 16.30

     

    Saturno, Krono per i greci, è la divinità che insegnò l’agricoltura all’umanità invitandola così a partecipare a una età di abbondanza e prosperità. Gli affreschi e gli stucchi settecenteschi di Palazzo Madama presentano a più riprese il tema del Tempo, personificato come vegliardo con la falce o raffigurato nelle sue molteplici e cicliche scansioni di stagioni e mesi, di alternanza tra il giorno e la notte.

     

    LE CONFERENZE LEGATE ALLA COLLEZIONE DI TESSUTI E MODA

    TEXTILES ARE BACK
    RADICI
    conferenza con Maria Paola Ruffino
    conservatore di Palazzo Madama

    mercoledì 15 febbraio ore 17

    L’arte della tessitura affonda le proprie radici nella preistoria. Lino e lana sono i materiali di più antica lavorazione in Europa, mentre la seta rimase per molti secoli un segreto ben protetto dalla Cina. I tessuti serici portarono nuove tecniche dall’Oriente e, finalmente, dal XII-XIII secolo l’industria della seta prese avvio in Italia. Ebbe così inizio la grande stagione delle manifatture italiane, i cui velluti operati e damaschi furono i tessuti più costosi e richiesti da ogni corte d’Europa.

     

    LE CONFERENZE BOTANICHE

    POMACEE
    PERO E MELO
    conferenza con Edoardo Santoro
    nell’ambito del ciclo
    Le piante nella storia del giardino

    lunedì 20 febbraio ore 17

    I pomi sono i frutti di una famiglia botanica, le pomacee, che include meli, peri, cotogne e nespole. Dai frutti citati nel Capitulare de Villis di Carlo Magno agli attuali cataloghi che comprendono varietà di ogni tipo, ci sono dieci secoli di storia della frutticoltura, che portano a scoprire come siano cambiate le abitudini alimentari oltre che di coltivazione, senza dimenticare il valore ornamentale e paesaggistico dei frutteti e in particolare dei meli, che oggi abbelliscono giardini, viali e cortili.

     

    ATTIVITÀ PER FAMIGLIE

    SEGUI IL FILO

    domenica 12 febbraio ore 11
    lunedì 20 febbraio ore 16

     

    Scopriamo la bellezza di stoffe, ricami e abiti attraverso il nuovo allestimento della Sala Tessuti di Palazzo Madama per cogliere gli effetti visivi e tattili di un filo teso, accostato o intrecciato con altri. I soggetti ricamati, le forme degli abiti e degli accessori offriranno lo spunto per creare una piccola opera d’arte fatta di filo.

     

    SAN VALENTINO AL MUSEO

    Anche quest’anno Palazzo Madama invita i visitatori a festeggiare il San Valentino all’insegna dell’arte, offrendo 2 ingressi al costo di uno alle collezioni permanenti per le persone che si presenteranno in coppia (coniugi, fidanzati, genitori e figli, amici o parenti) nella giornata di lunedì 13 febbraio

     

    Orari di apertura del museo:
    Lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18.
    Martedì chiuso.  La biglietteria chiude un’ora prima. Ultimo ingresso ore 17.
    La prenotazione è consigliata, ma non obbligatoria: Theatrum Sabaudiae via mail ftm@arteintorino.com o al numero +39 011 5211788
    Prevendita: TicketOne
  • Moda e Rivoluzione

     

     

    Le riviste di moda femminile sono rivoluzionarie.

    Tra le più geniali invenzioni dell’Ottocento ci sono le riviste femminili. La rigida società del XIX secolo imponeva alle donne di prendere distanza da questioni politiche, dagli affari economici, da tutti i dibattiti sociali.

    Queste cose erano materia per soli uomini.

    Alle donne era relegato il ruolo di angeli del focolare e silenziose accompagnatrici dei consorti. Ma l’ingegno femminile non si è lasciato vincere e ha trovato altri modi di esprimersi, in particolare quelle “innocue” letture specializzate che le signore sfogliavano al sicuro nel salotto di casa.

     

     

    Nella seconda metà dell’Ottocento in Italia si diffondono moltissimi periodici a stampa che sono spesso settimanali, mensili e bimestrali, confezionati per le colte signore nobili e borghesi che volevano rimanere aggiornate su quello che succedeva nel mondo.

    Spesso le riviste nascevano nei principali centri culturali italiani come Torino, Milano, Venezia, Parma, Bologna, Roma, Napoli e Palermo.

    “La donna” è una delle più importanti pubblicazioni femminili italiane di quell’epoca. Si rivolgeva a un pubblico femminile borghese con rubriche sulla cura della casa, la bellezza e l’igiene. Si occupava di temi culturali e di attualità con rubriche di letteratura, musica, teatro, arte e diritti femminili. E naturalmente largo spazio era dedicato alla moda

    Nella mostra “Moda e Pubblicità” alla Villa dei Capolavori c’è anche una selezione di riviste femminili appartenute ad Eugenia Rocca, madre di Luigi Magnani. Tra queste anche diversi numeri di “La Donna” corredati di splendide illustrazioni.

    Mostra Moda e Pubblicità in Italia:

    📍via Fondazione Magnani Rocca 4 Mamiano di Traversetolo (Parma). 10 Settembre ― 11 Dicembre 2022. Aperto anche 8 dicembre.

    📍Orari Dal martedì al venerdì continuato 10-18 (la biglietteria chiude alle 17) – sabato, domenica e festivi continuato 10-19 (la biglietteria chiude alle 18). Lunedì chiuso.

    📍Prezzi € 12,00 valido anche per le raccolte permanenti € 10,00 per gruppi di almeno quindici persone € 5,00 per le scuole

    📍VISITE GUIDATE DEL WEEKEND –  È possibile prenotare una visita guidata alla mostra e agli Armadi Segreti della Villa. SABATO 16.00, DOMENICA 11.30 – 15.30 – 16.30 Informazioni e prenotazioni gruppi: tel. 0521 848327 / 848148 info@magnanirocca.it.

     

    Se ami la moda non perderti Capucci al Labirinto della Masone

     

     

    Fino all’8 gennaio 2023 al Labirinto della Masone di Fontanellato c’è una mostra dedicata ad Roberto Capucci, un genio senza paragoni della moda e dello stile italiano, ammirato in tutto il mondo e le cui creazioni sono tutt’oggi esposte nei maggiori musei.
     
    La mostra ”Seriche Armature” vuole celebrare la carriera di Antonio Capucci sotto diversi aspetti, affiancando i suoi abiti alle opere d’arte della collezione, creando così dialoghi imprevisti ed inediti e nuove suggestioni artistiche dall’effetto incredibile.

    Tutti i visitatori della mostra “Moda e Pubblicità” alla fondazione Magnani-Rocca hanno uno sconto di 3€ sulla sul biglietto intero del Labirinto della Masone e della mostra “Seriche Armature”.

     

    Lo scandalo del Sacco di Alberto Burri

     

     

    È una sera del 1960 e Luigi Magnani è molto combattuto…

    Il suo pensiero ondeggia tra la soddisfazione per l’acquisto di un “Sacco” di Alberto Burri del 1954 e il timore di “scandalizzare” Giorgio Morandi che sarebbe venuto in visita alla Villa di Mamiano il giorno successivo, e quasi arriva a pensare di toglierlo dal muro per nasconderlo al pittore.

    Alla fine il “Sacco” rimase dove si trovava, e Morandi, di fronte all’opera, si complimentò con Magnani, evidenziando con grande sensibilità e senso critico una caratteristica che non era ancora tra quelle più riconosciute all’opera di questo grande maestro: il massimo rigore progettuale e spaziale.

    Il “Sacco” è ancora esposto tra le opere più preziose della Collezione permanente della Fondazione Magnani-Rocca, insieme ad opere di grandi Maestri di tutti i tempi, ed è affiancato anche da una piccola e stupefacente “Combustione” donata a Magnani proprio da Alberto Burri nel 1961.

    Nel biglietto della mostra “Moda e Pubblicità” è compreso anche l’accesso alle sale della Collezione Permanente e agli Armadi Segreti di Casa Magnani, testimonianza di un passato magnifico che ancora si respira nelle sale della Villa.

  • Nel Museo della Moda e del Costume, si può ammirare una nuova mostra/allestimento, ideata e curata da Patricia Lurati, con il coinvolgimento diretto della Galleria di arte moderna di Palazzo Pitti, dalla quale provengono dipinti e sculture inseriti nel percorso espositivo.

    Questo si sviluppa mettendo in evidenza le corrispondenze tra le creazioni di stilisti-artisti e artisti-couturiers  operosi dagli anni Trenta del Ventesimo secolo fino ai giorni nostri, sottolineando i diversi linguaggi che si sono avvicendati: un periodo denso di grandi rivolgimenti dei codici estetici e figurativi.

    Il titolo scelto fa subito avvertire la novità del metodo: “Tracce. Dialoghi ad arte” evoca infatti, e riporta alla nostra attenzione voci perdute, o rese ormai silenziose da una griglia interpretativa prevedibile.

    La mostra allestita nel Museo della Moda e del Costume, invece, rivoluziona i criteri espositivi finora seguiti per questo genere di eventi: le opere esposte – 107 tra abiti, accessori, dipinti e sculture – non si configurano più per “categorie dominanti” e silenziosi “arredi a commento”, ma dialogano attivamente. Tutti gli elementi presenti diventano protagonisti, rapportandosi gli uni con gli altri, e quindi con la loro stessa immagine riflessa negli specchi che caratterizzano l’allestimento, creando un suggestivo e coinvolgente effetto di dilatazione degli spazi, di replica delle linee e dei colori degli abiti, oltre che di amplificazione delle luci che ne esaltano le forme. La presentazione degli abiti e delle opere d’arte non è precisamente cronologica, perché vuole essere un invito ad una loro diversa lettura, che privilegi le corrispondenze formali, oltre ad evidenziare analogie di ambito culturale. Si è ricercata quindi una corrispondenza di segni e decori fra i capi stessi e tra questi e i dipinti e le sculture esposte nelle varie sezioni.

    Con l’occasione è stata presentata alla stampa anche il nuovo deposito degli abiti e del tessile della vasta collezione del Museo della Moda e del Costume, che si trova sempre a Palazzo Pitti, nella nuova ala adiacente al primo deposito.

    “L’occasione della presentazione del nuovo deposito per la custodia delle collezioni di moda – dichiara Andrea Cavicchi, Presidente del Centro di Firenze della Moda Italiana e della Fondazione Pitti Immagine Discovery– è un passaggio fondamentale nel percorso di collaborazione tra CFMI, Pitti Immagine e Fondazione Pitti Discovery, con le Gallerie degli Uffizi. In questi due anni di lavoro insieme, oltre ad aver realizzato la mostra monografica di Karl Lagerfeld e il Museo effimero della Moda, curata da Olivier Saillard, abbiamo lavorato alla creazione di una struttura permanente per la conservazione e la valorizzazione della Moda contemporanea”.

    Il Direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt afferma che “i nuovi depositi, realizzati con il contributo finanziario del Centro Fiorentino per la Moda Italiana, di Pitti Immagine e della Fondazione Pitti Discovery, dal punto di vista tecnologico sono assolutamente all’altezza di quelli degli altri grandi musei della moda al mondo. E sono un’ennesima prova che la tutela e la diffusione della cultura traggono immenso beneficio dall’aprirsi dei musei ad altre realtà: la collaborazione delle Gallerie degli Uffizi con l’ambiente produttivo delle aziende toscane, e di queste in particolare, ha portato novità e idee in città, ma anche risultati pratici evidenti, tra i quali i nuovi depositi. Ciascuna entità trae spinta dall’altra, in un dialogo fattivo e utile per tutti, così come nella mostra Tracceogni oggetto viene valorizzato dal confronto intelligente – e spesso inaspettato – con  le altre opere”.

    L’esposizione, promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e dalle Gallerie degli Uffizi con Firenze Musei, è corredata da un percorso virtuale accessibile nella sezione IperVisioni del sito web delle Gallerie degli Uffizi      Museo della Moda e del Costume – Palazzo Pitti – Firenze

    Opera Laboratori Fiorentini – Civita

     

     

  • La mostra documenta la vita e le azioni di due donne che impressero un forte sviluppo alla società e alla cultura artistica nello stato sabaudo tra il 1600 e il 1700: Cristina di Francia (Parigi 1606 – Torino 1663) e Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours (Parigi 1644 – Torino 1724). Due figure emblematiche della storia europea, che esercitarono il loro potere declinato al femminile per affermare e difendere il proprio ruolo e l’autonomia del loro StatoLe azioni politiche e le committenze artistiche delle Madame Reali testimoniano la ferma volontà di fare di Torino una città di livello internazionale, in grado di dialogare alla pari con Madrid, Parigi e Vienna.

    Con oltre 120 opere, tra dipinti, oggetti d’arte, arredi, tessuti, gioielli, oreficerie, ceramiche, disegni e incisioni, la mostra ripercorre cronologicamente la biografia delle due Madame Reali e racconta le parentele che le collegano alle maggiori case regnanti europee, le loro azioni politiche e culturali, le scelte artistiche per le loro residenze, le feste sontuose, la moda e la devozione religiosa. L’allestimento sviluppa un itinerario attraverso la vita di corte in epoca barocca, negli stessi ambienti in cui vissero le due dame, documentate non solo nella loro immagine politica, ma anche in quella più intima e femminile.

    Cristina di Francia, le feste, i luoghi delle delizie, la difesa del potere.
    Cristina, o più esattamente Chrestienne de France, figlia del re di Francia Enrico IV di Borbone e di Maria de’ Medici, giunge da Parigi a Torino nel 1619 all’età di tredici anni, sposa di Vittorio Amedeo I di Savoia. La introduce in mostra una splendida serie di ritratti che costituiscono il suo album di famiglia: i genitori, sovrani di Francia; il fratello Luigi XIII, salito al trono nel 1610 in seguito all’assassinio del padre, e la sorella Enrichetta Maria, regina d’Inghilterra sposa di Carlo I Stuart. Il matrimonio rinsalda l’alleanza tra il Piemonte e la Francia, rafforzando la posizione dei Savoia tra le Case reali d’Europa. Amante delle feste, Cristina conserva la tradizione spagnola dello zapato, celebrato nel giorno di San Nicola con lo scambio di ricchi regali, e inaugura a Torino la stagione dei balletti di corte su esempio di Parigi. Autore di molti testi e coreografie è il conte Filippo d’Aglié, presente in mostra in un bel ritratto inedito, cortigiano raffinato, suo amante e suo fedele consigliere. Cristina fa ampliare e arredare due residenze extra-urbane: il grandioso castello del Valentino, sul Po, e la Vigna in collina (ora nota come Villa Abegg). Accanto ai putti giocosi di Isidoro Bianchi, ai motti, agli emblemi eloquenti, tema onnipresente è la natura: dipinti di fiori e di animali, parati in cuoio, fiori ricamati e nature morte. Rimasta vedova nel 1637, Cristina assume la reggenza per il figlio minorenne Carlo Emanuele e si scontra con i Principi suoi cognati, Maurizio e Tommaso di Savoia-Carignano, sostenitori degli Spagnoli. La guerra civile si protrae fino al 1642, quando l’accordo fra la duchessa e i cognati è concluso col matrimonio della figlia Ludovica con lo zio, il Cardinal Maurizio. Cristina riesce a mantenere l’indipendenza del Ducato e del proprio potere, che cede formalmente al figlio nel 1648. Di fatto, però, continua a governare fino alla morte nel 1663.

    Maria Giovanna Battista, donna di pace, di carità, di grandi committenze. 
    Nipote di Enrico IV di Francia, Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours, dama di corte della regina di Francia, lascia nel 1665 la reggia di Luigi XIV, il Re Sole, per diventare duchessa di Savoia. Vedova dal 1675, Maria Giovanna Battista regge il ducato fino al 1684, quando il figlio Vittorio Amedeo II assume d’autorità il potere. Nel periodo in cui governa si trova a fronteggiare la povertà causata in Piemonte dalle grandi carestie degli anni 1677-1680 e, per aiutare i più bisognosi, istituisce un Monte di prestito e fonda anche l’ospedale di San Giovanni Battista nell’area di espansione orientale della città. Sviluppa nel contempo sogni ambiziosi con la speranza di vedere il figlio occupare il trono del Portogallo e promuove la nascita dell’Accademia di Belle Arti di Torino. Per la sua residenza, Palazzo Madama, Maria Giovanna Battista nel 1718 invita l’architetto messinese Filippo Juvarra a realizzare il grandioso scalone d’onore di Palazzo Madama, capolavoro assoluto del Barocco europeo.

    La vita a palazzo: regole, piaceri, devozione.
    La quotidianità della vita di palazzo è ben presente in mostra con dipinti e oggetti: le conversazioni tra le dame, la tavola, il momento della toeletta con i piccoli oggetti preziosi. 
    La vita a corte è retta da precisi cerimoniali e si svolge in ambienti che rispecchiano il gusto delle duchesse: mobili di gusto francese, come il tavolino in tartaruga e metallo pregiato del famoso ebanista Pierre Gole (Bergen, 1620 – Parigi, 1684), i piani di tavolo in stucco dipinto, i parati in “corame d’Olanda”, gli orologi.

    Nel corso dei decenni, a Torino come in Europa, cresce sempre più l’attrazione per l’Oriente con gli arredi “alla China”, le porcellane e i prodotti delle colonie: il thè, il caffè, il cioccolato.

    Nella vita delle Madame Reali la devozione religiosa ha una parte importante. Cristina promuove l’arrivo degli Ordini Carmelitani a Torino e Maria Giovanna Battista mantiene un proprio appartamento nel monastero delle Carmelitane. Le icone sacre e i libri di preghiera sono sempre fedeli compagni della brillante vita di corte.

    La moda e l’immagine del potere.
    Cristina afferma la moda del vestire alla francese, una scelta “politica” che si sostituisce al vestire alla spagnola degli anni di Carlo Emanuele I e di Caterina d’Austria. Mutano le silhouettes, la scelta dei tessuti e dei gioielli, con i diamanti e le perle come protagonisti, guidate dalle istruzioni dei ministri a Parigi. Di là vengono i guanti profumati e gli abiti ricamati dei duchi, che si portano con pizzi d’argento e d’oro, di Venezia e di Fiandra, sposando appieno la dilagante passione per il merletto. Come reggenti, Cristina e Maria Giovanna Battista sono ritratte in lutto, sviluppando un’immagine che dà sostegno alla loro autorità e al loro potere.

    Le opere esposte provengono da prestiti di collezionisti privati e di importanti musei italiani e stranieri: il Polo Museale del Piemonte, con ritratti dalla quadreria del Castello di Racconigi, i Musei Reali di Torino, la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, le Gallerie degli Uffizi e il Museo degli Argenti di Firenze, il Museo dei tessuti e il Museo di Belle Arti di Lione, il Museo del Rinascimento di Ecouen, il Museo del Prado di Madrid, il Museo del Castello di Versailles. Tra gli artisti in mostra: Anton Van DyckFrans Pourbus il giovaneGiovanna GarzoniFrancesco Cairo, Philibert Torret, Giovenale Boetto, Jacques Courtilleau Charles Dauphin, Pierre Gole, Carlo Maratta, Maurizio Sacchetti, Filippo Juvarra.

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