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  • John Constable. Paesaggi dell’anima

    Dal 25 Ottobre 2022 al 05 Febbraio 2023

    VENARIA REALE | TORINO

    Dopo la grande mostra Una infinita bellezza. Il paesaggio in Italia dalla pittura romantica all’arte contemporanea (conclusa a febbraio del 2022), la Reggia di Venaria, complesso monumentale alle porte di Torino, prosegue l’indagine avviata nel 2021 sul tema del paesaggio allargando lo sguardo in ambito europeo e propone per la prima volta in Italia una mostra monografica dedicata al celebre artista inglese John Constable (1776-1837), massimo esponente della pittura romantica inglese insieme a Joseph M. William Turner.
    L’esposizione racconta e ripercorre cronologicamente tutta la vicenda artistica del celebre pittore attraverso le opere della Tate UK ed è organizzata in collaborazione con questa prestigiosa istituzione, nell’ambito dell’accordo quadro siglato lo scorso anno con Fondazione Torino Musei – GAM Galleria d’Arte Moderna di Torino.
    Il percorso espositivo è costituito da oltre cinquanta opere, che vanno dagli schizzi e dai dipinti di piccole dimensioni realizzati en plein air, in modo precocemente impressionista, per arrivare ai più importanti e vasti paesaggi romantici, quali la celebre veduta di Stratford Mill, raffiguranti luoghi nelle immediate vicinanze del villaggio natio dell’artista, Dedham Vale, nella contea del Suffolk.Luoghi d’affezione, sentimentalmente importantissimi per questo grande pittore che – a differenza dell’altrettanto celebre Turner, grande viaggiatore – non si allontana mai dall’amata Inghilterra e raffigura la Natura in chiave “pittoresca”, per usare la nota terminologia dell’Estetica del filosofo Immanuel Kant. Distinguendosi così da Turner – pittore del “Sublime”, ovvero di una Natura che affascina ma incute anche timore e persino terrore nell’Uomo, come una tempesta di mare, o una tormenta di neve – Constable raffigura una Natura accogliente, rassicurante, nella quale ci si può rilassare sereni.Mentre Turner viaggiava incessantemente dalla Gran Bretagna nell’Europa continentale, Constable concentrò la sua pittura su luoghi strettamente associati alla sua vita e alla sua famiglia. Le sue immagini presentano la campagna ridente e rigogliosa del Suffolk, dove è nato e cresciuto, e anche le splendide cittadine di Salisbury, Hampstead e Brighton che frequenta in compagnia della famiglia e degli amici. Luoghi emblematici per la storia dei suoi “affetti”, come scrisse il suo principale biografo Charles Robert Leslie.
    In mostra troviamo anche opere di artisti coevi di Constable, in alcuni “casi concorrenti”, come Turner, John Linnell, Benjamin West e altri, il cui lavoro s’intreccia e confronta con quello di Constable.

    La Tate possiede la più importante collezione del mondo di opere di Constable. La mostra abbraccia l’intero arco cronologico della sua produzione e comprende paesaggi, disegni, acquerelli, incisioni e ritratti. Dopo questa tappa alla Reggia di Venaria, le opere torneranno nel Regno Unito alla Tate e per lungo tempo non saranno più visibili fuori dall’Inghilterra.   Il progetto di allestimento della mostra, a cura di Studio Fludd, interpreta il tema della contemplazione del paesaggio in chiave minimalista e atmosferica. All’interno del percorso l’uso del colore si sviluppa per assonanze e contrasti, ricercando un equilibrio tra tonalità ricche e ariose, ricombinate e rivelate da accostamenti inediti. Le opere di Constable hanno ispirato una ricerca di atmosfere cangianti: nelle stanze, nubi semitrasparenti dialogano con l’opaca morbidezza delle superfici dipinte.

    La qualità della resa cromatica è stata supportata da Rezina, marchio torinese di riferimento nel campo delle finiture, che per questo progetto ha selezionato come partner internazionale il brand Little Greene, azienda d’eccellenza della tradizione artigianale inglese che collabora con il National Trust, ente di tutela del patrimonio storico artistico del Regno Unito.

    LE SEZIONI TEMATICHE

    John Constable nacque nel 1776 nel villaggio di East Bergholt, nella Contea del Suffolk, in quella parte sud-orientale dell’Inghilterra nota come East-Anglia. Nei pressi di East Bergholt, a Flatford, il padre possedeva un mulino e sperava che, dopo la sua morte, il figlio avrebbe continuato la redditizia attività di mugnaio. Tuttavia John desiderava diventare un artista e nel 1799 il padre gli concesse di frequentare la Royal Academy of Fine Arts di Londra.
    Sebbene fosse molto abile nel disegno anatomico, la crescita di Constable come artista fu lenta. Volendo affermarsi nella pittura di paesaggio, incontrò molte difficoltà nel seguire questa scelta. Tra la fine del 1700 e l’inizio dell’1800 prevaleva infatti la rappresentazione del paesaggio “ideale” o “istoriato”, seguendo il modello di grandi maestri francesi come Claude Lorrain e Nicholas Poussin. A differenza di loro, Constable amava dipingere il paesaggio che lo circondava, in particolare quello della sua amata cittadina natale, in modo diretto e il più possibile “veritiero”: idea rivoluzionaria per l’epoca.
    Benché avesse esposto per la prima volta i suoi paesaggi alla Royal Academy già nel 1802, Constable dovette attendere fino al 1819 per diventarne membro “associato” e divenne Accademico a pieno titolo solo nel 1829.
    Nel 1816 sposò il suo primo grande amore, Mary Bicknell, ed ebbero sette bambini. Si stabilirono nel quartiere londinese di Bloomsbury nel 1817. Da quel momento in poi, non trascorrendo più molto tempo nel Suffolk, Constable iniziò a dipingere i suoi paesaggi in studio, affidandosi alla memoria.
    Cominciò anche a dipingere i nuovi luoghi che via via frequentava e che avevano un legame con la sua famiglia. Infatti quando la moglie si ammalò di tubercolosi, nel 1819 Constable si trasferì con la famiglia a Hampstead, in campagna a nord di Londra per trovare un’aria più salubre.

    Nel 1824 incominciò ad andare al mare a Brighton, sulla Manica, con la speranza che il clima marino più mite potesse contribuire alla guarigione dell’amatissima moglie. Mary invece morì di lì a poco, nel 1828, a soli quarant’anni. Una perdita per lui dolorosissima.

    • SUFFOLK

    I dintorni di East Bergholt e di Flatford, dove Constable era cresciuto, sono stati per tutta la sua vita i luoghi dei più bei ricordi d’infanzia. Nel 1821, ricordando i paesaggi del Suffolk in una lettera al suo grande amico, l’Arcidiacono John Fisher, dichiarò: «La pittura è solo un altro modo di esprimere un sentimento. Collego la mia infanzia spensierata a tutto ciò che circonda le rive del fiume Stour. Esse hanno fatto di me un pittore e ne sono grato».
    Il Suffolk era una regione agricola, non tenuta in grande considerazione dagli artisti dei primi anni del XIX secolo. Thomas Gainsborough (1727-1788), artista apprezzato da Constable, aveva in precedenza dipinto lo stesso territorio. Panorami intravisti attraverso il bosco o scorci lungo i sentieri di campagna.
    Il sentiero denominato “Fen Lane”, che Constable era solito percorrere ogni giorno per andare a scuola a Dedham, divenne il soggetto di un suo dipinto del 1817 mai terminato. Ritornò sullo stesso soggetto nel 1826, dipingendone una versione più grande, The cornfield (Il campo di grano), che inviò alla Royal Academy quello stesso anno e che oggi è uno dei suoi dipinti più famosi conservato alla National Gallery di Londra. Constable amava dipingere anche la sua casa a East Bergholt e il panorama che ammirava dalla casa di suo padre.

    • DIPINGERE LA NATURA
    Nel 1802 Constable iniziò a dipingere per la prima volta en plein air con la tecnica ad olio, pratica che divenne suo tratto distintivo tra 1809 e 1829. In precedenza utilizzata dagli artisti europei del Seicento principalmente come pratica formativa, per Constable la pittura all’aperto era invece qualcosa di più importante, un modo per catturare l’essenza della Natura, che definì «la sorgente da dove tutto deve nascere».La maggior parte dei suoi bozzetti ad olio che ritraggono la natura vennero realizzati su tele di piccole dimensioni e raffigurano principalmente il paesaggio nei pressi del Mulino di Flatford o poco più lontano. Tuttavia, specialmente all’inizio della sua carriera, Constable realizzò anche opere en plein air di formato più grande. Nel 1809 dipinse la tela di media dimensione Malvern Hall nell’arco di una sola giornata.
    Tra il 1814 e il 1817, dipinse opere più grandi, quasi interamente all’aria aperta. Un esempio è Fen Lane, East Bergholt, 1817, che presenta uno sfondo non finito, probabilmente da terminare una volta tornato a Londra. In questo periodo Constable sviluppò infatti l’idea di dipingere nel suo studio grandi tele, denominate “sei piedi”, attingendo alla sola memoria.
    Anche J.M.W. Turner (1775 – 1851) dipinse bozzetti a olio lungo le rive del Tamigi, nella zona occidentale di Londra, nel 1805 e piccoli schizzi a Devon nel 1813. Tuttavia, a differenza di Constable, Turner non cercò mai di dipingere quadri più elaborati all’aperto.
    • LE PRIME INFLUENZE E I PITTORI CONTEMPORANEI
    Quando Constable arrivò a Londra nel 1799 per studiare pittura aveva già avuto alcuni contatti con il mondo artistico e ben presto se ne creò di nuovi. Frequentò Sir George Beaumont (1753 – 1827), un importante collezionista e pittore dilettante, del quale era solito visitare la raccolta di dipinti di Grandi Maestri per ricopiare composizioni paesaggistiche, come nel caso di quelle di Alexander Cozens (1717-1786).
    Quando andò a studiare alla Royal Academy conobbe il pittore statunitense Benjamin West (1738-1820), la cui lezione, secondo la quale «luci e ombre non sono mai immobili», gli sarebbe tornata utile per tutto il resto della vita. Come altri artisti britannici  dell’epoca, quali John Linnell e Cornelius Varley, anche Constable ricorse talvolta alla tecnica dell’acquerello per catturare gli  effetti della luce in rapido cambiamento.
    Il famoso pittore paesaggistico coevo di Constable, J.M.W. Turner, eccelleva nella tecnica dell’acquerello e se ne servì per tutta  la vita. Viaggiò per il continente europeo alla ricerca di soggetti “pittoreschi” che potessero poi essere riprodotti in incisioni e venduti ai collezionisti interessati alle opere paesaggistiche di antiquariato. Constable preferiva invece usare abitualmente l’olio anziché l’acquerello e non viaggiò mai al di fuori della Gran Bretagna.
    • VIA DALLA CITTÀ: LA CAMPAGNA DI HAMPSTEAD E LA MALATTIA DELLA MOGLIE
    Nel luglio del 1819 Constable prese un alloggio per la sua famiglia a Hampstead, in campagna, affinché la moglie malata potesse beneficiare dell’aria più pulita. La famiglia sarebbe ritornata a Hampstead più volte nelle estati successive, trasferendosi lì in maniera più stabile nel 1827 quando Constable affittò una casa a Well Walk. Hampstead a quell’epoca era ancora un villaggio, situato su un altopiano a pochi chilometri a nord di Londra, con la quale era collegato attraverso un servizio di carrozze. Sperava così di poter «unire la vita di città con quella di campagna».
    Constable fu subito attratto dal dipingere i sentieri, gli alberi e gli angoli nascosti del villaggio di Hampstead. Apprezzava la brughiera aperta con i suoi sinuosi sentieri, specchi d’acqua, gli operai impegnati a estrarre la ghiaia e i suoi cieli dinamici e burrascosi. Fu a Hampstead che l’artista dipinse i suoi famosi studi del cielo realizzati a olio. Molti di questi presentano annotazioni dettagliate sulle condizioni climatiche al momento della loro realizzazione. In Cloud Study (Studio di nuvole), 1822, è stato annotato: «27 ago, 11 in punto. Mezzogiorno Guardando a ovest Grandi nuvole argentee Vento leggero a sud ovest». È straordinaria l’accuratezza della rappresentazione e l’elevata espressività.
     
    • IL MARE DI BRIGHTON E LA CATTEDRALE DI SALISBURY
    Tra il 1824 e il 1828 Constable soggiornò prolungatamente a Brighton, sulla costa sud dell’Inghilterra. I medici avevano consigliato l’aria del mare per curare la tubercolosi della moglie Mary. In quelle occasioni Constable andava alla ricerca di spiagge isolate o angoli meno popolati sulle colline di Downs. Decise però di dipingere una parte affollata della spiaggia di Brighton per uno dei suoi dipinti più grandi e ambiziosi, The Chain Pier, Brighton, esposto presso la Royal Academy nel 1827. Turisti vestiti alla moda si mescolano ai tradizionali pescatori sotto un cielo tempestoso.
    Se i soggiorni di Constable a Brighton erano dovuti a obblighi familiari, il suo legame con Salisbury si sviluppò invece per la stretta amicizia con due alti prelati anglicani della Cattedrale del posto: il Vescovo John Fisher e suo nipote, l’Arcidiacono John Fisher. Soggiornò spesso presso la casa chiamata Leydenhall, nel Cathedral Close, dove, da una delle finestre, dipingeva i cieli che si affacciavano sul crinale di Harnham. Fu sempre lì nel 1829, l’anno successivo alla morte di Mary, che l’Arcidiacono Fisher incoraggiò l’artista a immergersi nel lavoro per distrarsi dal dolore e a dipingere un’ampia veduta della Cattedrale.
    Salisbury Cathedral from the Meadows (La Cattedrale di Salisbury vista dai campi), 1831, è oggi uno dei dipinti più famosi di Constable.  
    • GLI ULTIMI ANNI DI VITA
    All’inizio del 1829, Constable ricevette il prestigioso riconoscimento a lungo agognato di Accademico della Royal Academy. Era ora libero di dipingere senza doversi preoccupare della reazione dei critici.
    Rimasto vedovo e in condizioni di salute precarie, iniziò a pensare alla sua eredità. Progettò una serie di stampe, English Landscape (Paesaggio inglese), 1830-32, riproduzioni dei suoi lavori che meglio dimostravano il “Chiaroscuro della Natura” o le luci e le ombre, che descrive come «potenti organi di espressione».
    La principale preoccupazione negli ultimi anni rimase però quella della pittura a olio. Nel 1832 riuscì a terminare la grande tela, The Opening of Waterloo Bridge (L’apertura del Ponte di Waterloo), che rende omaggio alle scene sul Tamigi dipinte nel XVIII secolo da Canaletto. Il dipinto fu la causa di una famosa disputa con Turner quando venne esposto alla Royal Academy di Londra quello stesso anno. Da allora Constable ritornò spesso a lavorare su vecchi soggetti, includendo caratteristiche immaginifiche di un paesaggio “pittoresco”. L’aggiunta dell’arcobaleno divenne il suo tema preferito. Ciò che hanno in comune tutte le ultime opere è la qualità altamente espressiva delle pennellate.
    Constable morì improvvisamente a Bloomsbury nel marzo del 1837 e fu sepolto accanto a sua moglie Mary nel cimitero della chiesa di St John a Hampstead. Un giornalista nel necrologio commentò «che immensa perdita per l’Academy e per il pubblico; tutte le sue opere, adesso che se ne è andato, riceveranno una grandissima stima». E così fu.
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    VENARIA REALE | TORINO

    LUOGOReggia di Venaria Reale

    INDIRIZZO: Piazza della Repubblica 4

    COSTO DEL BIGLIETTO

    • Intero: 12 euro
    • Ridotto: 10 euro | Gruppi di min. 12, max. 25 persone Ridotto ragazzi: 6 euro | Under 21 (ragazzi dai 6 ai 20 anni) e universitari under 26
    • Scuole: 3 euro | Classi min. di 12, max 25 studenti; gratuito per 1 accompagnatore ogni 12 studenti
    • Gratuito: Minori di 6 anni
    SITO UFFICIALE: http://lavenaria.it
  • Dal 9 giugno 2022 all’8 gennaio 2023
    In collaborazione con
    Tony Cragg
    Tucci Russo Studio per l’Arte Contemporanea, Torre Pellice/Torino
    Skulpturenpark Waldfrieden, Wuppertal, Germania

    Tre altissime sculture in bronzo dalle insolite forme di colonne sinuosamente tortili, con spiralo ellittiche che si elevano verso il cielo in un equilibrio che pare precario, svettano a Torino in corso Sebastopoli, proprio di fronte all’ingresso dello Stadio Olimpico, l’ex stadio Comunale, così ridenominato durante le Olimpiadi invernali di Torino 2006.

    Per quella occasione la triplice installazione, intitolata Punti di Vista, era stata realizzata su commissione della Fondazione De Fornaris a simbolo dell’evento olimpico da Tony Cragg, uno degli artisti contemporanei inglesi più affermati al mondo, nato a Liverpool nel 1949 e dal 1977 residente in Germania a Wuppertal, dove ha realizzato un grande parco di sculture in cui sono visibili esposizioni e opere di tanti celebri artisti contemporanei.

    Dopo 16 anni Cragg ritorna nel territorio torinese, invitato da Guido Curto direttore generale del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, per realizzare alla Reggia di Venaria una mostra che dal 9 giugno 2022 all’8 gennaio 2023 presenta una selezione di dieci sculture create tra il 1997 e il 2021, ambientandole all’interno del percorso espositivo permanente della Reggia, a cominciare dalla Corte d’Onore, proseguendo nel Parco Alto dei Giardini della Reggia, per arrivare fino all’atrio delle Scuderie Juvarriane.

    Opere di grandi dimensioni, plasmate usando svariati materiali – dal bronzo al legno, dalla vetroresina all’acciaio – tutte connotate dalle tipiche linee mosse e sinuose, che paiono modellate su un gigantesco tornio di vasaio, si riconnettono al genius loci della Reggia in una sorta di ridefinizione postmoderna dello stile Barocco e Rococò.

    Il lavoro di Tony Cragg analizza le molteplici relazioni esistenti tra l’essere umano e l’ambiente. Usufruendo di un’ampia selezione di materiali e di tecniche scultoree, l’artista tematizza la complessa connessione tra la figura, l’oggetto e il paesaggio, che per Cragg include sia sistemi geologici e microbiologici che contesti urbani e industriali.

    Il punto focale dell’operare artistico di Tony Cragg è inoltre incentrato su un incessante processo di esplorazione delle possibilità del materiale e di rimodellamento del mondo che ci circonda.
    L’artista afferma: “ci sono molte più cose che non esistono di quelle che esistono”, riferendosi a una fonte di situazioni che sono ancora oltre la nostra percezione.

    Per Cragg la scultura è un metodo per aprire questo enorme potenziale a nuove forme e significati, ai sogni e ai linguaggi ad essi associati.

    Parallelamente alla mostra di Tony Cragg viene presentata l’opera Dove le stelle si avvicinano di una spanna in più di un altro grande maestro contemporaneo già presente alla Venaria, Giovanni Anselmo. Questa scultura, pur essendo da diversi anni esposta in permanenza al centro del Gran Parterre dei Giardini, non aveva mai avuto ad oggi una presentazione ufficiale.

    Giovanni Anselmo, artista di straordinaria levatura, nasce nel 1934 a Borgofranco d’Ivrea, ma da sempre vive e lavora a Torino. Esponente di spicco dell’Arte Povera e figura centrale di quel gruppo di artisti, in larga maggioranza torinesi (come Mario e Marisa Merz, Giuseppe Penone e Gilberto Zorio), assurti a fama internazionale a cominciare dagli anni ’70 grazie all’impegno intellettuale del compianto critico d’arte e curatore Germano Celant, Anselmo all’età di 88 anni merita un doveroso omaggio. Questo suo lavoro, costituito da sei gigantesche lastre di granito nero, con sopra scandita e incisa in profondità la scritta che dà origine al titolo, rimanda a una sorta di  bradisismo alto approssimativamente quanto la misura di una mano aperta; l’opera, su cui si può salire, consente alle stelle, che notte e giorno si avvicendano sulla sua verticale, di avvicinarsi di una spanna in più.

    Con questa nuova mostra riprende e si rafforza quel dialogo tra la Residenza di Venaria e l’arte contemporanea che era stato avviato dal primo direttore della Reggia, Alberto Vanelli, con il Giardino delle Sculture Fluide di Giuseppe Penone: nucleo fondante del progetto della Reggia contemporanea.

     

    INFORMAZIONI E BIGLIETTERIA:
    DOVE: Reggia di Venaria
    QUANDO: da giovedì 9 giugno 2022 a domenica 8 gennaio 2023
    COME: mostra compresa nel percorso di visita della Reggia e dei Giardini
    Per ulteriori informazioni: lavenaria.it

  • “Che meraviglai!”, proprio come recita la sua nuova campagna: dopo la pausa invernale, e lo stop imposto dall’emergenza coronavirus, riapre martedì la Reggia di Venaria.

    Tante le novità, dal percorso di visita all’apertura gratuita dei giardini, dagli ingressi serali alle grandi mostre.
    “La prima novità è l’apertura gratuita dei nostri Giardini fino al 29 marzo, e poi ogni prima domenica del mese – annuncia la presidente del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, Paola Zini -: ci è sembrato doveroso e significativo in questo particolare momento rendere disponibili per tutti lo svago e la bellezza di questi spazi straordinari, simbolo del paesaggio italiano premiati di recente come il Parco più bello d’Italia”.
    “Sono imminenti altre novità – aggiunge il direttore Guido Curto -, e siamo in pieno fermento per l’allestimento della mostra ‘Sfida al Barocco’, oltre 200 opere in arrivo da ogni parte del mondo per il traguardo dell’inaugurazione del 12 marzo: un evento culturale già indicato come imperdibile per il 2020”.

    Fonte (ANSA)

     

  • Oggi è il giorno dedicato ai numeri, nel 2018 La Reggia di Venaria è stata teatro di oltre 300 concerti, spettacoli, eventi, più di 3500 itinerari didattici, e 957.070 ingressi, «leggermente meno del record dell’anno prima, ma è stato pagato lo scotto di non aver più ospitato il Villaggio di Babbo Natale».

    Sull’inverno, per altro, Turetta (direttore uscente) dimostra di puntare particolarmente, quando annuncia di sperare che il prossimo Natale si riesca ad allestire una delle più grandi e suggestive piste di pattinaggio sul ghiaccio nella Peschiera.

    All’estate invece ci pensa Mirco Repetto, direttore artistico degli eventi della Reggia: tornano i Palchi Reali (per realizzarli il Consorzio mette a disposizione delle Residenze Reali 180 mila euro) e tutti gli appuntamenti collaudati nell’era Turetta-Zini, a partire dal tango e da un percorso nei giardini (il 5 maggio) ispirato ad Alice nel paese delle meraviglie. E poi le mostre, con «i grandi nomi, come David LaChapelle». Troppo pop? «Per fare un milione di ingressi servono anche loro, cerchiamo di alternare poi produzioni interne, studiate dal nostro Centro Studi, con proposte dall’esterno: per una mostra serve una gestazione anche di 4 anni».

    Nella Sala Diana, la presidente Paola Zini ha lasciato intendere che si è trovato un punto di incontro con il Mibact, d’accordo anche la Regione, e che quindi la strada del bando è percorribile. Attendiamo l’8 marzo, giorno dell’assemblea dei soci,  lì si deciderà  per la sostituzione del Direttore uscente.

     

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