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  • Con oltre 150 opere, un percorso espositivo diviso in 7 sezioni e curata da Dolores Durán Úcar, Palazzo Mazzetti ospita Chagall.

    Colore e magia, una mostra realizzata da Fondazione Asti Musei, Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, Regione Piemonte e Comune di Asti,in collaborazione con il Gruppo Arthemisia e con il patrocinio della Provincia di Asti.

    Chagall. Colore e magia rappresenta una straordinaria opportunità per ammirare più di 150 opere di Marc Chagall e ripercorrere la traiettoria artistica del pittore dal 1925 fino alla morte.

    L’allestimento segue un percorso originale che, andando oltre la presentazione cronologica, propone una lettura nuova delle opere, consentendo al visitatore di addentrarsi nei temi principali della produzione dell’artista: la tradizione russa, legata alla sua infanzia, dalla quale non si allontanò mai; il senso del sacro e la profonda religiosità che si riflettono nelle creazioni ispirate alla Bibbia; il rapporto con i letterati e i poeti, rappresentato in mostra dalla raccolta di incisioni con cui tradusse in immagini i testi di Jean Girardoux e altri scrittori per il volume I sette peccati capitali; l’interesse per la natura e gli animali e le riflessioni sul comportamento umano che trovarono espressione nelle acqueforti delle Favole; il mondo del circo, che lo affascinava sin dall’infanzia per la sua atmosfera bohémienne e la sua sete di libertà; e, ovviamente, l’amore, che domina le sue opere e dà senso all’arte e alla vita.

    Va sottolineata la presenza in mostra di alcuni capolavori, appartenenti a importanti collezioni private, raramente sono stati esposti fino ad ora.

    Per maggiori informazioni

    Credit Photo di copertina:

    Les fiancés sur fond bleu, 1931-32 6 Oil on canvas, 24×19,2 cm – Private Collection, Swiss © Chagall®, by SIAE 2018

  • Mostre, concerti e cultura: questa la ricca offerta della prima stagione estiva delle OGR di Torino, guidate dal Presidente Fulvio Gianaria dal Direttore Generale Massimo Lapucci e dal Direttore Artistico Nicola Ricciardi.

    L’estate delle OGR prosegue il 12 luglio con l’inaugurazione della mostra Forgive me, distant wars, for bringing flowers home, la prima personale in un’istituzione italiana del trio di artisti Ramin Haerizadeh, Rokni Haerizadeh e Hesam Rahmanian (di origine iraniana e residenti negli Emirati Arabi), a cura di Abaseh Mirvali. La mostra, che nasce come sviluppo del Premio OGR assegnato a Rokni Haerizadeh durante l’edizione 2017 di Artissima, offrirà l’occasione di avvicinarsi alla pratica artistica collaborativa e inclusiva dei tre artisti attraverso un importante allestimento site-specific. Venerdì 13 luglio il grande jazz internazionale torna a risuonare nella suggestiva Sala Fucine con OGR Jazz Club: tre set con altrettanti protagonisti della musica d’autore, animeranno per una notte il palco delle ex officine. John De Leo Trio, Yamanaka Female Trio e Diego Borotti NU4tet si alterneranno in session dall’atmosfera vibrante, dando vita a una serata capace di coinvolgere gli appassionati del genere e attrarre il grande pubblico. A partire da settembre, le OGR proporranno il meglio della musica africana contemporanea grazie alla rassegna Africa Now: tre concerti eccezionali con artisti di primo piano nel panorama musicale internazionale. Si parte sabato 22 settembre con Tony Allen & Jeff Mills, due giganti della musica afro, seguiti venerdì 5 ottobre da Amadou & Mariam, la coppia che fonde elementi di musica tradizionale maliana con il funky e il jazz, per concludere, venerdì 19 ottobre, Bombino, stella del desert blues, definito il nuovo Jimi Hendrix. Si chiude così una prima ideale riflessione su alcuni dei temi che caratterizzano e scandiscono il nostro presente storico, quali la circolazione dei popoli, il principio dell’accoglienza, la percezione dell’Altro. Dalle visioni dei giovani migranti africani di Pecetto Torinese alle sonorità che nascono nel Sahara per poi diventare globali – passando dai miraggi degli esulti allegorici dei fratelli Haerizadeh e di Hesam Rahmanian – le OGR si pongono come piattaforma per affrontare questioni di attualità politica e sociale su un piano propriamente culturale – offrendo e ibridando punti di vista eterogenei nella forma, nella prospettiva e nel linguaggio espressivo: dal cinema alla musica passando per le arti visive. Le OGR mirano così a consolidare la propria missione – reiterata anche nell’apertura prolungata e gratuita di domani – di porsi come luogo votato all’inclusività e allo scambio, un porto aperto all’idee e alle persone, dove la cultura prima ancora che un contenuto è uno stimolo, una sollecitazione del pensiero. 

    OGR Torino

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    Vivi la storia di un cantiere secolare e scopri dall’interno le vicende del Santuario di Vicoforte, capolavoro del Barocco piemontese e della sua grandiosa cupola ellittica, la quinta al mondo per dimensioni.

    Entra nel cuore dell’opera d’arte con Magnificat: lungo un percorso appositamente messo in sicurezza, che interessa locali mai aperti al pubblico, potrai percorrere gli antichi camminamenti riservati agli addetti ai lavori  e raggiungere la sommità dell’edificio godendo di un affaccio mozzafiato dall’alto del cupolino a 75 metri di altezza.

    Una visita emozionante, un’avventura indimenticabile per conoscere, gradino dopo gradino, gli aspetti architettonici, storici, artistici e le sofisticate tecnologie che oggi consentono il costante monitoraggio di questo eccezionale monumento d’arte e di fede.

    CARLO EMANUELE I, IL DUCA CHE CREDETTE IN VICOFORTE (RIVOLI 1562 – SAVIGLIANO 1630)

    Carlo Emanuele I di Savoia, detto “Il Grande” e soprannominato dai sudditi “Testa di Fuoco” per le manifeste attitudini militari, è figlio di Emanuele Filiberto di Savoia e di Margherita di Francia.

    Ambizioso, sicuro di sé, cerca di espandere il proprio potere oltre la capitale del regno, impegnandosi maggiormente nelle terre di difficile controllo.

    Il monregalese era sicuramente una di queste, caratterizzata dallo spirito libero e intraprendente dei suoi cittadini, poco inclini a cedere a Torino il primato sul territorio.

    Dopo la distruzione della cattedrale di Mondovì (1573), sostituita dalla cittadella militare, il Duca Carlo Emanuele I prosegue l’azione di dominio sul territorio monregalese iniziata dal padre, decidendo strategicamente di realizzare a Vicoforte il Mausoleo di Casa Savoia.

    Morirà nel 1630 a Savigliano. Le sue spoglie sono conservate presso il Santuario: dopo la morte del Duca infatti, gli eredi scelsero la Basilica di Superga come sepolcro monumentale.

    #MAGNIFICATITALIA – Associa l’hashtag #magnificatitalia per le tue foto su Instagram

    7 aprile – 4 novembre 2018 | Salita e visita alla cupola del Santuario di Vicoforte – CN – Italia

  • Protagoniste le figure femminili. L’esposizione prevede due itinerari: nel primo vengono celebrate alcune personalità chiave della dinastia sabauda come icone di stile ed eleganza; nel secondo vengono messi in luce i legami e le assonanze del Castello di Racconigi con le altre Residenze Sabaude tramite le similitudini di alcuni ambienti, ad esempio la presenza delle sale cinesi sia nel Castello sia a Villa della Regina.

    Attraverso storia, architettura, arte e moda si pone l’attenzione sul ruolo delle donne di casa Savoia, sulla loro determinazione politica, il loro mecenatismo culturale e artistico, il loro essere reggenti, madri e mogli.

    La mostra percorre fisicamente alcuni ambienti significativi della Residenza di Racconigi e – grazie alle testimonianze provenienti dalla Sartoria Tirelli – associa ai ritratti della collezione del Castello, abiti, gioielli e acconciature dell’epoca.

    Un’esposizione che da un lato consente una rilettura attenta di alcune personalità chiave della dinastia sabauda in un arco temporale di mille anni, dal Medioevo al XX Secolo, e dall’altro propone un percorso fra le assonanze delle varie Residenze Sabaude, richiamate in alcuni ambienti del Castello: ad esempio nelle sale cinesi si descriverà il fascino per l’Oriente che caratterizza altre regge, come le stanze di Villa della Regina a Torino.

    “Una mostra, due percorsi – dice Riccardo Vitale, Direttore del Castello di Racconigi – Nel primo le figure femminili di casa Savoia sono la voce narrante della dinastia, celebrate come icone di stile e eleganza; nel secondo il Castello di Racconigi si lega a doppio nodo con la storia dell’architettura e dell’estetica, mettendo in luce, sala per sala, in un grande museo diffuso, i suoi legami con le altre Residenze Sabaude”.

    Insomma, due itinerari in cui la storia, l’architettura, l’arte e la moda si fondono ed hanno come filo conduttore le contesse, le duchesse e le regine di Casa Savoia, la loro determinazione politica, il loro mecenatismo in campo artistico e culturale, la loro immagine di reggenti, mogli e madri, spesso amate dal popolo più dei loro consorti anche per la spiccata sensibilità religiosa e sociale.

    “La piramide dei poteri dinastici si è sempre fondata sulle armi, sulle arti e sui matrimoni. Ma dell’importanza straordinaria del ruolo femminile si è parlato spesso con superficialità e per luoghi comuni – continua Umberto Pecchini, ideatore della mostra con Loredana De Robertis – “Sovrane Eleganze” ribalta l’approccio tra Corte, cultura, diplomazia, arte e moda pone la donna al centro di una rilettura innovativa. Donne sabaude fissate nella solennità del ritratto e nella storicità di un abito che è rappresentazione del loro tempo; ma anche reinterpretate nella rivisitazione contemporanea di quel gusto attraverso i modelli delle più note collezioni sartoriali italiane”.

    La mostra consente, dunque, di indagare su un aspetto non ancora sufficientemente valorizzato, il ruolo femminile di personalità chiave, fra le quali Adelaide di Susa, donna di governo che visse nell’XI secolo, Maria Cristina di Francia, la prima Madama Reale nel Seicento, Anna Maria d’Orléans, prima regina e mecenate di artisti e architetti nel Settecento, Margherita nell’Ottocento, Elena e Maria José nel Novecento.

    Lo si potrà fare attraverso i più bei ritratti delle collezioni del Castello di Racconigi accompagnati da abiti storici o da cerimonia, gioielli e acconciature che ripercorrono la moda dell’epoca.

     

    La mostra è organizzata in collaborazione con l’Associazione Terre dei Savoia e con il contributo del programma InterregALCOTRA.

  • “Fatevi Rapire” è la nuova campagna pubblicitaria “spaziale” delle Residenze Reali Sabaude “extra Reali”  che apre il nuovo anno della Reggia di Venaria. Messaggio chiaro di crescita comune con le altre residenze , grazie anche al  numero sempre crescente di visitatori.

    La stagione delle mostre tocca più settori e argomentazioni: moda, design, costume e società.

    Il 17 marzo fino al 15 luglio 2018 si inaugurata la prima mostra  del 2018 “Genio e Maestria. Mobili ed ebanisti alla corte sabauda tra Settecento e Ottocento mobili d’arte di eccezionale rilevanza realizzati dai maggiori ebanisti e scultori dell’epoca (Luigi Prinotto, Pietro Piffetti,

    Giuseppe Maria Bonzanigo e Gabriele Capello detto “il Moncalvo”), alcuni mai esposti prima, grazie a prestiti di importanti istituzioni museali e di collezionisti piemontesi ed internazionali: due secoli di storia dell’arredo in circa 130 opere.

    Il 22 marzo il fotografo brasiliano Sebastião Salgado , il più importante fotografo documentario del nostro tempo, con il suo ultimo lavoro «Genesi»

    È un progetto iniziato nel 2003 e durato 10 anni, un canto d’amore per la terra e un monito per gli uomini.  Oltre 200 eccezionali immagini compongono un itinerario fotografico in un bianco e nero di grande incanto, raccontano la rara bellezza del patrimonio unico e prezioso di cui disponiamo, il nostro pianeta, con sguardo straordinario ed emozionante sui luoghi che vanno dalle foreste tropicali dell’Amazzonia, del Congo, dell’Indonesia e della Nuova Guinea ai ghiacciai dell’Antartide, dalla taiga dell’Alaska ai deserti dell’America e dell’Africa fino ad arrivare alle montagne dell’America, del Cile e della Siberia. Uno sguardo appassionato, teso a sottolineare la necessità di salvaguardare il nostro pianeta, di cambiare il nostro stile di vita, di assumere nuovi comportamenti più rispettosi della natura e di quanto ci circonda, di conquistare una nuova armonia. Un viaggio alle origini del mondo per preservare il suo futuro.

    Dal 28 marzo al 16 settembre 2018  – La fragilità della bellezza. Tiziano, Van Dyck, Twombly e altri 200 capolavori restaurati La mostra -che costituisce la fase conclusiva della XVIII edizione di Restituzioni, il programma di salvaguardia e valorizzazione che Intesa Sanpaolo conduce da quasi trent’anni a favore del patrimonio artistico nazionale- presenta 81 nuclei di opere, per un totale di oltre 200 manufatti restaurati con il sostegno di Intesa Sanpaolo nel biennio 2016-2017, provenienti da 17 Regioni italiane (più una presenza estera, da Dresda), e che coprono un arco cronologico che va dall’antichità al contemporaneo.

    Dal 6 aprile al 20 maggio 2018 – Architetture e prospettive. Massimo Listri alla Venaria RealeNella spettacolare Citroniera juvarriana, Massimo Listri espone alcune delle sue magistrali fotografie di architetture, realizzate appositamente, della Reggia di Venaria e di altri straordinari edifici storici.

     Dal 19 maggio al 30 settembre 2018 “Preziosi strumenti, illustri personaggi” Liuteria e Musica tra Seicento e Novecento in Europa. La mostra racconta, ponendoli in relazione, quattro secoli di liuteria e collezionismo, musica e musicisti, nobiltà e mecenatismo: violini, viole, chitarre a 5 ordini, mandolini, chitarre-lira, arpe, ghironde e salteri costruiti da sommi liutai, riconosciuti ed apprezzati in tutto il mondo: da Stradivari a Guarneri “del Gesù”, da Amati a Guadagnini, da Vinaccia a Fabricatore, Berti, Battaglia, Nadermann, Torres e Hauser che rappresentano i principali protagonisti italiani ed europei di un artigianato artistico, la liuteria, che in tutto il mondo, da secoli, è inscindibilmente legato alla cultura del “far musica”. Preziosi strumenti che su questo ambizioso palcoscenico, trascendono il semplice oggetto di artigianato artistico, per recitare ruoli di vere e proprie opere d’arte.

    Dal 18 luglio al 24 febbraio 2019 – Easy Rider – Il mito della motocicletta come arte

    Attraverso l’esposizione di modelli storici, entrati nell’immaginario collettivo, la mostra racconta una serie di episodi di una storia straordinaria diventata leggenda: “La moto e l’Italia” (Guzzi, Ducati, Gilera, Laverda); “Il viaggio” (Harley Davidson, Norton, BMW, Honda); “Le piste africane e il mito della Parigi-Dakar” (Yamaha, KMT…); “Il Giappone e la tecnologia” (Suzuki, Honda, Kawasaki, Yamaha).

    Dal 13 settembre al 10 marzo 2019 – Ercole e il suo mito –

    La mostra si propone di illustrare la figura di Ercole con una raccolta di straordinari dipinti e oggetti d’arte prodotti nell’antichità classica e tra Cinquecento e Settecento, alcuni dei quali presentati in Italia per la prima volta, provenienti da grandi collezioni italiane e estere, opere che testimoniano l’enorme fortuna a livello iconografico e narrativo degli episodi della vita di Ercole e insieme il forte fascino della sua immagine nei secoli. La mostra coincide con i lavori di restauro della “Fontana d’Ercole”, fulcro del progetto secentesco dei Giardini della Reggia, dominata dalla Statua dell’Hercole Colosso, la cui riproposizione al pubblico rappresenta una delle fasi conclusive del grande restauro della Venaria. 

    Dal 20 ottobre 2018 al 10 febbraio 2019 – Cani in posa –

    L’esposizione ha come oggetto la costante presenza del cane nel mondo dell’arte figurativa occidentale, spesso quale motivo accessorio della grande pittura di storia, ma anche come un genere vero e proprio coltivato dai pittori “animalisti” o da artisti completi cimentatisi in vari settori, sia con carattere autonomo che legato al genere del ritratto.

    Rinnovati i Format, le attività per le famiglie, gruppi e scuole, iniziative culturali, e corsi di formazione.

    La Venaria Reale – Per informazioni

    Fonte Materiale fotografico: Consorzio Residenze Reali Sabaude

     

  • FotoGallery Conferenza Stampa

    Le meraviglie di Roma, esposizione documentaria organizzata dai Musei Reali di Torino in Biblioteca Reale dal 1 febbraio al 7 aprile 2018, non vuole solo offrire al visitatore una carrellata di monumenti e opere d’arte della Città Eterna ma, attraverso le settanta opere esposte, accompagnarlo idealmente alla scoperta della centralità della sua storia e della sua arte nel contesto culturale europeo a partire dal Rinascimento. La mostra è allestita nei due caveaux della Biblioteca, la storica Sala Leonardo realizzata nel 1998 e il nuovo scrigno espositivo inaugurato nel 2014.
    La Sala Leonardo ospita la sezione della mostra dedicata ai Fasti di Roma antica, dove – partendo dall’imprescindibile confronto con l’architettura vitruviana – vengono esposte opere a stampa, fotografie e disegni che testimoniano come la lezione dell’architettura romana venga nel corso dei secoli assimilata e reinventata in chiave ideale o reinterpretandola secondo il gusto romantico della “rovina”.
    Una parte di questa sezione è dedicata al Foro Romano; per raccontare la sua fortuna storiografica e iconografica, si è scelto come leitmotiv il Tempio di Saturno, uno dei più antichi monumenti di Roma, che si staglia nella sua iconica semplicità ai
    piedi del Campidoglio. Spazio di rilievo in questa sezione occupa la Colonna Traiana, universalmente conosciuta, studiata, copiata, e presa a modello per una la peculiarità di essere una vestigia del passato perfettamente conservata, che non ha subito
    l’ingiuria del tempo e degli uomini a cui sono stati esposti i monumenti nell’area dei Fori.
    Al concetto di copia è legata una delle principali sezioni allestite nel secondo caveau: ci si immerge nella Roma rinascimentale con i suoi magnifici palazzi grazie a un disegno di Federico Zuccari per poi proseguire idealmente un percorso che ci porta verso la facciata di Palazzo Milesi in via della Maschera d’Oro, affrescata da Polidoro da Caravaggio.

    Altri due importanti disegni, il primo attribuito alla cerchia del Poussin – un corteo di sacerdoti con la famiglia imperiale tratto dal fronte sud dell’Ara Pacis – il secondo dagli evidenti echi rubensiani pur nella soggetto di derivazione raffaellesca – la parte superiore dell’affresco con la Disputa del Sacramento nella Stanza della Segnatura – conducono il visitatore a confrontarsi con due modi diversi di approcciare il concetto di “copia”: il Corteo tratto da un rilievo dell’Ara Pacis infatti è un disegno in cui la maniera pittorica dell’artista cerca di rimanere celata, restando quanto più possibile fedele al bassorilievo originale anche attraverso la conduzione del tratto.

    Nella copia della Disputa del Sacramento dipinta da Raffaello nella Stanza della Segnatura, invece, il grande maestro urbinate assurge al ruolo di nuovo classico da copiare, ma con una sostanziale differenza: qui infatti la “maniera” propria del copista emerge in modo prepotente, al punto da renderlo qualcosa di sostanzialmente diverso dall’originale raffaellesco.
    In una mostra dedicata alle meraviglie di Roma non poteva mancare poi una sezione dedicata al Vaticano, in cui spicca un piccolo manoscritto miniato del XV secolo in cui, a tutta pagina, san Pietro è ritratto in piedi al centro della basilica a lui dedicata, riprodotta come si presentava prima della ricostruzione cinquecentesca.

    Un disegno e una incisione di Gaspar Van Wittel arricchiscono questa sezione. Elemento imprescindibile delle vedute di piazza San Pietro a partire dalla fine del Cinquecento è l’obelisco, trasportato nella piazza dinanzi la Basilica grazie all’ingegno
    di Domenico Fontana, come testimoniato da una rara edizione a stampa esposta in mostra, in cui si documentano pedissequamente i lavori di spostamento, con resoconti dettagliati dei calcoli sul peso e sull’altezza dell’obelisco nonché sui mezzi necessari a
    spostarlo, e tantissime altre notizie di carattere architettonico, meccanico e pratico, relative alle maestranze che furono impiegate e alla loro gestione. Attraverso incisioni e fotografie d’epoca vengono poi documentati altri importanti obelischi romani,
    compreso quello davanti al palazzo del Quirinale, a cui viene riservata una piccola sezione.

    Qui, accanto a testimonianze ottocentesche e pregevoli tavole incise risalenti al Cinquecento e al Seicento, trova posto la copia di uno dei Dioscuri collocati nella piazza del Quirinale, disegno autografo di Girolamo da Carpi che idealmente si riconnette con la tematica della copia dall’antico testimoniata dai disegni esposti nelle vetrine ad esso affrontate. La biblioteca, nascendo come scrigno della casa reale,
    conserva anche una serie di rare testimonianze fotografiche ottocentesche relative alla risistemazione urbana che investì la nuova capitale del Regno a partire dal 1871: in particolare è esposta in mostra la documentazione fotografica della risistemazione delle sponde del Tevere all’altezza dell’Isola Tiberina dopo l’alluvione del 1870, che si è scelto di mettere in relazione con due disegni da Van Wittel che rappresentano con precisione i ponti Cestio e Fabricio così come apparivano all’inizio del Settecento. Una ricca sezione è poi dedicata alla diffusione editoriale delle guide di Roma. I due grandi box all’interno del secondo caveau invece ospitano due sezioni separate, la prima dedicata alla cartografia della città dal Cinquecento all’Ottocento, la seconda alla figura di Giovan Battista Piranesi, che vuole idealmente riconnettersi
    alla grande mostra allestita in Galleria Sabauda fino all’11 marzo 2018.
    (MLR)

    Caveau 1 – Sala Leonardo
    I fasti dell’antica Roma – Un’architettura ideale
    I fasti dell’antica Roma – Passeggiando nei Fori
    I fasti dell’antica Roma – La colonna Traiana
    I fasti dell’antica Roma – La campagna romana
    I fasti dell’antica Roma – Cartoline dal passato

    Caveau 2
    Una storia da tramandare
    Copiare per imparare dall’antico
    Uno sguardo verso il colle Vaticano
    Gli obelischi di Roma
    Il Quirinale
    Le sistemazioni urbanistiche ottocentesche
    Roma nelle guide di viaggio
    Piranesi
    La cartografia

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    MUSEI REALI TORINO

    Orari
    I Musei Reali sono aperti dal martedì alla domenica dalle 8,30 alle 19,30
    Ore 8,30: apertura biglietteria, Corte d’onore di Palazzo Reale, Giardini
    Ore 9: apertura Palazzo Reale e Armeria, Galleria Sabauda, Museo di Antichità
    La Biblioteca Reale è aperta da lunedì a venerdì dalle 8 alle 19, sabato dalle 8 alle 14.
    La Sala di lettura è aperta da lunedì a mercoledì dalle 8,15 alle 18,45, da giovedì a sabato dalle 8,15 alle 13,45.
    Biglietti Musei Reali Torino
    Intero Euro 12
    Ridotto Euro 6 (ragazzi dai 18 ai 25 anni).
    Gratuito per i minori 18 anni / insegnanti con scolaresche / guide turistiche / personale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali / membri ICOM / disabili e accompagnatori / possessori dell’Abbonamento Musei, della Torino+Piemonte Card e della Royal Card.
    L’ingresso per i visitatori over 65 è previsto secondo le tariffe ordinarie.
    Le mostre comprese nel biglietto di ingresso ai Musei Reali sono:
    Prima del bottone: accessori e ornamenti del vestiario nell’antichità (fino al 18 febbraio 2018)
    Le bianche statuine. I biscuit di Palazzo Reale (fino all’11 febbraio 2018)
    Altre mostre:
    Miró! Sogno e colore (fino al 4 febbraio 2018) orari e info sul sito www.mostramirotorino.it
    Piranesi. La fabbrica dell’utopia (fino all’11 marzo 2018)
    Aperta da martedì a domenica dalle 9 alle 19
    Biglietto solo mostra: intero 10 €/ Ridotto 6 €
    Biglietto Musei Reali + Piranesi: intero 16 €/ ridotto 10 €
    Gratis per le categorie previste per legge
    Ingresso e orario biglietteria
    presso Palazzo Reale, Piazzetta Reale 1 dalle ore 8,30 fino alle ore 18.
    ——————————
    Informazioni
    +39 011 5211106 – e-mail: mr-to@beniculturali.it
    ——————————
    Segui i Musei Reali con l’hashtag #museirealitorino su
    Facebook Musei Reali Torino
    Twitter @MuseiRealiTo
    Instagram MuseiRealiTorino

  • È online la nuova pagina web della Fondazione Torino Musei: sostieni.fondazionetorinomusei.it, uno strumento nato per raccogliere erogazioni liberali a favore dei Musei Civici di Torino.

    Il nuovo progetto di raccolta fondi è dedicato al restauro di 20 miniature appartenenti alle collezioni del Museo Civico d’Arte Antica di Palazzo Madama: vi sono rappresentate le principali scuole europee: Jean-Baptiste-Jacques Augustin e Jean-Baptiste Isabey per la Francia, George Engleheart, Andrew Plimer e Charles William Ross per l’Inghilterra, Moritz Michael Daffinger per l’Austria, Augustin Ritt per la Russia, Giambattista Gigola per l’Italia. Queste opere, prodigio della tecnica del dettaglio, sono dipinte su avorio, carta, ceramica o metallo e stupiscono ancora oggi per la cura dei particolari e per il formato ridotto. Come medaglioni da tasca, gioielli o piccoli quadri, le donne e gli uomini dei ritratti sono giunti fino a oggi fotografando l’anima di un’epoca attraverso una panoramica di soggetti di natura intima e familiare accanto a cui si snodano i ritratti delle famiglie regnanti e di grandi politici, militari, letterati, artisti, medici e scienziati.

    Questi capolavori minacciati dall’azione del tempo e la Fondazione Torino Musei chiama oggi a raccolta gli amanti dell’arte e della cultura per consentirne il restauro: l’obiettivo è raccogliere, grazie alla generosità di cittadini, aziende e privati, 20.000 euro per consentire il restauro dei 20 esemplari più bisognosiLa campagna proseguirà per tutte le festività natalizie, consentendo a tutti coloro che desiderano sostenere il museo, di fare ai propri cari un regalo originale. I piccoli ritratti verranno restaurati soltanto in base alla somma effettivamente raggiunta: maggiori saranno le donazioni, maggiore sarà la possibilità di salvare tutte le opere in difficoltà.

    Le donazioni potranno essere effettuate anche in museo lasciando la propria offerta nell’apposita teca.

    Insieme alla raccolta fondi Palazzo Madama lancia anche una iniziativa sui propri canali social. Il museo invita i propri sostenitori a scattarsi dei selfie e a condividerli sul profilo Instagram del museo @palazzomadama con l’hashtag #fattiavanti.

  • L’arcipelago che domina il Lago Maggiore, legato alla dinastia Borromeo, può diventare meta di un affascinante Grand Tour.

    Quando l’ultimo traghetto salpa dal porticciolo e sulla costa di fronte del Lago Maggiore inizia a calare il sole sopra gli alberghi in stile liberty di Stresa, quando i vicoli chic e i bar affacciati sul lungolago si svuotano del turismo mordi e fuggi, quando i passi del custode risuonano nelle sale eleganti di Palazzo Borromeo e fra i viali del giardino popolato dai pavoni bianchi, è allora e solo allora che cala il silenzio.

    L’Isola Bella si rivela in pochi minuti nella sua unicità, regalando la sensazione di diventare un po’ padroni di un luogo unico e incantato, che non a caso ha conquistato poeti e scrittori.

    E da qui, avvolti in un’atmosfera esclusiva, ha inizio un viaggio raffinato e solitario fra angoli antichi ricchi di storia ma anche di contemporaneità.

    Le tre le isole borromee: luoghi dal fascino di paradiso perduto come l’Isola Bella, l’Isola Madre e l’Isolino di San Giovanni: solo le prime due, entrambe di proprietà del principe Vitaliano Borromeo (che possiede anche la Rocca di Angera), sono aperte al pubblico e possono essere visitate.

    Nel tour è inclusa anche l’Isola dei Pescatori, a metà strada fra l’Isola Bella e l’Isola Madre nella rotta delle crociere lacustri. L’Isola dei Pescatori non è privata e ospita ristorantini tipici perfetti per una  cena al tramonto.

    Per un’immersione culturale e turistica, fulcro di questo viaggio sull’acqua restano l’Isola Bella e l’Isola Madre, entrambe caratterizzate dal medesimo progetto urbanistico: il palazzo di famiglia e il giardino lussureggiante, ricco di specie botaniche.

    Stresa, perla del Lago Maggiore, esclusiva quanto ambita.

    Per sperimentare una dimensione più discreta è necessario prendere la via del lago. In pochi minuti, sia con il battello che con il motoscafo, si raggiunge la costa dell’Isola Bella, della quale già dal lago s’intravedono il profilo del palazzo secentesco e le architetture barocche dell’immenso giardino all’italiana.

    Approdati sull’isola, si viene accolti da un’atmosfera quasi caprese, con le bancarelle lungolago e i negozietti dei marchi del Made in Italy, seminascosti lungo la via dello shopping di Vicolo del Fornello.

    I prodotti marchiati Isole Borromee con il simbolo dei tre cerchi intrecciati, che rappresentano l’antico sodalizio fra le casate dei Borromeo, dei Visconti e degli Sforza, sono l’espressione più evidente di una corporate identity, ispirata all’antica aristocrazia, che contraddistingue la comunicazione delle isole.

     

    La prima tappa di questo tour è a Palazzo Borromeo, dove è possibile prenotare una visita guidata o noleggiare un’audioguida. L’edificio è in stile barocco; all’interno saloni affrescati, arredi raffinati, stucchi neoclassici e arazzi fiamminghi danno la cifra della potenza della casata nel corso dei secoli.

    La Galleria Berthier con i suoi 130 dipinti vanta esempi notevoli come il Ritratto di uomo in veste di martire del veneziano Vicenzo Catena, allievo di Giovanni Bellini e opere di Paris Bordon, Camillo Procaccini e Daniele Crespi. Durante il percorso lungo le sale dell’edificio, merita una sosta la Sala del Trono: alle pareti due stipi napoletani, placcati in tartaruga, con specchiature in vetro dipinto con vedute e rovine antiche.

    L’ambiente più vasto del palazzo resta il Salone, che si eleva oltre tre piani, a pianta quadrilobata, sopra la quale si sviluppa una cupola con al centro la scritta “Humilitas”, motto della famiglia Borromeo.

    A palazzo soggiornò per due giorni, reduce dalla Campagna d’Italia, Napoleone Bonaparte con la moglie Giuseppina e un seguito di sessanta persone.

    Di quelle notti resta la Sala di Napoleone e il letto a baldacchino dove il generale (non ancora imperatore) aveva dormito cullato dal suono delle onde del lago.

    Da non perdere al piano inferiore di Palazzo Borromeo le grotte rivestite di ciottoli, sassi e schegge di tufo, antico luogo di frescura divenuto nel tempo galleria di oggetti e sculture collezionati dai principi Borromeo.

    Si dice che per trasportare i sassi all’Isola Bella, dal 1759 al 1769, furono impiegate decine di persone che le raccolsero lungo il fiume Intra e sulla riva di Pallanza.

    Dopo il palazzo, tappa obbligatoria è il giardino barocco all’italiana, capolavoro di decori architettonici, geometrie e spazi scenografici di grande impatto a cominciare dall’anfiteatro in pietra con nicchie, statue e obelischi. Il percorso si snoda lungo dieci terrazze, con affaccio diretto sul lago, che occasionalmente ospitano esposizioni e installazioni di arte contemporanea, come quella di Velasco Vitali nel 2013.

    Tra fontane con giochi d’acqua e le torri ottagonali (come la Torre dei Venti, che oggi ospita il bookshop), si possono scoprire angoli suggestivi, come il viale degli Aranci amari, la Serra Elisa e l’edificio della Rotonda con le sue decorazioni a mosaico.

    La vegetazione del giardino è ricca di specie esotiche, ninfee tropicali, conifere, azalee e piante di ogni genere, spesso riparo dei pavoni bianchi dell’isola durante il caldo estivo.

    Conclusa la visita al giardino, si scende di nuovo verso il lungolago. I turisti hanno ormai lasciato l’isola e si viene immersi in una dimensione di tranquillità e armonia, ideale per un’esperienza, tanto antica e rara, di contemplazione del paesaggio del Lago Maggiore.

    La visita riprende verso l’Isola Madre.  Si raggiunge in pochi minuti di navigazione e subito ci si arrampica lungo un rigoglioso giardino all’inglese. “Il luogo più voluttuoso che abbia mai visto” – scrisse Flaubert.

    Specie botaniche esotiche e uniche accompagnano lo sguardo del visitatore che percorre i viali ombreggiati mentre in pochi minuti sale verso il palazzo dell’isola, situato accanto al gigantesco cipresso del Kashmir.

    Meno fastoso di Palazzo Borromeo all’Isola Bella, appare come un’elegante dimora di campagna.

    Lungo lo scalone d’ingresso i volti di questa dinastia (incluso il ramo degli Arese) di cardinali, principi e conti appaiono nei ritratti appesi alle pareti.

    Proseguendo si possono ammirare trompe l’oeil alle pareti, collezioni di porcellane, arredi preziosi e l’inusuale presenza di teatrini e marionette, destinati all’intrattenimento di casa Borromeo durante i secoli passati.

    Lo straordinario materiale di apparati scenici, allestimenti e copioni, distribuito in tre sale del palazzo, rappresenta una delle più importanti collezioni di questo ambito ma anche un patrimonio notevole e una testimonianza di quei teatri di Casa Borromeo che videro impegnati nella realizzazioni importanti scenografi come Alessandro Sanquirico e Carlo Fontana, cui si devono gli effetti di grandiosa risonanza drammatica ottenuti dalla creazione di ambienti prospettici profondi e quasi smisurati.

    Dalle finestre del palazzo dell’Isola Madre, s’intravede il profilo dell’Isolino di San Giovanni, a pochi metri dalla costa e dalla cittadina di Pallanza. Qui nell’estate del 1916 la principessa romana Vittoria Colonna, come racconta Marella Caracciolo Chia nel libro Una parentesi luminosa, visse una bruciante passione per il pittore futurista Umberto Boccioni. Lui morì un mese dopo, cadendo da cavallo: la tragedia mise fine alla storia d’amore clandestina. Rimase uno scambio epistolare in cui le dichiarazioni appassionate si avvicendano sullo sfondo del Lago Maggiore. Ma se l’Isolino, di proprietà privata di un ramo della famiglia Borromeo, non è visitabile, i dipinti di Boccioni eseguiti in quell’estate fra l’Isolino e Stresa sono esposti al pubblico: il magnifico Ritratto di Ferruccio Busoni, oggi conservato alla Galleria d’Arte Moderna di Roma, e non molti sanno che la sua storia è legata al Lago Maggiore.

    Info e maggiori dettagli Isole Borromee

     

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    ABBAZIA SACRA DI SAN MICHELE – STAGIONE MUSICALE 2017

    SABATO 27 MAGGIO 2017 – ORE 21.00 – Gruppo Vocale MELTING POTES dalla Francia

    Quest’anno la stagione musicale della Sacra inizia con il concerto di Musica sacra del coro MELTING POTES dalla Francia in programma sabato 27 maggio.

    Il gruppo vocale Melting’ Potes è nato nel 1998, è composto da una trentina di dilettanti molto affiatati che condividono entusiasmo e passione musicale in un repertorio vario che va dal sacro al gospel, passando per il classico fino alla world music. I canti sono interpretati a cappella o accompagnati dal musicista Nebojsa Markovic. Molto apprezzato dal pubblico, il coro fa parte del panorama musicale di Le Puy en Velai e partecipa regolarmente a diversi concerti, scambi e festival, in Francia (Mont Saint-Michel) e in Europa (Italia, Serbia).

    Fin dalla sua fondazione, Melting’ Potes è diretto da Nina Pal Markovic. Laureata all’Accademia di musica di Belgrado in Serbia, insegna canto corale al Conservatorio l’Atelier des Arts dove ha portato un nuovo dinamismo creando un Cursus Corale e dirigendo diversi cori adulti e giovanili.

    Quest’anno Melting’ Potes si impegna in un progetto europeo che lo porterà ad esibirsi nei siti consacrati a San Michele fino al 2020, una tournée che inizia proprio alla Sacra di San Michele, occasione nella quale, il gruppo vocale ha scelto un repertorio sacro, affinché le voci portino più alto il canto, fin oltre i monti!

    Al termine del concerto è prevista una speciale visita notturna alla Chiesa, alle Rovine del Monastero Nuovo e alla Torre della Bell’Alda.

    Per assistere al concerto, che come di consueto è gratuito e senza prenotazione, è obbligatorio il pagamento del biglietto di ingresso al monumento comprensivo della visita guidata speciale: intero euro 10,00; ridotto euro 8,00 (6-18 anni e oltre i 65). Non si effettua prenotazione e l’ingresso è consentito fino ad esaurimento posti.

    Per Informazioni: segreteria dell’Abbazia tel. 011/939130

    Sito internet: www.sacradisanmichele.com

    E-mail: info@sacradisanmichele.com

  •  “Una notte a Palazzo Reale”

    SAVE THE DATE!  mercoledì 24 maggio si arriva al terzo incontro organizzato da Club Silencio, in collaborazione con i Musei e gli edifici storici di Torino: «Il fil rouge che lega tutte le serate del progetto», fanno sapere gli organizzatori dell’evento, «offrire una nuova esperienza socio-culturale ai cittadini, dando loro la possibilità di riscoprire le grandi realtà culturali torinesi in un contesto meno istituzionale».

    Il programma dell’evento
    Palazzo Reale  apre le sue porte alle 19,30 per un aperitivo con Dj Set nello splendido cortile di quella che è la più antica residenza Sabauda in Piemonte.

    Dal cortile interno partirà poi il percorso di visita del museo: dalle stanze del piano nobile dei Principi di Piemonte alla sontuosa Armeria Reale.

    Gli spazi dei Musei saranno aperti, in via eccezionale per l’evento, fino alle 23.30 e sarà possibile compiere una visitata guidata del palazzo.

    Costi e biglietto

    Euro 18,00 aperitivo e visita museale con inizio ore 19,30

    Euro 10,00 ingresso e visita museale con ingresso ore 21,45

    In entrambi i casi è inclusa una consumazione nel costo del biglietto.

    La tessera Abbonamenti Musei non è utilizzabile in questa occasione.

    E’ necessario accreditarsi all’evento per poter vivere questa esperienza indimenticabile, all’interno di uno dei tesori del patrimonio culturale italiano.

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