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  • Palazzo Ducale e Genova dedicano a Niccolò Paganini una grande mostra con l’intento di raccontare, attraverso una narrazione contemporanea, curiosa, spettacolare e multimediale, la vita del grande musicista, caratterizzata da un enorme successo di pubblico, ma anche da rapporti umani spesso travagliati e complessi. Lo scopo principale del percorso espositivo è quello di indagare quale sia stata l’ereditĂ  che il grande maestro ha trasmesso ai suoi contemporanei, arrivando fino al confronto estremo con la musica contemporanea, in particolare con un grande e indimenticato protagonista della musica rock: Jimi Hendrix.

    Per meglio comprendere la grandezza e l’importanza di Paganini, sia dal punto di vista musicale che da quello performativo e spettacolare, il confronto si estende ad alcune personalità della scena musicale contemporanea, sia pop-rock che classica, ognuno dei quali scelto per esplorare, attraverso la propria esperienza, alcuni aspetti della propria vita artistica e eventuali similitudini con l’esperienza paganiniana. In questa mostra è la musica a essere protagonista, rappresentata e raccontata attraverso metafore visive che mettono in scena le caratteristiche essenziali della musica del grande artista genovese.

    Circondato da un alone di mistero, artista virtuoso, formidabile performer capace di ammaliare il pubblico, abile costruttore della propria immagine, Paganini non è stato soltanto uno dei più importanti violinisti mai esistiti, è stato anche pioniere della complessa transizione verso la modernità: la sua storia, la sua figura, condensano in modo esemplare il passaggio da un mondo all’altro, da quello tradizionale, ottocentesco e romantico a quello moderno, complesso e contraddittorio.

    Le descrizioni di Niccolò Paganini che ci sono state tramandate convergono tutte in una fisicitĂ  debole, un corpo fragile, eccessivamente magro: “Profilo d’aquila, occhi magnetici, mobilissimi: capelli neri, lunghi. […] Aveva qualcosa di spettrale e di fantastico, onde la sua sola apparizione alla ribalta destava nel pubblico un’impressione profonda”. Descrizioni a tutti gli effetti romantiche, che si legano all’immaginario del genio, del passionale, del diabolico.

    Eppure, nonostante questa fragilità fisica, i suoi concerti divennero presto leggendari: “trascinava l’uditorio al più vivo entusiasmo, meravigliandolo col suo slancio, con la foga, con la trascendentale maestria del suo strumento”. Delle vere e proprie performance, come le chiameremmo oggi, in cui il pubblico andava in visibilio catturato dal magnetismo di Paganini.

    Fuori da ogni convenzione e da ogni luogo comune, Paganini si può considerare realmente un rivoluzionario. Come pochi altri prima di lui ha cambiato le regole, trasformando sia i paradigmi tecnici dello strumento sia quelli estetici della musica a lui contemporanea: in questo consiste tutta la sua attualità e la ragione per cui, ancora oggi, un artista così ci appartiene.

    Per tutto questo, per lo spettacolo che il suo modo di suonare comportava, oltreché per l’immagine di sé, Paganini può essere considerato a tutti gli effetti antesignano della rockstar, se poi è anche vero che molte delle sue esibizioni/performance terminavano con la rottura delle corde del violino.
    La mostra, dunque, dedica grande attenzione all’idea di Paganini come prima rockstar della storia, azzardando, a ragione, raffronti con alcuni grandi virtuosi della musica rock, in particolare con Jimi Hendrix, raccontando e confrontando i personaggi attraverso non solo oggetti e documenti, ma anche elementi scenici fortemente suggestivi, che possano creare una forte empatia con il pubblico.

    Curata da Roberto Grisley, Raffaele Mellace e Ivano Fossati, affiancati da un comitato scientifico composto dagli stessi curatori e da Claudio Proietti – coordinatore – e Roberto Iovino, Maria Amoretti Fontana, Pietro Leveratto

    Catalogo Silvana Editoriale con saggi di Marco D’Aureli, Maiko Kawabata, Raffaele Mellace, Daniela Macchione, Roberto Iovino, Peter Sheppard Skærved, Claudio Proietti, Pietro Leveratto, Maria Fontana Amoretti, Ivano Fossati, Enzo Gentile, NEO – Narrative Environments Operas di Milano.

    La mostra, prodotta e organizzata dalla Fondazione Palazzo Ducale, promossa da Comune di Genova e Regione Liguria, sponsor privati tra cui Iren, Coop, Compagnia di San Paolo, Costa edutainment, Fondazione Carige.

    Per maggiori info

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