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  • Si tratta di due uomini, un signore e il suo schiavo.

    È un improvviso tuffo nel passato, come solo Pompei riesce a fare.
    La notizia della scoperta di due nuove vittime dell’eruzione, ci riporta a quell’antica tragedia con sempre più dettagli.
    In attesa di pubblicazioni e studi approfonditi, è possibile inquadrare questo ritrovamento nella sequenza di fatti avvenuti nella tragedia di Pompei e capire gli ultimi istanti di vita dei due? Probabilmente sì, la scena infatti, fissata nel tempo, avviene in un momento preciso dell’eruzione.
    Proviamo a tornare a quelle terribili ore.
    I due uomini, un ragazzo e un quarantenne (si è ipotizzato un padrone con il suo schiavo), sono riusciti a sopravvivere a gran parte dell’eruzione, scoppiata improvvisamente all’ora di pranzo del giorno precedente, il 24 ottobre. Tutta l’area di Pompei è stata gradualmente sepolta da una grandine di pomici e lapilli. I tetti continuano a crollare per il loro peso, uccidendo molte persone, altre invece sono ormai intrappolate in casa. A Pompei, o fuggivi subito o era troppo tardi, perché già dopo un’ora e mezza le vie e le campagne erano completamente coperte da uno strato di lapilli che impediva di procedere e persino di vedere i tracciati delle strade. Una fuga comunque difficile anche per il pulviscolo vulcanico in sospensione che irritava la gola o i blocchi di pietra vulcanica che cadevano dal cielo come proiettili. I due, come tanti altri, sono rimasti in casa, ad aspettare. Nel loro caso si trattava di una splendida villa appena fuori le mura di Pompei, con dei cavalli già sellati: segno che si aspettava una quiete per scappare?  Chissà.
    Torniamo a quei momenti. I due sono impauriti e molto stanchi. Hanno superato una notte d’inferno con forti scosse di terremoto, boati del vulcano, urla di chi nei dintorni cercava un congiunto o anche solo la salvezza.
    L’assordante crepitio della pioggia di pomici sulle tegole si è fermato intorno all’una di notte. La città ormai è già per metà sepolta e sembra un transatlantico che affonda (ecco perché a Pompei si è conservato bene il pianterreno e a volte il primo piano della città).
    Cosa fare? Probabilmente la cosa migliore è aspettare la luce: con l’alba si proverà a mettersi in cammino. Quasi certamente il sole che sorge è appena visibile attraverso la spessa coltre di ceneri sospese nell’aria. Fa freddo. Il fatto che uno dei due uomini sia stato ritrovato con un pesante mantello di lana è una ulteriore conferma (corroborata da una miriade di altri indizi, dai bracieri nelle case, ai datteri e i fichi secchi, al vino già sigillato nei dolia, le “botti” in terracotta) che l’eruzione è avvenuta in autunno e non ad agosto come si è sempre erroneamente ipotizzato. Non sappiamo se i due abbiano in mente di andare via o se debbano rimanere di guardia alla villa. È comunque troppo tardi per tutti: la colonna eruttiva che sale per decine di chilometri in cielo, si è “stancata”, ha perso di energia e inizia a sedersi su se stessa più volte, trasformandosi in una serie di valanghe ustionanti verso valle. Già durante la notte lo ha fatto, e uno di questi flussi piroclastici, come li chiamano i vulcanologi, ha investito a 100 chilometri all’ora e a 600 gradi la città di Ercolano, uccidendo chiunque abbia incontrato. A Pompei, forse perché più distante, i flussi che arrivano hanno un po’ meno forza (i vestiti delle vittime non vengono strappati) e meno calore (i crani non esplodono), ma sono ugualmente mortali. Forse anche i due uomini hanno visto giungere verso di loro quella apocalittica nuvola grigia ribollente, alta quanto una collina. Hanno cercato riparo nel passaggio coperto della villa (criptoportico) nei pressi del quale li hanno rinvenuti? È possibile. È una scelta istintiva.
    Gli archeologi e gli antropologi che li studiano, ai quali va tutto il nostro plauso, ci diranno in dettaglio cosa hanno scoperto. Se i due sono morti come tante altre vittime di Pompei, allora probabilmente sono stati avvolti da una violenta nuvola densa di ceneri e gas, che ti acceca e entra nelle orecchie, nel naso, in bocca… La morte è atroce, le tue vie respiratorie sono intasate da ceneri impalpabili come il talco, mentre alcuni gas ti aggrediscono le mucose. Come l’anidride solforosa che si trasforma in acido solforico…
    Uno dei due uomini ha le gambe divaricate e un po’ flesse, con le braccia piegate come quelle di un pugile, una posa tipica delle vittime di alte temperature.
    La loro incredibile conservazione è dovuta al fatto che sono stati sepolti al momento della morte (o sepolti vivi mentre morivano) dalle ceneri finissime dei flussi piroclastici e sigillati per sempre, quasi si trattasse di colata di cemento che ne ha fatto l’impronta perfetta.
    Con i mesi e gli anni i tessuti molli sono scomparsi, lasciando solo un vuoto nel terreno con le ossa.
    Ho parlato con alcuni archeologi che in passato hanno scoperto altri corpi. Mi hanno descritto l’emozione di vedere aprirsi un piccolo pertugio nei sedimenti quando scavano, e capire che, forse, è proprio ciò che rimane di una persona. Bisogna agire rapidamente. Si cola del gesso che “riempie” l’impronta vuota della vittima come se si riempisse una bottiglia vuota. Si aspettano poi alcune ore che tutto asciughi e con delicatezza si rimuovono tutti i sedimenti attorno.
    Ciò che vi appare è il calco del corpo della persona, così perfetto che si vedono le pieghe dei vestiti o i capelli… Sembra una statua. Vengono spesso definiti “corpi” e molti turisti fanno commenti irriverenti e selfie. Ma ricordo sempre che si tratta di persone, nel momento in cui la vita li abbandona. Ci vuole rispetto.
    La nuova scoperta sottolinea la ricchezza del nostro patrimonio, non solo archeologico, ma culturale in generale, che deve essere tutelato e valorizzato perché tutti, oggi come in futuro, possano goderne.
    In particolare, ciò vale per Pompei che tanto ha ancora da insegnarci.
    E ogni volta riesce a sorprenderci.
    Contenuti Pagina FB di Alberto Angela
    Foto Luigi Spina Pagina FB Parco Archeologico di Pompei
  • IL VICTORIA & ALBERT MUSEUM DI LONDRA, IL PROSSIMO 22 OTTOBRE, LANCERÀ UN EVENTO ONLINE FRUIBILE IN REALTÀ VIRTUALE CHE PERMETTERÀ AL PUBBLICO DELLA RETE DI IMMERGERSI NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE DI ALICE. COME ANTEPRIMA DELLA GRANDE MOSTRA CHE SI TERRÀ NEL 2021

    Still from Curious Alice, a VR experience created by the V&A and HTC Vive Arts. Featuring original artwork by Kristjana S Williams, 2020
    Still from Curious Alice, a VR experience created by the V&A and HTC Vive Arts. Featuring original artwork by Kristjana S Williams, 2020

    A chi non è mai capitato di immaginare di trovarsi al posto di Alice e di vivere una delle sue tante avventure ambientate nel Paese delle Meraviglie? Gli incontri con il Bianconiglio, il Brucaliffo, lo Stregatto; festeggiare un “buon non compleanno” tra una tazza di the e l’altra con il Cappellaio Matto; ritrovarsi al cospetto (e questa forse è la parte più inquietante) della iraconda Regina di Cuori. Il prossimo 22 ottobre tutte queste fantasie potrebbero diventare realtà, o per meglio dire “realtà virtuale” grazie a un progetto lanciato dal Victoria & Albert Museum di Londra che, al celeberrimo Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll, dedicherà l’evento Alice: Curiouser and Curiouser.

    L’evento che si terrà il 22 ottobre farà da anteprima alla mostra che inaugurerà il 27 marzo 2021 negli spazi del museo londinese e dedicata ad Alice in Wonderland: in collaborazione con HTC VIVE Arts, il V&A Museum mette a disposizione di tutti gli internauti un’anteprima di quello che accadrà nella mostra del 2021, fruibile con o senza un visore VR e attraverso la piattaforma VR ENGAGE utilizzando un PC Windows o un dispositivo Android. Si potrà inoltre partecipare a un live registrato dell’evento, che sarà trasmesso sul canale YouTube del V&A Museum. L’evento, o per meglio dire l’esperienza, avrà una durata di minuti, e si svolgerà in un ambiente ispirato allo spazio fisico del museo e ai paesaggi del Paese delle Meraviglie. Grazie alla tecnologia avanzata di ENGAGE, i partecipanti potranno partecipare all’evento come avatar, interagendo tra loro in VR e scoprendo in anteprima le 5 sezioni di cui si comporrà la mostra del 2021. Una di queste, Staging Alice, sarà di natura immersiva, e condurrà lo spettatore direttamente nella “Sala delle Porte” e sul campo di croquet.

    “Alice: Curiouser and Curiouser riflette l’impatto globale e l’eredità dei libri di Alice attraverso le discipline creative”, spiega Kate Baley, Senior Curator of Theatre and Performance presso il V&A. “Fin dalla loro creazione, i libri di Alice, con le loro idee e concetti strabilianti, sono stati una fonte di ispirazione per le nuove tecnologie dal film muto alla CGI. È stata un’avventura straordinaria lavorare con HTC VIVE Arts e PRELOADED per portare la nostra mostra nella nuova dimensione giocosa della realtà virtuale. L’impossibile viaggio di Alice attraverso un universo fantastico diventa possibile in questa nuova entusiasmante piattaforma creativa. Dalle tane dei conigli agli specchi, dai fenicotteri ai ricci, il paese delle meraviglie è il mondo perfetto per la realtà virtuale e il V&A è lieto di essere il pioniere del nostro primo evento di realtà virtuale. Non vediamo l’ora di condividere un’anteprima della mostra prima di accogliere i visitatori di Alice alla mostra del prossimo anno”.

    Fonte: Artribune

     

  • Questa è una delle pochissime volte in cui scrivo qualcosa che parla di me, me, di quella me che racconto poco e che spesso, spessissimo tengo per me.

    Non ho scritto qui, e raccontato poco in questi mesi… sinceramente non avevo, come da quando è iniziata la bellissima avventura , voglia di dire, raccontare, suggerire.

    E’ passato un treno, improvviso… spesso penso che dal Festival di Sanremo – ultimo momento di visibilità mediatica, aggregazione, festeggiamenti a livello nazionale – al “lockdown” siano passati solo una manciata di giorni,  che ci hanno traghettato in un’era che, in parte, solo in parte, non esiste più.

    Non ho scritto qui, ma ho vissuto, ho letto, tanto, studiato, guardato, osservato, ascoltato… e continuavo a non avere niente da raccontare qui.

    Mi sono chiesta più volte il perché, ma non riuscivo a rispondermi…

    In questi mesi ho imparato tanto: ho imparato da quelle aziende che si sono reinventate per continuare a lavorare – consegne a domicilio, menu costruiti ad hoc per essere consegnati a domicilio –

    Ho imparato dallo spirito di adattamento che da subito tutti gli studenti, ad iniziare dai bambini della prima elementare, hanno imparato a scrivere a casa con i genitori attraverso il pc con le maestre, che si sono diplomati e laureati on line, a tutti quelli che si sono inventati un ufficio a casa, a tutti quelli che si sono adoperati per aiutare chi aveva bisogno di aiuto concreto – e io l’ho ricevuto – a quelli che hanno dedicato un po del loro tempo per gli altri.

    Non ho scritto qui… ma ho scritto e raccontato per quelle aziende che avevano bisogno di qualcuno che li aiutasse nel magico e complicato mondo del web.

    Sono stati tutti una grande ricchezza, lo sono ancora, sia chiaro, come è ricchezza tutto ciò che imparato da loro quotidianamente.

    Ho continuato a non ho scrivere qui… non avevo nulla da raccontare, quello che è il mio mondo, il mondo della cultura, quello che mi fa battere il cuore, che mi fa brillare gli occhi, ha raccontato tanto…  si è tirato su le maniche, e ha tirato fuori dall’armadio,  tutti i giorni, l’abito della festa.

    Tutti i giorni, tutti, tutti … chi come me ama l’arte e la cultura, non poteva non raccogliere a piene mani tutto quello che veniva offerto gratuitamente e con tanta devozione e generosità.

    Ora è tornata la voglia di scrivere, di raccontare di suggerire, perché è tornata la mia ora.

    Ora più che mai so, che questa è la mia strada, che questa sono io,  questo è quello che voglio, raccontare e aiutare coloro che hanno bisogno delle mie capacità e competenze per raccontare e raccontarsi.

    State all’erta!

     

     

  • [xyz-ihs snippet=”Marzo-2020″

    Il papà di Capitan Harlock a novembre era stato curato a Torino

    Un disegno originale di Capitan Harlock per aiutare l’ospedale Molinette di Torino nella lotta al Coronavirus. A realizzarlo il maestro Leiji Matsumoto, che a novembre era stato curato proprio nel presidio sanitario torinese quando per un grave malore durante la sua visita sotto la Mole.

    L’opera è stata messa all’asta su ebay e il ricavato sarà destinato all’acquisto di dispositivi di protezione individuale per il personale medico e infermieristico.
    A divulgare il messaggio del maestro è l’Associazione culturale a lui dedicata che ha condiviso l’iniziativa su Facebook.

    Matsumoto afferma di avere seguito la situazione italiana attraverso gli organi di informazione giapponesi. “Ho appreso – dice – delle difficoltà degli ospedali nel curare i malati, ma allo stesso tempo della forza e del coraggio dei medici e degli infermieri italiani e ho pensato al personale dell’ospedale Molinette di Torino che si è preso cura della mia salute; i loro volti e la loro energia, insieme alle cure, mi hanno consentito di tornare a stare bene”.

    Fonte Ansa

     

     

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    di Monica Ferri

     

    ”Il compleanno”, un olio su tela 81 x 100 cm, ora esposto al MoMA di New York è il titolo dell’opera che Marc Chagall dipinse nel 1915, rappresentando il suo amore per Bella Rosenfeld, che amò per più di trent’anni.

    Un bacio sulle labbra, un uomo con gli occhi chiusi si solleva per raggiungere la sua amata che quasi sorpresa lo guarda ricambiando il bacio. Una stanza sullo sfondo, dove il tempo sembra essersi fermato. Una finestra con le tendine bianche, si intravede la via di una città, mentre su un tavolo sono abbandonati un borsellino, un vassoio con una torta e un coltello. Al centro i due giovani: lei tiene tra le mani un mazzo di fiori, entrambi sospesi in aria, come appena librati in volo, uniti unicamente dal bacio.

    Siamo nell’estate del 1915 e quei due innamorati altri non sono altro che Marc e Bella Chagall. Chagall è appena ritornato da un lungo soggiorno a Parigi. Là ha conosciuto i pittori cubisti, da cui ha appreso la libertà di scomporre le immagini e di forzare i confini della prospettiva tradizionale. Ma, soprattutto, è entrato in contatto con il movimento dei Fauves, Matisse in particolare, che gli ha insegnato a raffigurare le emozioni attraverso il colore.

    E quell’estate le emozioni per lui sono tante. È contento di essere rientrato a casa e di riassaporare i colori e gli odori della sua città, Vitebsk (oggi in Bielorussia). Per lui, l’amore e la felicità fanno parte integrante di quel mondo. In quell’estate del 1915 sta finalmente per sposare la sua Bella e dare un lieto fine alla loro storia d’amore. Si sono conosciuti a San Pietroburgo, sei anni prima, lui ventitreenne, lei appena quindicenne: poi si sono rivisti più volte a Vitebsk presso il ponte, entrambi di origine ebree, ma, per il resto, tra di loro c’è un abisso. Non potrebbero essere più diversi, eppure, fin dal primo incontro, tra i due scocca la scintilla: lui racconterà nella sua autobiografia di una giovane dalla pelle d’avorio e dai grandi occhi neri che lo ha affascinato da subito.

    Lei parlerà di un colpo di fulmine per quello strano ragazzo dai riccioli spettinati e lo “sguardo di una volpe negli occhi azzurro-cielo”. Sarà un grande amore di quelli che durano per tutta la vita.

     

  • A partire da oggi  mercoledì 25 marzo, la programmazione di Sky Arte va in streaming per tutti, e gratis: è l’iniziativa con cui il noto canale di arte e cultura a pagamento aderisce all’iniziativa #iorestoacasa per dimostrare vicinanza agli italiani costretti in casa per l’emergenza Covid-19 da coronavirus. “Sky”, si legge in una nota dell’azienda, “propone a tutti il meglio delle grandi produzioni di Sky Arte sul patrimonio artistico e culturale d’Italia”.

    Si tratterà di un palinsesto attivo 24 ore su 24 con cui Sky Arte darà a tutti “la possibilità a tutti di viaggiare attraverso le più belle produzioni del canale, di intrattenersi con gli imponenti film d’arte e di raccontare l’Italia con gli scenografici documentari girati nel cuore del nostro Paese”.

    Lo streaming sarà disponibile da domani sul sito di Sky Arte: https://arte.sky.it.

    Quella che andrà in onda in streaming sarà una selezione dei programmi dedicati al patrimonio culturale e artistico dell’Italia che vengono trasmessi sul canale Sky 120 e 400.

    Tra gli altri, Sette Meraviglie, la serie che va alla scoperta dei grandi simboli dell’arte italiana, realizzata con le più moderne tecniche di ripresa; Musei, la produzione che permette di immergersi nei più importanti poli museali d’Italia e scoprire le ricchezze custodite all’interno; i grandi film d’arte di Sky che raccontano le vite e le arti di Leonardo, Michelangelo, Caravaggio, Raffaello e Tintoretto. E ancora Italie Invisibili che porta l’attenzione su luoghi in cui il tempo e la storia hanno lasciato il segno del proprio passaggio o Italian Season, la serie dedicata alle eccellenze artistiche del Belpaese. Anche la musica trova spazio nel palinsesto dedicato, con le esibizioni di Brunori Sas nella chiesa di Santa Maria dello Spasimo di Palermo, di Franco Battiato nell’Hangar Bicocca di Milano e le puntate più intense di 33 Giri – Italian Masters.

    L’impegno di Sky si estende inoltre a supportare chi in questi giorni lotta negli ospedali per combattere il coronavirus: Sky, infatti, sostiene la Protezione Civile con una raccolta fondi per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale per il personale sanitario e strumenti di ventilazione. La donazione può essere effettuata direttamente sul Conto Corrente n. 66387 (IBAN IT84Z0306905020100000066387) aperto presso la Tesoreria Centrale dello Stato, intestato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Protezione Civile, con la causale SKY IoRestoACasa Covid 19.

    Per maggiori informazioni sulla donazione è possibile visitare il link https://www.sky.it/landing/iorestoacasa.html.

     

  • Il 25 Marzo, data che gli studiosi individuano come inizio del viaggio ultraterreno della Divina Commedia, si celebrerà per la prima volta il Dantedì, la giornata dedicata a Dante Alighieri recentemente istituita dal Governo.
    Il sommo Poeta è il simbolo della cultura e della lingua italiana, ricordarlo insieme sarà un modo per unire ancora di più il Paese in questo momento difficile, condividendo versi dal fascino senza tempo.

    L’appuntamento è per le 12 di mercoledì 25 marzo orario in cui siamo tutti chiamati a leggere Dante e a riscoprire i versi della Commedia. Il Ministero dell’Istruzione inviterà docenti e studenti a farlo durante le lezioni a distanza. Ma la richiesta è rivolta a ciascun cittadino. E le 12 saranno l’orario di punta: le celebrazioni, seppur a distanza, potranno proseguire durante tutta la giornata sui social, con pillole, letture in streaming, performance dedicate a Dante, con gli hashtag ufficiali #Dantedì e #IoleggoDante.

    “Questa prima edizione avviene in un momento particolarmente difficile. Le tante iniziative già previste si spostano sulla rete. Per questo rivolgo un appello agli artisti: il 25 marzo leggete Dante e postate i vostri contenuti. Dante è la lingua italiana, è l’idea stessa di Italia. Ed è proprio in questo momento che è ancor più importante ricordarlo per restare uniti”. Ha dichiarato il ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini.

    “Cittadini e scuole, il prossimo 25 marzo, potranno unirsi in un momento alto di condivisione. Riscoprire Dante, tutti insieme, sarà un modo per restare uniti, in un momento così complesso, attraverso il filo conduttore della poesia. So che gli insegnanti stanno già facendo sforzi importanti per portare avanti la didattica a distanza, per restare in contatto con in nostri ragazzi. Il Dantedì può essere una bellissima occasione per ribadire che la scuola c’è, per condividere, sui social o sulle piattaforme delle lezioni online la passione per uno dei testi più importanti della nostra letteratura”, ha dichiarato la Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina.

    Il Mibact e il Miur insieme a scuole, musei, parchi archeologici, biblioteche, archivi e luoghi della cultura proporranno inoltre sui propri account social immagini, video, opere d’arte, rare edizioni della Divina commedia per raccontare quanto la figura del Sommo Poeta nel corso dei secoli abbia segnato profondamente tutte le espressioni culturali e artistiche dell’identità italiana.
    Al Dantedì parteciperà attivamente anche la Rai che con Rai Teche ha selezionato le lecturae Dantis interpretate dai maggiori artisti del nostro tempo che saranno programmate in pillole di 30” nelle tre reti generaliste della Rai e su Rai Play e saranno numerosi le trasmissioni nei palinsesti dedicate, curate da Rai Cultura.

    Sul canale YouTube del Mibact e sul sito del Corriere della sera sarà inoltre trasmesso un filmato realizzato appositamente per questa prima edizione del #Dantedì con i preziosi contributi di Paolo Di Stefano, giornalista del Corriere della Sera e promotore della giornata dedicata a Dante, Alberto Casadei dell’Associazione degli italianisti, Claudio Marazzini presidente dell’Accademia della Crusca, Carlo Ossola presidente del Comitato per le celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante, del linguista e filologo prof Luca Serianni della Società Dante Alighieri, di Natascia Tonelli dell’Università di Siena e di Sebastiana Nobili dell’Università di Ravenna.

  • “Che meraviglai!”, proprio come recita la sua nuova campagna: dopo la pausa invernale, e lo stop imposto dall’emergenza coronavirus, riapre martedì la Reggia di Venaria.

    Tante le novità, dal percorso di visita all’apertura gratuita dei giardini, dagli ingressi serali alle grandi mostre.
    “La prima novità è l’apertura gratuita dei nostri Giardini fino al 29 marzo, e poi ogni prima domenica del mese – annuncia la presidente del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, Paola Zini -: ci è sembrato doveroso e significativo in questo particolare momento rendere disponibili per tutti lo svago e la bellezza di questi spazi straordinari, simbolo del paesaggio italiano premiati di recente come il Parco più bello d’Italia”.
    “Sono imminenti altre novità – aggiunge il direttore Guido Curto -, e siamo in pieno fermento per l’allestimento della mostra ‘Sfida al Barocco’, oltre 200 opere in arrivo da ogni parte del mondo per il traguardo dell’inaugurazione del 12 marzo: un evento culturale già indicato come imperdibile per il 2020”.

    Fonte (ANSA)

     

  • Dal confronto emergono numeri preoccupanti: nel Medioevo il livello del mare in Laguna era più basso di 1 metro e 30 centimetri.

    L’arte prestata alla scienza. Già perché, grazie ai dipinti del Canaletto e del Bellotto, i cosiddetti «vedutisti», e più indietro nel tempo col Veronese, è stato possibile ricostruire il livello del mare della città lagunare, ripercorrendo a ritroso la linea del tempo fino al 1350. L’intuizione è del professor Dario Camuffo, ex direttore dell’Isac Cnr di Padova, che in uno studio pubblicato nel 2017 dal titolo «A novel proxy and the sea level rise in Venice, Italy, from 1350 to 2014», è riuscito a valutare con precisione e rigore scientifico l’innalzamento del livello del mare a partire dal tardo Medioevo ad oggi.

  • Foto e Video Gallery Scavi di Pompei

    Pompei torna alla luce dopo secoli di oblio verso la fine del ‘700, e in poco più di un secolo la testimonianza di un dramma senza fine riemerge dall’abbandono, dalle ceneri e dalle polveri.

    Parte integrante della cultura popolare, fonte di ispirazione per artisti di ogni genere,  patrimonio archeologico di valore inestimabile,  fotografia di un dramma che ha portato un’intera città al buio più assoluto.

    Nonostante i crolli degli ultimi anni, conserva l’antico splendore, continua a tramandarci l’abilità nella costruzione degli edifici, le piccole tracce familiari delle abitazioni e delle attività quotidiane,  le anfore nelle cantine conservate per secoli e ancora indisturbate.

    Tutto intorno si respira la solitudine e la malinconia mortale di POMPEI.

     

    “Molte sciagure sono accadute nel mondo, ma poche hanno procurato tanta gioia alla posterità. Credo sia difficile vedere qualcosa di più interessante: guardando oltre la spalliera si vede il mare e il sole al tramonto. Un posto mirabile, degno di sereni pensieri”. 

    Johann Wolfgang Goethe, Viaggio in Italia, 1817.

    A proposito dei calchi:

    “E’ impossibile vedere quelle tre sformate figure, e non sentirsi commosso.. Sono morti da diciotto secoli, ma sono creature umane che si vedono nella loro agonia. Lì non è arte, non è imitazione; ma sono le loro ossa, le reliquie della loro carne e de’ loro panni mescolati col gesso: è il dolore della morte che riacquista corpo e figura…. Finora si è scoverto templi, case ed altri oggetti che interessano la curiosità delle persone colte, degli artisti e degli archeologi; ma ora tu, o mio Fiorelli, hai scoverto il dolore umano, e chiunque è uomo lo sente”.

     Luigi Settembrini 

    Wolfgang Amadeus Mozart  dopo aver visitato ed apprezzato il Tempio di Iside compose il Flauto Magico.

    Edward Bulwer-Lytton ha scritto, verso la metà dell’800, il romanzo Gli Ultimi Giorni di Pompei, da cui hanno presero ispirazione diversi film nel corso del secolo successivo.

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    Fotografie di Donatella Muraro

    Per ulteriore informazioni Sovrintendenza Pompei

    La Mappa di Pompei   

    La guida in italiano di Pompei

    Orari

    Tutti i siti archeologici
    Dal 1 aprile al 31 ottobre: 9.00 – 19.30 (ultimo ingresso 18.00)
    Dal 1 novembre al 31 marzo: 9.00 – 17.00 (ultimo ingresso 15.30)
    Boscoreale: dal 1 novembre al 31 marzo: 8.30 – 18.30 (ultimo ingresso 17.00)
    Giorni di chiusura: 1 Gennaio, 1 Maggio, 25 Dicembre

    I biglietti si acquistano alle biglietterie presso gli ingressi dei siti oppure dal servizio di biglietteria online.

    Le biglietterie ufficiali sono solo all’interno del Parco.

     

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