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  • SPECIALE HALLOWEEN AI MUSEI REALI PER FAMIGLIE.

    ASPETTANDO HALLOWEEN in Galleria Sabauda
    Sabato 29 ottobre ore 16

    Mentre la notte di Halloween si avvicina, andiamo a caccia di diavoli, mostri e draghi tra le tavole dipinte dai maestri del Rinascimento in Piemonte. Vi aspettiamo con un’avvincente sfida tra incredibili leggende, rompicapi da risolvere e orride maschere da decorare. Non dimenticate un pizzico di fantasia e il vostro costume più spaventoso!

    Modalità di partecipazione
    Attività consigliata dai 6 ai 10 anni, con prenotazione obbligatoria.
    Costo dell’attività: 5 euro per i bambini, solo biglietto d’ingresso per gli adulti accompagnatori (tariffa speciale 10 euro, gratuito con Abbonamento Musei).
    Info e prenotazioni: 011 19560449 e info.torino@coopculture.it – Biglietti online su Musei Reali di Torino | CoopCulture.

    Quattro storie di paura in Galleria Sabauda

    Lunedì 31 ottobre, alle ore 17, il percorso Quattro storie di paura conduce i bambini e le loro famiglie a scoprire la Galleria Sabauda, dove si nascondono mostri terribili e animali spaventosi che sembrano usciti da storie di paura. Saranno proprio i piccoli partecipanti a dover raccontare ai grandi, con l’aiuto dell’operatore didattico, quattro storie spaventose ispirate ai personaggi dei quadri e con un elemento sorpresa che renderà l’esperienza ancora più divertente. 

    Modalità di partecipazione
    Costo dell’attività: 10 euro per i bambini, solo biglietto di ingresso ai Musei Reali per gli adulti accompagnatori (15 euro ordinario, 2 euro da 18 a 25 anni, gratuito under 18)
    Info e prenotazioni: 011 19560449 e info.torino@coopculture.it – Biglietti online su Musei Reali di Torino | CoopCulture.

    Apertura straordinaria
    per la notte di Halloween 

    Lunedì 31 ottobre, dalle 19.30 alle 23.30, i Musei Reali festeggiano la notte di Halloween con l’apertura straordinaria del Museo di Antichità, del Teatro Romano e del Giardino Ducale (ultimo ingresso ore 22.45). 
    Costo del biglietto della serata: 5 euro (gratuito under 12 anni)
     

    Il programma comprende, dalle 20 alle 22, l’evento Halloween: la vera storia che offre al pubblico una serata suggestiva per narrare i riti di una notte non così lontana dalle nostre tradizioni. La rievocazione, a cura delle associazioni TerraTaurina e Okelum, permette di conoscere la cultura dei Celti, tra analogie, diversità e trasmissione di usi e saperi con altre antiche civiltà. Nel giardino si alterneranno le danze rituali.

    Alle ore 22.30, nel Giardino Ducale si svolgerà il rito di Samonios con l’accensione del fuoco sacro, la cerimonia celtica che celebra la fine dell’anno e l’inizio di quello nuovo, quando il mondo dei vivi e quello dei morti entrano in comunicazione. In occasione della serata, è prevista una degustazione con il mastro birraio Mauro Mascarello del Birrificio Torino.

    Per chi volesse vivere un’esperienza unica ed emozionante, è prevista anche la visita dell’Armeria Reale al buio alle ore 19.30 e alle ore 21. 
    La guida CoopCulture vi condurrà in una suggestiva visita a luci spente all’interno dell’Armeria Reale, alla ricerca di dettagli da svelare e storie da raccontare. 
    Costo dell’attività: 7 euro oltre al biglietto di ingresso alla serata di Halloween (ridotto speciale 3 euro, gratuito under 12). Un’occasione imperdibile per vivere tutte le offerte dei Musei Reali nella notte più magica dell’anno a soli 10 euro.
     

    Biglietti online su Musei Reali di Torino | CoopCulture e-mail info.torino@coopculture.it

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  • VENTICINQUE ANNI DI LUCI D’ARTISTA
    27 OTTOBRE 2022 – 8 GENNAIO 2023

    Griffa, Leotta e Toderi
    La collezione della Città si arricchisce di tre nuove opere
    lucidartista.comune.torino.it

    Luci d’Artista compie 25 anni. Torino festeggia l’importante anniversario e torna ailluminarsi trasformando il suo cielo in un museo. Il progetto, nato nel 1998 per volontà della Città di Torino, è stato pioniere di un percorso espositivo d’arte contemporanea totalmente innovativo che ha coinvolto decine di artisti di famainternazionale italiani e stranieri chiamati a interpretare la luce. Le luci d’artista nascono come inedite luminarie per celebrare le feste natalizie e da subito diventano oggetto di un obiettivo ambizioso: creare una collezione pubblica di installazioni d’arte contemporanea, espressione di ‘una cultura alta capace di comunicare con tutti’, come affermava Fiorenzo Alfieri che ne era stato il visionario ideatore. A lui è dedicata questa venticinquesima edizione, per la quale la Città di Torino ha voluto realizzare tre nuove opere, create da Giorgio Griffa, Renato Leotta e Grazia Toderi grazie all’aiuto di preziosi partner e alla generosità degli artisti.

    La manifestazione è un progetto della Città di Torino, realizzato da Fondazione Torino Musei e in collaborazione con la Fondazione per la Cultura. Si avvale del sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT. Main sponsor IREN S.p.A. Nuovi partner: Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, Unione Industriali Torino, Il Mercato Centrale Torino, Cultura Italiae, Saganaki.

    Le installazioni luminose – 26 luci delle quali 17 allestite nel centro città e 9 nelle altre Circoscrizioni – saranno visibili dal 27 ottobre 2022 all’8 gennaio 2023. Il museo a cielo aperto quest’anno subirà una riduzione negli orari. Infatti la Città, che negli anni ha avuto una particolare attenzione alla sostenibilità della manifestazione facendo sempre più uso di sistemi innovativi e luci a led a basso impatto, nella 25^ edizione si impegnerà con maggiore sensibilità anche sul tema dei consumi. Per cui dalla domenica al giovedì le installazioni si spegneranno alle 22. Il venerdì e il sabato alle 24, orario che sarà mantenuto nel periodo di Natale e Capodanno, dal 19 dicembre al 2 gennaio 2023.

    Luci d’Artista dal 2018 propone inoltre il progetto educativo-culturale Incontri illuminanti con l’Arte Contemporanea, public program che intende valorizzazione le opere luminose del ‘Museo a cielo aperto’ attraverso la promozione di progetti educativi e formativi che avvicinano ai linguaggi dell’arte contemporanea.

    LE NUOVE LUCI

    L’edizione numero venticinque di Luci d’Artista si arricchisce di tre nuove opere, che entrano a far parte del patrimonio cittadino.

    Generosamente donata da Giorgio Griffa, maestro riconosciuto a livello internazionale, ‘AZZURROGIALLO’ è collocata nei Giardini di piazza Cavour ed è realizzata nell’ambito del progetto ‘дети – Bambini’ di Cultura Italiae. Si tratta di un’installazione sospesa che appare come un flusso di energia luminosa composta da miriadi di luci dalle sfumature blu, viola, verde e giallo. L’opera si integra con la natura circostante, abbraccia spazi vuoti e presenze arboree e si snoda come sospesa tra terra e cielo, accanto alla scuola Niccolò Tommaseo, tra le prime istituite a Torino, nel 1877. Il passaggio coperto dalle luminarie evoca la ‘Notte stellata’ di van Gogh, come in altri suoi cicli pittorici in cui la ricerca analitica sul segno si carica di rimandi ai grandi maestri dell’arte di ogni tempo.

    Sempre all’interno del progetto “дети – Bambini” di Cultura Italiae, sul tetto dell’Ospedale Ostetrico Ginecologico Sant’Anna di Torino, in piazza Polonia e all’ingresso di corso Spezia, campeggia un’installazione luminosa regolata dalla luna.
    Si tratta di ‘io, sono nato qui.’ di Renato Leotta, artista di rilievo della nuova generazione. L’opera ha il carattere di una poesia ermetica. È una luce viva e sensibile ai cambiamenti di energia che governano i sentimenti e la vita di chiunque, a partire dall’artista stesso che sceglie di condividere i propri stati d’animo con chi passa e la osserva, in un dialogo ideale. La luminosità potrà infatti essere modificata da remoto.
    Ogni sera, così come la luna risplende sempre diversa sulla natura, Leotta conferisce all’affermazione “io, sono nato qui.” sfumature di intensità emotiva sempre diverse.
    L’opera è stata donata dall’artista e realizzata grazie al contributo della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino e Unione Industriali Torino.

    Visibile in piazza della Repubblica, sulla Cupola della Basilica Mauriziana si eleva un grande punto interrogativo ‘…?…’, segno comprensibile in ogni lingua, animato da una luce scintillante. È l’opera di Grazia Toderi realizzata grazie al contributo di Il Mercato Centrale Torino. Non è un interrogativo immobile, ma si rinnova a ogni sguardo. Rivolta verso la piazza e il mercato, verso la città e ognuno di noi, si staglia nella notte invitandoci a mantenere un ‘dubbio luminoso’. Grazia Toderi è una delle artiste più rappresentative delle ricerche avviate in Italia negli anni ’90 e focalizzate sull’immagine. Lavora con disegno, luce, fotografia e video. Ha esposto in importanti musei e ottenuto riconoscimenti a livello internazionale, tra cui il Leone d’Oro della Biennale di Venezia nel 1999.

    LE ALTRE 23 LUCI CHE ILLUMINERANNO LA CITTÀ

    Cosmometrie di Mario Airò in piazza Carignano, schemi simbolici e geometrici proiettati sulla pavimentazione urbana; Vele di Natale di Vasco Are in piazza Foroni, zona mercato rionale (Circoscrizione 6); Ancora una volta realizzata con materiali ecosostenibili e fonti luminose a basso consumo energetico dall’artista piemontese Valerio Berruti nella Galleria Subalpina; Volo su… di Francesco Casorati, un filo rosso in flex-neon sostenuto da sagome geometriche di uccelli fiabeschi nell’area pedonale di via Di Nanni (Circoscrizione 3); Regno dei fiori: nido cosmico di tutte le anime di Nicola De Maria, lampioni tramutati in fiori luminosi in piazza Carlina; L’energia che unisce si espande nel blu di Marco Gastini, un intrigo di simboli e segni grafici di colore blu e rosso che si incontrano sul soffitto nella Galleria Umberto I; Planetario di Carmelo Giammello, 14 costellazioni disegnate con neon fluorescenti, globi e punti luminosi, secondo lo schema di una mappa astronomica che, tra fedeltà scientifica e invenzione creativa, annulla la distanza fisica che intercorre tra l’uomo e le stelle, in via Roma; Migrazione (Climate Change) di Piero Gilardi, 12 sagome di pellicani applicate a una rete sospesa verticalmente che si illuminano e si spengono gradualmente, seguendo un algoritmo di controllo nella Galleria San Federico; Le panchine Illuminated Benches di Jeppe Hein in piazza Risorgimento (Circoscrizione 4); Piccoli spiriti blu di Rebecca Horn al Monte dei Cappuccini (Circoscrizione 8); Cultura=Capitale di Alfredo Jaar in piazza Carlo Alberto, un’equazione luminosa cultura=capitale che è un invito a pensare alla creatività e al sapere condivisi da tutti i cittadini come al vero patrimonio di un Paese; Doppio Passaggio (Torino) di Joseph Kosuth sul ponte Vittorio Emanuele I, due brani tratti dai testi di Friedrich Nietzsche e Italo Calvino; Luì e l’arte di andare nel bosco di Luigi Mainolfi, la narrazione di una fiaba che si estende come una sequenza di frasi luminose in via Carlo Alberto; Il volo dei numeri di Mario Merz sulla cupola della Mole Antonelliana, segnale luminoso dato dal valore simbolico della sequenza della serie di Fibonacci dove ogni numero è la somma dei due precedenti; Concerto di parole di Mario Molinari in piazza Polonia (Circoscrizione 8); Vento solare di Luigi Nervo in piazzetta Mollino, una grande sagoma luminosa legata alla cosmologia fantastica; L’amore non fa rumore di Luca Pannoli ai Murazzi del Po; Palomar di Giulio Paolini in via Po, un antico atlante astronomico costellato da pianeti inscritti in forme geometriche che culmina nel profilo di un acrobata in equilibrio su un cerchio; Amare le differenze di Michelangelo Pistoletto in piazza della Repubblica – facciata del mercato coperto Antica Tettoia dell’Orologio (Circoscrizione 7); My Noon del tedesco Tobias Rehberger, un grande orologio luminoso che scandisce le ore in formato binario piazza Bodoni; Ice Cream Light della berlinese di adozione Vanessa Safavi in piazza Livio Bianco (Circoscrizione 2); Noi di Luigi Stoisa, figure rosse che si intrecciano in via Garibaldi; Luce Fontana Ruota di Gilberto Zorio, una stella rotante che evoca un mulino collocata nel laghetto di Italia ’61 in corso Unità d’Italia (Circoscrizione 8) che quest’anno si accenderà dall’8 dicembre.

    INAUGURAZIONE DELLE NUOVE OPERE E ACCENSIONE DELLE LUCI

    L’inaugurazione di Luci d’Artista 2022 sarà mercoledì 27 ottobre dalle ore 18.00 con appuntamento in piazza Polonia – ospedale Sant’Anna di fronte all’opera ‘io, sono nato qui.’ di Renato Leotta. Dopo aver illuminato la prima installazione, si proseguirà alle ore 19.00 in piazza Cavour con l’accensione di ‘AZZURROGIALLO’, il nuovo lavoro di Giorgio Griffa e di tutte le altre Luci. Alle 20.00, infine, il pubblico è invitato a raggiungere piazza della Repubblica per scoprire ‘…?…’ di Grazia Toderi.
    All’inaugurazione parteciperanno le autorità cittadine, gli sponsor, i sostenitori e i partner che collaborano alla realizzazione della manifestazione.

    PUBLIC PROGRAM INCONTRI ILLUMINANTI CON L’ARTE CONTEMPORANEA

    Novembre 2022 – Aprile 2023

    Per il 25° anniversario di Luci d’Artista, la Città ha affidato alla Fondazione Torino Musei la promozione e la valorizzazione del Public Program, un percorso di iniziative e attività che integrano e accompagnano l’installazione delle opere luminose sul territorio cittadino.

    Si amplia la rete dei soggetti coinvolti: sono sei i musei torinesi – Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Fondazione Merz, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, GAM – Galleria civica di Arte Moderna e Contemporanea, MAO Museo d’Arte Orientale e PAV Parco Arte Vivente – che grazie ai loro Dipartimenti Educazione promuovono occasioni di dibattito e azioni con le scuole del territorio, avvicinando l’arte contemporanea alla formazione classica istituzionale e spiegandone il linguaggio come forma di comunicazione trasversale a realtà apparentemente differenti.

    Le luci e gli artisti che le hanno ideate diventano protagonisti di proposte educative mirate e rivolte alle scuole, ai docenti e alle famiglie, con un calendario di eventi e performance artistiche, conferenze, visite guidate, workshop, seminari, incontri e cicli di laboratori.

    Dedicati ai bambini, alle scuole e in particolare alle famiglie anche panoramici tour gratuiti con guide specializzate alla scoperta della collezione a cielo aperto, realizzati nell’ambito del progetto Circoscrizioni al Centro della Città di Torino grazie alla collaborazione di City Sightseeing Torino e promossi con ITER – Istituzione Torinese per una Educazione Responsabile, con l’obiettivo di favorire il senso di appartenenza alla città e, in particolare, al proprio territorio, favorendo una maggiore fruibilità del patrimonio artistico collocato nello spazio pubblico.

    TORINO OMAGGIA LUCI D’ARTISTA
    GIARDINO BAROCCO VERTICALE di Richi Ferrero
    The Number 6, via Alfieri 6

    ‘(…) nasce dal desiderio di reinterpretare la presenza del giardino barocco originale quale citazione dello ‘spazio onirico’, momento di raffinata e rigorosa decorazione dello spazio comune. Il luogo originale non esiste e non può esistere più, ma la sua memoria rinasce oggi, nella verticalità che dalla corte sale ai tetti per vivere come giardino-citazione sospeso nell’aria. (…) avvalendosi della leggerezza delle emissioni luminose, restituisce alla memoria quello che era il segno caratteristico delle aree comuni’.

    L’ALBERO DEL PAV di Piero Gilardi
    Parco Arte Vivente, via Giordano Bruno 31

    Quest’albero, arabescato di luce colorata, intende divenire un augurale preludio simbolico per i cittadini che si avventurarono nel Parco d’Arte Vivente, tra le macchie di verde profumato alla ricerca dei segni di un’arte ecologica che celebra il nostro reincanto per la natura.

    α-CROMACTIVE di Migliore+Servetto
    Grattacielo Intesa Sanpaolo, corso Inghilterra 3

    L’installazione luminosa site specific, realizzata da Migliore+Servetto per il grattacielo Intesa Sanpaolo, è un’opera dinamica, un’onda di colore sensibile ai mutamenti della luce.

    SINTESI ‘59 di Armando Testa
    Piazza XVIII Dicembre (Stazione di Porta Susa)

    Una sfera e una mezza sfera di acciaio nero, di circa 5 metri di altezza, ricordano a Torino l’estro e lo stile di Armando Testa, uno dei più grandi creativi italiani della cultura visiva contemporanea, ideatori di simboli entrati a far parte dell’immaginario collettivo.

    LUCE IN CATTEDRA di Polito in Light – team studentesco
    Castello del Valentino, Corte d’Onore, viale Pier Andrea Mattioli 39

    Tecnologia ed espressione artistica si uniscono per focalizzare l’attenzione sul tema dell’uso della luce nel contesto urbano. Progettata con il LAMSA Laboratorio di Analisi e Modellazione dei Sistemi Ambientali del Politecnico di Torino. A cura di IREN SPA.

    MONUMENTO 1706 di Luigi Nervo
    Incrocio tra le vie Pianezza e Foglizzo

    Scultura-monumento in acciaio inox realizzata nel 2006 per celebrare i trecento anni dall’assedio di Torino e che riporta la data di questo evento storico (1706). Nervo definì il progetto ‘Un vibrare di forme che si manifesta come materia in formazione. Materia che scaturisce e germoglia dalle crepe della terra diventa prima numero e poi cifra-simbolo capace di evocare e raccontare nella sequenza: materia-cifra- storia’.

    ANATOMIA UMANA di Salvatore Astore
    Corso Galileo Ferraris, Mastio della Cittadella, fronte via Cernaia

    Scultura monumento di Salvatore Astore a carattere permanente in acciaio inox, alta più di cinque metri, realizzata per celebrare il quinto centenario della morte di Leonardo da Vinci. Costituita da due corpi verticali percorsi in superficie da saldature ben evidenti e caratterizzati da due ampi fori sagomati a forma di calotta cranica, l’opera Anatomia Umana dialoga armonicamente con l’ambiente circostante valorizzando le diverse prospettive urbane. Donazione della Galleria Mazzoleni alla Città di Torino.

    L’ALBERO ORIZZONTALE DI PIAZZA MONTALE
    Piazza Montale – da dicembre 2022

    Allestimento luminoso partecipato realizzato dal Tavolo Vallette, in collaborazione con la Casa di Quartiere, le Officine Caos della Circoscrizione 5 e IREN.

    FLAMMARION di Oliviero Rinaldi
    Italgas, largo Regio Parco e corso Palermo

    Nella sua collocazione diffusa sul territorio urbano, Flammarion si ispira al concetto delle costellazioni quali insiemi di corpi celesti distribuiti nello spazio con uno schema geometrico riconoscibile, studiate e divulgate a fine Ottocento dall’astronomo Camille Flammarion.

    LE SCULTURE DI LUCE ALLA VENARIA REALE di Marinella Senatore
    Reggia e Città di Venaria
    Dal 4 novembre 2022 al 26 febbraio 2023

    Assembly, la scultura di luce di Marinella Senatore è allestita a Venaria Reale grazie al sostegno del PAC 2021, il Piano per l’Arte Contemporanea della Direzione Generale Creatività del Ministero della Cultura, con il quale il Consorzio delle Residenze Reali
    Sabaude l’ha potuta acquisire. Con la collaborazione della Città di Venaria Reale, nell’ambito della mostra Marinella Senatore, la stessa opera sarà esposta dal 4 novembre 2022 al 26 febbraio 2023 nella piazza dell’Annunziata di Venaria.

    Assembly si ispira alle tradizionali strutture architettoniche illuminate che, a partire dal XV secolo, venivano utilizzare nelle celebrazioni pubbliche all’aperto nel Sud Italia e che Marinella Senatore rende ‘spazi relazionali’ attraverso l’inserimento di citazioni e motti di empowerment ed emancipazione.

    Nell’Anticamera dei Valletti a piedi al Piano nobile della Reggia, saranno presentate sei più piccole sculture di luce site-specific. Nella pratica della Senatore il tema della luce è componente fondamentale, si tratta infatti di uno dei linguaggi privilegiati dall’artista. La luce, elettrica e ottica, materiale e metaforica, diventa mezzo di narrazione e creazione poetica, oltre che di resistenza e coesione. Come spiega l’artista, ‘le sculture di luce sono generatori di energia che, sotto forma di fasci luminosi, si propaga attraverso lo spazio, cambiandolo e modificandone le strutture così come gli individui presenti in esso.’

    PROGETTI INTERNAZIONALI – LE LUCI IN ALTRE CITTÀ

    PRESTITO ALLA CITTA’ DE L’AVANA (Cuba)
    16 costellazioni del Planetario \ CARMELO GIAMMELLO

    Le costellazioni date in prestito dal 2019 – rinnovato sino al 2032 – fanno parte di un precedente allestimento dell’opera Planetario di Carmelo Giammello, restaurato per l’occasione grazie a una sponsorizzazione tecnica di IREN S.p.A.

    PROGETTO EUROPEO – ‘LIGHT ART IN PUBLIC SPACES / LAIPS’

    La rete mondiale LUCI, di cui Torino è co-fondatrice e parte attiva, in partenariato con le Città di Torino, Lyon (F) e Oulu (FI) ha ottenuto il finanziamento dall’Unione Europea con il bando Creative Europe per il progetto LAIPS, che si svolge nel periodo 2021-2023. Questo progetto mira a rafforzare le capacità delle città nel campo delle installazioni permanenti di arte luminosa negli spazi pubblici attraverso lo scambio delle migliori pratiche, la promozione della cooperazione transnazionale e l’utilizzo di strumenti digitali innovativi.
    I partner lavoreranno all’interno del Light & Art Lab, una piattaforma per visitare le reciproche installazioni e scambiarsi informazioni su pratiche di luce e arte e rafforzare le capacità operative degli operatori creativi locali, inclusi funzionari della città, personale tecnico e artisti. Per promuovere e rendere maggiormente accessibile a un pubblico più ampio le opere d’arte luminosa permanenti presenti nelle diverse città partner, è prevista la creazione di una nuova App Light & Art per smartphone, che sarà presentata nell’evento di chiusura che si realizzerà a Torino nel 2023. www.luciassociation.org

    LUCI D’ARTISTA CITY TOUR

    Le installazioni della 25ª edizione di Luci d’Artista, potranno essere ammirate dall’alto durante un tour di un’ora con il bus panoramico City Sightseeing® Torino. Le storie delle opere saranno raccontate da una guida turistica in lingua italiana, inglese e francese. Quando: sabato 5, 12, 19 e 26 novembre 2022 e ogni sabato e domenica dal 3 dicembre 2022 all’8 gennaio 2023 + i giorni 8 e 9 dicembre 2022 e 6 gennaio 2023. Partenza alle ore 17.30 (piazza Castello/via Po); il 10 e 31 dicembre 2022 e il 7 gennaio 2023 il tour sarà disponibile anche alle ore 19.00.
    Tariffa: intero € 18,00, ridotto (5-15 anni) € 9,00, bambini under 5 free
    Informazioni e prenotazioni: www.city-sightseeing.it/it/tour-luci-dartista/
    infotorino@city-sightseeing.it – Tel: +39 011 19464500

    facebook: lucidartistatorinoofficial
    instagram: lucidartistatorinoofficial
    hashtag:#lucidartistatorino #contemporaryArt #ContemporaryArtTorino
    #ContemporaryArtTorinoPiemonte #ArtLight #lucidiTorino #TurinLights

    RESTAURI E NUOVE COLLOCAZIONI
    Per la XXV edizione alcune Luci d’Artista ritroveranno l’antico splendore

    Piccoli spiriti blu di Rebecca Horn, grazie al contributo della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino si accende come di consueto sul Monte dei Cappuccini. Anche durante l’accensione continuano importanti lavori di restauro delle parti meccaniche e illuminanti per riportarla – poco prima di Natale – all’integrità originale con gli oltre 70 corpi illuminanti accesi, come non la si vedeva dai primi anni della sua installazione, che risale al 1999.

    Per riportare allo stato originale Luce Fontana Ruota di Gilberto Zorio è in corso un importante intervento di smontaggio e restauro meccanico e artistico di tutte le sue parti.
    L’artista segue personalmente alcune delle fasi di questo delicato intervento. L’opera tornerà attiva sul laghetto di Italia ’61 a partire dall’8 dicembre.

    L’energia che unisce si espande nel blu di Marco Gastini, oggetto di manutenzione straordinaria tramite la sostituzione di parte dei corpi illuminanti, si accende nella Galleria Umberto I in attesa del restauro completo, previsto per la prossima edizione.

    Tutti i neon di Noi di Luigi Stoisa, in accordo con l’artista, sono stati sostituiti con tubo led a basso consumo energetico.

    Tappeto volante di Daniel Buren è la grande assente di questa edizione. Si sta procedendo alla sostituzione di parti elettriche e meccaniche e al rinnovo delle lanterne cubiche, per riportarla il prossimo anno in piazza Palazzo di Città con la sua originale magnificenza.

    E per rinnovarne la visibilità si è scelto di dare una nuova collocazione a:

    Cosmometrie di Mario Airò in piazza Carignano. Seguendo il suggerimento dell’artista, la proiezione dei disegni si avvicina a Palazzo Carignano, conferendo all’opera una nuova presentazione e valorizzandone la piazza.

    Torna dopo 6 anni in Galleria Subalpina Ancora una volta di Valerio Berruti. L’opera, precedentemente esposta in Via Monferrato, ritrova la storica collocazione scelta dall’artista.

    L’amore non fa rumore di Luca Pannoli si sposta ai Murazzi del Po. Dal 1998 l’opera ha portato il suo messaggio in molte circoscrizioni, e dopo 3 anni in piazza Eugenio Montale viene presentata oggi in corso Cairoli come ideale ingresso ai Murazzi, luogo di frequentazione rinnovato e riaperto al pubblico.

    My Noon del tedesco Tobias Rehberger ritorna 10 anni dopo a illuminare Piazza Bodoni.

  • MARGHERITA DI SAVOIA
    REGINA D’ITALIA

    Palazzo Madama – Sala Senato
    Piazza Castello – Torino
    13 ottobre 2022 – 30 gennaio 2023

     

     

                                                                         

     

    “La regina Margherita mangia il pollo con le dita”.
    Mai sovrana ha saputo essere tanto empatica e conquistare il cuore del suo popolo quanto la prima Regina dell’Italia unita, Margherita di Savoia.
    Palazzo Madama le dedica, dal 13 ottobre 2022 al 30 gennaio 2023, una mostra, coordinata da Maria Paola Ruffino, che ne ricostruisce la straordinaria figura.

    Margherita di Savoia (Torino 1851 – Bordighera 1926) è figlia di Ferdinando di Savoia duca di Genova, eroe del Risorgimento e fratello del Re Vittorio Emanuele II. Sposa a sedici anni l’erede della corona, suo cugino Umberto, e sale sul trono il 9 gennaio 1878.
    Il paese che l’accoglie è una nazione profondamente diseguale. In quello scorcio di secolo si costruisce l’Italia moderna: le ferrovie, l’industria, l’allargamento dell’istruzione, le prime organizzazioni dei lavoratori, dalla carrozza all’automobile, dai valori risorgimentali al sogno coloniale e al nazionalismo, dal romanticismo storico al futurismo. La Regina Margherita, Regina tra due epoche, attraversa con gli italiani questo tempo denso di cambiamenti politici, sociali e culturali. Icona femminile di casa Savoia, musa e mecenate artistica, Margherita promuove la diffusione dell’istruzione e della formazione professionale, con particolare attenzione alle donne, più fragili e svantaggiate. E con gli strumenti concessi a una donna, si adopera nella costruzione del consenso intorno a casa Savoia, che vuole promotrice di sviluppo e benessere per la nazione.

    Il percorso immersivo dell’esposizione, con oltre settanta opere d’arte, tra ritratti, dipinti, sculture, abiti e gioielli, strumenti musicali, manoscritti, tappezzerie e mobili, racconta la Regina d’Italia in rapporto al suo tempo e al suo popolo, il suo essere madre, icona di stile, paladina dell’arte e della cultura, benefattrice pietosa, donna interessata al nuovo e alla modernità.
    Dall’ingresso, con l’immagine della Regina che ci accoglie, alla ricostruzione dei suoi ambienti e del suo gusto, Margherita emerge pienamente nella sua personalità, col supporto immaginifico di un filmato ideato e montato per la mostra, fotografie storiche e musica d’epoca.

    L’allestimento, progettato dall’architetto Loredana Iacopino nella sala del primo Senato d’Italia, si sviluppa per nuclei narrativi, anticipati nelle sale del piano nobile da dieci splendidi abiti della collezione privata di Mara Bertoli – sezione curata da Massimiliano Capella – creazioni sartoriali che ripercorrono l’evoluzione del gusto e dello stile dagli anni cinquanta dell’Ottocento alla metà del secondo decennio del Novecento, prefigurando il grande mutamento della società a cavallo tra i due secoli.

    Madre, icona, Regina, benefattrice, musa

    A diciotto anni, nel 1869, Margherita dà alla luce l’erede, unico, di casa Savoia. Vittorio Emanuele nasce a Napoli, dove la coppia reale si è installata per rinsaldare il legame della corona con il Mezzogiorno. Solo nel 1871, a seguito della presa di Roma, i Savoia si insediano nel Palazzo del Quirinale lasciato spoglio dai Papi, dove convergono arredi lussuosi dalle altre residenze reali: mobili settecenteschi, porcellane, arazzi, quadri e intere boiseries. Magniloquente e celebrativo nelle sale di apparato, intimo, vario e affollato negli ambienti privati, lo stile degli appartamenti riarredati da Margherita nelle sue residenze segna un’epoca. La Regina ama la ricchezza dell’oro e i colori brillanti, affianca lo stile Louis XV a poltroncine capitonné, si circonda dei mobili intarsiati di Piffetti. Vent’anni dopo è la magniloquenza barocca dell’intagliatore bellunese Valentino Panciera Besarel, epigono del grande Brustolon, a connotare gli appartamenti rinnovati, al Quirinale come a Monza, per accogliere il Kaiser Guglielmo II.

    Nella capitale Margherita è anima di una intensa vita di corte, fatta di balli, ricevimenti e pranzi di gala, che legano l’aristocrazia italiana alla casa regnante e accolgono gli esponenti delle case reali d’Europa in visita ai Savoia. La Regina vi appare adorna “come una statua votiva”, con gli abiti sontuosi di Worth, il couturier parigino più alla moda, e con una profusione di diamanti e di perle.

    A che varrebbe essere principi se non si potesse fare il bene che si vuole?

    Margherita ricerca la visibilità e non si risparmia di mostrarsi alle folle. Intorno a lei cresce il consenso popolare, per l’attenzione che dimostra alla vita del paese, martoriata anche da calamità naturali e dal colera. Elargisce sussidi a congregazioni religiose e istituzioni laiche, asili d’infanzia, scuole, associazioni caritative. È valente alleata dell’amica Andriana Marcello, fondatrice della scuola del merletto di Burano, promuovendo la moda del pizzo nelle toilette femminili e commissionando alla scuola molti lavori, per sostenere quell’impresa volta a dare di che vivere a tante donne senza risorse né cultura. Margherita riporta in auge anche la moda del corallo, per sostenere l’attività dell’industria corallina guidata dalla “Scuola per la lavorazione del Corallo”, istituita con Regio Decreto nel 1878.
    Grazie al suo intervento, le attività delle scuole di arti applicate trovano uno spazio nelle Esposizioni nazionali, mostrando l’eccellenza della produzione manifatturiera e artistica italiana.

    La Regina è donna di ampi interessi e grande amore per l’arte: crea a Roma un salotto culturale, frequentato da personalità della cultura, dell’arte e della politica, come Marco Minghetti, statista della destra storica, suo amato maestro. Riunisce una ricchissima biblioteca, che cura personalmente, e frequenta le esposizioni d’arte. La Biennale di Venezia è fondata nel 1893 quale omaggio ai sovrani per i 25 anni di matrimonio e la Regina non mancherà di frequentarla a partire dalla prima edizione nel 1895. La passione per la pittura gareggia soltanto con quella per la musica, Beethoven e Wagner, alla quale la Regina si dedica suonando il pianoforte e col canto. Dal 1881 dà vita alla tradizione dei concerti al Quirinale, di cui ancora oggi godiamo, affidati a Giovanni Sgambati, che diffonde l’apprezzamento per la musica sinfonica e cameristica europea.

    La Valle d’Aosta accoglie Margherita per le vacanze estive, dal 1889 ospite a Gressoney del barone Luigi Beck-Peccoz, con cui compie impegnative ascensioni in alta montagna. Nel 1899 ha inizio la costruzione di Castel Savoia a Gressoney Saint-Jean, in uno stile medievaleggiante ispirato dai castelli della valle. Sul finire dell’Ottocento, sulle orme di Margherita, la consuetudine del soggiorno in montagna diventa vera e propria moda e le località di villeggiatura fioriscono di eleganti villini, giardini e viali per il passeggio.

    Gli ultimi decenni del XIX secolo sono anni di grande tensione sociale in Europa. Il 29 luglio 1900 l’assassinio di Umberto I travolge la vita della Regina e segna la fine di un’epoca.
    Lasciato il Quirinale ai nuovi sovrani, il figlio Vittorio Emanuele III ed Elena di Montenegro, Margherita si insedia nel nuovo Palazzo Margherita a Roma e si dedica con maggiore assiduità ai viaggi e alla visita delle Esposizioni. Qui acquista, per le proprie residenze e per collezioni pubbliche, opere degli artisti dell’Accademia veneziana, Luigi Nono, Ciardi, Fragiacomo, ma anche dei piemontesi Delleani e Cosola, dei quali ama i paesaggi montani, di Pompeo Mariani e del Balla figurativo.
    Anche quando, dal 1916, elegge quale sua residenza più cara la riposante villa di Bordighera, Margherita non si isola dalla vita della nazione, ma ne segue con partecipazione gli sviluppi. Qui muore nel 1926. L’omaggio imponente tributato dalla popolazione al treno che porta la sua salma a Roma per la sepoltura al Pantheon è filmato dall’Istituto Luce lungo le varie tappe del viaggio. Un documento eloquente di quanto Margherita fosse ancora, per gli italiani, la loro Regina.

    Le opere esposte provengono da importanti collezioni pubbliche, in particolare dal Musée d’Orsay di Parigi, dalle Gallerie degli Uffizi – Palazzo Pitti, dal Palazzo del Quirinale e dal Museo di Palazzo Boncompagni-Ludovisi di Roma, dal Palazzo Reale di Napoli e dalla Reggia di Caserta, dai Musei Civici di Venezia, dai Musei Reali e dalla Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, dal Polo Museale del Piemonte.

    L’esposizione a Palazzo Madama si colloca in stretta relazione e collaborazione con le collezioni e gli ambienti appartenuti alla sovrana sul territorio piemontese: la biblioteca della Regina, cui la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino dedica quest’anno un allestimento permanente, gli appartamenti nel Palazzo Reale di Torino e al castello di Agliè. Comprende inoltre l’ampio coinvolgimento di scuole superiori torinesi di diverso indirizzo – impegnate in fase progettuale per elaborare concerti e animazioni musicali, percorsi guidati, creazione di costumi d’epoca, rievocazione storica di balli, creazione di grafica di promozione e documentazione video – e del Corso di Laurea magistrale in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali dell’Università di Torino in collaborazione con il Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale.

    Il catalogo della mostra è edito da Marsilio Editori.

    Sponsor Reale Mutua.

    Per l’allestimento degli abiti esposti in mostra si ringrazia il Laboratorio Manufatti Tessili del Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale, che si è avvalso della consulenza tecnica e scientifica del costumista Luca Costigliolo.
    L’attività è stata un’opportunità anche didattica con la partecipazione delle studentesse del IV anno del Corso di Laurea magistrale in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali dell’Università degli Studi di Torino, guidate dalla docente Simona Morales.

    Si ringrazia l’ANPS – Associazione Nazionale della Polizia di Stato per il servizio di assistenza al pubblico in mostra.

     

     

    INFO UTILI:

    SEDE ESPOSITIVA E DATE               Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica,
                                                                     Piazza Castello, Torino
                                                                     Dal 13 ottobre 2022 al 30 gennaio 2023

    ORARI                                                     Lunedì e da mercoledì a domenica: 10.00 – 18.00. Martedì chiuso
                                                                      Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura

    BIGLIETTI                                               Intero € 12,00 | Ridotto € 10,00
                                                                      Gratuito Abbonamento Musei e Torino+Piemonte card
                                                                      Mostra + museo: Intero € 16 | Ridotto € 14
    INFORMAZIONI                                   palazzomadama@fondazionetorinomusei.it – Tel: 011 4433501
                                                                      www.palazzomadamatorino.it
    PRENOTAZIONI                                   011 5211788 o via mail a: ftm@arteintorino.com
                                                                      Prevendita: Ticketone.it
  • La GAM di Torino è felice di annunciare che anche quest’anno il museo è tra i vincitori della seconda edizione del PAC – Piano per l’Arte Contemporanea della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.  Grazie ai fondi messi a disposizione dal Ministero la GAM acquisirà 12 dipinti di Michele Tocca (Subiaco, Roma, 1983) realizzati tra il 2016 e il 2022.

    Le opere acquisite, insieme ad altri dipinti di Tocca, saranno oggetto nel 2023 di una mostra, Michele Tocca. Repoussoir, che porrà il suo lavoro in dialogo con alcuni, meditati, esempi di dipinti tratti dalla collezione di Ottocento della GAM, tra cui opere di Giovanni Battista De Gubernatis, Massimo D’Azeglio, Antonio Fontanesi.

    La mostra e la pubblicazione renderanno evidente come l’opera di Tocca sappia incarnare una fertile contraddizione: la prima volta dello sguardo che si pone di fronte al mondo per scoprirlo nuovamente nella dimensione dell’istante, e la consapevolezza del “vedersi vedere” che è la consapevolezza dell’artista di essere immerso nel mondo che va dipingendo e di tutte le strutture di pensiero, di tutti i meccanismi della visione, di tutte le tradizioni dell’arte che entrano in gioco nel suo osservare e nel suo fare.

    I 12 dipinti di Tocca rappresentano quanto di meglio la pittura contemporanea sta producendo in Italia e il tramandarsi di sensibilità, di attenzione e d’intelligenza che, attraverso le stagioni dell’arte, approdano a una visione schiettamente attuale dove le premesse concettuali del lavoro sono inscindibili dalla bellezza dell’espressione pittorica e dalla qualità della mano.

    La GAM intende dare nuovo spazio d’attenzione all’odierna pittura che si sta dimostrando arte densa di pensiero e di sensibilità insieme. Nelle opere di Tocca, nei tagli e negli affondi del suo sguardo che sembra voler solo aderire alla superficie delle cose, alla più volatile e minuta percezione, emerge non solo la lezione del primo paesaggismo en plein air di Sette e Ottocento, ma tutta la densa stratificazione del tempo. Quel tempo plurimo che appartiene tanto al mondo osservato – con le indelebili tracce della storia – quanto all’atto del vedere da cui Tocca non intende cancellare tutti gli sguardi esercitatisi sulla natura prima del suo, ma sa sorvegliarne la presenza, riconoscerne l’azione e la memoria.

    Il titolo Repoussoir è un termine tratto dalla pittura di paesaggio. Dal Seicento olandese alla pittura romantica tedesca, elementi posti in primo piano, come tronchi d’albero o massi, avevano la funzione di spingere, rilanciare lo sguardo dell’osservatore verso la profondità del dipinto e verso il centro dell’immagine.  Con funzione simile, in alcuni noti paesaggi della storia dell’arte – da Friedrich a Courbet, ad esempio – degli osservatori sono ritratti di spalle, volti verso il panorama. A volte si tratta dell’artista stesso. Michele Tocca ritraendo di spalle la propria giacca da pioggia, usata per le sue sedute en plein air, trasforma sé stesso – o meglio, l’oggetto che più lo rappresenta – in un repoussoir, isolato in una sorta di umile maestà: un oggetto carico di memoria ma anche un dispositivo della visione pittorica la cui presenza trasforma l’opera in una riflessione sui codici dell’arte.

  • Dal 4 al 16 agosto al festival estivo di Salisburgo diretto da Cecilia Bartoli e con la regia di Rolando Villanzon

    Una nuova, insolita trasformazione per Arturo Brachetti, leggenda del quick-change e artista a tutto tondo, che questa volta approda nel mondo dell’opera in uno speciale Barbiere di Siviglia al Festival di Salisburgo, il più importante al mondo.

    La messa in scena dell’opera è diretta da Rolando Villanzon che per Brachetti ha ideato un nuovo personaggio, muto, un deus ex machina, presente in scena per tutta la durata dello spettacolo: Arturo, come il nome del suo interprete. Insieme a lui nei panni di Rosina troviamo Cecilia Bartoli, che è anche direttrice del Festival, Nicola Alaimo (Figaro), Alessandro Corbelli (Don Bartolo), Edgardo Rocha (il Conte), Ildebrando d’Arcangelo (Don Basilio).

    È stata proprio Cecilia Bartoli a chiedere a Villanzon di dirigere l’opera cercando di ritrovare la tradizione italiana della commedia dell’arte, espressa pienamente da Brachetti che riveste un ruolo centrale in tutta l’opera.

    Il regista ha trasposto l’azione dell’opera rossiniana agli anni ’30. La produzione gioca sul confine tra realtà e finzione cinematografica, ispirandosi ad altre contaminazioni famose come l’in and out del film di Woody Allen La rosa purpurea del Cairo e la poetica naif di Cinema Paradiso.

    Brachetti impersona un magazziniere impacciato di uno studio cinematografico dove si girano film muti, un mondo che lui sogna quotidianamente. Ma la sua fantasia viene travolta da una storia ancora più surreale: il film prende vita sul palcoscenico e lui si trova catapultato in esso.

    Il regista ha ripescato per questo spettacolo decine di routine comiche, lazzi e pantomime tipiche dei Fratelli Marx, di Buster Keaton e del cinema muto.

    Questo originale allestimento si è posto sin da subito all’attenzione del pubblico e della critica internazionale in occasione dell’edizione di Pentecoste del Festival, tanto che le repliche in programma dal 4 al 16 agosto sono totalmente sold-out.

    Arturo Brachetti, leggenda del trasformismo e tra gli artisti di teatro italiani più celebri nel mondo racconta “Cecilia Bartoli voleva fare il Barbiere il Siviglia con me e ha chiesto al regista Villanzon di creare un’idea originale. Lui ha avuto questa trovata incredibile che porta l’opera di Rossini direttamente nel XX secolo con un personaggio aggiunto, quello di Arturo, una specie di Mr. Bean artefice, complice e vittima di un sogno che sta tra l’opera, il cinematografo e la Commedia dell’arteAmmetto che non è stato facile, perché l’opera è diversa dal varietà, ma la commistione finale è unica ed eccezionaleIl Barbiere di Siviglia non è un’opera semplice perché è fatta di sottintesi, travestimenti, bigliettini scambiati, coincidenze e attimi brevissimi ma fondamentali per la dinamica comica della scena. Ho dovuto portare il mio knowhow in un mondo che non conoscevo ma che mi ha trasmesso un’energia straordinaria e un bagaglio di esperienza importante”.

    Non si tratta tuttavia del “vero” debutto di Brachetti nell’opera. In realtà, ancora ragazzo, interpretò uno dei toreri al seguito di Escamillo in occasione di una Carmen in scena al Teatro Regio di Torino.

  • Lunedì 15 agosto, dalle ore 15.30

    Caccia al Tesoro nel Parco del Castello di Miradolo (TO)

     

    Il Parco del Castello di Miradolo apre le porte anche a Ferragosto, come da tradizione, per una caccia al tesoro che condurrà alla scoperta delle capacità emotive delle diverse specie botaniche. 

    È possibile fare un pic-nic nel Parco con i cesti di Antica Pasticceria Castino. I cestini, confezionati artigianalmente possono essere ritirati direttamente nella Caffetteria del Castello dalle ore 12, previa prenotazione. Menù dedicati per adulti e per bambini. Costo: 10 euro cesto bimbi, 14 euro cesto adulti. Non è consentito il pic-nic libero.

     

    INFO

    Caccia al Tesoro nel Parco: lunedì 15 agosto, dalle ore 15.30

    Biglietti per l’attività: 5€, comprensivo di ingresso al Parco, adulti e bambini.

    Visite al Parco: per Ferragosto il parco apre da sabato 13 a lunedì 15 agosto, dalle 10 alle 19. Ultimo ingresso ore 17.30.

    Prenotazione consigliata : 0121 502761 prenotazioni@fondazionecosso.it

     

  • Nella notte tra il 4 ed il 5 agosto del 1962 Marilyn Monroe morì, suscitando il clamore e l’interesse dell’opinione pubblica statunitense e mondiale.

    Mentre la versione ufficiale dichiarò il suicidio per un mix di barbiturici, tante furono le tesi controverse sul suo decesso, tra cui morte per omicidio commissionato da Robert Kennedy e commesso dal Dottor Ralph Greenson – psichiatra di Marilyn – con un’iniezione letale; oppure omicidio perpetrato dalla mafia di Chicago per vendicarsi dei Kennedy.

    Qualunque fosse stata la causa, Norma Jean Baker, in arte Marilyn Monroe, lasciò un vuoto incolmabile. Il mondo fu sconvolto al punto che una settimana dopo si registrò un’impennata di suicidi: nella sola città di New York ben dodici nello stesso giorno. Una delle vittime lasciò addirittura un biglietto che recitava: “Se la più meravigliosa cosa nel mondo non ha avuto niente per cui valesse la pena vivere, allora neanch’io”.

    Poco più di dieci anni dopo Elton John dedicò alla scomparsa della diva delle dive la famosa canzone “Candle in the Wind” per celebrare la fragile esistenza della Monroe; brano solo successivamente riadattato per commemorare la principessa Diana.

    Dopo la morte di Marilyn si comprese ancor di più anche l’amore che Joe Di Maggio, suo secondo marito, nutriva per lei: per oltre trent’anni ogni settimana fece recapitare sulla sua tomba un mazzo di rose, il suo fiore preferito. Al contrario nulla fece Arthur Miller, terzo marito di Marilyn, che non si presentò neanche al suo funerale, nonostante una storia d’amore importante (come viene mostrato nella mostra Forever Marilyn grazie al documentario di Sky Arte “Artists in Love”).

    Da quella notte del 1962 il mito di Marilyn è cresciuto nel tempo e rimane immutato ancora oggi, così come cristallizzato ed eterno è il sorriso nelle sue foto. Le più iconiche, come quella col vestito svolazzante sulla metropolitana di New York (nella pellicola “Quando la moglie è in vacanza”) sono a firma dell’amico storico della Monroe, Sam Shaw. Esposte, con scatti a colori e in bianco e nero, nella mostra Forever Marilyn.

    Insieme alle foto sono presenti nell’esposizione oltre sessanta memorabilia originali: articoli di bellezza, abiti, scarpe, foto e oggetti personali e di scena.

    Il proprietario dei memorabilia, il tedesco Ted Stampfer – maggior collezionista al mondo di oggetti di e su Marilyn ­– ha raccontato all’opening della mostra torinese: “Alla morte di Marilyn tutti i suoi averi furono ritirati alla rinfusa in bauli che furono riaperti solo dopo circa 37 anni. Solo nel 1999 infatti case d’asta come Christie’s e Julien’s resero pubblici i beni personali della Monroe. Si trovarono così reperti assolutamente eccezionali come piccole macchie di sudore sugli abiti, le impronte digitali di Marilyn sulla crema viso ormai seccata e i suoi capelli negli oggetti da toilette. Nella mostra di Stupinigi il pubblico potrà notare che in uno dei quattro bigodini esposti c’è ancora un capello biondo…”.

    Per commemorare Marilyn lo staff di Next Exhibition ha deciso di organizzare un evento speciale proprio per la sua ultima serata, giovedì 4 agosto.

    Forever MARILYN The Exhibition – che solitamente chiude il giovedì alle ore 18 – riaprirà dalle 19 fino alle 23, con ultimo ingresso alle ore 22.

    Nel viale antistante la Palazzina di Caccia di Stupinigi verranno esposte delle bellissime auto americane in collaborazione con il partner della mostra West Custom Italy e ulteriore protagonista dell’evento la matrice di un camion interamente brandizzata a tema Marilyn con luci e musica, opera customized da Andrea Sandrone.

    E per accompagnare la visita in questa serata estiva un corner food and drink, in collaborazione con GusTo Italia per chi volesse gustare una bibita fresca o un piatto in stile americano.

     

    E’ possibile acquistare i biglietti per la serata già in prevendita con il circuito Ticket Master.
    Sarà anche attiva la biglietteria della mostra la sera dell’evento.

    Biglietto intero: 12 euro
    Biglietto ridotto (partners, under 12 anni, over 65 anni e studenti universitari): 10 euro

    Per ulteriori informazioni e/o per prenotazione gruppi è possibile scrivere all’indirizzo e-mail
    info@forevermarilyn.it

  • La Venaria Reale, grandioso complesso monumentale alle porte di Torino dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, festeggia nel corso del 2022 i suoi primi 15 anni di apertura al pubblico. In concomitanza con questa importante ricorrenza che si aggiunge ai 25 anni della dichiarazione Unesco del 1997, la Reggia ha voluto dedicare l’intero palinsesto annuale di mostre ed attività al tema del “gioco” ed ai suoi numerosi rimandi, in quanto luogo storicamente deputato al loisir, al divertimento ed ai momenti ludici della Corte e dei suoi ospiti, con uno sguardo anche al presente col desiderio di tutti di dedicarsi a momenti di spensieratezza.

    Oltre alle due esposizioni sul tema proposte in continuità tra loro dal 9 aprile al 18 settembre, “Dalle piazze alle Corti. Storie di giochi e spettacoli tra ’700 e ’800” e “Foto in Gioco! Un racconto di 18 fotografi italiani”, dal 22 luglio 2022 al 15 gennaio 2023 è prevista presso le Sale delle Arti della Reggia la grande mostra Play – videogame arte e oltre, un’esposizione inedita che indaga i videogiochi come “decima forma d’arte” evidenziandone i profondi impatti nella società contemporanea.

    Prosecuzione ideale della mostra è il “Venaria Light Show: il Grande Gioco”, un innovativo videogioco “reale” di interazione e cooperazione creativa, appositamente realizzato per la Reggia, che permette ai visitatori di “agire” sull’intera facciata della Galleria Grande attraverso una tastiera gigante di 4 metri, proiettando sulla sua superficie barocca effetti di luci e immagini, in un tripudio di colori e scenografie sempre diverse. Il Venaria Light Show è fruibile in occasione delle Sere d’Estate alla Reggia, le aperture serali che consentono di visitare la Reggia, i Giardini e le mostre in corso fino alle ore 22.30 ogni venerdì e sabato dal 22 luglio al 13 agosto e domenica 14 agosto.

    LA MOSTRA PLAY

    La Venaria Reale organizza una grande mostra che indaga i videogiochi come “decima forma d’arte” praticata da 3 miliardi di persone nel mondo, riconoscendone i profondi impatti nella società contemporanea.

    Nell’anno dedicato al tema del “gioco”, la Reggia racconta un comparto creativo ancora spesso percepito come un mondo di evasione ludica e mero passatempo. Ma è davvero così?

    I videogiochi rappresentano un avamposto dove nascono idee e visioni, una meta forma d’arte in cui architettura, pittura, scultura, musica, arti performative, poesia, cinema, fumetto convivono dando vita a stratificati mondi collettivi.

    Lungo le dodici sale del percorso espositivo delle Sale delle Arti, le tele digitali dei grandi maestri dei videogiochi entrano in dialogo con celebri capolavori del passato e del presente invitandoci a riflettere sulle nuove estetiche, culture, linguaggi, politiche ed economie del XXI secolo.

    Per la prima volta al mondo si potranno ammirare le influenze dei grandi maestri del passato – come De Chirico, Hokusai, Calder, Dorè, Savinio, Piranesi, Kandinskij, Warhol (ma anche vasi ellenistici del V A.C.) – sulle estetiche di videogiochi come Ico, Monument Valley, Rez Infinite, Okami, Diablo IV e Apotheon.

    La convergenza tra immagine statica, immagine in movimento ed immagine interattiva è al centro degli altri spazi: il visitatore può relazionarsi con artisti viventi come Bill Viola, Invader, Cao Fei, Jago, Tabor Robak, il collettivo AES+F e Federico Clapis che hanno attinto al linguaggio del (video)gioco per dar vita ad alcune delle loro opere materiche e digitali.

    Dopo le sale legate alle influenze estetiche e simboliche, il videogioco è presentato in connessione con la mitologia contemporanea. Una lunga linea narrativa accomuna le grandi storie umane. I videogiochi altro non sono che l’ultimo anello di una catena testimoniale iniziata oltre 4000 anni fa con l’Epopea di Gilgamesh passando per l’Iliade e l’Odissea, la Divina Commedia fino a giungere ai giorni recenti con Star Wars, The Matrix ed Harry Potter. Le due sale dedicate ai temi dell’Eros e Thanatos presentano al visitatore dieci videogiochi che hanno generato profondi impatti nella vita di milioni di persone attraverso le nuove forme interattive di scrittura. Capolavori come Florence, Death Stranding, To The Moon, Life is Strange, Gone Home, League Of Legends, Warhammer 40,000: Battlesector, The Graveyard lasceranno un profondo solco emotivo nei visitatori.

    La Sala dei Maestri celebra alcuni dei pionieri dei videogiochi ergendoli a figure significative dell’arte. Persone che hanno cambiato la storia del medium videoludico generando impatti culturali duraturi negli immaginari. È possibile osservare da vicino i lavori dell’artista visivo Yoshitaka Amano, disegnatore iconico di Final Fantasy, del game designer Yu Suzuki, padre di tantissimi videogiochi della Sega, dello sceneggiatore Christian Cantamessa, autore delle narrazioni di Read Dead Redemption, e del piemontese Andrea Pessino fondatore dell’americana Ready at Dawn che ha lavorato a icone come God of War, Okami e Dexter. A chiusura della sala è presente uno dei musicisti che ha segnato la storia dei videogiochi, Jesper Kyd a cui dobbiamo le melodie di Assassin’s Creeed. I cinque maestri simboleggiano la complessità di un’industria collettiva che può arrivare a richiedere oltre 300 creativi per la realizzazione di un solo videogioco generando nuova occupazione e movimentando quasi 200 miliardi di dollari ogni anno nel mondo.

    Oggi i videogiochi rappresentano anche un innovativo laboratorio sociale e politico. Dalle marce pacifiste per l’Ucraina in The Elder Scrools Online ai titoli che stimolano prese di posizione legate ai grandi temi del XXI secolo: ecologia, geo-politica, guerra, identità di genere, privacy. Opere come Paper, Please, Riot, This War of Mine diventano giocabili e restituiscono profonde riflessioni sui tempi che verranno.

    La mostra si chiude con la sala Play Homo Ludens. La ricostruzione di quattro “ambienti”, che spaziano da una sala giochi giapponese degli anni Ottanta fino al futuro Metaverso, hanno l’obiettivo di raccontare la cronologia evolutiva dei videogiochi generando amarcord nei pubblici adulti ed aiutando i giovanissimi a comprendere la stratigrafia videoludica dagli esordi commerciali fino al futuro prossimo venturo. È possibile giocare con i cabinati di Pac-man, Street Fighter e Space Invaders, rivivere i tempi della prima Playstation di Sony e confrontarsi con le più recenti produzioni videoludiche su console Xbox, prima di indossare i visori e fare un salto nel futuro.

    Lo spazio Homo Ludens è impreziosito dalla collaborazione con Lucca Comics & Games prestatori di tavole originali e firmate dai maestri della pop culture internazionale come Jim Lee e Michael Whelan. Tra gli originali nelle sale anche i disegni di Batman, Captain Tsubasa e Superman.

    I visitatori possono infine concedersi un momento di riflessione e stupore all’interno di alcune stanzette panoramiche con vista esclusiva sui Giardini della Reggia, in cui campeggiano stimolanti interrogativi che inducono il pubblico a esaminare le tematiche affrontate in mostra dal proprio personale punto di vista, in un passaggio meditativo dal virtuale al reale.

  • TOdays festival, progetto della Città di Torino realizzato dalla Fondazione per la Cultura Torino, torna per la sua settima edizione nell’ultimo week-end di agosto, dal primo pomeriggio a notte inoltrata.

    In un momento storico così incerto e complesso, TOdays porterà per tre giorni, dal 26 al 28 agosto 2022, 96 artisti per 16 band, delle quali 11 in esclusiva unica nazionale e 14 per la prima volta a Torino.

    La settima edizione di TOdays porterà a Torino un arcobaleno di artisti internazionali, produzioni esclusive, anteprime, showcase, performance, eventi formativi e d’incontro con il meglio della scena musicale contemporanea.

    Non solo una sequenza di concerti e artisti per riempire un cartellone, ma una celebrazione coraggiosa del presente che intende offrire spazio ai suoni che verranno, rendendo centrali musiche e luoghi di confine, anticipando idee e trend, sperimentando opposti per generare nuovi equilibri: un festival che vedrà tutti i musicisti, sia affermati nomi della scena internazionale che nuove eccellenze emergenti, protagonisti nel raccontare le città del mondo a Torino e Torino, a sua volta, al mondo intero.

    Rispetto per la diversità, superamento dei confini, creazione di nuovi orizzonti saranno le linee guida del festival che, attraverso la musica e l’arte, intende restituire al suo pubblico, per tre giorni, un’esperienza di armonia e equilibrio, mischiando generi, emozioni, visioni.

    Il poster 2022 vuole rappresentare questa missione, tramite una scelta di colori dalla forte identità: il rosso richiama le emozioni e gli stimoli più creativi e vivaci in continuo divenire e la capacità di trasformazione delle cose, al nero si associa la forza della profondità capace di dare senso alle cose e che ci permette di procedere oltre la paura di ciò che non si conosce, oltre il buio di questi anni. L’accostamento delle due tonalità e la fitta geometria di curve che si intersecano ricompongono uno spazio vivo e non più immobile, per suggerire che le soluzioni non sono mai estreme e statiche: il dialogo si trova nelle sfumature, uniche, e irripetibili ed è necessario imparare a guardare per costruire nuove visioni.

    LE SEDI E GLI ORARI

    Due saranno i palchi principali della proposta artistica: l’area main stage degli spettacoli sarà il consueto grande prato verde di sPAZIO211, il palcoscenico a cielo aperto, dove si alterneranno concerti tra le ore 18.00 e le 24.00 per tutte le tre serate. Allo scoccare della mezzanotte ci si trasferirà tra le mura della ex fabbrica INCET, la piazza interna semicoperta fulcro evocativo dell’ex Industria Nazionale Cavi Elettrici Torino, per una serie di performance che non ci faranno rimanere fermi neppure un secondo.

    Sempre presso l’ex fabbrica protagonista di un ampio intervento di recupero urbano, che in questa edizione si consoliderà quartier generale del festival, si svolgeranno gli appuntamenti diurni e le attività educational del progetto TOlab: opinion maker, giovani artisti e professionisti, si incontreranno per muoversi trasversalmente fra i differenti linguaggi in campo musicale, artistico e sociale, scambiandosi storie ed esperienze in momenti di formazione, e discutere sui temi legati all’industria della musica, delle nuove tecnologie e delle professionalità ad essa legate.

    UN FESTIVAL SEMPRE PIÙ SOSTENIBILE

    L’edizione 2022 di TOdays continuerà a rappresentare anche un punto di svolta sul terreno della sensibilità alle ormai ineludibili sfide ambientali, in conformità con il percorso intrapreso dalla Città di Torino e dalla Fondazione per la Cultura Torino per rendere sempre più sostenibili i propri eventi, attraverso l’avvio dell’iter di certificazione del sistema di gestione secondo la norma internazionale UNI ISO 20121.

    L’edizione 2022 di TOdays rinnoverà l’impegno del festival nella riduzione del suo impatto sull’ambiente, riducendo gli sprechi, i rifiuti e in genere le emissioni di carbonio, puntando a salvaguardare la biodiversità delle location e ad implementare azioni ancora più ambiziose e in linea con l‘Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.

     

    IL PROGRAMMA

    Venerdì 26 agosto 2022

    “Ho paura del mondo, perché non so cosa potrebbe fare” inaugurano TOdays con questa dichiarazione i GEESE, cinque adolescenti di Brooklyn, il cui amore per la musica, dall’art al post-punk, dal math al rock progressivo, copre quarant’anni di grandi chitarre elettriche. Sono la versione da incubo della New York degli Strokes, eccitanti e nel contempo disorientanti, con le conoscenze musicali di un adulto e il senso di meraviglia, le ambiguità e preoccupazioni tipiche dei teenager più brillanti che cercano di comprendere la vita a 18 anni, inquieti e angustiati da un futuro incerto, frustrati da un presente con poche prospettive.

    Vivere il presente e lottare per la felicità è la gioia radicale anche per Alynda Segarra, pseudomino di HURRAY FOR THE RIFF RAFF, portoricana cresciuta nel Bronx, capace di mescolare Patti Smith, il punk, percussioni africane e campionamenti di poesia Nuyorican, per continuare a essere anarchica e battagliera, ribelle e profondamente umana. Qui c’è di tutto: il country folk di Waxahatchee, il reggaeton di Bad Bunny, gli esperimenti new age di Beverly Glenn Copeland e il femminismo nero di Adrienne Maree Brown.

    Per la prima volta in Italia salgono sul palco di TOdays i sei giovanissimi musicisti BLACK COUNTRY, NEW ROAD, schizzati da subito in cima alle chart inglesi come i più titolati esponenti del “post- tutto”, definiti “migliore band al mondo” e candidati al Mercury Prize. Dentro la loro musica soffia un vento che si insinua tra i paletti della tradizione fino ad accompagnarci oltre, quindi mettetevi comodi, il viaggio è appena cominciato.

    E’ infine TASH SULTANA, dall’Australia a Torino sconvolge tutte le regole con il suo rock alternativo, e quella matrice gender queer della sua personalità per la quale si lascia definire con il pronome “They”. 1 miliardo di stream a livello mondiale, nominata per 6 ARIA Awards, ha suonato nei festival più importanti del mondo, che oggi ci sembrano lontani anni luce come Coachella, Lollapalooza, Governor’s Ball, Bonnaroo, presenta a TOdays il suo nuovo disco concepito in questo lungo periodo di auto-riflessione collettivo, scaturito dall’imprescindibile rallentamento della vita a causa della pandemia globale.

    Soul, funk, RnB, folk, rock, hip hop, “è Erykah Badu che incontra Bon Iver, che incontra John Mayer, che incontra qualunque cosa”.

    Semplicemente il meglio tra talentuosità contemporanea, genio creativo e hype.

    Torino tende la mano verso Roma, in una sorta di gemellaggio tra capitali d’Italia: misticismo, tradizione, natura e elettronica d’avanguardia dominano la scenografia teutonica della ex fabbrica INCET per l’opening party di DANZA TRIBALE, l’ipnotica label capitolina tra le più interessanti e richieste dell’intera scena italiana.

    TAMBURI NERI ci conducono in questo paesaggio notturno che nasce sinistro, ma col crescere del beat si fa via via più coinvolgente e irresistibile, tra percussioni ancestrali, distorsioni lontane, samples vocali di testi metafisici immersi in ambienti volutamente oscuri, vere e proprie immagini visive che si traducono in musica, silenzi e rumori e che ci avvolgono in una nebulosa di poesia e groove.

    Le ultime note sono affidate alla dj e produttrice ADIEL dallo stile estremamente originale che abbina sonorità mistiche e profonde ad altre più dure ed industriali, dopo aver conquistato la console dei club e festival più# importanti d’Europa ponendosi in una posizione di assoluto rilievo nel panorama nazionale ed internazionale.

    In apertura, il misterioso duo torinese conosciuto a livello europeo VOODOOS AND TABOOS dalle sonorità eleganti, break e futuristiche.

    Provateci a resistere a un evento come questo, a non lasciarvi coinvolgere dall’euforia e dall’atmosfera empatica dove ognuno di noi può sentirsi libero di esprimersi!

    Sabato 27 agosto 2022

    Fanno musica strumentale che incorpora suoni di mezzo pianeta, dai ritmi latini, cumbia, exotica e western alla psichedelia turca, dal funk alla disco, dal surf anni ’60 al guitar sound anni ’80, dallo spirito pirotecnico del metal al gusto decorativo del dream pop.

    Sono le LOS BITCHOS, con base a Londra ma arrivano dall’Uruguay, dall’Australia e dalla Svezia, e Il loro primo fan è Alex Kapranos dei Franz Ferdinand.

    Sul palco di TOdays sentirete grida di gioia, “yeah”, “woo-hoo”, cori estatici e quella sensazione d’euforia condivisa che la loro musica trasmette in ogni istante.

    Ed è con gli SQUID che il rock si fa ancora più avventuroso ed eclettico: da Brighton al palco di TOdays a sPAZIO211, beat elettronici in crescendo, aperture noise, cenni jazz, ambient per soli fiati, chitarrismi in tempi dispari, messaggi disparati dei testi che svariano dall’apocalittico al sarcastico, e senso di sfida del post punk, quando ancora lo chiamavamo new wave.

    Passano dalla rivisitazione nostalgica e melanconica del post-punk e della wave sovietica, i Молчатдома (MOLCHAT DOMA), sorprendentemente emersi come uno dei maggiori fenomeni nel panorama indie degli ultimi anni, in particolare facendo breccia nella YouTube-core generation. Il loro nome significa “le case tacciono”, cantano il dolore, l’alienazione e suonano duri, spaziali e freddi come la terra da cui provengono.

    E’ invece musica celestiale quella del polistrumentista e compositore francese FKJ aka French Kiwi Juice. Lo spettacolo non sta solo nella sua abilità nel saper suonare chitarra, basso, tastiere, organi, sassofoni e loop station, ma l’aspetto incredibile del suo live sta nel far vedere agli spettatori cosa e davvero la Musica. Assistiamo a una sorta di lezione di anatomia musicale. Come nel famoso dipinto di Rembrandt, noi tutti ci riuniamo attorno al palco a vedere il nostro dottor Tulp che ci mostra cosa compone un pezzo musicale.

    Dopo non si torna indietro!

    Una volta si diceva “Torino è la seconda più grande città del Sud Italia” e allora TOdays omaggia la Napoli più sotterranea, lontana dalle luci della ribalta, alimentata dalle radici del passato con uno sguardo sul futuro, con il party di PERIODICA Records, la label partenopea che racconta la voglia di sperimentalità, fascinazione e ripescaggio dalla enorme e molto varia cultura cittadina della fine degli anni settanta e dei primi anni ottanta. Gli anni, cioè, della nascita del Neapolitan Power, di quando la musica nera arriva in Italia a fondersi con la nostra tradizione cantautorale e Napoli diventa una giungla mistica!

    Apre le danze WHODAMANNY, artista affezionato al sound analogico tanto da farne il proprio vessillo, dal sound caldo e vintage che esce dalle drum machine e dai synth andando a creare una musica non catalogabile, pregna di synth cosmici, funk e jazz.

    Ed è attorno a MYSTIC JUNGLE, il musicista che non vuole confini o etichette e che si muove sapientemente tra disco, electro boogie, synth cosmici e linee di basso plastiche, che ruota il collettivo di artisti, produttori e promoter campani che stanno facendo tremare la città. In apertura, il cofondatore e dj di Bounce FM, SPACERENZO, la cui ricerca musicale orbita tra sonorità black, afro, disco e house music.

    Domenica 28 agosto 2022

    Il risveglio dei nostri corpi, il contatto, il groove che si inarca nella spina dorsale…arriva a Torino il duo scozzese ARAB STRAP, e sorprendono per quanto riescono a mantenere alta la tensione e la qualità e col loro carisma ci tengono voluttuosamente ancorati alle radici e alla terra. Indubbiamente uno dei gruppi più intriganti, dirompenti e apprezzati dello scenario indipendente oltreoceano, con un sound tra desiderio, disperazione e fatalismo, che ci invita come ascoltatori a risvegliare i nostri sensi intorpiditi, a muoverci coi beat.

    Chitarre soniche e melodie sognanti, a TOdays finalmente la band newyorchese DIIV che presenta il nuovo album dedicato tutto al tema della rinascita: una vibrazione sottile, elettrica e inquietante, che ci prende in modo ipnotico con una pioggia di accordi in minore. Tra le band più apprezzate degli anni dieci e in pole position per divenire un’eccellenza assoluta in questo decennio successivo.

    E poi, scommettiamo che il 2022 sarà l’anno degli YARD ACT?

    Cantastorie inglesi un po’ matti, dal piglio ironico e dai testi anticapitalisti, che cantano d’illusioni e ricchi ansiosi, un esordio destinato a rimanere e un live elettrizzante, che mette sotto pressione nell’adattarsi perfettamente alla forza che sprigiona.

    Infine in data unica italiana a TOdays, i portabandiera dell’acid-rock in salsa britannica, PRIMAL SCREAM celebrano dal vivo il loro album pietra miliare Screamadelica in occasione del trentennale della sua uscita: un mix di rock, techno e dance, cavalcando prima l’era della darkwave, poi del revival psichedelico degli shoegazer e approdando infine all’era della “chemical generation“. La formazione storica di Bobby Gillespie si conferma tra i mostri sacri dello scenario musicale europeo contemporaneo, senza malinconiche nostalgie, bensì con lo sguardo sempre rivolto sul presente e diffondendo nell’etere le ultime note di un festival che si preannuncia al fulmicotone, e dove ciò che rimarrà sarà ritmo e sentimento. Una di quelle cose che capitano una volta nella vita.

  • Dal 21 luglio al 27 novembre 2022 Ivrea ospita, in occasione dell’anno di Capitale italiana del libro, la mostra Mitoraj a Ivrea. Mito e letteratura che propone due affascinanti opere dello straordinario artista franco-polacco fortemente legato all’Italia, scomparso nel 2014. La sua eredità è raccolta oggi dall’Atelier Mitoraj, fondato dal Maestro, che preserva il patrimonio di imponenti opere.
    La mostra mette in luce il mito, punto di incontro tra la letteratura e l’arte, campo privilegiato del lavoro di Mitoraj. Il suo lavoro infatti affonda le radici nella tradizione classica e nel mito greco: una forma di resistenza, di difesa, di attaccamento “al bello” che oggi rappresenta più che mai un messaggio di speranza. Le opere di Mitoraj sono portatrici di un significato così profondo da superare il tempo e vanno ben oltre la loro presenza fisica: rappresentano un legame tra passato e futuro, tra lo scorrere del tempo e la permanenza della natura umana.

    Da giovedì 21 luglio (giorno dell’inaugurazione), Ivrea ospiterà in Piazza Ottinetti Ikaria grande, opera del 2001, ed Hermanos, del 2010, entrambe in bronzo.
    Ikaria grande, imponente opera alta oltre 6 metri, si riferisce a uno dei miti che più hanno appassionato l’artista, quello del volo, che Mitoraj ha esplorato lungo tutto il suo percorso di ricerca. Hermanos, affonda le radici nel tema dei gemelli, diversi e uguali, desti e sognanti, separati ma comunque per sempre uniti.

    L’inaugurazione e la conferenza stampa si terranno nella chiesa di Piazza Santa Marta (ore 18,30). Dopo i saluti istituzionali del Sindaco, Stefano Sertoli, interverrà Costanza Casali, Assessore alla cultura, che con Luca Pizzi, componente dell’Atelier Mitoraj, ha curato la mostra, nonché Luca Beatrice in qualità di critico d’arte. Coordinerà il conduttore radiofonico Maurizio Di Maggio. A seguire è previsto il taglio del nastro in Piazza Ottinetti, allietato dalla melodia di famose arie d’opera interpretate da un pianista e da un tenore, poiché il Maestro aveva curato le scenografie e i costumi di scena di Manon Lescaut e Tosca per i teatri della Fondazione Puccini e dell’Aida per i Giardini di Boboli a Firenze.

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