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  • DAL 15 AL 19 MAGGIO A SALUZZO LA 42° MOSTRA NAZIONALE DELL’ANTIQUARIATO: NELLE SALE DELLA CASTIGLIA ANTIQUARI DA TUTTA ITALIA

    Continuano gli appuntamenti del festival START/storia arte Saluzzo: mercoledì 15 maggioè il momento dedicato agli antiquari, con l’inaugurazione alle ore 18 della 42° Mostra Nazionale dell’Antiquariato, che fino a domenica 19 maggio si svolge al Castello dei Marchesi di Saluzzo, la Castiglia, già location delle mostre Il Labirinto dei Simboli e Ritmo Bodoni, dedicate all’arte contemporanea.

    Qualità senza tempo, per una Saluzzo che sa riconfermarsi Capitale dell’antiquariato, con una mostra che è un contenitore di eleganza riconosciuto a livello italiano, sempre capace di cambiare pelle e rinnovarsi, pur rimanendo fedele e attento alla qualità dell’arte antica.

    L’edizione 2019 si presenta con una prima novità che riguarda la scelta degli spazi di allestimento: saranno infatti le suggestive stanze del castello dei Marchesi di Saluzzo, ricche di fascino e storia, a ospitare gli antiquari e il loro pezzi pregiati e ad accogliere un pubblico attento, curioso e, soprattutto, avvezzo ad arte e bellezza.

    In mostra presenti una trentina di antiquari: oltre alle storiche imprese saluzzesi, la 42° Mostra Nazionale dell’Antiquariato vedrà la partecipazione di nomi importanti del settore provenienti da tutta Italia, che porteranno in mostra opere di epoche diverse. Il pubblico compirà così un vero e proprio viaggio nel tempo, tra opere dal Medioevo al Periodo Impero, monetari in tartaruga, sculture lignee medievali, dipinti del ‘600 e ’800, maioliche, arredi di alto antiquariato e fondi oro.

    Gli antiquari dell’edizione 2019 sono: Mauro Giordanino (Saluzzo), L’Antiquasi (Torino), Antichità Brancaccio (Saluzzo), Art Collectors (Milano), Raffaello Pernici (Rosignano Marittimo), Flart di Gallo Flavio (Sommariva Perno), Antichità Costa (Saluzzo – Limone Piemonte), Antichità Avico – 900 & Design (Niella Tanaro), Ars Antiqua (Milano), Opo S.R.L. (Salò), Antichità Alessandro Bruna (Saluzzo), Bonanomi Antiquariato (Moncalvo), Galleria Il Portico (Pinerolo), Antichità Macrì (Torino), Ambrosi (Monselice), Francesco Obligato (Torino), Trionfante Antichità (Milano), La Gallerya di Audino e Sarietto (Fontanelle di Boves), Fabbri Arte Alto Antiquariato (Mantova), Matta Antichità (Verolengo), Lentini Antichità (Villanova D’Asti), Art Fine (Milano), Arts & Houses di Alex Barra (Paesana), Centro Arte La Tesoriera di Andrea Armato (Torino), Architechture (Bergamo), Lombardo & Partners Antiques (Rivoli), Mauro Reinaudo Antichità (Torino), Galleria Antiquaria Di Brisco (L’Aquila).

    L’edizione 2019 sarà arricchita da una serie di eventi collaterali. Tra questi la presentazione in Castiglia giovedì 16 maggio ore 18, a cura del Prof. Piccat e del FAI Saluzzo, del pittore fiammingo Hans Clemer, detto Maestro d’Elva(Fiandre, ante 1480 – Piemonte, post 1512), esponente della pittura gotico-fiamminga e che è stato attivo in Piemonte nella zona di Saluzzo.

    Inoltre il 15 maggio inaugurerà sempre in Castiglia la mostra fotografica Cento Donne Per La Storia, la mostra fotografica itinerante che celebra il Centenario di Zonta International.

    Partita da Alessandria i primi giorni di aprile, la mostra toccherà tutte le città del Nord Ovest Italia dell’Area 03 del Distretto 30, in cui si trova un Club Zonta. Nell’anno del Centenario, i Club Zonta dell’Area 03 del Distretto 30, vogliono onorare le Donne che hanno contribuito a cambiare il mondo dal contesto locale a quello mondiale. Tra queste saranno anche presenti due Donne Saluzzesi, una di nascita e una di adozione: Magda Olivero e Madre Elvira.

    Proseguono inoltre gli appuntamenti di Start/storia e arte Saluzzo che fino al 26 maggio permettono di scoprire l’arte contemporanea e l’artigianato, con le mostre per Start/Arte Il Labirinto dei Simboli e Ritmo Bodoni in Castiglia, l’opera vincitrice del Premio Matteo Olivero Harp esposta alla Sacrestia di Sant’Ignazio, l’esposizione del progetto vincitore dell’hackathon per Start/Artigianato dal 17 al 26 maggio in Casa Cavassa, e gli eventi di Start Off che tutti i giorni animano Saluzzo.

     

     

  • Sabato 18 maggio apertura straordinaria di GAM, Palazzo Madama a partire dalle 18.00 e del MAO a partire dalle 19.00 fino alle 23.00, tutti con ingresso a tariffa speciale: 1 euro le collezioni permanenti e le mostre temporanee. Visite guidate serali alle mostre.

    La Fondazione Torino Musei aderisce anche quest’anno alla Notte Europea dei Musei che torna in tutta Europa per la Quindicesima edizione, proponendo l’apertura straordinaria serale delle collezioni e delle mostre in corso alla GAM– Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, a Palazzo Madama– Museo Civico d’Arte Antica(a partire dalle 18.00) e al MAO Museo d’Arte Orientale (a partire dalle 19.00), con ingresso a tariffa speciale fino alle 23.00 di 1 euro per le collezioni permanenti e le mostre temporanee. Inoltre completano l’offerta due visite guidate serali(alle 19.00 e alle 21.00) per ogni mostra.

    I musei chiuderanno alle 23.00, con ultimo ingresso alle 22.00.

    In particolare:

    alla GAM – Apertura straordinaria dalle 18.00 alle 23.00

    Collezioni permanenti e mostre: Giorgio de Chirico Ritorno al futuro, Ando Gilardi reporter, Ketty la Rocca. Appendice per una supplica, Pittura spazio scultura 1 euro

    a Palazzo Madama – Apertura straordinaria dalle 18.00 alle 23.00

    Collezione permanente dedicata alle arti dalGotico al Rinascimentoe mostre: Steve Mc Curry. Leggere, Notre Dame de Paris. Sculture gotiche dalla grande cattedrale 1 euro

    Chiudono alle ore 18.00 il primo e secondo piano il piano, il fossato e il Giardino della Principessa.

    al MAO Museo d’Arte Orientale – Apertura straordinaria dalle 19.00 alle 23.00

    Collezioni permanenti e mostre: Goccia a goccia dal cielo cade la vita, Safar. Viaggio in Medio Oriente 1 euro

  • Dal 9 al 13 maggio 2019, Il gioco del mondo

    Il Salone Internazionale del Libro di Torino torna dal 9 al 13 maggio 2019 nei Padiglioni 1, 2, 3 e Oval di Lingotto Fiere. Cinque giorni per raccontare Il gioco del mondo, ovvero ibridazioni e identità, felicità e crisi, logiche e irrazionalità, evoluzioni e battute d’arresto: il contemporaneo con le sue tensioni, controversie e speranze attraverso la pluralità delle voci e visioni di scrittori, scienziati, giornalisti, artisti, registi.

    Un appuntamento in cui ascoltare e condividere storie diventa non solo strumento di decodifica del reale ma anche volontà del superamento delle barriere e responsabilità del fare, in una logica di ripensamento delle relazioni umane.

    Poiché i paesi hanno confini ma le parole e le idee no, il Salone avrà una lingua ospite, lo spagnolo, tra le più parlate al mondo. Il manifesto dell’edizione è di MP5. Che abbia un bambino come protagonista non è un caso. Il Salone – con il suo Bookstock Village – è il luogo in cui si stringe, anno dopo anno, un’alleanza con le nuove generazioni. Il futuro sarà il loro, per questo è necessario coinvolgerli nel gioco del mondo.

    Ma la festa dei libri è dentro e fuori Lingotto con il Salone OFF, che invaderà i quartieri di Torino e una ventina di comuni della Città Metropolitana per esplorare lo spazio urbano e il territorio attraverso la lente della cultura.

    Il programma della 32° edizione del Salone del Libro è stato presentato al Teatro Espace martedì 16 aprile 2019 da Silvio Viale, presidente dell’Associazione Torino, la Città del Libro, Giulio Biino, presidente della Fondazione Circolo dei lettori, Maurizia Rebola, direttore della Fondazione Circolo dei lettori, e Nicola Lagioia, direttore del Salone Internazionale del Libro di Torino. Alla presenza, tra gli altri, di Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte, e Chiara Appendino, sindaca della Città di Torino.

    Il Salone Internazionale del Libro di Torino 2019 è un progetto diAssociazione Torino, la Città del Libroe Fondazione Circolo dei lettori, con il sostegno di Regione Piemonte, Città di Torino, Compagnia di San Paolo Fondazione CRT, e di MiBACCentro per il libro e la lettura, Associazione delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte, Italian Trade Agency ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, Camera di CommercioIndustria Artigianato e Agricoltura di Torino, Fondazione Sicilia e Fondazione con il Sud. Con il riconoscimento dellaDirezione Generale Cinema del Ministero dei beni e delle attività culturali.

    Partner culturali:Bologna Children’s Book Fair – Bologna Fiere, Dipartimento educazione Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea,Encuentro,Eurimages,FCTP – Film Commission Torino Piemonte, Fondazione Merz,Fondazione per la Scuola Compagnia di San Paolo, Frankfurter Buchmesse,Goethe-Institut Turin,Institut français, Instituto Cervantes, Lucca Comics & Games, pordenonelegge, TorinoFilmLab,TorinoReteLibri.

    Charity partner: Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro ONLUS. Social partner: ActionAid.Collaborazioni:Associazione Abbonamento Musei, Dipartimento di Management dell’Università di Torino, ANPAS, Croce Verde Torino, Exar – Social Value Solutions, GTT – Gruppo Torinese Trasporti, Master Giornalismo “Giorgio Bocca”, Teatro Stabile Torino – Teatro Nazionale,TObike.Hospitalilty partner:YEG – Your Event Groupe Federalberghi Torino. Official Carrier:Trenitalia. Segreteria organizzativa:Salone del Libro Srl.

    L’Associazione culturale Torino, la Città del Libro ha acquisito marchio e compendio archivistico del Salone grazie al sostegno di Compagnia di San PaoloeFondazione CRTche da sempre contribuiscono a realizzare al meglio la manifestazione. Immediatamente l’ha messo a disposizione del territorio, coinvolgendo la Fondazione Circolo dei lettoriper la costruzione della 32° edizione. Grazie all’accordo tra i due enti, la Fondazione si occupa di elaborare il programma culturale nonché della comunicazione dell’evento. La Salone Libro Srl ha in capo i contatti con gli espositori, la progettazione e realizzazione di tutti gli spazi, il layout degli allestimenti e la gestione della sicurezza.

    Inoltre, il Comitato d’Indirizzo, presieduto da Maurizia Rebola, direttore della Fondazione Circolo dei lettori, è il luogo del coordinamento delle attività organizzative. Vi prendono parte Nicola Lagioia, direttore editoriale del Salone Internazionale del Libro di Torino; Silvio Viale, presidente dell’Associazione Torino, la Città del Libro; i rappresentanti della Regione Piemontee della Città di Torino; e uno per ciascuna associazione di categoria: ADEI, Associazione degli Editori Indipendenti; AIB, Associazione Italiana Biblioteche; AIE, Associazione Italiana Editori; ALI, Associazione Librai Italiani; SIL, Sindacato Italiano Librai.

    Al Salone collaborano i consulenti culturali: Paola Caridi, Ilide Carmignani, Mattia Carratello,Giuseppe Culicchia, Fabio Geda, Giorgio Gianotto, Alessandro Grazioli, Loredana Lipperini, Giordano Meacci, Eros Miari, Francesco Pacifico, Valeria Parrella, Christian Raimo,Rebecca Servadio,Lucia Sorbera, Annamaria Testa.

    Main partner: Intesa Sanpaolo;

    Partner: Lavazza, Reale Mutua, Cantine Damilano,Valmora, Guido Gobino, Fuze Tea, Rossopomodoro, IBS.it, Costa Crociere, Automotoclub Storico Italiano, Mercato Centrale Torino, Yogi Tea;

    In kind partner: Lago, Eataly, Audible, Carioca, Compagnia dei Caraibi, EXKi,Viridea;

    Main Media Partner: Rai;

    Media partner: La Stampa.

     

    Per info sul salone del libro

  • In occasione del V Centenario della scomparsa di Leonardo da Vinci, Poste Italiane sarà presente con un servizio filatelico temporaneo.

    L’annullo, promosso da Poste Italiane, potrà essere richiesto giovedì 2 maggio 2019 dalle 11.30 alle 13.30 circa presso i Musei Reali – Biblioteca Reale in piazza Castello 190 a Torino.

    Con il bollo speciale sarà timbrata la corrispondenza in partenza presentata direttamente allo sportello, dove saranno inoltre disponibili le più recenti emissioni di francobolli, insieme ai tradizionali prodotti filatelici di Poste Italiane: folder, pubblicazioni filateliche, cartoline, buste primo giorno, libri e raccoglitori per collezionisti.

    Il timbro figurato, dopo l’utilizzo nella giornata del 2 maggio 2019, sarà depositato presso lo “Spazio Filatelia Torino” Via Alfieri, 10 per i sessanta giorni successivi, a disposizione del pubblico marcofilo.

  • Il lungo ponte, iniziato il venerdì santo, ha portato oltre 32.000 persone, tra turisti e torinesi, a concedersi una giornata di visita ai Musei Reali di Torino.

    Per tutta la durata del ponte, con dei picchi di affluenza nei giorni di festa, le sale di Palazzo Reale, dell’Armeria e del Museo di Antichità sono state affollate dai visitatori, attratti dalle pregiate collezioni custodite nei Musei.

    Protagonista in Galleria Sabauda la mostra in corso nelle Sale Palatine fino al 14 luglio, Leonardo da Vinci. Disegnare il futuro, che dal giorno della ha registrato oltre 15.000 biglietti staccati.

    L’esposizione celebra i cinquecento anni dalla morte del genio e ruota intorno al nucleo di disegni autografi di Leonardo da Vinci conservati alla Biblioteca Reale di Torino (tra gli altri l’Autoritratto e Volto di fanciulla).

    Le altre mostre in corso alla sono

    • Ad acqua. Vedute e paesaggi di Bagetti: tra realtà e invenzione (fino al 1 maggio, Galleria Sabauda)
    • Le armi e il potere: l’Arcangelo longobardo (fino all’11 maggio, Museo di Antichità).

    I Musei Reali saranno aperti anche mercoledì 1 maggio 2019.

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    La mostra multimediale che coinvolge il visitatore a 360 gradi nell’arte dell’Impressionismo.

    Arriva in Italia l’esperienza” sublimata ad un livello visuale mai visto: il piacere di scoprire un nuovo modo di osservare il mondo e la natura; l’immersione totale nel cuore pulsante dell’arte.

    La mostra multimediale rende omaggio a Claude Monet, il principale fondatore oltre che più coerente e prolifico esponente del movimento impressionista. Il pittore che ha contribuito a cambiare la storia dell’arte attraverso un nuovo approccio verso l’esterno, cogliendo e rendendo eterno quel momento irripetibile di vita che passa veloce, quell’attimo da cogliere che viene fissato nella sua interezza e nella sua bellezza.

    L’experienceè prodotta e distribuita a livello internazionale dall’azienda belga Exhibition Hube dall’azienda torinese Dimensione Eventi, già partner per molte mostre, tra cui “Van Gogh – The Immersive Experience” e “The Art of the Brick”. E’ promossa invece in Italia dall’Associazione Culturale Dreams, riuscita, in collaborazione con Next Exhibition, nell’intento di portare la mostra multimediale a Torino per la sua prima mondiale. L’iniziativa vede anche il patrocinio di Regione Piemonte e di Città Metropolitana di Torino.

    Mario Iacampo, Presidente di Exhibtion Hub, ha dichiarato: “Siamo molto contenti di iniziare il nostro cammino da Torino. Anche la nostra experience su Van Gogh è partita dall’Italia, da Napoli, con un grande successo, che ora speriamo di bissare con Claude Monet. Sono molte ormai le installazioni definite come mostre multimediali, ma tengo a sottolineare che il pubblico vedrà a Stupinigi il livello visual massimo che la tecnologia odierna può offrire in questo campo.

    Siamo certi che sarà un viaggio entusiasmante per la sua originalità, capace di stupire ed emozionare un pubblico eterogeneo, da appassionati d’arte a giovani studenti”.

    La location ospitante è la Citroniera di Ponente della Palazzina di Caccia di Stupinigi, pronta ad illuminarsi di nuovi colori, scenari e paesaggi; delle atmosfere suggestive della natura, cristallizzate nella pittura en plein air.

    Martina Palvetti, responsabile di Next Exhibition: “La scelta di questa location non è stata casuale. Abbiamo puntato ad un’eccellenza per l’eccellenza, con il desiderio di far avvicinare il pubblico all’arte in tutte le sue forme. Venire a vedere Monet – The Immersive Experience sarà occasione per vedere la bellissima location che ci ospita e nella stessa maniera chi deciderà di trascorrere una giornata estiva con gita fuori porta a Stupinigi potrà conoscere l’anima di Monet”.

    CLAUDE MONET – The IMMERSIVE EXPERIENCE interagisce con l’osservatore, lo prende per mano e lo invita ad entrare dentro ai capolavori di uno dei pittori più amati di tutti i tempi. Il visitatore cammina all’interno dei quadri, grazie ad un innovativo sistema di proiezione 3D mapping.

    Nel dettaglio l’area espositiva sarà rivoluzionata con il montaggio di grandi schermi che, grazie a proiettori video di altissima definizione, renderanno possibile l’impossibile: le raffigurazioni dei quadri più conosciuti di Monet prenderanno vita coinvolgendo e abbracciando il pubblico. Ogni superficie diventerà arte… pareti, soffitti e pavimento.

    Nel percorso video, della durata di circa un’ora, sarà possibile gustare l’arte dadiversi punti di vista: in piedi, seduti o addirittura sdraiati a terra, diventando parte integrante del quadro.

    L’osservatore diventa protagonista dell’opera, ampliando i propri sensi verso onde di colori e suoni.Una magia di sfumature e di immagini a ritmo di una colonna sonorache accompagnerà il visitatore, esaltando ancora di più l’emotività del viaggio.

    Un vero e proprio spettacolo che si conclude con l’area della Virtual Reality Experience, grande novità. Adulti e bambini, grazie al supporto di visori ad altissima definizione, potranno vivere un’esperienza del tutto realistica nell’arte di Monet.

     

  • Palazzo Madama, per raccontare al pubblico la storia della cattedrale di Notre-Dame di Parigi – a seguito del tragico incendio subito da questo monumento – offre sabato 20 aprile l’ingresso gratuito a tutti i visitatori della mostra Notre-Dame de Paris. Sculture gotiche dalla grande cattedrale, in corso dal 5 aprile al 30 settembre 2019.

    Una mostra innovativa e multimediale, che dà vita a quattro sculture goticheprovenienti dallacelebrecattedrale di Notre-Dame de Paris.

    L’esposizione, curata della conservatrice di Palazzo Madama Simonetta Castronovoe allestita nella Sala Stemmi del museo, è frutto di una collaborazione con il Musée de Cluny – Musée national du Moyen Âge di Parigi, che ha eccezionalmente prestato a Palazzo Madama questi capolavori.

    Anche Theatrum Sabaudiae appoggia l’iniziativa proponendo due tour guidati gratuiti (sabato 20 aprile) alle ore 15.00 e alle ore 16.00.
    Il percorso sulla scultura gotica francese, dedicato alla cattedrale, si snoda attraverso le collezioni di Palazzo Madama e la mostra in corso. L’itinerario parte dal secondo piano del museo per soffermarsi sui preziosi e delicati oggetti in avorio intagliato da botteghe parigine: piccoli altari per la devozione privata ed eleganti scatole per specchi, testimonianza della maestria degli intagliatori e del raffinato gusto delle aristocrazie di corte e della ricca borghesia. Segue, quindi, la visita alla mostra Notre-Dame de Paris, allestita al piano terra, che illustra la storia del cantiere e le vicende della cattedrale nel corso dei secoli.

    Ingresso libero fino a esaurimento posti
    Prenotazione consigliata: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

    Per maggiori informazioni sulla mostra 

  • La mostra si apre con la sezione Antichi modelli, dedicata al confronto conl’eredità classica, banco di prova per tutti gli artisti del Rinascimento. Con ildisegno dei Carri muniti di falci, un esempio tra i più spettacolari dellemolteplici visualizzazioni di strumenti bellici dell’antichità, Leonardo recupera epone a verifica il tema della macchina da guerra; con Ercole e il leone Nemeoentra in scena il motivo della figura eroica incarnata da Ercole, dovel’immagine si ricollega al progetto di una statua per la piazza della Signoria aFirenze. Con il superbo Volto virile di profilo coronato di alloro, infine, Leonardosi cimenta con il tema della “Testa all’eroica”, un altro soggetto di derivazione classica caro agli artisti del Rinascimento.

    La sezione Corpi, strutture, funzioni inizia con la pagina spettacolare deiNudi per la Battaglia di Anghiari e altri studi di figura riconducibile ad opere specifiche di Leonardo, oltre alla Battaglia, i monumenti equestri dedicati a Francesco Sforza e Gian Giacomo Trivulzio. Accanto, sono riuniti i fogli dedicati a temi che riguardano da diverse angolazioni lo studio di figura, delleproporzioni, dell’anatomia, dei corpi in movimento, del rapporto dell’uomo conil cavallo, del cavallo come soggetto artistico ma anche oggetto di comparazione anatomica con il corpo umano. Tutti questi temi si intrecciano nei disegni di Leonardo come pensiero unitario, e sono posti a confronto con esempi di soggetto analogo di Antonio del Pollaiolo, Botticelli, Michelangelo e Raffaello, opere provenienti da musei di Firenze, Parigi, Haarlem e Oxford.

    Nel disegno con Studi di proporzioni del volto e dell’occhio, Leonardo indaga i rapporti di misura delle varie parti del volto, collegandole mediante uncommento scritto alla struttura ossea sottostante: «dove l’occhio termina nella cassa dell’osso che lo contiene». Il piccolo disegno dedicato all’occhio richiama l’importanza che Leonardo assegna al senso della vista, che in numeroseoccasioni definisce “il miglior senso”, per il suo valore come strumentoconoscitivo (Codice Atlantico) e per le sue connessioni con il cervello.

    La terza sezione, Disegno e poesia, ha un carattere intimistico e intendeportare l’attenzione sul rapporto tra il disegno e la scrittura, soprattutto quella caratterizzata da accenti ritmici. In questo caso si tratta di uno schizzo abbinato a un breve componimento poetico che allude al destino degli amanti

    accecati dalla passione e dello straordinario Codice Trivulziano, con la nota terzina satirica attribuita a Bramante: «Se ’l Petrarcha amò sì forte il lauro / fu perché gli è bon fra lla salsicia e tordo / i’ non posso di lor giance far tesauro». Accanto, due celebri rime di Michelangelo, un sonetto di Raffaello e composizioni poetiche di Donato Bramante.

    Al centro del percorso, la quarta sezione intitolata Autoritratto è interamente dedicata all’Autoritratto di Leonardo, una delle icone più celebri della storia dell’arte italiana. In questo volto assorto, incorniciato dai lunghi capelli e dallabarba fluente, con la fronte solcata di rughe, la piega austera delle labbra el’ombra profonda degli occhi, generazioni di conoscitori e di storici dell’arte hanno riconosciuto l’immagine dell’artista da vecchio, forse ispirata a quella diun saggio o di un filosofo antico. In questa sorprendente sezione,L’Autoritratto, tema più che mai attuale, dialoga con opere d’artecontemporanea realizzate da Luigi Ontani, Salvo e Alberto Savinio.

    Il percorso prosegue con la sezione Volti tra realtà e idealizzazione,dedicata al tema dei moti dell’animo, di cui Leonardo è stato maestroindiscusso, e si incentra sul Busto di giovane donna visto di tre quarti, dariferirsi a una prima idea per l’angelo della Vergine delle rocce, e sullo Studio di testa virile in tre posizioni. Seguendo i precetti di Leon Battista Alberti, Leonardo esplora la diversità dei caratteri fisionomici e la loro mutevolezzaespressiva a seconda della posa, dell’incidenza della luce e degli stati emotivi, arricchendo così all’infinito, attraverso l’osservazione e la registrazione deldisegno, il catalogo dei tipi umani a cui l’artista può attingere per restituire un’immagine più vera e più convincente del mondo reale. Sono presentati disegni e dipinti di artisti attivi negli stessi anni di Leonardo, che evidenzieranno connessioni, tipologie, predilezioni e attitudini, tra cui Verrocchio e Raffaello, e i leonardeschi Ambrogio de Predis e Giovanni Antonio Boltraffio.

    La penultima tappa del percorso è interamente dedicata al Codice sul volo degli uccelli, che ha origine da un piccolo quaderno con sette disegni tracciati a pietra rossa, di vario soggetto: una gamba, un ramoscello, due foglie, due fiori e una testa di tre quarti. Niente più che un taccuino per schizzi dal vero e per piccoli studi. Nella primavera del 1506, quando è a Firenze, Leonardo decide di reimpiegare il quadernetto per trascrivere i suoi appunti sul volo, conosservazioni e descrizioni finissime sul comportamento nell’aria di varie speciedi uccelli, fino alle annotazioni tecniche per la macchina volante a propulsioneumana. L’uccello e l’aliante, la macchina della natura e quella dell’uomo, siidentificano e si sovrappongono; le curiosità del naturalista si intrecciano aquelle dell’ingegnere, e dal racconto del volo ascensionale ad ala battente si arriva ai disegni analitici che raffigurano le nervature portanti dell’alaartificiale.

    La settima e ultima sezione affronta un tema inedito: Leonardo e il Piemonte. Imperniata attorno al foglio 563r del Codice Atlantico conl’annotazione riguardante il “Navilio di Invrea facto dal fiume della Doira” e alle annotazioni sul variare del colore del cielo durante un’ascesa al Monte Rosa (“E questo vedrà come vid’io, chi andrà sopra Monboso, giogo dell’Alpi che dividano la Francia dalla Italia…” Codice Leicester, c. 4r), la sezione dà conto, oltre che del corso del Po, dalla sorgente all’Adriatico, delle località piemontesiricordate da Leonardo (Saluzzo, Alessandria…) per loro peculiari caratteristiche. Una spettacolare ricostruzione del Monte Rosa e una mappastorica con un sorvolo leonardesco “a volo d’uccello” lungo il corso del navigliodi Ivrea consentirà al visitatore di immedesimarsi con le parole di Leonardo. La contestualizzazione del tema confronterà la Geographia di Tolomeo, il De re aedificatoria di Leon Battista Alberti, il trattato d’architettura di Francesco diGiorgio (Torino, Biblioteca Reale, Codice Torinese Saluzziano 148).

    Foto di Copertina:  Danile Bottallo

  • Alcuni dei più importanti musei europei ed extraeuropei – tra i quali l’Ashmolean Museum of Art and Archaeology di Oxford, il L.A. Mayer Museum of Islamic Art di Gerusalemme, il Benaki Museum di Atene, il Museo de La Alhambra diGranada, laBiblioteca Apostolica Vaticana, il Museo Nazionale del Bargello di Firenze, il MUCIV – Museo delle Civilta’ di Roma – hanno messo a disposizione le loro preziose opere per realizzare una grande mostra che racconta il rapporto tra acqua e Islam, dalle sue radici più antiche ai suoi tanti complessi sviluppi, sino alle necessità più recenti.

     

    La goccia d’acqua che lasciò la sua casa, l’oceano,

    Quando vi fece ritorno

    trovò un’ostrica ad aspettarla

    e divenne una perla.

    Rumi

     

    Mā’, poche lettere in arabo. Comincia tutto da lì.

     

     

    A partire dalle affermazioni del Corano e della letteratura successiva, si illustra lo sviluppo storico dei tanti ruoli e significati ricoperti dall’acqua e l’incarnazione dei suoi significati nell’arte e nei manufatti islamici.

    Tra l’acqua e il mondo islamico esiste infatti un rapporto antico e intimo. Le ragioni climatiche lo spiegano solo in parte: vi è un’eredità antica di culture e civiltà precedenti, un senso religioso profondo e tante complesse ragioni sociali e culturali. L’acqua appartiene ai nostri sogni più profondi: evoca la maternità, la pulizia, la purità, la sensualità, la nascita e la morte. Questo naturalmente vale per ogni civiltà, ma nell’Islam tale serie di idee ha trovato un suo senso più profondo, facendo dell’acqua uno dei cardini stessi dell’esistenza umana: un cardine tanto spirituale quanto sociale ed estetico.

    La mostra è una narrazione attraverso immagini, reperti, libri e miniature: tecnologia, vita quotidiana e arte, che per secoli si sono rispecchiate nelle tante diverse fruizioni dell’acqua.

    Grazie ai prestiti concessi dalle più importanti istituzioni europee ed extraeuropee, da autorevoli collezionisti privati e alle preziose opere custodite al MAO, l’esposizione testimonia la varietà e la ricchezza di manufatti legati al tema e all’uso dell’acqua. Tra gli oltre 120 manufatti esposti, vi saranno bocche di fontane siriane, una brocca iznik del XV secolo, tappetiche coprono un arco temporale che va dal XVI al XIX secolo, una coppa in vetro iranianadel IX-X secolo, uno spargiprofumo del XII-XIII secolo proveniente dall’India, oltre a numerosi manoscritti.

    Verranno raccontate le canalizzazioni siriane, i giardini di Spagna e i bagni di Istanbul. Ma non solo. Vi sarà spazio anche per guardare all’eredità islamica nel mondo europeo: dal cinquecento sino all’orientalismo ottocentesco – nelle vetrine troveranno spazio straordinari oggetti “trasformati”, come il vaso d’arte fatimide del X-XI secolo in cristallo di rocca con montatura di manifattura fiorentina del 1555 diventato un reliquiario o oggetti ispirati al mondo islamico, come ilcatino da barbiere di manifattura veneta – fino a scoprire che tanto di quel passato non ci è solo vicino, ma ci appartiene intimamente.

    L’allestimento giocherà con il suono e il movimento dell’acqua, così da far immergere opere e visitatori in un paesaggio di armonie sonore e visive. Richiamando impianti e simboli, la mostra si suddivide in quattro tematiche principali. Un percorso scandito da grandi temi, che servono a sottolineare le caratteristiche comuni di tale relazione, pur mostrando l’importanza delle varie differenze culturali e regionali dei mondi islamici. Il percorso comincerà dalla fruizione religiosa: la parola del Corano, il pellegrinaggio, la preghiera, la purificazione. E per questa via il pubblico entrerà poi nella seconda sala, per una necessaria sosta nell’hammam, nel bagno inteso come luogo di purificazione e aggregazione, per sottolinearne il senso religioso, igienico e sociale. Poi si seguiranno i percorsi dell’acqua sino all’interno delle case e dei palazzi, nella vita quotidiana, tra sostentamento e convivialità, per affrontare infine il tema dell’approvvigionamento, degli acquedotti e delle fontane. Per questa via sarà inevitabile uscire infine negli spazi aperti, quelli dell’agronomia e del giardino, per parlare di campagne, di oasi e degli spazi domestici o pubblici adibiti alla coltivazione e alla ricreazione. Tecnologia, vita quotidiana e arte, che per secoli si sono rispecchiate nelle tante diverse fruizioni dell’acqua. Per non dimenticare quanto tutto questo parli al presente, visto che l’acqua è oggi forse il bene più fragile e conteso e che troppa parte del mondo musulmano lotta e soffre per l’accesso a quella risorsa. 

    SEZIONI DI MOSTRA

    Nella prima sezione si affronterà l’importanza dell’acqua nella religione islamica. Nel Corano, ad esempio il termine mā’, “acqua”, ricorre più di 60 volte, presentandosi nelle sue svariate forme (pioggia, rugiada, sorgente, mare, fiume, ecc.) e sia al Corano, sia agli hadith si deve anche l’importanza dell’offerta di ospitalità, valore profondamente radicato nella struttura della società araba già prima dell’Islam In quanto veicolo del sacro, l’acqua, soprattutto a livello popolare è stata collegata da sempre alla magia e usata per varie tecniche di divinazione. Il simbolismo islamico ha dato un posto importante all’acqua corrente, considerata benefica, al contrario di quella stagnante, considerata rifugio dei demoni. Spesso si attribuiva un carattere particolarmente misterioso alle sorgenti calde, talvolta ritenute luoghi di passaggio con il mondo sotterraneo.

    Tutto comincia col calore; un calore particolare, sprigionato dalla terra attraverso acque profonde, così si arriva all’hammam, il secondo tema. L’uso delle acquecalde risale alle civiltà più antiche eanche per il mondo islamico l’acqua purificava e curava. Anzi di più: l’acqua è una manifestazione della stessa bontà divina. DalIX-X secolo circa l’hammamdiviene uno degli elementi più caratteristici e diffusi delle città islamiche, tanto che si raccontava, sicuramente esagerando, che Baghdad ne contasse 10.000. Inoltre, grazie all’acqua purificatrice l’hammamsimbolizza e consente la purezza rituale del musulmano. Lavarsi, purificarsi, curarsi: l’hammamraccoglie su di sé questi significati amplificandoli e ha finito con l’assumere una fondamentale centralità nella vita urbana del mondo islamico, i bagni erano il luogo dove un’intera società si incontrava.Fu attraverso il mondo ottomano che gli europei incontrarono l’hammame lo chiamarono “bagno turco”. Di quei luoghi, della loro quotidianità, videro in realtà poco e immaginarono molto. La sensualità del bagno e la sua valenza erotica erano ovviamente già ben presenti al mondo islamico, ma per gli europei l’hammam, divenne quasi un’espressione tangibile di quella lussuria che essi attribuivano agli “orientali”.

    Nella terza sezione si indaga il fondamentale ruolo dell’acqua da bere nel mondo islamico: l’uso pubblico e la convivialità. Fin dall’antichità l’approvvigionamento e il trasporto dell’acqua si sono avvalsi di grandi opere d’ingegneria, ma la conservazione e la distribuzione furono il punto cruciale. Ovunque e sin dall’inizio, i governanti musulmani si distinsero nella costruzione di grandi cisterne, migliorarono e ingrandirono la rete sotterranea di canalizzazioni. Secondo un famoso hadīth, l’acqua è considerata come proprietà comune e ovviamente un simile pronunciamento fu da subito insufficiente per dirimere le infinite questioni legate all’acqua e la gestione divenne una questione di potere così come un mezzo attraverso il quale il sovrano o il governatore mostravano la propria benevolenza al popolo, esempio ne sono le innumerevoli fontane pubbliche. L’acqua era un soggetto di particolare interesse anche per i geografi arabi che spesso nelle loro opere fornivano dettagli riguardo alle differenti modalità di approvvigionamento idrico delle varie città e regioni.Anche la letteratura gastronomica spesso dedicava specifici capitoli all’acqua, inoltre l’acqua serviva come base per la grande varietà di bevande, alcune delle quali erano considerate anche farmaci o tonici e le si può incontrare persino nella letteratura medica. Altro aspetto affrontato è quello delle tecnologie idrauliche ed irrigue che si fonde con la storia della diffusione delle tecniche agronomiche e idrauliche nel Mediterraneo islamico, che dalla tradizione classica giunge al medioevo occidentale. Una tradizione che ha sempre visto nel giardino e nelle sue acque un luogo di delizie, uno spazio privilegiato e, in molti casi, adibito alla cura.

    L’ultimo tema, raccontato e mostrato, è appunto quello dei giardini. Il modello del giardino islamico, che sul piano della cosmogonia islamica è percepito come una ripetizione del paradiso. Nel Corano sono giardini perennemente ombrosi e fioriti, situati molto in alto ma con frutti bassi e facili da cogliere; Sono immensi, sono cinti da mura e aperti da più porte; in essi zampillano fontane, scorrono ruscelli e fiumi di latte, vino e miele. Un simile modello, così forte sul piano iconografico, avrebbe profondamente ispirato l’arte islamica. Ma il giardino è anche un elemento architettonico che ebbe una sua complessa storia sociale, una fruizione quotidiana e suoi usi culturali che non necessariamente si rifecero sempre alle altezze del paradiso.

    Su un piano funzionale, il giardino arabo risponde a delle attese precise. Il giardino arabo rimanda almeno in parte, all’immagine dell’oasi: l’opposizione tra piante e deserto, tra luogo coltivato e terra di nessuno, tra nomade e sedentario. Il mondo islamico sperimentò da subito unaprofonda innovazione dell’agricolturafino ad arrivare ai giardini monumentali, quelli dei palazzi dei più ricchi e degli uomini di governo, dove sappiamo ci si ricreava, bevendo, amoreggiando, ascoltando musica o dedicandosi ad altri piaceri. Talvolta vi si tenevano convivi, ritrovi nei i quali si recitavano le più svariate opere letterarie; incontri che per lungo tempo furono di fatto tra i principali luoghi di trasmissione del sapere nel mondo arabo-islamico.

     

    Mostra a cura di Alessandro Vanoli

    Comitato scientifico:

    Giovanni Curatola, Presidente,

    Ilaria Bellucci, Marco Galateri di Genola, Claudia Maria Tresso, Alressandro Vanoli

    Catalogo mostra edito da Silvana Editoriale.

    Per tutta la durata della mostra un calendario di eventi consentirà al pubblico di approfondirne i temi e di immergersi, anche se solo figurativamente, nell’acqua che scorre nelle sale espositive del MAO.

    La rassegna prevedeincontricon gli studiosi che hanno contribuito alla realizzazione della mostra e conferenzein collaborazione con il Politecnico di Torino. A completare il calendario visite guidate e attività per famiglie.

     

  • Si inaugura oggi una mostra innovativa e multimediale, che dà vita a quattro sculture gotiche provenienti dalla celebre cattedrale di Notre-Dame de Paris.

    L’esposizione, curata della conservatrice di Palazzo Madama Simonetta Castronovo e allestita nella Sala Stemmi del museo, è frutto di una collaborazione con il Musée de Cluny – Musée national du Moyen Âge di Parigi.

    L’evento si configura come una mostra dossier dedicata al tema della scultura gotica francese nella prima metà del 1200 e, in particolare, al cantiere della Cattedrale di Notre- Dame di Parigi. Dal portale dell’Incoronazione della Vergine sulla facciata occidentale proviene la Testa d’Angelo, mentre dal portale del braccio settentrionale del transetto provengono la Testa di Re mago, la Testa di uomo barbuto e la Testa di figura femminile, allegoria di una virtù teologale. Queste quattro opere, oltre a essere esempi di altissima qualità della scultura medievale europea, sono testimonianze di quel momento della civiltà gotica indicato dal celebre storico dell’arte Cesare Gnudi come “classicismo gotico” o “naturalismo gotico”, che ebbe un forte influsso, alla fine del Duecento, anche sui protagonisti del Gotico in Italia: Giotto, Nicola Pisano, Giovanni Pisano, Arnolfo di Cambio.

    Le teste sono presentate con un coinvolgente allestimento audiovisivo, realizzato da Leandro Agostini, che ricrea uno sfondo architettonico e ambientale per le sculture, arricchendo la visita con proiezioni e voci fuori campo, che animano i quattro personaggi e ne raccontano la storia.

    In questo modo il percorso espositivo diventa un’occasione di approfondimento sullestraordinarie sculture gotiche di Notre-Dame, offrendo contemporaneamente ai visitatori una narrazione sulla Cattedrale parigina (dal Medioevo alle distruzioni successive alla Rivoluzione Francese, fino ai restauri integrativi di Eugène Viollet-le-Duc alla metà dell’Ottocento) e un’illustrazione dei diversi caratteri iconografici e stilistici dei suoi portali.

    Tra il 1793 e il 1794 le quattro sculture esposte a Palazzo Madama furono rimosse dalla cattedrale parigina, insieme a molte altre che decoravano la galleria dei Re e i portali della facciata, su ordine del Comité revolutionnaire de la Section de la Cité, in quanto simbolo della feudalità, della monarchia e della religione. Infatti dal 1793 la Francia era diventata una repubblica – Luigi XVI e Maria Antonietta erano stati ghigliottinati all’inizio dell’anno – retta da un Comitato di salute pubblica guidato da Robespierre. Le sculture, molte ormai allo stato di frammenti, abbandonate a lungo sul sagrato della chiesa, vennero successivamente cedute a impresari cittadini interessati a reimpiegarle come materiale da costruzione. Una perdita che èall’origine dell’imponente cantiere di restauro della Cattedrale, negli anni 1845-64, a opera diEugène Viollet-le-Duc e Jean-Baptiste Lassus, che si dovettero basare, per realizzare le nuove sculture, in sostituzione di quelle perdute, su disegni e incisioni antiche raffiguranti i portali, imitando per quanto riguarda lo stile il linguaggio delle sculture gotiche coeve di Chartres, Reims e Amiens.

    Molte delle sculture originali di Notre-Dame, comprese le quattro opere esposte a Palazzo Madama, insieme a centinaia di frammenti, sono state rinvenute nel 1977 durante lavori alle fondazioni dell’hôtel Moreau a Parigi, sede della Banque Française du commerce extérieur, che poi decise di donarle allo Stato francese per essere depositate al Musée de Cluny, che le conserva dal 1980.

    Il pubblico della mostra potrà quindi ammirare da vicino quattro capolavori del gotico francese e trovare al contempo spunti di riflessione su altri temi: l’organizzazione del lavoro in un cantiere medievale complesso come quello di una cattedrale, il tema della distruzione e mutilazione delle opere d’arte per ragioni politiche, fino a quello del restauro integrativo“romantico” dei monumenti medievali, che caratterizza gli interventi del XIX secolo in tutta Europa.

    Foto di copertina: Testa di Re mago, da Notre-Dame de Paris, 1250-1258, musée de Cluny – musée national du Moyen Âge, Parigi – Photo (C) RMN-Grand Palais – © Michel Urtado

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