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  • Dal 7 al 10 luglio, in occasione dell’incontro europeo dei Giovani della Comunità di Taizé in svolgimento a Torino, GAM, MAO e Palazzo Madama propongono ai partecipanti all’evento l’ingresso gratuito alle collezioni e, nel caso di Palazzo Madama, anche alle mostre in corso, “Da San Pietro in Vaticano. La tavola di Ugo da Carpi per l’Altare del Volto Santo” e “Invito a Pompei”.

     

    Sabato 9 luglio alle ore 22.30, il direttore di Palazzo Madama, Giovanni Carlo Federico Villa, accoglierà in Museo l’Arcivescovo di Torino, Monsignor Roberto Repole, Monsignor Adam Piotr Bab, Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi metropolitana di Lublin (Polonia), e Frère Alois, Priore della comunità dei monaci di Taizé, per una visita guidata speciale alla prestigiosa Pala d’altare di Ugo da Carpi con la Veronica che dispiega il velo del Volto Santo tra gli Apostoli Pietro e Paolo – un’opera di straordinaria importanza per arte e fede, proveniente dalla Fabbrica di San Pietro in Vaticano.

     

    Inoltre, sempre nella serata di sabato 9 luglio dalle ore 22.30 alle 24, i giovani della Comunità di Taizé avranno l’opportunità di ammirare la pala d’altare di Ugo da Carpi guidati dal professor Villa, che illustrerà loro non solo i particolari di un’opera di formidabile interesse tecnico e artistico, ma anche i risultati di uno studio articolato e complesso, che, grazie al lavoro di figure professionali di altissimo profilo e a scrupolose ricerche, hanno permesso di svelare la storia e la tecnica d’esecuzione dell’opera.

     

    La pala d’altare per l’ostensione del Volto Santo, realizzata per la Basilica vaticana in occasione del Giubileo del 1525, ha lasciato eccezionalmente la Fabbrica di San Pietro in Vaticano – dove è abitualmente collocata – per essere esposta a Palazzo Madama, dove sarà visibile fino al 29 agosto. Nel suggestivo progetto espositivo torinese, la pala di Ugo da Carpi è significativamente collocata sotto un affresco settecentesco raffigurante l’ostensione della Sacra Sindone, in un dialogo ideale fra arte e devozione che regala ai visitatori la possibilità di ammirare le due grandi reliquie della Cristianità.

  • I musei della Fondazione Torino Musei propongono per il San Giovanni 2022 l’ingresso a 1€ alle collezioni permanenti e a 1€ a tutte le mostre temporanee di GAM, MAO e Palazzo Madama: un incentivo a trascorrere la festa patronale all’insegna della cultura, fra i capolavori dell’arte contemporanea, di quella asiatica e di quella antica.

    Cosa si può visitare
    Alla GAM | Oltre alle opere custodite nella Galleria del Novecento e a Una collezione senza confini, che espone una selezione di opere contemporanee, alla GAM saranno visitabili le mostre World Press Photo 2022, I Maestri Serie Oro di Flavio Favelli in Wunderkammer e l’esposizione dedicata a Jannis Kounellis, visitabile dal 22 giugno in VideotecaGAM.

    Al MAO | Da non perdere alle 16.30 il gesto artistico di Chrysanne Stathacos: durante questo momento aperto al pubblico l’artista disperderà con un soffio rituale il mandala di rose e specchi realizzato nelle giornate del 22 e 23 giugno.
    Il pubblico potrà inoltre ammirare le opere esposte nelle gallerie dedicate a Cina, Giappone, Himalaya, Asia meridionale e Sud-est asiatico e visitare l’esposizione temporanea Il Grande Vuoto, un’esperienza multisensoriale che conduce lo spettatore prima attraverso uno spazio sonoro site specific, quindi al cospetto di un’antica thangka tibetana del XV secolo e infine alla grande selezione di immagini fotografiche che ritraggono i tulku, i Buddha viventi.
    I Servizi Educativi del MAO propongono inoltre alle 16.30 un’attività per famiglie dal titolo “L’impermanenza del bello: Rose mandala”: in occasione della presenza in museo dell’artista Chrysanne Stathacos si assisterà al gesto conclusivo della sua performance con il soffio che spazza via, il momento della distruzione del mandala di fiori. A seguire in laboratorio i partecipanti potranno realizzare con i petali di rosa un piccolo mandala su un piatto di ecocarta.
    Prenotazione obbligatoria al numero 011-4436927 o maodidattica@fondazionetorinomusei.it
    Numero di posti limitato costo: bambini 7€, adulti 1€.

    A PALAZZO MADAMA | Oltre alla collezione permanente con opere databili dal periodo bizantino all’Ottocento, esposte in un palazzo unico al mondo, perfetta compenetrazione di duemila anni di storia: da porta romana a castello medievale, da capolavoro del Barocco europeo a sede del Senato, il pubblico avrà accesso alle mostre temporanee Invito a Pompei e Da San Pietro in Vaticano. La tavola di Ugo da Carpi per l’altare del Volto Santo.
    Alle 16.30 visita guidata alla mostra Invito a Pompei: Banchettando: cibi, cucina e ricette nella Pompei di venti
    secoli fa. Costo: € 6 a partecipante
    Info e prenotazioni: 0115211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

    Offriranno l’ingresso alle sale espositive al costo simbolico di 1 euro anche il PAV – Parco d’Arte Vivente, Fondazione Merz, Pinacoteca Agnelli, Fondazione Accorsi – Ometto – Museo di Arti Decorative.

    La tariffa a 1€ è valida per tutti i visitatori, compresi i possessori di Abbonamento Musei, le cui tessere non potranno essere registrate.
    Ingresso gratuito: possessori di Torino Piemonte Card e aventi diritto.

    Saranno invece a ingresso gratuito il Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea e il Museo della Radio e Televisione Rai.
    Avranno per l’occasione una tariffa agevolata il Museo Nazionale della Montagna (7 euro anziché 10 euro) e il Musli – Museo della Scuola e del Libro per l’Infanzia (5 euro anziché 8 euro).

    “Nell’anno in cui torniamo a vivere la città per la Festa di San Giovanni, coinvolgere la rete dei Musei ci consente di estendere i festeggiamenti anche nei luoghi dove è custodito il nostro straordinario patrimonio culturale – dichiara Rosanna Purchia, assessora alla Cultura della Città -. Vogliamo rendere sempre più attrattiva Torino, coinvolgere i musei della città è parte integrante della nostra offerta culturale. Tutti i torinesi avranno l’occasione di scoprire luoghi a un prezzo simbolico o con una grande riduzione”.

  • Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica propone, mercoledì 22 giugno alle ore 16.45, la conferenza Da Veronica a “vera icon”: la devozione al Volto di Cristo nel Medioevo tra Oriente e Occidente con il professor Gian Maria Zaccone, direttore del CISS – Centro Internazionale di Studi sulla Sindone.

    Due tradizioni, quella orientale del Mandylion e quella occidentale della Veronica si intrecciano fortemente, con esiti diversi nella storia della spiritualità, sebbene entrambe di forte impatto nella evoluzione della ricerca e della Pietà verso la vera immagine di Cristo.

    All’epoca di Innocenzo III l’immagine cosiddetta della “Veronica” –  presente da tempo in Roma e oggetto di culto crescente – raggiunge il suo status di immagine-reliquia universale del volto di Cristo. L’immagine della Veronica racchiude una doppia valenza, che impronterà la sua iconografia, che la vede ora come immagine del Cristo vittorioso e ora di quello paziente, che l’avvicina all’immagine orientale del Mandylion.

    Ciò si riflette anche sulle leggende circa la sua origine, in una versione donata da Gesù alla mitica figura di Veronica che desiderava ardentemente avere un’immagine del suo maestro e guaritore, ed in un’altra realizzata durante la passione. Sarà quest’ultima ad imporsi nell’ambito occidentale. Per molto tempo gli studiosi si sono interrogati su quale delle due leggende – Veronica e Mandylion – si fosse modellata l’altra. Al di là della questione storica è fondamentale prendere atto come, da un ben preciso punto della storia della Chiesa, con sempre maggiore interesse la Cristianità anela ad identificare le fattezze umane di Cristo. Il Mandylion in Oriente e la Veronica in Occidente in realtà rappresentano due fondamentali espressioni dello stesso Volto, recepite secondo le più profonde attese delle diverse spiritualità. Ne è palese testimonianza il ruolo della Veronica nella pietà medievale, ed in particolare il significato enorme rivestito nel Giubileo del 1300. Le relazioni dei pellegrini, i testi letterari, da Dante a Petrarca, le cronache liturgiche segnalano in maniera inequivocabile l’emozione della presenza di quel volto a Roma la cui storia ancora oggi risulta di difficile ricostruzione e a tratti controversa.

     

    Gian Maria Zaccone,  storico, Direttore del Centro Internazionale di Studi sulla Sindone di Torino. Laureato in Storia del Diritto si è specializzato nello studio dei processi per i percorsi di canonizzazione nel medioevo e nella storia della Pietà. In questo ambito ha approfondito il tema della ricerca della raffigurazione di Cristo con particolare attenzione agli esiti sindonici. È titolare di un corso universitario di Storia della Sindone e delle reliquie di Cristo nell’ambito della Pietà.

     

    Info: ingresso libero fino a esaurimento posti

    Prenotazione facoltativa: t. 011 4429629 (da lunedì a venerdì, orario 9,30-13 e 14-16)

    e-mail: madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

  • La Fondazione Torino Musei in collaborazione con la Fabbrica di San Pietro in Vaticano e con il patrocinio dell’Arcidiocesi di Torino, dal 16 giugno al 29 agosto 2022, presenta nella Corte Medievale di Palazzo Madama La tavola di Ugo da Carpi per l’altare del Volto Santo nella Basilica Vaticana (1524-1525).

    L’opera viene esposta al vasto pubblico grazie al sostegno di Reale Mutua e al contributo tecnico di Targetti Sankey Spa attraverso tecnologie illuminotecniche ad accensione diversificata per una narrazione visiva abbinata.

    Nel prestigioso spazio espositivo di Palazzo Madama, i visitatori potranno ammirare la pala d’altare di Ugo da Carpi con la Veronica che dispiega il velo del Volto Santo tra gli Apostoli Pietro e Paolo – un’opera di straordinaria importanza per arte e fede. Si tratta di una tavola “fatta senza pennello”, come è scritto dall’autore accanto alla firma e come riferisce Giorgio Vasari che la vide in San Pietro insieme a Michelangelo.

    Quella di Ugo da Carpi “intagliatore” fu una sperimentazione audace, ingegnosa e senza precedenti che nessuno ebbe in seguito l’ardire di ripetere; un’opera unica nel suo genere perché eseguita non con l’arte della pittura, ma con la tecnica della stampa a matrici sovrapposte.

    La tavola viene esposta al pubblico per condividere, oltre un’opera di formidabile interesse tecnico e artistico, i risultati di uno studio articolato e complesso, che, grazie al lavoro di figure professionali di altissimo profilo e a scrupolose ricerche, hanno permesso di svelare la storia e la tecnica d’esecuzione dell’opera che si appresta a compiere cinquecento anni di età. Una vita compresa tra due Giubilei: quello del 1525 durante il pontificato di Clemente VII e l’ormai prossimo Anno Santo del 2025.

    Un percorso di devozione tra antica e nuova basilica, un viaggio nel tempo e nella fede che si potrà apprezzare per la prima volta in questa mostra. Grazie a ricerche multidisciplinari, a immagini multispettrali e a diversificate indagini diagnostiche eseguite dai laboratori dei Musei Vaticani in spirito di fattiva collaborazione con la Direzione dei medesimi Musei del Papa, è stato possibile realizzare una replica a grandezza naturale della tavola del Volto Santo che ripropone gli originari valori cromatici e chiaroscurali consentendo così una più equa valutazione della pala di Ugo da Carpi, i cui colori sono oggi in gran parte perduti o alterati.

    Il suggestivo progetto espositivo, ideato dall’arch. Roberto Pulitani, presenta la pala d’altare con l’ostensione del Volto Santo sotto un secentesco affresco con l’ostensione della Sacra Sindone presente nella Corte Medievale. “Due immagini che riassumono in modo mirabile un secolare dialogo di storia, fede e devozione e che costituiscono un invito alla preghiera e un forte richiamo alla basilica vaticana, luogo di accoglienza per tutte le genti della terra desiderose di giungere presso la tomba dell’Apostolo Pietro, primo Papa nella guida della Chiesa” (Card. Mauro Gambetti). “Due immagini che inevitabilmente riportano il nostro pensiero all’anno 33 dopo Cristo, alla salita al Calvario, alla Passione di Cristo fino alla morte di Croce e all’immenso atto d’amore compiuto per noi da Nostro Signore” (Dott. Maurizio Cibrario).

    Una sezione della mostra è infine dedicata alla figura e all’opera dell’artista Ugo da Carpi, al quale fa riferimento un bel saggio del catalogo a firma della Dott.ssa Laura Donati, e del quale si espone il settecentesco ritratto del Postetta dal Museo di Carpi. Del celebre intagliatore sono presentati alcuni chiaroscuri del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, da cui proviene anche il disegno preparatorio di Parmigianino per la tavola di San Pietro, mutuato da una xilografia di Dürer del 1510, concessa in prestito dalla Galleria Sabauda dei Musei Reali Torino.
    La curatela della mostra è di Pietro Zander.

     

    Ph: La tavola di Ugo da Carpi per l’altare del Volto Santo nella Basilica Vaticana (© Fabbrica di San Pietro in Vaticano)

  • Nell’ambito del progetto della Regione Piemonte “L’essenziale è Barocco”, Palazzo Madama presenta la mostra Argenti preziosi, allestita in Sala Atelier dal 2 luglio al 15 novembre 2020.
    L’esposizione, curata da Clelia Arnaldi di Balme, propone una selezione di lavori d’argento dalle collezioni di Palazzo Madama e traccia la storia dell’argenteria in Piemonte dal primo Settecento alla
    fine dell’Ottocento.

    Il percorso inizia con l’illustrazione delle tecniche di lavorazione del prezioso metallo, duttile e malleabile, e dei sistemi di controllo fissati dalla corte sabauda al fine di garantire al compratore il valore e la qualità dei manufatti. La normativa piemontese più antica risale al 1476, ma si deve a Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours l’editto del 1677 che regolamenta rigidamente l’attività dell’Università degli Orafi e Argentieri della città di Torino e istituisce
    la figura dell’assaggiatore di stato. Si tratta di un funzionario incaricato di certificare con un marchio il titolo della lega, cioè la quantità di argento presente nel metallo con cui è realizzato ogni oggetto che esce dalle botteghe cittadine. La lettura dei punzoni degli argentieri e dei marchi di assaggio fa emergere personalità raffinate di maestri che segnano una linea di gusto di assoluta originalità nella produzione piemontese del Settecento e dell’Ottocento.
    I lavori esposti offrono al visitatore una panoramica sull’argenteria da tavola, con posate, zuppiere, caffettiere, teiere, cioccolatiere e alcune delle espressioni più tipiche dell’argenteria piemontese come le paiole, ovvero le tazze da puerpera, dono prezioso che il marito faceva alla moglie per farle sorseggiare il primo brodo dopo il parto.

    Altro oggetto caratteristico della nostra produzione è la zuccheriera, legata al consumo del caffè: all’epoca lo zucchero è merce preziosa, importata dalle Americhe soprattutto attraverso il commercio inglese, venduta dagli speziali a caro prezzo come medicina e utilizzata per sciroppi, impacchi e enteroclismi. L’uso come dolcificante è riservato ai ricchi, in alternanza al miele, e gli argentieri di tutta l’Europa fanno a gara per realizzare contenitori degni di questo raro e raffinato prodotto.

    Agli argenti da tavola seguono gli oggetti da arredo, come i candelieri, con una bella coppia di doppieri su cui è apposto il punzone del mastro argentiere Carlo Bartolomeo Minutto.
    Tra gli argenti destinati al culto emerge un reliquiario di san Maurizio (1740 circa), che nel corso del restauro per la mostra ha rivelato la presenza del punzone con san Rocco da riferire a Giovanni Francesco Paroletto, membro di un’importante famiglia di argentieri e autore con il fratello Paolo Antonio dello splendido paramento d’altare in lamina d’argento raffigurante la scena del Miracolo del SS. Sacramento, che oggi si ammira al Museo Diocesano di Torino.

    Per il pieno Settecento, vanno poi citati il calice di Giovanni Battista Boucheron, eseguito nel 1789 in memoria di Carlo Emanuele III, e alcuni argenti ebraici come un bel piatto per la cena durante le celebrazioni della Pasqua ebraica (Seder), e un calice per la benedizione sul vino recitata nel giorno del riposo (Kiddush).

    Accanto agli oggetti d’argento sono esposti grandiosi disegni di Giovanni Battista Boucheron per centrotavola, lampade pensili, brocche e candelieri, che trasferiscono sulla carta, attraverso la penna e l’acquerello, l’effetto raffinato delle oreficerie. Boucheron si dimostra in linea sia con la moda romana e le invenzioni decorative alla Piranesi, sia con il più aggiornato gusto parigino Louis XVI diffuso a Torino nei cantieri di corte dagli anni Settanta del Settecento. Con i disegni, vengono presentati i ritratti degli argentieri della sua famiglia, da cui escono generazioni di maestri orfèvres: Simone Giuseppe (Orléans? – Torino 1681), autore della campana che Carlo Emanuele II fa realizzare nel 1670 per l’orologio della torre romana di mezzogiorno di Palazzo Madama: la campana fu rimossa nel 1874 e – entrata a far parte delle collezioni del Museo Civico – tornò nel palazzo nel 1934; Andrea (Torino 1693 – 1760), che viene ritratto sullo sfondo dei modelli del repertorio dell’orefice parigino Pierre Germain (1748), fonte di ispirazione per tutta la produzione di argenti rococò fino all’Encyclopedie di Diderot e d’Alembert; e lo stesso Giovanni Battista (Torino 1746 – 1815), direttore dell’Orfèvrerie Royale creata nel 1775 per volere di Vittorio Amedeo III.
    La vetrina centrale è dedicata a un’opera restaurata ed esposta al pubblico per la prima volta: la mazza cerimoniale della Città di Torino, realizzata in argento sbalzato e cesellato tra il 1814 e il 1824, dopo la Restaurazione. La mazza veniva portata in mano dall’usciere comunale nelle occasioni ufficiali e riprende i tre progetti della prima mazza civica, realizzata da Francesco Ladatte nel 1769. Gli stessi motivi della testa taurina e della corona sono ripetuti nella decorazione della Sala dei marmi a Palazzo Civico.

    Dalle origini fino al 1849, la corona dello stemma di Torino è quella comitale chiusa da una serie di palle: la mazza presenta invece come terminazione una corona turrita che reca il punzone dell’argentiere di corte Carlo Balbino
    (Torino 1777 – post 1858): questo significa che, quando il Sindaco nel 1849 cambia il tipo di corona nello stemma della Città, la mazza viene rimaneggiata e alla corona originale viene sostituita quella turrita di Balbino.
    Una vetrina è dedicata alle armi con decorazioni in argento: fucili da caccia con scene venatorie e una carabina della Guardia Nazionale offerta in dono nel 1857 al vincitore dell’annuale gara della Società del tiro a segno. Chiudono il percorso una serie di monete – i primi oggetti a essere realizzati in argento – che ripercorrono la storia del ducato di Savoia dalla metà del Cinquecento alla metà dell’Ottocento; una scelta di disegni di Lorenzo Lavy (Torino 1720 – 1789) per monete e medaglie sabaude, alcune tavole dell’Encyclopedie e un nucleo di “dorini” della seconda metà dell’Ottocento, ornamenti da acconciatura e spilloni in argento lavorato a filigrana, tipico vezzo delle donne piemontesi che venivano appuntati sulle trecce e tra i capelli nelle occasioni festive. Il percorso della mostra è arricchito da opere provenienti da due raccolte private: argenti da tavola raffinati come le tre campane portavivande realizzate dall’Orfèvrerie Royale de Turin negli anni della direzione di Giovanni Battista Boucheron, e una selezione di bastoni da passeggio con il pomo d’argento, segno distintivo di particolare lusso ed eleganza.

    *Didascalia foto: Allestimento mostra Photo di Giorgio Perottino.

     

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    Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica, dopo oltre 80 giorni di chiusura a causa delle misure di contenimento dovute all’emergenza sanitaria da Covid-19, riapre finalmente al pubblico.

    La Fondazione Torino Musei invita il pubblico a riappropriarsi del Palazzo simbolo della Città e delle collezioni del museo in assoluta sicurezza. L’ingresso sarà contingentato e, grazie ad alcune semplici norme di comportamento sarà assicurata una visita piacevole e sicura.

    Il museo osserverà i giorni e gli orari di apertura:

    giovedì – venerdì dalle 13.00 alle 20.00 – sabato e domenica dalle 10.00 alle 19.00

     

    Martedì 2 giugno Festa della Repubblica dalle 10.00 alle 19.00

    Palazzo Madama sarà aperto anche lunedì 1° giugno con orario 13.00-20.00 e mercoledì 24 giugno, festa patronale di San Giovanni con orario 10.00 – 19.00

    In particolare, saranno visitabili le sale delle collezioni permanenti e le mostre:

    A Palazzo Madama sarà finalmente possibile tornare ad ammirare i capolavori di Andrea Mantegna con la grande mostra prorogata al 20 luglio, mentre l’esposizione prevista Argenti preziosi. Opere degli argentieri piemontesi nelle collezioni di Palazzo Madama sarà aperta dal 2 luglio (in allegato i comunicati stampa). Saranno accessibili il percorso dedicato al Gotico e Rinascimento, il piano nobile del museo e la raccolta di vetri e ceramiche del secondo piano, mentre sono temporaneamente chiuse le sale del Lapidario, il Giardino medievale e la Torre panoramica.

    Modalità di accesso

    La Fondazione Torino Musei ha affrontato la delicata fase verso la riapertura lavorando con il Politecnico di Torino, che ha condotto l’iniziativa di ricerca “Imprese aperte, lavoratori protetti”. Il gruppo di esperti tecnico-scientifici ha elaborato un Rapporto contente le indicazioni che la Fondazione ha acquisito e inserito nelle procedure messe in atto per garantire la visita ai musei in massima sicurezza.

    Informazioni principali per i visitatori:

    • All’ingresso sarà misurata la temperatura. Non sarà consentito l’accesso al visitatore con temperatura superiore o uguale a 37,5°C. In tal caso anche gli eventuali accompagnatori non potranno accedere al museo
    • L’accesso sarà consentito a un numero contingentato di visitatori finalizzato a garantire un’adeguata distanza interpersonale. Tutti i percorsi di visita saranno guidati da un’apposita segnaletica e dal personale di sala presente
    • I visitatori in coda e nel corso della visita in museo sono tenuti a mantenere la distanza interpersonale di sicurezza
    • Per tutta la permanenza in museo sarà obbligatorio indossare correttamente la mascherina
    • Sono previsti erogatori di soluzione igienizzante idroalcolica a disposizione del pubblico
    • La prenotazione per l’accesso al museo e alle mostre è consigliata ma non obbligatoria.

    La Fondazione Torino Musei assicura la regolare, costante e periodica pulizia e igienizzazione degli ambienti museali. Tutto questo per garantire una visita piacevole e sicura.

    Per informazioni www.palazzomadamatorino.it e www.fondazionetorinomusei.it

     

  • Palazzo Madama e Tactile Vision Onlus attivano un percorso che rende accessibile anche alle persone con disabilità sensoriali (cieche, ipovedenti, malvedenti, sorde e con ipoacusia) la mostra Andrea Mantegna. Rivivere l’antico, costruire il moderno, aperta al pubblico fino al 4 maggio 2020.

    L’iniziativa si inserisce nell’ambito delle celebrazioni dei cento anni della fondazione dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, istituzione da sempre consapevole del ruolo cruciale che la cultura riveste per la piena inclusione di tutti i cittadini.

    Fino al termine della mostra i visitatori potranno usufruire di una planimetria in rilievo del percorso museale e di otto pannelli con immagini visivo-tattili corredati da audiodescrizioni. La planimetria, oltre a offrire una breve introduzione alla mostra, consente l’orientamento all’interno delle diverse sezioni e segnala la posizione delle otto opere provviste di pannelli di approfondimento. Ogni pannello riproduce l’opera attraverso l’immagine visivo-tattile e la descrizione con testo stampato in Braille e font EasyReading per una lettura facilitata. Mediante QR code e NFC (Near Field Communication) viene, inoltre, fornita una guida audio-video (comprensiva di audio-descrizione in italiano con traduzione in LIS – Lingua dei Segni Italiana con sottotitoli), che aiuta nella lettura di ciascun pannello e ne approfondisce i contenuti. Cinque opere di Mantegna sono riprodotte a colori e in rilievo, mentre la grande testa di cavallo di Donatello e il capitello romano della Porta Aurea di Ravenna sono realizzati con stampa a microcapsule.

    Tutti i disegni con il relativo QR code saranno resi disponibili online sul sito web del museo, per permettere alle associazioni e alle istituzioni presenti sul territorio di produrre copie con stampa a microcapsule: sarà così possibile prepararsi alla visita o recuperare i contenuti di quanto sperimentato in mostra.

  • Il “Servizio del Re di Sardegna”, messo in vendita a Londra da Christie’s il 4 luglio 2019 e acquistato dalla Fondazione Torino Musei, costituisce una riscoperta straordinaria nella storia della porcellana europea. Creduto disperso, si era invece conservato presso la stessa famiglia, la Casa Reale di Savoia, per quasi trecento anni. La sua ricomparsa sul mercato è stata considerata come sensazionale e ha catalizzato l’attenzione degli esperti di tutto il mondo.

    La storia del servizio, tra i più importanti mai prodotti dalla prestigiosa manifattura di Meissen, inizia alla corte di Sassonia, dove, per la prima volta in Europa, grazie all’ingegno del chimico Johann Friedrich Böttger e dello scienziato Walter von Tschirnhaus, fu scoperto il segreto per ottenere la “vera” porcellana, utilizzando un’argilla bianca infusibile, il caolino, unita al quarzo e al feldspato.

    La scoperta, avvenuta nel 1710, condusse alla fondazione della fabbrica di Meissen, presso Dresda, per volontà del Re di Polonia ed Elettore di Sassonia, Augusto il Forte. Dopo qualche anno dalla fondazione, egli cominciò a servirsi dei prodotti della fabbrica, che avevano raggiunto livelli qualitativi altissimi, per farne doni diplomatici.

    Uno dei primi doni, consistente in ben 300 pezzi, fu quello inviato in 12 casse, nel settembre del 1725, al Re di Sardegna, Vittorio Amedeo II.

    Il servizio acquistato dalla Fondazione Torino Musei, corrisponde a quello descritto nella cassa n. 11: “Una scatola di cuoio rosso rivestita di panno verde e decorata con un merletto d’oro, contenente sei piattini e tazze da tè con le armi del Re di Sardegna e figure giapponesi: inoltre, una ciotola, una teiera, una zuccheriera e sei tazze da cioccolata con piattini”.

    Grazie alla ricca documentazione conservatasi negli archivi di Dresda, sappiamo che questo insieme fu dipinto dal principale pittore della fabbrica, Johann Gregorius Höroldt. Egli introdusse per la prima volta i colori a piccolo fuoco, innovando così la gamma cromatica delle porcellane, e fornì nuovi modelli e fonti di ispirazione, di soggetto prevalentemente orientale, iniziando quel gusto per le cineserie che costituì una delle caratteristiche della produzione di Meissen.

    Fino a oggi erano noti solo alcuni pezzi di questo servizio: una tazza da cioccolata con piattino nel Metropolitan Museum of Art di New York, un piattino già nella Arnhold Collection (ora alla Frick Collection), un altro a Palazzo Pitti a Firenze, una zuccheriera nella collezione Schneider a Monaco di Baviera e, infine, una tazza da cioccolata con piattino a Palazzo Madama. Quest’ultima fu donata nel 1877 da Ferdinando Arborio Gattinara di Breme, Duca di Sartirana, che possedeva un’ampia collezione di porcellane nella sua Villa La Tesoriera a Torino.

    L’insieme acquistato dalla Fondazione Torino Musei, scampato allo smembramento cui sovente vanno incontro i servizi stemmati, è dunque eccezionale per consistenza numerica.

    La sua importanza storico-artistica, contraddistinta dall’altissima qualità pittorica della decorazione, è accresciuta dalla sua storia, dai ruoli del committente e del destinatario, dalla precocità della sua realizzazione come dono diplomatico per un sovrano straniero e dalla completa documentazione che lo accompagna.

    Un acquisto prestigioso e di assoluto valore, che va a integrarsi con coerenza nella ricca collezione di porcellane europee di Palazzo Madama, una delle principali del museo e tra le più importanti in Italia, e insieme un’operazione di ricongiungimento che restituisce alla cittadinanza un pezzo di storia torinese.

    Il Presidente della Fondazione Torino Musei Maurizio Cibrario dichiara che “l’asta di Christie’s, vinta da Fondazione Torino Musei per conto di Palazzo Madama, rinvigorisce l’immagine dei musei di Torino in campo internazionale e il riconoscimento ufficiale di Christie’s, ad asta conclusa, dà il senso del valore e dell’importanza del nostro intervento”

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    Servizio del Re di Sardegna

    Manifattura di Meissen, 1725, dipinto da Johann Gregorius Höroldt

    Porcellana dipinta, misure varie

    Composizione: una teiera, una ciotola, cinque tazze da tè, una tazza da cioccolata, sette piattini

     

  • Sarà una delle grandi mostre della stagione museale di Torino: il 12 dicembre apre a Torino, nelle sale monumentali di Palazzo Madama, una grande esposizione che vede protagonista Andrea Mantegna (Isola di Carturo 1431 – Mantova 1506), uno dei più importanti artisti del Rinascimento italiano, in grado di coniugare nelle proprie opere la passione per l’antichità classica, ardite sperimentazioni prospettiche e uno straordinario realismo nella resa della figura umana. Intorno alle sue opere si articolano le testimonianze di una stagione artistica – il Rinascimento in pianura padana, prima a Padova e poi a Mantova – capace di rivivere l’antico e di costruire il moderno.

    La rassegna presenta il percorso artistico del grande pittore, dai prodigiosi esordi giovanili al riconosciuto ruolo di artista di corte dei Gonzaga, articolato in sei sezioni che evidenziano momenti particolari della sua carriera e significativi aspetti dei suoi interessi e della sua personalità artistica, illustrando al tempo stesso alcuni temi meno indagati come il rapporto di Mantegna con l’architettura e con i letterati.

    Viene così proposta ai visitatori un’ampia lettura della figura dell’artista, che definì il suo originalissimo linguaggio formativo sulla base della profonda e diretta conoscenza delle opere padovane di Donatello, della familiarità con i lavori di Jacopo Bellini e dei suoi figli (in particolare del geniale Giovanni), delle novità fiorentine e fiamminghe, nonché dello studio della scultura antica.

    Un’attenzione specifica è dedicata al suo ruolo di artista di corte a Mantova e alle modalità con cui egli definì la fitta rete di relazioni e amicizie con scrittori e studiosi, che lo resero un riconosciuto e importante interlocutore nel panorama culturale, capace di dare forma ai valori morali ed estetici degli umanisti.

    Il percorso della mostra è preceduto e integrato, nella Corte Medievale di Palazzo Madama, da uno spettacolare apparato di proiezioni multimediali: ai visitatori viene proposta una esperienza immersiva nella vita, nei luoghi e nelle opere di Mantegna, così da rendere accessibili anche i capolavori che, per la loro natura o per il delicato stato di conservazione, non possono essere presenti in mostra, dalla Cappella Ovetari di Padova alla celeberrima Camera degli Sposi, dalla sua casa a Mantova al grande ciclo all’antica dei Trionfi di Cesare.

    Il Piano Nobile di Palazzo Madama accoglie, quindi, l’esposizione delle opere, a partire dal grande affresco staccato proveniente dalla Cappella Ovetari, parzialmente sopravvissuto al drammatico bombardamento della seconda guerra mondiale ed esposto per la prima volta dopo un lungo e complesso restauro e dalla lunetta con Sant’Antonio e San Bernardino da Siena proveniente dal Museo Antoniano di Padova.

    Il percorso espositivo non è solo monografico, ma presenta capolavori dei maggiori protagonisti del Rinascimento nell’Italia settentrionale che furono in rapporto col Mantegna, tra cui opere di Donatello, Antonello da Messina, Pisanello, Paolo Uccello, Giovanni Bellini, Cosmè Tura, Ercole de’ Roberti, Pier Jacopo Alari Bonacolsi detto l’Antico e infine il Correggio. Accanto a dipinti, disegni e stampe del Mantegna, saranno esposte opere fondamentali dei suoi contemporanei, così come sculture antiche e moderne, dettagli architettonici, bronzetti, medaglie, lettere autografe e preziosi volumi antichi a stampa e miniati.

    Per rendere chiaro e lineare questo tema complesso, un prestigioso comitato scientifico internazionale ha selezionato un corpus di oltre un centinaio di opere, riunito grazie a prestigiosi prestiti internazionali da alcune delle più grandi collezioni del mondo, tra cui il Victoria and Albert Museum di Londra, il Musée du Louvre e il Musée Jacquemart André di Parigi, il Metropolitan Museum di New York, il Cincinnati Art Museum, il Liechtenstein Museum di Vienna,  lo Staatliche Museum di Berlino, oltre a prestiti di numerose collezioni italiane, tra cui le Gallerie degli Uffizi, la Pinacoteca Civica del Castello Sforzesco, il Museo Poldi Pezzoli di Milano, l’Accademia Carrara di Bergamo, il Museo Antoniano e i Musei civici di Padova, la Fondazione Cini e le Gallerie dell’Accademia di Venezia, il Museo di Capodimonte di Napoli, i Musei Civici di Pavia, la Galleria Sabauda e il Museo di Antichità di Torino, i Musei Civici, il Seminario Arcivescovile e la Basilica di Sant’Andrea a Mantova.

    Il comitato scientifico della mostra è composto dai curatori Sandrina Bandera e Howard Burns, con Vincenzo Farinella come consultant curator per l’antico, insieme a Laura Aldovini, Lina Bolzoni, Molly Bourne, Caroline Campbell, Marco Collareta, Andrea Di Lorenzo, Caroline Elam, David Ekserdjian, Marzia Faietti, Claudia Kryza – Gersch, Mauro Mussolin, Alessandro Nova, Neville Rowley e Filippo Trevisani.

     

    La mostra, promossa dalla Fondazione Torino Musei e da Intesa Sanpaolo, è organizzata da Civita Mostre e Musei.

    Il catalogo, comprendente numerosi saggi introduttivi e di approfondimento oltre alle schede scientifiche di tutte le opere in mostra, è pubblicato da Marsilio Editori.

    Foto di Copertina: Andrea Mantegna – Ecce homo, 1500-1502 – Tempera su tela lino 54 X 42 cm -Paris, Musée Jacquemart-André – Institut de France © Studio Sébert Photographes

     

  • Palazzo Madama, per raccontare al pubblico la storia della cattedrale di Notre-Dame di Parigi – a seguito del tragico incendio subito da questo monumento – offre sabato 20 aprile l’ingresso gratuito a tutti i visitatori della mostra Notre-Dame de Paris. Sculture gotiche dalla grande cattedrale, in corso dal 5 aprile al 30 settembre 2019.

    Una mostra innovativa e multimediale, che dà vita a quattro sculture goticheprovenienti dallacelebrecattedrale di Notre-Dame de Paris.

    L’esposizione, curata della conservatrice di Palazzo Madama Simonetta Castronovoe allestita nella Sala Stemmi del museo, è frutto di una collaborazione con il Musée de Cluny – Musée national du Moyen Âge di Parigi, che ha eccezionalmente prestato a Palazzo Madama questi capolavori.

    Anche Theatrum Sabaudiae appoggia l’iniziativa proponendo due tour guidati gratuiti (sabato 20 aprile) alle ore 15.00 e alle ore 16.00.
    Il percorso sulla scultura gotica francese, dedicato alla cattedrale, si snoda attraverso le collezioni di Palazzo Madama e la mostra in corso. L’itinerario parte dal secondo piano del museo per soffermarsi sui preziosi e delicati oggetti in avorio intagliato da botteghe parigine: piccoli altari per la devozione privata ed eleganti scatole per specchi, testimonianza della maestria degli intagliatori e del raffinato gusto delle aristocrazie di corte e della ricca borghesia. Segue, quindi, la visita alla mostra Notre-Dame de Paris, allestita al piano terra, che illustra la storia del cantiere e le vicende della cattedrale nel corso dei secoli.

    Ingresso libero fino a esaurimento posti
    Prenotazione consigliata: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

    Per maggiori informazioni sulla mostra 

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