Tag: #turin

  • Giovedì 1 agosto ore 22

    INOCCASIONE DELLA MOSTRA, PER CINEMA A PALAZZO REALE, MARCO GUGLIELMINOTTI TRIVEL INTRODUCE IL FILM “LA SORGENTE DELL’AMORE”

    Fino al 1 settembre il MAO Museo d’Arte Orientale, ospita una grande mostra dedicata all’acqua e all’Islam e al loro rapporto raccontato attraverso l’arte.

    La mostra è una narrazione attraverso immagini, reperti, libri e miniature: tecnologia, vita quotidiana e arte, che per secoli si sono rispecchiate nelle tante diverse fruizioni dell’acqua. L’esposizione testimonia la varietà e la ricchezza di manufatti legati al tema e all’uso dell’acqua. Tra gli oltre 120 manufatti esposti, sono presenti bocche di fontane siriane, tappeti, una coppa in vetro iraniana, uno spargiprofumo proveniente dall’India, oltre a numerosi manoscritti. L’allestimento, un gioco tra suono e movimento dell’acqua, immerge opere e visitatori in un paesaggio di armonie sonore e visive.  La mostra si suddivide in quattro tematiche principali: il percorso prende avvio dalla fruizione religiosa, per passare poi nell’hammam, inteso come luogo di purificazione e aggregazione, seguire poi i percorsi dell’acqua sino all’interno delle case e dei palazzi nella vita quotidiana e concludersi negli spazi aperti dei giardini.

    In occasione della rassegna Cinema a Palazzo Reale,il direttore del MAO Marco Guglielminotti Trivel ha suggerito la proiezione di “La Source des femmes”,pellicola del 2011 diretta da Radu Mihăileanu“Un film al tempo stesso godibile e impegnato, che nel trattare la vita di un piccolo villaggio rimanda a temi generali che riguardano tutti noi – vita, amore, morte – e affronta in modo originale la questione della condizione femminile nel mondo arabo-persiano. L’acqua in questa pellicola ha il ruolo centrale di motore della trama, quella stessa centralità che tale elemento riveste da sempre per i paesi di religione islamica: non solo in quanto fonte di sopravvivenza, come in questo film, ma in tutti gli ambiti culturali che la mostra attualmente in corso al MAO tende ad esplorare. La scena della riunione delle donne che si svolge nel hammam, ad esempio, è rappresentativa del ruolo sociale ricoperto da questi luoghi di aggregazione legati all’acqua.”

    Presentando al MAO, in GAM e a Palazzo Madama il biglietto degli spettacoli di Cinema a Palazzo Reale sarà possibile entrare con ingresso ridotto alla mostra e con i biglietti di ingresso ai musei della Fondazione Torino Musei si potrà usufruire dell’ingresso ridotto alla rassegna di cinema.

     

     

     

  • B L U , B A N S K Y, E R I C A I L C A N E , P H A S E 2 ,

    D E LTA 2 , K A Y O N E, 

    N E V E R C R E W, B E N E I N E, E R O N ,

    A I T O K I T A Z A K I, R U S T Y, Z E D Z

    E D A LT R I A N C O R A

    C’è un teatro a Torino che da qualche anno ha trasformato in palcoscenico anche i suoi muri esterni.

    Sotto le luci dei riflettori non solo le assi della grande sala del Teatro Colosseo – il più grande teatro privato del Piemonte con i suoi 1520 posti – ma anche le pareti del caratteristico edificio dai balconi rotondi nelquartiere di San Salvario. Grazie alla passione della famiglia Spoto, proprietaria del teatro, e alla
    collaborazione con il collettivo di collezionisti Xora, i muri esterni fra Via Madama Cristina e Via Bidone si sono via via popolati di grandi opere di Street Art, dalla mappa trasfigurata del quartiere realizzata da ZEDZ, ai due orsi – uno polare e uno bruno – di Nevercrew e Bordalo II, il portale tridimensionale di Peeta, fino agli ultimi arrivati di Nemo’s e Aito Kitazaki..

    Dalla collaborazione fra il collettivo di collezionisti Xora, Teatro Colosseo e Associazione Culturale Dreams nasce STREET ART IN BLU, una imperdibile mostra dedicata alla Street Art che dal 23 agosto al 29 settembre invaderà gli spazi del noto teatro torinese – dal foyer, agli spazi interni fino alla sala vera e
    propria – trasformandoli in luogo trasversale di cultura.

    Protagonisti indiscussi dell’allestimento – a cura di Lacryma Lisnic – saranno due nomi di fama mondiale come Blu e Banksy. Il primo, italiano e quasi certamente di Senigallia, il secondo di Bristol in Inghilterra, sono accomunati dal mistero che avvolge la loro identità, tenacemente celata al pubblico, e dall’incisività dei loro messaggi che toccano sovente tematiche politiche e sociali. Sono oggi fra gli artisti più quotati e riconosciuti nel mondo.

    Blu artista straordinariamente politico e alternativo al sistema – si dice viva in un camper ai margini di Roma – mette al centro delle sue opere la lotta e la critica sociale, la tutela dell’ambiente. Allergico alla commercializzazione delle sue opere e alla loro esposizione – l’ultima personale autorizzata risale al 2007 e la sua ultima opera multipla al 2012 – conserva intatto il primato della strada nella sua espressione
    artistica.

    Fra le molte sue opere esposte in mostra spiccano una delle serrande dipinte a Bologna negli anni 2000, l’“Uomo Carrarmato”, lo schizzo a biro “page 5” già esposto nella personale “The Street of Europe” del 2007, la stampa “Headquarters” con l’opera realizzata per la celebre mostra “Street Art” alla Tate di Londra e un frammento de “Lo Sniffatore” realizzata in occasione di “Street Art Sweet Art” a Milano nel 2007. Banksy, invece, pur restando nel pieno anonimato, è chiacchieratissimo su media, una vera star globale che provoca con l’ironia, vende i suoi lavori in aste milionarie, inventa costantemente situazioni limite che diventano occasioni per un penetrante marketing virale, capace di far riflettere sorridendo.

    La mostra al Teatro Colosseo darà la possibilità al pubblico di vedere finalmente da vicino molte opere originali di questo artista, dalla iconica e poetica “The Girl with the Balloon” sino alle stampe di chiaro stampo antimilitarista “Applause” e “Bomb middle England”, solo per citarne alcune.
    Non saranno tuttavia solo Banksy e Blu i protagonisti: la mostra sarà anche l’occasione per vedere le opere di altri straordinari talenti della Street Art. Ericailcane, Phase2, Delta2, KayOne, Nevercrew, Aito Kitazaki, Beneine, Eron, Rusty, Zedz sono alcuni
    degli artisti presenti.

    Nomi cha hanno contribuito a rendere le città di tutto il mondo straordinari musei all’aperto e veicolando attraverso le lor opere messaggi di resistenza culturale, ecologia e profondissima umanità. Fra queste, indimenticabile quella che oggi è definita “il primo esempio di writing americano in Italia”, ovvero un’opera realizzata da Phase 2 nella piazzetta di Quattordio nella storica mostra del 1984.

    Originali, stacchi, serigrafie e vinili per un percorso di oltre 100 opere nel mondo affascinante, misterioso e spesso sfuggente della più quotidiana ed eccezionale delle forme d’arte contemporanea.
    Per inaugurare STREET ART IN BLU un opening informale, in pieno Street Art style: giovedì 22 agosto sarà possibile visitare la mostra gratuitamente. Un regalo alla Città di Torino per un appuntamento da non perdere.

    PREVENDITA BIGLIETTI MOSTRA
    Intero: 10 euro
    Ridotto generico Arco Card Teatro Colosseo, tesserati partner): 8 euro
    Ridotto gruppi e scuole per minimo 10 persone e scuole con minimo 15 alunni, ragazzi dai 4 ai 24 anni: 6 euro
    I bambini al di sotto dei 4 anni non pagano. I disabili entrano con biglietto ridotto e accompagnatore gratuito.

    ORARI DELLA MOSTRA
    Dal lunedì al giovedì dalle 15 alle 20
    Venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19
    Sabato e domenica dalle 10 alle 19

    MAGGIORI INFORMAZIONI
    chiamando il numero 0116698034 durante gli orari di apertura della mostra.

  • Il MAO in missione coordinata con il CentroRicerche Archeologiche e Scavi di Torino per il Medio Oriente e l’Asia. 

    A Kharkhorin i Servizi Educativi del MAO lavorano a stretto contatto con i colleghi del Museo di Kharakhorum per sperimentare attività didattiche da proporre alle scuole.

    Il Centro Scavi ha aperto in Mongolia nel 2018 un nuovo fronte di ricerca e formazione grazie alla firma del Memorandum of Understandingcon il Museo di Karakorum e l’Università Statale di Ulaanbaatar.

    Oggi il progetto del Centro Scavigode del supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

    La prima azione concordata con le autorità mongole mira ad avvicinare il pubblico più giovane alle collezioni del Museo di Kharakhorum attraverso la programmazione di una serie di laboratori didattici da proporre alle scuole del territorio.

    Una prima sessione teorico-pratica di formazione si è svolta nell’agosto 2018 presso i locali del Museo di Kharakhorum e ha visto impegnati nel ruolo di formatori un’archeologa del Centro Scavi e uno scultore/ceramista del Museo della Ceramica di Mondovì, nel ruolo di partecipanti i dipendenti del Museo, alcune insegnanti e assistenti sociali operanti nelle scuole di Kharkhorin e i rappresentanti locali dell’UNESCO.

    La seconda sessione del 2019 vede la partecipazione del MAO.

    Questo è il primo passo di una collaborazione più ampia tra tutte le istituzioni coinvolte, collaborazione che si svilupperà nei prossimi anni su un piano scientifico e istituzionale.

    Le attività del Centro Scavi in Mongolia si inquadrano nella cornice dell’Accordo di Collaborazione fra la Città di Torino e la Città di Kharkhorin.

    Nell’ambito dello stesso patto, al MAO si sono già svolte le mostre Un tesoro nella steppaIl monastero di Erdene Zuu in Mongolianel 2016 e La capitale delle steppe. Immagini dagli scavi di Kharakhorum in Mongolia nel 2018.

     

    MAO Museo d’Arte Orientale- Via San Domenico 11, Torino

    da martedì a venerdì 10-18; sabato e domenica 11-19. La biglietteria chiude un’ora prima. Chiuso il lunedì

    Per informazioni Telef. 011.4436932 mao@fondazionetorinomusei.it  www.maotorino.it

  • La Biennale dell’Immagine in Movimento – The Sound of Screens Imploding, per la prima volta in assoluto nella sua lunga esistenza lascia la sua sede storica di Ginevra per trasferirsi a Torino, grazie alla collaborazione avviata tra il Centre d’Art Contemporain di Ginevra e le OGR Torino.

    Sotto la guida di Andrea Lissoni, Senior Curator della Tate Modern di Londra, e di Andrea Bellini, Direttore del Centre d’Art Contemporain, a Torino viene allestita una differente versione della mostra ginevrina, ripensata per gli spazi delle ex officine di Corso Castelfidardo grazie al supporto di Andreas Angelidakis, già architetto della Biennale di Berlino 2014 e di Documenta 2017.

    Partendo dall’idea che l’era della proiezione su schermi stia volgendo al termine per lasciare spazio a nuove e riverberanti realtà, La Biennale dell’Immagine in Movimento– The Sound of Screens Imploding indaga lo stato odierno della video arte e il suo display espositivo, sottolineando il potenziale sperimentale dei nuovi linguaggi e analizzando quelle che sono le peculiarità che li determinano.

    L’analisi sull’attualità e sulla politica è messa in scena grazie a una serie di dialoghi tra artisti differenti per poetica e provenienza geografica, ma tutti solidamente radicati nella storia del loro tempo. Troviamo così esposti in mostra i lavori di

    • Lawrence Abu Hamdan
    • Korakrit Arunanondchai & Alex Gvojic
    • Meriem Bennani
    • Ian Cheng
    • Elysa Crampton
    • Tamara Henderson e Kahlil Joseph
    • Andreas Angelidakis.

    OGR – Corso Castelfidardo, 22  – Torino Binario 1 & 2 

    • Giovedì e venerdì: mostra aperta dalle ore 15.00 alle 22.00
    • Sabato e domenica: mostra aperta dalle ore 11.00 alle 19.00
  • La trama di “Berni e il Giovane Faraone”, il film prodotto da 3ZERO2 e The Walt Disney Company Italia, getta nel caos del mondo contemporaneo Il figlio del faraone Ramsete che si risveglia al Museo Egizio di Torino, luogo perfetto per raccontare  le storie di due adolescenti interpretati dai due attori Emily De Meyer e Jacopo Barzaghi.

    Berenice, interpretata dalla ragazza, è una giovane che vive sulla sua pelle il disagio adolescenziale di sentirsi sempre fuori posto e che, improvvisamente, si ritrova coinvolta in una misteriosa profezia egizia che ha come protagonista Ram, figlio della potente dinastia di faraoni Ramsete. “Berni e il Giovane Faraone” uscirà nelle sale il 20 luglio 2019, mentre a settembre verrà mandato in onda sui canali di Disney Channel.

    L’augurio è che il film avvicini sempre più le nuove generazioni alla cultura egizia, presente e perfettamente rappresentante al Museo Egizio di Torino, luogo scelto dalla produzione per le riprese.

    “Siamo entusiasti di poter dare vita a questa nuova produzione tutta italiana. A rendere tutto ancora più avvincente è la disponibilità di un set prestigioso come il Museo Egizio di Torino, il più antico al mondo nella sua categoria” spiega Daniel Frigo, Country Manager di The Walt Disney Company Italia

    “E’ stata un’ottima opportunità per tutti. Tutte le riprese si sono svolte in orario di chiusura, nel pieno rispetto delle collezioni” spiega la presidente Evelina Christillin, presidente del Museo Egizio di Torino:

    L’avventura fiabesca dei due ragazzi, un’adolescente curiosa e un figlio di Faraone, porterà Torino e il Museo Egizio sugli schermi di tutta Italia, con sincerità e passione, in una storia piena di elementi fantastici e di riferimenti alla millenaria storia dell’antico Egitto.

  • Musei Reali Torino, Sale Chiablese
    Da venerdì 7 giugno a domenica 3 novembre 2019

    Una mostra per raccontare un grande collezionista e la sua storia straordinaria:I mondi di Riccardo Gualino collezionista e imprenditore riunisce nelle Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino, dal 7 giugno al 3 novembre 2019, la collezione appartenuta a Riccardo Gualino, riunendo i due principali nuclei di opere conservate alla Galleria Sabauda di Torino e alla Banca d’Italia di Roma, insieme a dipinti, sculture, arredi e fotografie provenienti da musei e istituzioni torinesi e nazionali, raccolte private e archivi, primo fra i quali l’Archivio Centrale dello Stato.

    La mostra, a cura di Annamaria Bava e Giorgina Bertolino, è un progetto dei Musei Reali di Torino con Banca d’Italia e con la collaborazione dell’Archivio Centrale dello Stato.

    Con oltre trecento opere, tra cui i capolavori di Botticelli, Duccio da Boninsegna, Veronese, Manet, Monet, Casorati, la mostra offre una preziosa occasione per conoscere, per la prima volta in modo esteso, l’intero arco della vita e del collezionismo di Riccardo Gualino, capitano d’industria e finanziere, figura di spicco nell’economia italiana del Novecento. L’esposizione si basa sull’intreccio tra l’arte e la vita artistica, indirizzo che Gualino stesso ha spiegato e sostenuto nell’autobiografia del 1931.
    Nei diciotto ambienti delle Sale Chiablese, le opere sono accostate a partire dalle fonti storiche o allestite in spazi che rinviano a quelli originali: le sale del Castello di Cereseto Monferrato, sua prima residenza in stile neogotico, la palazzina di via Galliari a Torino, l’ufficio all’ultimo piano del palazzo di corso Vittorio Emanuele II. Sono accompagnate da fotografie e immagini che raccontano i mondi di Riccardo Gualino e di sua moglie Cesarina Gurgo Salice, le case in cui abitano, il milieu cosmopolita che frequentano, il clima di un’epoca, dai ruggenti anni Venti alla parabola del regime, dalla Seconda guerra mondiale al Miracolo italiano. Alcune documentano i modernissimi stabilimenti che Gualino ha fondato nei settori del legname e del cemento, della seta artificiale e del cioccolato. Al successo di aziende come la Snia Viscosa e la Unica, corrisponde, fra il 1920 e il 1930, l’apice della collezione, con le acquisizioni di opere come la Madonna in trono di Duccio da Buoninsegna, la Venere di Botticelli, Venere e Marte di Veronese, la Négresse di Édouard Manet, il Paesaggio campestre di Claude Monete del nucleo orientale, con il Buddha in meditazione del XIII-XIV secolo, rilucente nella sua lacca dorata. In questo periodo, i Gualino si fanno ritrarre da Felice Casorati, nelle pose auliche dei signori rinascimentali, assumendo nella vita reale il ruolo di mecenati, sostenitori dei giovani artisti, e in particolare dei Sei Pittori di Torino, della danza d’avanguardia e del teatro, con l’apertura, nel 1925, di una sala privata nella loro residenza e poi del Teatro di Torino.

    La stagione splendida s’infrange con la crisi delle aziende del gruppo, il crack, l’arresto e la condanna dell’imprenditore e finanziere al confino nel 1931.

    La collezione è concessa a garanzia del debito contratto con lo Stato: una parte entra alla Pinacoteca Sabauda, l’altra in Banca d’Italia. Scontata la pena, Riccardo Gualino inizia una nuova vita a Roma.

    Riprende l’attività imprenditoriale, con la Rumianca e la Lux Film, la casa di produzione di Riso amaro di De Santis e di Senso di Visconti. Nella capitale, dove vivrà per trent’anni, perduta la prima favolosa collezione, ne inizia una seconda, di nuovo ricchissima. Il dialogo tra passato e presente si rinnova, come suggeriscono in mostra la giovane Clelia dipinta da Felice Casorati nel 1937 e la trecentesca scultura con Santa Caterina del Maestro della Santa Caterina Gualinoche proprio da lei prende il nome, una delle opere ora riscoperte, tra le molte disperse.

    www.museireali.beniculturali.it

  • Il Mibac – Ministero dei Beni e delle Attività Culturali – con la nuova iniziativa #iovadoalmuseo offre l’ingresso nei musei e aree archeologiche statali ogni prima domenica del mese tra ottobre e marzo.

    Domani 2 giugno, a Torino e dintorni, sarà possibile visitare:

    Musei Reali

    Per sapere come raggiungere i musei consulta la sezione La tua visita.

    Polo Museale del Piemonte 

    • Palazzo Carignano a Torino, ore 10.00/18.00 (ultimo ingresso 17.00)
      L’ingresso può avvenire unicamente in gruppi accompagnati di 25 persone; è consigliabile recarsi nella mattinata per ritirare il biglietto gratuito che consente la prenotazione del primo orario disponibile.
      L’ingresso al Museo del Risorgimento di Palazzo Carignano non è compreso.
    • Villa della Regina a Torino, ore 10.00/18.00 (ultimo ingresso ore 17.00)
    • Castello di Aglié (TO) ore 8.30/19.30 (ultimo ingresso 18.00)
    • Castello e parco di Racconigi (CN) ore 9.00/19.00 (ultimo ingresso 18.00)
    • Abbazia di Vezzolano  (TO) ore 10.00/17.00
      ingresso gratuito anche negli altri giorni.
  •  

    Bruxelles/L’Aia, 21 maggio 2019 – Oggi la Commissione Europea ed Europa Nostra, la principale rete europea per il patrimonio culturale, hanno annunciato i vincitori del più prestigioso riconoscimento a livello europeo, i Premi del patrimonio europeo / premi Europa Nostra 2019. I 25 vincitori, provenienti da 16 paesi, sono stati selezionati per gli eccellenti risultati che hanno ottenuto nel campo della conservazione, della ricerca, della dedizione (contributi esemplari), dell’educazione, formazione e sensibilizzazione. Tra i vincitori di quest’anno nella categoria Conservazione figura l’eccellente restauro della Cappella della Sacra Sindone a Torino. I vincitori saranno premiati nel corso di una Cerimonia di alto profilo che si terrà il 29 ottobre a Parigi, durante il Congresso del Patrimonio Europeo.

    Il premio Europa Nostra sarà riconosciuto anche a due eccellenze di stati europei che non fanno parte del programma UE Europa Creativa, cioè Svizzera e Turchia.

    I cittadini di tutta Europa e del resto del mondo sono invitati ora a votare online per il Public Choice Award in modo da sostenere i risultati raggiunti dal loro e dagli altri Paesi europei.

    Tra le persone appassionate e i progetti di maggior successo premiati nel 2019 nel campo del patrimonio culturale troviamo: lo sviluppo di un archivio digitale dei Rom, uno spazio accessibile a livello internazionale che renderà visibile la cultura e storia dei Rom rispondendo agli stereotipi con una contro-storia dettata dagli stessi Rom; la dedizione di una delle più antiche ONG in Europa che da oltre 175 anni è impegnata nella protezione del patrimonio culturale in Norvegia ed un programma di formazione per specialisti del patrimonio qualificati, provenienti dalla Siria, gestito da un istituto tedesco con sede a Istanbul, esemplare per i paesi Europei e non.

    La Commissione Europea ed Europa Nostra hanno inoltre annunciato un Premio Speciale per il Patrimonio Europeo per onorare i Vigili del Fuoco di Parigi. Assieme alle forze di polizia ed agli esperti in conservazione, i vigili del fuoco hanno coraggiosamente e con perizia combattuto le fiamme che hanno devastato la Cattedrale di Notre Dame nella notte del 15 aprile e sono riusciti a proteggere da completa distruzione la struttura principale del monumento e tutto il patrimonio artistico in essa contenuto. Vedi il comunicato stampa dedicato a questo Premio Speciale nella categoria “contributi esemplari al patrimonio” qui.

    “Sono immensamente orgoglioso di congratularmi con i vincitori dei Premi del patrimonio europeo / premi Europa Nostra 2019. Questi eroi del patrimonio – professionisti e volontari di tutta Europa – hanno realizzato qualcosa di veramente incredibile. Il loro lavoro per restaurare, salvaguardare, sostenere o promuovere i monumenti e i siti europei è della più alta qualità immaginabile. Gli awards sono prova del notevole impatto che i progetti per il patrimonio hanno sulla nostra economia, il nostro ambiente, la nostra cultura e la nostra qualità di vita. Il patrimonio culturale europeo è una risorsa chiave per il futuro dell’Europa e per la nostra stessa prosperità. Questo è un importante messaggio ai cittadini di tutta Europa ed ai futuri leader delle istituzioni europee prima delle prossime elezioni europee” ha dichiarato Plácido Domingo, il famoso cantante d’opera, Presidente di Europa Nostra.

    “Il nostro patrimonio culturale è la nostra risorsa comune, un’eredità del passato sulla quale costruire il nostro futuro. Esso ha un posto speciale nei cuori delle persone e nelle loro vite quotidiane – ed è fondamentale nel favorire un senso di appartenenza. L’Anno Europeo per il Patrimonio Culturale che abbiamo celebrato nel 2018 ha evidenziato questo suo importante ruolo. Ora il nostro compito è quello di continuare a promuoverlo negli anni a venire. I vincitori di quest’anno dei Premi del patrimonio europeo / premi Europa Nostra stanno giocando un ruolo cruciale in questo sforzo comune grazie alla loro dedizione e alla qualità del loro lavoro, e mi congratulo calorosamente con loro” ha detto Tibor Navracsics, Commissario Europeo per Istruzione, Cultura, Gioventù e Sport.

    Quattro giurie indipendenti costituite da esperti del patrimonio provenienti da tutta Europa hanno esaminato un totale di 149 domande, presentate da organizzazioni e da singoli individui di 34 paesi europei diversi, e selezionato i migliori.

    I vincitori saranno celebrati nel corso della Cerimonia di Premiazione dell’European Heritage Awards, che sarà presentata dal Commissario Europeo Tibor Navracsics e dal Maestro Plácido Domingo, ed organizzata sotto l’alto patrocinio del presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron la sera del 29 Ottobre a Parigi.

    Durante la cerimonia saranno annunciati i sette vincitori dei Grand Prix (ciascuno dei quali riceverà 10 000 €) e il vincitore del premio del pubblico (Public Choice Award).

    La Cerimonia sarà presenziata da un pubblico di ufficiali di altro-livello delle istituzioni europee e degli Stati Membri, rappresentanti delle organizzazioni per il patrimonio, professionisti del campo e sostenitori da tutta Europa.

    I vincitori presenteranno i risultati del loro lavoro sul patrimonio alla Fiera dell’Eccellenza (Excellence Fair) il 28 ottobre 2019.

    Parteciperanno inoltre a vari altri eventi del Congresso sul Patrimonio Culturale Europeo, che avrà luogo dal 27 al 30 ottobre 2019.

    Il bando per l’edizione del 2020 del Premio sarà pubblicata nel Giugno 2019 sul sito web dedicato.

  • Riapre l’appartamento dei Principi Forestieri

    Prosegue l’impegno dei Musei Reali per ampliare l’accessibilità e il miglioramento dei percorsi di vista.

    Palazzo Reale festeggia la riapertura dell’Appartamento dei Principi Forestieri, chiuso da oltre quindici anni. Dopo un impegnativo intervento di manutenzione straordinaria e di riallestimento, riaprono al pubblico sette ambienti dell’ala nord, affacciati sul giardino, progettati da Filippo Juvarra tra il 1733 e il 1734, completati da Benedetto Alfieri, e parzialmente rimodellati da Pelagio Palagi a metà Ottocento.

    In occasione della riapertura dell’Appartamento dei Principi Forestieri, sarà presentato al pubblico anche il restauro della Tribuna Reale, che accoglieva i sovrani per assistere alla messa nel duomo. Anche per la Tribuna Reale è previsto un programma di visite guidate che prenderà avvio entro l’estate.

    Il progetto è stato possibile grazie al fondamentale contributo di Compagnia di San Paolo, che ha sostenuto il restauro degli ambienti   contribuendo a garantirne l’accessibilità partecipando al progetto di ampliamento dei percorsi di visita, che prevede l’inserimento di nuovo personale di supporto della società Ales-Arte Lavoro e Servizi nei percorsi del Palazzo Reale.

    I restauri sono stati realizzati anche grazie alla collaborazione dell’Associazione Amici di Palazzo Reale, che offrirà un servizio di visite guidate nei fine settimana.

    L’Appartamento dei Principi Forestieri

    Progettato da Filippo Juvarra tra 1733-34, completato e arredato da Benedetto Alfieri tra 1738 e 43, ebbe negli anni 1841-45 integrazioni ad opera di Pelagio Palagi, che intevenne anche rielaborando intagli settecenteschi recuperati dall’appartamento di facciata del secondo piano. Con il regno di Vittorio Emanuele II (1849-1878), l’appartamento fu trasformato in foresteria e ospitò nel 1855 don Pedro V re del Portogallo. Le sale ospitano molte opere d’eccezione e diverse curiosità. Vi si accede attraversando la Galleria delle Battaglie, con la grande volta affrescata di Claudio Beaumont che raffigura il Trionfo della pace e delle arti liberali (1747). Di grande fascino anche il soffitto affrescato di Lorenzo Pecheux (1778) con La verità inseguita dal tempo e le quattro volte di Francesco De Mura (1741-43), di cui ben conservate Le storie di Teseo e I giochi olimpici. Le stanze sono arricchite con lambriggi, porte e ante di finestre dipinte: nella Sala da Pranzo le Boscarecce di Vittorio Amedeo Cignaroli (1740); nella Camera da letto le Scene di vita popolaredi Pietro Domenico Olivero (1739-41); altre salette con rovine del Gambone e fiori della Gili. Alle pareti, i dipinti propongono una campionatura di ritratti settecenteschi e quadri di storia. Completano l’arredo il grande modello della facciata di Palazzo Reale progettata da Domenico Ferri (eseguito da Gabriele Capello detto il Moncalvo), e varie sculture in marmo, come il Putto col pellicano di Francesco Ladatte e il tavolino con Putti in girotondo (1720, già nel castello di Rivoli) di Carlo Tantardini.

    La Tribuna Reale

    Progettata dall’architetto Francesco Valeriano Dellala di Beinasco nel 1775 e ornata dai grandi telamoni in legno scolpito di Ignazio Perucca, su modello del Bernero. Le pitture spettano ai fratelli Pozzo, mentre gli intagli furono approntati da Croce, De Giovanni e Riva. L’ambiente è stato oggetto di una manutenzione straordinaria, con il restauro della straordinaria serie di ventole realizzate da Giuseppe Maria Bonzanigo nel 1790.

    Foto© Daniele Bottallo e Paolo Formica

  • Sabato 18 maggio, in occasione della Festa dei Musei, i Musei Reali di Torino sono aperti al pubblico gratuitamente durante il consueto orario.

    Dalle 19,30 alle 22,30 i Musei saranno visitabili al prezzo speciale di 1 Euro (orari biglietteria: 18,30 – 21,30).

    Sarà visitabile a pagamento la mostra in Galleria Sabauda Leonardo

HTML Snippets Powered By : XYZScripts.com