Dal primo film di alpinismo al cinema digitale del nuovo millennio, passando per film a soggetto e riprese di documentazione, lungo un arco di tempo di centoventi anni, tanti quanti ne conta la filmografia che ha avuto tra i protagonisti le montagne e l’arte di scalarle fin dalle origini. Una sezione distaccata della mostra, prodotta dal Museomontagna, è già stata presentata da IREN nello spazio espositivo della Casa Alpina presso la diga di Ceresole Reale dove sarà aperta fino al 18 settembre.
Il primo allestimento è stato a Trento nell’aprile scorso, in collaborazione con la Camera di Commercio locale e in occasione del 70° anniversario del Trento Film Festival.
Il progetto è nato dalle ricerche svolte per la realizzazione dell’omonimo volume edito dal Club Alpino Italiano con il Museo Nazionale della Montagna e l’International Alliance for Mountain Film, rete che unisce i più importanti operatori del settore (28 soci da 20 Paesi del mondo).
La mostra percorre la lunga storia del cinema di alpinismo soffermandosi sui suoi capitoli più significativi. Dall’Europa alle Americhe, dalla Russia all’Australia e alla Nuova Zelanda: sfida, avventura, cime e ghiacciai, ricerca individuale, orgogli nazionali, cordate, conquista dell’inutile, fatica condivisa, gesto atletico e attrezzature sono stati tutti immortalati dalle pellicole o dai moderni strumenti digitali di questo genere cinematografico mai riconosciuto ufficialmente né dalla critica, né dalla produzione, ma amatissimo dagli appassionati del mondo delle altezze.
L’esposizione – a cura di Marco Ribetti, vicedirettore del Museomontagna e conservatore della Cineteca storica e Videoteca, con testi di Roberto Mantovani, giornalista e storico dell’alpinismo – presenta manifesti originali e foto di scena selezionati tra i circa 8.000 beni del Fondo Documentazione Cinema delle Raccolte iconografiche Museomontagna e sequenze di film dalla sua Cineteca storica e Videoteca, che conserva circa 4.000 titoli.
Torino, Museomontagna, 15 luglio – 23 ottobre 2022
Il Museo Nazionale del Risorgimento celebra il 140° anniversario della morte di Giuseppe Garibaldi con una mostra dedicata alla narrazione e al mito che si è sviluppato intorno all’Eroe dei due mondi: una figura iconica nata a metà dell’Ottocento e la cui onda lunga si propaga sino ai giorni nostri.
Heroè il racconto della storia di quest’uomo straordinario e delle tracce che ha lasciato nelle decine di paesi in cui ha vissuto e combattuto. Nell’esposizione, si racconta attraverso la presentazione di oltre 300 oggetti provenienti da tutto il mondo (tra cui ceramiche, articoli da fumo, giocattoli, album da disegno e di figurine, fumetti, fotoromanzi, dischi, pubblicità, libri e oggetti di uso quotidiano) la sua dimensione di eroe globale.
L’ingresso alla mostra è incluso nel biglietto del Museo Nazionale del Risorgimento (gratuito per i possessori dell’Abbonamento Musei Torino Piemonte e Torino+Piemonte Card).
Il museo è aperto dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18.
Hero – Garibaldi icona pop è realizzata con il patrocinio di Città di Torino, Città Metropolitana di Torino e Regione Piemonte e con il sostegno di Iren.
Giustizia, Liberalità, Magnanimità e Abbondanza spiccano il ‘volo’ nel cielo di Torino per tornare all’antico splendore.
Inizia martedì 11 luglio l’operazione di spostamento a terra delle quattro monumentali statue in marmo di Brossasco, alte più di 4 metri e pesanti oltre 3 tonnellate ciascuna, che coronano la balaustra del corpo centrale di Palazzo Madama e raffigurano ermetiche allegorie del “Buon Governo”. Dopo un innovativo intervento di sezionamento, le statue saranno ingabbiate e calate con un eccezionale sistema di gru dall’altezza di 27 metri in piazza Castello, dove verranno restaurate “live” in uno speciale padiglione trasparente visitabile dal pubblico.
L’intervento rappresenta un momento decisivo del grande cantiere di restauro e consolidamento strutturale della facciata juvarriana dell’edificio, nato alla sinergia tra Fondazione Torino Musei, da sempre impegnata nella tutela e valorizzazione dei beni museali, e Fondazione Crt, storico e principale sostenitore privato di Palazzo Madama che finanzia interamente quest’ultimo intervento con un impegno straordinario di 2,4 milioni.
Le statue, formate ciascuna da quattro blocchi marmorei scolpiti e sovrapposti e del peso di circa 3.200 kg, sono opera dello scultore carrarese Giovanni Baratta chiamato a Torino da Filippo Juvarra a più riprese tra il 1721 e il 1730 per portare a compimento queste sculture e altre opere a Superga, Venaria Reale e nella chiesa torinese di S. Filippo. Furono sbozzate nel laboratorio dello scultore a Carrara, poi trasportate in pezzi separati via nave fino a Savona e, infine, condotte su carri trainati da buoi e muli a Torino, dove furono montate in opera e portate a compimento.
Lo stato conservativo delle statue è oggi assai compromesso. Quella che evidenzia maggiore degrado, anche strutturale, è la statua della Giustizia. L’opera fu già smontata e calata a terra una prima volta tra il 1846 e il 1847, in occasione dei lavori di consolidamento delle fondamenta del palazzo.
Il distacco e il trasferimento delle quattro Allegorie dalla base su cui appoggiano saranno resi possibili dall’allestimento in quota, a 27 metri dal suolo, di speciali macchine operatrici, che utilizzano la tecnica del taglio murario mediante lo scorrimento di un filo diamantato e lubrificato ad acqua, tecnologia tradizionalmente utilizzata nelle cave di estrazione del marmo. Contestualmente alla progressione del taglio, nelle fessure così ricavate verranno inserite due piastre in acciaio debitamente sagomate e rinforzate. Su queste piastre verrà fissata una ‘gabbia’ anch’essa in acciaio, che conterrà a sua volta una cassa lignea in parte aperta, che ingloberà e renderà stabili le statue.
Sollevate da una gru, le statue e le loro imbracature, del peso complessivo di 6.000 kg, verranno calate a terra e poste su basamenti provvisori, in attesa di essere collocate in un padiglione ad hoc che sarà allestito dinanzi a Palazzo Madama, dove avverrà l’intero processo di restauro, visibile direttamente dal pubblico in piazza Castello, anche tramite visite guidate.
Dal 22 Giugno 2022 a 13 Novembre 2022 in VideotecaGAM
Prosegue il ciclo di esposizioni dedicate alla storia del video d’artista italiano tra anni Sessanta e Settanta. La mostra, sesto e ultimo appuntamento della collaborazione con l’Archivio Storico della Biennale di Venezia, si compone di tre diverse manifestazioni dell’immagine di Apollo che Kounellis mise in opera, tra il 1972 e il 1973, nascondendo il proprio volto dietro una maschera di gesso recante le fattezze del dio.
La prima, del 1972, ebbe luogo all’Attico di Roma. Ad essa, in quanto immagine di una soglia, è affidato l’inizio del percorso: in uno scatto di Claudio Abate, Kounellis appare a cavallo, all’interno di una sala. La testa dell’animale avanza verso l’osservatore, oltre la porta. È un’immagine attraversata da inquietudine e tensione per i molti tratti di ambiguità che ne emergono: un cavallo all’interno della sala di un palazzo, la classicità della maschera unita alla contemporaneità degli abiti del cavaliere, l’aprirsi della visione e il sovrapporsi della porta all’imponente presenza che inibisce il passaggio. Tuttavia, il più rimarcabile segno di contraddizione è dato dalla dimensione temporale dell’apparizione: da un lato c’è la vita animale, il respiro del cavallo, il calore e l’odore del suo corpo, la sua incapacità a restare immobile; dall’altro c’è il bianco assoluto del gesso, la fissità imperturbabile della maschera, la terribilità di uno sguardo vuoto, il silenzio solenne.
L’animale vive nell’ora, il dio si mostra nella continuità del suo essere. L’opera abita uno spazio indecidibile tra le due temporalità. Ricongiunge il divenire all’immutabile, il presente all’eterno e sovrappone la sua contemporaneità al passato dell’arte.
La seconda, del 1973, è una diversa fotografia scattata in occasione della performance di Kounellis presso la galleria La Salita di Roma. L’artista siede al centro dell’inquadratura con la maschera di Apollo sul volto. Davanti a lui, su un tavolo, sono disposti i frammenti di una scultura classica che appare come il corpo smembrato del dio. Sopra il torso sta appollaiato un corvo impagliato. Alla sinistra di Kounellis un suonatore di flauto esegue musiche di Mozart e alla sua destra c’è una finestra aperta. Anche in questa apparizione la tensione è creata dall’intreccio di opposti. La ieratica presenza del volto di Apollo si confronta con l’immagine di morte della scultura disgregata e del corvo il cui corpo imita la vita ma ne è privo, al contempo, però, si unisce al corpo vivo di Kounellis che perpetua la divinità assumendone le fattezze.
Questo ciclo di morte e di rinascita trova un contrappunto, ai due lati, dalla presenza del flautista e della finestra, forse immagini di due diversi soffi vitali e di due diversi spazi che vanno mescolandosi: quello interno, abitato dall’arte e dal dio, risuonante di musica, e quello all’esterno, oltre il recinto sacro, immerso nella quotidianità.
La terza e ultima opera è un video, No title del 1973, proveniente dall’Archivio Storico della Biennale di Venezia, l’unica opera video che Kounellis abbia mai realizzato. La sua visione, nel piccolo percorso di mostra, avviene oltre una tenda nera, in una stanzetta ricavata all’interno dello spazio espositivo perché i visitatori entrino uno alla volta. È da soli che ci si reca a interrogare l’oracolo. Da un monitor, posto più in alto dell’usuale, la maschera di Apollo appare nella sua inscalfibile immobilità. Kounellis la regge con la mano destra, mentre nella sinistra tiene una lampada a petrolio accesa.
Esiste il tempo misurabile del video, i 25 minuti della sua durata fisica; esiste il tempo storico in cui l’artista si offrì all’inquadratura fissa della telecamera, il tempo narrato dalla foggia della camicia che indossa; esiste infine il tempo perenne, il ciclo incorrotto della divinità antica che da sempre presiede alla manifestazione della luce e dell’arte e di cui l’opera di Kounellis non è che una delle infinite epifanie.
ORARI NUOVO ORARIO
Martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18
Lunedì chiuso
Le biglietterie chiudono un’ora prima
I musei garantiscono una visita in piena sicurezza, nel rispetto delle normative anti-Covid La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011 5211788 o via mail a ftm@arteintorino.com Prevendita:TicketOne
Come di consueto, GAM, MAO e Palazzo Madama, nel rispetto di tutte le linee guida ministeriali, riaprono mettendo in atto tutte le misure necessarie a garantire una visita in completa sicurezza.
BIGLIETTI Collezioni permanenti
Intero: € 10
Ridotto: € 8
Gratuito: minori 18 anni, Abbonamento Musei Torino, Torino + Piemonte card E’ sospesa la gratuità del primo martedì del mese
Le tariffe possono subire variazioni in presenza di mostre temporanee.
FLAVIO FAVELLI – I Maestri Serie Oro da 26 Maggio 2022 a 6 Novembre 2022
La GAM di Torino è felice di presentare nelle sale della Wunderkammer I Maestri Serie Orodi Flavio Favelli, a cura di Elena Volpato.
Il progetto è vincitore dell’avviso pubblico PAC2020 – Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
L’esposizione presenta un’unica opera composta dai 278 fascicoli monografici della nota serie I Maestri del Colore della Fratelli Fabbri Editori, uscita nelle edicole italiane tra il 1963 e il 1967. Si trattò di un fenomeno culturale di prima grandezza che rivoluzionò il mercato editoriale negli anni del boom economico. I fascicoli rappresentarono per molte famiglie italiane un oggetto simbolico, una dichiarazione di appartenenza a una fascia sociale in crescita, attraversata da un desiderio di cultura e di benessere intrecciati insieme.
Flavio Favelli ha lavorato su ciascuna delle iconiche copertine, interagendo con la loro eleganza formale, con il loro equilibrio tra grafica e taglio fotografico dei particolari pittorici. Ha utilizzato una o più cartine dorate dei Ferrero Rocher per occultare i volti dei ritratti, le scene aneddotiche, le porzioni di quadri, affreschi e mosaici dove campeggia la figura umana, dove gli sguardi dipinti sembrano cercare la risposta e la complicità dello sguardo degli osservatori. Favelli riporta le riproduzioni delle grandi opere d’arte ad uno stato di impenetrabilità, quasi di chiusa sacralità: è un gesto che mescola la cura all’iconoclastia, quasi fosse necessaria una nuova ricarica del senso per delle immagini forse troppo note, persino troppo ammiccanti nella loro conquistata emblematicità.
Favelli però, se da un lato cela parti di opere dietro il bagliore dell’oro, dall’altro apre a una visione panottica lo svolgimento della storia dell’arte così come l’avventura editoriale Fabbri fu capace di raccontarla. I 278 fascicoli/collages sono esposti in tre file ad abbracciare interamente lo spazio della Wunderkammer della GAM. La disposizione accoglie il visitatore come nel perimetro di una basilica dove il susseguirsi regolare delle riproduzioni e dei nomi degli artisti, tutt’attorno, restituisce una sorta di ideale ritratto di gruppo dove ciascun ‘quadro’ rappresenta il compiersi di una diversa misura, di un diverso canone, di una diversa maniera e sensibilità.
Poter vedere tutte le copertine della serie dispiegate in un’unica sala sembra esaltare lo spirito enciclopedico cui l’impresa editoriale dei Fratelli Fabbri tese, ma la scelta di Favelli di spezzare le linee del disegno, di complicare la bidimensionalità della pittura, di nascondere il senso di completezza e perfezione che emana da molte di quelle opere, lascia intuire un rapporto più contrastato con la storia e il valore del passato. Esprime un’inquietudine estetica tutta contemporanea, per la quale la pienezza di senso e di forma non è mai data e ogni Maestro è allo stesso tempo riconosciuto e obliterato, oggetto di una celebrazione sincera ed insieme finta, come finta è la foglia d’oro di Favelli: luccicante, ma di carta, d’aspetto prezioso, ma prelevata da una scatola di praline.
L’opera I Maestri Serie Oro, che entra a far parte delle collezioni del museo, rappresenta un nuovo sviluppo del lavoro di Favelli che negli ultimi anni ha più volte indagato il tema dell’oro sotto molteplici forme, rispecchiando il proprio animo nella lucentezza opaca e cieca di questo materiale che è andato prelevando da latte di biscotti, da fondi di specchi, da cartelli pubblicitari di gelati: una lucentezza pervasiva, da Eldorado, in cui la nostra cultura si specchia alla ricerca di un bagliore di cui ammantarsi proprio mentre si va offuscando.
La mostra è accompagnata da una pubblicazione edita e distribuita da Viaindutriae
Si ringrazia la Fondazione Ferrero Onlus per la collaborazione e il sostegno.
ORARI NUOVO ORARIO
Martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18
Lunedì chiuso
Le biglietterie chiudono un’ora prima
I musei garantiscono una visita in piena sicurezza, nel rispetto delle normative anti-Covid La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011 5211788 o via mail a ftm@arteintorino.com Prevendita:TicketOne
Come di consueto, GAM, MAO e Palazzo Madama, nel rispetto di tutte le linee guida ministeriali, riaprono mettendo in atto tutte le misure necessarie a garantire una visita in completa sicurezza.
BIGLIETTI Collezioni permanenti
Intero: € 10
Ridotto: € 8
Gratuito: minori 18 anni, Abbonamento Musei Torino, Torino + Piemonte card E’ sospesa la gratuità del primo martedì del mese
Le tariffe possono subire variazioni in presenza di mostre temporanee.
Dal 7 al 10 luglio, in occasione dell’incontro europeo dei Giovani della Comunità di Taizé in svolgimento a Torino, GAM, MAO e Palazzo Madama propongono ai partecipanti all’evento l’ingresso gratuito alle collezioni e, nel caso di Palazzo Madama,anche alle mostre in corso, “Da San Pietro in Vaticano. La tavola di Ugo da Carpi per l’Altare del Volto Santo” e “Invito a Pompei”.
Sabato 9 luglio alle ore 22.30, il direttore di Palazzo Madama, Giovanni Carlo Federico Villa,accoglierà in Museol’Arcivescovo di Torino, Monsignor Roberto Repole, Monsignor Adam Piotr Bab, Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi metropolitana di Lublin (Polonia), e Frère Alois, Priore della comunità dei monaci di Taizé, per una visita guidata speciale alla prestigiosa Pala d’altare di Ugo da Carpi con la Veronica che dispiega il velo del Volto Santo tra gli Apostoli Pietro e Paolo – un’opera di straordinaria importanza per arte e fede, proveniente dalla Fabbrica di San Pietro in Vaticano.
Inoltre, sempre nella serata di sabato 9 luglio dalle ore 22.30 alle 24, i giovani della Comunità di Taizé avranno l’opportunità di ammirare la pala d’altare di Ugo da Carpi guidati dal professor Villa, che illustrerà loro non solo i particolari di un’opera di formidabile interesse tecnico e artistico, ma anche i risultati di uno studio articolato e complesso, che, grazie al lavoro di figure professionali di altissimo profilo e a scrupolose ricerche, hanno permesso di svelare la storia e la tecnica d’esecuzione dell’opera.
La pala d’altareper l’ostensione del Volto Santo, realizzata per la Basilica vaticana in occasione del Giubileo del 1525, ha lasciato eccezionalmente la Fabbrica di San Pietro in Vaticano – dove è abitualmente collocata – per essere esposta a Palazzo Madama, dove sarà visibile fino al 29 agosto. Nel suggestivo progetto espositivo torinese, la pala di Ugo da Carpi è significativamente collocata sotto un affresco settecentesco raffigurante l’ostensione della Sacra Sindone, in un dialogo ideale fra arte e devozione che regala ai visitatori la possibilità di ammirare le due grandi reliquie della Cristianità.
Dal 2 luglio, il sito UNESCO del Santuario di Oropa ospita le monumentali opere in acciaio a specchio dell’artista Daniele Basso.
Una mostra personale a cura di Irene Finiguerra.
Santuario di Oropa – Biella
Con la mostra personale di Daniele Basso Le pieghe dell’anima, a cura di Irene Finiguerra, dal 2 luglio l’arte contemporanea entra in dialogo con la solennità del complesso monumentale del Santuario di Oropa situato nei pressi di Biella, a circa 1.159 metri di altitudine, circondato dall’anfiteatro naturale delle montagne.
Fino al 18 settembre 2022, i visitatori troveranno nove opere, in un percorso che coinvolge lo spazio all’aperto e altre parti che verranno aperte al pubblico proprio in occasione della mostra. Con Le pieghe dell’anima, l’artista indaga i luoghi nascosti dello spirito umano, attraverso una serie di sculture in acciaio a specchio lucidato a mano, alcune delle quali superano i tre metri di altezza, e che creano un corto circuito visivo e mentale giocato sul contrasto fra l’opera e lo spazio in cui è collocata. Sono opere che, per la loro dimensione, testimoniano il coraggio del fare dell’artista.
L’esposizione al Santuario di Oropa. All’entrata del Santuario, posizionato nel piazzale basso, il visitatore viene accolto da Boogyeman (la paura) che viene affrontata da Ikaros (il coraggio e l’aspirazione al volo) posizionata a sua volta nel piazzale antistante alla Basilica Superiore: lo scontro a distanza tra queste due opere rappresenta metaforicamente la lotta tra le debolezze e le aspirazioni di ognuno. È lo strumento che la natura ha fornito agli uomini per evolversi, poiché ciascuna sfida conduce oltre i propri limiti, verso nuovi livelli di conoscenza e coscienza. Le due sculture definiscono e contengono l’intero percorso della mostra come alfa e omega, principio e fine di questo viaggio.
Il cuore del Santuario, la Basilica Antica, ospita sull’altare del sacello la statua blu del Cristo Ritorto il cui intenso colore blu spinge il pubblico a un’interrogazione sulla fede.
Sotto al colonnato, verso la pianura, il falco Achill costituisce un omaggio alla montagna, che abbraccia con durezza e incantevole bellezza il santuario, ma allo stesso tempo assume un valore sciamanico: il rapace esprime il potere della visione, della sapienza, della tutela e insieme della transizione personale e spirituale. Non a caso il falco è stato un uccello simbolo in tante culture: dall’antico Egitto agli Indiani del Nord America, che lo considerarono un animale totem.
Nella Biblioteca, che verrà aperta al pubblico proprio in occasione della mostra, le opere Frame, volutamente incompiute, entrano in relazione con chi le osserva obbligandolo a un processo di astrazione e fantasia creativa per un completamento formale. Sono una metafora di quel processo di formazione personale a cui contribuisce lo studio nella creazione dell’identità individuale in relazione con la collettività, come esseri sociali. Tra le altre, sarà presente una versione in acciaio della Venere di Milo, a rappresentare come i miti antichi possano sempre trovare nuove forme.
Proseguendo nelle stanze reali del Museo dei tesori l’opera Re Leone esprime regalità, dignità, potere. Ma la regalità è tale sono dando spazio all’opinione altrui, alla ricerca della saggezza.
Nella manica di Sant’Eusebio, antistante la Basilica Antica, l’opera Blue Vierge reinterpreta in chiave contemporanea l’ex-voto per esprimere il sentimento potente della riconoscenza. Un atteggiamento di umiltà, di affetto, di devozione verso la Madre, ma anche una buona pratica, verso chi offre aiuto e sostegno nella vita quotidiana.
La Biblioteca sarà aperta ogni domenica dalle 10 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 17,30. Negli stessi orari, l’opera Re Leone sarà visibile tramite l’accesso attraverso un apposito percorso.
Per le sue caratteristiche storiche, architettoniche e naturalistiche, l’area di Oropa è stata dichiarata nel 2003 patrimonio Unesco. Luoghi dall’innegabile fascino e dal forte interesse artistico, oltre che religioso, il Santuario e la Madonna Nera, come l’intera conca di Oropa, sono sempre stati un punto di riferimento per il territorio biellese. La mostra intende valorizzarli anche attraverso la collocazione delle opere in punti poco conosciuti o visitati, a testimonianza di come l’arte contemporanea possa essere inserita anche in contesti apparentemente improbabili: una vera e propria dichiarazione d’amore da parte dell’artista per il proprio territorio.
La mostra di Basso inoltre avvicina Oropa alla città di Biella, dove prosegue in varie sedi: nel Palazzo del Governo (Prefettura) con l’esposizione di Bimbo Faber, opera che interpreta il mondo dell’eccellenza artigiana e industriale italiana, realizzata nel 2019 per il 50° anniversario di CNA Biella; in Biblioteca Civica e presso il Museo del Territorio Biellese con le opere Aureo e Aureo jr, omaggio alla cultura, e in particolare alla scrittura, quali strumenti per costruzione del sé e della propria identità, opere nate nel 2016 quale simbolo di Officina della Scrittura – Museo del Segno e della Scrittura di Torino; nel cortile interno di Palazzo Ferrero l’opera Hic Sunt Leones, mai esposta prima, che racconta la ricerca dell’io più profondo come processo in relazione al cambiamento, quale unica vera costante della vita; e infine a Palazzo Gromo Losa, nel percorso di visita della nuova installazione multimediale interattiva “porta di accesso al Piazzo”, le opere della serie Ironman Frame, mai esposte prima, frammenti non finiti della scultura Ironman, ispirata al supereroe dell’Universo Marvel, che celebra l’uomo Tony Starks disposto a dare fondo al suo cospicuo patrimonio per lottare negli ideali in cui crede e ricordando che ognuno è protagonista della propria era!
Queste opere si inseriscono all’interno del percorso artistico di Daniele Basso, di cui il territorio biellese ospita già da tempo tre sculture conosciute e apprezzate: Aquamantio in piazza Curiel di fronte alla Biblioteca Civica (donata alla città di Biella per i 100 anni da Mosca1916, eccellenza biellese), l’opera Insieme per la sede di Yukon (Vigliano Biellese) e Coke Its Me P.A. (prova d’autore dell’omonima opera in esposizione permanente al World of Coca-Cola Museum di Atlanta GA) presso Relais Santo Stefano (Sandigliano).
Domenica 3 luglio 2022 CASTELLAMONTE| Lo scaricatore nell’ambito di MORENA STORIES Luoghi da raccontare
Il progetto innovativo di turismo culturale con protagoniste le storie del territorio dell’Anfiteatro Morenico, a un passo da Ivrea. Visite guidate, performance artistiche, passeggiate naturalistiche
Prosegue Morena Stories, il nuovo progetto di turismo culturale in cui le storie originali e sconosciute del territorio diventano protagoniste dei percorsi di visita. Il quinto appuntamento è dedicato al mondo ferroviario. Protagonista è lo Scaricatore di Castellamonte, edificio di fianco alla stazione, storicamente destinato al carico e scarico delle merci, e luogo centrale nella vita della cittadina.
A condurre l’esperienza di visita sarà l’altoparlante della stazione, con il suo incipit “Attenzione”, che invita il visitatore ad ascoltare per capire se viene detta un’informazione pertinente e interessante per lui. L’anafora (“Attenzione”, appunto) diventa una marca di stile attraverso la quale raccontare le storie della vecchia stazione e dello scaricatore di Castellamonte.
La performance di Tecnologia Filosofica, la musica di Enea Pascal e il racconto di Stefano Pandolfini da cui sarà tratta la performance daranno vita a un momento unico di visita.
Durante le passeggiate di avvicinamento sarà possibile contribuire alla qualità dei luoghi con un’attività di plogging, cioè la raccolta dei rifiuti trovati lungo il percorso. Si tratta di un’attività proposta dagli stessi partecipanti di Morena Stories che, in occasione degli incontri precedenti, hanno sollecitato gli organizzatori in questa direzione con l’obiettivo di fare un gesto positivo nei confronti dei luoghi e delle comunità che li abitano.
Che cos’è lo Scaricatore. La stazione di Castellamonte rappresentava il capolinea settentrionale della ferrovia Rivarolo-Castellamonte, attivata nel 1887 quale tratta finale della ferrovia Canavesana e soppressa nel 1986. L’ex scaricatore, l’edificio che sorge solitario nel mezzo della piazza del mercato, oltre a rappresentare un pezzo di storia ferroviaria castellamontese, ha in se una sua sobria bellezza. I suoi archi e le colonne, sorreggono le capriate a protezione di uno spazio interno di tutto rispetto. È chiamato scaricatore, perché effettivamente aveva la funzione di luogo dello scarico merci. Nella parte centrale e per tutta la sua lunghezza, vi era un piano rialzato che giungeva a livello del pavimento dei carri ferroviari, agevolando in questo modo lo scarico delle merci. I due lati più lunghi erano dotati uno di binari che permetteva ai treni di accostarsi al piano di carico-scarico entrando attraverso le arcate. Sull’altro lato potevano accedere i carri prima e gli autocarri poi. Al lato nord, fino agli anni Cinquanta vi era una grande gru azionabile a mano che serviva per movimentare grandi pesi e una rampa di accesso. Al lato sud, sorgeva un edificio con funzioni di magazzino, ora demolito. Oltre allo scaricatore, è ancora presente l’edificio della stazione ferroviaria, di proprietà della GTT. Una volta lo scaricatore era il luogo dove arrivavano le merci da Torino, mentre da Castellamonte e per il mondo partivano le ceramiche locali.
COME PARTECIPARE A MORENA STORIES
Ogni incontro di Morena Stories prevede la partenza in gruppi dai punti diversi, per consentire la passeggiata naturalistica iniziale che condurrà nel luogo della Stories della settimana.
Coloro che lo desiderano possono non partecipare al trekking iniziale e recarsi direttamente al ritrovo.
Si consiglia un abbigliamento in relazione alla stagione e alle condizioni meteo, scarpe da escursionismo o scarpe da ginnastica comode ed adatte a muoversi su terreni accidentati.
Uno zaino che possa contenere una scorta d’acqua adatta (bottiglia da 1L), nel caso qualche snack da consumare lungo il percorso, mantellina antipioggia, repellente per insetti e, per le escursioni serali, una torcia elettrica frontale.
Partenza Spineto: ritrovo ore 17,30 al parcheggio Scuole elementari Via delle Scuole (Spineto).
Percorso di 4 km, tempo di percorrenza 1 ora. Guida Roberto Brogliatti
Partenza da Bairo: ritrovo alle 16,30 al parcheggio AmorBairo via Agliè 2.
Percorso di 7 km, tempo di percorrenza 2 ore. Guida Stefano Pozzuolo
Coloro che lo desiderano potranno contribuire al plogging sono invitati a portare guanti e sacchetti per la raccolta.
Solo performance: ritrovo ore 19,30 in Piazza Generale Romano a Castellamonte. Parcheggiare nell’area parcheggi della vecchia stazione limitrofa allo scaricatore
Ritorno: Partenza passeggiata di ritorno con presenza delle nostre guide da Castellamonte ore 20,30
BIGLIETTI
Passeggiata + performance+ degustazione
Intero: 10 Euro
Abbonamento Musei e Dipendenti Compagnia di San Paolo: 5 Euro
Necessaria prenotazione per motivi organizzativi.
Solo performance
Intero: 5 Euro
Abbonamento Musei e Dipendenti Compagnia di San Paolo: 3 Euro
Non è necessaria la prenotazione
Gratuito per i bambini fino a 14 anni, residenti del comune di Castellamonte e persone che hanno raccontato la loro storia sul Canale.
Nel biglietto passeggiata + performance è compresa un assaggio di vino e snack del territorio.
Nel biglietto performance la degustazione di vino e snack del territorio non è compresa.
A seguito di ogni evento sarà possibile proseguire all’insegna della convivialità la giornata o la serata grazie a locali che hanno dato la disponibilità a riservare uno sconto speciale ai partecipanti di Morena Stories. Un motivo in più per immergersi nelle storie e nei contesti delle comunità ospitanti.
Ristorante convenzionato per la cena: Ristorante pizzeria Jolly – 0124 582037 (si richiede di prenotare)
È necessaria la prenotazione al sito www.tolocals.com/morena-stories o al tel.339 8201037
10 luglio: Torre Canavese – La chiesa di San Giacomo e la Casa dell’eremita
17 luglio: Vialfrè – Lo storico Carnevale
CHE COS’È MORENA STORIES
Fino al 17 luglio, ogni domenica sono in programma trekking guidati, visite e performance artistiche accessibili a tutti, alla scoperta di sette cittadine dell’Anfiteatro Morenico di Ivrea: Agliè, San Martino, San Giorgio, Bairo, Castellamonte, Torre Canavese e Vialfré.
Il progetto rappresenta una nuova modalità di vivere il turismo, adatto ai visitatori alla ricerca di itinerari insoliti al di fuori dei percorsi già noti e ai semplici curiosi che vogliono approfondire la storia del territorio: ogni appuntamento di Morena Stories è un momento unico, non solo una visita, ma una vera e propria esperienza di conoscenza.
Protagonisti saranno i luoghi e le loro storie, che emergeranno del racconto delle guide e degli artisti: ad Aglié l’ex stabilimento Olivetti, dove veniva prodotta la mitica Lettera 22, la macchina da scrivere che ha segnato l’identità italiana; il canale di Caluso di Bairo, reso ancora più suggestivo dalla visita nelle prime ore del mattino; a Castellamonte lo scaricatore e la vecchia stazione ferroviaria, dove partivano i treni carichi di ceramica, famosa in tutto il mondo per il suo pregio; Cortereggio a San Giorgio, luogo di nascita di Antonio Michela Zucco (inventore della “Michela”, la macchina per la stenografia a tasti che rivoluzionò il sistema di scrittura veloce e vediamo spesso utilizzata in Parlamento) e territorio della coltivazione della Piattella bianca (presidio Slow Food); il Santuario della SS. Trinità a San Martino; la chiesa di San Giacomo e Casa dell’Eremita a Torre Canavese; lo storico Carnevale di Vialfrè.
Ogni itinerario nasce da una storia reale, frutto di un lavoro di incontro con gli abitanti del territorio, i cui racconti sono stati raccolti e successivamente rielaborati in una serie di residenze artistiche per l’ideazione delle performance.
Le storie saranno raccontate con tanti linguaggi diversi come la musica, con pezzi originali scritti appositamente per ogni luogo da Enea Pascal di IVREATRONIC, e le performance teatrali, con la Compagnia Tecnologia Filosofica e la drammaturgia originale realizzata da Stefano Pandolfini.
I percorsi di Morena Storie sono strutturati in più momenti: la passeggiata immersi nella natura in compagnia di guide professioniste, che permetteranno di scoprire il territorio e la storia del luogo della settimana; l’arrivo nel luogo della Stories, accolti da un assaggio di snack del territorio; la performance site specific. Si può scegliere di partecipare a tutti i momenti o assistere solo alla performance.
Il progetto proseguirà in autunno, con la posa di QRcode che permetteranno l’accesso ai file podcast delle visite di Morena Stories.
Morena Stories è realizzato con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando «In luce. Valorizzare e raccontare le identità culturali dei territori» della Missione Creare attrattività dell’Obiettivo Cultura, che mira alla valorizzazione culturale e creativa dei territori di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta rendendoli più fruibili e attrattivi per le persone che li abitano e per i turisti, in una prospettiva di sviluppo sostenibile.
Morena Stories è stato ideato e sviluppato da TO LOCALS (APOLIDE Festival) insieme a Silvia Limone, Morena Ovest, Compagnia Tecnologia Filosofica (Morenica NET), Fondazione di Comunità del Canavese, Associazione Liberi di Scegliere (La grande invasione), il Castello Ducale di Agliè e IVREATRONIC.
Una notte alla scoperta della cultura egizia in uno dei 50 musei più belli al mondo secondo The Times, con music & drink.
Passa una serata nel museo egizio più antico del mondo, dedicato interamente alla cultura egizia e secondo solo a quello del Cairo.
Nella Galleria dei Re e al 1º piano potrai scoprire centinaia di reperti unici. Nel cortile ti aspettano il nuovo allestimento “Cortile Aperto: Flora dell’antico Egitto” e uno spettacolo di videomapping.
La serata sarà accompagnata dalla selezione musicale curata da Luce Clandestina nel Cortile e da Years of Resistance nella Galleria dei Re.
Nel Cortile del museo e nel Roof Garden ti aspettano i due cocktail bar Martini per rinfrescarti mentre ti intrattieni con i nostri giochi culturali a tema
PLASTIC FREE
L’evento è realizzato senza l’utilizzo di materiali plastici usa e getta con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale.
INGRESSO
L’ingresso all’evento avverrà da Via Accademia delle Scienze 6, 10123 Torino
MARTEDÌ 12 LUGLIO, ORE 18 presso il Circolo Dei Lettori – Sala Lettura in Via Bogino 9 (Torino), siete tutti invitati all’anteprima dell’VIII edizione di ART SITE FEST– Arte contemporanea nei luoghi della storia e dell’impresa che si terrà dal 12 settembre al 7 novembre 2022.
TALES FOR HARSH DAYS – RACCONTI PER GIORNI DIFFICILI è il tema scelto per quest’anno, come ci racconta il direttore artistico di Art Site Fest, Domenico M. PAPA:
«Viviamo giorni segnati da pandemia e guerre, eco di un passato che credevamo di aver dimenticato. Di fronte alle nuove emergenze, ci chiediamo, che cosa può fare l’arte? Ha ancora un compito? Che ne è della bellezza? Con Art Site Fest proviamo a dare una risposta a domande che di certo sopravanzano le poche ambizioni di un festival, nella speranza che l’arte sappia come raccontare questi nostri tempi difficili. Perché raccontare è un modo per salvarsi. Come ci insegnò Sherazade».
Del nuovo programma di Art Site Fest parleranno:
Domenico M. PAPA, Direttore artistico di Art Site Fest
Luca ANGELANTONI, Fondazione CRT
Marco AMATO, Museo Lavazza
Paolo SALVADORI DI WIESENHOFF, Principato di Lucedio
Laura POMPEO, Assessore alla Cultura del Comune di Moncalieri
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