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    Esperienza immersiva con La Muta di Leonardo

    Il silenzio mentre lo sguardo indugia sugli occhi fissi e grigi e sulle sottili labbra serrate, per poi scendere al décolleté e infine risalire lungo la linea perfetta del naso: con questa sequenza inizia il video che racconta il lungo e laborioso restauro di uno dei più enigmatici ritratti di Raffaello Sanzio, “La Muta”, conservato alle Gallerie Nazionali delle Marche di Urbino e in questo momento al buio nelle Scuderie del Quirinale per la grande 500 anni dalla morte dell’artista urbinate.

    L’opera, corrosa dai tarli, ha conosciuto un serio intervento conservativo nel 2014 per mano dei tecnici dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, un lavoro documentato nei dettagli nel video postato oggi sul canale YouTube del Mibact, dove dall’inizio dell’emergenza coronavirus i musei, i parchi archeologici e gli istituti autonomi statali stanno fornendo contributi audiovisivi di ogni genere per permettere alle persone di continuare a godere del patrimonio culturale nazionale.

    Le diverse sequenze degli interventi diagnostici, a partire dalla radiografia che ha evidenziato la vastità degli attacchi al supporto ligneo da parte di insetti xilofagi per arrivare alla disinfestazione del dipinto e la sua integrazione pittorica, sono illustrate con cura dai restauratori, che rivelano anche le tante scoperte rese possibili dalle analisi: dai diversi segni di pentimento nel disegno sottostante all’uso del nero d’ossa e di pigmenti di rame, sono molti gli elementi emersi da un restauro che ha permesso di restituire luce e splendore all’opera.

    Con questa iniziativa il Mibact, attraverso un impegno corale di tutti i propri istituti, mostra così non solo ciò che è abitualmente accessibile al pubblico, ma anche il dietro le quinte dei beni culturali con le numerose professionalità che si occupano di conservazione, tutela, valorizzazione.

     

  • Per la prima volta dopo 400 anni, tutti gli arazzi concepiti da Raffaello per la Cappella Sistina saranno visibili ai visitatori. Una rievocazione storica che apre nel migliore dei modi le celebrazioni raffaellesche del 2020 in occasione dei 500 anni dalla morte dell’urbinate. Ne parlano con ArtsLife il Direttore dei Musei Vaticani Barbara Jatta e la curatrice della  mostra, Alessandra Rodolfo

    L’’eccezionale rievocazione storica degli Arazzi di Raffaello nella Cappella Sistina si è materializzata sotto i nostri occhi in un tripudio di tale bellezza che è difficile non solo descrivere ma perfino immaginare.

    In occasione delle celebrazioni per il V centenario della morte di Raffaello Sanzio (Urbino 1483-Roma 1520), dal 17 al 23 febbraio i preziosi arazzi della serie “Atti degli Apostoli” realizzati su cartoni di Raffaello saranno esposti nella Cappella Sistina.

    Un evento eccezionale, storico ed artistico al tempo stesso. Le ultime notizie note della presenza degli arazzi nella Sistina sono di fine Cinquecento. Una visione rarissima perché dal Sei-Settecento gli arazzi sono stati usati in altro modo: venivano appesi nel portico della Basilica di San Pietro durante le cerimonie o messi nella scala regia dove onoravano il passaggio del Pontefice, tanto per fare degli esempi.

    Le due esposizioni del 1983 e del 2010  furono parziali (quindi non con tutta la serie completa degli arazzi) e solo per un tempo molto limitato.

    “Non si era mai visto niente di più bello al mondo”

    Tre sono i protagonisti di questa serie di capolavori, considerati nel loro genere tra i più belli e importanti al mondo. Un Papa colto e raffinato – Leone X  –  che affida a un giovane Raffaello la realizzazione dei cartoni preparatori per una serie di arazzi destinati a rivestire la zona inferiore delle pareti affrescate a finti tendaggi. Infine, la nota bottega del tessitore Pieter van Aelst che enfatizza ai massimi livelli il virtuosismo tecnico del geniale artista.

    Entro il 1521 tutti e dieci i panni, insieme ai due fregi delle Ore e delle Stagioni, arrivarono in Vaticano. I primi sette arazzi, giunti a Roma entro il 1519, furono esposti il 26 dicembre 1519 in occasione della Santa Messa del giorno di Santo Stefano in Cappella Sistina. Il cerimoniere della Cappella Papale, Paris de Grassis, annotava che:

    A universale giudizio non si era mai visto niente di più bello al mondo

    Gli ultimi tre arazzi della serie, San Paolo in carcere, Morte di Anania e San Paolo ad Atene, entrarono in Vaticano entro il 1521.

    Raffaello e Michelangelo

    Forse non si poteva celebrare Raffaello in un modo più sorprendente e suggestivo.

    Riproponendo, probabilmente per la prima volta dopo quattrocento anni, tutti gli arazzi da lui concepiti proprio per la Cappella Sistina, completandone il messaggio teologico.

    Informazioni

    Dal 17 al 23 febbraio (orario di apertura museale e secondo le consuete modalità di visita).

    Orario di visita da lunedì 17 a sabato 23 febbraio 2020: ore 9,00-18,00 (ultimo accesso ore 16,00). Visita libera inclusa nel biglietto d’ingresso dei Musei Vaticani.

    Orario di visita domenica 23 febbraio 2020: ore 9,00-14,00 (ultimo accesso ore 12,30). Visita libera gratuita poiché ultima domenica del mese.
    Info: www.museivaticani.va 

  • Maxi-mostra a Roma dal 5 marzo alle Scuderie del Quirinale a Roma, così culmineranno le celebrazioni per l’artista a livello mondiale: protagoniste ne saranno oltre cento opere di mano dell’Urbinate mai riunite tutte insieme prima d’ora.

    Una grande mostra monografica, con oltre duecento capolavori tra dipinti, disegni ed opere di confronto, dedicata a Raffaello Sanzio, superstar del Rinascimento, nel cinquecentenario della sua morte, avvenuta a Roma il 6 aprile 1520 all’età di appena 37 anni.

    L’esposizione, intitolata semplicemente RAFFAELLO, costituisce l’apice delle celebrazioni mondiali per i 500 anni dalla scomparsa dell’Urbinate e rappresenta l’evento di punta del programma approvato dal Comitato Nazionale appositamente istituito dal Ministro Dario Franceschini e presieduto da Antonio Paolucci.

    Realizzata dalle Scuderie del Quirinale (appartenenti alla Presidenza della Repubblica e gestite dal Mibact attraverso la società in-house ALES), in collaborazione con le Gallerie degli Uffizi, la mostra è curata da Marzia Faietti e Matteo Lafranconi con il contributo di Vincenzo Farinella e Francesco Paolo Di Teodoro.

    Un autorevole comitato scientifico presieduto da Sylvia Ferino ha affiancato e approfondito il lavoro del team curatoriale, stimolando un dialogo fruttuoso tra gli specialisti del settore più accreditati al mondo, come Nicholas Penny (già direttore National Gallery di Londra), Barbara Jatta (direttore Musei Vaticani), Dominique Cordellier (Musée du Louvre), Achim Gnann (Albertina, Vienna), Alessandro Nova (Kunsthistorisches Institut, Firenze).

    In occasione della mostra, è stato raccolto un vastissimo corpus di opere di mano di Raffaello: oltre 100, tra dipinti e disegni, per una raccolta di creazioni dell’urbinate mai viste al mondo in così gran numero tutte insieme.

    Anche in termini di capolavori in prestito (oltre che di lavoro scientifico svolto), è stato determinante il contributo delle Gallerie degli Uffizi, con circa 50 opere delle quali oltre 40 dello stesso Raffaello. Ma anche tanti altri musei di importanza internazionale hanno contribuito ad arricchire la rassegna con capolavori dalle loro collezioni: tra questi, in Italia, le Gallerie Nazionali d’Arte Antica, la Pinacoteca Nazionale di Bologna, il Museo e Real Bosco di Capodimonte, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, la Fondazione Brescia Musei, e all’estero, oltre ai Musei Vaticani, il Louvre, la National Gallery di Londra, il Museo del Prado, la National Gallery of Art di Washington, , l’Albertina di Vienna, il British Museum, la Royal Collection, l’Ashmolean Museum di Oxford, il Musée des Beaux-Arts di Lille. Complessivamente saranno più di 200 le opere in mostra.

    L’esposizione, che trova ispirazione particolarmente nel fondamentale periodo romano di Raffaello e che lo consacrò quale artista di grandezza ineguagliabile e leggendaria, racconta con ricchezza di dettagli tutto il complesso e articolato percorso creativo. Ne faranno parte creazioni amatissime e celebri in tutto il mondo, quali, solo per fare alcuni esempi, la Madonna del Granduca delle Gallerie degli Uffizi, la Santa Cecilia dalla Pinacoteca di Bologna, la Madonna Alba dalla National Gallery di Washington, il Ritratto di Baldassarre Castiglione e l’Autoritratto con amico dal Louvre, la Madonna della Rosa dal Prado, la celebre Velata di nuovo dagli Uffizi.

    La mostra verrà inaugurata il 3 marzo 2020 alla presenza delle più alte cariche dello Stato e dei rappresentanti ufficiali dei principali paesi prestatori.

    Dal 5 marzo la mostra aprirà al pubblico e sarà visitabile fino al 2 giugno.

    Dichiarazioni:

    Ministro Mibact Dario Franceschini:

    “La mostra su Raffaello è una grande mostra europea che raccoglie capolavori mai riuniti finora. Il giusto modo per celebrare la grandezza e la fama di un artista universale a 500 anni dalla sua morte. La prestigiosa esposizione alle Scuderie del Quirinale, che come quella dedicata a Leonardo al Louvre vede la collaborazione dei più grandi musei italiani e internazionali, permetterà al pubblico di ammirare un corpus considerevole di opere di Raffaello”.

    Presidente e ad Ales- Scuderie del Quirinale Mario Di Simoni:

    “La mostra di Raffaello, realizzata in collaborazione scientifica e di prestiti con gli Uffizi, è la dimostrazione di quanto sia corretta la collocazione delle Scuderie del Quirinale in stretto collegamento con il grande sistema dei musei statali. È il coronamento ideale dei vent’anni di apertura al pubblico delle Scuderie del Quirinale”.

    Direttore Gallerie degli Uffizi Schmidt:

    “Le Gallerie degli Uffizi, dove si concentra il più grande numero di dipinti e disegni di Raffaello al mondo, partecipano con entusiasmo all’organizzazione di questa ricorrenza epocale, per offrire una nuova, approfondita visione di Raffaello, specialmente per il periodo in cui l’artista visse a Roma. La mostra, frutto di una collaborazione senza precedenti tra le Gallerie degli Uffizi e le Scuderie del Quirinale, si svolge non a caso nella capitale: Roma non è solo una tappa biografica dell’artista, ma il simbolo della dimensione nazionale della sua arte e del suo pensiero”.

  • Da oggi e per tutto il 2020 una rosa rossa sulla tomba di Raffaello al Pantheon accompagnerà le celebrazioni per i cinquecento anni dalla sua morte, avvenuta a Roma il 6 aprile 1520 ad appena 37 anni.
    Le spoglie del celebre artista, detto l’Urbinate, sono conservate al Pantheon per sua stessa volontà.
    Nel 1520 il corpo venne sepolto nel monumento romano e sistemato nell’edicola della Madonna del Sasso, opera commissionata dallo stesso Raffaello ed eseguita da Lorenzo Lotti detto Lorenzetto.
    Sulla lapide sono impresse le parole dedicategli da Pietro Bembo che, esaltandone la forza creatrice, scrive:
    ILLE HIC EST RAPHAEL TIMUIT QUO SOSPITE VINCI RERUM MAGNA PARENS ET MORIENTE MORI
     “Qui giace Raffaello dal quale, mentre era in vita, la Natura temette di essere vinta e, quando morì, temette di morire anch’essa”.
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