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  • E’ stato presentato a Firenze il 06 luglio 2022, nell’ex monastero della Santissima Concezione, all’interno del complesso di Santa Maria Novella, il MUNDI, il Museo nazionale dell’italiano: uno spazio moderno, dinamico, tecnologico, interamente dedicato alla lingua italiana. Un nome che già nelle intenzioni evoca due aspetti fondamentali della nostra lingua: il rapporto con il latino, innanzitutto, lingua madre (mundi è infatti il genitivo di mundus, cioè «mondo»), e l’idea dell’italiano come lingua del mondo, coinvolta in una rete di relazioni che nei secoli l’hanno messa in contatto con molte altre culture.

    Il progetto nasce grazie all’impegno del Ministero della cultura insieme al Comune di Firenze e all’attività di un gruppo di lavoro coordinato dal linguista e filologo Luca Serianni, in cui sono rappresentate le massime istituzioni che si occupano dello studio e della promozione della nostra lingua (Accademia della Crusca, Accademia dei Lincei, Società Dante Alighieri, Associazione per la Storia della Lingua Italiana, Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani).

    Dedicare un museo all’italiano ha quindi una forte valenza simbolica, rappresentando il segno dell’importanza attribuita dal nostro Paese a una delle sue dimensioni culturali più significative. Il MUNDI infatti si propone di valorizzare il volto nazionale e internazionale dell’italiano, facendo rivivere i capolavori della letteratura e affascinando il visitatore con i documenti di una cultura da sempre creativa e senza frontiere.

    Il MUNDI è stato pensato come un museo di nuova generazione, che affianca agli elementi espositivi tradizionali (manoscritti, libri, quadri e oggetti legati alla storia dell’italiano) una forte componente multimediale (schermi al plasma con pulsantiere o touch-screen, videowall, teche digitali, pavimenti e pannelli sensibili), permettendo così di realizzare un incontro virtuale tra i percorsi tematici offerti nella visita e i documenti unici conservati in diverse biblioteche o archivi italiani e stranieri.

    Alcune sezioni saranno riservate ad allestimenti temporanei monografici, legati a temi particolarmente significativi (la scienza in volgare, i testi delle origini, lingua e cucina, l’italiano del doppiaggio, la lingua dell’opera lirica), realizzati con opere originali normalmente conservate in altre strutture. Alle esposizioni permanenti e temporanee si affiancherà, inoltre, un piano di attività didattiche per la promozione della lingua italiana: conferenze, corsi e seminari, presentazioni di libri, concerti.

    In attesa dell’apertura definitiva del museo nel 2023, una mostra temporanea introduttiva, allestita nella prime due sale, anticipa fin da oggi i temi fondamentali della storia linguistica italiana. 

    La prima sala è arricchita da un fregio che attorno al , nella cui sonorità già Dante sintetizzò espressivamente i caratteri della lingua italiana, allinea le differenti forme dell’affermazione in numerose lingue del mondo.

    Una linea del tempo, animata da significative immagini, propone i principali momenti della storia della lingua italiana, posti in relazione anche con i fondamentali eventi storici e artistici in Italia e nel mondo.

    Quattro postazioni audiovisive sono dedicate ai temi centrali che hanno caratterizzato e caratterizzano la storia linguistica italiana. Le letture sono impreziosite dalle interpretazioni di attori illustri: Stefano AccorsiGlauco MauriElena Sofia RicciRoberto Sturno.

    Nella seconda sala, è possibile leggere, in un carosello di proiezioni, alcune frasi memorabili di grandi autori italiani e stranieri sul valore e sul potere della parola e sull’amore per l’italiano.

    Nella mostra sono inoltre presentati alcuni oggetti straordinari, legati alla storia della lingua italiana. Tra questi sono particolarmente rilevanti un codice nel quale Boccaccio, a pochi decenni dalla morte di Dante, copia di propria mano la Commedia e quindici canzoni del Poeta; il manoscritto che gli Accademici della Crusca portano a Venezia per la stampa della prima edizione del Vocabolario degli Accademici della Crusca (1612); la sceneggiatura pasoliniana di Mamma Roma con correzioni autografe.

    Ma senza dubbio il documento più importante è il cosiddetto Placito di Capua (960) nel quale compare la prima testimonianza “ufficiale” di un volgare italiano (“Sao ko kelle terre…”).

    La mostra sarà aperta fino al 6 ottobre 2022, con ingresso gratuito.

     

    Museo nazionale dell’Italiano
    Piazza della Stazione 6, Firenze

    Giorni di visita e orari:
    dal mercoledì alla domenica
    prime sale: 10 – 17 ultimo ingresso 16.30
    chiuso: lunedì e martedì

    Informazioni:
    cultura.comune.fi.it/mundi – museo.mundi@comune.fi.it

  • In occasione del lancio di #Fumettineimusei, il nuovo progetto Mibact per i ragazzi che partecipano ai laboratori didattici museali
    Alcuni fanno risalire la storia del fumetto ai tempi della preistoria, alle pitture rupestri con scene di caccia o di vita quotidiana. Tutto ciò che sviluppa narrazione per immagini, laddove, spesso, si integrano scritte, può essere esempio di vignette e balloon ante litteram: dalla ‘grande striscia’ della Colonna Traiana alle scene mitologiche o quelle con la vita di santi e eroi. Così la nuova campagna social del mese di marzo del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo fa concorrere tutti i musei e parchi archeologici italiani nel proporre raffigurazioni che in qualche modo possano rimandare all’arte del fumetto, dando sostegno al progetto #Fumettineimusei, realizzato dallo stesso MiBACT e destinato ai bambini e ai ragazzi che partecipano ai laboratori museali. Ventidue albi, a firma di ventuno dei più importanti graphic novelist nazionali, realizzati in collaborazione con Coconino Press – Fandango per raccontare il patrimonio del Paese.

    Strizzano l’occhio alle nuvolette sia il vaso per olio a figure nere con scene di vita all’interno di una bottega (Cerchia del Pittore di Antiménes, Firenze, Museo Archeologico Nazionale, ca. 520 a.C.), in cui un anziano venditore di oli profumati dice all’acquirente kalo nai “Buono, vero?”, sia gli affreschi del I secolo conservati al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. In questi, una donna avanza verso due avventori, portando una grossa brocca e un bicchiere; i due uomini sembrano litigare sulla priorità dell’ordinazione: “Porta qui” (hoc), dice il primo, ma l’altro controbatte “No! È mia” (non/mia est); la donna spazientita ribatte: “Lo prenda chi vuole” (qui vol /sumat).
    Si scoprono personaggi incredibili – che non meraviglierebbero in albi modernissimi – in testimonianze del I secolo d.c., come i Graffiti delle Terme del Parco Archeologico di Ercolano o sulle pareti della Villa dei Misteri, a Pompei. E pure l’arte sacra rammenta le vignette: basta osservare L’Annunciazione di Simone Martini (Gallerie degli Uffizi, 1333) in cui l’Arcangelo Gabriele “parla” alla Vergine: “Ave gratia plena, dominus tecum”.
    Gli esempi che il MiBACT posta e condivide con l’hashtag #Fumettineimusei su tutti i gli account social – in particolare su instagram su @museitaliani e sul neonato profilo @fumettineimusei – sono numerosi e insoliti.

    L’obiettivo della campagna è coinvolgere i visitatori a cercare e fotografare nelle collezioni degli oltre 420 musei, parchi archeologici e luoghi della cultura statali tutto ciò che “ricorda, richiama o anticipa le tecniche del fumetto”.

    Fino al 1° aprile 2018, inoltre, l’Istituto Centrale per la Grafica di Roma espone i disegni originali delle copertine e gli schizzi delle principali tavole dei 22 #Fumettineimusei.

    Al termine dell’esposizione, le tavole entreranno a far parte della collezione permanente dell’Istituto, costituendo così il primo grande nucleo di opere dell’Istituto legate all’arte del fumetto (ingresso libero, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 19, in via della Stamperia, 6 – Roma).

    Fonte MiBACT
  • FotoGallery Conferenza Stampa

    Le meraviglie di Roma, esposizione documentaria organizzata dai Musei Reali di Torino in Biblioteca Reale dal 1 febbraio al 7 aprile 2018, non vuole solo offrire al visitatore una carrellata di monumenti e opere d’arte della Città Eterna ma, attraverso le settanta opere esposte, accompagnarlo idealmente alla scoperta della centralità della sua storia e della sua arte nel contesto culturale europeo a partire dal Rinascimento. La mostra è allestita nei due caveaux della Biblioteca, la storica Sala Leonardo realizzata nel 1998 e il nuovo scrigno espositivo inaugurato nel 2014.
    La Sala Leonardo ospita la sezione della mostra dedicata ai Fasti di Roma antica, dove – partendo dall’imprescindibile confronto con l’architettura vitruviana – vengono esposte opere a stampa, fotografie e disegni che testimoniano come la lezione dell’architettura romana venga nel corso dei secoli assimilata e reinventata in chiave ideale o reinterpretandola secondo il gusto romantico della “rovina”.
    Una parte di questa sezione è dedicata al Foro Romano; per raccontare la sua fortuna storiografica e iconografica, si è scelto come leitmotiv il Tempio di Saturno, uno dei più antichi monumenti di Roma, che si staglia nella sua iconica semplicità ai
    piedi del Campidoglio. Spazio di rilievo in questa sezione occupa la Colonna Traiana, universalmente conosciuta, studiata, copiata, e presa a modello per una la peculiarità di essere una vestigia del passato perfettamente conservata, che non ha subito
    l’ingiuria del tempo e degli uomini a cui sono stati esposti i monumenti nell’area dei Fori.
    Al concetto di copia è legata una delle principali sezioni allestite nel secondo caveau: ci si immerge nella Roma rinascimentale con i suoi magnifici palazzi grazie a un disegno di Federico Zuccari per poi proseguire idealmente un percorso che ci porta verso la facciata di Palazzo Milesi in via della Maschera d’Oro, affrescata da Polidoro da Caravaggio.

    Altri due importanti disegni, il primo attribuito alla cerchia del Poussin – un corteo di sacerdoti con la famiglia imperiale tratto dal fronte sud dell’Ara Pacis – il secondo dagli evidenti echi rubensiani pur nella soggetto di derivazione raffaellesca – la parte superiore dell’affresco con la Disputa del Sacramento nella Stanza della Segnatura – conducono il visitatore a confrontarsi con due modi diversi di approcciare il concetto di “copia”: il Corteo tratto da un rilievo dell’Ara Pacis infatti è un disegno in cui la maniera pittorica dell’artista cerca di rimanere celata, restando quanto più possibile fedele al bassorilievo originale anche attraverso la conduzione del tratto.

    Nella copia della Disputa del Sacramento dipinta da Raffaello nella Stanza della Segnatura, invece, il grande maestro urbinate assurge al ruolo di nuovo classico da copiare, ma con una sostanziale differenza: qui infatti la “maniera” propria del copista emerge in modo prepotente, al punto da renderlo qualcosa di sostanzialmente diverso dall’originale raffaellesco.
    In una mostra dedicata alle meraviglie di Roma non poteva mancare poi una sezione dedicata al Vaticano, in cui spicca un piccolo manoscritto miniato del XV secolo in cui, a tutta pagina, san Pietro è ritratto in piedi al centro della basilica a lui dedicata, riprodotta come si presentava prima della ricostruzione cinquecentesca.

    Un disegno e una incisione di Gaspar Van Wittel arricchiscono questa sezione. Elemento imprescindibile delle vedute di piazza San Pietro a partire dalla fine del Cinquecento è l’obelisco, trasportato nella piazza dinanzi la Basilica grazie all’ingegno
    di Domenico Fontana, come testimoniato da una rara edizione a stampa esposta in mostra, in cui si documentano pedissequamente i lavori di spostamento, con resoconti dettagliati dei calcoli sul peso e sull’altezza dell’obelisco nonché sui mezzi necessari a
    spostarlo, e tantissime altre notizie di carattere architettonico, meccanico e pratico, relative alle maestranze che furono impiegate e alla loro gestione. Attraverso incisioni e fotografie d’epoca vengono poi documentati altri importanti obelischi romani,
    compreso quello davanti al palazzo del Quirinale, a cui viene riservata una piccola sezione.

    Qui, accanto a testimonianze ottocentesche e pregevoli tavole incise risalenti al Cinquecento e al Seicento, trova posto la copia di uno dei Dioscuri collocati nella piazza del Quirinale, disegno autografo di Girolamo da Carpi che idealmente si riconnette con la tematica della copia dall’antico testimoniata dai disegni esposti nelle vetrine ad esso affrontate. La biblioteca, nascendo come scrigno della casa reale,
    conserva anche una serie di rare testimonianze fotografiche ottocentesche relative alla risistemazione urbana che investì la nuova capitale del Regno a partire dal 1871: in particolare è esposta in mostra la documentazione fotografica della risistemazione delle sponde del Tevere all’altezza dell’Isola Tiberina dopo l’alluvione del 1870, che si è scelto di mettere in relazione con due disegni da Van Wittel che rappresentano con precisione i ponti Cestio e Fabricio così come apparivano all’inizio del Settecento. Una ricca sezione è poi dedicata alla diffusione editoriale delle guide di Roma. I due grandi box all’interno del secondo caveau invece ospitano due sezioni separate, la prima dedicata alla cartografia della città dal Cinquecento all’Ottocento, la seconda alla figura di Giovan Battista Piranesi, che vuole idealmente riconnettersi
    alla grande mostra allestita in Galleria Sabauda fino all’11 marzo 2018.
    (MLR)

    Caveau 1 – Sala Leonardo
    I fasti dell’antica Roma – Un’architettura ideale
    I fasti dell’antica Roma – Passeggiando nei Fori
    I fasti dell’antica Roma – La colonna Traiana
    I fasti dell’antica Roma – La campagna romana
    I fasti dell’antica Roma – Cartoline dal passato

    Caveau 2
    Una storia da tramandare
    Copiare per imparare dall’antico
    Uno sguardo verso il colle Vaticano
    Gli obelischi di Roma
    Il Quirinale
    Le sistemazioni urbanistiche ottocentesche
    Roma nelle guide di viaggio
    Piranesi
    La cartografia

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    MUSEI REALI TORINO

    Orari
    I Musei Reali sono aperti dal martedì alla domenica dalle 8,30 alle 19,30
    Ore 8,30: apertura biglietteria, Corte d’onore di Palazzo Reale, Giardini
    Ore 9: apertura Palazzo Reale e Armeria, Galleria Sabauda, Museo di Antichità
    La Biblioteca Reale è aperta da lunedì a venerdì dalle 8 alle 19, sabato dalle 8 alle 14.
    La Sala di lettura è aperta da lunedì a mercoledì dalle 8,15 alle 18,45, da giovedì a sabato dalle 8,15 alle 13,45.
    Biglietti Musei Reali Torino
    Intero Euro 12
    Ridotto Euro 6 (ragazzi dai 18 ai 25 anni).
    Gratuito per i minori 18 anni / insegnanti con scolaresche / guide turistiche / personale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali / membri ICOM / disabili e accompagnatori / possessori dell’Abbonamento Musei, della Torino+Piemonte Card e della Royal Card.
    L’ingresso per i visitatori over 65 è previsto secondo le tariffe ordinarie.
    Le mostre comprese nel biglietto di ingresso ai Musei Reali sono:
    Prima del bottone: accessori e ornamenti del vestiario nell’antichità (fino al 18 febbraio 2018)
    Le bianche statuine. I biscuit di Palazzo Reale (fino all’11 febbraio 2018)
    Altre mostre:
    Miró! Sogno e colore (fino al 4 febbraio 2018) orari e info sul sito www.mostramirotorino.it
    Piranesi. La fabbrica dell’utopia (fino all’11 marzo 2018)
    Aperta da martedì a domenica dalle 9 alle 19
    Biglietto solo mostra: intero 10 €/ Ridotto 6 €
    Biglietto Musei Reali + Piranesi: intero 16 €/ ridotto 10 €
    Gratis per le categorie previste per legge
    Ingresso e orario biglietteria
    presso Palazzo Reale, Piazzetta Reale 1 dalle ore 8,30 fino alle ore 18.
    ——————————
    Informazioni
    +39 011 5211106 – e-mail: mr-to@beniculturali.it
    ——————————
    Segui i Musei Reali con l’hashtag #museirealitorino su
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    Twitter @MuseiRealiTo
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