L’arcipelago che domina il Lago Maggiore, legato alla dinastia Borromeo, può diventare meta di un affascinante Grand Tour.
Quando l’ultimo traghetto salpa dal porticciolo e sulla costa di fronte del Lago Maggiore inizia a calare il sole sopra gli alberghi in stile liberty di Stresa, quando i vicoli chic e i bar affacciati sul lungolago si svuotano del turismo mordi e fuggi, quando i passi del custode risuonano nelle sale eleganti di Palazzo Borromeo e fra i viali del giardino popolato dai pavoni bianchi, è allora e solo allora che cala il silenzio.
L’Isola Bella si rivela in pochi minuti nella sua unicità, regalando la sensazione di diventare un po’ padroni di un luogo unico e incantato, che non a caso ha conquistato poeti e scrittori.
E da qui, avvolti in un’atmosfera esclusiva, ha inizio un viaggio raffinato e solitario fra angoli antichi ricchi di storia ma anche di contemporaneità.
Le tre le isole borromee: luoghi dal fascino di paradiso perduto come l’Isola Bella, l’Isola Madre e l’Isolino di San Giovanni: solo le prime due, entrambe di proprietà del principe Vitaliano Borromeo (che possiede anche la Rocca di Angera), sono aperte al pubblico e possono essere visitate.
Nel tour è inclusa anche l’Isola dei Pescatori, a metà strada fra l’Isola Bella e l’Isola Madre nella rotta delle crociere lacustri. L’Isola dei Pescatori non è privata e ospita ristorantini tipici perfetti per una cena al tramonto.
Per un’immersione culturale e turistica, fulcro di questo viaggio sull’acqua restano l’Isola Bella e l’Isola Madre, entrambe caratterizzate dal medesimo progetto urbanistico: il palazzo di famiglia e il giardino lussureggiante, ricco di specie botaniche.
Stresa, perla del Lago Maggiore, esclusiva quanto ambita.
Per sperimentare una dimensione più discreta è necessario prendere la via del lago. In pochi minuti, sia con il battello che con il motoscafo, si raggiunge la costa dell’Isola Bella, della quale già dal lago s’intravedono il profilo del palazzo secentesco e le architetture barocche dell’immenso giardino all’italiana.
Approdati sull’isola, si viene accolti da un’atmosfera quasi caprese, con le bancarelle lungolago e i negozietti dei marchi del Made in Italy, seminascosti lungo la via dello shopping di Vicolo del Fornello.
I prodotti marchiati Isole Borromee con il simbolo dei tre cerchi intrecciati, che rappresentano l’antico sodalizio fra le casate dei Borromeo, dei Visconti e degli Sforza, sono l’espressione più evidente di una corporate identity, ispirata all’antica aristocrazia, che contraddistingue la comunicazione delle isole.
La prima tappa di questo tour è a Palazzo Borromeo, dove è possibile prenotare una visita guidata o noleggiare un’audioguida. L’edificio è in stile barocco; all’interno saloni affrescati, arredi raffinati, stucchi neoclassici e arazzi fiamminghi danno la cifra della potenza della casata nel corso dei secoli.
La Galleria Berthier con i suoi 130 dipinti vanta esempi notevoli come il Ritratto di uomo in veste di martire del veneziano Vicenzo Catena, allievo di Giovanni Bellini e opere di Paris Bordon, Camillo Procaccini e Daniele Crespi. Durante il percorso lungo le sale dell’edificio, merita una sosta la Sala del Trono: alle pareti due stipi napoletani, placcati in tartaruga, con specchiature in vetro dipinto con vedute e rovine antiche.
L’ambiente più vasto del palazzo resta il Salone, che si eleva oltre tre piani, a pianta quadrilobata, sopra la quale si sviluppa una cupola con al centro la scritta “Humilitas”, motto della famiglia Borromeo.
A palazzo soggiornò per due giorni, reduce dalla Campagna d’Italia, Napoleone Bonaparte con la moglie Giuseppina e un seguito di sessanta persone.
Di quelle notti resta la Sala di Napoleone e il letto a baldacchino dove il generale (non ancora imperatore) aveva dormito cullato dal suono delle onde del lago.
Da non perdere al piano inferiore di Palazzo Borromeo le grotte rivestite di ciottoli, sassi e schegge di tufo, antico luogo di frescura divenuto nel tempo galleria di oggetti e sculture collezionati dai principi Borromeo.
Si dice che per trasportare i sassi all’Isola Bella, dal 1759 al 1769, furono impiegate decine di persone che le raccolsero lungo il fiume Intra e sulla riva di Pallanza.
Dopo il palazzo, tappa obbligatoria è il giardino barocco all’italiana, capolavoro di decori architettonici, geometrie e spazi scenografici di grande impatto a cominciare dall’anfiteatro in pietra con nicchie, statue e obelischi. Il percorso si snoda lungo dieci terrazze, con affaccio diretto sul lago, che occasionalmente ospitano esposizioni e installazioni di arte contemporanea, come quella di Velasco Vitali nel 2013.
Tra fontane con giochi d’acqua e le torri ottagonali (come la Torre dei Venti, che oggi ospita il bookshop), si possono scoprire angoli suggestivi, come il viale degli Aranci amari, la Serra Elisa e l’edificio della Rotonda con le sue decorazioni a mosaico.
La vegetazione del giardino è ricca di specie esotiche, ninfee tropicali, conifere, azalee e piante di ogni genere, spesso riparo dei pavoni bianchi dell’isola durante il caldo estivo.
Conclusa la visita al giardino, si scende di nuovo verso il lungolago. I turisti hanno ormai lasciato l’isola e si viene immersi in una dimensione di tranquillità e armonia, ideale per un’esperienza, tanto antica e rara, di contemplazione del paesaggio del Lago Maggiore.
La visita riprende verso l’Isola Madre. Si raggiunge in pochi minuti di navigazione e subito ci si arrampica lungo un rigoglioso giardino all’inglese. “Il luogo più voluttuoso che abbia mai visto” – scrisse Flaubert.
Specie botaniche esotiche e uniche accompagnano lo sguardo del visitatore che percorre i viali ombreggiati mentre in pochi minuti sale verso il palazzo dell’isola, situato accanto al gigantesco cipresso del Kashmir.
Meno fastoso di Palazzo Borromeo all’Isola Bella, appare come un’elegante dimora di campagna.
Lungo lo scalone d’ingresso i volti di questa dinastia (incluso il ramo degli Arese) di cardinali, principi e conti appaiono nei ritratti appesi alle pareti.
Proseguendo si possono ammirare trompe l’oeil alle pareti, collezioni di porcellane, arredi preziosi e l’inusuale presenza di teatrini e marionette, destinati all’intrattenimento di casa Borromeo durante i secoli passati.
Lo straordinario materiale di apparati scenici, allestimenti e copioni, distribuito in tre sale del palazzo, rappresenta una delle più importanti collezioni di questo ambito ma anche un patrimonio notevole e una testimonianza di quei teatri di Casa Borromeo che videro impegnati nella realizzazioni importanti scenografi come Alessandro Sanquirico e Carlo Fontana, cui si devono gli effetti di grandiosa risonanza drammatica ottenuti dalla creazione di ambienti prospettici profondi e quasi smisurati.
Dalle finestre del palazzo dell’Isola Madre, s’intravede il profilo dell’Isolino di San Giovanni, a pochi metri dalla costa e dalla cittadina di Pallanza. Qui nell’estate del 1916 la principessa romana Vittoria Colonna, come racconta Marella Caracciolo Chia nel libro Una parentesi luminosa, visse una bruciante passione per il pittore futurista Umberto Boccioni. Lui morì un mese dopo, cadendo da cavallo: la tragedia mise fine alla storia d’amore clandestina. Rimase uno scambio epistolare in cui le dichiarazioni appassionate si avvicendano sullo sfondo del Lago Maggiore. Ma se l’Isolino, di proprietà privata di un ramo della famiglia Borromeo, non è visitabile, i dipinti di Boccioni eseguiti in quell’estate fra l’Isolino e Stresa sono esposti al pubblico: il magnifico Ritratto di Ferruccio Busoni, oggi conservato alla Galleria d’Arte Moderna di Roma, e non molti sanno che la sua storia è legata al Lago Maggiore.
Info e maggiori dettagli Isole Borromee