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  • Si chiude con il segno più il 2019 di Abbonamento Musei in Piemonte, registrando 129.185 abbonamenti venduti, il 10,66% in più rispetto allo scorso anno (cioè esattamente 12.455 abbonati). I Formula Extra (che comprendono anche la Lombardia) sono ancora passati da 1.905 a 2.427, cioè +27,4% a dimostrazione di un crescente gradimento per questa proposta ancora agli esordi.
    Indubbiamente l’ingresso della Valle d’Aosta all’interno della proposta di Abbonamento Musei è stato l’elemento di maggiore novità dell’anno da poco concluso. Dallo scorso settembre, 16 siti culturali della Valle sono divenuti disponibili per gli abbonamenti piemontesi e lombardi e, parallelamente, è cominciata la vendita della tessera, che ha registrato 466 nuovi abbonati valdostani in pochi mesi.

    In costante aumento anche gli ingressi nei musei della regione, che sono stati 960.000 (contro i 940.200 del 2018). Sommati a quelli in Lombardia (144.766), in Valle d’Aosta (13.355) e con Formula Extra (8.015), superano ampiamente il milione.

    Dati interessanti arrivano anche dall’ambito digitale di Abbonamento Musei, un vero e proprio media della cultura: nel 2019 sono stati 2.190.000 i click unici sul sito https://piemonte.abbonamentomusei.it, la cui newsletter conta oltre 150.000 iscritti, registrando un tasso medio di apertura del 35%. Un pubblico che interagisce e agisce, che si informa sugli eventi in corso e le proposte che riceve e partecipa in maniera attiva alle iniziative. Per quanto riguarda i social, 35.800 sono i follower su Facebook e 12.300 su Instagram.

    Abbonamento Musei Piemonte dunque cresce ancora. Un traguardo significativo, in particolare data l’importante ricorrenza a cui si prepara l’associazione: nel 2020 l’Associazione festeggia i 25 anni dalla sua fondazione, costituitasi ufficialmente nell’aprile 1995.

    Tra gli appuntamenti previsti nel 2020 troviamo il Grand Tour (sviluppato su due linee tematiche, il Barocco e la Valle d’Aosta) e Disegniamo l’arte, per i visitatori più giovani. Continua inoltre la collaborazione con il Politecnico di Torino e con Club Silencio pensata per il pubblico degli young adults e Il quartiere al museo, il progetto di inclusione sociale nato in collaborazione con la Rete delle Case del Quartiere di Torino e con il sostegno della Compagnia di San Paolo per il pubblico seniores

     

  • Castello di Fénis (Ao), con il suo trionfo di torri e la sua bellissima cinta muraria merlata, è uno dei più famosi castelli della Valle d’Aosta. Situato nell’omonimo comune di Fénis, il castello si trova in una posizione inusuale per una fortezza edificata a scopo bellico e di protezione. La costruzione non si trova infatti sulla sommità di un promontorio, ma su un lieve poggio privo di difese naturali. Quasi sicuramente la funzione primaria del castello non era quella difensiva, ma piuttosto di prestigiosa e fastosa sede amministrativa della famiglia Challant-Fénis, nobile casata valdostana che dotò la dimora di un imponente apparato difensivo, ma anche di eleganti decorazioni pittoriche, simboli di potenza e di prestigio.

    Le prime testimonianze dell’esistenza del castello si trovano in un documento del 1242, nel quale viene indicato un castrum Fenitii quale proprietà del visconte di Aosta Gotofredo di Challant e dei suoi fratelli. Molto probabilmente all’epoca il castello comprendeva solamente la torre colombaia sul lato sud e la torre quadrata, un corpo abitativo centrale e un’unica cinta muraria. L’architettura del castello di Fénis ha difatti subito nel corso del tempo numerose modifiche: le torri e le mura merlate furono aggiunte al torrione preesistente verso la metà del 1300 da Aimone di Challant.

    Oggi il Castello di Fénis è una delle dimore nobiliari medievali meglio conservate d’Italia, ma non è stato sempre così. La grandiosa dimora fu di proprietà dei signori di Challant del ramo di Fénis fino al 1716, quando fu ceduta poi al conte Baldassarre Castellar di Saluzzo Paesana. Le vicende storiche di questa famiglia portarono a un lento e graduale degrado del grande castello che fu poi abbandonato e trasformato in un’abitazione rurale: le sale del pianterreno furono adibite a stalle, mentre il primo piano fu trasformato in un fienile.

    Il recupero di questo importante edificio storico è da attribuire a Alfredo d’Andrade, architetto, archeologo e pittore portoghese naturalizzato italiano, che acquistò il castello di Fénis nel 1895 e, dopo averne restaurato le parti più rovinate, ne fece dono allo Stato italiano. Oggi l’edificio è di proprietà della Regione autonoma della Valle d’Aosta.

    Il castello è ben conservato e gli interni sono ricchi di affreschi. La dimora ha pianta pentagonale e la costruzione principale è arricchita da cinque torri, tre a pianta rotonda e due a pianta quadrata. Sulla cima delle torri è possibile ammirare alcune maschere aventi funzione apotropaica, ovvero oggetti atti a proteggere il castello dagli influssi maligni. 

    Si accede alla struttura attraverso una torre quadrata che aveva una saracinesca utilizzata per sbarrare l’androne in caso di pericolo. Al pianterreno potrete ammirare la sala d’armi, il refettorio per soldati e servitori, la dispensa e la cucina dotata di un gigantesco camino.

    Al primo piano invece si trova una cappella con l’annessa sala di rappresentanza, la camera domini, la cucina nobile, la sala da pranzo dei signori e la sala di giustizia.

    Il percorso di visita del Castello di Fénis si conclude nel cortile interno dove si trova lo scalone semicircolare sovrastato dal famoso affresco raffigurante San Giorgio che uccide il drago. Alzando gli occhi potrete poi ammirare, al piano superiore, le balconate in legno decorate da un gruppo di affreschi rappresentanti dei saggi e dei profeti con proverbi e sentenze morali scritti in antico francese. Infine, la parete orientale è decorata dai dipinti dell’Annunciazione e di San Cristoforo, attribuiti a un pittore vicino alla scuola di Jaquerio e presumibilmente realizzati tra il 1425 e il 1430.

    Il Castello di Fénis è una delle più importanti attrazioni della Valle d’Aosta e ogni anno viene visitato da oltre 80.000 persone. Una piccola curiosità legata a questo castello: nel 1985 proprio qui sono stati girati gli esterni del film “Fracchia contro Dracula” di Neri Parenti con Paolo Villaggio.

    Se state pensando a una gita fuori porta da Torino da fare in giornata, non perdete questo maniero che si trova a poco più di un’ora d’auto dal capoluogo piemontese.

  • Gli amanti del mondo dei libri, della montagna e dei viaggi sono in fermento, sui social non si parla d’altro: l’apertura della nuova libreria Feltrinelli sul Monte Bianco, la montagna più alta d’Europa, a quota 3.466 metri.

    Skyway di Punta Helbronner The Sky,meraviglia naturale,  suggestivo paesaggio ha accolto uno shop della catena laFeltrinelli di ben 60 metri quadri e oltre un migliaio di libri. Di che tipi di libri si tratta? Alla Feltrinelli sul Monte Bianco troverete tutti i tipi di libri ovviamente, ma soprattutto quelli dedicati in qualche modo alla montagna. Come ad esempio Il filo infinito di Paolo Rumiz e La gabbia dorata di Camilla Lackberg. Best seller d’alta quota insomma, ma anche illustrati e fotografici sulla montagna, narrativa di montagna e libri per ragazzi. Ben 376 testi poi saranno interamente dedicati alla montagna e agli itinerari valdostani; ci saranno anche libri enogastronomici per scoprire la cucina della Valle d’Aosta. Insomma gli amanti della montagna, dei boschi e delle passeggiate all’aria aperta, delle arrampicate e delle avventure su sentieri solitari troveranno sicuramente il libro perfetto in questa libreria nel cuore della montagna più alta d’Europa. 

    LaFeltrinelli 3466 si trova presso la stazione Skyway di Punta Helbronner The Sky raggiungibile con la funivia Skyway Monte Bianco.Inaugurata il  20 luglio 2019,  La Feltrinelli sul Monte Bianco sarà aperta nei mesi di giugno, luglio e agosto, dal lunedì alla domenica dalle 9.30 alle 17.30.
    Se siete amanti della montagna e non avete ancora fatto la meravigliosa esperienza di salire sulla Sky Way non potete mancare, entro la fine di agosto  pero…

    Per maggiori info consulta il sito LaFeltrinelli

     

  • L’Assessorato al Turismo, Sport, Commercio, Agricoltura e Beni Culturali della Valle d’Aosta comunica che, in data 28 giugno 2019, la Giunta regionale ha approvato il “Piano di estensione del progetto Associazione Abbonamento Musei alla Regione autonoma Valle d’Aosta”.

    Il progetto consentirà l’ingresso della Valle d’Aosta nel grande circuito culturale di Abbonamento Musei (AM), la porta di accesso al museo più grande d’Italia: una carta che unisce una comunità di meraviglia e scoperta proponendo oltre 436 istituzioni, tra musei, monumenti e mostre, come sistema unitario e integrato tra Piemonte, Lombardia e, da oggi, Valle d’Aosta.

    Mostre e musei, residenze reali, ville, castelli, giardini, parchi, monumenti, fortezze, siti

    archeologici, collezioni pubbliche e private: al circuito di Abbonamento Musei si andranno ad aggiungere stabilmente, ad inizio autunno, 16 siti culturali valdostani: Château de Fénis, Château d’Issogne, Château de Verrès, Castel Savoia di Gressoney-Saint-Jean, Castello Reale di Sarre, Château Sarriod de la Tour, di Saint-Pierre, Castello Gamba – Arte moderna e contemporanea in Valle d’Aosta, Area Megalitica di Aosta, Museo Archeologico Regionale – MAR di Aosta, Teatro Romano di Aosta, Criptoportico forense di Aosta, Chiesa paleocristiana di San Lorenzo di Aosta, Ponte acquedotto di Pont d’Ael, Centro Saint Benin (sede espositiva di Aosta), Museo archeologico regionale (sede espositiva di Aosta) e il Forte di Bard.

    Si precisa che il Forte di Bard risulta legato, con una convenzione, ad Abbonamento Musei sin dal 2006 ed ha rappresentato, a tutti gli effetti, il primo passo verso questa nuova alleanza.
    Si sottolinea che in una seconda fase del progetto la Regione Valle d’Aosta intende proporre l’adesione al circuito a ulteriori musei, monumenti, sedi espositive della regione.

    L’Abbonamento Musei è uno strumento che, tra l’altro, favorisce il percorso identitario consentendo un processo di riappropriazione del patrimonio culturale dei singoli territori stimolando così il turismo di prossimità.
    Lo sviluppo in senso macroregionale dell’Abbonamento Musei ha permesso di costruire nel tempo un sistema di comunicazione e di servizi che parla a un pubblico sempre più vasto, facilitando la fidelizzazione del pubblico dei cittadini al patrimonio culturale.

    L’ingresso della Valle d’Aosta nel circuito di AM consente la fruizione di centinaia di siti e musei distribuiti capillarmente tra la Valle d’Aosta, il Piemonte e la Lombardia: una chiave d’accesso a una straordinaria offerta culturale extra-regionale comprensiva anche di eventi, mostre temporanee, proposte specifiche e attività destinate, di volta in volta, ad un target ampio e variegato.

    Il progetto diventerà di fatto operativo e fruibile a decorrere dal 28 settembre 2019, dopo il necessario avviamento di tutte le strumentazioni necessarie alla vendita e alla vidimazione dei biglietti.

    Con l’ingresso in Abbonamento Musei, le realtà culturali della Valle d’Aosta entreranno nel circuito di comunicazione dell’Associazione; oltre al sito internet www.abbonamentomusei.it, anche la seguitissima newsletter quindicinale, le pagine Facebook e l’account Instagram seguiti dagli abbonati di Piemonte e Lombardia, e in profilo Twitter @Abb_Musei.

     

  • Il castello di Fénis fu prestigiosa sede di rappresentanza dei maggiori esponenti della famiglia Challant, che lo dotarono dell’imponente apparato difensivo, nonché di eleganti decorazioni pittoriche, simboli di potenza e di prestigio.

    L’architettura è il risultato di varie campagne costruttive succedutesi negli anni.

    Appartenne ai signori di Challant del ramo di Fénis fino al 1716, quando fu ceduto al conte Baldassarre Castellar di Saluzzo Paesana.

    Le vicende che segnarono la storia di quella famiglia condussero il maniero a un lento degrado, preludio dell’abbandono che lo vide trasformato in abitazione rurale: le sale del pianterreno furono adibite a stalle, mentre il primo piano fu usato come fienile.

    Il recupero del monumento si deve ad Alfredo d’Andrade, che acquistò il castello di Fénis nel 1895 e, dopo averne restaurato le parti più rovinate, lo dono’ allo Stato Italiano.

    Oggi l’edificio è di proprietà della Regione autonoma Valle d’Aosta, e lo ha destinato a sede del museo del mobile valdostano.

    Si accede passando attraverso una torre quadrata che aveva una saracinesca per sbarrare l’androne in caso di pericolo.
    Il percorso si conclude nel cortile interno, con lo scalone semicircolare sovrastato dal pregevole affresco raffigurante San Giorgio che uccide il drago.

    Alzando lo sguardo al piano superiore si possono ammirare le balconate in legno decorate da un gruppo di saggi e di profeti recanti dei cartigli sui quali si leggono proverbi e sentenze morali in  francese antico.

    Per info e costi

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