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  • INAUGURATA QUESTA MATTINA L’INSTALLAZIONE CHE GLI ALLIEVI DELLE SCUOLE SAN CARLO HANNO DONATO ALLA REGIONE

    Un’installazione di 5 metri per 4, ideata e realizzata dai ragazzi delle Scuole Tecniche San Carlo è stata donata alla Regione e posizionata nei giardini del Grattacielo di piazza Piemonte 1 a Torino.

    È una riproduzione del Piemonte costruita con materiali ecosostenibili, come il ferro e il legno, con l’obiettivo di evocare solidità e forza senza rinunciare alla leggerezza e alla dinamicità date dalle sagome delle province sistemate a diverse altezze quasi a galleggiare nell’aria. La scultura è stata realizzata e concepita come immediatamente riconducibile al luogo e all’istituzione che evoca.

    Da qui derivano le sue dimensioni, proporzioni, forme e finiture. Collocata in un’area esterna, adiacente al grattacielo della Regione Piemonte, ha un impatto visivo immediatamente riconoscibile: le province stilizzate e sospese a diverse altezze vanno a formare il territorio della Regione Piemonte.

    L’opera è stata inaugurata questa mattina dal presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, insieme agli assessori all’Istruzione Elena Chiorino e al Patrimonio Andrea Tronzano. Presenti alcuni dei ragazzi autori dell’installazione e Sabina Mastrapasqua, dirigente dell’Associazione Scuole Tecniche San Carlo, ente che dal 1848 si occupa di formazione, promuove iniziative di orientamento, attività di formazione professionale e inserimento lavorativo dei giovani in cerca di prima occupazione, di persone disoccupate e lavoratori volti a fornire opportunità di crescita culturale e professionale.

    L’idea di realizzare un’opera dedicata alla Regione Piemonte è nata la scorsa estate, al termine di una visita del presidente Cirio e dell’assessore Chiorino alle Scuole San Carlo dove era in programma la presentazione dell’Accademia Piemonte per il TAM e il Green Jobs. In quell’occasione il presidente ha visitato i laboratori della scuola, tra cui quelli di falegnameria e scenografia, ed è nata l’idea di pensare un’opera da esporre negli spazi del Grattacielo.

     

    Siamo onorati di ricevere questo dono, che è stato pensato e realizzato specificatamente per questo luogo e per omaggiare il nostro Piemonte. È per noi motivo di grande orgoglio, perché rappresenta il prodotto di una delle nostre eccellenze formative, le Scuole Tecniche San Carlo, e sarà visibile da chiunque venga al Grattacielo – dichiarano il presidente Cirio e gli assessori Chiorino e Tronzano -. Si tratta poi di un ulteriore tassello che consente di rendere sempre di più questo palazzo e questa piazza la casa di tutti i piemontesi e un simbolo per l’intera regione”.

    La possibilità di realizzare un’installazione è stata accolta con grande entusiasmo dai ragazzi del corso di scenografie teatrali e cinematografiche – spiega la dirigente Sabina Mastrapasqua –. Con il supporto dei docenti hanno ideato e realizzato un’opera ispirandosi ad una precedente esperienza effettuata con il Museo del Cinema di Torino per il quale, in occasione della mostra di Tim Burton e in collaborazione con il team del regista, hanno realizzato le sculture di animali, attualmente presenti nel giardino della Mole. Desidero ringraziare la Regione Piemonte, il presidente e gli assessori per averci offerto questa opportunità di collaborazione. La loro fiducia e supporto sono fondamentali per il nostro impegno”.

  • Il primo weekend del mese di agosto a Torino è arrivato e porta con sé un bel calendario di appuntamenti. Se state ancora aspettando le vacanze estive oppure se le avete già terminate, non preoccupatevi perché abbiamo qualche suggerimento da darvi per i prossimi giorni da trascorrere nel capoluogo piemontese e dintorni.

    Tra i musei gratis la prima domenica del mese a Torino, i concerti, le numerose mostre e i tour, non perdete la nostra speciale selezione delle 10 cose da fare a Torino venerdì 4, sabato 5 e domenica 6 agosto 2023. E, per chi volesse fare un salto fuori città, ci sono le sagre del fine settimana e un interessante nuovo appuntamento tra musica e food a 1500 metri di altezza.

    Le 10 cose da fare a Torino questo weekend (4/5/6 Agosto 2023):

    Musei gratis

    La prima domenica del mese di agosto torna a Torino l’appuntamento con i musei gratis, l’iniziativa promossa dal Ministero della Cultura per promuovere il patrimonio artistico e culturale. Diversi musei del capoluogo piemontese partecipano a questo appuntamento tra cui: Musei Reali, Villa della Regina e le Gallerie d’Italia. La lista completa con gli orari la trovate nell’articolo.

    Per saperne di più: Musei gratis a Torino Domenica 6 Agosto 2023: la lista e gli orari

    Torino Crocevia di Sonorità

    Torino crocevia di sonorità è la rassegna organizzata in collaborazione con il Conservatorio Statale di Musica “Giuseppe Verdi” giunta quest’anno alla sua terza stagione. Fino al 25 agosto 2023, ogni venerdì sera, il Teatro Romano propone una serie di concerti che spaziano dal jazz alla musica da camera, dalle percussioni ai fiati. Il programma completo è disponibile nell’articolo.

    Per saperne di più: Torino Crocevia di Sonorità 2023: concerti d’estate nel Teatro Romano

    Sere d’Estate alla Reggia di Venaria

    Sere d’Estate 2023 alla Reggia di Venaria Reale torna anche questa estate per una serie di aperture serali prolungate della residenza e dei giardini fino alle ore 22.30 ogni venerdì e sabato. In programma, fino al 12 agosto, tanti eventi e spettacoli speciali.

    Per saperne di più: Sere d’Estate 2023 alla Reggia di Venaria: aperture serali, eventi nei giardini e spettacoli

    In giro per Torino sul tram storico

    Sabato 6 agosto 2023, l’ATTS – Associazione Torinese Tram Storici propone un nuovo appuntamento a tour bordo dei tram storici. Una nuova bellissima occasione, realizzata da ATTS in collaborazione con GTT, per fare un tour sulla storica vettura 116 dalla classica livrea rosso e crema che vi porterà in giro per il centro del capoluogo piemontese. Per partecipare è necessario prenotare.

    Per saperne di più: In giro per Torino sul tram storico: viaggio nel tempo a bordo della vettura 116 rosso/crema

    Dorothea Lange. Racconti di Vita e Lavoro

    AMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino propone la mostra “Dorothea Lange. Racconti di Vita e Lavoro“ con oltre 200 opere di una delle più importanti fotografe documentarie del ‘900. La crisi climatica, le migrazioni e le discriminazioni sono alcuni dei temi attualissimi trattati da un’autrice. Potete acquistare i biglietti qui.

    Per saperne di più: Dorothea Lange: a Torino la mostra sulla grande fotografa americana

    Summer Forest Festival

    Un pianoro a 1500 metri d’altitudine, una foresta intorno e un nuovo festival musicale. A Usseaux, in provincia di Torino, debutta venerdì 4, sabato 5 e domenica 6 agosto 2023 il «Summer Forest Festival», alla primissima edizione e a ingresso gratuito.

    Per saperne di più: Summer Forest Festival a Usseaux: musica e food a 1500 metri

    ImbarKino – il Cinema nel prato 2023

    ImbarKino – il Cinema nel prato torna nell’estate 2023 per la sua quinta edizione con sei imperdibili appuntamenti tutte le domeniche alle ore 21.00, fino al 13 agosto. Anche quest’anno la settima arte è la protagonista dell’estate torinese al Parco del Valentino davanti al locale Imbarchino.

    Per saperne di più: ImbarKino – il Cinema nel prato 2023: proiezioni gratuite nel Parco del Valentino

    Dinosaurs Live

    Fino al 24 settembre 2023, al Palavela di Torino vi aspettano i dinosauri con Dinosaurs Live. Un percorso che porta faccia a faccia con i dinosauri più conosciuti: dall’erbivoro Triceratops al maestoso Brachiosaurus, fino al terribile Tyrannosaurus Rex. Tutti i dinosauri, a grandezza naturale e riprodotti nei minimi dettagli; respirano, si muovono, sono vivi, grazie alla tecnologia animatronica. Biglietti disponibili qui.

    Per saperne di più: Dinosaurs Live 2023: a Torino il parco giurassico con dinosauri animati

    Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario

    Fino al 28 agosto, Palazzo Madama ospita la mostra “Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario”. Esposte 350 opere tra sculture, mosaici, affreschi, vasellami, sigilli e monete, straordinari manufatti in ceramica, smalti, oggetti d’argento, preziose gemme e oreficerie, pregevoli elementi architettonici. Biglietti disponibili qui.

    Per saperne di più: “Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario” a Palazzo Madama

    Sagre a Torino e in Piemonte

    Le sagre, le fiere, i mercatini e gli altri eventi gastronomici di Torino e del Piemonte non vanno in vacanza e ci faranno compagnia anche in questo primo fine settimana di agosto. Diversi appuntamenti in giro per la provincia di Torino e nei borghi del Piemonte. La lista degli appuntamenti la trovate nell’articolo qui di seguito.

    Per saperne di più: Sagre a Torino e in Piemonte del 5 e 6 Agosto 2023

    Questi sono solo alcuni degli appuntamenti in programma in città questo fine settimana. Molti altri li trovate nella nostra sezione Eventi a Torino (Mostre, Spettacoli, Concerti).

     

  • Consumi culturali, Confcommercio: l’estate aumenta la voglia di cultura

    La spesa media mensile stimata per nucleo familiare si attesta attorno ai 65 euro, ma durante le vacanze salirà ad oltre 100 euro a persona, segno della capacità che le occasioni estive hanno di essere di stimolo per questo tipo di consumi. Nella scelta delle destinazioni turistiche per il 25% dei viaggiatori ha influito la presenza di musei e siti archeologici, ma anche mostre, concerti, eventi e rassegne sono oggetto di valutazione prima di prenotare il proprio soggiorno.

    I consumi culturali nell’ultimo trimestre hanno un andamento ambivalente, con una riduzione della percentuale di soggetti che dichiarano di spendere denaro in attività culturali ma con un generale aumento della spesa media per ogni singola attività; in altre parole si riduce la platea complessiva, ma aumenta la spesa da parte degli appassionati…

  • LUCI D’ARTISTA
     Antonio Grulli nominato nuovo curatore del progetto

     

    Antonio Grulli nominato curatore della manifestazione torinese per le edizioni 2023-2024 e 2024-2025

    La Fondazione Torino Musei è lieta di annunciare e dare il benvenuto ad Antonio Grulli nella nuova posizione di curatore di Luci d’Artista.
    Sono molto lieto della nomina di Antonio Grulli per la curatela del progetto Luci d’Artista, dichiara il Presidente della Fondazione Torino Musei Massimo Broccio e colgo l’occasione per ringraziare i numerosi candidati che hanno partecipato alla selezione e la commissione scientifica per il lavoro svolto. Le Luci d’Artista rappresentano da quest’anno, con grande orgoglio, la quinta linea culturale della Fondazione Torino Musei insieme alla GAM, Palazzo Madama, MAO e Artissima. Si configurano quale eccezionale Museo a cielo aperto, unico nel suo genere a livello internazionale, e patrimonio della Città di Torino. La nomina di un curatore e responsabile del progetto è il primo atto nell’ambito del Piano strategico che prevede una evoluzione che possa coniugare il prestigio nazionale e internazionale delle Luci con opportuni elementi di innovazione, sostenibilità, inclusione e relazione con il territorio.
    Dal 1998, quando le giornate si accorciano e cala presto il buio, la città si trasforma in un museo a cielo aperto composto di più di trenta opere luminoseLuci d’Artista è un progetto di arte pubblica della Città, nato dalla convinzione che l’arte debba contribuire al bene comune e abitare le vie, le piazze e i palazzi. Le Luci nascono come inedite luminarie per celebrare le feste natalizie e da subito diventano oggetto di un obiettivo ambizioso: creare una collezione pubblica di installazioni d’arte contemporanea, espressione di una cultura alta capace di comunicare con tutti.
    Antonio Grulli è il primo curatore nominato a svolgere questo compito, e si occuperà delle edizioni del 2023-2024 e del 2024-2025. La prossima edizione di Luci d’Artista inaugurerà a fine ottobre, nei giorni che precedono la fiera Artissima.
    Il curatore avrà il compito di sviluppare e valorizzare la manifestazione sia come evento annuale, sia come vero e proprio museo a cielo aperto, ponendo le basi per la costruzione di un archivio di materiali che comprenda bozzetti, progetti, disegni alla base della realizzazione delle installazioni luminose. Il curatore si occuperà inoltre di rafforzare il posizionamento internazionale di Luci d’Artista e favorire il prestito e la circuitazione delle opere, oltre che di rendere il progetto inclusivo e condiviso con la cittadinanza attraverso un articolato Public program e attività collaterali.
    A Luci d’Artista hanno già contribuito i più grandi artisti italiani e internazionali: basti pensare a nomi come Daniel Buren, Piero Gilardi, Jenny Holzer, Rebecca Horn, Joseph Kosuth, Mario Merz, Giulio Paolini, Gilberto Zorio, capaci di realizzare interventi entrati nell’immaginario collettivo e integrati alla perfezione nel tessuto urbano della città, della quale sono ormai un simbolo.

    Antonio Grulli (La Spezia 1979), è critico d’arte e curatore. Nel corso della sua carriera ha orientato il proprio lavoro principalmente sulla critica d’arte, sul linguaggio della performance, e sulle ultime tendenze nel campo della pittura. Negli anni ha curato mostre per spazi pubblici e istituzionali quali: Ala Scaligera della Rocca di Angera (Varese), Fondazione Carispezia (La Spezia), Fondazione del Monte (Bologna), Le Dictateur (Milano), Match Gallery (Lubliana), MAMbo (Bologna), Museo di Castelvecchio (Verona); i no profit C21 (Reggio Emilia), Codalunga (Vittorio Veneto), Hamlet (Zurigo), Neon Campobase (Bologna), Viafarini (Milano); e presso gallerie come: 3+1 (Lisbona), Artnoble (Milano), De Foscherari (Bologna), Francesca Minini (Milano), Francesco Pantaleone (Palermo), Giovanni Rizzuto (Palermo), MAI36 (Zurigo), P420 (Bologna), Raffaella Cortese (Milano), Tiziana di Caro (Napoli). Si è occupato della collezione e delle attività legate all’arte contemporanea di Palazzo Bentivoglio (Bologna), ha fatto parte del board di Viafarini (Milano), e ha dato vita e curato una serie di progetti espositivi, progettuali ed editoriali in collaborazione con colleghi curatori, artisti e collezionisti. Per il Museo MAMbo di Bologna ha ideato (con il curatore Davide Ferri) Sentimento Nuevo, una ricerca sulla critica d’arte fatta di incontri, conferenze, lectures e performance. Con l’artista Keren Cytter ha curato a Bologna il festival di performance e time-based art intitolato The First Morning Fest of Unreasonable Acts, e sempre assieme hanno pubblicato per Humboldt Books (Milano) il libro Tel Aviv – Jerusalem Diaries. Segue due progetti espositivi senza fine di lucro: Lucerna, a Milano, assieme all’artista Federico Pepe, e lo spazio FBI nello studio di Jacopo Benassi a La Spezia. Ha collaborato, tra le altre, con le testate Arte e Critica, Arte Mondadori, Artribune, ATP Diary, Boite, Cura Magazine, Exibart, Flash Art, Le Dictateur, Mousse Magazine, Studio Magazine, e scritto per artisti quali: Andreas Angelidakis, Paola Angelini, Jacopo Benassi, Anna-Sophie Berger, Luca Bertolo, Chiara Camoni, Pierpaolo Campanini, Giulia Cenci, Paolo Chiasera, Cuoghi Corsello, Francesco De Grandi, Flavio Favelli, Kinkaleri, Iva Lulashi, Luigi Ontani, Anna Ostoya, Katrin Plavcak, Alessandro Pessoli, Concetto Pozzati, Sissi, Maddalena Tesser, Nico Vascellari, Italo Zuffi. 

  • A PALAZZO MADAMA I CORSI DI LINGUA ITALIANA
    PER LE PERSONE RICHIEDENTI ASILO E RIFUGIATE

     

    Palazzo Madama è lieto di comunicare l’avvio del progetto di corsi di lingua italiana per le persone richiedenti asilo e rifugiate accolte dalla Città di Torino.
    L’iniziativa, orientata a promuovere l’inclusione e l’integrazione attraverso l’apprendimento della lingua italiana, ha cadenza quotidiana e ha quale sede l’aulica Veranda sud, ponendosi in continuità e articolando quanto principiato dall’anno scolastico 2021/2022 con il progetto ‘L’aula che vorrei” e, dall’anno 2023, con le attività di “Comunità in corte’. Operazioni concepite con gli interpreti territoriali, con i quali il Museo Civico di Torino sviluppa parte significativa del proprio ruolo istituzionale e sociale coordinando le proprie competenze con quelle delle comunità, nell’ottica del necessario dialogo interculturale e d’incontro tra le numerose realtà cittadine.
    Palazzo Madama, bimillenaria sede della memoria italiana ed europea e di fondamentali collezioni delle grandi civiltà extraeuropee, con questo progetto prosegue nella propria storica volontà di accoglienza e inclusività.

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    Sono cominciati questa mattina a Palazzo Madama, e nei prossimi giorni al Polo del ‘900, i corsi di lingua italiana per le persone richiedenti asilo e rifugiate accolte dalla Città di Torino nel proprio progetto S.A.I. (Servizio di Accoglienza e Integrazione) “Hopeland”.

    La novità, che riguarda il triennio scolastico 2023-25, è frutto della collaborazione tra il Servizio Stranieri e il Centro interculturale della Città, i CPIA (Centri provinciali per l’istruzione degli adulti), la Rete dei musei cittadini e altre istituzioni culturali che amplia sul territorio cittadino le sedi formative con l’obiettivo di garantire una offerta capillare più vicina ai luoghi di vita delle persone.

    Oltre che nelle sedi museali e istituzionali dei CPIA 1 (via Domodossola) e 2 (via Bologna), le lezioni si terranno anche nelle biblioteche e nelle sedi delle Circoscrizioni e del terzo settore. I corsi sono affidati a docenti selezionati dai due CPIA.

    La collaborazione con la rete museale consentirà di andare oltre l’insegnamento della lingua italiana per realizzare una didattica integrata con attività museali, ampliando così le competenze trasversali di richiedenti asilo e rifugiati. A questo fine, grazie alle risorse del progetto S.A.I., il Servizio Stranieri della Città offrirà l’Abbonamento Musei alle studentesse e agli studenti frequentanti i corsi che avranno l’opportunità di visitare i musei e scoprire la loro ricca offerta culturale anche fuori dalla classe.

    Nel periodo autunnale, l’esperienza potrà essere estesa ad altre realtà della rete museale che hanno già aderito: Museo del Risparmio, Museo di Arte Orientale, Archivio storico della Città di Torino, Museo Pietro Micca, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Musei Reali, Mufant e Museo del Risorgimento.

    Grazie alla collaborazione con la Rete museale, viene valorizzato il ruolo della cultura come risorsa di benessere e inclusione per ogni persona, a partire da richiedenti asilo e rifugiati, un tema affrontato anche dal Consiglio Comunale di Torino, che nel giugno scorso ha approvato una mozione contro l’impoverimento culturale e il rilancio della partecipazione dei cittadini con la creazione di una politica torinese di welfare culturale” commentano Jacopo Rosatelli e Rosanna Purchia, Assessori al Welfare e alla Cultura della Città. “Il rafforzamento delle competenze linguistiche diviene parte di un percorso più ampio di crescita personale, verso la costruzione di una piena cittadinanza”.

  • Leonardo da Vinci intuì il segreto della gravità prima di Newton

     

    AGI – Artista ma anche uomo di scienza. Quando Leonardo da Vinci non dipingeva o immaginava macchine volanti “rifletteva sui misteri della gravità”, scrive il New York Times, che racconta come s’è scoperto che Leonardo abbia fatto esperimenti dettagliati per far luce sulla legge di gravità “un secolo prima di Galileo e circa due secoli prima di Newton”.

    Un nuovo studio sulle sue idee originali e sulle sue sperimentazioni gravitazionali è stato infatti pubblicato all’inizio del mese sulla omonima rivista “Leonardo”, che mette in evidenza come egli fosse “un uomo determinato a trovare una ferrea legge della natura per far luce sulla dinamica complessiva della caduta degli oggetti”. Dice a questo proposito Z. Jane Wang, professoressa di fisica alla Cornell University, che ha studiato alcune delle analisi pionieristiche di Da Vinci, che “non è sufficiente” definire come un artista poliedrico perché semmai è stato “la quintessenza” del Rinascimento e “si beava della rinascita non solo dell’arte e della letteratura, ma anche della scienza e delle esplorazioni”.

    Un pensatore moderno

    Racconta il professor Morteza Gharib, docente di aeronautica al California Institute of Technology e autore dei nuovi studi su Leonardo, che ne fanno un pensatore moderno molto avanti nel tempo, d’aver appreso dei suoi esperimenti sulla gravità “mentre esaminava una versione online del Codice Arundel”, dal nome del collezionista britannico conte di Arundel, che lo aveva acquistato all’inizio del XVII secolo. Da Vinci “decifrò centinaia di carte tra il 1478 e il 1518, tra i 26 e i suoi 66 anni, l’anno prima della morte. I documenti ora sono alla British Library”. La collezione presenta la sua famosa scrittura inversa, da leggersi allo specchio, nonché diagrammi, disegni e testi che coprono una vasta gamma di argomenti dell’arte e della scienza.

    Tuttavia, ciò che ha attirato l’attenzione di Gharib è quel che egli stesso chiama “un triangolo misterioso” nella parte alta di pagina 143, la cui originalità risiede nel modo in cui lo schizzo di Leonardo “mostra una brocca che, versando dal beccuccio, produce una serie di cerchi che formavano l’ipotenusa del triangolo”. Così Gharib ha utilizzato un programma per computer per capovolgere il triangolo e la scrittura all’incontrario e “improvvisamente, l’immagine statica ha preso vita. Potevo vederne il movimento”, esulta Gharib per la scoperta fatta.

    Annota a tale proposito in giornale: “Gli effetti della gravità sono generalmente visti come la caduta di qualcosa verso il basso, che si tratti di una palla o della mela di Newton”, ma osservando il disegno di Leonardo il dottor Gharib si è reso conto d’esser riuscito a scindere gli effetti della gravità in due parti che rivelavano un aspetto della natura normalmente tenuto nascosto”: il primo è stato osservare la naturale spinta verso il basso, il secondo quando chi reggeva la brocca l’ha spostata sulla traiettoria versando sabbia o altro”.

    Nel disegno, Leonardo annota dove era iniziato il movimento della brocca con la lettera A, e per mostrare il materiale in caduta aggiunge una serie di linee verticali che scendono dalla linea superiore del triangolo mentre la serie s’allunga man mano che il lanciatore si allontana sempre di più dal punto di partenza. “Le lunghezze crescenti definivano l’ipotenusa”, ciò che ha trasformato la natura nascosta della gravità “in progressioni visibili”.

  • SI CONCLUDE ALL’INSEGNA DEL “TUTTO ESAURITO” L’INIZIATIVA 

    I PALAZZI DELLE ISTITUZIONI SI APRONO ALLA CITTA’

    Con la giornata di venerdì 4 novembre si conclude l’iniziativa I Palazzi delle Istituzioni si aprono alla città, grazie alla quale centinaia di torinesi e turisti hanno potuto visitare le sale auliche di alcuni edifici storici di Torino, oggi sedi istituzionali.

    L’iniziativa ha visto cooperare la Prefettura, la Presidenza del Consiglio comunale della Città di Torino, la Città Metropolitana, i Musei Reali e l’Archivio di Stato, in collaborazione con Turismo Torino e Piemonte.  

    Tutte queste istituzioni hanno messo a disposizione di cittadini e turisti le loro sedi storiche, nelle quali si sono svolte, con prenotazione obbligatoria tramite Turismo Torino e Piemonte, visite guidate e gratuite nei giorni 25 aprile (Festa della Liberazione) e 2 Giugno (Festa della Repubblica, con appuntamento finale il 4 novembre, Festa dell’Unità Nazionale e delle Forze armate. 

    Un viaggio attraverso quattro secoli di storia, dal XVII al XIX, incarnata in quelli che, un tempo palazzi del potere, hanno voluto riaffermare la loro vocazione di apertura alla comunità.

    Gli appuntamenti, compreso quello di venerdì 4 novembre, sono risultati al completo rispetto ai posti offerti.

    La scelta era caduta su tre date contrassegnate da un forte valore civico e comunitario, ideali per questa simbolica apertura di bellezze architettoniche che, in buona parte, non sono solitamente disponibili per il pubblico. 

    La presentazione dell’iniziativa, nell’aprile scorso, aveva visto la partecipazione dei rappresentanti delle cinque istituzioni coinvolte: il prefetto Raffaele Ruberto, la presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo, il vicesindaco della Città Metropolitana Jacopo Suppo, la direttrice dei Musei Reali Enrica Pagella e il direttore dell’Archivio di Stato Stefano Benedetto, insieme al presidente di Turismo Torino e Piemonte Maurizio Vitale.

     

  • Un quadro di Mondrian è stato esposto per 42 anni nel verso sbagliato

    Si tratta di “New York City 1”, opera del 1941 composta da strisce adesive orizzontali e verticali rosse, gialle e blu, approdata al museo nel 1980

    AGI – Un importante quadro astratto di Piet Mondrian è stato esposto per 42 anni al rovescio rispetto al verso in cui fu dipinto: l’ammissione dell’errore è arrivata dalla Collezione d’arte del Nordreno-Vestfalia di Dusseldorf che ospita l’opera, in occasione della mostra per i 150 anni dalla nascita del pittore olandese fondatore del ‘neoplasticismo’, “Mondrian.Evolution”.

    Si tratta di “New York City 1”, opera del 1941 composta da strisce adesive orizzontali e verticali rosse, gialle e blu, approdata al museo nel 1980. “A differenza di un quadro a olio quasi ‘gemello’ di Mondrian esposto al Centre Pompidou di Parigi, l’immagine con i nastri adesivi è stata ruotata di 180 gradi poco dopo la morte di Mondrian nel 1944”, ha spiegato la curatrice Susanne Meyer-Buser.

    La storica dell’arte ha presentato diverse prove a sostegno della sua tesi tra cui una foto scattata nello studio dell’artista in cui l’opera si trova sul cavalletto e ha un orientamento diverso.

    In particolare, nella foto le strisce più dense si trovano sul bordo superiore e quindi scorrono esattamente come il dipinto a olio di Parigi. Anche l’andamento delle strisce adesive con i bordi ha confermato il sospetto che “New York City 1” sia stato capovolto.

    Tesi che in realtà sarebbe stata fatta da un italiano: a rivendicarla è infatti l’artista  Francesco Visalli che con una mail alla direttrice del museo Annette Kruszynski aveva segnalato l’errato verso di esposizione di “New York City 1”, allegando informazioni su una foto dello studio di Mondrian a New York pubblicata dal magazine Town & Country del giugno del 1944 in cui compare l’opera esposta in senso opposto rispetto all’attuale.

    Visalli, che da 15 anni studia e fa ricerche sul pittore olandese, assicura che la direttrice lo ringraziò assicurandogli che la nota sarebbe stata inserita nel file curatoriale.

    L’artista ha riferito di aver scambiato messaggi con Wietse Coppes, editore del Mondrian Edition Project presso RKD Netherlands Institute for Art History, “il quale ha confermato che, in base allo scambio di mail con la direttrice del Museo, la stessa istituzione avrebbe dovuto dare credito a Visalli per la scoperta”. (AGI)

    l museo, tuttavia, ha espresso l’intenzione di mantenere l’opera nell’attuale posizione con cui peraltro era stata inserita nel Catalogo ragionato della Galleria. Errori di questo genere non sono nuovi per il mondo dell’arte: nel 1961 il Moma di New York espose “Le Bateau” di Henri Matisse al rovescio e solo dopo 47 giorni fu segnalata l’incongruenza sfuggita persino al figlio dell’artista francese.

    Si trattava di un ‘gouache’ astratto realizzato con ritagli di carta e a scoprire l’abbaglio dei curatori fu un’agente di borsa di Wall Street, Genevieve Habert, che lo racconto’ al New York Times. L’opera fu girata solo dopo due mesi, quando ormai la mostra si stava concludendo.

    Uno scivolone simile è accaduto al Whitney Museum of American Art nel 2015 per un’opera di Jackson Pollock che l’artista aveva pensato orizzontale ma che fu esposta in verticale per la mostra “America is Hard to See”. In quel caso, pero’, i curatori si attennero al verso in cui l’opera veniva gia’ esposta alla New York’s Betty Parsons Gallery.

  • JÉRÔME SESSINI

    Val di Sole (TN)

    Dal 3 agosto 2022

     

    “Uomini e montagne” è il tema al centro del progetto culturale, dedicato alla fotografia, che la Val di Sole ha scelto per l’estate 2022.

    Punto di partenza è la mostra attualmente ospitata presso Castel Caldes intitolata “Vivere in alto. Uomini e montagne dai fotografi di Magnum da Robert Capa a Steve McCurry”, percorso che racconta vari aspetti del delicato rapporto dell’uomo con la montagna tramite le fotografie dei membri dell’Agenzia Magnum Photos.

    A monte vi è la volontà di dare spazio allo sguardo dei grandi fotografi di Magnum sul tema della montagna da diverse angolature, ma anche di valorizzare il patrimonio umano di questo specifico luogo, la Val di Sole, raccontandone storie, tradizioni, impegno, scelte di vita e visioni per il futuro. Da qui nasce l’invito per una residenza in loco ad un fotografo di fama internazionale come il francese Jérôme Sessini, membro dal 2016 della Magnum Photos e Canon Ambassador. La scelta di Sessini non è casuale. “Sono nato e cresciuto nell’est della Francia, nel dipartimento di Vosges, un luogo montano – spiega- il fotografo – ho iniziato da autodidatta a vent’anni fotografando i paesaggi e le persone delle mie terre”.

    Primo risultato di questo lavoro è una selezione di fotografie che verranno collocate in un percorso outdoor. Prenderà avvio così il progetto del “Sentiero della fotografia”, un inedito e spettacolare percorso in cui le fotografie di Sessini stampate a grande formato e inserite in grandi cornici in legno del territorio, saranno collocate all’interno della Val di Sole e del Parco Nazionale dello Stelvio.

    Dodici sono i punti che costituiscono questo percorso, oltre una sezione ospitata presso Castello di Caldes: un numero simbolico come i Comuni che compongono la Val di Sole

    Il Sentiero della fotografia rappresenta un progetto unico nel suo genere dove un fotografo interpreta, con la propria sensibilità, un territorio e le sue genti e quello che ne emerge viene offerto a tutti esponendo queste fotografie d’autore in scenari unici per la loro bellezza naturalistica, sempre fruibile fino all’arrivo dell’inverno.

    Una sezione dedicata alle “persone della vallata” sarà allestita presso la cappella del castello di Caldes, arricchendo così il percorso espositivo della mostra “Vivere in alto”.

    Il Sentiero sarà individuabile grazie a mappe realizzate per l’occasione e al sito  www.ilsentierodellafotografia.eu che offrirà anche materiali extra per approfondire il progetto.

    Le fotografie di Sessini, quasi tutte in bianco e nero, ci forniscono una nuova lettura di queste montagne. Foto non urlate e appariscenti, ma silenziose che cercano di entrare in sintonia con la sostanza del vivere in alta quota e dei tempi annessi. Coloro che s’imbatteranno, in maniera più o meno consapevole, in queste fotografie saranno accompagnati a leggere in maniera più intima le montagne che amano.

    Il curatore del progetto Marco Minuz: “L’intento di questo progetto non è solo quello di leggere un territorio sotto nuovi punti di vista, ma favorire, negli stessi contesti dove sono nate le fotografie, un’educazione al vedere, all’osservare e a riflettere sul valore del vivere in montagna e riflettere sulle sfide di questi territori. Il lavoro di Jerome, così silenzioso, s’integra perfettamente nel contesto montano e favorisce consapevolezza dei luoghi”.

    Luciano Rizzi, presidente della APT Val di Sole, promotore del progetto: “Il Sentiero della fotografia rappresenta un progetto innovativo che incarna perfettamente il nostro impegno per rendere la cultura elemento strategico per lo sviluppo del nostro turismo; prende avvio il più alto percorso espositivo open air mai realizzato dedicato alla fotografia che coinvolge le comunità del nostro territorio”.

    Ancora Sessini: “Questo lavoro in Val di Sole mi ha permesso di lavorare in un contesto che è parte integrante della mia vita e che conosco bene. La forza e il silenzio delle montagne. Ha rappresentato un vero e proprio ritorno alle origini”.

    Il sentiero della fotografia. Jérôme Sessini

    Valle di Sole

    www.ilsentierodellafotografia.eu

    a cura di Marco Minuz

    Un progetto realizzato da Suazes con Magnum Photos insieme al Castello del Buonconsiglio, monumenti e collezioni provinciali, con il supporto del Parco Nazionale dello Stelvio

    Promosso dall’Azienda per il Turismo delle Valli di Sole, Peio e Rabbi, dai comuni della Val di Sole con il patrocinio della Provincia Autonoma di Trento.

    Partner culturale del progetto Canon Italia.

  • Dal 4 al 16 agosto al festival estivo di Salisburgo diretto da Cecilia Bartoli e con la regia di Rolando Villanzon

    Una nuova, insolita trasformazione per Arturo Brachetti, leggenda del quick-change e artista a tutto tondo, che questa volta approda nel mondo dell’opera in uno speciale Barbiere di Siviglia al Festival di Salisburgo, il più importante al mondo.

    La messa in scena dell’opera è diretta da Rolando Villanzon che per Brachetti ha ideato un nuovo personaggio, muto, un deus ex machina, presente in scena per tutta la durata dello spettacolo: Arturo, come il nome del suo interprete. Insieme a lui nei panni di Rosina troviamo Cecilia Bartoli, che è anche direttrice del Festival, Nicola Alaimo (Figaro), Alessandro Corbelli (Don Bartolo), Edgardo Rocha (il Conte), Ildebrando d’Arcangelo (Don Basilio).

    È stata proprio Cecilia Bartoli a chiedere a Villanzon di dirigere l’opera cercando di ritrovare la tradizione italiana della commedia dell’arte, espressa pienamente da Brachetti che riveste un ruolo centrale in tutta l’opera.

    Il regista ha trasposto l’azione dell’opera rossiniana agli anni ’30. La produzione gioca sul confine tra realtà e finzione cinematografica, ispirandosi ad altre contaminazioni famose come l’in and out del film di Woody Allen La rosa purpurea del Cairo e la poetica naif di Cinema Paradiso.

    Brachetti impersona un magazziniere impacciato di uno studio cinematografico dove si girano film muti, un mondo che lui sogna quotidianamente. Ma la sua fantasia viene travolta da una storia ancora più surreale: il film prende vita sul palcoscenico e lui si trova catapultato in esso.

    Il regista ha ripescato per questo spettacolo decine di routine comiche, lazzi e pantomime tipiche dei Fratelli Marx, di Buster Keaton e del cinema muto.

    Questo originale allestimento si è posto sin da subito all’attenzione del pubblico e della critica internazionale in occasione dell’edizione di Pentecoste del Festival, tanto che le repliche in programma dal 4 al 16 agosto sono totalmente sold-out.

    Arturo Brachetti, leggenda del trasformismo e tra gli artisti di teatro italiani più celebri nel mondo racconta “Cecilia Bartoli voleva fare il Barbiere il Siviglia con me e ha chiesto al regista Villanzon di creare un’idea originale. Lui ha avuto questa trovata incredibile che porta l’opera di Rossini direttamente nel XX secolo con un personaggio aggiunto, quello di Arturo, una specie di Mr. Bean artefice, complice e vittima di un sogno che sta tra l’opera, il cinematografo e la Commedia dell’arteAmmetto che non è stato facile, perché l’opera è diversa dal varietà, ma la commistione finale è unica ed eccezionaleIl Barbiere di Siviglia non è un’opera semplice perché è fatta di sottintesi, travestimenti, bigliettini scambiati, coincidenze e attimi brevissimi ma fondamentali per la dinamica comica della scena. Ho dovuto portare il mio knowhow in un mondo che non conoscevo ma che mi ha trasmesso un’energia straordinaria e un bagaglio di esperienza importante”.

    Non si tratta tuttavia del “vero” debutto di Brachetti nell’opera. In realtà, ancora ragazzo, interpretò uno dei toreri al seguito di Escamillo in occasione di una Carmen in scena al Teatro Regio di Torino.

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