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  • Il pontefice è protagonista del film che lo vede impegnato nell’inusuale ruolo di guida tra i tesori del Museo Vaticano e la Cappella Sistina.

    Ci  rivela un’idea di arte come strumento di evangelizzazione e di miglioramento della società.

    Da quando è stato eletto vescovo di Roma, nel marzo del 2013,  ha dimostrato grandi capacità comunicative, passando attraverso temi spinosi di carattere etico e politico ai selfie con i più giovani, riuscendo ad attirare l’attenzione e l’approvazione anche di scettici e agnostici. Quello che forse non tutti sanno è che il Papa è anche un grande appassionato d’arte, anche contemporanea: anni fa ha dichiarato che una delle sue opere preferite è la Crocifissione Bianca dipinta nel 1938 da Marc Chagall.

    A confermare l’interesse di Papa Francesco per le arti figurative arriva proprio in questi giorni un documentario, La mia idea di arte, tratto dall’omonimo libro scritto nel 2015 da Papa Bergoglio e curato da Tiziana Lupi, rappresenta una unicità nel suo genere: ovvero il primo libro scritto da un pontefice sulla sua concezione di arte.

    Il documentario, diretto da Claudio Rossi Massimi, pone l’accento sugli ideali e sui compiti che, secondo il Papa, vengono svolti dall’arte, alla quale viene data una valenza sociale, tesa al recupero della dignità degli emarginati che vivono nelle periferie del mondo, non solo quelle geografiche ma anche quelle esistenziali. Inoltre l’arte rappresenterebbe un’importante strumento di evangelizzazione e di contrasto alla cultura dello scarto. “I musei devono accogliere le nuove forme d’arte”, scrive Papa Francesco. “Devono spalancare le porte alle persone di tutto il mondo. Essere uno strumento di dialogo tra le culture e le religioni, uno strumento di pace. Essere vivi! Non polverose raccolte del passato solo per gli ‘eletti’ e i ‘sapienti’, ma una realtà vitale che sappia custodire quel passato per raccontarlo agli uomini di oggi, a cominciare dai più umili”.

    Per spiegare la sua idea dell’arte, il pontefice si affida agli stessi capolavori custoditi al Vaticano, componendo un itinerario ideale di opere che esprimono il tema della Misericordia. Il percorso comprende il  la Dea che allatta un Bambino, il Buon Pastore, l’Obelisco di San PietroSan Pietro in Cattedra, le Opere di Misericordia, la Deposizione di Caravaggio, la Cappella Sistina, il Cristo Operaio e la Vergine di Lujan realizzati dallo scultore argentino Alejandro Marmo, fino ad arrivare alla Renault 4 donata al Pontefice dal parroco veronese don Renzo Zocca. I Musei Vaticani devono essere sempre più il luogo del bello e dell’accoglienza. Devono spalancare le porte alle persone di tutto il mondo, dichiara il Papa,  e sottolinea la funzione evangelizzante svolta delle opere d’arte nel corso della storia: “l’arte, oltre a essere un testimone della bellezza del creato, è anche uno strumento di evangelizzazione. Guardiamo la Cappella Sistina: cosa ha fatto Michelangelo? Un lavoro di evangelizzazione”.

     

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