Tag: #photographer

  • Le foto di Steve McCurry dedicate alla lettura  con un contrappunto di brani letterari  e una sezione dedicata ai suoi libri

    Steve McCurry. Leggere è una mostra costituita da una selezione di scatti realizzati in oltre quarant’anni di carriera e comprende la serie di immagini che egli stesso ha riunito in un magnifico volume, pubblicato come omaggio al grande fotografo ungherese André Kertész. Con questa nuova rassegna Steve McCurry presenta le sue foto legate al tema universale della lettura in una città, Torino, che, anche in virtù del Salone del Libro, può essere considerata la “capitale italiana della lettura”.

    Curata da Biba Giacchetti e, per i contributi letterari da Roberto Cotroneo, giornalista e scrittore, la rassegna presenta 65 fotografieche ritraggono persone di tutto il mondo, assorte nell’atto intimo e universale del leggere. Persone catturate dall’obiettivo di McCurry che svela il potere insito in questa azione, la sua capacità di trasportarle in mondi immaginati, nei ricordi, nel presente, nel passato e nel futuro e nella mente dell’uomo. I contesti sono i più vari: i luoghi di preghiera in Turchia, le strade dei mercati in Italia, dai rumori dell’India ai silenzi dell’Asia orientale, dall’Afghanistan a Cuba, dall’Africa agli Stati Uniti. Immagini vibranti e intense, che documentano momenti di quiete durante i quali le persone si immergono nei libri, nei giornali, nelle riviste. Giovani o anziani, ricchi o poveri, religiosi o laici: per chiunque e dovunque c’è un momento per la lettura.

    Le fotografie che rendono omaggio alla parola scritta sono accompagnate da una serie di brani letterari scelti da Roberto Cotroneo, in una sorta di percorso parallelo. Un contrappunto di parole dedicate alla lettura che affiancano gli scatti di McCurry, coinvolgendo il visitatore in un rapporto intimo e diretto con la lettura e con le immagini.

    La mostra è completata dalla sezione Leggere McCurry, dedicata ai libri pubblicati a partire dal 1985 con le foto di Steve McCurry, molti dei quali tradotti in varie lingue: ne sono esposti 15, alcuni ormai introvabili, insieme ai più recenti, tra cui il volume edito da Mondadori che ha ispirato la realizzazione di questa mostra. Tutti i libri sono accompagnati dalle foto utilizzate per le copertine, che sono spesso le icone che lo hanno reso celebre in tutto il mondo.

    www.palazzomadamatorino.it            

  • Joseph Eid, fotoreporter libanese dell’agenzia France Press, attraverso la fotografia compie un’attenta indagine sui luoghi e sulle persone che li abitano .

    Al Museo Egizio di Torino per il progetto Art Site Fest 2018 presenta alcuni scatti realizza nel corso di un viaggio nei luoghi devastati dalle milizie dell’Isis.

    Le vedute del tempio di Baal a Palmira sono state realizzate da Eid riprendendo nell’inquadratura un’altra sua foto, scattata nel marzo del 2014 dalla stessa posizione.

    Il confronto tra le due immagini evidenzia le condizione del sito a seguito delle devastazione della guerra.

    Le foto di Eid, che sono state pubblicate sulle principale testati in tutto il mondo, testimoniano la fragilità del patrimonio culturale e le necessità di prendersene cura, mantenendone viva la memoria.

    La storia di un luogo, quella che i fondamentalismi vorrebbero cancellare è quanto rende significati per l’umanità intera. E’ questa consapevolezza che Palmira ha animato il lavoro e il sacrificio di Khled al-Assad archeologo, studioso e custode dell’antica città, torturato e ucciso nel 2015.

    A Khaled al -Asaad, Art Site Fest dedica questa mostra.

    Per Maggiori informazioni su Art Site Fest

     

  • Landscapes realizzata dal Forte di Bard in collaborazione con Magnum Photos International e Fondation Henri Cartier-Bresson di Parigi, presenta 105 immagini in bianco e nero, personalmente selezionate da Henri Cartier-Bresson, scattate tra gli anni Trenta e gli anni Novanta fra Europa, Asia e America.
    Ciascuna fotografia è rappresentazione di quell’istante decisivo’ che per l’artista è il “riconoscimento immediato, nella frazione di un secondo, del significato di un fatto e, contemporaneamente, della rigorosa organizzazione della forma che esprime quel fatto”.
    Sebbene in alcune foto compaiano anche delle persone, l’attenzione dell’autore è concentrata in modo particolare sull’ambiente, tanto che si può parlare di Paesaggio della Natura e Paesaggio dell’Uomo.
    Le immagini in bianco e nero di colui che è stato denominato l’occhio del secolo”, sono  raggruppate per tema: alberi, neve, nebbia, sabbia, tetti, risaie, treni, scale, ombra, pendenze e corsi d’acqua.

    A proporre una “promenade” tra paesaggi urbani e paesaggi rurali. Sono immagini che riflettono il rigore e il talento di Henri Cartier-Bresson che in esse ha saputo cogliere momenti e aspetti emblematici della natura, spesso immortalando la perfetta armonia tra le linee e le geometrie delle immagini. Armonia perfetta e serena, ad offrire una interpretazione naturale, calma e bella di un secolo, il ventesimo, per altri versi magmatico e drammaticamente complesso.
    Come ha affermato il poeta e saggista Gérard Macé nella prefazione al catalogo Paysage  (Delpire, 2001), “Cartier Bresson è riuscito a fare entrare nello spazio ristretto dell’immagine fotografica il mondo immenso del paesaggio, rispettando i tre principi fondamentali che compongono la sua personale geometria: la molteplicità dei piani, l’armonia delle proporzioni e la ricerca di equilibrio”.
    Nato nel 1908 a Chenteloup, Seine-et-Marne, Cartier-Bresson fu co-fondatore nel 1947 della celebre agenzia Magnum ed è una figura diventata mitica nella storia della fotografia del Novecento.
    Dopo gli studi di pittura, la frequentazione degli ambienti surrealisti e dopo l’esperienza in campo cinematografico al fianco di Jean Renoir, nel 1931, in seguito aun viaggio in Africa, decide di dedicarsi completamente alla fotografia.
    Da Città del Messico a New York, dall’India di Gandhi alla Cuba di Fidel Castro, dalla  Cina ormai comunista all’Unione Sovietica degli anni cinquanta: Henri Cartier-Bresson percorre la storia del secolo breve con la fedele Leica al collo, scegliendo con cura il punto di ripresa, cogliendo il ‘momento decisivo’ e dando vita a immagini ormai  entrate nell’immaginario comune e che gli sono valse l’appellativo di ‘occhio del secolo’.

    Curatore: Andréa Holzherr, Global Exhibition Director, Magnum Photos International
    Realizzata in collaborazione con: Magnum Photos International e Fondation Henri Cartier-Bresson, Parigi

    Partner istituzionali
    * Regione autonoma Valle d’Aosta
    * Compagnia San Paolo
    * Fondazione Crt
    * Finaosta spa

    MediaPartner
    * RMC Radio Montecarlo

     

    Photo di copertina/Credit:

    Place de l’Europe, Gare Saint Lasare, Paris, 1932

    Caption Henri Cartier-Bresson/Magnum Photos

HTML Snippets Powered By : XYZScripts.com