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  • AGENDA APPUNTAMENTI FONDAZIONE TORINO MUSEI

    3 – 9 marzo 2023

    SABATO 4 MARZO

    Sabato 4 e domenica 5 marzo ore 10 – 17
    GLI AGRUMI
    Palazzo Madama – workshop di acquerello botanico

    Con il finire dell’inverno un appuntamento è giustamente dedicato agli agrumi e alle diverse specie che potranno essere studiati e rappresentati: a disposizione dei partecipanti ci saranno il cedro nelle sue varianti Citrus medica e cedro mano di Budda, i chinotti, i bergamotti e i più classici limoni.

    Rappresentare queste piante significherà osservarne con attenzione le caratteristiche, per arrivare a conoscerne la morfologia e alcuni particolari che diversamente si perdono nel colpo d’occhio.

    Il corso è aperto a tutte le persone curiose e desiderose di mettersi alla prova. I principianti riceveranno un’impostazione necessariamente di base, mentre i più esperti potranno esercitarsi nell’approfondimento della tecnica per rappresentare dettagli botanici particolarmente impegnativi. Dipingere il giallo o l’arancio della scorza, rendere la granulosità di certe superfici, o riprodurre la superficie lucida e lanceolata delle foglie.

    Il corso ha una durata di 12 ore, si svolge il sabato e la domenica dalle ore 10 alle 17, ed è accreditato per l’aggiornamento degli insegnanti (legge 170 del 21/03/2016 art. 1.5).

    Angela Petrini ha ottenuto il Diploma con lode in disegno e acquerello botanico dalla Society of Botanical Artists di Londra; è Presidente dell’Associazione Italiana Pittori Botanici “Floraviva”. Premiata dalla Royal Horticultural Society con la Gold Medal al Plant and Botanical art Fair 2018, Londra.

    Prossimi appuntamenti:

    • 1-2 aprile 2023 ore 10-17 | La Primavera nell’orto medievale
    • 7-8 maggio 2022 ore 10-17 | Alcune varietà di rose botaniche
    • 10-11 giugno 2022 | Ciliegie e piccoli frutti

    Materiale occorrente: acquerelli; pennelli tondi a punta fine numeri 4, 2, 0; matita HB; gomma (evitare possibilmente la gomma pane); carta liscia satinata 300 gr. formato 30×40 circa. A chi non avesse il materiale l’insegnante può fornire carta, pennelli e colori necessari per lo svolgimento al costo di 5 €. È necessario segnalarlo al servizio prenotazioni.

    Costo: € 140 / ogni incontro

    Posti disponibili per ogni appuntamento: 7
    Prenotazione obbligatoria: tel. 0114429629; email: madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

    Sabato 4 marzo ore 16.30
    TRA GOTICO E RINASCIMENTO
    Palazzo Madama – visita guidata tematica

    Un itinerario che offre la possibilità di conoscere le collezioni di Palazzo Madama traendone una visione d’insieme. Il museo contempla un ampio percorso stilistico, cronologico ed espositivo; per questo motivo, previa presentazione generale delle opere in esso custodite, la visita rivolgerà un particolare focus all’arte gotica e rinascimentale. Ci si soffermerà quindi sul Ritratto d’uomo di Antonello da Messina, sulle opere dell’artista borgognone Antoine de Lonhy, continuando con artisti quali Martino Spanzotti e Defendente Ferrari. È un’occasione per conoscere il Museo Civico d’Arte Antica di Torino con uno sguardo rivolto ai secoli XV e XVI, quando il Rinascimento e le nuove correnti artistiche raggiunsero il territorio e diedero spunti nuovi a un Nord-Ovest pronto ad accogliere le importanti novità.

    Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).

    Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com

    DOMENICA 5 MARZO

    Domenica 5 marzo ore 15
    APPUNTI DI PAESAGGIO
    GAM – Attività per le famiglie

    Il percorso in mostra permette di riflettere sul ruolo della pittura di paesaggio da metà dell’Ottocento fino ai primi del Novecento. Durante la visita guidata gli adulti avranno modo di approfondire l’evoluzione del paesaggio da semplice fondale a contorno di scene storiche e brani di genere, a soggetto autonomo e centrale, a luogo suggestivo ricco di scambi emozionali con chi lo vive e lo ammira, a strumento di sperimentazioni scientifiche. Contemporaneamente i bambini, attraverso una più ridotta selezione di opere, vedranno come il paesaggio diventi luogo che accoglie sensazioni, emozioni personali e spunto per ragionare sulle nuove teorie del colore e della luce e in laboratorio realizzeranno un personale taccuino di paesaggi utilizzando diverse tecniche pittoriche.

    Costo visita adulti: euro 6 più biglietto di ingresso al museo ridotto (ingresso gratuito ai possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Valle d’Aosta)

    Costo bambini: euro 7 (ingresso gratuito al museo)

    Informazioni e prenotazioni: 0115211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

     

    Domenica 5 marzo ore 16.30
    DONNE DA RACCONTARE
    Palazzo Madama – visita guidata tematica

    Con l’avvicinarsi dell’8 marzo, Palazzo Madama vuole omaggiare le donne attraverso un percorso guidato in museo, ispirato a figure femminili che, inaspettatamente, si incontrano fra gli oggetti esposti nelle sale, rivelando singolari biografie. Volti di fanciulle e donne aristocratiche, come Maria Antonietta, Regina di Francia, o legate al mondo dell’arte, come l’attrice e cantante Louise-Rosalie Lefebvre, che affidano a celebri miniaturisti la memoria del proprio essere e apparire: donne le cui vite sono un interessante spunto di conversazione e racconto. Tra leggenda e realtà, le sale e le vetrine dei diversi piani del museo mostreranno oggetti esclusivi adatti a celebrare una data importante.

    Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).

    Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com

    Domenica 5 marzo ore 16.30
    DONNE DA ORIENTE
    MAO – visita guidata tematica in occasione della Giornata Internazionale della Donna

    Dai corredi funerari della collezione cinese, alle eleganti opere della collezione giapponese, fino alle raffinate decorazioni dell’arte islamica, i visitatori saranno condotti nelle collezioni del MAO in un itinerario dedicato alle svariate immagini e significati sul femminile che figurano nella produzione artistica delle differenti culture d’Oriente.

    Prenotazione obbligatoria, disponibilità fino ad esaurimento posti. Info 011.5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com (da lunedì a domenica 9.30 – 17.30).

    Costi: 6 € a partecipante. Costi aggiuntivi: biglietto di ingresso al museo; gratuito per possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte.

    Appuntamento 15 minuti prima dell’inizio.

     

    MARTEDI 7 MARZO

    Martedì 7 marzo
    ALBERTO MORAVIA. NON SO PERCHÉ NON HO FATTO IL PITTORE
    GAM – nuova mostra in Wunderkammer
    7 marzo – 4 giugno 2023
    a cura di Elena Loewenthal e Luca Beatrice

    La GAM di Torino dedica ad Alberto Moravia una mostra a cura di Luca Beatrice ed Elena Loewenthal nel contesto del progetto “Nato per narrare. Riscoprire Alberto Moravia” che la Fondazione Circolo dei lettori ha ideato e realizzato con la GAM e il Museo Nazionale del Cinema in collaborazione con l’Associazione Fondo Alberto Moravia, Bompiani editore e le Gallerie d’Italia. La figura di Moravia, grande protagonista della vita artistica e intellettuale per larga parte del Novecento, si presta a una varietà di suggestioni che sono al cuore di una rassegna di ampio respiro: pittura, cinema, fotografia e naturalmente letteratura.

    Tra i molti campi di interesse che oltrepassano la letteratura, quello delle arti visive rappresenta ben più di una passione per Alberto Moravia. I primi scritti d’arte datano 1934 per arrivare al 1990, anno della sua morte. Pubblica su riviste e giornali, tra cui la torinese Gazzetta del Popolo e il Corriere della Sera, e redige testi in catalogo e prefazioni per diversi artisti. Questo interesse gli deriva in parte dall’educazione familiare. Il padre era appassionato di pittura, la sorella Adriana Pincherle, formatasi insieme a Mafai e Scipione, sarà artista di una certa levatura nell’ambiente romano. Fin dagli anni ’30, ma in particolare nel dopoguerra, artisti, scrittori, intellettuali, frequentano lo stesso ambiente e gli stessi luoghi, gli scambi sono all’ordine del giorno.

    Info www.gamtorino.it

     

    MERCOLEDI 8 MARZO GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA

    Mercoledì 8 marzo ingresso gratuito per tutte le donne  alle collezioni permanenti e molte mostre di GAM, MAO e Palazzo Madama. Inoltre due incontri speciali alla GAM e a Palazzo Madama e domenica 5, mercoledì 8, sabato 11 e domenica 12 visite guidate a tema.

    Anche quest’anno la Fondazione Torino Musei celebra la Giornata internazionale della donna proponendo l’ingresso gratuito per tutte le donne alle collezioni permanenti e alle mostre della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, del MAO Museo d’Arte Orientale e di Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica. Dall’offerta sono escluse le mostre temporanee con biglietteria separata. A partire da domenica 5 marzo e fino a domenica 12 marzo i tre musei propongono inoltre visite guidate tematiche, a cura di Theatrum Sabaudiae, e due conferenze: a Palazzo Madama Textiles are back, speciale donne, legata al riallestimento della nuova sala tessuti, e alla GAM Donne rifugiate: Partecipare per cambiare la narrazione che il Dipartimento Educazione propone insieme all’associazione Mosaico – Azioni per i rifugiati.

    Cosa si può visitare:

    • Alla GAM Ingresso libero a tutte le donne alle collezioni permanenti e alle mostre Alberto MoraviaOttocento e Michael Snow in Videoteca. Hic sunt dracones a pagamento.
    • Al MAO ingresso libero a tutte le donne alle collezioni permanenti e alla mostra Lustro e lusso dalla Spagna islamicaBuddha10 a pagamento.
    • A Palazzo Madama ingresso libero a tutte le donne alle collezioni permanenti e alla mostra Le chiavi della Città nei capolavori di Palazzo Madama.

     

    Mercoledì 8 marzo ore 16
    DONNE NELL’ARTE
    GAM – Visita guidata tematica

    La visita si sviluppa tra le sale della collezione del 900 alla ricerca delle donne che hanno saputo far sentire la propria voce nel panorama artistico italiano e internazionale. A partire dai primi decenni del ‘900 con Nella Marchesini e Antonietta Raphaël, che hanno cercato di emergere in un ambiente artistico prettamente maschile, alle artiste degli anni ‘50 e ’60 come Carla Accardi e Giosetta Fioroni, Louise Nevelson, Carol Rama, Dadamaino che hanno portato avanti, attraverso il loro lavoro, la riflessione sul ruolo della donna nella società e nell’arte. Diverse per origine, formazione e personalità e stile, queste artiste sono accomunate dal fatto di essere riuscite a imporsi con passione e intelligenza nella realtà artistica del, 900 sfuggendo agli stereotipi e ai clichés di genere.

    Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).

    Info e prenotazioni: t. 011 5211788 prenotazioniftm@arteintorino.com

     

    Mercoledì 8 marzo ore 16.30
    DEE DA ORIENTE
    MAO – visita guidata tematica in occasione della Giornata Internazionale della Donna

    Spaziando dall’Asia meridionale alla Regione himalayana, l’itinerario si concentra sulle opere d’arte del Museo che rappresentano forme femminili del divino. Un modo per conoscere alcune fra le svariate manifestazioni pacifiche e irate della Dea che caratterizzano induismo e buddhismo.

    Prenotazione obbligatoria, disponibilità fino ad esaurimento posti. Info 011.5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com (da lunedì a domenica 9.30 – 17.30).

    Costi: 6 € a partecipante. Costi aggiuntivi: biglietto di ingresso al museo; gratuito per possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte.

    Appuntamento 15 minuti prima dell’inizio.

     

    Mercoledì 8 marzo ore 17
    TEXTILES ARE BACK. SPECIALE DONNE
    Palazzo madama – conferenza con Virginia Bertone, responsabile direttivo, e Maria Paola Ruffino, conservatore Palazzo Madama

    La storia, prevalentemente maschile, della produzione tessile ha visto le donne protagoniste nelle arti fiorite nell’ambiente domestico, in particolare il ricamo e il merletto. Attività dapprima dell’aristocrazia, queste arti toccarono ogni strato sociale, costituendo un valore forte comune. L’apprendimento del ricamo è stato per molte ragazze occasione di alfabetizzazione, strumento di affermazione e di racconto di sé. E tramite il recupero delle tecniche del merletto abbandonate, diverse nobildonne in Italia hanno dato vita alla fine del XIX secolo a progetti di solidarietà sociale, volti a offrire alle giovani la possibilità di mantenersi con il proprio lavoro.

    Ingresso libero

    Prenotazione consigliata: t. 011.4429629 (dal lun. al ven. 09.30 – 13.00; 14.00 – 16.00) oppure scrivere a madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

     

    Mercoledì 8 marzo ore 18
    MONOGATARI | MASSIMO GRIMALDI
    MAO – inaugurazione della nuova installazione nel t-space X MAO

    Il quarto appuntamento del ciclo di performance che abitano il t-space X MAO è dedicato all’artista Massimo Grimaldi (Taranto, 1974) e alla sua videoinstallazione MONOGATARI, prodotta da Snaporazverein in collaborazione con Zero…, Milano.

    L’opera consiste nella proiezione, su due schermi appaiati, del reportage fotografico realizzato in Giappone tra il 2017 e il 2018, dove l’artista ha vissuto per alcuni mesi grazie al premio On Demand by Snaporazverein. Durante il soggiorno a Tokyo, Kyoto e Osaka l’artista ha potuto approfondire la conoscenza di una cultura che, nel suo rigore formale e nelle sue strutture simboliche, sente come elettivamente affine.

    Contrariamente a quanto il titolo lascerebbe supporre, la videoinstallazione MONOGATARI (in giapponese 物語, letteralmente ‘racconto’) non vuole narrare una storia, quanto piuttosto rendere visibile quell’intimo legame che si produce con un luogo – e con le persone che lo abitano – quando è finalmente superata la presunzione di averlo già compreso e di saperlo descrivere.

    Ingresso libero. La mostra è visitabile fino al 7 maggio.

     

     

    Theatrum Sabaudiae propone visite guidate in museo

    alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.

    Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

    https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html

    https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html

    https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html

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    Monogatari

    Installazione di Massimo Grimaldi per t-space X MAO

    Inaugurazione aperta al pubblico
    Mercoledì 8 marzo ore 18

    9 marzo – 7 maggio 2023
    MAO Museo d’Arte Orientale, Torino

    Il quarto appuntamento del ciclo di performance che abitano il t-space X MAO è dedicato all’artista Massimo Grimaldi (Taranto, 1974) e alla sua videoinstallazione MONOGATARI, prodotta da Snaporazverein in collaborazione con Zero…, Milano.
    L’opera consiste nella proiezione, su due schermi appaiati, del reportage fotografico realizzato in Giappone tra il 2017 e il 2018, dove l’artista ha vissuto per alcuni mesi grazie al premio On Demand by Snaporazverein. Durante il soggiorno a Tokyo, Kyoto e Osaka l’artista ha potuto approfondire la conoscenza di una cultura che, nel suo rigore formale e nelle sue strutture simboliche, sente come elettivamente affine.

    Contrariamente a quanto il titolo lascerebbe supporre, la videoinstallazione MONOGATARI (in giapponese 物語, letteralmente ‘racconto’) non vuole narrare una storia, quanto piuttosto rendere visibile quell’intimo legame che si produce con un luogo – e con le persone che lo abitano – quando è finalmente superata la presunzione di averlo già compreso e di saperlo descrivere.
    Non può mai davvero essere raccontato il fascino di un paesaggio che appare nuovo ed esotico: è sempre quest’ultimo a raccontare la fascinazione di chi lo guarda.

    Similmente a quanto realizzato in passato con i reportage fotografici sugli ospedali della ONG EMERGENCY, che prima ancora di descrivere la loro attività erano soprattutto degli autoritratti del modo con cui l’artista si relazionava ad essi, alle loro persone, ai loro paesaggi, anche MONOGATARI è da considerarsi come una “costruzione affettiva”.
    La videoinstallazione si arricchisce della contestuale presenza nello spazio espositivo – anomala performer – dell’artista di ikebana Nami Kodama che, sovrapponendo la propria silhouette alle immagini proiettate, ne rifrange e ne stratifica ulteriormente la percezione.

    MASSIMO GRIMALDI (Taranto, 1974) è un artista italiano che vive e lavora a Milano. La sua pratica indaga la natura di ciò che convenzionalmente chiamiamo “arte”, il modo con cui essa viene percepita, valutata e capita. La sua ricerca è una continua interrogazione sui criteri della produzione e della
    circolazione delle immagini, sul potere e i limiti della speculazione estetica, sulla possibilità di una sua ridefinizione etica. L’artista ha avuto mostre personali al Castello di Rivoli, Torino (2009); Museo di Villa Croce, Genova (2012); Team Gallery, New York (2011/2013); West, The Hague (2014); ZERO…, Milano (2006/2010/2013/2017/2019/2022). Le sue opere sono state presentate anche in numerose mostre collettive, fra cui Italics a Palazzo Grassi, Venezia, e MCA, Chicago (2008-2009), e la 50ma Biennale di Venezia (2003). Nel 2009 Grimaldi ha vinto il concorso internazionale MAXXI 2per100, utilizzando il premio per la costruzione del Centro Pediatrico di EMERGENCY a Port Sudan.

    Come di consueto, nello spazio del t-space i visitatori potranno anche servirsi una tazza di tè selezionato da Claudia Carità (The Tea Torino) che, per l’occasione ha scelto tè verde Genmaicha.
    Genmaicha o ’tè di riso integrale’ è ottenuto con il tè verde e il riso tostato. Colloquialmente è anche conosciuto come “tè del popolo”, poiché il riso serviva da riempitivo e riduceva il prezzo del tè, rendendolo storicamente più disponibile per i giapponesi più poveri.
    Scelto come bevanda durante i periodi di digiuno anche religioso, tè e riso erano combinati nella proporzione di 1:1. Oggi il genmaicha è apprezzato da tutti i segmenti della società non solo giapponese e il successo di questo tè è anche la risposta all’estro dei produttori che riescono a modulare la complessità aromatica dell’infuso finale scegliendo tra le migliori qualità di tè verde e di riso, oppure addizionando matcha per ottenere l’espressione in tazza del ricercato umami.

    Si ringrazia per il prestito dell’opera SNAPORAZVEREIN, Samaden (CH), e ZERO…, Milano

    Ingresso libero.

    I prossimi appuntamenti
    12 maggio – 26 giugno 2023: Jacopo Miliani
    30 giugno – settembre 2023: Fuzao Studio

  • PARCO ARCHEOLOGICO DEL COLOSSEO

    “IL VIAGGIO DI ENEA. DA TROIA A ROMA”: UNA MOSTRA ALLA SCOPERTA DEL SUGGESTIVO ITINERARIO CULTURALE DEL CONSIGLIO D’EUROPA

    Tempio di Romolo, Foro Romano
    15 dicembre 2022 – 10 aprile 2023

    Il Parco archeologico del Colosseo presenta la mostra “Il viaggio di Enea. Da Troia a Roma”, ideata e organizzata in collaborazione con l’Associazione Rotta di Enea per promuovere e diffondere la conoscenza del mito di Enea e dell’Itinerario Culturale “Rotta di Enea” certificato dal Consiglio d’Europa nel 2021. L’esposizione, curata da Alfonsina Russo, Direttrice del Parco archeologico del Colosseo, Roberta Alteri, Nicoletta Cassieri, Daniele Fortuna, Sandra Gatti, sarà visitabile dal 15 dicembre 2022 al 10 aprile 2023 presso il Tempio di Romolo al Foro Romano.

    “Questo progetto consente di raccontare il viaggio e il mito di Enea attraverso preziosi reperti provenienti da tutta Italia, alcuni mai esposti in precedenza. Un modo per conoscere la storia di una rotta leggendaria le cui radici affondano nella notte dei tempi e che è entrata precocemente a far parte dei miti più antichi di Roma. Una rotta che oggi può essere valorizzata e ripercorsa anche grazie all’importante riconoscimento ricevuto nel 2021 dal Consiglio d’Europa, che l’ha inclusa tra gli Itinerari Culturali certificati e che ha visto il Parco archeologico del Colosseo tra i primi aderenti a questo network sin dal 2019” ha dichiarato Alfonsina Russo, Direttrice del Parco archeologico del Colosseo.

    “Promuovere le comuni radici europee, che si sono formate attraverso i viaggi e gli scambi che hanno avuto luogo nel Mediterraneo Antico testimoniate dai magnifici reperti esposti nella mostra, rappresenta una missione fondamentale della nostra Associazione. La Raccomandazione del Parlamento Europeo alla Commissione del settembre 2022 per una nuova Agenda per il Mediterraneo citando la Rotta di Enea riconosce il valore del nostro itinerario come ponte e infrastruttura culturale. Un valore che il Parco archeologico del Colosseo ha da subito abbracciato, nella comune convinzione dell’importante ruolo che la cultura può svolgere nella società e nelle relazioni internazionali” ha dichiarato Giovanni Cafiero, Presidente dell’Associazione Rotta di Enea.

    Il mito di Enea, cantato da Virgilio nell’Eneide, ha pervaso profondamente la cultura europea. Abbandonata Troia, distrutta dagli Achei, l’eroe lascia la sua terra e intraprende un lungo viaggio verso Occidente per raggiungere una nuova patria per i Troiani superstiti e dar vita a una stirpe da cui nascerà Romolo, fondatore di Roma e suo primo re. Enea impersona i valori della tradizione romana: la lealtà, il senso di appartenenza alla collettività, il rispetto per la famiglia, per lo stato e per gli dèi. Oggi la figura dell’eroe troiano rappresenta l’emblema dell’incontro possibile fra culture diverse e della speranza nel futuro.

    La mostra

    Nella mostra, che ha ricevuto la collaborazione istituzionale del Museo e scavi archeologici di Troia, la storia di Enea è presentata attraverso 24 opere di grande interesse, databili fra il VII secolo a.C. e la piena età imperiale, prestate da 12 diverse istituzioni nazionali. Le opere sono proposte secondo percorsi tematici chiave come le immagini di Enea, di suo padre Anchise e di sua madre la dea Afrodite; le raffigurazioni della guerra di Troia; il Palladio – talismano della salvezza prima di Troia e poi di Roma – e infine lo sbarco nel Lazio e la fondazione di Lavinium, dove le scoperte archeologiche hanno dato concretezza alla leggenda dell’eroe. Tra i preziosi reperti in mostra si ricordano il monumentale cratere apulo a figure rosse proveniente dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli, vero capolavoro della ceramografia antica, datato al 370-360 a.C., raffigurante lo scempio del corpo del principe troiano Ettore da parte di Achille. Dallo stesso Museo provengono anche due affreschi rinvenuti a Pompei uno dei quali rappresenta una rara raffigurazione del cavallo di Troia trascinato all’interno della città.

    Cuore dell’esposizione sono le statue in terracotta dal santuario di Minerva a Lavinium, significativo esempio dell’arte tardo arcaica e medio-repubblicana del Lazio, molte delle quali esposte al pubblico per la prima volta.

    Durante il periodo della mostra, da dicembre 2022 a marzo 2023, il Parco archeologico del Colosseo ospiterà una serie di conferenze incentrate sul mito di Enea e sul suo leggendario viaggio che saranno tenute da esperti della materia e docenti universitari italiani e stranieri. Il programma sarà presto pubblicato sul sito web ufficiale. Sempre nello stesso arco di tempo sarà possibile partecipare a visite guidate a tema lungo il percorso che nel racconto di Virgilio compiono Enea ed Evandro, dal Foro Boario alla Porta Carmentale, all’Asylum (fra Arx e Capitolium), al Lupercale fino al bosco dell’Argileto e al Campidoglio e poi, attraverso la valle del futuro Foro Romano, fino al villaggio sul Palatino, dove si trova l’umile dimora del re, che coincide con il punto in cui sorgerà la casa di Romolo e, secoli dopo, la residenza di Augusto: un’occasione per ripercorrere la storia più remota e mitica del luogo, precedente alla futura città di Roma.

    I temi della mostra

    L’iconografia di Enea e Anchise
    La dea Afrodite e il giudizio di Paride
    L’amore fra Paride ed Elena
    La morte di Ettore principe troiano e la caduta di Troia
    Il Palladio
    La dea Minerva e i giovani devoti di Lavinium

    Opere in mostra

    Il tema dell’iconografia di Enea e Anchise è illustrato da varie opere che rappresentano lo schema classico dell’eroe troiano che tiene per mano il piccolo figlio Ascanio e porta sulle spalle l’anziano padre Anchise, invalido – forse cieco o forse incapace di camminare – perché punito da Zeus per aver rivelato il segreto della sua unione amorosa con la dea Afrodite/Venere, da cui era nato Enea. Questa tremenda punizione è forse raffigurata su un reperto molto antico, risalente al VII sec. a.C., proveniente da Falerii Veteres, antica città falisca, e conservato nel Museo Archeologico Nazionale dell’Agro Falisco a Civita Castellana: una bardatura di cavallo in bronzo in cui è raffigurata una donna con un bimbo in braccio, forse la dea Afrodite con Enea bambino, e un uomo accecato da uccelli, da identificare probabilmente con Anchise.

    Il giudizio di Paride e l’amore fra il troiano Paride ed Elena, moglie del greco Menelao, furono secondo il mito la causa della guerra di Troia e rappresentano un tema frequentemente raffigurato sia nell’antichità che in seguito per tutta l’età moderna. Nella mostra è rappresentato da uno straordinario lebete a figure rosse proveniente da Ruvo di Puglia e conservato nel Museo Nazionale di Palazzo Jatta. Questo lebete, una particolare forma ceramica legata al mondo femminile e utilizzata in occasione dei riti matrimoniali, conservato quasi completamente integro, è datato fra il 360 e il 350 a.C. La scena ritrae un momento dei preparativi di Elena all’imminente unione amorosa con Paride, che la aspetta in piedi, nudo e con il copricapo orientale che lo identifica come troiano. Afrodite ed Eros vigilano sul momento, garantendo protezione e approvazione.

    Molti dei reperti provengono dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli, con il quale il Parco archeologico del Colosseo ha una proficua collaborazione, e fra questi va segnalato il monumentale cratere apulo a figure rosse, un vero capolavoro della ceramografia antica, datato al 370-360 a.C., raffigurante uno degli episodi più famosi dell’epilogo della guerra di Troia, la morte del principe troiano Ettore e lo scempio del suo corpo attuato da Achille, che lo lega ad un carro e lo trascina nella polvere.

    Dallo stesso Museo provengono due affreschi rinvenuti a Pompei. Il primo raffigura Enea ferito ad una gamba e curato da un medico, alla presenza della madre Afrodite/Venere e del figlio Ascanio, immagine che si riferisce all’episodio narrato nel XII libro dell’Eneide, quando l’eroe troiano viene colpito da una freccia durante la battaglia contro i Rutuli. Il secondo affresco conserva una rara raffigurazione del cavallo di Troia trascinato dai Troiani all’interno delle mura della città: quella che fu la “macchina fatale” che rese possibile la presa e la distruzione della città da parte dei Greci dopo dieci anni di assedio.

    Di grande rilevanza sono le statue in terracotta dal santuario di Minerva a Lavinium, città fondata da Enea – secondo il racconto degli antichi – dopo che, giunto sulle coste del Lazio aveva sposato la figlia del re Latino, Lavinia. L’esplorazione del sito ha portato alla scoperta di complessi archeologici che danno corpo al mito della fondazione della città da parte dell’eroe troiano: il santuario dei Tredici Altari (VI -IV sec. a.C.), probabilmente un luogo di culto comune del popolo latino; il grande tumulo che era forse l’heroon di Enea, la tomba simbolica dell’eroe troiano divinizzato; infine un santuario dedicato a Minerva, una Minerva Iliaca legata alla leggenda troiana, guerriera e protettrice del matrimonio e della famiglia. Il santuario ha restituito straordinarie statue in terracotta, databili tra V e III sec. a.C., raffiguranti giovani offerenti; inoltre statue della divinità, sia nel suo aspetto guerriero, la Minerva Tritonia, del V sec. a.C., probabilmente la statua di culto (di cui nella mostra è esposta una copia), sia come il Palladio.

    La Rotta di Enea

    La Rotta di Enea è uno dei 48 Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa che invitano al viaggio e alla scoperta del ricco patrimonio culturale europeo e rappresentano un modello di cooperazione attraverso un’esperienza partecipativa della cultura. L’itinerario archeologico dedicato all’eroe troiano è concepito come una “rotta lineare” che segue un ordine preciso il viaggio narrato da Virgilio e tocca siti Unesco (Troia, Delo, Butrinto, Cartagine, Roma), parchi nazionali (Monte Ida in Turchia, Parco Nazionale di Butrinto in Albania), per poi arrivare nel Lazio e infine a Roma.

    L’Itinerario Rotta di Enea è un progetto nato nel 2018, che ha ottenuto il riconoscimento di Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa a giungo 2021: la certificazione è stata celebrata con una cerimonia tenutasi nella Curia Iulia del Foro Romano a gennaio 2022.

    Scheda tecnica della mostra

    Titolo

    IL VIAGGIO DI ENEA da Troia a Roma

    Sede
    Parco archeologico del Colosseo, Tempio di Romolo al Foro Romano

    Date al pubblico
    15 dicembre 2022 – 10 aprile 2023

    A cura di
    Alfonsina Russo
    Roberta Alteri
    Nicoletta Cassieri
    Daniele Fortuna
    Sandra Gatti

    Orari della mostra
    9.30 – 16.00 (ultimo ingresso 15.45).
    Per aggiornamenti si prega di consultare sempre il sito https://parcocolosseo.it/visita/orari-e-biglietti/

    Biglietti
    Intero € 16,00 Valido 24h, permette un solo ingresso all’area archeologica del Foro Romano-Palatino, inclusa la mostra in corso, e un solo ingresso al Colosseo (I e II ordine).

    Full Experience € 22,00 Valido 2 giorni, permette un solo ingresso all’area archeologica del Foro Romano-Palatino, inclusi la mostra in corso e i siti SUPER ad accesso contingentato, e un solo ingresso al Colosseo (I e II ordine), comprensivo del piano dell’arena e/o i sotterranei.

    Forum Pass Super € 16,00 Valido 1 giorno per 1 ingresso all’area archeologica del Foro Romano-Palatino e dei Fori Imperiali, incluse le mostre in corso.

    Ridotto € 2,00

  • Un nuovo Festival a Torino
    Prima edizione di

    ColtivaTo
    Con i piedi per Terra

    Il Festival Internazionale dell’Agricoltura

    Tre giorni di incontri, conferenze, dibattiti, tavole rotonde, visite guidate, interviste,
    workshop, spettacoli teatrali, concerti e una rassegna cinematografica

    Torino, 31 marzo – 2 aprile 2023

     

    Torino, 23 febbraio 2023. Si terrà a Torino dal 31 marzo al 2 aprile 2023 la prima edizione di ColtivaTo, il Festival Internazionale dell’Agricoltura: tre giorni di incontri, conferenze, dibattiti, tavole rotonde, visite guidate, interviste, workshop, spettacoli teatrali, concerti e una rassegna cinematografica, per raccontare l’agricoltura in un grande evento scientifico-divulgativo con cadenza biennale.

    Il Festival ColtivaTo è patrocinato da Regione Piemonte e Città di Torino. È sostenuto da Bayer Italia, New Holland, Intesa Sanpaolo, Camera di commercio industria artigianato e agricoltura di Torino, SMAT, Agroinnova, Fondazione Agritech, Reale Mutua, Turismo Torino, in collaborazione con Università di Torino, Fondazione CRT, Biennale Democrazia, Biennale Tecnologia, weTree.

    “Torino, oltre a essere una delle città industriali nel mondo, con il suo settore manifatturiero, è anche un’area agricola estremamente vasta e dalle caratteristiche varie e per certi aspetti estreme” dichiara Stefano Lo Russo, sindaco della Città di Torino. “Nel comprendere la varietà del nostro territorio basti pensare alla dimensione metropolitana, al cui interno abbiamo tutto – pianura, collina, montagna – e in ogni pezzo di territorio custodiamo saperi e produciamo una straordinaria ricchezza agricola. Torino non poteva che accogliere con entusiasmo questa prima edizione del Festival Internazionale dell’Agricoltura, che per alcuni sembrerà strano farlo in un contesto urbano, ma l’agricoltura è pensiero, elaborazione, stile di vita e non per ultimo rimane un settore produttivo con la sua rilevanza economica. In questi giorni densi di incontri avremo l’opportunità di apprendere dai numerosi studiosi molto della capacità delle piante e della coltivazione di adattarsi ai cambiamenti climatici; allo stesso tempo potremo riportare nel dibattito pubblico quello che una volta era definito il settore primario dell’economia, quindi tornerà centrale il fascino del territorio e delle sue produzioni agricole. Saranno giorni che insegneranno molto a tutti.”

    “L’agricoltura rappresenta storia, presente e futuro del nostro Paese e del Piemonte in particolare” sottolineano il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore all’Agricoltura Marco Protopapa. “Parliamo di uno dei comparti più importanti per l’economia del nostro territorio, una eccellenza che contraddistingue l’identità dell’Italia in ogni parte del mondo. Per questo un festival che parla di agricoltura non poteva che nascere in Piemonte. Le sfide da affrontare sono molte, a cominciare da quella della sostenibilità e della tutela ambientale. E nessuno può essere testimone di questo impegno più di chi dedica la propria vita alla terra, ogni giorno.”

    “La Camera di commercio si unisce alle altre istituzioni nel sostenere il Festival di un settore che nella nostra area metropolitana conta più di 11.600 imprese e, nel solo export, supera il miliardo e mezzo di valore annuo” dichiara il Vicepresidente della Camera di commercio di Torino Enzo Pompilio D’Alicandro. “L’ente camerale supporta queste imprese incentivando la loro innovazione, soprattutto nel digital marketing, e facilitando la loro internazionalizzazione con l’assistenza sulla normativa, la documentazione, la ricerca di partner commerciali. La Camera di commercio, inoltre, promuove i loro prodotti con progetti dedicati, quali Torino DOC, Maestri del Gusto, Torino Cheese, e ne assicura vasta visibilità non solo nei grandi appuntamenti di settore, come durante lo scorso Salone del Gusto o il prossimo Salone del Vino, ma anche in occasione dei maggiori eventi cittadini, ad esempio durante gli ATP Finals di Tennis o le Final Eight di Basket.”

    Il Festival nasce da un’idea di Antonio Pascale, scrittore e ispettore presso il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, e di Maria Lodovica Gullino, fitopatologo e imprenditore, che ne sono rispettivamente direttore artistico e responsabile scientifico. Se chiediamo alle persone: preferite farvi operare da un dentista del 1930 o da uno moderno?, nessuno preferirà quello antico – nessuno sosterrà che il trapano di una volta fosse migliore e che un’operazione senza anestesia temprasse il fisico. Se invece cambiamo oggetto e chiediamo: preferite il cibo di una volta o quello moderno?, la risposta non sarà scontata, nella convinzione che l’agricoltura di un tempo fosse migliore, meno inquinante, più salubre, più naturale. Il Festival nasce intorno ad alcune riflessioni su questo paradosso.

    “Come mai nel primo caso l’innovazione è sentita come una spinta migliorativa ed entusiasmante, mentre nel secondo rappresenta un limite?” si chiede Antonio Pascale. “Forse perché l’agricoltura è stata raccontata male, usando immagini stereotipate e il cittadino non è in grado di orientarsi? In questo Festival ci proponiamo di raccontare l’agricoltura in modo nuovo, con dovizia di particolari. Racconteremo la straordinaria avventura della terra, com’è cambiata negli anni, che novità ci sono nel settore agricolo. L’avventura della terra altro non è che la nostra avventura nel mondo, e nella vita. Interrogarsi sulla terra significa provare a rispondere anche ad alcuni dilemmi che ci tormentano e cercare delle soluzioni a problemi comuni.”

    “L’idea di questo Festival è nata, improvvisa, nel maggio del 2022, durante Eurovision, nell’atmosfera magica delle serate di tarda primavera che solo Torino sa regalarti” dichiara Maria Lodovica Gullino. “ColtivaTo nasce per raccontare l’agricoltura che nutre il mondo, evidenziando soprattutto l’innovazione che sta dietro alle produzioni agricole e il bisogno continuo di innovare con la ricerca. Come ricercatore ho sempre sentito l’esigenza di comunicare, ai tecnici e al pubblico, i risultati della ricerca. Perché buona parte della ricerca è finanziata con fondi pubblici e da ciò deriva l’obbligo morale di fare conoscere a chi paga le tasse cosa si fa con il loro denaro e perché la comunicazione permette al pubblico di fare scelte consapevoli. Torino ha una storia di Festival ed eventi di grande successo, seguiti da un pubblico attento e preparato. È proprio a questo pubblico che, con grande umiltà, ci rivolgiamo con ColtivaTo, con un programma ambizioso, ben consapevoli che portare l’agricoltura in città, nelle eleganti sale di sedi auliche sia una sfida. Dietro a ColtivaTo ci sono la passione e l’amore profondo che legano tutti quanti hanno voluto questo Festival, verso un settore produttivo di grande importanza in Piemonte e in Italia, spesso purtroppo trascurato o poco conosciuto.”

    ColtivaTo vuole dunque provare a rispondere a queste domande, proponendosi di parlare della “vera” agricoltura, spesso diversa da quella immaginata, bucolica, in modo rigoroso, basato su fatti e numeri, da un punto di vista di economia e lavoro, di innovazione, scienza e tecnologia, senza dimenticare il cambiamento climatico e la sostenibilità, che all’agricoltura sono strettamente (inter)connessi. Il tutto con spirito critico ma aperto, rivolgendosi a un pubblico eterogeneo e affiancando a eventi di carattere strettamente scientifico, come seminari, interviste e tavole rotonde, momenti puramente divulgativi, come concerti e spettacoli teatrali, visite guidate, incontri tra giovani e imprenditori. Perché raccontare l’agricoltura significa coltivare conoscenza e da qui nasce anche il nome del Festival – ColtivaTo.

    Promotore e organizzatore del Festival è l’Associazione Comitato per la organizzazione del Festival Internazionale dell’Agricoltura, fondata nel 2022 da Maria Lodovica Gullino, Mariagrazia Pellerino e Luca Remmert.

    ColtivaTo sarà un Festival diffuso in numerose sedi nella città di Torino, cornice ideale: Torino e il Piemonte sono infatti un importante punto di riferimento nel settore agroalimentare, da un punto di vista produttivo e scientifico. Il Circolo dei lettori, il Museo Egizio, il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, la Cavallerizza Reale e il Palazzo Civico ospiteranno le diverse sessioni del Festival, mentre il Cinema Massimo e il Conservatorio Statale di Musica “Giuseppe Verdi” saranno sede di spettacoli teatrali, concerti e proiezioni cinematografiche. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti, salvo dove diversamente indicato.

    ColtivaTo opera in sinergia con altri importanti festival torinesi, quali Biennale Tecnologia e Biennale Democrazia, con due appuntamenti in programma, mentre il 24 marzo alle 18.30 al Circolo dei lettori, nell’ambito di Biennale Democrazia, si terrà un’anteprima di ColtivaTo con un intervento di Antonio Pascale dal titolo Da Pinocchio a Masterchef, introdotto da Maria Lodovica Gullino.

    ColtivaTo inaugurerà venerdì 31 marzo alle ore 16 alla Cavallerizza Reale di Torino con gli interventi di apertura Salute Circolare, la salute del futuro di Ilaria Capua, Senior Fellow of Global Health presso la sede Europea della Johns Hopkins University SAIS, e Il grano e la pietra di Antonio Pascale, preceduti dai saluti istituzionali. Un’occasione per riflettere su quanto la salute dell’uomo, delle piante e del pianeta stesso siano in realtà intimamente interconnesse, e una entusiasmante, divertente storia della natura umana attraverso il grano, simbolo di vita e protezione dalla morte.

    Nel corso delle sessioni conosceremo L’abc della sostenibilità, raccontando le basi del cambiamento climatico. Paolo Romano, presidente di SMAT – Società Metropolitana Acque Torino S.p.A, e Vittorio Viora, imprenditore agricolo e vicepresidente dell’Accademia di Agricoltura di Torino, saranno protagonisti di un focus sulle conseguenze sul sistema idrico della recente politica agricola comunitaria orientata in senso ambientalista. Daniele Fortini, già presidente di Federambiente, spiegherà gli scenari della circolarità; Elisa Palazzi, docente di Fisica del Clima presso l’Università degli studi di Torino, e Matteo Garbelotto, patologo e micologo forestale presso l’Università della California, illustreranno gli effetti del cambiamento climatico sulle foreste; Sergio Saia, professore associato di Agronomia e coltivazioni erbacee presso l’Università di Pisa, esplorerà le componenti della sostenibilità nella filiera degli alimenti.

    Negli incontri della sessione AgriCultura, tutto quello che fa e farà l’agricoltura parleremo del passato e del futuro del cibo, tra religione, tecnologia, matematica, intelligenza artificiale, ma anche vecchie malattie e tradizioni inventate: interverranno Alberto Grandi, professore di Storia dell’alimentazione all’Università di Parma, sfatando i miti sul “Km Zero”; la scrittrice e matematica Chiara Valerio con una breve e faziosa ricostruzione della nostra storia d’amore e dipendenza dalla tecnologia; con l’astronomo e astrofisico Amedeo Balbi partiremo all’esplorazione dello spazio e dell’universo per comprendere che il nostro pianeta è insostituibile; Mario De Caro, professore di Filosofia morale all’Università Roma Tre e presidente della Società Italiana di Filosofia Morale, parlerà della relazione tra natura e intelligenza artificiale; Gilberto Corbellini, professore di Storia della medicina e bioetica alla Sapienza Università di Roma, racconterà i rapporti tra malaria e agricoltura; Stefano Jossa, professore di Letteratura italiana all’Università di Palermo, ci regalerà un’inedita lettura del Pinocchio; la filosofa e scrittrice Ilaria Gaspari proverà a indagare il concetto di natura nelle sue molte declinazioni.

    Descriveranno la Cassetta degli attrezzi, gli strumenti, le tecnologie e i ritrovati che stanno cambiando l’agricoltura, tra realtà e fake news: Roberto Confalonieri, professore ordinario presso l’Università degli Studi di Milano e fondatore e presidente di Cassandra Tech, con un focus sull’agricoltura di precisione; i chimici e divulgatori Ruggero Rollini e Donatello Sandroni cercheranno di sfatare i luoghi comuni che ruotano intorno alla chimica e ai pesticidi; Stefania De Pascale, professore ordinario di Orticoltura e Floricoltura all’Università di Napoli, e Laura Margheri, del laboratorio di Bioinspired Soft Robotics dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), terranno un incontro in collaborazione con Fondazione Agritech dedicato alle piante del futuro, tra spazio e robotica; il ricercatore del CNR di Napoli Roberto Defez spiegherà come i batteri cambiano noi stessi, l’agricoltura e il mondo; Vittoria Brambilla, biologa molecolare e genetista delle piante, parlerà delle tecnologie genetiche che ci permettono di agire direttamente sul DNA delle piante, migliorandole, e in particolare della tecnologia CRISPR.

    Di Cibo e salute discuteranno Laura Gasco, professore ordinario del dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino, e Debora Fino, professore ordinario di Impianti Chimici presso il Politecnico di Torino e presidente della Fondazione Re Soil, in particolare in riferimento a un’alimentazione a base di insetti, in un incontro in collaborazione con Biennale Tecnologia; Maria Caramelli, dirigente dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, e Luca Simone Cocolin, professore ordinario di Microbiologia Agraria presso l’Università di Torino, parleranno dei moderni concetti di dieta personalizzata per la prevenzione di malattie non comunicabili e di come gli alimenti possono essere considerati un importante strumento per favorire il raggiungimento degli obiettivi insiti nel concetto di salute circolare.

    Non mancheranno alcuni incontri su Economia e Lavoro, per raccontare la globalizzazione e i cambiamenti nel mondo del lavoro agricolo, con il sindaco di Saluzzo Mauro Calderoni e il fondatore di Slow Food Carlo Petrini che discuteranno dell’apporto dei migranti al settore (e della diffusa illegalità con cui si trovano a fare i conti), in un incontro in collaborazione con Biennale Democrazia; Maria Lodovica Gullino e Davide Viaggi, docente di Economia ed estimo rurale presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna, parleranno di globalizzazione, del rapporto tra globale e locale nell’agricoltura e nella produzione di alimenti nel contesto della bioeconomia e del modo in cui i parassiti si spostano da un continente all’altro, introducendo nuove malattie; Elsa Fornero, professore onorario di Economia all’Università di Torino e membro dell’Academia Europaea, e Roberto Moncalvo, imprenditore agricolo e presidente di Coldiretti Piemonte, analizzeranno i cambiamenti nel mondo del lavoro; il docente di Storia economica dell’Università di Bologna Tito Menzani smonterà gli stereotipi che riguardano l’agricoltura di una volta.

    Nel corso delle Interviste impossibili di Antonio Pascale, alcune piante avranno la parola per raccontare storie affascinanti: Luigi Cattivelli, direttore del Centro di Ricerca Genomica e Bioinformatica del CREA a Fiorenzuola d’Arda, darà voce al grano; Luigi Frusciante, professore emerito dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, al pomodoro; Giuseppe Barbera, già professore di Colture arboree all’Università di Palermo, agli agrumi; Paolo Inglese, professore di Arboricoltura Generale e Coltivazioni Arboree all’Università di Palermo, infine, al fico d’India e ad altre piante tropicali.

    Alla Cavallerizza Reale si terrà un momento di confronto e dibattito in cui i giovani incontreranno alcuni imprenditori del settore. Interverranno Anna Asseretto (AG Sanremo), Roberto Benadì (Fudex), Guido Cerrato (Laboratorio chimico Camera di Commercio di Torino), Federico Concaro (SATA), Gabriella Fantolino (Uova Fantolino), Luigi Gronchi (LGS Droni), Agnese, Chiara e Francesca Rabino (F.lli Rabino), Luca Remmert (La Bellotta), Agostino Re Rebaudengo (Asja Ambiente), Francesco Villani (Ocmis), Alessandro Zilli (Alternative Fuels New Holland), moderati dal giornalista Francesco Antonioli, direttore di Mondo Economico.

    Spazio anche alle organizzazioni professionali che avranno modo di confrontarsi in una tavola rotonda, dal titolo Il ponte: l’alimentazione di domani tra dieta mediterranea e cibo sintetico.
    Interverranno Enrico Allasia (Confagricoltura Piemonte), Gabriele Carenini (Confederazione Italiana Agricoltori del Piemonte e della Valle d’Aosta), Bruno Mecca Cici (Coldiretti Torino), con la moderazione di Laura de Donato, giornalista del Tgr Leonardo (Rai 3).

    Chiuderanno il Festival domenica 2 aprile alle 13.15 in Sala Colonne, a Palazzo Civico, Guido Montanari, professore di Storia dell’architettura contemporanea e della città presso il Politecnico di Torino, che nell’incontro Per non mangiare cemento in futuro spiegherà al pubblico l’urgenza di avviare pratiche immediate di tutela del suolo, di deimpermeabilizzazione e ripristino della naturalità, per non rischiare di perdere una risorsa fondamentale, e Antonio Pascale con Il mondo raccontato attraverso le piante; un racconto delle piante attraverso la storia per analizzare il rapporto culturale e antropologico e storico che lega la natura umana a quella vegetale.

    Il Cinema Massimo, la sala del Museo Nazionale del Cinema, ospiterà la rassegna cinematografica Dalla Terra alle Stelle. Se si puntano i piedi per terra è solo per guardare bene le stelle: la rassegna proporrà esempi di cinema che hanno saputo indagare il concetto di natura raffinando così il nostro sguardo verso il cielo, tra cui il corto L’altra terra di Daniele Pignatelli, in collaborazione con Bayer Italia.

    Al Conservatorio Statale di Musica “Giuseppe Verdi” si terranno Elfi, Acqua e Giardini, il concerto dei migliori diplomati della Scuola, e Lucrezia, uno spettacolo teatrale a cura di Tangram Teatro dedicato a Lucrezia Borgia.

    Al Museo Egizio sarà invece possibile visitare un giardino di ispirazione egizia, un omaggio alla civiltà dell’antico Egitto, che fu tra le prime a sviluppare una cultura del giardino e a conferire significati simbolici a piante e fiori. Si tratta di un progetto a cavallo tra archeologia e botanica, che sarà il punto di partenza per una visita inedita al Museo dal titolo “Flora dell’antico Egitto, dal giardino alla tavola”.

    Al Circolo dei lettori, i più piccoli potranno partecipare al laboratorio Un compleanno esplosivo con Wangari Maathai a cura di Fablab for Kids e all’exhibit interattivo e multimediale Soilab realizzato dalla Re Soil Foundation dedicato al tema del suolo. Il Circolo ospiterà inoltre un evento off il 29 marzo alle ore 10: i LIII Incontri Fitoiatrici, intitolati Cambiamenti climatici e malattie delle piante, con Elisa Palazzi (Università di Torino), Federico Spanna (Regione Piemonte), Massimo Pugliese, Giovanna Gilardi, Maria Lodovica Gullino e Angelo Garibaldi (Università di Torino), Lorenzo Marini (Università di Padova).

    Infine, in occasione della chiusura di ColtivaTo, domenica 2 aprile, ad Anteprima FLOReal nella cornice monumentale del cortile d’Onore della Palazzina di Stupinigi sarà possibile seguire una serie di stage e workshop pratici sulle piante da orto. Un altro modo di parlare di agricoltura ma
    questa volta con le mani nella terra.

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    ColtivaTo, il Festival Internazionale dell’Agricoltura di Torino

    Preferite farvi cavare un dente da un dentista di una volta (con i macchinari del tempo che fu) o da uno moderno (con le moderne attrezzature)? Nessuno di noi esiterebbe. Vogliamo l’anestesia, trapano sottile, tecnologia all’avanguardia. Preferite invece il cibo prodotto da un contadino di una volta, o da uno moderno? Qui la risposta non è scontata, magari molti di noi preferiscono il cibo “di una volta”.

    L’agricoltura produce cibo e il cibo è (ovvio) un bene primario ma anche, soprattutto, un valore simbolico. Ognuno di noi, per esempio, ricorda un cibo dell’infanzia e alcuni sapori, e quindi, per assonanza tornano alla mente nonne, mamme, padri e parenti vari che cucinavano.
    Per questa ragione l’agricoltura è terreno fertile per il nostro apparato emotivo: i ricordi ci prendono la mano, li vorremmo tenere sempre con noi, dunque ne percepiamo l’innovazione come un inquinamento. Invece l’innovazione ci permette di raccogliere il testimone che ci arriva direttamente dal passato e portarlo avanti.

    Con questo Festival, attraverso talk e dibattiti, cercheremo di raccontare l’agricoltura, non quella ideale, immaginata, bucolica, ma quella reale, che si avvale di nuove tecnologie, quella cioè che si articola in un nuovo campo da gioco: otto miliardi di persone, che saranno dieci, forse undici, nel 2100. Per continuare a giocare è necessario diminuire i costi e aumentare la produzione. Trovare soluzioni innovative, adatte allo scopo, anche per coniugare al meglio qualità e quantità. Dunque, affinché ci sia cibo per tutti, è importante che ci sia terra e innovazione per tutti.

    Durante le tre giornate del Festival racconteremo i diversi modi di coltivare, di produrre e di risparmiare. Forniremo numeri, esamineremo con spirito critico ma aperto a varie forme di innovazione, e non disdegneremo storie emotive sul cibo, con la speranza che buone emozioni producano altrettanto buoni ragionamenti.

    Le sessioni del Festival

    L’abc della sostenibilità

    Il cambiamento climatico è un problema serissimo e va affrontato con serietà e metodo scientifico. Nel corso di questi incontri cercheremo di raccontare le basi del cambiamento climatico, gli scenari migliori e quelli peggiori, e di avanzare proposte serie, coscienti come siamo che a ogni problema corrisponda una soluzione. Con: Daniele Fortini, Matteo Garbelotto, Elisa Palazzi, Paolo Romano, Sergio Saia, Vittorio Viora.

    AgriCultura, tutto quello che fa e farà l’agricoltura

    Il cibo: questo sconosciuto. Siamo portati a pensare che il cibo sia identità ma spesso ignoriamo che questa identità nasce da una serie di contaminazioni. Raccontare la storia della pizza allarga le nostre vedute, come mettere un occhiale e vedere più lontano e focalizzare meglio.
    Con: Amedeo Balbi, Gilberto Corbellini, Mario De Caro, Ilaria Gaspari, Alberto Grandi, Stefano Jossa, Chiara Valerio.

    La cassetta degli attrezzi

    Si parla di agricoltura? Si grida sempre: contro l’inquinamento, contro la scomparsa dei bei sapori di una volta, contro le coltivazioni intensive. Ma a forza di gridare si ignorano i cambiamenti di un settore dove la produzione aumenta e l’uso delle risorse diminuisce.
    Come? Attraverso nuovi attrezzi che stanno cambiando l’agricoltura. Parliamone.
    Con: Vittoria Brambilla, Roberto Confalonieri, Roberto Defez, Stefania De Pascale, Laura Margheri, Ruggero Rollini, Donatello Sandroni.

    Cibo e salute

    Prima si pensava a stare bene, ora si è capito che per stare bene deve stare bene anche l’ambiente. Un concetto nuovo che esige nuove linee guida e nuovi tipi di impegni. La salute o è circolare o rischia di essere una linea dritta che si spezza facilmente.
    Con: Maria Caramelli, Luca Simone Cocolin, Debora Fino, Laura Gasco.

    Economia e Lavoro

    Com’era il mondo quando si viveva di sola agricoltura? Com’erano i cittadini allora e come saranno in futuro, visto i grandi cambiamenti strutturali del mondo del lavoro? Parliamo con dovizia di particolari, raccontando bene il prima solo per capire meglio cosa sarà il dopo.
    Con: Mauro Calderoni, Elsa Fornero, Maria Lodovica Gullino, Tito Menzani, Roberto Moncalvo, Carlo Petrini, Davide Viaggi.

    Le interviste impossibili di Antonio Pascale

    Alcune piante chiedono la parola, hanno storie interessanti e affascinanti da raccontare.
    Quindi? Quindi abbiamo bisogno di belle interviste impossibili attraverso le quali diamo voce al mondo vegetale che ha contribuito a formare il nostro mondo, umano e animale.
    Con: Giuseppe Barbera, Luigi Cattivelli, Luigi Frusciante, Paolo Inglese.

    Gli studenti incontrano gli imprenditori

    Un momento di confronto e dibattito in cui i giovani incontreranno alcuni imprenditori del settore.
    Con: Anna Asseretto (AG Sanremo), Roberto Benadì (Fudex), Guido Cerrato (Laboratorio chimico Camera di Commercio di Torino), Giuseppe Concaro (SATA), Gabriella Fantolino (Uova Fantolino), Luigi Gronchi (LGS Droni), Agnese, Chiara e Francesca Rabino (F.lli Rabino), Luca Remmert (La Bellotta), Agostino Re Rebaudengo (Asja Ambiente), Francesco Villani (Ocmis), Alessandro Zilli (Alternative Fuels New Holland). Modera Francesco Antonioli (Mondo Economico).

    Il ponte: l’alimentazione di domani tra dieta mediterranea e cibo sintetico

    Tavola rotonda.
    Con: Enrico Allasia (Confagricoltura Piemonte), Gabriele Carenini (Confederazione Italiana Agricoltori del Piemonte e della Valle d’Aosta), Bruno Mecca Cici (Coldiretti Torino). Modera: Laura de Donato (TG Leonardo, RAI).

    PROGRAMMA BREVE (1)

  • LE CHIAVI DELLA CITTÀ NEI CAPOLAVORI DI PALAZZO MADAMA

    Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica

    Sala Senato
    Piazza Castello – Torino
     

    24 febbraio – 10 aprile 2023

     

    Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica propone, dal 24 febbraio al 10 aprile 2023, un inedito sguardo sulle sue collezioni civiche e la loro storia attraverso una selezione di opere emblematiche, in un percorso che accompagna il visitatore da La porta della Città nella Corte Medievale a Le chiavi della Città nella Sala del Senato: chiavi reali e allegoriche, che consentono di aprire la porta di Torino e poi svelarne l’animo attraverso quanto nel tempo si è deciso di conservare, poiché le opere non vanno solo viste, ma anche guardate.

    “Il museo è un’istituzione permanente senza scopo di lucro e al servizio della società, che effettua ricerche, colleziona, conserva, interpreta ed espone il patrimonio materiale e immateriale. Aperti al pubblico, accessibili e inclusivi, i musei promuovono la diversità e la sostenibilità. Operano e comunicano eticamente e professionalmente e con la partecipazione delle comunità, offrendo esperienze diversificate per l’educazione, il piacere, la riflessione e la condivisione di conoscenze”.

    È questa la definizione di Museo approvata a Praga il 4 agosto 2022 dall’Assemblea Generale Straordinaria di ICOM – International Council of Museums. Una definizione cui Palazzo Madama sta dando concreta applicazione con quanto programmato negli spazi della Corte Medievale e negli ambienti del piano nobile, in un processo di sviluppo di cittadinanza attiva iniziato nel 2022, che prosegue con progetti allestitivi, incontri e dialoghi a restituire il tessuto connettivo della Torino contemporanea, oltre a vedere la genesi di un preciso progetto espositivo in Sala Senato.

    Il 4 giugno 1863 nasce il Museo Civico di Torino e fin dal 1878 gli viene dato un compito preciso: testimoniare la storia della città di Torino e la sua evoluzione nei millenni attraverso un percorso inevitabilmente intessuto sulla grande storia dell’artigianato artistico, quello che dà vita alle cosiddette arti applicate.

    Se il percorso non può che principiare dall’elemento simbolico di questo passaggio – l’esposizione delle chiavi e della mazza della Città di Torino – da qui si procede in un racconto che intesse capolavori paradigmatici e opere che, pur essendo di rilievo assoluto, appaiono da secoli avvolte in una sorta di cono d’ombra, poco percepite nella loro eccezionalità.

    Un viaggio dipanato dalle parole chiave della definizione di Museo dell’ICOM.

    Ecco allora il Tesoro di Desana, abitualmente conservato nella Torre dei Tesori ipogea di Palazzo Madama: uno dei più straordinari complessi italici di gioielli del periodo posteriore al 476 d.C, capolavori fondamentali nell’evidenziare l’altissima qualità dell’arte europea allo spegnersi dell’epoca tardo antica, oltre che testimonianza della guerra fra Bisanzio e gli Ostrogoti, una delle tante microstorie che hanno fatto la Storia. Per quasi 1.400 anni sepolto, ritrovato arando un campo, e scoprendosi così l’amore tra un nobiluomo romano, Stefano, e una gentildonna ostrogota, Valatrudi: una coppia singolare, nell’Italia di Teodorico.

    Segue la sala dedicata al Piacere, alla contemplazione e alla visione con la capacità di indagare l’Io, l’intima essenza dell’uomo di Antonello da Messina, artefice di un’opera che anticipa di una generazione i ritratti di Leonardo, segnando inequivocabilmente il valore di un’arte e le primogeniture d’invenzione e ruoli.

    L’ambiente connesso al Ricercare è consacrato a Filippo Juvarra, artefice della trasformazione di Torino in capitale e qui protagonista attraverso una selezione dei 644 fogli in cui il grande architetto sviluppa costantemente ogni dettaglio, in uno studio che dalle prime idee e pensieri si articola in schizzi, rilievi e progetti che deflagrano in vedute di fantasia, scenografie e ornati. Si potranno ammirare il disegno della facciata di Palazzo Madama – ora oggetto di un complesso restauro – e i fogli dedicati alla Palazzina di Caccia di Stupinigi, presentata con un magnifico modello in scala 1:500.

    La sala dedicata al Collezionare è dedicata al principale artefice delle collezioni civiche e del loro preciso indirizzo nell’ottica di museo d’arti applicate: quell’Emanuele Taparelli d’Azeglio che, da ministro plenipotenziario italiano a Londra, ove sarà artefice della fondazione di club quali il Fine Arts Club e il celebre Burlington Club, rientrato a Torino donerà non solo le proprie raccolte di porcellane, maioliche e vetri dipinti e dorati, ma avrà la volontà di fare della propria passione privata una missione civile. Accanto alla sua figura quella di uno dei grandi donatori di opere extraeuropee: con Zaverio Calpini giunge a far parte delle collezioni del Museo Civico un formidabile nucleo di opere provenienti dagli stati messicani del Veracruz e del Tabasco, culla nel periodo pre-classico della ‘cultura-madre’ di tutta la Mesoamerica, capace con la sua arte di influenzare le successive civiltà dell’area. Un insieme che, al di là dell’eccezionale valore storico-artistico, pone oggi molte domande sul ruolo di un Museo civico occidentale, cui si sta cercando di dare risposta con i progetti in Corte Medievale.

    Nella sezione successiva, quella dell’Educare, si è deciso di porre al centro l’ebanisteria piemontese del Settecento e la straordinaria fortuna delle opere di Pietro Piffetti, in cui perizia tecnica e fantasia inventiva si uniscono con risultati di estrema eleganza, mostrando quanto sia complessa l’esecuzione dei suoi capolavori e quale ruolo educativo abbia ancora la bottega. Si fa riferimento anche ai materiali usati dall’artista, narrando la provenienza dei legni, in molti casi esotici: dalle conchiglie importate dal Golfo Persico e dal Mar Rosso alla tartaruga dall’Oceano Indiano e dai Caraibi fino alla madreperla dalla costa occidentale dell’India.

    La conclusione non può che essere in due sale: quella del Conservare, consacrata all’eccezionale figura di Vittorio Viale, uno tra i massimi direttori museali del Novecento – e alla sua tutela del patrimonio torinese –  giunto a salvaguardare le ringhiere cadute nei bombardamenti di Torino: capolavori esse stesse dell’arte del ferro piemontese; e quella del Condividere, del donare: poiché è sulle donazioni che si è fatto il Museo civico, cui è stata data un’anima da ogni cittadino, da ogni torinese che in esso ha visto il prosieguo della propria storia, della propria memoria, della propria identità.

     

     

    INFO UTILI:

    SEDE ESPOSITIVA E DATE  
    Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica
    piazza Castello, Torino
    24 febbraio – 10 aprile 2023
    ORARI 
    Lunedì e da mercoledì a domenica: 10.00 – 18.00.
    Martedì chiuso
    Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura
    BIGLIETTI  

    Incluso nel biglietto di ingresso al museo: intero € 10,00 | ridotto € 8,00                                                        Gratuito Abbonamento Musei e Torino+Piemonte card

    INFORMAZIONI

    palazzomadama@fondazionetorinomusei.it  – t. 0114433501                     www.palazzomadamatorino.it

    PRENOTAZIONI
    011 5211788 o via mail a ftm@arteintorino.com
    PrevenditaTicketone.it

                                                     

  • FRIDA KAHLO e DIEGO RIVERA
    Padova, Centro Culturale Altinate San Gaetano
    14 febbraio – 4 giugno 2023

     

    Conferenza e vernice
    FRIDA KAHLO e DIEGO RIVERA
    Padova, Centro Culturale Altinate San Gaetano
    14 febbraio – 4 giugno 2023

     

    Martedì 14 febbraio, ore 12
    Padova, Centro culturale San Gaetano
    Via Altinate 71

     

    Intervengono:
    Sergio Giordani, Sindaco
    Assessore Colasio, Assessore alla Cultura
    Massimo Vitta Zelman, Presidente Skira
    Simone Todorow, CEO Mondo Mostre
    Daniela Ferretti, Curatrice.
  • SPECIALE SAN VALENTINO

    Martedì 14 febbraio, per tutti coloro che si presenteranno in coppia,
    SPECIALE TARIFFA SAN VALENTINO: paga 1, entrano in 2
    Giovedì 16 febbraio, ore 18.00
    AMOR SACRO AMOR PROFANO
    Visita a tema per i possessori dell’Abbonamento Musei
    In occasione della festa di San Valentino, giovedì 16 febbraio, alle ore 18.00, il Museo Accorsi-Ometto propone una visita a tema che, attraverso racconti, aneddoti e ricette, porterà alla scoperta delle storie d’amore, dei tradimenti e degli intrighi di famosi personaggi storici e letterari.
    I protagonisti delle opere esposte nella mostra RINASCIMENTO PRIVATO e degli oggetti della collezione permanente del Museo saranno lo spunto per raccontare le suggestive figure di Eloisa e Abelardo, Erec ed Enide, Cyrano de Bergerac, Casanova, Madama Pompadour e Napoleone Bonaparte.
    Un viaggio nel tempo per parlare d’amore, passione, infedeltà e rappacificazioni.
    COSTO: € 6,00 per i possessori dell’Abbonamento Musei
    PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA: abbonamentomusei.it
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    LA MOSTRA E’ PROROGATA
    FINO AL 26 FEBBRAIO
    RINASCIMENTO PRIVATO. DA SPANZOTTI A DEFENDENTE FERRARI NELLE COLLEZIONI PIEMONTESI
    A cura di Serena D’Italia, Luca Mana Vittorio Natale
    Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto
    FINO AL 26 FEBBRAIO 2023
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    ORARI
    Martedì, mercoledì e venerdì 10.00-18.00 │ Giovedì 10.00-20.00 │ Sabato, domenica e festivi 10.00-19.00 │ La biglietteria chiude mezz’ora prima.
    Lunedì chiuso
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    TARIFFE
    BIGLIETTO UNICO
     (comprensivo di visita alla collezione permanente): intero € 12,00; ridotto € 10,00
    RIDOTTO: fino a 26 anni; over 65; convenzioni; insegnanti
    GRATUITO: fino a 12 anni; possessori Abbonamento Musei, Torino + Piemonte Card e tessera ICOM; diversamente abili; giornalisti
    RIDOTTO SPECIALE SINGOLI: € 3,00 da martedì a venerdì 13 – 14; giovedì 18 – 20
    RIDOTTO SPECIALE INSEGNANTI: € 6,00
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    VISITE GUIDATE  
    Giovedì ore 18.30 │ Sabato e domenica ore 11.30 e 17.30
    COSTO: € 4,00 oltre al biglietto d’ingresso
    PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA: 011 837 688 int. 3  oppure e-mail
  • Lechaim, concerto per il Giorno della Memoria
    con RAIZ e AuditoriumBand
    26 gennaio ore 21.00, Teatro Alfieri, Torino
    27 gennaio ore 21.00, Auditorium Parco della Musica, Roma

    Ingresso gratuito

    Raiz – voce
    Gigi De Rienzo – basso elettrico, synth, direzione
    Franco Giacoia – chitarra elettrica, chitarra acustica
    Osvaldo Di Dio – chitarra elettrica, chitarra acustica, voce
    Claudio Romano – batteria

    Con “Lechaim, concerto per il Giorno della Memoria” il Polo del ‘900 di Torino e Fondazione Musica per Roma ricordano la Shoah con un repertorio musicale dall’approccio rinnovato, suggerito già nel titolo “Lechaim”, cioè “alla Vita”. Una produzione originale di AuditoriumBand, una delle orchestre residenti in Auditorium Parco della Musica, che insieme al cantante Raiz affronta brani legati alla Shoah e alle discriminazioni, così come grandi artisti, ebrei di nascita, parte fondante della cultura contemporanea grazie al fallimento del piano nazista.

    LA PRIMA NAZIONALE
    La prima esecuzione pubblica a Torino, presso il Teatro Alfieri, giovedì 26 gennaio alle ore 21, si apre con un intervento video dell’Onorevole Furio Colombo, estensore della Legge della Repubblica n. 211 del 2000 che ha istituito il Giorno della Memoria, e alla presenza di Lidia Maksymowicz, sopravvissuta al Campo di Concentramento di Auschwitz. Un momento collettivo aperto al pubblico gratuitamente (su prenotazione) nato dalla collaborazione tra Polo del ‘900 e Città di Torino con il sostegno del Comitato della Regione Piemonte per l’affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione Repubblicana del Consiglio Regionale del Piemonte.
    Segue la data romana il 27 gennaio, ore 21 presso Auditorium Parco della
    Musica.

    IL CONCERTO
    Il concerto si muove su differenti piani narrativi, quello più direttamente legato alla Shoah con brani di Dylan, Cohen, Guccini, Battiato, Joy Division ma anche Hannah Senesh giovane eroina di guerra autrice di versi struggenti, o la sorprendente versione country blues che Mark Rubin fa di un classico come “Es Brent” e “It’s Burning”, testimonianza di una cultura cosmopolita che sa ibridarsi e sopravvivere in ogni condizione; quello della persecuzione di tutte le minoranze e qui troviamo De André e The Indigo Girls tra gli altri e, infine, il piano più contemporaneo dove la band aggiunge una sfumatura nuova: ricordare l’orrore nazista perché non accada più e celebrarne il fallimento attraverso la musica di Paul Simon, Gene Simmons dei Kiss, Beastie Boys, David Lee Roth, Amy Winehouse, Donald Fagen, Billy Joel, Joey Ramone, Robby Krieger dei Doors.

                          ● 26 gennaio ore 21.00, Teatro Alfieri, Torino
    Ingresso libero con prenotazione obbligatoria
    Info e prenotazioni: biglietteria@fdfgestioniattivitateatrali.com / tel. 011 562 3800.
    Il biglietto/invito dovrà essere ritirato presso la biglietteria del Teatro Alfieri nei giorni precedenti l’evento

                         ● 27 gennaio ore 21.00, Auditorium Parco della Musica, Roma
    Ingresso libero con prenotazione obbligatoria
    Info a auditorium.com

    Il Polo del ‘900 è uno spazio culturale aperto alla cittadinanza nel cuore di Torino.
    Tutto l’anno offre in regime di gratuità occasioni di conoscenza e intrattenimento che mirano al benessere collettivo e al progresso sociale attraverso la cultura. Progettato e sostenuto da Fondazione Compagnia di San Paolo, Città di Torino e Regione Piemonte, il Polo del ‘900 è frutto di un progetto di rigenerazione urbana che ha riconsegnato ai cittadini i Palazzi di San Celso e San Daniele realizzati da Filippo Juvarra nel 1700, dove oggi trovano casa e collaborano 24 istituti storici e culturali tra i più prestigiosi del Piemonte.

    L’AuditoriumBand è l’ultima formazione nata in casa Fondazione Musica per Roma tra quelle residente all’Auditorium Parco della Musica. L’ensemble modulare, diretto da Gigi De Rienzo, varia a seconda dei progetti. L’idea di fondo di De Rienzo è quella di dirigere musicisti che hanno in comune la caratteristica di riuscire a cavalcare generi diversi e di stare a proprio agio, in maniera eclettica, in molteplici contesti musicali.
    Una vera e propria House Band dell’Auditorium, quindi, che da un lato sviluppa progetti originali, come nel caso del progetto Tutto su Eva in collaborazione con Maria Pia De Vito e Raiz diventato anche un disco per la Parco della Musica Records, dall’altro accompagna, diversi format musicali proposti dalla Fondazione Musica per Roma.

    Gennaro Della Volpe, meglio conosciuto come Raiz (ma anche Rais o Raiss), ex voce e leader degli Almamegretta, dal febbraio 2003 si allontana dalla formazione per intraprendere la carriera solista. La separazione è però annunciata come una pausa, e gli Almamegretta tornano ad essere definiti come collettivo aperto. I rapporti con gli altri membri della band rimangono comunque buoni. Raiz si impegna in prestigiose collaborazioni, incontrando Massive Attack, Pino Daniele, i Leftfield, gli Orchestral World Groove di Gaudì e gli Asian Dub Foundation; dà vita al progetto Ashes con Bill Laswell ed Eraldo Bernocchi; si fa sentire nel “Tangerine cafè” di Luigi Cinque, oltre che nell’esperimento sulla taranta salentina di Stewart Copeland, ex batterista dei Police.

    Gigi De Rienzo, bassista, autore e produttore, in attività dagli anni ‘70, ha collaborato nei vari ruoli con moltissimi artisti, attraversando generi diversi. Storico collaboratore di Pino Daniele, Edoardo bennato, Eugenio Bennato, Toni Esposito, Teresa De Sio, James Senese, Eduardo De Crescenzo, Almamegretta e tutto il “Naples Power”. ha inoltre scritto per Mina e Celentano, collaborato con Andrea Bocelli, Irene Grandi, Eugenio Finardi, Gino Paoli, e molti altri

    Franco Giacoia, nato a Napoli e residente attualmente in Olanda, chitarrista con oltre trenta anni d’esperienza nel campo della discografia ha collaborato sia dal vivo che in studio di registrazione con numerosi artisti della scena musicale italiana come Musicanova, Eugenio Bennato, Teresa De Sio, Gino Paoli, James Senese, Edoardo Bennato, Peppino di Capri, Roberto Murolo,Tullio de Piscopo,Tony Esposito, RobertoDe Simone, Paola Turci, Daniele Sepe, Eduardo De Crescenzo, Audio 2, Franco Battiato, Roberto Vecchioni ed altri. Con questi artisti si è esibito in contesti prestigiosi sia in Italia che all’estero seguendo molti di essi in tourneè e spettacoli televisivi e prendendo parte a numerose rassegne e festival dove ha condiviso il palco con gruppi e musicisti di fama internazionale spaziando dalla World Music al Jazz.

    Nato a Napoli il 18 giugno 1980, Osvaldo Di Dio è stato in tour con Franco Battiato, Eros Ramazzotti, Cristiano De André, Alice, Nina Zilli, Mario Venuti. Ha lavorato in studio con il produttore dei Rolling Stones, Chris Kimsey, a Londra e Los Angeles. Nel 2018 è il chitarrista del concerto omaggio a Pino Daniele allo stadio San Paolo di Napoli, in diretta in prima serata su Rai Uno. Nel marzo 2020 il Ministero degli Esteri invita Osvaldo Di Dio a rappresentare la sua città natale Napoli all’interno del progetto #WeAreItaly, la cui mission è la promozione dell’arte e della cultura italiana nel mondo, insieme a Paolo Conte, Uto Ughi, Nicola Piovani, Enrico Rava, Renato Zero

    Claudio Romano Il suo stile poliedrico e la curiosità di esplorare mondi diversi gli consentono di collaborare, senza distinzioni di generi e di stili, con i più svariati artisti, sia italiani che internazionali, dal pop al jazz, sia classico che moderno, al rock ed altro ancora. Tra le sue collaborazioni più significative, in studio in session e in tour vi sono: Danilo Rea, Stefano Sabatini, Maurizio Giammarco, Flavio Boltro, Stefano Di Battista, Massimo Urbani, Lello Panico, i Phoenix, Bob Fix, Larry Nocella, Bruno De Filippi, Nicola Stilo, Daniele Sepe, Rosario Giuliani, Enzo Gragnaniello, Edoardo  Bennato e molti altri.

  • Il Grande Vuoto
    La mostra prodotta dal MAO arriva a New Delhi
    Istituto Italiano di Cultura, New Delhi, India

    13 gennaio – 26 febbraio 2023

    La mostra Il Grande Vuoto, che ha dato il via alla direzione di Davide Quadrio al MAO Museo d’Arte Orientale di Torino la scorsa primavera, approda all’Istituto Italiano di Cultura di New Delhi.

    Dal 13 gennaio al 26 febbraio saranno visibili alcune delle opere presenti a Torino, fra cui una selezione di 40 immagini di tulku della collezione Paola Pivi e la scultura Dakini rossa di Maurizio Anzeri. In occasione dell’inaugurazione sarà anche riproposta la suggestiva performance live del compositore Vittorio Montalti insieme alla pianista Gloria Campaner, già realizzata al MAO durante la mostra.

    L’installazione a New Delhi, promossa dall’Istituto Italiano di Cultura, prevede anche l’inserimento di alcuni contenuti nuovi e, in particolare, della performance When I think of Her della danzatrice Antonella Usai, realizzata su musiche di Vittorio Montalti e Park Jiha, in programma il 10 febbraio.
    La partitura coreutica sarà una relazione con l’opera Dakini rossa, un dialogo che porta – di rifrazione in rifrazione – dal Grande Vuoto alla dakini attraverso una gestualità fatta di movimenti pesanti, viscerali o iconici con richiami a una classicità indoeuropea.

    La tappa indiana de Il Grande Vuoto fa parte di un progetto di circuitazione internazionale in collaborazione con importanti partner istituzionali che coinvolgerà tutti i progetti espositivi del museo: secondo la nuova modalità messa in atto al MAO, le mostre rappresentano un importante investimento e vengono realizzate partendo da contenuti trasferibili che, nel tempo, sono destinati ad evolversi e a mutare.

    “Il MAO sta costruendo moduli espositivi che possono essere adattabili a un contesto di collaborazione internazionale” dichiara Davide Quadrio, direttore del museo, che prosegue “Il processo di internazionalizzazione che desidero portare avanti parte proprio dalla prima mostra che ho organizzato al MAO, dai suoi contenuti, ma soprattutto dalla collezione, la vera ricchezza del museo, su cui intendo investire e lavorare per rendere sempre più accessibile e fruibile”.

    Vincenzo de Luca, Ambasciatore d’Italia in India commenta così: “L’arte e la filosofia orientale sono da sempre fonte di ispirazione per il panorama culturale italiano. La mostra “Il grande vuoto” ne racchiude a pieno l’essenza e ruota attorno all’accezione positiva del concetto di vuoto, propria del modus pensandi orientale. Essa offre nuovi percorsi illustrativi attraverso un’esperienza multisensoriale particolarmente coinvolgente associata ad una performance musicale, anch’essa contraddistinta da contaminazioni con il mondo orientale. Sono particolarmente lieto che uno dei musei più importanti d’Italia, quale il MAO di Torino, approdi in India con una collezione di grande impatto improntata all’incontro tra due mondi lontani geograficamente ma culturalmente prossimi.”

    “È per me un privilegio presentare la mostra “Il Grande Vuoto” che inaugura la nuova programmazione dell’Istituto Italiano di Cultura di New Delhi, che ho l’onore di dirigere” afferma Emanuela Mennella, Direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura di New Delhi, che prosegue “La mostra rappresenta un’occasione importante di incontro tra la tradizione culturale asiatica e la lettura degli artisti italiani coinvolti nel progetto. A questa dimensione di dialogo si ispirano le attività che l’Istituto Italiano di Cultura intende portare avanti”.

    Nel mese di maggio la mostra Il Grande Vuoto si trasferirà anche all’Istituto Italiano di Cultura di Bangalore.

     

    MAO Museo d’Arte Orientale – Via San Domenico 11, Torino www.maotorino.it

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